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Racconti di Dominazione

A Scuola di Emozioni

By 12 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

La cerco.

Senza sosta ne anelo il respiro.

Scontato di maggiore età, curiosa e assetata di emozioni.

 

Tanto desidero adesso.

Dove sei ?

Questo mi chiedo adesso.

Scrivere di te, questo sarà mio compito.

Vivere gli arzigogoli proposti, questo sarà il tuo cammino.

 

Dopo, piacevolmente, ti leggerai sui racconti di Milu.

E, ne sono certo, non sarai la sola a farlo.

 

Esposta, come gioiello prezioso, descritta con soave decisione, fra le pagine perse nell’aria.

 

Poso la matita ed aspetto.

Lewis

 

 

 

 

LEGGIMI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggeva con curiosità la rivista trovata per caso. Le pagine si facevano sfogliare lentamente, lasciando vagare la mente: una quiete silenziosa che annullava la noia del viaggio.

Articoli di costume, anticipazioni su abiti ed accessori, interviste a personaggi noti o emergenti, permettevano di conoscere i trend in voga, ma senza la vomica stucchevole dei periodici di gossip estremo.

A pagina 73, spillato al centro, un foglio ripiegato, sopra una scritta rossa: leggimi. Caratteri in stampatello che, decisamente, incuriosivano chi si trovava fra le mani un messaggio tanto diretto.

Sembrava un frammento della storia di Alice,  dove, in scenari onirici, la protagonista scivola da un guaio all’altro. Non sembrava pericoloso, eseguire una bizzarra richiesta, capitata all’improvviso.

Con cura, staccò dalla pagina il foglietto ripiegato e,  con curiosità, iniziò a leggerlo.

Una sensazione strana si faceva concreta e palpabile. Trovarsi, come riflessa da uno specchio, descritta minuziosamente era una emozione assolutamente nuova.

Chi, quando e perché aveva lasciato una prima traccia tangibile di una specie di caccia al tesoro, questo si domandava la fanciulla. Era, indubbiamente, un gioco che mai aveva vissuto e che soltanto la curiosità era capace  di alimentare appieno.

Decise di leggere, attraversando le parole, per scivolare nei pensieri, trovandosi riflessa e decorata da sfumature impercettibili.

Adesso, aveva due scelte: riprendere a curiosare fuori, guardando scivolare colline verdeggianti o inerpicarsi su una trama che la faceva volteggiare in ogni direzione. Per rendere evidente il bivio  che si presentava, due sole parole erano evidenti: fermati e continua, scritte in basso, un arbitrio da esercitarsi con attenzione, vista la particolare unicità della situazione incontrata.

Come musa, avrebbe fatto parte di un racconto, ritagliato su misura e dipinto con doviziosa cura.

Rinunciarci, sarebbe stato meno impegnativo, magari dando spunto ad un aneddoto di cui raccontare un giorno.

Una precisazione chiudeva le parole sulla prima pagina: 

accettando di continuare, sul retro, avrebbe trovato le regole ed i termini del gioco che si faceva, piacevolmente, vivido.

 

 

 

FERMATI                             CONTINUA

 

 

Regole e Termini

 

i  contatti via mail sono l’unico modo per sollecitare, con intarsi di parole, la curiosità indotta lentamente, fino a scivolare da protagonista, in questo senso Musa, nel tessuto narrativo.

è necessario avere una nuova mail, registrandosi su Google, per poterla usare in assoluta libertà e sicurezza, tranquilla della privacy necessaria e dovuta.

sciogliersi di emozioni: trasformare fantasie e sogni in parole e in righe, infiocchettate da una punteggiatura capace di dare ritmo e musicalità è un piacere per chi compone lo spartito e per chi lo interpreta. Seducente volteggiare, gustarlo appieno.

i ritmi non sono definiti  ma condivisi, di volta in volta, per l’avvicinarsi vicendevolmente coinvolgente, per le  sensazioni mentali associate, respirando spunti tanto unici.

trovarsi  in un mondo irreale, percorso da lemmi ed illuminato dalla punteggiatura è una proposta seducente che richiede un gusto estetico nel voler svolazzare sulle cime dai colori pastello,  per lanciarsi in  un  oceano  di stimolanti fantasie.

impegnativo rinunciare ad un suono armonico che sappia dare un incipit ad ogni movimento senza mai disturbare una passione per l’eleganza ed il buon gusto, aborrendo le trivialità  delle persone superficiali e stolte.

strappare piccoli pezzi dell’anima, i più celati, i più curiosi, mai manifestati è nelle mie corde ed è decisamente appagante, consapevole della certezza di raccontarsi, sempre, da un luogo ignoto e mai rintracciabile.

tanto offro, tanto pretendo: il quotidiano è già tanto complesso da gestire e ripetitivo per piacevoli impegni concreti e quanto mai necessari.

lo scambio di mail, quando possibile, quando anelato, permette un contatto pieno e silenziosamente gridato: un morso  dolce come la schiuma di una onda.

in ogni momento, è scontato ed ovvio, il gioco può terminare, senza alcun motivo da addurre: cancellare la mail lo permette in assoluta tranquillità.

 

Queste le poche indicazioni che lascio in calce ad una proposta di diventare Musa.

Senza alcun impegno e sicura di trovare un modo per sentirsi trasportata altrove.

Mi scriva, non aspetto altro

 

Lewis

Il programma necessario per la gestione della casella di posta elettronica mi aveva avvertito di un nuovo messaggio. Il suono associato aveva interrotto l’ascolto di un brano di Regina Spektor, la hit Us che gustavo con attenzione.

Le parole si rincorrevano con eleganza e pudore, pur sfrontate e colorate di curiosità decisa.
Le lessi con estrema attenzione:

“Ciao Lewis, ho letto i tuoi racconti, tutti quanti. 
Sono belli, ben scritti, avvincenti. Mi chiedo, sono anche reali? O si fermano a semplici fantasie? In entrambi i casi, ti faccio i miei complimenti. 
Spero che tu possa presto pubblicarne altri.
                                              buona giornata, C.”

Mi chiedevo se fosse la studentessa toscana che cercavo, irruentemente placido, oppure fosse una curiosa lettrice di altri racconti.
Decisi di rispondere e di farla pertanto sobbalzare, soppesando le parole usate, con un gusto altalenante che amavo sempre usare.

“Deliziosa lettrice,
leggere il tuo piacere di avermi sfiorato è una carezza che mi fa arrossire, tanto è dolcemente lieve.
Rispondo, con il suono delle mie dita che scivolano sui tasti, alla tua domanda.
Alcune emozioni sono state vissute, altre fantasticate.
Resta immutato il desiderio di saper rendere in lemmi quanto vivere le emozioni sia gustoso; altro non cerco, altro non mi interessa.
Buona giornata
Grazie per le tue attenzioni, C…
Lewis”

Ore dopo nessuna eco in merito alla mia risposta. Pensavo che fosse scappata via, timidamente aggrappata alla razionalità che ti evita di perderti o di impicciarti in guai, incontrando persone sconosciute, preferendo una quotidianità meno movimentata e prevedibile.

Imprevista ed allettante, piacevolmente, mi sorprese con poche parole incisive e solari.

“sono curiosa, hai trovato chi possa ispirarti?
attendo con ansia che tu possa scrivere….
C.”

Entrava a gamba tesa, come étoile in palcoscenico, impigliandosi fra i miei pensieri. Il desiderio di proporle di diventarmi Musa e di interpretare la protagonista del racconto era impellente, risposi un solo istante dopo aver fatto sedimentare il suono delle sue parole.

“E,deliziosa lettrice, se ti proponessi di essermi Musa, come mi risponderesti ?
Lewis”

Attendere un suo cenno, seppur timido ed ad occhi bassi era quanto più anelavo, sentivo la sua curiosità farsi attenzione, la sua sicurezza farsi timidezza. Impensabile perderla.

Come tempesta estiva, arrivarono le sue parole:

“Non sono certa di saper ispirare qualcuno. tu non puoi saperlo, ma ti trovi di fronte una ragazza che forse si discosta dall’immaginario di coloro che visitano certi siti. sarò lieta di scrivere con te, se lo vorrai, ma la decisione resta tua………..             C.”

Si stava spogliando delle certezze per rendersi creta da plasmare, questo il primo pensiero che sentivo farsi pulsante: una vera Musa, capace di farmi scrivere pagine su pagine, solo per descrivere una camicetta o un jeans da farle indossare, magari per leggere un libro in mezzo ad un prato fiorito; ne ero certo, avrebbe saputo farmi lasciare tracce ovunque, abili nel carezzarle ogni giornata ed alleviarla dalla noiosa quotidianità.

Le porsi la mano, per farla camminare al mio fianco, usando poche ma ricercate parole:

“Dimmi, timida fanciulla, quali parti ti hanno scosso delle mie parole.
Fammi sentire dove le tue fantasie hanno saputo vivere il morso delle mie parole.
Certo che voglio scrivere di te, se vuoi, ovvio.
Sarà inondarti l’anima, se non temi la decisione mescolata alla mia dolcezza, ne avrò estremo piacere.
Lewis”

Appagato, chiusi gli occhi, pensando a quali racconti potessero averla travolta.

Attendere ore per sapere quali erano state le parole che avevano motivato il suo interesse, conoscere quali accelerazioni o lente descrizioni sapeva annegarla era innegabilmente eccitante, tanto da rubarmi il sonno e trovarmi sveglio prima dell’alba.

Trovata la mail in risposta, la scorsi con ingordigia, gustando ogni saporito dettaglio.

Queste le parole che avevano percorso la mia anima, lasciandola in fiamme:

 

-del racconto “il suono della neve” devo dire che ho apprezzato tutto. non so quali parti siano tue o meno, ma le azioni che apparentemente stridono con la scrittura delicata sono veramente deliziose.

in “meister”  invece è l’idea del gioco, del potere esercitato che mi ha attirato. l’idea che qualcuno possa organizzare un gioco simile è favolosa, secondo me !         C.

 

Con piacere, osservavo che aveva scelto due racconti che evidenziavano il mio lato dominante, lasciando ben evidente il mio piacere nel guidare, in modo completo, una donna a vivere quanto suggerito. Le screziature di decisione e dolcezza, in me fuse in una amalgama indivisibile, erano la mia anima e sapere che erano state evidenziate mi elettrizzava.

Chiusi gli occhi, immaginai una scena dove la mia lettrice, nuda e in piedi, sentiva le mie dita dentro e fuori il corpo, mantenendo un contegno ineguagliabile. Bagnandosi, non proferiva alcun sospiro. Un pensiero molto sensuale che alimentò le parole per rispondere a C. di cui non conoscevo nulla.

 

-Grazie, mi piace leggere cosa provocano le mie parole, usandole come dita, ne osservo le espressioni sul viso, adoro il rossore che infiamma le gote di una fanciulla curiosa che si fa travolgere da righe in cui non si aspetta il mescolarsi di tanti colori.

Il suono della neve. E’ un esercizio letterario condiviso con Xilia, una scrittrice seducentemente creativa; le mie parti sono quelle in cui parla il protagonista, le sue dove respira la ragazza.

Meister. Ha una decina di anni; lo sto riproponendo, capoverso per capoverso. E’ un racconto di fantasia, anche se ho fatto vivere emozioni affini, piacevolmente coinvolgenti a chi si è affidato nel tempo al mio gusto di descrivere emozioni reali.

Descriviti, voglio guardarti.

Lewis

 

Di primo mattino, piacevolmente, trovai l’immagine che rendeva chiara e trasparente la fitta corazza che indossava, potevo vederla senza filtri e completamente nuda, lasciandosi riflettere e mostrandosi prodiga di nuove parole, aggiungendo infinite sensazioni ai miei pensieri, completamente avvolti da tanta freschezza.

 

-descrivermi….. se mi vedessi per strada non diresti che sono una cosi. vedresti un viso struccato, capelli lunghi e perennemente disordinati dal vento. non vedresti le gambe che espongo solo a qualche festa, ma una semplicissima diciottenne. probabilmente avrei una smorfia pensierosa, e sorriderei davanti ad un bambino piccolo.

sono lunatica, istigatrice. non mi risparmio se devo far valere la mia opinione.vedresti la normalità, una ragazza con qualche libro, un gelato in mano…….      C.

 

La curiosità fatta sensualità e mescolata con dolcezza, questo trovavo nelle parole usate:una giovane donna, ben capace di allungare le dita, per lasciare un segno indelebile.

Osservarla giocare con un cono in mano, leccando con malizia un gusto fruttato, mentre altre dita sfogliavano un tomo impegnativo era più eccitante che abusarne senza alcuna remora. Ne anelavo pensieri e movimenti, tanto da farne Musa, per descriverla di pagina in pagina.

Per farla palpitare, leggendomi, risposi in modo audace.

 

-Una fanciulla curiosa.

Un virgulto di donna, capace di alimentare un velo di pesante interesse su pensieri che si agitano, carezzati dalle parole.

Molto sensuale, il modo in cui hai deciso di farti vedere, mentre ero seduto ad un tavolo.

Vederti accanto, poco distante, intenta a leggere, pagine su pagine in euforico piacere solitario, presa dal desiderio di conoscere nuove storie è molto eccitante.

Ecco, per incuriosirmi, ti giri e vedo i tuoi occhi, subito abbassati per celare la sfrontatezza e l’anelito di curiosità che devasta il tuo quotidiano. E, ribelle, lecchi il gelato che tenevi in mano, un sapore fruttato, intuisco dal colore che scivola, sublimandosi, sulla tua lingua.

Una Musa, decisamente: il ritmo del mio respiro accelera, sento i pensieri pulsarmi in gola; adesso, noto le mani che scivolano fra i capelli, un’immagine che fisso in mente, fino a farmi rallentare il battito. Un’altalena di emozioni che mi rendono ben vivo. Mi incuriosisci, molto.

Lewis

 

 

 

 

 

Piena estate, primi giorni di luglio.

 

Avevo pubblicato un racconto da qualche settimana, l’intento era di trovare chi sapesse perdersi nelle mie parole, vivendole quotidianamente.

 

Lasciare un annuncio sui mezzi pubblici, che abitualmente utilizzavo, era stato un fuoco fatuo.

 

Notavo il piacere di leggere il foglietto ripiegato, da fanciulle curiose a pochi passi da me, in un vano tentativo di limitare il rossore e la tensione di trovarsi oggetto delle mie attenzioni.

 

Come neve al sole, l’ingordigia di essere carezzata da uno sconosciuto, sentimento diffuso e sensualmente eccitante, si scioglieva e si rifugiava nel quotidiano tran tran.

 

Decisi di inserire un racconto che riportasse le stesse parole che avevo appoggiato almeno un centinaio di volte su sedili vuoti o lasciato scivolare in capienti borse di ignare compagne di viaggio.

 

Una studentessa mi aveva contattato, decidendo di perdersi fra parole e parole.

 

Gli scambi, sebbene rispettosi della notevole differenza di età, si erano fatti deliziosamente audaci ed aveva scelto di indossare le mie fantasie, una dopo l’altra.

 

Avevo deciso, visto che non era toscana, di modificare il nome del racconto da “Studentessa toscana” a “A scuola di emozioni”, prospettandole un viottolo irruento da percorrere.

 

Di colpo, dopo aver gustato un numero imprecisato di emozioni avvolgenti era sparita. Complice gli esami sostenuti e l’inizio dei caldi di stagione, me ne feci una ragione, pur ricordando il sapore acerbo delle sue parole maliziosamente maturo.

 

Imprevista e piacevolmente irruenta, era arrivata una nuova mail a solleticare il mio desiderio e la mia necessità di dipingere una Musa con le parole.

 

Aveva scelto come titolo il nuovo nome del racconto, aggiungendone i puntini sospensivi “a scuola di emozioni…” Il testo era molto stringato ma esplicito:

 

mi dichiaro incuriosita da quanto (poco) letto su milu.

di che si tratta??

 

Avevo risposto poche righe, per sondarne curiosità e capacità lessicali:

 

Cerco una giovane donna di cui scrivere.

Una Musa che sappia interpretare ogni mia parola, che le sappia vivere.

Leggi qualche altro mio racconto su milu, vediamo se ti rendi conto di cosa potresti vivere…

 

Lewis

 

Rapida, pronta, ingorda, eccitata aveva risposto quanto bastava per farmi sentire le mie dita sul suo collo.

 

Altri racconti li avevo già letti…quello sulla neve mi ha colpita molto!!

Giovane non saprei…navigo sui 26!

 

Decisi di morderla, addentandola con violenza:

 

Sapresti vivere quanto ho descritto, lasciandoti andare ad un mescolio di emozioni fatto di sollecitazioni indecentemente capaci di farti sussultare ?

Questo ricerco in una Musa che sappia animare una pagina bianca.

La proposta è scrivere di te, quanto ti suggerisco di vivere.

Un oggetto di carne animato, in modo complice da fantasie condivise.

In questo senso, intendo, una scuola di emozioni.

Sei molto curiosa, noto, una qualità eccelsa.

 

Lewis

 

Intelligente e piacevolmente risoluta aveva articolato una risposta allettante, carica di sensualità ed estremamente provocante, da vera schiava:

 

Ovviamente mi ritengo all’altezza, non solo…ricerco quel tipo di rapporti, altrimenti non avrei contattato l’autore proponendomi…

Per quanto riguarda il termine “scuola” pensavo a qualcosa che vertesse più sull’addomesticamento, su regole scandite ed,eventualmente, su premi e punizioni, perché no…!

Ma vabbè…mi lascerei comunque guidare. Lo sceneggiatore non sono io.

 

Era il momento di prendere il collare e stringerlo addosso a chi aveva voglia di sbavare sulle mie dita, per gustare un croccantino di emozioni decise, questa la mia risposta:

 

Saresti una cagnolina capace di mangiare dalla mano del suo Padrone e di scodinzolare con o senza guinzaglio e di saper resistere alle punizioni quando e se necessarie ?

Sono rare le personalità con tali qualità.

Io ricerco una Musa con queste caratteristiche, questo amo descrivere nei miei racconti.

Le emozioni di questo genere, vissute intensamente con una donna che ne sia perdutamente attratta.

In questo senso …scuola. Hai letto molto bene, quanto tra le righe.

Sono in Toscana, a Firenze.

 

Lewis

 

Distante, ma interessata a perdersi, questo esplicitavano le poche parole lasciate:

 

Io abbastanza distante, diciamo pure terrona!

Comunque sì. Saprei, anzi vorrei fare ciò che hai descritto. Se il padrone “merita” rispetto e dedizione, io non cerco di meglio! ;)

 

Affondavo i denti, lupo per agnello:

 

Terrona, scrivi, un sangue molto caldo.

Non cerchi di meglio, musica per le mie dita.

Sculacciarti sarebbe una delizia, per sentire il tuo guaire.

Uhm, potresti salire se ti ospitassi, quando necessario ?

Ora devo uscire, possiamo parlarne stasera ?

Il tuo nome ?

 

Lewis

 

Non era passato un giorno che le ero scivolato in gola, tanto da farla sentire abbandonata per la mia uscita repentina ed imprevista; intanto, lo scambio di parole si faceva intrigante, sentiva le natiche e non solo quelle bruciare di desiderio al pensiero di ricevere una serie alternata di sberle.

 

 

 

 

 

 

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