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Racconti Erotici

voglia..

By 13 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Torno a casa più tardi del solito, dopo una riunione tanto estenuante quanto noiosa .
Se fuori ancora non è completamente buio è solo perché ormai siamo in piena estate, ma saranno sicuramente passate le 8.. forse anche di più, ma sono così stanca da non aver neppure voglia di controllare l’orologio sul display del cellulare.
Infilo le chiavi nella toppa, un paio di giri, e la porta si apre. Casa.
Nessun rumore, ad eccezione di quello dei miei tacchi sul pavimento, mentre raggiungo la camera da letto. Tacchi che in un attimo faccio volare via, accogliendo piacevolmente il contatto del pavimento con i miei piedi, coperti solo una paio di leggerissime e quasi inesistenti collant color carne. Getto la borsa sul letto, assieme alla mia giacca.
Un rapido giro per la casa, e sono certa che mio marito ancora non è tornato. Deve essere una lunga giornata anche per lui, insomma. Ed a questo punto mi ricordo di avere un telefono cellulare. Infatti, un SMS.. mio marito mi avvisa che non riuscirà ad essere a casa prima delle 9 o mezza.
Se non altro ho abbastanza tempo per farmi una doccia e preparar con calma qualcosa da mangiare.
Slaccio la zip della gonna, ondeggiando un po’ i fianchi per lasciarla cadere a terra. Tanto deve finire in lavatrice. Comincio quindi a sbottonare la camicetta, che qualche istante dopo fa la stessa fine della gonna. Lavatrice anche per lei. Via anche le collant, sono in intimo.
Prima di entrare in doccia, decido di bere qualcosa. Mentre cammino nel corridoio, mi fermo ad osservare la mia immagine riflessa nello specchio. Di profilo, mi sollevo e abbasso sulle punte, facendo sobbalzare il mio seno. Ho una quarta abbondante, e nonostante abbia superato i trentacinque, quando indosso il reggiseno le mie curve gemelle sono praticamente perfette. Senza, tendono a scendere un po’, ma fanno comunque una gran bella figura.
Passo le mani lungo i fianchi, sul ventre. Questi rotoli non hanno mai voluto andar via, sono sempre stata formosa, anche da ragazza, ma mi piaccio così. Sono ben proporzionata nelle curve, e nessuno si è mai lamentato, anzi..
Sollevo le mani lungo i fianchi, mentre mi giro frontalmente verso lo specchio, e le porto sotto i miei seni. Osservo compiaciuta la mia immagine mentre li muovo, dall’alto verso in basso. Sono un po’ vanitosa, devo ammetterlo. Mi piace guardarmi, ed essere guardata. Mi è sempre piaciuto.
Immagino che oltre quello specchio, al posto della mia immagine riflessa, ci sia qualcuno a guardarmi. A chi non piacerebbe osservare il mio seno? Inarco la schiena e stringo le mani, esaltandone la visione. Si, mi piace.
Mi volto, ed arrotolo tra le natiche la stoffa delle mutandine, trasformandole in un improvvisato perizoma. Do un paio di pacche a mano aperta sui miei glutei, osservandomi con la coda dell’occhio. Anche lì, un po’ di cellulite e smagliature, ma si difende bene. Quanto vorrei che ci fosse qualcuno a toccarmi!
Mi accarezzo lungo le cosce, rimetto le mutandine al loro posto, e le sfilo, lasciandole a terra. Porto le mani dietro la schiena, slaccio il reggiseno. A terra anche lui. Osservo i miei seni, pieni, morbidi, i rosei capezzoli che cominciano ad inturgidirsi.
Completamente nuda, proseguo nel mio percorso verso la cucina. Lo sguardo basso, ad osservare le curve del mio petto che ondeggiano ad ogni passo. Mi piace star nuda, mi trasmette un impagabile senso di libertà. Prendo un succo di frutta dal frigo, e mi siedo, rilassandomi. Osservo fuori dalla porta-finestra, distrattamente mentre sorseggio. Sono all’ultimo piano, e le tendine son abbassate. Nessuno può accorgersi di me.
Accavallo le gambe, mentre con la mano libera massaggio il seno sinistro. I capezzoli sono sempre più gonfi. Abbandono il bicchiere ancora mezzo pieno sul tavolo, e mi tormento i seni con entrambe le mani. Li strizzo, li massaggio, li sollevo, li sfrego. Comincio ad avvertir calore tra le gambe.
Sciolgo la coda dei miei capelli, liberando la folta chioma bionda. Reclino il capo all’indietro, chiudo gli occhi. Divarico le gambe, e la mia mano destra scende lungo il ventre, raggiunge la mia intimità.
Inizio a toccarmi, prima lentamente, poi sempre con maggiore foga, infilando due dita dentro di me. E come sempre accade quando mi dedico al mio piacere, cerco di viaggiare con la fantasia.
Maledetta noiosa riunione. Nessuno su cui fantasticare, e soprattutto sono così fiaccata mentalmente da non riuscire a immaginare nulla di travolgente. Avrei proprio bisogno di qualcuno che si dedichi a me, ora.
Insoddisfatta mi alzo, finisco tutto d’un fiato il succo, e vado in doccia.
Accolgo piacevolmente il getto d’acqua fresca, e non manco di dedicarmi ai miei capezzoli, ancora gonfi e turgidi. Sì, ho davvero voglia.
La mia doccia dura più del previsto, presa come sono a toccarmi.
Cingo un asciugamano sotto le ascelle, che arriva a coprirmi poco sotto i glutei, asciugo i capelli, e mi getto sul letto. Ho proprio voglia. Non mi resta che sperare che mio marito non sia troppo stanco. Odio andare a letto insoddisfatta.
Sollevo lo sguardo, osservando l’orologio a muro di fronte a me.
Cazzo! Sono già le nove e mezza e io non mi sono neppure vestita!
Ma.. forse potrei restare così.. sogghigno.
Mio marito non troverà la cena pronta, ma potrebbe trovare molto di meglio..

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