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Racconti di Dominazione

dolcissima31@libero.it

By 7 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

…. In quella grande città non ci era mai stata, non conosceva le vie e dopo essere andata in quell’ufficio a fare il colloquio era uscita stanca e stravolta.
Aveva voglia di bere qualcosa e si sentiva affamata. Era cosciente che quella non era una delle zone migliori della città ma doveva assolutamente trovare un bar per placare la sua fame e la sua sete. Sicuramente un buon panino e una bibita fresca sarebbero riusciti a calmare anche l’agitazione per quel colloquio lungo e difficile.
Svoltò a destra e non trovò nessun bar, a sinistra, poi ancora a destra e finalmente trovò un bar, era piccolo e un po buio ma poteva andare bene.
Già pregustava di poter leggere il suo libro mentre si gustava un croccante panino e la bibita.
Entrò nel bar e si sedette stravolta al primo tavolino libero.
….era vestita con una gonna sopra il ginocchio rossa e un top nero che lasciava intravedere la sua quarta abbondante e soda. Sopra una giacca nera un po’ sancrata. Nulla di particolare ma molto elegante e forse involontariamente un po’ sexi.
Dopo circa 5 minuti che era seduta e aveva preso il libro dalla borsa si avvicinò il titolare, un omone grande e grosso, senza capelli e con un grembiule bianco e sporco. …si spaventò un po’ ma aveva talmente fame e sete che avrebbe accettato qualunque tipo di servizio.
Ordinò una coca cola e un panino prosciutto e formaggio.
Il signore le chiese se voleva ghiaccio nella coca e lei rispose affermativamente: aveva decisamente voglia di qualche cosa di fresco.
Dopo circa 10 minuti (il tempo passava e lei non si rendeva conto presa com’era dal libro) le portarono il panino e la bibita che scolò praticamente tutta in un sol sorso e dovette praticamente ordinarne subito un’altra.
Gliela portò lo stesso uomo di prima. Ora ,….si stava iniziando a rilassarsi ma si accorse che la vista di quell’omone la turbava, tanto che borbottò un piccolo grazie e nel prendere il bicchiere urtò la mano dell’uomo. ……Stava sudando e il respiro si stava facendo difficile e affannato, ma……. diede la colpa alla fame e alla sete.
Dopo aver mangiato e bevuto abbondantemente, (si era fatta portare un secondo panino!). Ordinò un caff&egrave e si decise a pagare per cercare la strada di ritorno a casa.
Andò alla cassa e: sorpresa, era senza portafoglio e senza soldi.
Imbarazzata, provò a spiegare il suo problema al proprietario del locale che già aveva compreso tutto ma voleva metterla in imbarazzo.
Lui ascoltò la situazione in cui era ……, probabilmente le era stato rubato il portafoglio in tram o sul treno da Torino.
Le disse che avrebbe dovuto chiamare la polizia, che l’avrebbe denunciata perché lui non credeva ad una sola parola di quanto …..gli stava dicendo. …… stava sudando, il suo decolté era lucido di sudore e stranamente si sentiva bagnata tra le gambe. Si stupì di questa sensazione.
Il titolare le disse di accomodarsi nella stanza sul retro che avrebbe deciso il da farsi.
…….. stupita e spaventata andò di la, mentre camminava, dopo aver preso le sue cose, sentì scendere la serranda del bar. Cosa stava succedendo?
Si trovava in una stanza abbastanza grande con un grande tavolo in acciaio al centro, due sedie in acciaio ai lati, un divano e un grande armadio.
Appoggiò la sua roba sul divano e dopo pochi minuti arrivò lui: aveva sempre quel lurido grembiule con la pettorina. Immediatamente le disse di togliere la sua roba dal divano e di posarla per terra.
“una puttana come te non può sporcare la mia roba!”
…..si spaventò a morte. “per favore se deve chiamare la polizia la chiami e facciamola finita una volta per tutte, devo riprendere il treno e tornare a casa”
“polizia? E chi ha parlato di polizia? Tu pagherai in natura il tuo debito, avvicinati!”
…….si avvicinò per passare oltre a lui e uscire ma con uno scatto veloce lui le blocco il braccio e l’avvinghiò a se. Puzzava ed era tutto sudato, ma lei continuava a bagnarsi. In un attimo la sua mano era in mezzo alle gambe di……. “sei tutta bagnata, maiala che non sei altro, ora avrai il tuo conto!”.
Le alzò il top e abbassò il reggiseno tanto che le tette si trovarono strizzate tra i due indumenti. I capezzoli erano durissimi perché era prossima al ciclo. Lui cominciò a tastarli e a soppesarli. “certo che qui hai una bella quarta, chissà quanto pesano, dopo proviamo a pesarle, come si fa con le vacche, tanto tu non sei altro che una vacca”.
La fece girare sempre tenendola per un braccio e la spinse verso il tavolo. Le alzò la gonna e con un gesto veloce le strappò il perizoma. Prese il perizoma strappato e lo usò per legarle le mani dietro la schiena.
……non riusciva più a muoversi, tremava ma al tempo stesso era bagnatissima. Lo sentì trafficare alle sue spalle sentì le mani di lui che le allargavano le gambe, le toccavano la vagina e le dita entravano dentro nel suo intimo a violarla. Sentì entrare una pallina dura, ne aveva sempre sentito parlare ma non le aveva mai provate. “ti piace vero puttanella? &egrave una bella sensazione? Ti senti piena con qualche cosa che ti si muove dentro. Ora queste te le tieni per un bel po”
“stai ferma, devo prendere gli attrezzi”
lo sentì di nuovo muovere, dopo un po di tempo lo vide arrivare con un vassoio lungo pieno di ghiaccio che posò sul tavolo. Non capiva si doveva aspettare.
Lui si allontanò di nuovo e ritornò con un supporto per flebo. Prese una bottiglia di coca cola, gli avvitò un tubicino con una cannula lunga e girandola in giù l’appese al supporto.
…… tremava come una foglia.
“sai cosa ti aspetta ora? Visto che ti piaceva il ghiaccio ora le tue tette verranno messe NEL GHIACCIO, così ti rinfreschi le idee e visto che ti piaceva la coca cola, ora te la bevi dal culo” “ti piace la prospettiva? A me tantissimo. Voglio vederti congelare e sprizzare coca cola e poi ti prendo come più mi piace, ma questo lo scoprirai solo dopo”
“ti devo dire che sto riprendendo tutto, soprattutto il tuo viso, so chi sei e dove abiti perché il tuo portafoglio l’ho io!!!!!! Quindi, d’ora in avanti quando ti chiamerò dovrai venire qui a farmi divertire e a far divertire i miei amici. Altrimenti ti sputtano in tutta la tua amata città”.
“ti piace? Contenta? Tanto tu sei puta e non ti puoi aspettare altro. Piegati!!!”
con uno spintone sulla schiena la fece piegare sul tavolo e spinse i suoi seni direttamente nel ghiaccio vivo.
……pensava di svenire, mentre lui prendeva i cubetti e circondava per bene le tette, un cubetto glielo infilò nella figa subito dopo la pallina. Quel genere di contatto la fece tremare ancora di più.
Prese un tubetto di vaselina, glielo fece vedere per bene e una volta aperto ne fece uscire un po e se la mise su un dito, dopo di che allargò ben bene le chiappe di ……. E cominciò a infilare un dito nel culo, poi due e iniziò a ruotarli. Lei era vergine, non aveva mai preso nulla tranne qualche volta le dita del suo ragazzo, non era mai andata oltre. Una volta quando era da sola a casa si era infilata il manico di una spazzola, ma tutto era finito lì.
Ora tremava si sentiva profanata, sentiva le dita girarle all’interno e allargare il suo buco, appena si muoveva sentiva la pallina nella figa bagnata e il ghiaccio che sciogliendo le bagnava le cosce.
D’un tratto le dita uscirono: “ti piace il ghiaccio sulle tette? Te le senti congelare vero? Dopo magari le attacchiamo al tiralatte così cominciamo a farle crescere un po”.
Contemporaneamente sentì qualche cosa di duro e freddo avvicinarsi al buco del culo e poi entrare dentro di lei.
“lo senti questo? &egrave la cannula del clistere, te lo farò alla coca cola! L’hai mai provato? &egrave bello sai, fa sentire troia e usata dal tuo uomo. Si, perché in questo caso &egrave l’uomo che comanda. E tu se la schiava che subisce”.
Detto questo, cominciò ad aprire la valvola e il liquido cominciò a defluire dentro di lei.
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