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Racconti Erotici

Vita d’ufficio capitolo 17 – La punizione di Elena

By 12 Settembre 2022No Comments

Il mattino dopo arrivano tutte puntuali.
Alle 8,15 arriva Elena nel mio ufficio.
Porta un top abbastanza attillato sotto una giacca abbottonata fino al seno e una paio di pantaloni larghi.
Le faccio sbottonare la giacca e le infilo una mano giù per la scollatura del top.
Verifico l’assenza di altri indumenti tastandole i capezzoli.
La cosa ovviamente la eccita e la fa ansimare.
Io dopo un po’ che ansima smetto e mi dedico a palparle il sedere da sopra i pantaloni.
Lei si gode il trattamento quando per verificare faccio scivolare il dito in mezzo alle natiche poi alla figa.
Sospira e gode.
Continuo a torturarla fin quando inizio a vedere che il cavallo dei pantaloni le si inumidisce.
Lei dopo aver ansimato esclama ‘ma che figura, cosa farò se entra qualcuno?’
Le dico che se sta alla scrivania nessuno noterà nulla…
Peccato che poco dopo io riceva un cliente, un uomo sulla cinquantina che so apprezzare le bellezze
femminili e lui oltre squadrarla da cima a fondo le noti i pantaloni senza assolutamente nascondere il fatto
d’averle visto i pantaloni bagnati e aver notato che non porta l’intimo, cosa che la fa arrossire molto.
Lui invece constata che scelgo bene le dipendenti.
L’uomo se ne va ed Elena entra a lamentarsi del trattamento.
Io le rispondo che è lei a dover educare Elisa e di non lamentarsi troppo che potrei fare ben peggio.
Lei mi chiede cosa potrei fare e le dico che potrebbe avere una risposta che non le piace.
Così la congedo e le do appuntamento per l’indomani.
Arriva l’indomani.
Sono le 8,15 e vedo Elena che entra nel mio ufficio di buon passo.
Porta un tailleur grigio con sotto una camicia blu scuro che lascia trasparire ben poco.
In compenso la gonna del completo le fascia meravigliosamente il sedere.
La faccio girare su sé stessa per ammirarla meglio, le dico che sta molto bene e inizio le verifiche giornaliere.
Le faccio togliere la giacca e le sbottono la camicetta.
Vedo le sue tette libere e inizio a leccarle e giocare con i capezzoli finch&egrave Elena inizia a ansimare.
La faccio poi sedere, le alzo un po’ la gonna e la inizio a leccare, le dico che è stupenda e mentre inizia ad
ansimare smetto.
Le riabbottono la camicetta lasciandole libero qualche bottone per far vedere l’incavo del seno e che il suo
bel seno è libero, le dico che non potrà toccare i suoi indumenti e mi tengo la giacca.
Le dico che questa potrà venire a prenderla prima di uscire.
Chiedo a Kaori di masturbarla un po’ durante le prime ore del pomeriggio e poi venire da me.
Io le mostro un paio di cose e la mando a casa.
Arrivano le 15 quando arriva il signor Verdi, cliente dello studio sessantenne e abbastanza bavoso.
Gli dico che Elena è a sua disposizione per i chiarimenti che gli servono.
Io inizio a seguire la webcam dell’ufficio.
Vedo che alzandosi senza rendersene conto Elena offre una bella panoramica del seno a me e al signor
Verdi.
Si risiede mostrando però che si aggiusta la gonna un minimo macchiata facendo vedere anche al signor
Verdi di essersi bagnata.
Lui la mangia con gli occhi e lei è visibilmente a disagio.
Prima di andar via vedo che le si avvicina e le sussurra qualcosa all’orecchio sporgendosi sulla scrivania e
facendo in modo che dalla webcam del PC la visuale sulla scollatura fosse ancora migliore.
Dopo esser rimasta di nuovo sola Elena vola nel mio ufficio e appoggia le mani sulla scrivania urlando che
quello che le ho fatto è troppo e anche il cliente aveva visto che non aveva nulla sotto e le aveva detto che la
avrebbe spogliata e le ha dato della porca.
Mi ripete che è troppo e fa per andarsene.
Le dico di fermarsi a meno che non voglia che le sue amiche pagassero le loro colpe.
Lei si volta e prima che dica ogni cosa le sto già baciando il collo dalla camicetta lasciata aperta.
Le dico che è stupenda mentre le tolgo la camicetta e le lecco i capezzoli.
Lei ansima e si toglie la gonna mentre reclina la testa.
Continua a godere mentre inizio a sditalinarla.
Mi allontana e si mette a novanta sulla scrivania.
Non resisto e la scopo tenendola per il suo bel seno alternandolo con la vita.
Continuo ad andare avanti e indietro è non vengo urlando.
Le rido la giacca e le dico che adesso può andare.

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