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Racconti di Dominazione

Elena, il piacere della schiavitù

By 29 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Gianni era oramai soddisfatto, era diventato ricco, il lavoro lo aveva gratificato negli ultimi anni, aveva guadagnato tantissimo che non aveva più preoccupazioni economiche, era anche considerato un consulente finanziario di successo.

Adesso poteva rilassarsi e godersi la vita, dedicarsi a se stesso e alla sua bella moglie Elena, non avendo più le  preoccupazioni dei primi anni di matrimonio, ed il lavoro essendosi assestato, pensava che avrebbero potuto cominciare a godere i frutti di tutto ciò.

Voleva dedicarsi a sua moglie, la sua bella moglie che considera più bella delle modelle, le diceva dovresti entrare nella storia  cosi bella come sei, come Elena di Troia.

Lui desiderava che il loro rapporto che con il matrimonio e le preoccupazioni si era un po’ assopito da un punto di vista dei rapporti sessuali, riprendesse vigore, come quando si erano promessi da giovani fidanzati di soddisfarsi tra di loro senza tabù.

Erano arrivati a fare l’amore una volta a settimana come una coppia di vecchi, e adesso che lui era tranquillo, la moglie gli aveva rifiutato di farsi prendere più di una volta dicendo che aveva mal di testa e scuse, varie. Non aveva nemmeno voluto sentire quando lui le aveva chiesto di sodomizzarla. Nulla da fare, niente giochi, niente pose diverse, lei era oramai asessuata.

Insomma adesso che erano tranquilli, perché non si lasciava andare anche lei? Aveva dimenticato che quando erano fidanzati e parlavano del loro futuro dicevano che certe cose si fanno assieme per non diventare come quelle vecchie coppie acide, o che il marito se ne và a cercare il piacere fuori casa, lei gli aveva promesso che sarebbe stata sua in tutti i modi, senza rifiutarli nulla, e adesso, si era rinchiusa nel suo tran-tran. Lei si era dimenticata di tutto, è vero che per molto tempo il loro rapporto era stato idilliaco, non avevano bisogno di niente erano così innamorati che il fare l’amore sembrava già tantissimo ed erano entrambi soddisfatti, poi il lavoro gli impegni di Gianni la carriera lo avevano distolto notevolmente da qualsiasi desiderio, e la mancanza di sesso tra di loro aveva raffreddato la passione. Ora lui voleva ritrovare la passione e lei non ne voleva sentire parlare. Lui amava sua moglie, non desiderava perderla, l’aveva fatta seguire temendo avesse un amante, nulla, lei era pura e casta. Era troppo casta a questo punto.

Eppure erano giovani, erano sposati solo da otto anni, lei aveva ventinove anni, lui trentaquattro, non potevano finire così come se avessero cinquantanni.

Lui voleva una moglie che fosse anche la sua amante, aveva una moglie e basta, nemmeno che fosse moglie, perché non faceva nemmeno più l’amore, si stendeva e aspettava che lui finisse come si trattasse di un fastidio, almeno riuscire a parlarne come fossero amici, lei non accettava di parlare di sesso, lei disse che loro stavano bene così, non erano più ragazzini e lei non era una puttana, e che lui non doveva nemmeno pensarle certe cose.

Gianni era mortificato e frustrato, in questi anni di lavoro febbrile, l’unico suo sfogo era stato il lavoro, ma adesso non aveva nessuna necessità di diventare matto, avrebbe anche potuto vivere di rendita.

Lei era stata perfetta durante quel periodo, per fare quadrare i conti in casa nei momenti di crisi, lei faceva il pane in casa, e si cuciva i vestiti da sola e rammendava i suoi calzini, avevano passato dei momenti duri. Lei si era veramente comportata con coraggio e pazienza anzi lo stimolava a non abbattersi nei momenti di difficoltà, e lui l’aveva ammirata per questo, il loro amore aveva attraversato la crisi economica, e molto spesso è proprio lì che si frantuma il rapporto, invece aveva tenuto, quindi i sentimenti erano forti.

Perché, non la passione? Lui pensava avendo escluso un possibile amante, che la frustrazione del periodo critico, aveva portato Elena a dimenticare i sensi, e quindi doveva risvegliarli, ma come? Un consulente matrimoniale forse?

 

Gianni aveva un collega con il quale andava molto d’accordo, Alessandro, era poco più vecchio di lui, aveva quasi quarantenne, era di famiglia facoltosa, e aveva potuto affrontare la sua carriera con tranquillità grazie alla rendita familiare che gli aveva sottoscritto il padre al suo diciottesimo compleanno. Erano diventati amici Gianni ed Alessandro, quest’ultimo era sposato con Lidia una donna molto bella, che aveva ora trentaquattro anni, e avevano due figli uno di quindici e uno di quattordici, si erano sposati giovanissimi, lei aveva appena diciassette anni lui ventuno, ma erano ancora assieme e innamorati.

Erano stati spesso invitati nella loro villa a cena, e avevano allacciato un buon rapporto d’amicizia, e fu proprio con Alessandro che Gianni si sfogò delle sue frustrazioni, e questo perché Alex in alcune occasioni si era confidato con Gianni, quando dopo una serata di lavoro si erano attardati a bere un bicchiere, gli disse che lui e Lidia si conoscevano dal liceo, erano molto liberi, disinibiti e soddisfatti della loro sessualità.

Sua moglie aveva abituato anche i ragazzi a non vergognarsi del loro corpo o a parlare di sesso, fin da quando erano piccoli, spesso avevano fatto il bagno nudi in piscina tutti assieme, certo potevano permetterselo a casa loro, lo stesso non sarebbe stato possibile se non avessero avuto quelle comodità.

Ad ogni modo i ragazzi non avevano problemi d’imbarazzo, fin da piccoli, loro avevano lavato i ragazzi entrando nella vasca da bagno nudi, assieme a loro.

E se si dovevano cambiare non si nascondevano, soprattutto non volevano che i ragazzi si traumatizzassero e fossero terrorizzati dalla nudità, onde evitare che crescessero frustrati e complessati o avessero poi dei problemi nelle loro relazioni.

Lidia addirittura per il quindicesimo compleanno del primogenito aveva assunto una baby-sitter molto particolare, il cui compito era di fare conoscere al ragazzo il sesso come regalo di compleanno, poi l’anno prossimo sarà fatto anche per l’altro lo stesso regalo.

Massimo aveva gradito il regalo, e Lidia era felice che suo figlio non avesse complessi con il gentil sesso, gli aveva spiegato anche quali erano le precauzioni da prendere, anche per evitare tutte le complicazioni, sia per le malattie se non conosci la tua partner, sia per non metterla incinta. Lei ricorda che aveva dovuto andare all’esame di maturità con il pancione, e benché con Alessandro si amassero e si fossero sposati subito è meglio fare le cose con calma.

Inoltre Alex disse che Lidia era una donna completa, non gli aveva mai fatto mancare nulla, soprattutto a letto.

Gli raccontò che una volta si presero una vacanza sessuale, lasciarono i ragazzi in campeggio, quando oramai erano abbastanza grandi, e se ne andarono da soli per un mese.

Visitarono un sacco di locali, dove c’erano anche scambi di coppie, rapporti con donne sottomesse, o autoritarie.

La loro prima esperienza fu quella dello scambio di coppia, durò due giorni, ma erano separati lei con il Lui, e lui con la Lei. Loro invece le cose volevano farle assieme, ma non si erano tirati indietro.

Cercarono un’altra coppia con  la  quale restare assieme, lui la voleva vedere scopare con un altro, ma anche lei voleva vedere lui, si sentivano parte di un’insieme.

Trovarono un club e riuscirono a trovare una bella coppia con la quale trascorrere la serata e la nottata. Fecero una mini orgia a quattro. Inoltre fu molto interessante vedere le loro donne darsi da fare tra di loro mentre i due maschi riprendevano fiato, e gli era piaciuto molto vedere Lidia lesbicare, lo faceva con grande passione. Su indicazione di quella coppia che era lì da tempo, andarono a trovare una dominatrice, lei lavorava in un Club, dove si esibiva con delle donne che erano in realtà delle clienti, Lidia disse di essere amica di Jenny che era la donna americana che ci aveva dato l’indirizzo, così fummo ricevuti subito, questa domina sottometteva solo donne e questo lo sapevamo. Sapevamo anche che la cliente di turno oltre a pagare per la prestazione, sarebbe apparsa in pubblico nello spettacolo del club come schiava della domina.

Infatti bisognava presentarsi il giorno prima, dove si faceva un ‘ora di anticamera, colei che voleva provare, doveva essere accompagnata dal marito, e spogliarsi nuda, consegnare i vestiti al marito che se  li portava via, non prima di avere chiesto in ginocchio alla domina di prenderla come sua schiava, il marito pagava e lasciava lì la moglie, firmavano un contratto anche, a lui sarebbe stato concesso di assistere allo spettacolo senza pagare il biglietto.

Lidia accettò questa esperienza e restò lì da questa domina, tutto il giorno precedente lo spettacolo, passò li la notte, e alla sera del giorno successivo venne condotta nel Club per essere la sottomessa della Domina, e la sua prestazione durò una settimana, tutte le sere Lidia era lì sottomessa nel Club da quella donna, e durante il giorno a casa di lei, quando arrivavano al Club, Lidia portava una mantellina, sotto la quale era nuda, aveva un collare da cane, e veniva tenuta al guinzaglio da un ragazzino di quindici anni, appena entravano nel locale all’ingresso le veniva tolto il mantello, consegnato alla guardarobiera, e lei doveva mettersi in ginocchio e seguire la padrona a quatto zampe. Siccome l’inizio dello spettacolo sul palco cominciava dopo la mezzanotte, lei dalle 22,30 all’ora dello spettacolo restava in sala.

La domina l’aveva addestrata così bene che se qualcuno la palpava lei apriva le gambe e si inarcava per offrirsi, effettivamente era stato molto eccitante.

La prima sera iniziò lo spettacolo depilandola, davanti al pubblico in estasi, disse che le schiave non devono nascondere nessuna parte del corpo, e non hanno diritto al pudore. Tutte le sere la faceva scopare da qualcuno del pubblico, oltre che dal ragazzetto. L’ultima sera la fece scopare da otto uomini, fu una vera performance, ci è piaciuto molto il nostro soggiorno ad Hong Kong, finito di scopare, la portò in mezzo al pubblico per farla sculacciare da alcuni spettatori, credo che Lidia ebbe degli orgasmi incredibili quella notte, anche se ha sempre minimizzato il tutto.

E per chiudere la serata, la mise in una gogna, e la fece montare da un cane.

Dopo questa esperienza fu Lidia che volle provare ad avere una schiava, trovammo una coppia con lei sottomessa che aveva messo un annuncio, in un locale sado-maso, siccome il marito non era un dominatore, Lidia finì per sottometterli entrambi, se li tenne per dieci giorni, Lidia era brava a fare la schiava, ma si dimostrò altrettanto brava  anche come dominatrice.

Ňon abbiamo più rifatto quel viaggio, ma tra di noi l’intesa sessuale è rimasta perfetta, avremmo anche voluto tornare ad Hong Kong, ma a volte ci sono inconvenienti che ti impediscono di fare quello che desideri e abbiamo rinviato, chissà se riusciamo ad organizzarci per l’anno prossimo. Dopo aver saputo tutto questo Gianni confidò ad Alex le sue difficoltà con la moglie la vorrebbe molto più disponibile e disinibita, il suo massimo piacere sarebbe avere proprio una schiava sessuale che non dice mai di no.

Allora Alex gli propose di aiutarlo con la complicità della moglie a sbloccare Elena. Si misero d’accordo!

Il sabato sera successivo erano stati invitati a cena nella villa di Alex e Lidia. Lei li accolse come sempre con grande classe e signorilità, come fossero degli amici più intimi di quanto non fossero.

Elena faceva un po’ magra figura con la mania che aveva del risparmio, ancora adesso che stavano bene, lei andava a prendere l’abbigliamento nei grandi magazzini nei mercati e aspettava che ci fossero gli sconti, perciò prendeva sempre gli scarti, era bella di sé ma non si curava affatto. Sembrava una suora in libera uscita.

Elena era sempre abituata a dare una mano, che fosse per sparecchiare, o anche lavare i piatti o servire era quasi invadente nel suo voler fare i mestieri. Lidia comunque accettò, disse che aveva concesso la serata libera alla cameriera, per motivi familiari. Lidia disse a Elena di prendere la Caraffa con gli aperitivi, era appoggiata dietro al banco Bar, era una caraffa di cristallo del secolo scorso un pezzo unico.

Elena la prese e venne verso il centro del salone, fece due passi,  inciampò sul tappeto ( che era stato fatto alzare da Marco con un filo di nailon, lo tese al momento giusto, nascosto dietro il vano della porta, ma questo Elena non lo sapeva) e cadde addosso a Lidia che le andava incontro sporcandola completamente, e la caraffa di cristallo del XIX secolo andò in frantumi.

Lidia era furiosa, disse che un danno simile non era rimborsabile, Elena affranta si scusava e rivolta al marito disse che lo avrebbero ripagato, ma Lidia strepitò che pezzi così sono rari e introvabili, quello era un pezzo unico.

Non c’era rimedio al danno, Elena era mortificata e sull’orlo delle lacrime, lei che aveva sempre lavorato con grande attenzione non aveva mai rotto nulla, sempre trattato tutto con cura, era silenziosa rossa in viso con la testa bassa, faceva compassione.

Lidia andò a cambiarsi, scese con un abito ancora più elegante del primo. Elena vedendola si profuse in scuse le chiese di darle il vestito lo avrebbe portata lei a lavare, il marito ripete che avrebbe rimborsato la perdita.

Lidia disse che un simile danno era più morale e affettivo che economico, e se pensiamo che si tratta di un pezzo degno di un museo, che lei aveva ereditato da una sua nonna, fatevi il conto se riuscireste a ripagarlo con i soldi, era impossibile.

Elena disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimediare al danno. Ecco disse Lidia, un impegno scritto di voi due, perché anche tuo marito deve essere d’accordo, con il quale a seconda delle sue necessità, Elena sarebbe venuta a casa sua a fare la domestica, un impegno senza scadenza di data, fino a quando lei non si riteneva soddisfatta, a tempo indeterminato, e che Elena si assoggettava e accettava la sua autorità incondizionatamente.

Elena e Gianni accettarono, in fondo era importante ripagare il grave danno, compilarono il documento che fu sottoscritto sia da Gianni che da Elena, la quale  dovette scriverlo di suo pugno.

Nel documento Elena dichiarava che nei periodi richiesti di servizio, di sottoporsi all’autorità di Lidia nello svolgere le mansioni ed eseguire gli ordini, questo documento era valido senza limiti di scadenza ed i tempi del servizio saranno solo a discrezione di Lidia, determinati secondo la sua soddisfazione.

Dopo questa formalità la serata proseguì come se non fosse accaduto nulla, Lidia si dimostrò la signora gentile e premurosa di sempre e questo tranquillizzò anche Elena.

Alla fine della serata solamente nel congedarli, Lidia si rivolse a Gianni dicendo: ”Caro Gianni me la mandi Giovedì, che non ho la servitù, deve essere qui per le otto del mattino puntuale mi raccomando”, Gianni l’assicurò della puntualità e che l’avrebbe accompagnata personalmente fino al cancello.

 

 

Il Giovedì mattina partirono alle 7,20 e giunsero davanti al cancello della villa in anticipo di dieci minuti, Gianni diede un bacio alla moglie, e se ne andò, lasciandola all’ingresso del cancello in modo  che entrasse da sola.

Elena suonò al campanello, dopo poco giunse un uomo in tuta da lavoro, Elena disse che era attesa dalla Signora Lidia, con la quale aveva un appuntamento.

Lui le chiese il nome e quando Elena si presentò, lui aprì, dicendo che l’avevano avvisato dell’arrivo di una nuova cameriera, e le diede del tu invitandola ad entrare.

Elena non perse tempo a spiegargli che lei era un’amica della signora, perché lo riteneva inutile, se gli avevano detto così tanto valeva assecondare il buon uomo, la fece entrare dal retro della casa direttamente in cucina, le spiegò che sulla credenza c’era una busta per lei.

Elena prese la busta, sopra c’era solo il suo nome, l’aprì, ne lesse il contenuto, erano le sue istruzioni, e le indicazioni per preparare la colazione, trovò tutto secondo le indicazioni, notò che qualcuno aveva pulito di recente, infatti anche per la colazione, a parte il caffè tutto era pronto, doveva solo riscaldare i croissant che erano in forno.

Andò nello sgabuzzino e si mise un grembiule, c’erano delle uniformi da cameriera, ma le ignorò, considerando che l’indicazione – Troverai di che cambiarti nello sgabuzzino- si riferisse all’indossare semplicemente il grembiule.

Si mise all’opera e accese il forno, preparò la caffettiera, e la mise sul fuoco, doveva preparare il latte per i ragazzi anche con il cacao. Per le nove doveva essere tutto pronto.

Alle nove puntuale bussò alla stanza di Lidia, in quel momento uscirono i ragazzi dalla loro camera, lei era lì con il vassoio in mano, si sentì un po’ imbarazzata, le avevano dato sempre del lei, oggi le dissero “ciao Elena”  come se fosse un amica o una domestica, lei ricambiò il saluto con un ciao.

Il più grande disse che doveva insistere o entrare ed aprire le tende, perché spesso la mamma faticava a svegliarsi alla mattina.

Le chiesero se la loro colazione era pronta, lei disse che ce n’era in abbondanza, poi ve la porto in salotto, quando scendo, loro dissero che andavano direttamente in cucina e la facevano lì.

Ribussò e siccome Lidia non rispondeva entrò. Aprì le tende, si avvicinò al letto, solo allora Lidia si stiracchiò, iniziando a svegliarsi, Elena le porse il vassoio salutandola con un allegro buongiorno.

Le sistemò il vassoio davanti, appena Lidia si fu messa a sedere, sul letto era fatto a posta per portare la colazione a letto.

Elena con molta confidenza le parlava dandole del tu, dicendo che era una bella giornata, Lidia aveva la bocca piena , inghiottì rapidamente il suo croissant, le disse di togliere il vassoio, Elena lo fece, e le chiese perché non lo finiva, non era buono? C’era qualcosa che non andava? Insomma la tempestò di domande.

Lidia si alzò e le si mise davanti dandole due ceffoni in pieno viso, lasciando Elena completamente scioccata e incapace anche solo di dire qualcosa. Lidia la prese per un polso dopo averle fatto appoggiare il vassoio che per fortuna malgrado i ceffoni aveva trattenuto, e la trascinò nel corridoio, chiamò Marco suo figlio maggiore, lui di certo sapeva cosa sarebbe accaduto perché si materializzò come fosse stato dietro a qualche porta in attesa, e portava in mano della corda.

Legarono Elena alla ringhiera del ballatoio che dava sulla scala, e sentì Lidia dire al figlio: “questa serva si è permessa di darmi del tu”, Elena era sorpresa, nel frattempo Lidia le sollevò le gonne sulle reni e gliele fissò con la cintura del grembiule, le abbassò i collant e le mutande, Elena allora cominciò ad agitarsi, lei le disse di non muoversi e di tacere e rivolta al figlio gli disse di sculacciarla, così impara il rispetto.

Elena si divincolava e si mise a piangere, che erano impazziti, che la ricoprissero, non potevano farle una cosa simile, disse che li avrebbe denunciati appena sarebbe arrivata a casa e lo avrebbe detto al marito.

Ma le sue proteste si persero in mezzo alle sue lacrime e alle urla che iniziò a lanciare appena Marco cominciò a sculacciarla, aveva indossato un guanto di pelle, e la sculacciò fino a quando lei non smise di urlare perché era esausta e senza voce. Oramai non minacciava più. Supplicava di avere pietà di lasciarla andare.

Lidia allora fece interrompere la punizione, e rivolgendosi a Elena le chiese se intendeva assolvere i compiti che le sarebbero stati assegnati e rivolgendosi ai suoi “Padroni” con il dovuto rispetto, dando a tutti del Lei.

Elena disse che non poteva trattarla così, lei era una donna adulta sposata che doveva essere trattata con rispetto e dignità, disse a Lidia che loro erano amiche e che non poteva farla sculacciare da un ragazzino. Allora Lidia disse a Marco di riprendere la punizione con il Paddle. E ricominciò, i colpi si abbatterono sulle natiche rosse di Elena, e adesso i colpi li sentiva ancora più brucianti, allora iniziò a implorare di smettere e supplicava di avere pietà di lei.

Lidia le rinnovò la richiesta e se era adesso disposta a dimostrarsi obbediente, e a comportarsi come si conviene a una brava serva. Elena rispose: “Si signora, le do del lei e obbedirò, non mi punisca più la prego”.

Lidia disse al figlio di slegarla e di portarla in camera. Quando furono entrati, Marco ed Elena, Lidia ordinò a Marco di spogliarla completamente, Elena aveva timore di essere picchiata e non parlò, anzi collaborò con Marco nella propria spogliazione, e quando fu nuda, Lidia la fece avvicinare a sé, le disse che la voleva sottomessa, perché solo così la ripagherà del danno che le aveva arrecato, le ricordò di aver firmato un accordo in cui dichiarava esplicitamente di sottomettersi alla sua autorità.

 La fece sedere accanto a sé, Elena si sedette, ma con cautela perché le natiche le dolevano per la battitura subita, la spinse con una mano  sul petto perché si stendesse sul letto, mentre le gambe erano fuori che poggiavano con i piedi a terra, Elena subiva passivamente, senza opporre la minima resistenza.

Lidia o meglio la padrona. Le prese i capezzoli tra le sue dita, ed iniziò a stuzzicarli. Elena era diventata rossa dalla vergogna e aveva le lacrime che le rigavano il volto.

Si giurava a se stessa che li avrebbe denunciati, questo non era un rapporto di lavoro per risarcire il danno, e non poteva ammettere che la passassero liscia. Si sentì toccare tra le gambe, qualcuno la toccava lei aveva gli occhi chiusi perché si vergognava, allora strinse le gambe, appena il dito cercò l’ingresso della sua fessura, e volle divincolarsi, senza mai aprire gli occhi però, ma si fermò subito, una stretta al capezzolo forte come una morsa, la bloccò. Un attimo e qualcuno la obbligava ad aprire le cosce, lei non oppose più resistenza, aveva paura di un’altra stretta, sentiva le mani di Lidia minacciose sui suoi capezzoli.

Si disse che quel qualcuno poteva essere solo Marco, visto che era lì dall’inizio ed era stato l’esecutore della sua punizione, e questo la gettava ancora di più nella vergogna, un ragazzetto che la toccava lei una donna adulta e sposata, lui le stava certo guardando il sesso, e adesso le sue dita cercavano lentamente il clitoride salendo verso l’alto della fessura, e adesso che succedeva, si stava anche bagnando sotto le dita di quel ragazzino, si sentì ancora più piena di vergogna pensando che non riusciva a impedire il suo corpo di reagire alle stimolazioni.

Lentamente il ragazzo procedeva alla sua masturbazione, mentre Lidia le stuzzicava i capezzoli, e lei si bagnava, quando allora Marco le mise le dita dentro, allargandola, e quando fu soddisfatto sentendola oramai ben lubrificata le si stese sopra e la penetrò.

Elena malgrado tutto, e benchè fosse stata passiva non poteva controllare le sue reazioni fisiologiche sotto la doppia stimolazione. Lei non voleva cedere al piacere, ma Lidia le ordinò di aprire gli occhi, le disse di collaborare e muoversi per fare divertire il ragazzo,” ti devi sbattere contro il cazzo, per dimostrare che lo apprezzi” oppure le avrebbe frustato le tette, aggiungendo che con la frusta era molto brava.

Elena iniziò a muoversi a roteare il ventre,  di lì a poco sentì che il piacere le stava salendo dentro, malgrado tutto il ragazzo ci sapeva fare e durava, lei sperava che vista la giovane età sarebbe venuto subito invece dovette ricredersi.

Se nella prima fase Marco si era tenuto sollevato adesso le si era incollato addosso, e le pesava sopra, e cominciò  a baciarla sulla bocca infilando la lingua dentro di lei, e lei perse il controllo si sentiva avvampare, quel giovane la stava montando così bene che cominciò a gemere, e raggiunse l’orgasmo, che la sconvolse dalla vergogna, ma le diede un piacere che da tempo si era negata, fu come una cascata.

Il ragazzo la lasciò godere e si fermò, evitando lui stesso di godere, era ovvio che aveva imparato bene, come fare una scopata, appena lei si calmò, lui riprese, le leccava i capezzoli, tornava alla sua bocca, e questa volta lei rispondeva al bacio del suo giovane amante del momento con passione seguendo l’istinto e non più il raziocinio, non pensava a chi la stava scopando, rispondeva e basta alle sollecitazioni che le arrivavano.

Lui la pistonava da un bel po’ perché per lei gli orgasmi erano in serie non connetteva oramai più tutto il suo raziocinio non c’era più ora era solo una femmina che godeva sotto il cazzo, alla fine anche lui sentiva che stava per arrivare e allora le disse -fra un po’ ci sono, quando esco prendilo in bocca- appena lui le uscì dalla vagina lei fu lesta a presentarsi con la bocca davanti al cazzo del giovane, e se lo prese in bocca succhiando avidamente (forse questa era la vera se stessa quella che lei aveva negato per tanto tempo), lui le venne in bocca quasi subito solo poche pompate e scaricò il suo seme, lui le ordinò d’ingoiare tutto altrimenti avrebbe rigato le sue natiche con la frusta, ma non era necessario minacciarla di certo non aveva intenzione di ribellarsi, e nella sua piena collaborazione e godimento che aveva appena avuto era per lei normale aver ingoiato il seme del suo amante del momento.

Finito tutto e passato l’attimo di passione si sentiva umiliata e sporca, e la vergogna le ritornò forte soprattutto per la partecipazione che era stata evidente nell’ultima fase e per gli orgasmi che non poteva certo negare, era tutto molto evidente e testimoniava ancora di più della sua vergogna.

Restò distesa sul letto, con gli occhi chiusi, apatica, in attesa che altri decidessero per lei, Lidia le si avvicinò e le disse che poteva andare a rinfrescarsi nel suo bagno.

Elena si concesse una lunga doccia, era necessaria, non si era mai sentita così, si disse che era una puttana, una donna per bene non avrebbe mai avuto una simile serie di orgasmi.

Quando uscì dal bagno e tornò in camera non c’era più nessuno, cercò i suoi vestiti, ma non c’erano, allora si azzardò a chiamare. Le rispose Lidia dicendo che se aveva finito di rinfrescarsi di scendere, Elena disse che non trovava i vestiti, allora Lidia rispose che non le servivano e di scendere così com’era.

Era infastidita dalla piega che stava prendendo la situazione, ma non sapeva come sottrarsi, allora scese lentamente restando accostata al lato della scala più coperto, disobbedire significava esporsi ad altre botte, non ne aveva alcuna voglia, sperava che la giornata finisse presto invece erano solo le undici del mattino, quelle due ore erano state veramente le più lente della sua vita.

Giù dalla scala l’attendeva Marco, il quale sorridente le disse di sbrigarsi che la mamma si sta spazientendo.

Lidia era ancora in vestaglia, era lì nel salone e attese che Marco le portasse Elena davanti a Lei, Marco aveva preso Elena per un polso per farla sbrigare. Quando le fu davanti, Lidia disse che erano le Undici passate, e che non poteva sperare di divertirsi tutto il giorno, per mezzogiorno il pranzo doveva essere pronto e la tavola apparecchiata.

– Fila in cucina e datti da fare – le disse, e anche che per mostrare che era stata punita sarebbe rimasta nuda fino alla fine del suo servizio giornaliero alle 17,00.

 

A mezzogiorno, c’erano a tavola anche Alex e Andrea il figlio più piccolo e lei doveva servire in tavola nuda, e arrossì di doversi presentare così, con i vassoi in mano per il servizio, ma non aveva scelta. Il piccolo Andrea che aveva quattordici anni chiese alla madre se poteva fare all’amore con la “schiava”, proprio così disse, creando ancora più imbarazzo in Elena, che non sapeva cosa fare ne dove nascondersi. Lidia rispose seriamente che avrebbe fatto l’amore appena compiuti quindici anni non prima, era questo l’accordo. Lui disse che mancavano solo tre mesi, quindi si poteva anche fare subito, per tre mesi in fondo che male c’era, e tutti si misero a ridere.

Appena ebbe terminato di servire i commensali, le fu ordinato di mettersi con la faccia al muro, e di attendere ordini, in questo modo le natiche ben arrossate erano rivolte verso di loro, i quali mentre pranzavano commentavano sulle sue rotondità, e sul colore che avevano assunto con la punizione, ci furono dei complimenti per Marco per il bel lavoro fatto, ma anche per le grazie della serva, dissero che quello era un culo che avrebbe sempre dovuto portare i segni delle sculacciate, che le donava molto, e lo aggraziava come se fosse ingioiellato. Elena avvampava di vergogna guardando il muro e si disse che forse il suo viso era più rosso del fondoschiena. 

Nel pomeriggio finito il pranzo Alex e Lidia la portarono in camera loro, Lidia si distese sul letto sollevando la sottoveste e scoprendo il suo ventre, le ordinò di andare a farla godere e di farlo bene altrimenti le levava la pelle del culo a frustate, Alex dietro di lei le disse di mettersi in modo che lui potesse usarla prendendola da dietro. Elena succube della situazione si fece forza, anche se non aveva mai avuto rapporti con una donna, doveva obbedire, era inevitabile una punizione se si fosse rifiutata, e si avvicinò a Lidia si inginocchiò sul letto, e timidamente pose la lingua sul sesso già bagnato di Lidia, nel frattempo Alex la stava maneggiando dietro di lei per eccitarla.

Elena constatò che le labbra di Lidia erano depilate come quelle modelle delle riviste pornografiche, e che era pulita, questo almeno la rassicurò, e iniziò  a leccare lentamente, nel frattempo Alex aveva smesso di leccarla e di ficcarle le dita dentro la fessura, la penetrò con il suo membro che era ben teso, era ovvio che per lui scopare questa donna succube delle loro perversioni doveva essere un afrodisiaco.

Elena perso il senso di nausea iniziale, dovuto più al fattore psicologico di disgusto, mentre era stimolata dal cazzo di Alex si stava scaldando, e piano piano saliva il suo godimento, e perciò anche la sua disponibilità alla leccata impostale da Lidia era più intensa e quasi spontanea nel cercare di fare godere la sua amante del momento.

Alex le venne dentro arrivando all’orgasmo, i getti la colpirono e fecero godere anche Elena, lui non si era preoccupato ne se lei prendeva la pillola ne di niente senza alcuna precauzione come fosse solo una schiava di cui fare uso, anche questo fatto nella mente di Elena la portò all’orgasmo, cominciava a trovare il suo piacere nella situazione come se avesse un alibi per quello che faceva, non c’erano ne tabù, ne convenzioni da rispettare, in fondo lei era obbligata. Gli schiavi non possono essere giudicati se infrangono le regole della morale comune, non hanno nessun obbligo di fedeltà, lei non stava tradendo il marito, era una schiava che soddisfaceva i padroni. E questo pensiero la fece godere al momento in cui Alex le era venuto dentro. Forse non erano solo loro i perversi.

Alex se ne andò, aveva un appuntamento d’affari, Lidia gli disse di chiamare i ragazzi, e ordinò a Elena di continuare a leccarla, dicendole che se lei che era una troia aveva già goduto, doveva ancora farla godere e di darsi da fare con quella lingua.

Elena portò Lidia all’orgasmo, poi si lasciò andare sul suo ventre distrutta, Lidia le carezzava la testa come fosse stata la sua cagnolina, in quel mentre entrarono i ragazzi e Lidia disse loro, che Marco poteva scopare ancora la serva, e Andrea poteva farsi masturbare da lei mentre il fratello la montava.

E così fù, lei distesa, prese Marco dentro di sè, e Andrea le si mise vicino ed Elena lo masturbò mentre il ragazzo si godeva la scena di vedere il fratello che la montava.  Poi una volta che ebbero goduto, la lasciarono riposare, Elena frastornata si addormentò.

Alle quattro, Lidia la svegliò con molta dolcezza e baciandola, Elena aprì gli occhi e allora Lidia le disse, di andare con lei che erano le quattro, si alzò e la seguì, entrarono nella doccia assieme e si lavarono, Lidia fu molto dolce e tenera e le lavò la schiena e le natiche con dolcezza, e la baciò a lungo, Elena non riusciva ad essere insensibile e godette di nuovo.

Finito di lavarsi e asciugarsi, in camera ritrovò i suoi vestiti, Lidia le disse di rivestirsi e di andarsene, la congedò con un lungo bacio sulla bocca al quale Elena rispose, con spontaneità.

Uscì e arrivò al cancello dove il marito l’aspettava, quando salì le chiese come era andata, e lei dimentica dei suoi propositi di denuncia disse solo “bene caro”. In fondo non sapeva come giustificarsi, e si sentiva in colpa anche lei perché aveva goduto, e parecchio, ma soprattutto un nuovo aspetto della sua sessualità si stava formando nella sua mente.

 

Il giorno dopo in ufficio, Alex mostrò a Gianni delle foto di Elena, mentre veniva prima sculacciata dal figlio, poi nuda mentre veniva scopata dallo stesso. Gianni era un po’ sorpreso non lo avrebbe mai creduto se  non potesse vedere quelle foto, sentiva un pizzico di gelosia, ma anche lo eccitavano molto.

Alex gli disse che questo era solo l’inizio dell’addestramento, vedremo cosa farà alla prossima convocazione, ma credo che se non ti ha detto nulla, vedrai la cosa comincia ad eccitarla, e se si presenta allora sappiamo che possiamo continuare su questa via, perché la sta accettando, e presto avrai una compagna molto più disponibile.

Quella sera rientrando a casa Gianni dopo aver visto quelle foto, era eccitato, avrebbe voluto dirle allora sei o non sei una troia, era ingelosito dal fatto che sua moglie se la godesse con qualcun altro, ma contemporaneamente desiderava vedere il seguito di quella vicenda. Quella sera a casa lei gli aveva preparato una cenetta deliziosa, e si era anche truccata. Come gli aveva spiegato Alex già adesso lui avrebbe potuto far l’amore con lei in modo più piacevole, il senso di colpa fa degli strani effetti, vedrai, sarà lei a cercarti, e infatti Elena era tutta miele e gentilezze e quando andarono a letto, e lui le mise una mano sulla coscia, lei aprì le gambe offrendosi. Dopo tanto tempo Gianni godette del talamo nuziale in modo pieno e soddisfacente, ed Elena continuava a dirgli che lo amava e gli chiedeva conferma se lui l’amava.

Lui glielo confermò volentieri, e si trattenne dal dirgli che l’aveva vista nelle foto con Marco e Alex e Lidia, perché non voleva rompere l’incanto di quella splendida notte, anche Alex gli disse è meglio che le riveli di sapere tutto solo al momento giusto, quando lei sarà consapevole di essere fatta per il sesso, più di quanto abbia mai immaginato, e allora tutto sarà più facile da accettare, anche che tu sia l’artefice di tutto questo, ma fino a che lei non ne avrà la convinzione di poter accettare questa parte di sé, potrebbe reagire male.  Alex gli spiegò anche che non ci sarebbe voluto molto tempo, è vero che da anni si era un po’ affievolita la passione ma c’era e covava sotto la cenere, adesso che il fuoco era stato riattizzato presto ci sarebbe l’incendio, perché Elena era un vulcano addormentato, che si stava risvegliando.

Infatti i sensi di Elena si erano risvegliati, fecero l’amore tutte le sere, da quel giovedì in cui era stata avviata la sua iniziazione, anche se sempre nel modo classico, ma con grande ardore e passione.

Il Mercoledì sera successivo Lidia telefonò, rispose Gianni, Elena appena sentì che era Lidia era avvampata ma cercò di riprendersi andando in bagno a rinfrescarsi, aveva il cuore in subbuglio, Gianni nel frattempo s’intratteneva con Lidia al telefono fingendo una normale conversazione, quando Elena uscì dal bagno lui era lì al telefono in amabile conversazione, e sentì prima di chiudere la conversazione che Gianni diceva- Tranquilla Lidia domani avrai la domestica puntuale alle otto, e disse a sua moglie che Lidia voleva parlarle-, Elena andò al telefono, prese la cornetta, Lidia le disse che l’indomani doveva presentarsi senza biancheria intima sotto i vestiti, e appena arrivata si doveva togliere il vestito e lasciarlo nello sgabuzzino della cucina e salire in camera da lei e presentarsi nuda. Elena rispose “Si Signora”. Gianni che stava nella stanza accanto e sapeva quanto avrebbe detto Lidia si disse è fatta adesso è entrata nel meccanismo.

Al mattino puntuale Gianni lasciò sua moglie davanti al cancello, venne ad aprire il giardiniere, e lei andò di filato in cucina entrando dal retro, si denudò, togliendosi solo il vestito, sotto non aveva indossato nulla secondo le istruzioni, e andò nuda a bussare alla camera della Signora. Lidia era sveglia e l’attendeva, aveva un corpetto nero, calze nere, e una vestaglia nera trasparente nera, scarpe di vernice nere. E teneva in mano un frustino.

Le disse subito e brutalmente, che per prima cosa avrebbe ricevuto sei colpi di scudiscio sulle natiche, tanto perché si abituasse e non dimenticasse che era Lei che comandava, la fece distendere con il busto sul letto e le natiche e le gambe che sporgevano, e le diede sei colpi di scudiscio, non erano stati molto forti, abbastanza d lasciare il segno, ma senza essere cattivi, erano stati sopportabili, ed Elena se li prese anche con un certo piacere, non era poi così male se dosati nel modo giusto, infatti cominciò a sentire una certa eccitazione per quella situazione.

Ultimata la piccola punizione introduttiva, Lidia diede ad Elena delle calze nere da indossare, un reggicalze dello stesso colore, molto bello tutto ricamato, le spazzolò i capelli e le fece una coda di cavallo, la truccò e la portò in camera dei ragazzi.

 

Le ordinò di masturbare Andrea lentamente fino a portarlo all’orgasmo, il ragazzo al tocco della mano di Elena si svegliò ma fece finta di dormire, lei lo prese in mano e delicatamente fece andare avanti e indietro la sua mano su quel pene già duro, fino a farlo godere, raccolse il seme nella sua mano. Lidia le fece a gesti cenno di leccarlo ed Elena obbedì e si leccò le dite ripulendole dallo sperma che vi era depositato.

 Il ragazzo smise la sua finzione e rivolto alla madre le disse: “Grazie mamma”.

Poi dovette scostare le coperte di Marco, Lidia le disse di mettersi a letto con lui e di fare ciò che era meglio per svegliarlo con dolcezza e concedendosi totalmente alle voglie del ragazzo. Elena si infilò nel letto e cominciò a  baciare Marco vicino all’inguine gli sposto il pigiama ed estrasse il suo pene già in erezione, lo coprì di baci, e cominciò a passare la lingua lungo l’asta. Lei era già bagnata, quella situazione la eccitava enormemente, e non doveva fare nulla di sua iniziativa solo eseguire gli ordini e donarsi.

Il ragazzo appena aprì gli occhi se l’attirò a sé e le infilò la lingua in bocca, Elena rispose al bacio dandosi completamente con un’arrendevolezza totale.

Lui dopo un attimo le su sopra e la penetrò in profondità lei era così bagnata e ansiosa di essere presa, che restò sorpresa anche di se stessa, da una settimana  stava facendo cose che non aveva pensato negli ultimi dieci anni e si disse -sono proprio una puttana- Marco quella mattina venne in fretta, e vide che lei era rimasta delusa, allora le sussurrò all’orecchio “ non ti preoccupare più tardi recuperiamo”, però non voleva lasciarla così, e allora si mise a leccarla fino a farla godere.

Anche quel giorno fu simile alla volta precedente, solo che questa volta lei era entrata nel ruolo, e cercava di comportarsi come le veniva richiesto, senza opporre resistenza.

Alex non rientrò a mezzogiorno, ma dovette comunque servire il pranzo quasi nuda, le fecero indossare un grembiulino bianco e una crestina in testa, come una vera cameriera.

Marco la scopò altre quattro volte quel giorno e nel pomeriggio, dovette passare il tempo a soddisfare Lidia, nel suo letto e questa parte di lei le era ancora difficile da accettare, anche se cercava di impegnarsi non si sentiva a suo agio nel dover soddisfare una donna, Lidia le disse che anche lei le prime volte aveva fatto fatica, ma vedrai tra un po’ ti accorgerai che non è così drammatico.

Alle cinque uscì e trovò Gianni puntuale che l’attendeva. Lei si era fatta la doccia, e quindi era bella fresca, ma stanca, lui molto solerte le chiese se era stanca, lei gli disse che era distrutta, lui le diede un bacio a fior di labbra.

Gianni ed Elena furono avvisati da una telefonata di Lidia che sarebbero stati invitati a cena da loro per il venerdì sera, Gianni accettò.

Lidia li ricevette come vecchi amici e anche con Elena fu di una delicatezza incredibile, questa volta Elena però era andata a comperarsi un abito in una boutique, ed era elegante, non più scialba come prima, aveva messo delle scarpe nere con il tacco, calze autoreggenti nere, era bellissima, infatti Gianni le aveva detto che era stupenda e gli stessi complimenti le arrivarono da Lidia e da suo marito, i ragazzi tacevano, ma se la mangiarono con gli occhi, un po’ delusi vedendola così stupendamente sexi, e di doversene andare, perché avevano una cena della loro associazione sportiva.

Pranzarono molto tranquillamente, e serenamente come dei vecchi amici, Elena si era rilassata, inizialmente aveva temuto di non essere a proprio agio, ma adesso visto come procedeva la serata, si era tranquillizzata.

Mentre si accomodarono in salotto per prendere i caffè, che Elena si era offerta di aiutare a preparare, e servire, Lidia disse che voleva andare alla sua villa al mare con i ragazzi, disse: “purtroppo quest’anno non avevo programmato questo viaggio, e quindi non ho cercato la servitù per la casa, mi chiedevo se per caso Gianni non ti è di troppo disturbo pensavo di portarmi Elena”.

 

Gianni disse che lui e Alex purtroppo non potevano prendersi le ferie prima del mese successivo altrimenti sarebbe andato volentieri con loro, “e siccome dobbiamo lavorare molto, credo che Elena potrebbe venire tranquillamente”, poi aggiunse, “ Noi abbiamo un accordo firmato, e noi lo rispetteremo, non è vero Elena?” Elena assentì con un cenno del capo,  allora aggiunse Gianni “visto siamo tutti d’accordo, hai risolto, la domestica per le vacanze è a tua disposizione”.

Lidia disse partiremo domenica mattina molto presto, perciò sarebbe utile che Elena venisse qui già da domani sera, così partiremo puntuali, dormirà qui, è la soluzione migliore, “va bene Elena?” disse Lidia, prontamente Elena rispose “Si signora, cosa mi devo portare?”, “Nulla, ti darò tutto il necessario anche come abbigliamento”, poi rivolta a Gianni disse, “ovviamente ci raggiungerete quando sarete liberi tu e Alex, spero caro Gianni non ti dispiacerà di fare le vacanze praticamente da solo, Elena dovrà lavorare, e indosserà l’uniforme da cameriera, io esigo sempre la forma dalla servitù, ovviamente fuori dall’orario di servizio lei è a tua disposizione” aggiunse Lidia, Gianni disse che le regole vanno rispettate. Elena era imbarazzatissima e rossa in viso, parlavano di lei come non fosse presente, come si fa con i domestici.

Poi Lidia disse: “sai mio caro Gianni, non voglio rovinarti le vacanze, ma pretendo che la servitù sia formale e rispettosa nei confronti dei padroni e degli ospiti dei padroni, e tu sarai un ospite, e pretendo che Elena dia del Lei a tutti durante il suo servizio quindi anche a te quando sarai nostro ospite lei dovrà comportarsi secondo il suo ruolo”,

Gianni rispose che era certo che Elena si sarebbe comportata bene e avrebbe rispettato le regole, adeguandosi alla situazione. Rientrati a casa, Elena volle parlare con Gianni ma prendendo la cosa alla larga, e chiese se per lui non era un sacrificio eccessivo fare delle vacanze che non avrebbero potuto trascorrere veramente assieme, e che forse dovendo lei assolvere degli impegni nei confronti di Lidia, non era forse meglio che lui prendesse le vacanze per conto suo? Gianni disse che sarebbe stato sgarbato da parte sua rifiutare l’invito di Alex e Lidia, sperava invece che lei avrebbe trovato il tempo di stare con lui malgrado gli impegni a meno che non si sentisse imbarazzata di fare la cameriera davanti a lui, in fondo lo hai sempre fatto qui in casa il lavoro di domestica, non ti pare?

Elena non volle insistere, ma dentro di lei si chiedeva quale evoluzione avrebbe avuto tutto questo e quali conseguenze sul suo matrimonio.

L’indomani sera Elena arrivò puntuale a casa di Lidia, entrò dal retro perché era l’ingresso della servitù, non c’era nessuno in cucina, andò in sala e vide nell’ingresso che c’erano già numerose valigie pronte, affacciatasi alla sala Lidia la vide e le disse “avvicinati” erano tutti lì anche i ragazzi e Alex. La guardò severa e le disse che una volta entrata avrebbe dovuto spogliarsi, non doveva certo ripetere gli ordini ogni volta, lei doveva svegliarsi e capire al volo chi era e adeguarsi e non costringere lei a ripetersi.

Elena si scusò, disse che non sapeva chi ci fosse, allora non si era spogliata, Lidia la mandò in cucina a spogliarsi, dicendole di lasciare gli abiti nel ripostiglio, la fermò subito e le disse che voleva controllare una cosa, le sollevò le gonne, le disse che non avrebbe dovuto portare biancheria. “seconda infrazione”.

Adesso vai a spogliarti, Elena se ne andò veloce, e ritornò subito, completamente nuda.

Le dissero di prendere le valigie e di caricarle sul furgone che era parcheggiato davanti all’ingresso, lei restò un po’ titubante, perché doveva andare all’esterno, ma si rassegnò, in fondo a quell’ora nessuno doveva esserci in giro, e l’ingresso era assai lontano.

Prese due valigie per volta e uscì e le mise nel bagagliaio della grossa vettura, una specie di furgone americano, non se ne intendeva per niente di auto.

Quando ebbe finito Lidia le disse che sarebbero partiti alle 4,30, perciò era meglio andare a letto.

 

La fece dormire nella stanza degli ospiti, alle tre e mezza venne lei stessa a svegliarla, le disse di scendere e preparare del caffè, poi di venire su che la doveva vestire, e le disse puoi farti la doccia se vuoi.

Elena preparò il caffè e salì con la caraffa piena e le tazzine, lei se ne era bevuta una subito per svegliarsi, Lidia le disse di lasciare tutto lì sul tavolino e di andare a lavarsi, poi la raggiunse, e si infilò nella doccia con lei, la lavò con cura toccandola e facendola gemere sotto le sue abili dita ed Elena ricambiò.

Quando si furono asciugate, Elena vide sul letto una uniforme da cameriera classica nera con crinoline bianche, c’era anche un reggicalze e calze, niente mutande né reggiseno. Indossali le disse Lidia, vedrai starai un incanto.

Elena si vestì, certo è che era un vestito da cameriera, ma la gonna era corta, e aveva una sottoveste bianca incorporata che essendo tutta a volte la teneva sollevata la gonna che se per caso doveva piegarsi, lei restava con la parte posteriore scoperta, e il decolleté, copriva a malapena i capezzoli, per un centimetro, e sarebbero fuoriusciti dalla scollatura.

Era un richiamo sessuale quell’uniforme, forse le cameriere dei bordelli le portavano, ma non era ignobile accettare tutto questo, e perché lei si sentiva eccitata, e poi quando Gianni arriverà e la vedrà così conciata, cosa dirà; ma forse sarà eccitante anche per lui vederla così, visto la sua particolare accettazione a quella situazione e le frasi dette il giorno prima, forse Gianni sa già perfettamente .

Lidia le disse che da quel momento, doveva chiamarla padrona, ed i ragazzi padroncino Marco e padroncino Andrea.

Elena abbassò gli occhi e si sottomise alla decisione di Lidia facendo un cenno del capo, poi Lidia le fece vedere le foto delle sue prestazioni, Elena ne fu scioccata, non aveva immaginato minimamente di essere stata fotografata, si guardava con sorpresa ed eccitazione, in fondo erano venute bene, ed era eccitante rivedersi.

Partirono puntuali alle 4,30, tutti e quattro. Il viaggio procedette tranquillo, alle otto del mattino erano già arrivati alla villa di Lidia, immersa nel verde, non lontano dalla costa toscana, era una tenuta grande e circondata da una pineta, molto riservata e tranquilla.

Una volta aperta la casa, Elena dovette occuparsi di aprire le imposte, la casa era comunque stata aperta recentemente da una persona che Lidia pagava per passare periodicamente a controllare che tutto fosse in ordine, quindi non c’era quel terribile odore delle case che restano abbandonate e chiuse per molto tempo, una signora faceva periodicamente le pulizie e siccome era stata avvisata dell’arrivo da Lidia era venuta in settimana a pulire.

Elena dovette solo fare i letti, e sistemare le cose negli armadi, infatti aveva disfatto lei le valigie che i ragazzi avevano aiutato a portare dentro.

Lidia disse che Elena doveva andare al Villaggio vicino per fare la spesa, c’era un negozietto in piazza, dove aveva un conto aperto a suo nome le spiegò Lidia, qui la conoscevano da vent’anni circa, quando ancora veniva con i suoi genitori in vacanza quando erano vivi.

Elena si sentì un po’ imbarazzata, e le chiese se doveva andare in paese vestita così, Lidia le disse che era ovvio che quella era la sua uniforme e che avrebbe dovuto stare con quella tenuta per tutta la permanenza.

 

Elena andò al Villaggio, fece la spesa, il titolare era un uomo sui sessant’anni gentile e le chiese se la signora Lidia era soddisfatta, quest’anno non ha richiesto nessuno per il servizio alla Villa, adesso capiva si era portata il personale da casa, le chiese se lei era anche la cameriera alla residenza della Signora Lidia, Elena disse di sì, che era la cameriera che era venuta dalla residenza della signora con lei da Milano.

Una volta la signora oltre alle pulizie periodiche, assumeva qualche ragazza del posto, ma quest’anno non aveva chiamato, Elena disse che aveva altri progetti, però all’ultimo momento il marito aveva dovuto fermarsi per lavoro a Milano e per questo la Signora aveva deciso di venire qui in Toscana all’ultimo, e allora era troppo tardi per chiamare e trovare una cameriera e aveva chiesto a Lei di rinviare le sue ferie, capisce? disse Elena al commerciante.

Certo disse lui, sa, mia moglie fa le pulizie, e una volta mandai mia cognata più giovane a servizio dalla signora, purtroppo se ci avvisava anche all’ultimo minuto mia cognata forse sarebbe venuta, è rimasta senza lavoro, allora se vuole dirlo alla signora Lidia se le serve un altro aiuto le dica che la Marilisa è disponibile, mi fa questo piacere, le chiese il commerciante, Elena disse che avrebbe fatto la commissione.

Quando Elena tornò si presentò dalla Signora dicendo che aveva parlato con il gestore del negozio di alimentari e gli chiese di farle la commissione dicendo che la Marilisa sua cognata sarebbe stata disponibile perché quest’anno non aveva trovato lavoro nel fare la stagione.

Elena sorrise, e disse “va bene ti ringrazio, prepara qualcosa di leggero per pranzo, con il viaggio e tutto è meglio non esagerare, oggi pomeriggio puoi andare a riposare fino alle cinque, se vuoi potrai prendere il sole in terrazza, ovviamente non ti è consentito di indossare nulla per prendere il sole eccetto la crema solare, e solo dopo che eventualmente avrai soddisfatto le richieste di Marco, qui il tuo compito principale è proprio questo, soddisfarci tutti sessualmente. Mi raccomando ad Andrea puoi solo masturbarlo e succhiarlo, niente rapporti completi, non è ancora il suo compleanno”. Queste erano le istruzioni che le diede Lidia.

A mezzogiorno servì un’insalata di riso e degli affettati, poi mangiò anche lei in cucina, sparecchiò, e pensò di andare a fare un sonnellino, Lidia si era già ritirata, allora si rivolse ai ragazzi chiedendo il permesso di ritirarsi.

Marco e Andrea si sorrisero e le dissero che avrebbero avuto bisogno ancora di lei, ma in camera loro, ed Elena si rassegnò.

Salirono, e la fecero denudare, poi mentre succhiava il piccolo Andrea, Marco la montava alla pecorina, la stanchezza del viaggio e tutto, anche i ragazzi furono veloci, in una ventina di minuti ebbero finito si svuotarono dentro di lei, poi le dissero che poteva coricarsi lì con loro se lo desiderava.

Elena si mise nel letto di Andrea che era il più vicino, e Andrea si coricò con lei abbracciandola. Era piacevole sentire le sue mani sul suo seno, certo faceva caldo ma era stanca e si addormentò, come del resto anche loro.

Verso le tre e mezzo, si svegliò, vicino a lei Andrea dormiva con il viso sul suo seno, e una mano sul suo pube, lo scostò gentilmente con delicatezza, gli diede un bacio sulla fronte, e si alzò, Elena provava un’istintiva simpatia per il ragazzino più piccolo. Andò nella sua stanza si fece una doccia veloce, poi si spalmò ben bene di olio solare e andò sulla terrazza, aprì una delle sedie sdraio, ci mise sopra il telo e si stese a prendere il sole, alle cinque meno un quarto, si riprese e si disse che era  meglio essere puntuali, scese si diede una velocissima sciacquata, si vestì con la sua uniforme e scese.

Preparò del caffè e del tè, il tè lo mise in freezer, si disse che avrebbero gradito del tè freddo, sperava che in un paio d’ore potesse essere pronto, si bevve una tazza di caffè, e si accinse ad organizzarsi nel caso le chiedessero di fare qualcosa per cena.

Sentì un campanello, che suonava allora andò ad aprire, c’era una giovane donna, della sua età circa disse di essere Marilisa e che aveva un appuntamento con la signora Lidia.

Elena andò in camera per chiamare Lidia, la quale si stava facendo la doccia, bussò alla porta del bagno Lidia disse di entrare, e allora le annunciò che c’era La signora Marilisa, dicendo che aveva un appuntamento con lei. Le disse di farla accomodare che sarebbe scesa subito, “intanto prepara il caffè”, le disse Lidia.

Elena fece accomodare Marilisa in salotto, e le disse che la signora sarebbe scesa subito, Marilisa era una ragazza solare molto sorridente, e allora le chiese se era venuta dalla residenza, quando Elena le disse di sì, allora Marilisa le disse: “Allora tu sei la sua schiava fissa!” Elena arrossì, e balbetto “in che senso?”, Marilisa non si lasciò smontare, allora le disse: “credi che non lo sappia quali sono i gusti della tua padrona, scommetto che sei nuda sotto il vestito” e nel dirlo le sollevò la gonna, mettendo a nudo il ventre di Elena. Elena reagì dandole una pacca sulle mani e abbassando il vestito, e disse che doveva andare a preparare il caffè, Marilisa se la rideva.

Dopo poco sentì scendere Lidia, e si presentò sulla porta nel caso avesse  avuto ordini per lei, vide Lidia avvicinarsi a Marilisa, si abbracciarono come vecchie amiche, e intanto Lidia palpò il culo di Marilisa, l’altra si lasciava fare, si sedettero e cominciarono a conversare, Lidia visto che Elena era lì l’apostrofò dicendole se il caffè era pronto, Elena disse che era quasi pronto vai e portalo appena pronto.

Quando tornò con il vassoio, servì i caffè, e allora Lidia disse a Marilisa: “come ti sembra la mia nuova schiava?” l’altra disse che la trovava molto bella, ma forse ancora da istruire, perché quando le aveva chiesto se era la sua schiava aveva evitato la domanda, e quando lei aveva voluto vedere se sotto era nuda, lei le aveva dato uno schiaffo alle mani.

 

Lidia disse che questa non se l’aspettava, reagire contro un ospite, non era ammissibile, cara Marilisa, se vuoi soddisfazione, puoi punire personalmente questa insolente.

Marilisa non si fece pregare, ed Elena fu costretta a distendersi sulle sue ginocchia per una sonora sculacciata, che durò parecchi minuti, alla fine Marilisa le fissò la gonna alla cintura, dicendo “è normale che esiga che tenga la parte punita esposta non ti pare Lidia?” Lidia era d’accordo.

“Resti a cena da noi questa sera?”, Marilisa declinò l’invito dicendo che doveva andare in una discoteca dove l’avevano invitata, da quando era divorziata, aveva un’intensa vita sociale, anzi disse a dire la verità per quanto attiene a questo si diverte parecchio, sperava invece di avere ancora modo di incontrarsi con lei, in fondo non aveva problemi di lavoro, ma le piaceva che si rivedessero, i miei parenti in realtà non sanno delle mie altre attività, te ne parlerò con calma la prossima volta che ci vediamo da te quest’estate, ma visto che sei a posto, dovrò cercare qualcosa d’altro, queste serate in discoteca, sono solo un palliativo. E disse a Lidia se non voleva andare in discoteca con lei quella sera, ci sarà da divertirsi, Lei disse, “non mi dispiacerebbe, ma sono un po’ stanca, però potresti portarti Marco, gli farà piacere vederti, sai è stato svezzato”, Marilisa disse, “allora lo porto con me. Poi ci fermiamo a mangiare una pizza, e restiamo d’accordo così, domani vengo a trovarvi, così ci mettiamo d’accordo su quello che mi hai chiesto”.

Marco uscì con Marilisa, quella sera, Lidia se ne andò subito dopo cena disse che doveva vedere una vecchia amica, ed Elena rimase in casa con il piccolo Andrea, che volle tutte le sue attenzioni, lei lo coccolò e lo leccò a lungo, a lui piaceva molto averla lì a sua disposizione.

Dall’indomani, tutte le mattine doveva svegliare Marco  e Andrea, poi andava a svegliare Lidia, certo che dopo aver fatto il pompino ad Andrea e Marco, lei era già provata, dover Leccare anche Lidia era di troppo, poi la punizione fissa dei sei colpi di paletta, servire il caffè, e poi sparecchiare.

Nel pomeriggio arrivò Marilisa, e lei era stata costretta ad andare ad aprire nuda come voleva Marco, Marilisa le toccò la passera dicendo siamo sempre calde e pronte all’uso, andiamo tesoro cammina davanti a me ti voglio vedere ancheggiare.

Passarono così la prima settimana, Marilisa veniva a prendere Marco tutti i giorni, vide anche che Lidia le dava dei soldi, forse doveva fare compagnia a Marco, e inoltre Marco non la stava più scopando da un paio di giorni segno che aveva altro per la testa.

Intanto Andrea sempre più frustrato, per non poter scopare,  si inventava delle infrazioni per punirla, lei gli si era rifiutata quando aveva provato a penetrarla, era sempre riuscita a resistere, anche se un paio di volte avrebbe voluto cedere.

All’inizio aveva cercato di giustificarsi (ma  senza dire la vera ragione del perché Andrea la voleva punire), sapeva che Lidia, non avrebbe tollerato che lei criticasse il ragazzo e oltretutto non voleva che lui si vedesse mettere dei limiti, anche se le prime volte era stata dura mettersi sulle sue ginocchia per farsi sculacciare da un ragazzino, in fondo alla fine aveva cominciato a goderci e parecchio.

Andrea prima le accarezzava il culo a lungo e poi cominciava a battere lentamente e piano per poi aumentare la forza progressivamente, era arrivata anche all’orgasmo con la sola sculacciata.

Era un gioco perverso e lei se ne rendeva conto, ma a quel punto cosa poteva importare, dal momento che si eccitava e godeva, inoltre aveva iniziato a fare delle piccole sbadataggini, apposta quando Andrea era presente per essere punita da lui.

Marco dal momento che usciva e rientrava sempre con Marilisa era ovvio, che non la scopasse più, ne provò un pizzico dispiacere, in fondo lei avrebbe dovuto essere lì proprio per quel motivo, una notte che era stata nel letto di Lidia glielo chiese, e Lidia le spiegò che Marilisa era stata una sua schiava alcuni anni prima, poi però si era sposata e allora la loro storia si era interrotta. Adesso era divorziata da un anno circa, allora si divertiva di nuovo, ma aveva anche bisogno di soldi, e non aveva problemi a fare anche la prostituta, in fondo lo faceva solo con persone che le lasciavano laute mance e che rimorchiava in discoteca dove faceva la cubista, adesso lei l’aveva noleggiata per Marco per tutto il mese, a Marco farà bene questa Marilisa ha grande esperienza, e cinque milioni per tutto il mese non sono nemmeno poi tanti.

Elena si addormentò un po’ dispiaciuta di non poter avere rapporti con  Marco per  il mese, oramai aveva voglia di giochi e trasgressioni e anche di sentirsi presa.

Una mattina Lidia le disse che doveva andare via per tutto il giorno per sistemare delle faccende con il geometra per un condono edilizio che aveva richiesto ancora l’anno precedente, e le disse che non doveva preparare da mangiare per Marco, solo per lei e Andrea.

Andrea scese poco dopo, e dal momento che erano soli, Andrea volle che lei salisse in camera con lui, allora quando furono di sopra lui le chiese come mai lei non lo avesse svegliato un’ora fa come d’abitudine, allora Elena si giustificò che sua madre aveva detto di lasciarlo dormire fino a tardi per quest’oggi, in fondo la giornata di ieri era stata faticosa ed eravate tornati tardi.

Lui disse che non poteva essere vero, perché dall’inizio lei aveva sempre dovuto andarlo a svegliare tutte le mattine alle nove usando la bocca e succhiandolo, e questo era un piacere del quale non voleva privarsi, allora Elena si scusò dicendo che forse aveva capito male. Andrea le ordinò di spogliarsi della divisa e di stendersi di traverso alle sue ginocchia, nel frattempo si era seduto sul bordo del letto.

Elena obbedì e attese la punizione, lui la sculacciò ma senza guanto solo con la mano nuda e meno al lungo del solito, poi infilò le sue dita nel solco di lei, la penetrò nella sua intimità che era già bagnata, lei allora dimenò il culo, sapeva che a lui piaceva quando gli mostrava che gradiva le sue attenzioni.

Andrea le ordinò di alzarsi, le disse mettiti in ginocchio sul letto, e non ti muovere, Elena obbedì, si aspettava che prendesse il paddle o forse lo scudiscio, restò in attesa con le natiche protese verso la porta, appena lo sentì giusto dietro di lei trattenne il fiato, era la prima volta che avrebbe subito la fustigazione senza la presenza di Lidia.

Lui le disse: “conta i colpi”, pensava chissà cosa userà, ma sicuramente il paddle, arrivò il primo colpo, era lo scudiscio, lo sentì e s’irrigidì, lanciò un urlo, perché l’aveva presa all’attaccatura delle cosce con le natiche, che era uno dei suoi punti sensibili, appena si riprese, contò “uno”. Allora Andrea aggiunse ringraziami anche dopo ogni colpo e lei disse prontamente “grazie padrone”,  altro colpo “ ..due, grazie padrone” al decimo Elena crollò sul letto dimenando il culo.

Lui severo le disse “rimettiti in posizione” lei piangeva si mise a supplicare disse che non ce la faceva, lo supplicava di avere pietà non ce la faceva più, allora Andrea le disse, “non voglio più colpirti, voglio solo che tu stia con le chiappe in mostra” . Elena con fatica si sforzò e si rimise nella posizione, il piccolo Andrea si avvicinò lei cominciò a tremare allora sentì il tocco delle sue dita nel suo sesso che iniziava a toccarla e poi la penetrò con le dita. Quando oramai era ben bagnata, Andrea le Chiese “Elena sei la mia schiava?”, lei rispose “ si padroncino”.  “allora, non vuoi disobbedirmi?”  “No di certo padroncino” rispose Elena prontamente.

“non osare muoverti” le disse Andrea, lei rimase in attesa con una certa ansia, non sapendo cosa avrebbe inventato, allora il piccolo Andrea penetrò in lei che era già ben bagnata per effetto della masturbazione, lei si riprese cercando di allontanarsi, ma lui le diede un pugno sulla schiena che la lasciò senza fiato, “non ti devi muovere o cercare di sottrarti, hai detto che non volevi disobbedirmi”  allora Elena “Padroncino, vostra madre non vuole…”  “zitta non dirai niente a nessuno, sarà il nostro segreto, non te lo scordare, e non disobbedirmi, pagheresti tu le conseguenze di questo comunque”.

Elena si rassegnò e subì la penetrazione di Andrea, che arrivò anche a portarla vicino all’orgasmo, venne un po’ prima di lei ma continuò a pomparla anche dopo essere venuto, e così alla fine anche lei ebbe il suo piacere, anche se non così intenso, ma il ragazzo doveva ancora farsi, fra un po’ chissà in fondo c’era molto portato.

Da quella mattina, iniziò una serie di sotterfugi, per restare soli, e Andrea la scopava ogni volta che potevano, più di una volta l’aveva raggiunta nella sua stanza di notte quando non era stata richiesta dalla madre, e piano, piano in silenzio scopavano, e Elena ci stava prendendo un gran gusto, il ragazzo imparava presto e stava diventando bravo lei era un po’ la sua nave scuola, infatti a lui piaceva molto leccarla, durante quegli incontri al buio e in silenzio, non erano il padrone e la schiava ma due amanti, infatti lui non la puniva se non per proforma durante il giorno come le sculacciate del mattino che ogni tanto la madre pretendeva, ma non aveva più inventato scuse per punirla. 

Lui disse che però presto sarebbe arrivato suo padre, e anche suo marito e allora la pacchia sarebbe finita.

Elena pensava che con l’arrivo del marito sarebbero finite anche le punizioni e il servire a tavola nuda dopo essere stata sculacciata.

Quando Alex e Gianni arrivarono, era un sabato mattina, Elena era appena stata nelle camere dei ragazzi, li aveva svegliati con il solito rituale, pompino ad Andrea e scopata con marco, che da due giorni non vedeva Marilisa, perché lei aveva dovuto assentarsi, Elena aveva sei bei segni freschi di frusta sul culo, era in sala che serviva la colazione ai ragazzi ed a Lidia, quando Alex e Gianni entrarono.

Elena era lì semi-nuda, con le gonne sollevate  esponendo le natiche segnate, trovarsi di fronte suo marito in quella situazione fu per lei motivo di sorpresa e d’imbarazzo, pensava che avrebbero telefonato prima di partire, così da prendere servizio in una condizione più normale, lei non osava guardarlo in viso, e tenne gli occhi bassi.

Lidia si alzò e diede il benvenuto a due che erano appena giunti, baciò suo marito sulla bocca e baciò Gianni sulle guance, chiese se avessero fatto buon viaggio, poi guardò Gianni e gli chiese cosa ne pensava dell’uniforme della servitù.

Gianni era un po’ sorpreso, si aspettava che le cose sarebbero andate più gradualmente, ma si riprese e disse che è molto comoda a suo parere, certo era un po’ in imbarazzo, sua moglie era lì con le natiche al vento a servire dei ragazzini che avevano la metà dei suoi anni. Lidia spiegò che la cameriera quella mattina aveva dovuto essere punita perché in ritardo nei suoi doveri, e che lei non tollerava alcuna indolenza.

Elena venne inviata a ritirare i bagagli dei nuovi arrivati e di portarli nelle camere, eseguì l’ordine, prese i bagagli e dovette girarsi dando le natiche agli ospiti che così potevano gustarsi la vista con le sue natiche stupende benchè segnate dalla frusta.

Elena pensò che suo marito si stava comportando con un incredibile sangue freddo, si sarebbe aspettata una reazione più irrazionale, magari con una scenata, invece a parte una minima sorpresa iniziale, aveva accettato le spiegazioni di Lidia, che aveva parlato di lei come di una serva e non certo della moglie di Gianni.

Quando ritornò in sala, erano tranquillamente seduti che conversavano, Lidia le ordinò di portare la colazione ai due nuovi giunti, ed Elena eseguì, senza fare storie, oramai pareva che a Gianni la situazione stesse bene così e che fosse divertito ed eccitato dalla situazione, non si era minimamente opposto al fatto che lei servisse con il culo scoperto.

Servì la colazione e dopo andò a disporsi su una sedia vicino alla parete con le natiche rivolte verso i commensali in ginocchio, in modo che il suo fondoschiena fosse ben visibile, Lidia spiegò che ogni volta che veniva punita per le due ore successive alla punizione appena libera da ogni tipo di servizio doveva attendere ordini mostrando le natiche marchiate dai segni della punizione agli astanti.

Gianni volle sapere se veniva punita spesso, e Lidia disse ogni volta che è necessario viene punita, siamo all’antica qui riguardo alla servitù, disse che era nella sua convinzione che una serva che veniva sculacciata spesso era sempre molto più efficiente, a Gianni vene spiegato quali erano le mansioni di Elena in materia di servizio e di tutto quello a cui era stata adibita in quel periodo, comprese le prestazioni sessuali, come se lui ignorasse tutto, questo con grande imbarazzo di Elena che ascoltava, inoltre Lidia fece le lodi delle sue capacità e di quanto fosse calda e partecipe. Lidia disse: “se ho già una serva troia in casa che necessità c’è di mandare i ragazzi in giro con il rischio di prendersi delle malattie, inoltre è risaputo che le serve hanno sempre soddisfatto i padroni anche a letto, non c’è motivo di mutare le tradizioni”. Fu allora Gianni ad intervenire, che più che una cameriera o una serva gli pareva fosse una “schiava da sesso” . Inoltre aggiunse che trovava antiestetico che una schiava avesse tutti quei peli a coprire il pube sono quasi una vestizione, se deve essere nuda come una schiava sarebbe necessario depilarla, in modo da apparire maggiormente offerta questo era il suo parere ma siccome era al loro servizio non voleva prendere decisioni e lasciava il giudizio a loro, fu approvato anche da Lidia.

La quale gli disse che lui era ospite e padrone in quella casa e quindi poteva disporre della servitù a suo totale piacimento.

Era ovvio per Elena che adesso Gianni voleva umiliarla, e lei era d’accordo si disse che in fondo non si era comportata bene con lui, gli aveva rifiutato più volte di fare l’amore con scuse pretestuose, e adesso che lo aveva tradito traendo piacere senza di lui e ingannandolo perché non gli aveva confessato quanto stava accadendo lei era colpevole e se la puniva era nel suo pieno diritto.

Nel pomeriggio Elena andò a riposare, ma anziché nella sua cameretta o in quella dei ragazzi, adesso era nella camera degli ospiti con Gianni, gli chiese perdono, e di sua iniziativa lo succhiò, poi lui la penetrò, fecero l’amore a lungo, e lui la chiamava troia, succhiacazzi puttana,  e lei godeva, anche se era scatenato e un po’ brutale, ci stava godendo un mondo.

Lidia aveva preparato l’occorrente per la depilazione, e alle cinque quando Gianni scese con Elena tenendola per mano, i preparativi per la sua depilazione erano a buon punto, e così fecero, le ordinarono di mettersi sul tavolo con le cosce ben aperte e ripiegate in modo che avesse le parti intime bene esposte, e la depilarono con la ceretta, fu doloroso, ma sopportò stoicamente senza un grido la depilazione.

Durante la serata, Gianni promise ad Elena che le avrebbero rotto il culo, visto che fino ad oggi non aveva mai voluto concederglielo. Elena rispose che ne era onorata e lo ringraziava di questa sua decisione, gli sussurrò che quella sua ultima verginità era nel suo pieno diritto di pretenderla.

Adesso era molto più nuda, e venne quindi tenuta nuda per il servizio della sera, si sentiva veramente più nuda lei stessa e questo la induceva a sentirsi anche più docile e sottomessa.

Poi finita la cena che era stata molto leggera, Gianni disse a tutti che voleva prendersi la verginità anale della schiava.

Lidia andò a prendere una crema lubrificante, e disse a Gianni che Elena si eccita molto quando viene sculacciata da Andrea, e per questo suggerì che prima di prenderla di farla sculacciare dal ragazzo, così veniva scaldata per bene prima di incularla, Gianni acconsentì.

Elena sentì ancora una maggiore umiliazione nel venire sculacciata dal ragazzo davanti al marito, soprattutto conscia del suo stato di eccitazione che seguiva a ogni sculacciata, quel senso di umiliazione venne amplificato dalla presenza di Gianni.

Andrea se la fece distendere sulle ginocchia, le accarezzò le natiche e poi iniziò piano piano andando in crescendo come se fosse una esibizione musicale.

Poi dopo la sculacciata la toccò era fradicia, ma volle continuare ad accarezzarla, quando Elena cominciò a dimenarsi lui smise la fece inginocchiare, e Gianni le lubrificò l’ano con la crema, infilò le dita prima uno poi il secondo, lei era totalmente offerta e ricettiva.

Elena non opponeva nessuna resistenza anzi era ansiosa di donarsi, si aprì le natiche tenendole spalancate con le sue stesse mani e con il busto appoggiato alla poltrona, era una muta offerta al suo signore e padrone, sentì lui che le aveva appoggiato il glande, e poi entrò era così ben lubrificata e disponibile che non ebbe grandi difficoltà, lei dopo che fu entrato con la cappella spinse in fuori come per defecare, al fine di consentirgli un più facile accesso, e Gianni penetrò interamente fino alla radice. Non aveva sofferto molto un po’ di dolore ma  non eccessivo, forse perché era pronta ben lubrificata e desiderava dare questo piacere a Gianni che sentiva di avere trascurato. Gianni una volta penetrato rimase immobile dentro di lei, e andò a toccarle il clitoride, la portò quasi sull’orlo dell’orgasmo e iniziò quindi a muoversi nel culo di Elena, lei gli andò incontro per fargli capire che lo desiderava, anche lei si era già abituata a quell’intrusione che adesso le era piacevole sentirsi aperta, stava già godendo, certo aiutata dalla stimolazione del bottoncino ma tutto si confondeva non era solo da quello, oppure stava godendo con il culo.

Allora passata la prima ondata di godimento sentendo il suo vero Signore dentro di lei che la pistonava iniziò a dire cose mai dette prima, “sì spaccami il culo, sono la tua troia rottainculooo, spaccami, riempimi di sborra nel culoooo, ti amooo, voglio che mi sfondi sempre cosi, amore sei il mio padrone prenditi tutto della tua schiava aprimi sfondami” stava godendo a ripetizione, e anche Gianni giunse all’orgasmo, restò dentro di lei fino a quando non si rilassò, adesso aveva un amante vera in sua moglie e ne era felice.

Volle ringraziare Lidia e Alex appena si fu ripreso, disse mi avete restituito una donna vera, credo che dovreste incularla tutti come premio. Elena si voltò guardò Lidia e le chiese “ Padrona vi prego, lasciate che anche Andrea mi inculi, anzi lui prima degli altri” Lidia acconsentì, disse infondo è giusto anche lui ha contribuito molto faremo una deroga alla regola. Andrea era ovviamente felicissimo ed Elena gli disse all’orecchio “padroncino finora sei tu quello che mi ha dato più piacere e mi ha consentito di capire meglio me stessa, cioè che sono molto schiava, e quando m sculacciavi io sognavo di essere inculata da te, grazie”  Elena succhiò un po’ il cazzo di Andrea, e poi si rimise in posizione, Andrea la inculò a lungo, godettero insieme, poi fu il turno di  Marco, seguì Alex, e alla fine Lidia che la prese con un fallo finto che aveva allacciato in vita.

Quando Lidia la penetrò Elena non sentì molto di più che con gli altri a parte che era più freddo, ma poi iniziò a bruciare, sentiva il fuoco nelle viscere, Elena si mise a piangere e a urlare, le disse esci ti prego credo di stare male, sento che mi brucia tutto, Lidia le diede delle sculacciate e le disse, “non stai male ti brucia perché ti deve bruciare, credi che voglia incularti per il tuo piacere”, poi Lidia le uscì dallo sfintere.

Le mise una pomata rinfrescante penetrando a fondo nel culo dolorante, e le disse: “ tesoro, a tuo marito piace farti il culo, io ovviamente desiderosa di agevolarlo, ho messo un po’ di senape sul dildo, ti brucerà fino a domani, ma d’ora in poi il tuo culo sarà più sensibile e accessibile più che mai, per il piacere del tuo signore e padrone.

Quella notte Elena dormì sola, aveva bisogno di riposo, prima di dormire però si fece un clistere con la camomilla calda e poi uno con l’acqua fredda, per lenire il bruciore provocato dalla senape, riusci a dormire solo perché era molto stanca.

Al mattino lei riprese i suoi compiti continuando i suoi doveri, solo che doveva svegliare due persone in più,  e questo per il resto del soggiorno, si chiedeva se ce l’avrebbe fatta.

 

Quella prima mattina dopo il l’ arrivo dei mariti, Alex e Lidia dissero che sarebbero andati a fare una gita in barca, pensavano di portare i ragazzi, sarebbe venuta anche Marilisa che portava una sua giovane amica per Andrea, vollero sapere cosa avrebbe voluto fare Gianni, se andare con loro oppure restare con Elena a casa. Gianni optò per la gita, avrebbe portato anche Elena, le avrebbe fatto bene.

Andarono tutti assieme all’imbarcadero dove Alex aveva il suo cabinato d’altura, un diciotto metri, bello e spazioso, Marilisa e la sua amica una ragazza di diciotto anni al massimo, molto carina biondina con tutte le sue curve al posto giusto, era in costume da bagno nero e pareo, molto interessante, il piccolo Andrea fu felice di vedere che avevano scelto una ragazza carina, peccato che era piuttosto oca la piccola Claudia, ma non era quello che importava, era una piccola prostituta che ogni tanto lavorava con Marilisa, entrambe rimorchiavano clienti nelle discoteche, e facevano anche dei numeri a due come spiegò tranquillamente Marilisa a Gianni dopo che furono presentati.

Partirono e si diressero verso il largo, appena fuori vista Gianni disse a Elena di spogliarsi, lei si denudò senza discutere, allora Marilisa disse ad Andrea che se voleva far spogliare Claudia non c’erano problemi, l’aveva addestrata personalmente e la doveva considerare come la sua schiava per il momento aveva già detto a Claudia di obbedire ad Andrea, il ragazzo allora le disse di spogliarsi, lei si spogliò, aveva un fisico molto ben fatto le tette erano belle sode e rotonde due obici stupendi che puntavano arrogantemente verso l’alto, aveva una deliziosa fessura incorniciata da un velo biondo non molto folto, lo curava di certo, perché era molto regolare, dopo che fu nuda si mise vicino ad Andrea, e gli chiese se lui voleva che lei facesse qualcosa di particolare al momento, lui cominciò a sondarla, voleva vedere come reagiva al suo tocco, lei si offrì al ragazzo facendosi toccare anzi spingendo il pube verso la sua mano, e cominciò a mugolare, Andrea disse a Marilisa che la ragazza era molto calda, era un ottima scelta. Se la portò nella cabina perché voleva fare subito una prova.

Si udirono i gemiti di Claudia poco dopo. Nel frattempo Marilisa disse a Gianni, che avrebbe avuto piacere di usare la sua schiava, e allora Gianni disse che se voleva Elena era a sua disposizione. Elena andò subito a porsi a disposizione di Marilisa, la quale la volle in ginocchio, e le disse:”il tuo padrone ha detto che posso usarti, allora adesso voglio che mi fai godere con la lingua”, Elena prontamente si mise a denudare Marilisa, le tolse le mutandine e poi cominciò a leccarle la fica già bagnata.

Quando Marilisa si sentì ben lubrificata ma non aveva ancora goduto, disse, che aveva bisogno di un cazzo per godere, e chiese a Gianni se non voleva prenderla lui davanti alla sua schiava, e sopperire al fatto che quella non sapeva leccare.

Elena si sentì umiliata ad essere trattata così e anche provò una forte gelosia che quella che era una prostituta poteva non solo umiliare lei ma addirittura farsi scopare da Gianni, se fosse stata Lidia sarebbe stato diverso, ma quella era una che si vendeva per soldi.

Gianni comunque approfittò della situazione e prese Marilisa, mentre Marco andò a fare compagnia al fratello per dividere con lui le grazie di Claudia, e Alex prese Lidia sul tavolo della cambusa.

Poi mangiarono e andarono sul ponte a prendere il sole, Elena abbracciò Gianni e gli disse che non dovrebbe cercare di stare con quella Marilisa in fondo era una che lo faceva per soldi, una prostituta, perché non cercava di avere un rapporto con una signora come Lidia, a lei avrebbe dato certo meno fastidio, ma con una puttana da strada le dava fastidio e lo trovava umiliante e degradante per lei al massimo livello, il gioco aveva preso una piega che non le piaceva, certo non era colpa di Gianni, già Lidia avrebbe dovuto evitare di invitare quelle prostitute.

Allora Gianni la osservò con un certo rancore e le rinfacciò che lei non era meglio, in fondo lui ha scopato con una donna bella come Marilisa e che faccia il lavoro che faccia questo non aveva alcuna importanza, tra l’altro lei si era presa il suo piacere e forse era solo gelosa di non essere più sbattuta da  tutti come era stato fino ad allora, e poi il lavoro che faceva Marilisa non la rendeva inferiore a nessuno.

Gianni si era alterato, prese Elena per un polso e chiamò Marilisa e Lidia, e spiegò loro come Elena aveva criticato il fatto che lui avesse scopato con Marilisa, e che Lidia non avrebbe mai dovuto invitare delle prostitute, “la signora è troppo superiore per stare vicina a delle prostitute” disse Gianni arrabbiato, Marilisa rise e disse, chissà cosa avrebbe fatto lei se avesse avuto necessita di mantenersi dall’oggi al domani, “è una gran stronza tua moglie” disse a Gianni, “anzi dovresti lasciarmela per un po’ di tempo che la addestri io a essere rispettosa del prossimo”, Gianni si disse d’accordo, questa sera portatela a casa e falle ciò che vuoi, deve strisciare ai tuoi piedi la prossima volta che la incontro. Allora Lidia disse che Gianni aveva ragione, la povera Elena era ammutolita, e stava in silenzio poi all’improvviso mentre gli altri continuavano a parlare di lei come se non ci fosse, si scagliò addosso a Marilisa prendendola a calci e pugni, Marilisa incassò i primi colpi, ma le appioppò subito un calcio, si rialzò e la mise a terra. Disse: “non penserai di potercela fare con una come me, guarda che faccio lotta e sport da una vita”.

Poi si rivolse ad Alex, e disse: “Forse dovresti affidarmi anche Lidia, in fondo non ha fatto un buon lavoro ed è lei la responsabile dell’addestramento di Elena”. Lidia disse che erano impazziti, non ha nulla a che fare con lei tutto questo. Ma Alex disse che andava giustamente ridimensionata, aveva certo peccato di superbia e sarebbe stato utile anche per lei rifare un po’ di gavetta come in quel loro viaggio d’oriente, accordò il suo benestare a Marilisa per occuparsi anche di Lidia.

Certo che Lidia erano oramai quasi dieci anni che faceva la dominatrice, si ribellò, disse che lei non avrebbe tollerato niente di tutto ciò e già che c’erano avrebbe chiesto il divorzio. Marilisa disse ad Alex, certo adesso che si fa il geometra che doveva farvi il condono le fa comodo cercare il divorzio. A quella rivelazione, Alex la guardò e disse “Lidia hai una relazione con qualcuno che conosco?” Lidia non rispose era rimasta senza parole, come poteva aver fatto Marilisa a scoprire questo fatto. Rispose che si era trattato di un fatto occasionale.

Alex disse questa sera rientriamo al porto, Marilisa ti porterà da lei, e dopo riparleremo di divorzio, quando io lo vorrò.

 

Alla sera verso le dieci entrarono nel porticciolo, sul molo un furgone attendeva, loro scesero tutti e salirono sul veicolo, le due donne erano coperte con un accappatoio, gli altri si erano vestiti. Il furgone aveva i vetri oscurati, a bordo dovettero consegnare gli accappatoi e restare nude.

Dopo un oretta di strada si erano fermati in aperta campagna, c’era una casa colonica entrarono nel cortile, era un luogo molto isolato.

Scesero, entrarono in un salone arredato in stile bordello tende a tutti i muri, qualche quadro (copie) di autori come Toulouse-Lautrec, con immagini del Moulin rouge, un altro quadro raffigurante il dejeuner sur l’herbe di un altro pittore francese si cui non ricordava il nome, alcune serigrafie tratte da testi settecenteschi, la punizione casalinga, ove una donna in ginocchio su un divano con le gonne alzate, subiva la sferza da un uomo mentre sul fondo un bambino giocava.

Vi erano alcune donne che stavano in attesa, erano tutte vestite con abiti da sera. Appena entrati, due si avvicinarono, avevano in mano dei collari con guinzagli e delle manette, e si rivolsero a Marilisa chiedendo istruzioni, “allora avete preparato tutto come ho ordinato?” “ si signora” risposero”, bene quelle sono le schiave, mettetegli i ferri e portatele alle loro celle.

Misero a entrambe le manette, poi i collari e tirandole per il guinzaglio se le portarono dietro.

Nel frattempo, Marilisa disse ad Alex e Gianni che potevano scegliersi un paio di ragazze e se volevano se le potevano portare a casa, e anche Claudia che sarebbe stata lieta di stare a soddisfare i ragazzi ancora per un po’.

Alex aveva saputo che la moglie lo aveva tradito con il geometra grazie alla telefonata fattagli da Marilisa e perciò avevano organizzato tutto questa mess’inscena, Lidia doveva pagare per il suo atteggiamento, non avrebbe mai dovuto avere rapporti con altre persone alle sue spalle e con una persona che avrebbe dovuto fare dei lavori per loro. Marilisa che da quando aveva divorziato si era organizzata  una sua attività molto lucrosa, ma che non aveva mai ostentato, vivendo sempre con modestia, aveva fatto la proposta ad Alex di prendersi cura della moglie, in fondo ne era stata la schiava a suo tempo, e la conosceva molto bene e avrebbe saputo domarla, invece per Elena era solo lì in quel momento e Gianni messo a conoscenza dei piani di Alex disse che un ulteriore perfezionamento nell’addestramento di Elena non guastava.

Vi richiamo io quando riterrò le due schiave pronte. Accettarono, e scelsero due ragazze che se ne andarono con loro.

 

Marilisa andò a cambiarsi, poi scese nelle cantine dove erano state predisposte delle stanzette con anelli al muro per assicurare le schiave, entrò prima da Lidia, che era incatenata al muro con braccia e gambe divaricate, ed il petto schiacciato contro la parete.

Marilisa si avvicinò, e le disse:-bene mia cara, adesso i ruoli sono invertiti, e ti chiedo se sarai abbastanza brava perché io ti eviti la frusta in pelle di rinoceronte che ho pronta per te.

Lidia sentì che doveva giocare bene le sue carte, e le disse: “Signora la prego, io sono pronta a sottomettermi, non ho mai voluto offenderla, e spero che lei mi accetti come sua schiava”. Marilisa la toccò sulle natiche, e le disse che, la sua dichiarazione non era male, ma si sarebbe aspettata di meglio da una che era stata schiava in una casa di piacere orientale, certo si era evitata la frusta in pelle di rinoceronte, ma comunque il gatto a nove code non era uno scherzo.

Le colpì di traverso le natiche, poi continuò mentre Lidia gridava e supplicava di permetterle di dimostrarle la sua buona fede e che sarebbe stata obbediente, “sarò la vostra devota schiava, padrona, mia signora e padrona, sarò la vostra schiava, il vostro cesso, ciò che vorrete!” Marilisa si fermò, la schiena di Lidia era segnata, le si avvicinò e disse:”sappi che ogni giorno riceverai dei colpi per il mio piacere, ogni prostituta che è qui sarà per te una padrona e non ti concederò nessuna remissione in caso di errori, sappi che ti userò per il mio e altrui piacere e che mi dovrai ringraziare per questo, sono stata chiara?”  “si padrona molto chiara non la deluderò, vedrà che sarò molto obbediente”.

Marilisa aggiunse che avrebbe passato la notte lì in cantina, poi: “fra un po’ verranno a metterti della pomata sulle ecchimosi, e verrai fatta stendere sul pagliericcio, adesso vado ad occuparmi dell’altra schiava”.

Entrò nella cella a fianco dove c’era Elena, la quale era prostrata, era stata legata su un tavolaccio con le gambe incatenate al soffitto, e le braccia al pavimento, degli anelli erano collegati alle catene dei suoi arti. In questo modo era totalmente esposta, infatti la gambe erano spalancate come le braccia, aveva il culo esposto e quindi avrebbe potuto essere frustrata sulle natiche, in mezzo alle gambe, sui seni, ovunque.

Marilisa si avvicinò, Elena aveva un bavaglio, che le impediva di parlare, ma Marilisa decise di interrogarla, e cominciò a chiederle se si sentiva superiore di lei, se lei si sentiva superiore ad una prostituta.

Elena mugolava nel suo bavaglio, allora Marilisa disse: “sei troppo superba per rivolgermi la parola?”. E le diede una staffilata sulle natiche.

Poi si mise sopra la sua testa in modo che Elena vedesse che sotto il gonnellino era nuda, e da lì iniziò a frustarle l’interno delle cosce, poi si spostò di lato e le colpì i seni, al terzo colpo le centrò i capezzoli, Elena si agitava per quanto possibile dai suoi legami, si vedeva dal suo sguardo il terrore e il dolore, poi Marilisa le si mise di fronte e le diede una frustata sul taglio della fica, Elena sbatteva le anche sul tavolaccio, il dolore era intenso, se non avesse avuto il bavaglio il suo urlo avrebbe lacerato ed impietosito il più duro degli aguzzini, stava oramai piangendo di disperazione, ma per Marilisa la punizione quella sera era finita. Le si avvicinò e le disse: “domani io verrò qui da te e tu dovrai aver preparato un bel discorso con il quale ti offrirai a me come schiava totale, e se sarò soddisfatta del discorso forse la tua punizione sarà più lieve di quella di oggi”.  

Poi se ne andò, dopo poco entrò una ragazza, che le lavò tutte le parti intime e la unse con una pomata dove era stata frustata, le tolse il bavaglio, e le disse: “è meglio che cerchi di dormire”, le mise una coperta leggera, e le abbassò la catene in modo che potesse stendere le gambe, le diede da bere una tisana calda, forse drogata, perché Elena si addormentò profondamente.

 

L’indomani mattina, Marilisa entrò nella cella di Lidia, la quale era distesa sul pagliericcio, con una catena attaccata al collare fissata all’anello sul muro ma sufficientemente lunga da permetterle di muoversi, infatti, si era alzata aveva fatto i suoi bisogni nella turca, e si era lavata dal lavandino che era lì a fianco. Lidia aveva esperienza e sapeva che non c’era altro da fare in un simile contesto che sottomettersi, in fondo lei come padrona sarebbe stata altrettanto dura e severa di Marilisa, certo aveva sbagliato con Alex che era sempre stato con lei permissivo, e durante la notte ripensò alla sua iniziazione nel loro viaggio d’oriente, e si disse che se Marilisa saprà rifarle provare le stesse sensazioni, per lei ci sarà comunque il suo piacere, schiava o padrona per raggiungere il piacere non importava il mezzo e dovette ammettere con sé stessa che da quando faceva la padrona non aveva mai più goduto abbandonandosi al piacere come quando era stata la schiava di Lady Domina in quel locale di Hong Kong, e da allora tra l’altro anche Alex non la scopava più con la stessa intensità da quando aveva voluto il ruolo di dominatrice.

Al momento in cui Marilisa entrò, Lidia si mise in ginocchio, con la testa che appoggiava a terra, e appena Marilisa le fu vicino, Lidia le baciò le scarpe. Marilisa le disse: “bene, ogni omaggio è gradito, ma attenta anche se uscirai di qui potresti tornarci in qualsiasi momento”, Lidia “ Si, mia Signora e padrona, sono la vostra umile e devotissima schiava e spero di trovare grazia ai vostri occhi, in modo che possiate degnarvi di usarmi, io sarò onorata di servirvi e di servire chiunque voi volgiate”.

Marilisa parve soddisfatta, e disse alla sua amica “Olga, metti un guinzaglio al collare di questa schiava, la portiamo con noi per una prima prova”. Poi rivolta a Lidia “ seguici a quattro zampe, e non parlare mai, solo se sei interrogata potrai rispondere, hai capito bene?” “Sì, mia Signora e Padrona” rispose Lidia.

Olga seguì Marilisa con al guinzaglio Lidia che le trottava dietro come un cane, entrarono nella cella di Elena, Marilisa si avvicinò e svegliò Elena che ancora dormiva a causa del sonnifero che le avevano dato con la tisana della sera precedente, vide che la tavola e la coperta erano umide, dormendo ed essendo sotto l’effetto dei tranquillanti Elena aveva avuto un problema di incontinenza notturna. Elena si svegliò ma era intontita, fece fatica a mettere a fuoco la situazione e il luogo ove si trovava.

Marilisa l’apostrofò dicendole “Allora hai finito di fare la bella addormentata?, su rispondi cosa hai meditato questa notte?”

Elena essendo ancora non completamente sveglia cercò di raccogliere le idee, ma fece fatica, biascicò un:”che succede dove sono”, che le valsero una nuova punizione, venne girata e fissata sulla panca con le natiche esposte, e ricevette una dose di scudisciate che la fecero svegliare del tutto, e rendendosi conto di dove era e di cosa era successo la sera prima, cominciò a supplicare e a chiamare Marilisa padrona, di risparmiarla, che sarebbe stata buona e avrebbe obbedito ai suoi ordini. Ma la punizione proseguì.

Alla fine Marilisa disse” schiava, non sei molto sollecita, hai bisogno di essere istruita meglio, perciò resterai ancora qui un po’ di tempo, nel frattempo pulirai questa cella e soprattutto la panca che hai bagnato con il tuo piscio ti lasciò qui la signorina Olga che sarà la tua padrona fino a quando non ti riterrò degna di essere condotta al mio cospetto”.

 

Marilisa se ne andò, portandosi dietro Lidia, che la seguiva docilmente come un cagnolino. Salirono, dove un paio di ragazze stavano preparando la colazione, mentre il resto della casa era ancora addormentato, Marilisa condusse Lidia nella sua stanza, le tolse il collare e la portò in bagno la lavò, dopo averle fissato le mani sopra la testa ad un asta che era infissa sopra la vasca, e le spiegò che le schiave non si lavano da sole mai, verrà deciso dalle loro padrone quando lavarsi, saranno punite tutti i giorni, e saranno usate dai vari eventuali clienti che le richiedano, non possono rifiutare nessun tipo si prestazione, perché sono inferiori alle prostitute, loro sono le schiave delle prostitute, perché sia ben chiaro le spiega tutto questo, Lidia aveva capito, venne lavata e depilata del ciuffo che portava davanti, non ne aveva alcun diritto, una schiava è integralmente nuda.

Poi una volta lavata e asciugata, le rimise il collare con il guinzaglio le slegò i polsi, e se la portò dietro fino in cucina, lì Marilisa si sedette, e la fece accucciare accanto a lei, le ragazze la servirono e portarono una scodella con del caffèlatte anche per Lidia che deposero a terra, Lidia si mise a lappare come fosse un animale.

Poi rivolta ad una delle ragazze che aveva finito di fare colazione, le chiese se voleva portare la sua schiava fuori in cortile per fare i suoi bisogni, comunque se non farà i bisogni un po’ d’aria fresca le farà bene.

La giovane, che si chiamava Sabrina, si portò dietro Lidia che la seguì docilmente, uscirono nel cortile, così Lidia se rese conto che erano in aperta campagna, in una zona molto isolata, lì sul ghiaino le facevano male le ginocchia ma non osò certo protestare seguì la sua padrona di turno che la portò dietro alla casa, dove c’era un prato bellissimo, sull’erba si potava muovere meglio era come su un soffice tappeto.

Sabrina si fermò allora Lidia voltò la testa per guardarla per capire cosa aveva in mente o se volesse qualcosa da lei, e la ragazza, le toccò le natiche l’accarezzò un po’ tra le cosce tanto da farla inumidire, e le disse:”questa cagnetta non sarà in calore, perché altrimenti dovremo segregarla, e poi quando sono in calore le cagne sono così fastidiose” Lidia ebbe timore che volesse riportarla in cantina allora le si accovacciò ai piedi leccandole le scarpe, per dimostrare la sua devozione.

La ragazza raccolse un bastoncino glielo mise davanti al naso e le disse di andarlo a prendere, slacciò il guinzaglio e lanciò il bastoncino, Lidia andò a prenderlo e lo riportò alla padrona come avrebbe fatto un cane ben addestrato.

Quando Sabrina l’ebbe tra le mani, Lidia si rimise in posizione per andarlo a riprendere facendo capire con il suo modo di fare alla padrona di aver capito il gioco e di essere pronta a rifarlo, Sabrina la guardò, e disse “vuoi giocare?”  Lidia rispose abbaiando due volte. Sabrina pareva soddisfatta, e lanciò il bastoncino che Lidia corse a raccogliere e riportare. Lo fece almeno una decina di volte, poi Sabrina disse a Lidia di mettersi eretta sedendo sui talloni, voleva parlarle, e le disse: “voglio che tu risponda alle mie domande adesso, e cominciamo con la prima, posso contare sulla tua obbedienza anche in altre circostanze e non solo come adesso quando siamo sole?”

Lidia” si certo padrona”

Sabrina” la Signora Marilisa mi ha detto che sei già stata sottomessa una volta anni fa, e mi ha incaricato di perfezionarti, io ho dei clienti esigenti, forse verrai prostituita è un problema per te questo?”

Lidia “no padrona, mi sottometterò a chi vorrete voi”

Sabrina “brava, dimmi sei stata inculata spesso recentemente?”

Lidia “no padrona, recentemente non molto spesso”

Sabrina” ti voglio molto disponibile con uomini e donne, e voglio che tu sia cosciente di chi sei e cosa sei allora definisciti per me, voglio sentirti dire cosa sei, e usa dei termini espliciti”

Lidia “mia signora sono una schiava, la più abbietta delle schiave, sono indegna anche solo di stare alla vostra presenza e spero mi farete l’onore di punirmi perché oso anche solo aver pensato di potervi essere utile, sarà un grande onore per me essere la vostra schiava e prostituta”.

Sabrina” no, non una prostituta, tu non hai diritto ad un tale titolo che devi considerare nobilitante, dimmi che sei una lercia fogna, sarai il mio cesso, la mai carta igienica, e che lo prenderai in culo anche dai cani se te lo ordino”

Lidia “ si padrona, sono una lercia fogna senza diritti, spero che mi permetterete di servirvi come meglio credete, lo prenderò nel culo anche dai cani, padrona usatemi come carta igienica sarà un onore per potervi leccare anche solo per ripulirvi”

Sabrina: “ bene adesso credo che sia chiaro, tutti questi intenti verranno messi in pratica e spero per te che sarai all’altezza di soddisfarmi”.

Lidia non rispose sapeva che il discorso era chiuso. Sabrina si sedette a terra sollevò la gonna e disse a Lidia di leccarla, Lidia prontamente si ficcò con la testa tra le sue gambe a leccare con passione la passerina della sua padrona di turno.

 

Nel frattempo, Olga stava dietro a Elena con una paletta in mano, mentre Elena si dava da fare a lavare la cella, la giovanissima fanciulla la sorvegliava con atteggiamento minaccioso, e ogni tanto la colpiva con la paletta, così tanto per farla sobbalzare, le piaceva vedere la giovane donna dimenare il culo ogni volta che la colpiva, perché le faceva male, e le disse che poteva guaire come i cani se sentiva dolore, se avesse osato solo usare un verso umano l’avrebbe frustata con la frusta in pelle di rinoceronte, e quella era davvero terribile, le avrebbe lasciato delle cicatrici.

Elena era terrorizzata, non sapeva più cosa dire per ottenere un po’ di tregua, certo è che l’essersi confidata con Gianni su quello che pensava delle prostitute fu un terribile errore, adesso quella troia di Marilisa si stava vendicando.

Olga, appena Elena ebbe finito, le disse di rimettersi sulla panca, la incatenò di nuovo e la frustò sui seni e nell’interno delle cosce, Elena urlò tutto il suo dolore e supplicò di darle tregua, giurava che sarebbe stata obbediente che si sarebbe sottomessa, chiese perdono e non sapeva nemmeno di cosa, tutto purchè non la torturassero così orribilmente.

Olga dopo una decina di minuti di fustigazione si fermò, si mise a cavalcioni della testa di Elena e le disse onorami, non portava mutande sotto il gonnellino nero di pelle, e la fica era perfettamente depilata, considerando anche la sua giovane età e la sua pelle perfetta, era piacevole eseguire l’ordine, Elena si impegnò a darle piacere con il massimo gusto.

Riuscì a portarla all’orgasmo, e la ragazza si sedette sulla bocca di Elena, che le risucchiò tutto, poi restò lì e alla fine Elena si sentì inondare dal liquido della ragazza, le stava pisciando in bocca, fece del suo meglio per non perdere nulla di quello che la bella Olga le stava dando, voleva dimostrarle la sua totale sottomissione, e sperava anche che così si mitigassero le sue sofferenze, era meglio farsi pisciare addosso che essere frustata all’interno delle cosce.

Quando Olga ebbe finito, la slegò e le disse di lavarle bene le parti intime, con la lingua, poi le permise di sciacquarsi.

Elena restava in ginocchio, ai suoi piedi e allora Olga la volle far alzare, e le diede un bacio in piena bocca penetrandola con la lingua, Elena si arrese subito dimostrandosi vogliosa di quel bacio, la giovane le disse che era stata brava prima a farla godere, le era piaciuto il suo impegno. Spero che la Signora ti lasci a mia disposizione penso che mi divertirò molto con te. “Ma tu sarai veramente sottomessa e obbediente?”

Elena le disse che era certo indegna e non era molto brava ma si sarebbe applicata per diventare una schiava migliore se lei glielo permetteva, e avrebbe voluto solo servirla, non chiedeva di meglio.

Olga disse che prima o poi verificherà se dice la verità, al momento la lasciava, e sarebbe tornata per portarle da mangiare. Elena si inginocchiò con la testa sul pavimento e strisciò ai piedi di Olga e le leccò gli stivaletti, Olga apprezzò il gesto.

Dopo un paio d’ore, durante le quali Elena riflettè intensamente a come soddisfare quella terribile padrona di Marilisa, di cosa dire, come dirlo, perché non pensava di poter resistere a lungo in quelle condizioni, alla fine si trovò a desiderare il ritorno di Olga, le mancava, si sentiva come quando era stata innamorata e il suo ragazzo non poteva andare ai suoi appuntamenti o era in ritardo, si sentiva stringere lo stomaco, pensò di essere impazzita, sembra che mi sia innamorata di una donna, anzi di una ragazza, che avrà appena diciotto anni, ma bellissima e così sensuale nel muoversi, sentiva l’imperioso desiderio di leccarle gli stivali ma non solo quelli, anche il suo odore e sapore le era piaciuto, se lo sentiva continuamente addosso anche se l’aveva fatta lavare, lei aveva quell’odore nella sua mente.

Quando Olga tornò con una ciotola da cani in mano, subito Elena si precipitò ai suoi piedi e le baciò le scarpe, aveva cambiato look, adesso portava una minigonna rossa molto elegante con una camicetta rosa, calze e scarpette rosse di raso. Olga le diede un calcio, e le disse “stai lontana mi rovini l’abbigliamento, e ho un appuntamento con un cliente, tieni mangia” poggiò a terra la ciotola che conteneva una specie di brodo con dentro del pane inzuppato.

Elena la guardò con aria supplichevole, e allora Olga si sciolse un po’ e le disse: “vuoi parlarmi? allora fallo!”, “si padrona grazie, io credo che dovrebbe punirmi subito per aver osato baciarle le scarpe e non mi ero resa conto che si potevano rovinare, ma è giusto che mi punisca la prego, e voglio dirle che l’amo mia signora e padrona e che le sarò eternamente devota, mi insegni a essere una buona schiava la prego”

Olga rimase un po’ sorpresa, “tu mi ami?”  “Si mia signora e padrona, mi sono accorta che quando ve ne siete andata ho sentito la vostra mancanza e ho atteso con ansia il vostro ritorno”.

Olga rimase perplessa, fece alzare Elena, e la baciò, le infilò la lingua in gola quasi, ed Elena si abbandonò tra le sue braccia, come sentì la mano di Olga verso l’inguine aprì le cosce, era bagnatissima.

Olga si rese conto che era vero che si dava così come si fa con l’amante, allora forse c’era della sincerità in quello che diceva, era piacevole, per lei sentirsi amata e adorata, questa probabilmente era la prima volta che le succedeva un fatto simile, forse avrebbe potuto sfruttare questa nuova situazione, e poi essere amate da una donna o da un uomo che differenza fa, sempre amore è. E forse anche lei provava qualcosa per questa donna, che è anche bella, benché non capisca perché sia finita lì.

“Senti, ti metterò alla prova, per verificare la tua sottomissione e il tuo amore che mi hai appena dichiarato, ma se mi inganni te ne farò pentire amaramente, mi hai capito”

Elena rispose: “ io non so cosa mi succede, ma ti giuro che mi sono accorta che desideravo il tuo ritorno e questo per me è il sintomo chiaro che ti amo, e non sto mentendo e pur di stare in tua presenza sarei disposta a qualsiasi cosa”.

Olga le sussurrò a denti stretti, “ sono la tua Signora e Padrona e se mi dai del tu ancora senza il mio permesso userò su di te la frusta in pelle di rinoceronte, mi hai capito?”  Elena rispose subito “ mi perdoni mia signora mi sono forse distratta dall’entusiasmo di esprimere il mio sentimento, le prometto che non succederà più, sono pronta a subire la frusta di rinoceronte per la mia mancanza se non mi scaccia e mi accetta sarà un premio più grande della punizione che mi vorrà infliggere”.

Olga le ordinò di mettersi sulla panca, e le disse che non sarebbe stata legata, ma lei doveva sopportare la punizione senza sottrarsi, malgrado che essendo libera da legami o catene potrebbe scappare, deve sopportare la punizione e muovere il culo per lei facendole capire quanto le fa male e quanto è grata alla sua padrona per la punizione, se farà questo la accetterà come sua schiava e chiederà alla signora Marilisa di portarla su oggi stesso.

Elena prese posizione, si mise sulla panca con le gambe ai lati, ed il busto appoggiato alla panca, si tenne con le mani alle gambe di ferro della panca e inarcò le natiche in una muta offerta alla sua giovane aguzzina.

Olga prese una frusta di cuoio, era una frusta fata con un cuoi morbido di pelle di vitello, non sarebbe stata in grado di ferire se usata con attenzione.

Olga le ordinò di contare i colpi e di ringraziarla ad ogni colpo. E il primo si abbatte sul rotondo posteriore di Elena ben offerto quale bersaglio per la bellissima e stupenda padrona della quale si era infatuata o innamorata ma in quel momento voleva piacerle, contò: “Uno, grazie padrona… due, grazie padrona” e ogni volte ancheggiava con le sue natiche dopo venticinque colpi, Olga le si avvicinò e le chiese “mi ami ancora schiava?”, “ sì mia Signora, vi adoro ancora di più, voi siete la mia dea e vi venero come tale”,  Olga disse: “allora te ne darò ancora altrettanti colpi, che ne dici?”  “ Vi ringrazio mia signora”.

Olga le toccò il sesso ed Elena ancheggiò offrendosi, era bagnata, era lì con tutte le sue parti intime esposte che roteava per favorire la penetrazione delle dita di questa giovanissima ragazza che l’avrebbe maltrattata ancora a lungo, ma desiderava compiacerla, Olga ricominciò e la frustò ancora con venticinque colpi,le natiche di Elena erano oramai di un rosso scuro, in alcuni punti c’erano delle piccole ferite e qualche goccia di sangue le decorava, appena le ebbe dato l’ultimo colpo Olga le penetrò nella fica con le dita portandola  all’orgasmo, fu una cosa rapidissima tanta era l’eccitazione di Elena.

Terminata la punizione, Olga mise dell’unguento sulle natiche martoriate della sua schiava, poi la incatenò alla panca e le disse che sarebbe rimasta così fino al suo ritorno.  

 

Olga tornò tardi nella notte, e si infilò nella Camera da letto di Marilisa, che si stava lavando sotto la doccia, la giovane si spogliò e s’infilò nella doccia, Marilisa sorrise e disse:”la mia piccola puttanella ha fatto un altro centro, sai che con questo cliente fisso stai tirando su tanti di quei soldi che quasi, quasi, potremmo mantenerci solo con lui?” Olga la toccò in mezzo alle gambe e cominciò a baciarle il seno, Marilisa si rilassò e si lasciò guidare verso il godimento che la giovane le sapeva dare, poi proseguirono ancora bagnate uscendo dalla doccia e finirono nel grande lettone, Olga sapeva come farla impazzire erano oramai tre anni che la faceva godere ed era ancora la sua favorita, lo era così tanto che ne era divenuta la collaboratrice indispensabile oltre che la puttana più richiesta, e sapeva come far perdere la testa a Marilisa.

Poi appagate si coricarono l’una nelle braccia dell’altra, e allora Olga le disse che voleva la schiava Elena per sé, l’avrebbe addestrata personalmente, non solo finchè restava in cella ma anche quando l’avrebbe portata su, e voleva disporne a suo piacere senza interferenze, infatti aveva deciso che l’avrebbe prelevata già quel giorno e voleva portatesela al prossimo appuntamento.

Marilisa le chiese se era sicura del fatto suo e che avrebbe potuto già averne il controllo, e Olga si limitò a sorridere, le mise una mano sul sesso e le infilò la lingua in bocca, Marilisa come ogni volta assaporò la voluttuosa sensazione di quel bacio, e quando Olga si staccò le disse: “Dubiti delle mie capacità?” Marilisa rispose “No, non dubito, anzi sono certa che ce l’hai in pugno, almeno quanto hai in pugno me”.

Olga disse: “ma non ti ho in pugno, siamo amiche noi”, e di rimando Marilisa:”Si è vero ma se tu me lo chiedessi mi farei anche frustare da te, e ti leccherei i piedi strisciando e supplicando”.

Olga sorrise e la baciò, poi disse “chissà forse un giorno te lo chiederò”, e Marlisa, si accasciò travolta da una nuova ondata di eccitazione e calore.

 Olga sapeva come far perdere la testa alla padrona Marilisa che nelle sue mani diventava la più docile delle amanti, e dopo averla fatta godere  la tenne nelle sue braccia fino a che si addormentò.

Al mattino Olga entrò nella cella di Elena la quale era ancora lì incatenata dal giorno prima oramai non sapeva più quanto tempo fosse trascorso, aveva completamente perso ogni cognizione era indolenzita, tutto le faceva male.

Era comunque in uno stato comatoso come se fosse in un sogno misto tra dolore e perdita di coscienza era come se si librasse nell’aria ubriaca e incapace di ogni controllo.

Olga la slegò, prese un secchio d’acqua e lo buttò addosso alla sua schiava la quale durante la notte aveva perso il controllo di sé urinando sulla panca dov’era incatenata, Elena si svegliò ma non riusciva a muoversi da tanto i suoi arti erano doloranti per la costrizione prolungata a cui era stata costretta. Elena non sapeva cosa fare questa svegliata improvvisa con la secchiata d’acqua  l’aveva destata a sufficienza da rendersi conto che la sua padrona era lì, ma non riusciva a muoversi, allora Olga le si avvicinò la toccò piano e con dolcezza le disse di non preoccuparsi era normale che facesse fatica e che l’avrebbe aiutata e infatti l’aiutò a tirarsi su, la mise a sedere e iniziò a massaggiarla sulle spalle prima, poi passò ai piedi, e le disse di provare ad alzarsi, la sostenne e con l’aiuto della padrona Elena riuscì a sollevarsi era però ancora molto insicura sulle gambe, Olga la prese per la vita le disse di passarle un braccio sulle spalle che sarebbe presto stata in grado di muoversi intanto andiamo a farci una bella doccia.

Salirono nella stanza di Olga  e fecero la doccia assieme, Olga lavò con cura la sua schiava, parlandole continuamente, dicendole che aveva avuto il consenso di Marilisa e che lei sarebbe stata la sua schiava fino a quando il marito non verrà a prenderla, Elena si sentì di dirle che voleva essere la sua schiava per sempre e che l’avrebbe servita devotamente di non rimandarla dal marito. Allora Olga le disse di non parlare mai così, una schiava non “vuole”, perché deve solo obbedire e soddisfare i suoi padroni, sempre chiunque essi siano, e questo deve essere chiaro perché è così che deve essere, le disse che l’essere schiava è nella sua natura altrimenti non ci proverebbe nessun piacere ed invece a venire dominata ci gode, allora perché continuare a volere e non a fare il volere dei padroni, è più facile e lei era lì per addestrarla.

Elena capì il discorso ma le disse che lei l’amava non aveva trovato nulla di così piacevole come essere dominata da lei e che lei era la sua vera padrona, lo sentiva che non avrebbe mai provato nulla di simile con gli altri.

Olga le rispose di avere fiducia presto saprà trarre godimento anche con un estraneo e senza amore solo per il piacere della sottomissione.  

Elena era perplessa, non credeva di riuscire a sottomettersi a chiunque, era ovvio che era masochista, le piaceva essere dominata,ma finora tutte le persone che l’avevano dominata e fatta godere erano persone di cui si era innamorata in qualche modo,  si chiese se si sarebbe innamorata di chiunque avesse la capacità di sottometterla, era forse pazza da non rendersi conto se era amore, in fondo anche gli altri a loro modo avevano dimostrato di amarla anche Lidia, e i suoi ragazzi o era solo dovuto agli ormoni impazziti che facevano sembrare tutto ciò amore.

 

Dal giorno dopo, Elena andò con Olga presso dei suoi clienti, e per tre settimane fece dei giochi di sottomissione i primi sotto Olga e poi piano, piano anche sotto il dominio dei vari clienti uomini e donne che fossero, si rese conto che benché non provasse amore per loro le procuravano comunque piacere le sue prestazioni, e Olga era molto felice di lei, e glielo faceva notare dicendole che era molto fiera e alla sera godevano assieme nella camera di Olga come se tutto il resto del mondo non esistesse.

Olga la sottometteva e la puniva solo durante gli incontri con i clienti mentre nella casa erano più come delle amiche, anche se Elena in presenza delle altre ragazze si dimostrava sempre premurosa e sollecita ai cenni e agli ordini  della sua padroncina. La sua sottomissione era sincera, e le piaceva essere la prostituta della sua padroncina Olga.

Nel frattempo Lidia veniva molto richiesta, e sembrava che Marilisa riuscisse ad avere agganci sempre con clienti che richiedevano coppie di ragazze di cui almeno una sottomessa, Sabrina era una ragazza molto brava capace di farle male di dominarla non al come quella domina di hong Kong ma per la sua giovane età si stava dimostrando praticamente di livello chissà con la pratica quanto riuscirà a migliorare, Aveva clienti di tutti tipi e spesso erano uscite per andare in Ville di persone molto ricche quasi tutti stranieri per fortuna si disse Lidia, diminuivano i rischi di incontrare persone che la conoscevano, ma forse non era nemmeno un caso, e per la maggior marte si trattava di clienti medio-orientali, Nord africani, giapponesi.

C’erano anche anglosassoni, e Francesi, ma erano veramente pochi, i mediorientali erano quelli che prediligevano i giochetti di sottomissione e probabilmente Marilisa doveva disporre di un sistema di agganciare questi clienti molto ben oliato.

Un paio di questi clienti se le tennero per una settimana a bordo di uno Yacht, in giro nel mar tirreno, venne frustata quasi tutti i giorni, la fecero montare da tutta la ciurma dopo che i due ricchi signori se erano stufati di farle di tutto, l’avevano presa in tutti i modi, davanti dietro in bocca, poi la consegnarono all’equipaggio, su suggerimento di Sabrina che si stava dimostrando una padrona molto perversa. Soddisfare quei otto marinai fu un’impresa, dovette cominciare per ordine gerarchico, dal capitano al mozzo.

Un’atra prestazione di livello che durò qualche giorno in meno, perché arrivarono in quella Villa isolata al giovedì e non se ne andarono fino al lunedì, era una coppia, lei era americana lui un nobile italiano, lei era sado-maso, poteva svolgere entrambi i ruoli, e quando poté soddisfarsi abbastanza nel dominare Lidia, si lasciò invece sottomettere da Sabrina, il marito invece era  in modo particolare un amante voyeur, gli piaceva molto vedere la sua donna dominare e poi quando si era eccitato la scopava, non aveva mai avuto rapporto con nessuna di loro due solo con la moglie, ma si scatenò sulla moglie soprattutto quando la vide strisciare ai piedi di Sabrina, lì divenne così arrapato che quando la prese la moglie ululò per il modo in cui l’aveva inculata.

Al sabato ricevettero degli amici, che si unirono a loro e ne uscì un’orgia collettiva, la mogie e Lidia erano state costrette a ricevere nude con calze  reggicalze  grembiulino tutti gli ospiti all’ingresso, e Sabrina le faceva marciare a colpetti di scudiscio sulle natiche, gli ospiti che si aspettavano di venire a fare un orgia sì ma con quella variabile di assistere ad uno spettacolo fuori programma con una dominatrice che trattava la padrona di casa come una schiava aveva fatto eccitare un po’ tutti, anche alcuni uomini vollero essere sottomessi, da Sabrina, Lidia avrebbe tanto desiderato mettere sotto di sé qualcuno di quelli e riprendere un ruolo attivo, ma non le fu consentito quando lo propose a Sabrina, anzi venne punita per averlo chiesto.

Le Signore e amiche della padrona di casa invece avevano preso gusto a dare ordini alle due schiave e soprattutto alla padrona di casa, che fu sottoposta ad una sculacciata collettiva, e malgrado l’opposizione del marito, venne inflitta da tutte le signore, oramai il gioco era iniziato e la mogie gli disse che non sarebbe stato sportivo tirarsi indietro, venne legata su una poltrona con le natiche esposte e a turno ogni donna le diede qualche colpo di padule, poi a turno la incularono mettendosi ai fianchi un cazzo finto di discrete proporzioni.

L’orgia si interruppe verso il mattino della domenica fu ripresa nel tardo pomeriggio dello stesso giorno e si protrasse fino a tarda notte quando tutti furono crollati. Sabrina e Lidia ripartirono solo nel pomeriggio del lunedì, perché era necessario recuperare.

E altri incontri più o meno spinti avvennero per la bella signora Lidia, venne anche ricostretta a fare il cane per Sabrina alla presenza di un certo numero di persone in una villa vicino alla sua, dove c’era suo marito Alex presente, per fortuna lei aveva una maschera perché in quell’occasione c’erano diverse persone che comunque la conoscevano di vista, e questo sarebbe stato un serio problema se fosse emerso che una signora dell’alta società moglie di un noto professionista si prostituiva.

Venne fatta girare a quattro zampe e fu palpata mentre si strusciava sulle gambe di qualche persona i quali affondavano le dita nei suoi buchi, si divertirono a farla bere e mangiare in una ciotola la seguirono all’orchè dovette fare i suoi bisogni in giardino, poi fu presa e scopata da almeno sette otto persone davanti e dietro, tutte queste cose comunque la eccitavano.

Nel frattempo Elena con l’eccezione di un trattamento  da cagna dovette fare diverse prestazioni similari, i clienti non mancavano, c’erano richieste di vario genere, e festicciole allegre, alle quali persone ricche e annoiate si rivolgevano a Marilisa per fornire loro ragazze allegre e Olga era una chicca giovane bellissima e con una schiava devota che si portava dietro al guinzaglio era il massimo anche per molti di questi giovani ricchi viziati, come coppia funzionava perché vennero richieste più volte dalle stesse persone.

Elena era così sottomessa e calda che faceva impazzire questi ragazzi, d’altronde anche con l’addestramento avuto da Lidia si era talmente sbloccata da essere diventata bravissima era in grado di fare sentire un toro anche chi non lo era, e con le ragazze le faceva godere come non si sarebbero sognate mai, e nemmeno lei fino a pochi mesi prima era diventata abilissima con la lingua una lesbica non avrebbe fatto di meglio, ma lei non era lesbica amava con tutta se stessa forse recuperando per tutti quegli anni che non aveva potuto.

 Questi ragazzi benestanti erano particolarmente perversi ed arroganti, e avevano anche delle ragazze con loro che rivaleggiavano in quanto a perversione, a loro piaceva disporre di una prostituta,così sottomessa che arrivava in villa vestita di una gonna e una camicetta e appena entrata la sua padrona, la metteva subito nuda, la portava spesso dentro già nuda perché se avevano un parco la faceva spogliare già in auto prima di scendere, così da entrare in casa con la schiava nuda, poi tutti volevano toccarla per saggiare il fisico, spesso i ragazzi volevano sapere quali erano le sue qualità e lei in ginocchio doveva elencare cosa le faceva fare abitualmente la sua padrona, spesso inventavano delle gare per chi poteva sculacciarla, ovviamente Olga non permetteva loro di usare la frusta, solo la sculacciata, se volevano una fustigazione dovevano accontentarsi di guardare, solo lei la frustava, non voleva che gliela rovinassero, se non si sa usare la frusta si possono procurare delle lesioni gravi, ci vuole gente esperta e capace di controllarsi.

Una sera Olga la sottopose ad una seduta di fustigazione iniziando prima con il padule, per riscaldarla e poi passando ad un gatto a nove code, Elena doveva però mantenersi in posizione senza essere legata, la padrona le aveva imposto di ringraziarla ad ogni colpo, e di agitare anche il culo come ringraziamento, questo spettacolo aveva avuto un certo successo, poi Olga le infilò un borsellino fatto a sacchetto, come quelli usati nel medievo nel culo, e le ordinò di passare da ogni spettatore, baciargli i piedi e voltargli le spalle sollevare il culo in modo che questo potesse infilare delle monete di denaro nel borsello che le sporgeva dallo sfintere, e questo con tutti i spettatori, fu una cosa terribilmente umiliante per lei, ma i ragazzi si divertirono un mondo e alla fine ricevette un applauso, poi tornò dalla sua padrona, che gli estrasse il sacchetto pieno di monete dallo sfintere, la quale disse vedete che anche se vado in giro con vestiti senza tasche so sempre trovare un modo per riporre il borsellino. In fondo una schiava è più utile di quanto si pensi, e siccome aveva bisogno di andare al bagno, la costrinse ad aprire la bocca mentre lei avvicinò il suo pube alla bocca aperta di Elena appena le si fu appoggiata inizio a pisciare, Elena inghiottì tutto senza una protesta e appena Olga ebbe finto la leccò per ripulirla. Era umiliante essere usata in quel modo, ma era altrettanto eccitante questa sorta di costrizione ad essere nelle mani di questa padrona che voleva ed esigeva da lei la totale sottomissione.      

A Elena questa vita piaceva, e non voleva saperne di tornare a casa, Olga però le spiegò che avevano un accordo con suo marito, e che a settembre comunque lei sarebbe dovuta tornare a scuola, voleva finire gli sudi che grazie a Marilisa e a sua sorella che l’aveva accolta in casa poteva proseguire i suoi sogni e non rischiare di venire espulsa, quest’anno devo fare la maturità e poi mi iscriverò all’università così, spero di poter fare una vita diversa, sai questo lavoro non lo si può fare per sempre ed è meglio garantirsi il futuro.

Vedrai adesso che hai imparato ad essere una brava schiava renderai tuo marito felice, e noi ci rivedremo, sicuramente l’anno prossimo, sono certa che tuo marito ti riporterà qui, per una nuova esperienza con me e poi quando sarò all’università chissà magari potrei venire a trovarvi, e quindi ci rivedremo se sei d’accodo, ne parleremo con tuo marito.

Così il tempo passò ed Elena oramai consapevole del suo ruolo, pensò al seguito che la storia potesse avere e supplicò la sua padrona di parlare con suo marito, in modo che possano rivedersi se lo volesse.

Olga parlò con Gianni al telefono quel giorno stesso per accordarsi nel venire a riprendersi la sua moglie schiava, e gli chiese un incontro preliminare prima di riconsegnargli la schiava, Gianni accettò, e infatti si incontrarono e Olga non solo gli diede tutte le indicazioni in merito al trattamento al quale aveva sottoposto Elena, ma anche dell’evoluzione del loro rapporto, Gianni ne fu interessato e prese nota di tutto. Olga gli consigliò di essere duro con Elena per toglierle qualsiasi volontà, perché questi capricci sulla relazione che si è venuta a creare con lei non vanno bene, forse l’anno prossimo se lui è d’accordo lei alla fine della scuola e dovendo iscriversi all’università forse poteva venire a trovarli a Milano e restare con loro e continuare a perfezionare l’addestramento di Elena.

Olga e Gianni passarono alcune ore assieme e lui era anche un bell’uomo e per consolidare il loro accordo, pensò che avrebbero potuto farlo con una scopata, Gianni ne fù entusiasta e quindi trascorsero il tempo che li separava dall’ora di andare a prendere Elena facendo l’amore con grande passione.

Elena nel frattempo era lì che attendeva l’arrivo del marito con ansia, le dispiaceva dover lasciare quella casa bordello, e di conseguenza si sentiva triste, ma sapeva che non avrebbe dovuto deludere Olga e si doveva presentare a Gianni nella sua totale sottomissione. 

Sì certo lei era la schiava, ma chi è sottomesso non dirige forse il gioco traendo il piacere dalla sua stessa condizione e condizionando il piacere del dominatore che senza l’altro non potrebbe avere.

 

Gianni arrivò , ed Elena vedendolo provò un brivido, e un forte batticuore, in fondo lui era l’uomo che aveva sposato, e benché avesse provato un perverso piacere nel sottomettersi ad Olga le restava ancora l’amore per il marito, avrebbe voluto avere entrambi da servire, ed era grata in fondo di quanto era accaduto, soprattutto a Gianni che aveva architettato tutto ciò con l’aiuto di ALex e Lidia, in fondo non sono forse riusciti a risvegliare la sua sensualità e sessualità, e di questo deve essere grata per sempre a Gianni e come ringraziarlo se non con la sua devozione?

 Ecco cosa pensava e per questo andò ai suoi piedi e si mise con la bocca appoggiata alle sue scarpe per dimostrargli di essergli sottomessa, sarebbe tornata a casa con lui e lo avrebbe servito e venerato su questo non voleva più avere dubbi.

Gianni le disse che aveva parlato con Olga e del fatto che lei apprezzava la sottomissione soprattutto se veniva da una donna, per questo si erano accordati e volendo anche soddisfare le sue aspirazioni Olga appena possibile sarebbe venuta ad abitare da loro, e continuato gli studi in una scuola della loro città, le disse che sarebbe stata proprio lei a doversi interessare dell’iscrizione della ragazza appena tornati a casa, nel frattempo avrebbero cercato con Marilisa il modo migliore per regolarizzare ufficialmente la posizione della ragazza, forse anche adottandola, se necessario.

Nella realtà però noi sappiamo che lei viene da noi con il compito di padrona per lei che era sua moglie e schiava, ma lui l’amava ed era disposto a condividerla perché lei vivesse pienamente il suo ruolo con la sua massima soddisfazione.

Elena solerte ringraziò il marito con grande sottomissione e piacere per la notizia, e gli promise che sarebbe stata la più devota delle schiave, avrebbe soddisfatto tutti i desideri e ordini senza discutere per sempre.

Gianni allora mise la borsa a terra e le disse di vestirsi, le aveva portato delle calze autoreggenti, una gonna e una camicetta, c’era anche un golfino di cotone se eventualmente il tempo cambiava e le disse che aveva omesso di portare le mutandine perché da quel giorno non le avrebbe più usate, fatto salvo eccezionali occasioni che loro come padroni avrebbero ritenuto opportune,

Elena si vestì, e dopo circa tutto quel tempo che era praticamente nuda, le sembrò quasi strano, si mise davanti allo specchio della camera e si rimirò, sì, si sentiva strana, ma si sedette sollevando la gonna sullo sgabello e si truccò per uscire, appena fu pronta raggiunse il marito e Olga, loro le dissero che prima di andarsene, si sarebbero fermati per assistere ad uno spettacolino che Alex aveva programmato per Lidia.

 

Andarono quindi in uno dei salottini, dove Lidia ancora nuda e tenuta al guinzaglio aspettava l’arrivo di Alex, il quale si era attardato a parlare con Marilisa per definire alcuni dettagli, Elena entrò e su invito di Gianni si sedette vicino a lui su un divano, a fianco li raggiunse anche Olga, quindi lei era in mezzo ai suoi padroni.

Lidia in ginocchio con le natiche rivolte verso l’ingresso non aveva visto chi entrava, e aspettava pazientemente l’ordine di voltarsi da parte di Sabrina, che era stata la sua padrona in questo periodo.

Appena entrarono Alex e Marilisa, Sabrina ordinò a Lidia di girarsi per andare a salutare il suo padrone che era arrivato.

Lidia obbediente eseguì, e andò come già aveva fatto Elena prima con il proprio marito a rendere omaggio  ad Alex.

 

Alex la lasciò fare, poi si sedette su una poltrona, e le disse di ascoltarlo attentamente, siccome aveva in questo periodo dei sospetti di infedeltà da parte sua, aveva fatto una piccola indagine, e quindi adesso sapeva parecchie cose, che ovviamente cambiavano la loro situazione, lei alla quale lui aveva concesso la possibilità di avere rapporti anche con altri uomini ma ovviamente in giochi in cui entrambi fossero coinvolti, aveva oltre che con il geometra avuto altre relazioni, di cui era venuto a conoscenza ed aveva delle prove di questo era inutile che lo negasse e le fece il nome anche del suo amante.

Lidia non rispose e abbassò la testa, anzi andò a baciare le scarpe del marito un’altra volta, lui le disse, che per questo suo comportamento riteneva giusto che lei rinunciasse a tutte le sue pretese ad essere trattata come una moglie, la voleva in totale stato di schiavitù dimenticarsi i giochetti in cui faceva la dominatrice, e intendeva al fine che lei espiasse per il suo tradimento sottomettersi ad una padrona che lui le avrebbe trovato per un anno intero.

Voleva sapere se accettava queste condizioni. Lidia era totalmente sconvolta ma si fece forza sapeva che era in torto e amava Alex, prima di tutto si scusò ma se lui le avesse lasciato il tempo gli avrebbe spiegato perché erano avvenuti quei tradimenti non voleva tradirlo, altri erano le ragioni, non era nemmeno una questione di piacere… lui la zittì dicendole che sapeva anche i motivi per cui l’aveva fatto, ma non era questo che voleva da lei adesso, voleva una risposta se accettava o meno le condizioni e senza sapere in anticipo chi sarà la sua padrona che lui le aveva scelto.

Allora Lidia disse: “Sì, accetto tutte le condizioni”.  Ecco ad un gesto di Alex, Marilisa introdusse una giovane donna molto avvenente per la verità e molto elegante, che Elena non conosceva, ma che gli altri salutarono, eccetto Lidia che si lasciò scappare un: Oh, Claudia noo che le si strozzò in gola.

Alex le disse di salutare la sua padrona alla quale l’aveva destinata. Lidia lo guardò supplichevelo e riuscì a dire questo è troppo crudele, ti amo, ti prego, è troppo crudele.

Claudia era immobile in paziente attesa con un sorriso crudele dipinto sulle labbra, si gustava la scena, e allora per chi come Elena non sapeva nulla cominciò a dire rivolto a Lidia ma in modo che i presenti sentissero e apprezzassero la sottigliezza della situazione, vedi mia cara hai cornificato me con suo marito e hai cornificato anche lei, le hai rovinato il matrimonio, e sei andata a letto con il geometra perché l’hai sempre odiata, è sempre stata una tua fissazione danneggiarla, e il geometra probabilmente ha fatto delle dichiarazioni false così ha danneggiato Claudia in quella contesa dei confini delle ville, e questo perché una volta ha vinto ad un’asta un pezzo d’antiquariato che volevi tu, sei stata cattiva e meschina, e allora anche lei ha diritto ad un risarcimento e tu glielo darai, e sia chiaro adesso presentati dalla tua nuova padrona e professale la tua sottomissione subito, altrimenti ti vendo a qualche bordello arabo.

Lidia si avvicinò oramai consapevole che non aveva altra scelta, se la storia con il geometra, emergeva ci sarebbero stati dei guai giudiziari non indifferenti, era intelligente e aveva capito che doveva sottomettersi.

Giunta davanti a Claudia, le baciò i piedi e le disse che era la sua schiava, e la supplicava di accettarla come tale, e che sarebbe stata pronta a obbedire ai suoi voleri.

Claudia era lì che sovrastava la sua nemica ai suoi piedi, le disse che adesso la avrebbe battezzata come inizio della sua schiavitù, e le impose di mettersi con la testa a terra e di sollevare bene le natiche, le avrebbe inferto i suoi primi sei colpi di scudiscio come sua iniziazione.

Lidia obbedì, e Claudia si fece dare lo scudiscio da Sabrina, e diede sei colpi sulle natiche di Lidia abbastanza forti da costringerla a lamentarsi ad ognuno di essi, Lidia però mantenne bene la posizione sapeva che sei colpi poteva sopportarli, poi venne fatta alzare, e Claudia le ingiunse di aprire la bocca, come l’ebbe fatto le sputò dentro, e le disse: “ con questa mia saliva io ti battezzo nel tuo primo giorno come mia schiava”, Lidia ingoiò, e rispose “ grazie padrona”.

Era fatta aveva accettato la prima fase che è sempre la più difficile, ed Elena era eccitata, aveva visto Lidia da una posizione nuova, era la prima volta che assisteva alla sottomissione di qualcuno come spettatrice, era una novità e vedere Lidia che era  stata l’iniziatrice della sua schiavitù costretta a sottomettersi ad una donna tra l’altro che era stata un po’ una sua nemica aveva dato un tocco molto piccante alla situazione, e poteva capire il piacere che provavano i dominatori nel possedere un’altra persona.

Alex consegnò a Lidia il vestito da cameriera che la stessa Elena aveva indossato, e le disse che doveva indossarlo, perché se andava con la sua padrona Claudia e prendeva servizio da subito.

Lidia in silenzio, si vestì, mentre Elena e suo marito salutavano ALex e gli altri per partire e tornare a casa loro.

 

Giunsero a casa in serata e si coricarono, che era ancora presto dopo una cena frugale, fecero l’amore come non l’avevano mai fatto nel loro letto matrimoniale, Elena per la prima vera volta in casa sua si concedeva al marito in modo pieno e totale, e non perché costretta da una padrona come era stato fino ad allora, durante la sua permanenza nel bordello.

L’indomani si svegliò felice e rilassata, suo marito era andato al lavoro e non l’aveva svegliata voleva forse permetterle di riprendersi dopo quanto aveva passato in quel periodo.

Gliene fu grata era da tempo che non faceva una dormita così liberatoria, si alzò andò in cucina, ritrovò la sua cucina come la ricordava era casa sua, si preparò il caffè, si sedette a gustarlo con calma, poi si fece una doccia ristoratrice, e si mise a fare un po’ di ordine, rifece il letto, notò che tutto era pulito ed in ordine, voleva chiedere a Gianni chi era stato a tenere tutto così in ordine in quel tempo che era mancata, quando tornerà questa sera.

Era lì che aspettava si mise sul divano a leggere, suonarono alla porta, e si alzò per andare ad aprire, e si rese conto solo vicino alla porta che era nuda, allora tornò in camera per cercare qualcosa da mettersi ma l’unica cosa disponibile e sotto mano era l’accappatoio, lo indossò e si precipitò ad aprire, c’era una donna sui quaranta anni appena lei aprì le disse: “ciao sono Valeria, sono venuta più tardi stamattina perché tuo marito mi aveva detto di lasciarti dormire”.

Elena restò di sasso e si spostò perché la donna entrò mentre parlava, e allora le chiese: “scusi ma chi è Lei?”. “Sono la governante, mi ha assunta suo marito provvisoriamente, fino a che non trova qualcuno di definitivo”.

Elena ribatté: “la ringrazio ma ci deve essere un errore, sa mi occuperò io delle faccende di casa ora che sono ritornata”.

Valeria la guardò e disse: “sentì, non ho detto che venivo a fare la serva ma la governante, certo che il grosso del lavoro lo fai tu quando sei a casa, ma se ti dovessi assentare qualcuno le cose le deve pur fare, e chi ti sorveglia per vedere se le cose le fai bene? E un’altra cosa non dovresti essere nuda tu?”.

Elena la guardò e restò perplessa,poi le chiese “ma di preciso chi è lei? Qual è il suo ruolo e come mai mi chiede perché non sono nuda?”

La donna sorrise, e disse:  “ che sbadata, tieni leggi questa lettera è per te da parte del tuo padrone, io l’ho già letta”.

Elena prese la lettera che era scritta da Gianni e la lesse, le diceva che aveva assunto una governante già da tempo, ed era stato aiutato da Alex e Claudia che lui aveva conosciuto, se si ricorda la padrona di Lidia, l’aveva assunta appunto perché era una donna piena di qualità e una domina esperta, così nell’attesa che la situazione si assesti lei non perda le buone abitudini acquisite con l’addestramento fattole durante l’estate.

Le doveva obbedire senza discutere e rivolgersi alla signora Valeria con il titolo di mia Signora.

Elena restò lì inebetita, a rileggere la lettera, allora Valeria, le chiese se l’aveva capita se aveva dei dubbi di qualche genere, Elena si riprese e disse “ho capito” dopo un attimo aggiunse “mia signora”.

Valeria allora le ripeté, “chi ti ha autorizzato a stare vestita?” Elena rispose: “nessuno mia signora è che non sapevo chi c’era alla porta e allora ho pensato”.

“per questa volta te la farò passare con una semplice sculacciata, ma adesso togliti l’accappatoio, sappi che nella lettera che tuo marito ha lasciato a me era chiaro che ti vuole nuda quando sei a casa, e perciò resterai nuda, e pazienza se qualche ospite ti vede”. Elena si tolse l’accappatoio, senza discutere, sapeva che avrebbe dovuto piegarsi senza ulteriori indugi, in fondo lo aveva già stabilito Gianni lei non è solo una moglie ma in primo una schiava ed è la sua schiava e se ha deciso di mettere una persona a sorvegliarla è nel suo diritto.

Valeria andò a sedersi su una sedia del salotto, e le disse di andare a posizionarsi sulle sue ginocchia, quando Elena fu in posizione iniziò a sculacciarla con metodo e rigore, aveva una mano forte, ed Elena presto sentì le natiche bruciarle, ma era abituata alle sculacciate che riusciva a sopportarle senza gridare, e si morse il labbro però perché questa Valeria era abilissima non l’avevano mai sculacciata con una tale cadenza regolare e continua, il bruciore era sempre più intenso, e le pareva che le natiche le si stessero incendiando, sentiva anche di essere bagnata stava colando, era un abile sculacciatrice, la sculacciata durò per cinque minuti abbondanti, quando smise, Valeria la accarezzò a lungo sulle natiche, dicendole brava la mia bambina, non hai gridato, sei una bravissima schiavetta, poi le intimò di allargare le gambe mentre continuava a tenerla sulle ginocchia, le mise una mano nel solco, e cominciò a masturbarla, e intanto le diceva che era anche una porcellina, era una fontana, e le piaceva essere sculacciata, allora lo faremo spesso questo giochetto, ma solo oggi ti farò godere, e la toccò così abilmente accarezzandole l’interno della fica, passando sul solco risalendolo fino al clitoride dove lo cercava al tatto lo maltrattava un po’ e poi ritornava all’interno della vagina, la fece impazzire e la portò all’oragasmo, ed Elena agitò le natiche si scosse tutta nel godimento, gridandolo, un “godoooooooo” che pareva infinito.

 Poi la fece alzare e se la mise in braccio, quella donna era molto forte, e le stuzzicò i capezzoli, e la accarezzava con dolcezza, e le parlava, dicendole che era una bella schiava, era veramente molto calda, e lei l’avrebbe trattata come va trattata una schiava come lei, che non è la prima e non sara l’ultima, e le chiese: “sei sempre così calda anche quando ti scopano gli uomini?” “ si mia signora”, “anche quando venivi prostituita a clienti sconosciuti?” “ si mia signora”.

“allora così non va bene, sappi che con i clienti devi farli divertire ma non devi godere altrimenti tradisci il tuo padrone”.

Elena arrossì, e Valeria, le disse di non preoccuparsi, il fatto è che era inesperta, ma se lei si occuperà di lei la farà divenire una schiava che quando verrà prostituita darà piacere ma senza godere e riserverà il suo piacere solo a quando si concederà al suo signore e padrone.

Elena era silenziosa e ascoltava questa donna come se lei fosse una stupida, una bambina da educare incapace di capire le cose, perché mai diceva di non godere se era ciò che il suo padrone aveva avuto in mente per lei, altrimenti non l’avrebbe fatta prostituire né l’avrebbe voluta calda e disinibita come pareva la volesse.

Dopo un po’ però la fece alzare e le disse che voleva controllare la casa, fece il giro della casa e alla fine decretò che il bagno doveva essere pulito di nuovo, non c’era molto da fare in fondo quella mattina era stato usato solo da lei e da Gianni, e quindi se la cavò abbastanza in fretta.

Poi andò in cucina, dove Valeria le fece preparare qualcosa da mangiare per entrambe, pranzarono, poi lavò i piatti.

Verso le due Valeria continuava a guardare l’orologio, le ordinò di mettersi delle calze autoreggenti, le fece mettere un grembiulino bianco da cameriera e la crestina, tutte cose che erano state acquistate in sua assenza, anche il guardaroba era  totalmente rinnovato, delle sue vecchie cose non c’era più nulla.

Una volta pronta, Valeria le disse che alle 14,30 riceveranno una visita, e che dovrà preparare del the, e del caffè per gli ospiti.

Elena si sentì piuttosto imbarazzata ricevere delle persone in quella che era la sua casa come una cameriera, ma addirittura in quel modo praticamente nuda, si sentiva morire dalla vergogna, prima era altrove ma in questo caso a casa sua, era troppo difficile, non ce l’avrebbe fatta e lo disse a Valeria, e lei alzò le spalle, “non mi interessa nulla della tua vergogna, andrai ad aprire e farai entrare le persone e poi servirai caffè e the, senza discutere, e se sarà necessario ti punirò davanti a loro, anzi quando sei punita non dovresti stare con la parte comunque esposta rivolta verso tutte le persone che vengono a trovarsi presenti?”.  “si mia signora” rispose Elena se lo ricordava bene era una delle prime cose che le aveva imposto Lidia.

“allora quando ci saranno gli ospiti, appena terminato di servire, ti posizionerai in quella poltrona con le natiche rivolte verso di noi, le tracce della sculacciata di stamane sono ancora ben visibili”.

Alle 14,30 suonarono ed Elena andò ad aprire, si ritrovò di fronte due donne di cui una era la sua amica Angela, con la quale aveva sempre avuto una grande confidenza e c’era con loro una ragazzetta di diciassette anni che era la nipote, l’aveva vista solo una volta, Angela la guardò e disse:”non ci volevo proprio credere ma invece è vero”. Sei proprio tu Elena.

Elena era rossa come un cocomero, l’altra donna la rimproverò dicendole che non si fa così non si lasciano gli ospiti all’ingresso in quel modo, Elena chiese scusa e le invitò ad entrare, non sapeva cosa dire, era lì ferma sulla soglia sperando che loro andassero avanti,ma la donna che non conosceva, le disse. “ebbene schiava non ci fai strada?”, Elena obbligata le anticipò facendo strada fino in salotto, era forse più rossa in volto che sulle natiche e la donna fece comunque notare ad Angela e alla ragazza, vedete questa schiava deve essere stata sculacciata di recente, è ovvio basta vedere come ci ha accolto male”.

Angela non diceva nulla, giunsero in salotto, ed Elena fece sedere le ospiti, sul divano lasciando libera la poltrona dove lei avrebbe dovuto mettersi nel frattempo era entrata Valeria proveniente dalla cucina, e le disse vai a prendere il vassoio con le tazze, poi salutò le ospiti, disse loro che era felice di rivederle, e poi si lanciarono in una conversazione animata, lei spiegò che al mattino aveva dovuto sculacciare Elena perché era andata ad aprire vestita, e non aveva il diritto di indossare nulla senza ordini del suo padrone.

Angela disse, che non aveva voluto crederci quando le aveva la sua amica Claudia le aveva parlato di questa metamorfosi in Elena, e poi si diceva in fondo Claudia ed Elena non si conoscono nemmeno, ed invece era vero.

Infatti disse Valeria io sono stata assunta dal marito di Elena tramite Claudia, la quale conosce molto la mia amica Simona che voi avete conosciuto, e Simona era la donna che le accompagnava la quale si lamentò di come erano state ricevute, allora Valeria disse “ hai fatto bene a dirmelo, dovrò punirla per questo, ma se lo desiderate posso farlo in vostra presenza, vedrete sarà un’esperienza se non avete mai assistito a una punizione, e  poi vedrete riuscirò a farle avere un orgasmo frustandola”.

Angela e sua nipote stettero un po’ in silenzio, mentre Simona disse che voleva proprio vederla punire quella schiava incapace.

Elena ritornò con il vassoio mise le tazze sul tavolino chiese se desideravano the o caffè, e le servì, poi appena ultimato andò a sistemarsi sulla poltrona in ginocchio con le natiche rivolte verso di loro.

Appena ebbero finito di consumare la bevanda, ed ebbero parlato della sua schiavitù soprattutto in casa di Lidia, con dovizia di particolari che solo chi era stato presente poteva avere raccontato, ci misero una mezz’ora durante la quale Elena era rimasta immobile, ma la continua esposizione davanti ad una donna che era stata una delle sue migliori amiche e che ora la vedeva in quel modo, era una cosa che la faceva sentire in tale imbarazzo, come anche la ragazza che sapeva non essere una ragazza come Olga o come i figli di Lidia, quindi persone che abitualmente sono assai pudiche e discrete, ecco questo le aumentava la vergogna e sentiva i loro sguardi sulle sue natiche esposte, e alla fine tutte queste sensazioni si mescolarono ad un senso di eccitazione e si disse che si stava bagnando, e da quando aveva la fica perfettamente depilata avrebbero visto subito la sua eccitazione quando si sarebbe dovuta alzare per sparecchiare. L’ordine arrivò Valeria la chiamò “ schiava porta tutto in cucina, poi torna qui”, con solerzia Elena obbedì senza mai guardare nessuno tenendo gli occhi bassi.

Ritornò a presentarsi, e Valeria la fece avvicinare, la rimproverò per non aver fatto accomodare subito le ospiti, e le disse che doveva essere punita.

Elena, chiese scusa, e disse che era stata sciocca e che solo la sorpresa le aveva impedito di essere sollecita, ma non succederà più, e chiese di non essere risparmiata.

Valeria le ordinò di andare a prendere lo scudiscio che era sulla mensola Elena eseguì, poi venne fatta mettere sulla poltrona perché da quella posizione le Signore potevano godere di una visuale migliore, e Valeria si posizionò a fianco, e subito appena pronta, la colpì, con la scudiscio alla attaccatura delle natiche con le cosce e già con il primo colpo, Elena gridò, questa era un’esperta e se voleva farla gridare ci sarebbe riuscita.

I colpi si susseguivano lentamente, e regolari come la sculacciata, ciack, ciack, si sentiva il sibilo e l’impatto, dopo in sesto si fermò, fece mettere Elena con le natiche più protese verso fuori, e la costrinse ad allargare le gambe che all’inizio le aveva premesso di tenere strette, Elena fece tutto quello che le veniva imposto, adesso lo spettacolo della sua fica era perfetto, la accarezzò, poi invitò le signore a venire ad accarezzarla.

Tutte incuriosite vennero anche la sua amica Agela e la nipote e si fecero piano piano più audaci, sentendo che era bagnata.

Angela disse: “questa è proprio una gran troia”, Elena arrossì e le lacrime le colarono sulle guance per il tono di disprezzo che era stato usato da Angela.

Poi Valeria chiese spazio che non aveva finito, e ricominciò con la fustigazione ad ogni colpo alternava una carezza, fino a quando non la senti prossima all’orgasmo non smise allora Elena che oramai non connetteva più godette proprio in contemporanea con il colpo di scudiscio, e si accasciò sulla poltrona sconquassata dall’orgasmo.

Angela era comunque turbata, perché non le era mai capitato di vedere cose simili, e comunque vedere schiavizzata la sua  amica le era piaciuto, e infatti chiese a Valeria quando poteva tornare a farle visita per il the. Valeria le disse che era sempre la benvenuta.

Quando se ne andarono Elena dovette baciare le scarpe di tutte e tre le ospiti e chiedere scusa per non averle ricevute adeguatamente.

Alla sera quando tornò Gianni Valeria le fece il resoconto dettagliato della giornata, e che aveva reinvitato le signore a un’altra visita di cortesia per la settimana successiva.

Gianni disse che aveva fatto bene, poi rivolgendosi ad Elena le disse che lei doveva essere così e che le sue amiche se volevano venire a trovarla potevano ma lei le riceverà come una schiava sempre, e questa era la sua decisione, la sua vita doveva essere questa e quindi aveva voluto verificare con una delle sue migliori amiche, e questa tornerà a quanto pare, perciò lei potrà anche riceverla ma ogni volta anche se non ci fosse nessuno a controllare la riceverà nuda se non avrà avuto il permesso di vestirsi e questo era valido per chiunque venisse in visita. Se doveva uscire lui alla mattina le avrebbe lasciato indicazioni sugli abiti da indossare.

Sperava che lei avrebbe saputo adeguarsi alla nuova situazione, anche senza la necessità di controllarla.

Anzi la settimana prossima pregherà Angela di fermarsi anche a cena potrebbe forse telefonargli l’indomani.

Elena assentì, se era quello che il suo padrone voleva, avrebbe obbedito, prima di coricarsi le preparò degli abiti, una minigonna, e una maglietta con una bella scollatura, e un giubbino, le tirò fuori dei collant che però presentavano delle aperture circolari lasciando scoperte le natiche il pube e due aperture sui fianchi, erano più pratici delle calze con reggicalze, ce n’erano di vari colori, a ne aveva una bella scorta oltre a delle calze autoreggenti e reggicalze.

Le disse che l’indomani sarebbe dovuta andare ad informarsi per l’iscrizione scolastica all’ultimo anno di liceo per Olga.

E quello era l’abbigliamento che avrebbe usato per uscire. Elena non obiettò anche se le pareva che la faceva sembrare una battona.

Quella notte Gianni si dimostrò un amante focoso, avere sentito della sua punizione davanti alla sua amica, lo aveva eccitato, la leccò a lungo, ed Elena oramai era così sensibile che godeva in continuazione, si adesso la vita era molto diversa da prima forse per certi versi più eccitante.

Elena il giorno dopo provvide alle sue incombenze, si vestì con gli abiti che aveva preparato Gianni, ed era in pratica la prima volta da mesi che usciva da sola, e vestita in modo così provocante nella sua città, per recarsi al Liceo a fare l’iscrizione per la sua padrona Olga.

Dalla sua abitazione che era un po’ fuori mano si recò fino ad un parcheggio di un supermercato do ve lasciò l’auto, e poi prese un mezzo Pubblico, per recarsi in centro, quando scese, notò che gli uomini che incrociava la guardavano, un po’ come in passato li aveva visti fare nei riguardi di quelle donne che indossavano abiti provocanti e lei le considerava delle baldracche, adesso si rendeva conto che lei era forse anche più provocante di quelle e gli sguardi degli uomini la eccitavano, chissà cosa pensavano, un po’ se lo immaginava, comunque fino a quando suo marito la desiderava così in fondo a lei stava bene.

Fatta l’iscrizione, stava ritornando a riprendere l’autobus per il ritorno, quando incrociò la sua amica Angela assieme con un’altra sua conoscente Gisella, con la quale non aveva una enorme confidenza, Elena stava cercando di fare finta di non averle viste, ma Angela la rincorse, e la fermò, dicendole “ciao Elena, non hai visto che ti chiamavo?” “Oh, scusami, in effetti non ti avevo vista, e siccome vado di fretta” Angela non ci stava però a chiudere la questione così, e le disse: “ scusa non credo che tu possa trattarmi così dopo tanti anni, ah ti ricordi di Gisella?” Elena rispose: “sì, salve Gisella, come va?”  “bene grazie, e tu?” “anch’io”.

“vieni” disse Angela “andiamo a bere qualcosa assieme”, “ma non so, forse io dovrei rientrare” “aspetta non essere maleducata, adesso chiamo tuo marito e sentiamo se puoi venire con noi”. Angela si allontanò fino alla cabina del telefono, che era all’angolo e telefonò, mentre parlava fece cenno ad Elena di avvicinarsi, “tuo marito ti vuole parlare” “pronto?” e Gianni le disse che doveva dimostrarsi gentile con Angela, non poteva trattare una donna che era stata sua amica così, ma che adesso ovviamente essendosi modificati i loro rapporti, Angela riteneva che gli doveva del rispetto in quanto era stata sua ospite e si riteneva superiore a lei, e questa mattina ignorarla è stata una grave mancanza di rispetto come dovrebbe ricordarsi di darle del lei e chiamarla signora, viste queste lamentele da parte di Angela, Gianni le ordinava di farle delle scuse, e di accettare la punizione che Angela pretendeva di darle.

Elena disse solo di “Sì”, e riattaccò. Angela nel frattempo aspettava fuori, dalla cabina appena uscita Elena le chiese di scusarla per averle dato del tu, e le disse che era a sua disposizione se voleva punirla.

Angela disse che avrebbe pensato alla punizione da infliggerle, ma la voleva rinviare al giorno in cui si sarebbero riviste a casa sua non si era scordata dell’invito per una cena, sperava, andarono in un bar a prendere un caffè, e nel frattempo Angela spiegava con dovizia di particolari davanti ad Elena  imbarazzata, della sua punizione a casa del giorno prima, disse che era la prima volta che assisteva ad una simile scena, poi rivolta ad Elena le chiese, “ma le hai le mutande?”, “no, signora” rispose in un soffio Elena. allora la fece alzare e le disse appoggia le mani sul tavolino, Elena eseguì, e la sua amica le infilò una mano sotto la gonna, da dietro, Elena trattenne il respiro, ma l’altra indagò per bene in mezzo alle sue cosce, ed Elena aveva aperto un po’ le gambe, e si era un po’ piegata per permettere all’amica un accesso più agevole, malgrado tutto rossa in volto ma eccitata, Elena si offriva, così come aveva spesso fatto, Angela invitò Gisella a toccare e a sentire come era bagnata, e Gisela accettò curiosa ed eccitata.

Poi visto che arrivava il cameriere si staccarono ed Elena si sedette, per fortuna erano in una saletta posteriore del locale in un tavolo d’angolo, ma qualcosa il cameriere intuì di strano in quelle donne e il rossore del viso di Elena era molto evidente, quando il cameriere si allontanò, a bassa voce Angela cominciò a volere l’umiliazione di Elena facendole dire a Gisella che era una schiava che godeva nell’essere sculacciata, e che appena le toccavano la fica si bagnava e che era una troia, che si sarebbe fatta inculare anche da un cane, ed Elena ripeté tutto rossa in volto, Angela le disse  che avrebbe chiesto al suo padrone di invitare anche Gisella alla cena della prossima settimana, ma in attesa della conferma di Gianni, chiese ad Elena di dire se lei desiderasse invitare anche l’amica Gisella.

Elena allora capendo cosa si aspettasse la sua amica l’assecondò, dicendo che sarebbe stata onorata di ricevere la visita della signora Gisella, e di essere a sua disposizione, ma che lei era solo una schiava e non poteva prendere iniziative, solo il suo padrone poteva invitarla.

Felice della dimostrazione di sottomissione di Elena Angela l’accompagnò a prendere la sua auto,si lasciarono baciandosi sulle guance come amiche.

Olga arrivò il venerdì, ed Elena la ricevette nuda come era stato richiesto dalla stessa Olga, le aprì in ginocchio, e baciandole le scarpe ed in ginocchio la precedette per farla accomodare e farle visitare la casa.

Olga prese possesso della sua camera e poi si intrattenne con Valeria, circa il periodo in cui si era occupata della sua schiava, e così seppe le novità e che era prevista una cena con alcune sue amiche, in modo da  introdurla nella sua nuova realtà mantenendo alcuni rapporti sociali del passato, non era possibile che tutti accettassero tale situazione, ma sicuramente due sue amiche si erano mostrate interessate, era stata Claudia la padrona di Lidia a dirle con quali amiche aveva possibilità di sviluppare i rapporti in questa nuova situazione, conoscendo il loro stesso giro di amicizie, aveva fatto un sondaggio, e aveva scartato quelle troppo moraliste.

Quindi ne veniva fuori un discreto club, con pazienza e tempo, Simona che era un’amica di Lidia e di Claudia e conosceva anche le altre amiche anche se aveva conosciuto Elena solo in quella visita a casa accompagnando Angela una cara amica di Elena che aveva reagito in modo eccitato alla vista dell’amica schiavizzata, tanto da chiedere che alla cena le si riservasse una punizione per la schiava che l’aveva ignorata incontrandola fuori.  

Venne organizzata prontamente la cena, invitando Simona, Angela, la nipote di Angela e Gisella, per l’indomani sera, sarebbe stata considerata una specie di cena per  un nuovo ingresso in società di Elena come schiava e davanti ad alcune sue amiche.

Anche se Elena e Gianni si erano amati di un amore puro, ma che alla fine era diventato monotono, adesso tutto era più eccitante, certamente le scoperte che avevano fatto di loro stessi rischiavano di renderli invisi alla società per bene, ma non sarebbero più stati capaci di vivere come prima, quello che facevano li realizzava in pieno dal punto di vista sessuale, e anche se avrebbero dovuto limitare le loro frequentazioni a pochi intimi con i quali potevano vivere liberamente con le loro convinzioni e tendenze senza essere giudicati non volevano più tornare indietro.

 

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