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Racconti di Dominazione

Da fidanzato a schiavo, un biglietto di sola andata!

By 3 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Quindi, in sostanza, mi stai dicendo che posso far sognare a quella merda del mio ex di stare sotto ai miei piedi, calpestarlo e umiliarlo come mi pare? Ma e’ legale sta roba?’
‘Ahahah, sì Monica, hai capito bene, e grazie a questa pillola che fodera provvisoriamente con una pellicola protettiva tutto l’apparato digerente, puoi obbligarlo a mangiare quello che ti pare (purch&egrave non velenoso o eccessivamente tossico) senza ledere il mio organismo.’
M: ‘Cioe’? Anche se fisicamente ai miei piedi avrò il tuo corpo e la sua parte subcosciente, riesci anche ad immunizzare il fisico?’
G: ‘Si’, anche se, come ti spiegavo prima, con dei limiti: non puoi dargli da mangire del cianuro perché &egrave troppo tossico e non viene completamente assimilato dallo strato di rivestimento delle pillola e quindi mi uccideresti. Allo stesso modo puoi dargli un calcio, io quando sono in quella fase di ‘stasi mentale’ non sento il dolore, lo sente l’inconscio della persona di cui vuoi disporre, però non puoi menarlo a sangue perché, a prescindere dal dolore che sentirebbe lui, poi gli ematomi li avrei sul mio corpo e, al mio risveglio sentirei il dolore residuo. Quindi, in sostanza, se ad esempio tu gli sputassi in bocca e lo obbligassi a leccarti le scarpe, lo sporco delle tue suole non sarebbe assimilato dal mio organismo ma direttamente espulso ma lui vivrebbe come reali tutte le sensazioni della cosa e la memoria di tutto quello che succede al fantoccio sarebbe trasmessa al tuo ex mentre dorme. &egrave chiaro ora?
M:’Ma e’ fantastico!!! E cosa bisogna fare perche tu ti possa ‘trasformare’? é una cosa lunga? Quando possiamo provare?’
G: ‘Ahah, per me anche ora se sei ispirata e hai tempo’
M: ‘Ok, come facciamo?
G: ‘allora, io mi stendo a terra e tu ti siedi in modo da essere comoda e potergli parlare e fare ciò che credi’
M: ‘Ti spiace metterti con la testa sotto alla scrivania? Non so come reagirò e preferisco non vedere la tua faccia mentre facciamo sta cosa, rischia di deconcentrarmi e di farmi passare la cattiveria. Ovviamente lo guarderò se mi andrà ma voglio farlo senza essere obbligata.’
G: ‘Mi sembra una buona idea, e non preoccuparti se non ti viene da fare nulla, all’inizio e difficile sciogliersi”
M: ‘Credi? Dopo tutto quello che mi ha fatto, fossi in te io sarei più preoccupato per la mia di incolumità caro mio! Poi lui aveva un ego smisurato, figurati che incubo sarà per lui dovermi obbedire e umiliarsi ai miei occhi. Non vedo l’ora!!! Senti ma’ posso anche montargli sopra? Voglio dire, faccio del male a te?’
G: ‘Mamma mia, hai proprio le idee chiare! Roberta, prima di qualche mese non &egrave riuscita a lasciarsi andare’ montagli pure sopra; come ti dicevo, tutto ciò che non danneggia permanentemente il fisico lo percepirà lui nel sonno. Allora, mi stendo sotto alla tua scrivania. Mi preferisci parallelo al tavolo o alla sedia? Cio&egrave, vuoi avere tutto il corpo su cui mettere i piedi oppure solo le spalle e la faccia ma tenerlo intrappolato fra le zampe della sedia?’
M: ‘ Beh, Roberta &egrave Roberta, io sono io e tu nen sei il mio ragazzo. Comunque carina l’ipotesi della posizione’ non ci avevo pensato, dammelo bloccato sotto la sedia, non si sa mai che cerchi di scappare”
G: ‘Ok, cmq non preoccupati che &egrave costretto ad obbedirti e non può ribellarsi.’
M: ‘Ma cosi &egrave solo un automa! Non puoi darmelo con un poco della sua personalità? Voglio dire, che obbedisca se lo obbligo ma che si ribelli un pochino (senza poter vincere su di me) perché se no non c’&egrave gusto”
G: ‘Hai ragione, di solito questa e una richiesta che ci fanno degli utenti che già hanno alle spalle un bel po’ di sedute ma’ ti capisco, il fantoccio troppo passivo, alla lunga, annoia.’
M: ‘Ok, allora mi siedo sopra di te?’
G: ‘Si, io chiudo gli occhi e mi concentro, quando vedrai il mio corpo fare una specie di sussulto come se fosse percorso da un brivido, vuol dire che io sono riuscito a concentrarmi e da quel momento non sono più cosciente e, al mio risveglio, non avrò memoria di quello che mi farai. Quando poi riaprirò gli occhi vorrà dire che sono riuscito a creare il collegamento con la parte subconscia del tuo ex. Da quel momento in poi, tutto quello che farai o dirai verrà vissuto in sogno da Riccardo la prima volta che andrà a dormire e avrà un sonno sufficientemente profondo per sognare. Ovviamente, essendo solo la parte subconscia, non puoi pretendere che si ricordi tutto quello che avete vissuto ma’ a sufficienza per riconoscerti e per capire il perch&egrave delle tue azioni nei suoi confronti. Tutto chiaro?’
M: ”Chiarissimo. Ti posso distruggere dopo che avrai avuto lo scossone ahahah’
G: ”Adoro la tua capacita di sintesi!’

Giuliano si sdraiò e chiuse gli occhi. Intanto Monica sistemò la sedia a cavallo del suo corpo all’altezza dello stomaco e rimase in piedi ad attendere un segnale tangibile di cambiamento. Appena vide il corpo dell’amico sussultare, prese posto sulla sedia mettendo i piedi affianco alle spalle del fantoccio a terra. Quando finalmente aprì gli occhi, la ragazza si fermò a fissare l’espressione di quel corpo. Non aveva più lo sguardo di Giuliano e, a dire il vero, nemmeno quello del suo ex, di fronte a sé aveva un essere spaesato che la guardava allibito. Fece uno sforzo e si concentrò sulla sua rabbia e dopo poco prese in mano la situazione: ‘Ciao Riccardo, come va?’
R: ‘Amore’ bene, ma’ che succede?’
M: ‘Amore??? Hai la faccia come il culo, lo sai? Dopo tutto quello che hai avuto il coraggio di fare e dire su di me, osi ancora chiamarmi amore?’
R: ‘Ma dai, sei ancora arrabbiata per quella storia? E poi non &egrave vero che ho parlato così male di te, aspetta che mi alzo e parliamo, ho giust’ agh ma ch fai???’
M: ‘tu sta fermo lì che quello e il tuo posto intanto, poi vedremo se ti lascerò parlare’ – Disse calandogli lo stivale destro sulla bocca e respingendolo giù a terra.
R: ‘Ma che caz’, sei totalmente rincoglionita? Toglimi ste scarpe di merda di dosso, SUBITO!!!’
M: ‘Ahahahah, povero illuso, sei anche idiota perch&egrave non ti accorgi che non sei proprio nella posizione di dare ordini. Cosa dici, mi baci le scarpe o vuoi passare direttamente alla pulizia delle suole?’
R: ‘Tu sei malata! Sei pazza se cred..’
M: ‘Ho capito, passiamo direttamene alla pulizia”
R: ‘Ma figurati appena mi riesco a liberare ti spacco il culo luri”
M: ‘Che cazzo vuoi fare? Ahahahah, zittto devi stare! E, visto che non sai nemmeno tacere, ti aiuto io: leccami la suola dai!’
R: ‘MAI!!!’
M: ‘Ah no? Lo sai che sei spassoso? Scommetti che comunque entro tre secondi comincerai a leccarmi la suola sporca come se fosse la mia passerina che ti piaceva tanto? So che sei molto bravo con la lingua e quindi ho fiducia in te; farai un ottimo lavoro ahahahah’
Spinto da una forza a lui sconosciuta, Riccardo prese a dare profonde passate di lingua alla suola degli stivali della sua ex.
M: ‘Ahahah, hai visto? Non era poi cosi difficile no? Ah, tanto che ci sei, passa bene anche negli interstizi della gomma, credo di aver pestato una merda e non vorrei sporcare per casa ahahahah. Solo che, ora che ci penso, per te sarebbe un po’ come un caso di cannibalismo, il simile che si ciba del suo simile ahahahah’
R: ‘PUT.. slurp slurp’ TA’ slurp, NA, come cazzo fai a ”
M: ‘Zitto e lecca, stronzo!!! Non perdere tempo a parlare specialmente se per provocare con inutili insulti! Passa all’altra scarpa piuttosto dai!’ E finito di dire ciò distolse lo sguardo dallo zerbino umano e cominciò a leggere la posta al suo PC accostando la sedia alla scrivania.
Dopo un poco si accorse che si era concentrata sul testo che stava leggendo lasciando Riccardo al suo lavoro di igiene trascurandolo completamente ma senza tuttavia dimenticarsi di lui. Si era resa conto che mentre leggeva, se si accorgeva che la lingua sotto di lei rallentava la sua opera, sempre senza degnarlo di uno sguardo (con una naturalezza di cui lei stessa si sorprese), con una semplice pedata leggera sul viso richiamava Riccardo al suo lavoro.
Questo miscuglio di sensazioni di potere, naturalezza e di gratificante vendetta le stavano procurando un’eccitazione che non aveva mai provato prima. Interruppe la lettura e tornò a guardare il fantoccio soddo di lei: ‘Cosa direbbe quella troia che ti scopi se ti vedesse ora che ti sfami succhiando e raschiando i rimasugli incastrati sotto le mie scarpe?’
R: ‘Monica, mi lasci alzare? Vorrei spiegarti, non hai motivo di essere gelosa o arrab…’
M: ‘Ti ho forse detto di smettere di leccare? Ciccio, devi incominciare a capire che non sei autorizzato a prendere alcuna iniziativa. Ci saranno nuove regole nel nostro rapporto che, dati gli sviluppi inaspettatamente positivi, prevedo sarà molto più duraturo della patetica relazione che abbiamo avuto! Prima di tutto, non azzardarti mai più a chiamarmi Monica! Non devi chiamarmi assolutamente per nessun motivo. Sono io che ti chiamo, non tu. Se, malauguratamente, ti dovessi rivolgere a me fallo dandomi del Lei. Da parte mia ti chiamerò come più mi aggrada. Hai capito Merda? Dimmi, come ti chiami?
R: ”? Ricc” Non riuschì a finire la frase che un pestone sullo stomaco gli spezzò il fiato.
M: ‘Non ci siamo! Dimmi, Merda, come ti chiami?’
R: ‘M.. Merda?’
M: ‘OOhhhh, brava Merda, ci voleva tanto? Disse tornando alla sua lettura.

Dopo venti minuti di pulizia, il povero Riccardo aveva la lingua impastata di polvere e peli di chissà quale provenienza tuttavia non poteva smettere di eseguire gli ordini della sua aguzzina la quale, interrompendo nuovamente la sua lettura, torno a guardarlo intento nel suo umile lavoro per poi apostrofarlo: ‘Fai veramente schifo, non hai un briciolo d’amor proprio! Se penso che con quella lingua una volta mi baciavi’ bleah”
R: ‘Prega solo che non riesca a liberarmi lurida troia e me la paghi, quanto e vero dio!!!’
M: ‘Molto bene, vediamo quanto sei uomo!’ e dicendo questo si alzò e tolse la sedia da sopra di lui. ‘Ti ordino di stare a terra e togliermi le scarpe! Comunque, tu provaci, se ci riesci, a contraddirmi. Vediamo se ce la fai a rialzarti, dai”

‘Ora vedi cosa mi leccherai tu fra poco!! Ma mentre parlava le sue mani, invece che aiutarlo a rialzarsi, stavano obbligandolo a slacciare le scarpe di Monica.
R: ”Bastarda!!! Come ci riesci a’?
M: ‘Ahahah, lo vedi che sei un uomo senza palle, vai bene solo come oggetto, come mio sguattero ahahah, lecca suole e ccos’altro? Fammi pensare” Intanto Riccardo si adoperava sulle scarpe della sua ex. Dopo che la sinistra fu slacciata, passò alla destra ma lei lo interruppe mettendogli il piede ancora calzato dallo stivaletto sul petto e salendovi sopra su una gamba sola ‘Zerbino! Ecco a cosa puoi servire ahahah. Scusa, avrei dovuto farlo prima, senza scarpe non &egrave la stessa cosa, vuoi mettere? Dovrò ricordarmelo la prossima volta. Ora reggimi e non farmi cadere o, come e vero iddio giuro che ti piscio in gola!’
Così dicendo Monica cominciò a stare in equilibrio sul piede ancora calzato sopra la pancia dello zerbino che, non abituato a questo genere di ‘utilizzo’ cominciava a dare sin da subito, cenni di cedimento.
Per nulla impietosita, Monica, non solo non si decideva ad appoggiare l’altro piede per alleviare la sofferenza distribuendo il peso su due punti anziché su uno ma, al contrario, prese a saltellare sopra l’ombelico del fantoccio che cominciò a strabuzzare lo sguardo implorando, per la prima volta, pietà!
M: ‘Uff’ dobbiamo lavorare sulla tua resistenza lo sai Zerby?’ E nel dire questo appoggiò il piede scalzo sul collo della sua vittima. ‘Che succede se premo qui?’ Disse con un sorrisetto sarcastico cominciando a premere.
Riccardo cominciò ad opporre resistenza a quel piede concentrando i suoi sforzi sui muscoli del collo con tutta la forza che aveva ma, mano a mano che il peso del piede sulla sua pancia diminuiva, quello che gli schiacciava il collo diventava sempre più insopportabile fintanto che il respiro divenne affannoso e vide lo stivaletto sollevarsi. Monica era in piedi sopra il suo collo e lo stava letteralmente schiacciando sotto il suo peso.
M: ‘Che buffo che sei tutto rosso con la bocca spalancata per cercare ossigeno ihihih’ chissà quanto resisti” Guardandolo dritto negli occhi, raggrumo tutta la salivva che aveva in bocca facendola colare lentamente nella bocca spalancata del miserabile. Purtroppo, a causa delle difficoltà respiratorie del fantoccio, quello sputo inaspettato fu il colpo di grazia per la sua precaria respirazione. Riccardo cominciò a tossire e a passare dal color peperone a quello della melanzana. Monica a questo punto scese divertita. ‘Ahah, se muori non sapremo mai se sei morto schiacciato sotto i miei piedi o annegato dal mio sputo! Non &egrave buffo?’
Fra i colpi di tosse e boccate di ossigeno, Riccardo cominciava a recuperare il suo colorito quando qualcosa gli bloccò il respiro. Era un calcio dato a tutta forza sul suo stomaco dal piede ancora calzato di Monica che, dall’alto lo guardava per nulla impietosita. ‘Questo &egrave per avermi dato della troia prima, credevi che me lo fossi scordata? Così inizi a capire chi comanda! Ora, dato che non puoi parlare perché non riesci ancora a respirare, se hai capito e accetti di obbedirmi spontaneamente d’ora in poi, bacia lo stivale che ti ha colpito!’
Riccardo, agonizzando ma terrorizzato di ricevere altre torture, si avvicinò avidamente alla suola che Monica teneva di proposito sollevata per obbligarlo a far fatica a raggiungerla, e la baciò con quanta passione lo stato respiratorio gli permettesse.
M: ‘Brava Merda! Per questa volta ti concedo di ricominciare a respirare e, dato che non mi hai fatto cadere ma soprattutto, dato che non ne ho bisogno, non ti piscerò in gola ma’ never say ever no?’ Ahahahah, ora vattene che voglio uscire con un amico e mi fai perdere tempo. A domani!!!

Monica tornò a sedersi sulla sedia rimettendosi la scarpa toltale da Riccardo e aspettò che Giuliano tornasse in sé.

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