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Cuckold, livello 2-B: prima sottomissione

By 18 Agosto 2023No Comments

Sono sdraiato sul letto in attesa che la mia cara Giada torni dal suo appuntamento appena concluso. Io la aspetto nudo, con la pancia schizzata dalla mia stessa sborra che, se lei vorrà, potrà prendersi.
Ecco che sento il suono dei suoi tacchi avvicinarsi alla porta, la porta si apre, lei viene direttamente in camera.

Mi tiro un po’ su per salutarla e vederla bene: la sua maglia rossa scollata è totalmente macchiata di schizzi ancora umidi che la fanno aderire al seno. Si vedono i capezzoli, le tette sono più scese del solito… Giada è tornata a casa senza reggiseno… gli schizzi di sperma le incollano la maglia alla pelle. Maglietta bagnata, ma di sperma.

Io: “Non vai mai in giro senza reggiseno…”

Lei: “Non volevo sporcarlo di nuovo… e poi questa maglia, potrebbe diventare un bel regalino per te. Il ricordo di questa mia scopata infedele, amore mio.”

Io: “La conserverò con cura…”

Lei sorride: “Credo più che ti ci farai grandi seghe, pervertito.”

Poi nota gli schizzi sul mio corpo:

Lei: “Ti sei dato da fare anche oggi, amore…”

Io: “Direi che non mi hai lasciato molta scelta. Vuoi leccarla?”

Lei: “No, per oggi ne ho già ingoiata troppa, per i miei gusti. Pulisciti quella roba…” dice mentre si toglie la minigonna nera.

Prendo dei fazzoletti e mi pulisco come meglio posso.

Allora lei si china su di me per baciarmi: sbircio le tette pendenti dalla sua scollatura, sento la sua lingua in bocca e le sue labbra sulle mie, quel sapore forte di chi ha appena ingoiato sperma.

Io: “devi raccontarmi il finale, tesoro…”

Lei si mette a cavalcioni su di me, le sue mutandine nere sfiorano le mie palle, mi si gonfia un po’ il cazzo al solo contatto.

Lei: “Hai ragione, amore. Come ti avevo detto, anzi, come hai visto, dal cazzone del mio amichetto colava ancora qualche goccia di sperma. Allora ho deciso di spompinarlo per bene. Lui si è seduto sul divano e io mi sono seduta accanto a lui, ho iniziato a massaggiare le sue palle ancora gonfie e il suo uccello. Ci ha messo un po’ a riprendersi, così mi sono chinata sulle sue gambe e l’ho preso in bocca. Con una mano continuavo a massaggiarlo tra le palle e il culo, con la bocca succhiavo, con la lingua gli lavoravo la cappella. Quando il cazzo gli si era fatto più duro, finalmente, mi ha messo una mano sulla testa per spingermelo più a fondo… allora ho iniziato a segarlo più veloce con la mano mentre con la bocca gli lavoravo la punta del cazzo. A un certo punto era duro come il marmo, non ne potevo più di ciucciare! Mi ha spinto con forza la testa in basso, ho sentito la sua cappella in gola, lo sentivo dimenarsi e contrarsi mentre un fiotto bollente di sperma mi schizzava dentro la bocca. Lo ho ingoiato praticamente subito. Lui con le mani mi ha tenuto la testa giù, quasi a soffocarmi col cazzo finché non ha finito di schizzarmi in gola anche l’ultima goccia. Finalmente libera dalla sua presa… ho potuto riprender fiato. Poi con la lingua gliel’ho pulito per bene, mentre lui si rilassava e il suo cazzo iniziava a sgonfiarsi.”

Sono rimasto quasi paralizzato mentre la ascoltavo. Adesso ho solo più voglia di scoparla.

Io: “E dopo tutto questo non vuoi la mia sborra?”

Lei: “Sei tu il cuck, tesoro… no… rimani sporco, comando io” dice ridendo.

Allora mi alzo verso di lei e inizio a toccarle le tette, con la maglia sporca di sperma a separare le mie mani e la mia bocca dalla sua pelle. La assaporo per poco, perché lei se la toglie quasi subito e me la strofina in faccia.

Lei: “Tieni, ti piace il tuo regalino?”

Io: “Tantissimo…”

Intanto con una mano le scanso le mutandine per toccarle il clitoride. Poi provo a spingere il mio cazzo ormai duro verso la sua fica ma lei non me lo permette, e rimette a posto lo slip. Io allora inizio a leccare e succhiare le grosse tette sborrate che penzolano su di me, morbide, saporite. Intanto lei continua a strofinare il suo bacino contro il mio, ho il cazzo duro da far male. Io percorro ogni centimetro della sua pelle con le mani e la bocca, le lecco anche le ascelle, sento il sapore e l’odore del suo sudore, misto quello della sborra del suo amichetto, sento il sudore della sua scopata infedele.

Io: “Amore, fammi entrare, mi esplode il cazzo, ti prego!”

Lei: “No, ci ha già pensato qualcun altro a spaccarmi la fica, oggi.”

Io: “Non ce la faccio, stronza, dai… scopami, scopami il cazzo!”

Lei: “Non oggi…”

Io: “Succhiamelo, allora! Almeno un pompino, una sega…”

Lei: “Vuoi sborrare e non ce la fai più, mi stai supplicando come un cagnolino. Vediamo se te la guadagni, questa sborrata.”

Mentre lo dice si mette a 69 su di me, soffocandomi con la sua fica. Lei si abbassa verso il mio cazzo ma non lo tocca, si limita a giocherellare con le mie palle e il mio buco del culo. Io intanto scanso il suo slip nero per raggiungere il suo clitoride con le dita e con la lingua: le piace e so come farla godere da qui, o almeno credo. Lei inizia a penetrarmi lentamente il culo con un dito, mentre io affondo sempre di più la mia lingua nella sua fica. Ho il cazzo in fiamme, mentre la mia amata troietta raggiunge la mia prostata.

Lei: “Leccami il culo, cagnolino mio, se vuoi sperare in qualcosa…”

Obbedisco senza parlare: sposto la mia lingua più su e inizio a leccarle il buchetto del culo, prima ci giro intorno, poi inizio lentamente a penetrarlo, per quanto possibile, con la punta della mia lingua.

Lei: “Mmmm! Bravo, bravo il mio leccaculo. Ti piace…”

Non parlo, continuo il mio lavoro di lingua soffocato nel suo culo. Intanto ho il cazzo sempre più duro, ho sempre più voglia e bisogno fisico di sborrare. Giada si alza e si gira verso di me, indicando le sue labbra col dito:

Lei: “Questa bocca oggi ha succhiato un altro cazzo, lo sai… l’ho tenuto qui dentro un sacco di tempo… me la sento ancora qui, quella cappella gonfia e sgocciolante… Ma tu sei mio. Apri la bocca…”

Eseguo e mi sputa in bocca la sua saliva, più di una volta. La ingoio in silenzio.

Lei: “Bravo. Forse posso concederti qualcosina…”

Si sposta e mi prende il cazzo fra i suoi piedini, iniziando a segarmi con le autoreggenti ancora addosso: adoro il contatto di quel tessuto con la mia pelle, mi fa eccitare in modo particolare.
I suoi piedi intanto percorrono in lungo e in largo l’asta del mio cazzo, scendono a giocare sulle palle e poi di nuovo su fino alla cappella. Non resisto molto e vengo sui suoi piedi, con una discreta quantità di sperma. Sono più che soddisfatto, adesso, anche se non ha voluto darmi la fica.

Lei: “Non avevi molto da schizzare…”

Io: “È la terza sborrata in poco tempo, oggi.”

Lei: “In ogni caso… adesso devi pulire!”

Io: “Cosa?”

Lei: “Devi meritarti fino in fondo ogni goccia di sborra che ti faccio schizzar fuori. Quindi adesso puliscimi i piedi: lecca tutto.”

Non discuto: mi chino su di lei e inizio a succhiare le dita dei suoi piedi, sotto la lingua sento il collant sporco del mio sperma. Lecco, succhio, ripulisco tutto con cura. Quando è soddisfatta del mio servizio, Giada mi ferma:

Lei: “E bravo il mio segaiolo mangiasborra.”

Io: “Pervertita!” Ribatto sorridendo.

Lei: “Voglio vederti segarti per me, adesso, subito…”

Mi copre la faccia con la sua maglia sborrata e io inizio a fare come vuole: col cazzo moscio in mano inizio a segarmi. Sono appena venuto per la terza volta e inizia a farmi un po’ male. Lei inizia ad aiutarmi massaggiandomi le palle, solo le palle, mentre mi guarda alla forzata ricerca di un altro orgasmo. Mi sego sempre più veloce, mi contraggo, fin quando ecco che arriva il quarto orgasmo del giorno: un urlo liberatorio sancisce la fine della mia eiaculazione, crollo stremato. Ma dalla punta del mio cazzo gonfio sono uscite poche timide goccioline.

Lei: “Bè? Tutta qui la tua grande voglia di me? Non è uscito quasi nulla dal tuo cazzo. E si sta già ammosciando.”

Io: “Mi hai prosciugato…”.

E scoppiamo a ridere, Giada e io, complici come mai prima d’ora.

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