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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Elena e Marco. Cap 1. Gli inizi.

By 23 Marzo 2024No Comments

Da ragazzo mi piaceva sentirmi il culo liscio, mettermi le mani tra le chiappe e sentire liscio, immaginare di toccare una ragazza anziché me stesso. Così a volte, sotto la doccia, mi mettevo la schiuma da barba lì dietro e mi rasavo con il rasoio. Da fuori non si vedeva la differenza, ma mettendo le mani lì dove è più caldo sì, la si sentiva, eccome, la differenza. Liscio, liscia.
Poi mi sono messo con una ragazza, che ora è mia moglie, di cui ero innamorato, per me bellissima, dolce, e mi piaceva sentire il suo, di culo,liscio, ma non so perché a volte continuavo a tenermi liscio anche il mio, di nascosto. Tanto una non va a sentire se lì in fondo sei liscio.
Davanti tutto normale, i peli attorno al pisello eccetera eccetera. Non che il mio pisello sia un granchè. E’ piccolino, ma io sono bassino quindi sembrava normale. Lei non si curava quanto me di valutarne le dimensioni e le prestazioni, anche se ero convinto, come molti maschietti credono, che le ritenesse un po’ scarse. Pazienza, mi dicevo, in fondo ci vogliamo bene e magari a lei basta così.
Condividevo un appartamento con un amico, ma lui non c’era mai, e quindi l’appartamento era sempre libero, o quasi sempre. Mentre lei il suo appartamento lo condivideva con tre compagne.
Oltre alla vita normale, università, amici, piscina, gite, ci sono state settimane di giochi sessuali e divertimenti per conoscerci, dai bacetti, ai baci con la lingua, all’esplorazione del nostro corpo, alle confessioni dei desideri segreti. Mi piaceva tanto la sua lingua, i baci con la lingua, sentire la sua saliva sulla pelle. Le confessavo anche che, come a tutti i maschietti, l’occhio mi scappava anche su altre ragazze, così come mi diceva capitava a lei. Mentre ci baciavamo succedeva a volte che ci immaginassimo cosa avremmo fatto con altri.
Amavo quando mi saliva sopra, lei è un po’ più alta di me, mi bloccava le braccia e mi leccava il viso. Amavo sentire la sua saliva colarmi sul viso fino al collo e immaginare di essere immobilizzato da lei tanto da non potermi liberare e subire questo trattamento che immaginavo come una mia sottomissione. Lei così si impossessava di me. Poi quando smetteva di leccarmi mi accarezzava il viso, spalmandomi la sua saliva sul viso fino a farla asciugare e mi diceva di non lavarmi, e uscire così. Ero una sua preda, dovevo avere addosso il suo odore, così non avrei avuto la tentazione di guardare altre. Io le confessavo quali fossero le cose che più mi eccitavano. Così piano piano ha scoperto questa mia indole un po’ sottomessa.
Poi un giorno, mentre sperimentavamo ancora, lei, passandomi le mani tra le chiappe, si accorse che non avevo peli tra le chiappe, e ridendo mi chiese se mi rasassi. Ormai dovevo confessarlo; del resto eravamo ormai molto intimi e ci volevamo bene. Le piacque sentire il liscio e allora le chiesi se le sarebbe piaciuto toccare così una donna. Non so se per gioco o per davvero, ma mi disse di sì, continuando a palparmi. Non bastò la sua confessione ma insinuò anche che a me piacesse sentirmi femmina, prendendomi in giro e divertendosi un sacco. Notò dal mio pisello che il gioco piaceva anche a me e prese a scoprirlo e coprirlo della sua pelle con la sua mano delicata delicata, così da farmi spruzzare un sacco sull’altra sua mano. Non mi rendevo conto della sua strategia. Infatti poco dopo spalmò il contenuto della sua mano proprio tra le mie chiappe, chiamandomi femminuccia sborrata, mentre mi leccava le labbra. Poco dopo mi sentivo il culo appiccicaticcio. Non mi lasciò lavare e passammo la giornata in giro con me che avevo il culo spalmato di sperma secco. Le confessai poi che mi eccitava la sensazione di essere tra amici e amiche, con lei, sapendo che a causa sua nascondevo una personalità da femminuccia con le chiappe tutte sborrate.
La nostra storia erotica prese una piega ben definita. Lei dominante, io di sua proprietà. Cominciammo a divertirci con le mie umiliazioni.
Un giorno mi prese il pisello in mano raccontandomi di aver parlato con le sue amiche di dimensioni del pene e che si divertivano molto a paragonarli a banane o cetrioli e compagnia bella. Quando mi disse di aver detto che certi paragoni le sembravano esagerati e che disse che secondo lei un pene normale è meno di una banana, e che le altre avevano riso a crepapelle, mi sono eccitato così tanto da chiederle di allontanare la mano perché non stavo resistendo. Lei rise e mi disse che si erano organizzate di misurare il pisello ai loro compagni. Prese il metro da sarta e misurò 12.5 cm. Mi vergognavo un po’, eravamo al nodo al pettine, avrebbe presto scoperto che non ero certo superdotato. Prese il cell per scrivere la dimensione e mi mostrò alcuni messaggi già arrivati dalle altre. 14 cm, 15.5 cm, 18 cm, 16 cm. mi disse soltanto:
‘allora sei davvero una femminuccia?’
e seguì uno scambio di battute
‘no cosa centra?’
‘ce lo hai più piccolo di tutti!’
‘magari barano’
‘ora mando le nostre misure’
‘no ti prego, bara anche tu’
‘allora ammetti di averlo piccolo’
‘per favore’
‘feminuccia’
‘ti prego non dire le dimensioni’
‘lo rimisuriamo che ora vedo che è durissimo. Ti vergogni ma ti ecciti tantissimo. Ora lo scrivo così tutte le mie amiche sapranno che sei minidotato’
‘ti prego no’
‘allora ammetti che ce lo hai piccolo’
‘ce l’ho piccolo’
‘piccolissimo’
‘piccolissimo’
‘ammetti che ti eccita questa situazione, che lo dico alle mie amiche, tanto che non posso nemmeno toccarti che sbrodoli’
‘daii’
‘ammettilo o scrivo 10 cm’

Davvero mi piaceva, ma mi vergognavo tantissimo.

‘ok ammetto mi piace’
‘allora scrivo: secondo me avete barato, qui siamo a 12.5 cm’
‘no ti prego, ho ammesso tutto, non sei onesta’
‘appunto hai detto che ti eccita’

E mostrandomi il cell premette il pulsante di invio. Questo mi provocò una tale eccitazione che sbrodolai senza toccarmi. Lei scoppiò a ridere e prese a sbaciucchiarmi tutto per la tenerezza, tanto che mi tornò duro dopo poco. Seguirono altri messaggi che dicevano che aveva un ragazzo con il pisellino e cose del genere. Ma non me lo fece pesare se non per farmi eccitare. Da quel giorno il mio era il suo pisellino preferito. Non finì così. Le amiche dichiararono di non aver barato, e decisero di mandarsi la prova. La foto.
Purtroppo non baravano e lei si è guardata le foto di una decina di piselloni, assieme a me, commentandoli, e dicendo che le sarebbe piaciuto provarne uno più grande, come a me sarebbe piaciuto toccare culi e tette delle altre. Mi propose questo gioco, lei si toccava guardando le varie foto mentre io dovevo baciarle i piedi. Mi eccitava tantissimo e lei lo sapeva. Quando vedevo le amiche sue con lei mi vergognavo moltissimo, ora, sapendo che sapevano.

Finalmente, dopo questi giochi, decidemmo di avere dei rapporti completi. Insomma decidemmo di scopare per la nostra prima volta. Comprammo dei condom. Fu divertente imparare a metterli e usarli. Fu la prima esperienza per entrambi. Ovviamente le prestazioni erano scarse data la mia inesperienza e la forte eccitazione, ma andava bene così. Spesso ero così in ansia che nel mettermi il preservativo venivo miseramente. Il fatto è che provando a metterlo toccavo proprio il punto più sensibile e non capivo più niente. Così decidemmo di prendere altre misure, ovvero la pillola. Con la pillola era più facile. La leccavo per bene, già facendole venire un primo orgasmo, poi lo mettevo dentro e quel calore accogliente e umido mi faceva venire subito. Continuavamo a baciarci per un po’ poi ci pulivamo. Insomma praticamente la facevo venire solo con la lingua.
Un giorno mi disse che voleva ancora, ma io ero in quel momento dopo, quando non ti va più. Ma non potevo dire di no. Mi chiese di leccarla. Vincendo la mia sensazione di rifiuto, scesi tra le sue gambe per leccarla ancora. Mi fece notare che stavo leccando dove ero venuto, mi chiese se non mi facesse ribrezzo. Mi stuzzicava. Mi disse, per aiutarmi, di immaginare stessi leccando qualcun’altra. Poi arrivò la sorpresa, mi disse che lei immaginava io stessi leccando dopo che lei fosse stata con un amante segreto. Mi ritornò duro e lei se ne accorse.

Dopo l’umiliazione della lunghezza, la sfida successiva riguardò la durata. Persa anche la sfida di durata. Queste furono le battute che scambiammo.

‘ora femminuccia dobbiamo cronometrare quanto ci metti a sbrodolare. Dobbiamo partire da zero. Prima un giorno senza sbrodolare. Non ti sei fatto una seghetta vero ieri? Niente preliminari. E parti da soft. Quindi ora abbassati le mutandine e comincio. Il ritmo deve essere uguale per tutti, due scorrimenti completi ogni secondo, ovvero ti scopro e ricopro il glande ogni volta, e abbasso fino al limite la pelle. Ecco bravo diventa già duro. Fermiamoci che devo fare il video’.
‘siete matte’
‘non ti piace?’
‘sì a dire il vero mi piace’
‘ecco ora è soft partiamo’

In pochi secondi mi diventò duro e in altri pochi secondi venivo, sapendo poi che le altre avrebbero visto tutto, era ancora più eccitante.
Stavolta dovetti leccarle la patatina mentre lei guardava le sue amiche fare delle poderose seghe ai loro ragazzi. Sì eccitò a tal punto che cominciò a schizzare dalla sua patatina e mi allagò la bocca tenendomi con una mano la nuca e premendomi verso di lei, mentre con l’altra mano teneva il cellulare. Era la prima volta che schizzava in quel modo, insomma, squirtava. E ripensando che lo fece mentre guardava altri ragazzi mi eccita anche ora che scrivo.
Ero ben consapevole della mia natura fisica, diciamo sfigata, infatti lei prese a parlarne:

‘il tuo pisellino è piccolo quindi quando diventa duro si scopre solo a metà, come quello del ragazzo della Sara e lo devi scoprire tu con le dita, mentre gli altri si scoprono tutti e sembrano dei funghi. Quindi loro resistono anche di più. Sei proprio una femminuccia sfigata’
‘ok mi stai lasciando’
‘oh no non potrei mai. Ti amo tantissimo, sei il mio pisellino. Non c’entra il nostro amore. Anzi sono anche molto gelosa, lo sai. Sono contenta che sei scarso e sfigato, così hai ben poco da tradirmi, se non con il pensiero, mentre ti fai le seghette. Sappi che sei mio e non potrai mai andare con altre. Qualsiasi cosa succeda sarai mio’
‘Ma tu appena troverai uno con un pene migliore vorrai andarci a letto. E ti innamorerai e io che farò poi?’
‘Tu sarai sempre mio. Sempre il mio preferito. E non potrai mai tradirmi, intanto faresti solo brutte figure.’
‘Non voglio che mi lasci, ma ti capisco’
‘Ora ascoltami, ti prometto che non ti abbandonerò mai’
‘E se ti piace una altro?’
‘Te lo dico, prometto, e non ti abbandono. Sarai sempre mio’
‘Prometti’
‘Tu prometti che sarò sempre la tua padrona. Qualsiasi cosa succeda, mi adorerai sempre, e non mi odierai mai’
‘Prometto’
‘Anche se ti tradisco?’
‘Vorresti tradirmi?’
‘Metti che capita! Come ti ho detto, non ti abbandonerei, ma magari un po’ di sesso più a lungo dei tuoi 30 s. Voglio passare la vita con te, anche la vecchiaia. Ma ti stai eccitando? Immagini che ti tradisco e ti ecciti?
‘ehm’
‘sei una femminuccia, per forza dovrò farmi scopare da qualche uomo’
‘per favore fermati che non resisto’
‘ok allora prometti’
‘prometto, anche se mi tradisci, sarò sempre tuo’
‘le mie amiche sanno già che sei il mio schiavetto ma sai come ti guarderanno quando sapranno che ti tradisco? Oddio sei venuto!’
Lì, raccolse il mio sperma e me lo spalmò col dito sulle labbra, chiamandomi femminuccia.
Era una sensazione strana, quasi appagante, sapere che per me sarebbe esistita solo lei, anche se per lei sarebbe potuto esistere il mondo intero. Mi dovevo rassegnare. Le sue compagne di appartamento, le sue amiche, sapevano che aveva il completo dominio su di me, e che lei era libera. Ogni volta che c’erano riferimenti sessuali volavano le battute e gli sguardi riguardanti me. Sapevano della mia assoluta fedeltà quindi non si risparmiavano provocazioni, tipo passarsi una banana e ridere, dire se ne volessi un pezzo perchè era troppo lunga.
Mi offrivano i loro panini da finire, sapendo che ero schizzinoso ma che mi piaceva mangiare cose morse da loro, dove magari erano rimasti segni della loro saliva. Ero feticista e lo sapevano, quindi si presentavano spesso scalze. Scherzavano tra loro sull’omosessualità e si davano baci sulle labbra. Lasciavano in giro le loro mutandine usate così quando andavo a fare pipì le vedevo e le annusavo. Poi da soli, confessavo tutto a Elena e lei mi perdonava. Mi toccavo davanti a lei confessando che mi ero eccitato annusando le mutandine di Sara o i calzini della Chiara, o mangiando il rimasuglio di panino della Roberta.

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FantaCSSFF

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