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Racconti di Dominazione

Francesca e Alessia

By 7 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Alessia, era una ragazza che da poco aveva compiuto vent’anni, aveva cominciato l’Università nella facoltà di Architettura, assieme alla sua amica del cuore Francesca. Entrambe si conoscevano fin dall’infanzia, avevano fatto le elementari nella stessa classe, ugualmente le medie e così anche il liceo artistico. Alessia era una giovane ragazza bionda, gracile come una foglia accartocciata in autunno, di statura assai bassa e anche molto timida nel carattere. Invece Francesca era il suo esatto contrario: alta 180 cm, capelli corvini che non raccoglieva mai, dal seno prorompente e dal carattere estroverso. Una mattina di primavera inoltrata, si era al 2 giugno giorno della Repubblica, Francesca decise di mettere in pratica un piano che da oltre un anno andava studiando minuziosamente nei confronti dell’amica. Infatti fin da quando aveva diciassette anni, aveva cominciato a interessarsi del mondo sadomaso, ogni giorno scopriva sempre qualcosa di nuovo e cominciava ad avvertire un’indole sadica, la notte pensava ardentemente a sottomettere l’amica molto diversa da lei, che dimostrava un’indole remissiva. Si masturbava spesso durante la notte e alle volte non riusciva a trattenersi durante i pomeriggi in cui, chiusa nel suo studio, preparava l’esame. Ma venne il giorno in cui decise di approfittare della vacanza e chiamò Alessia nel suo appartamento: -Alessia, ciao sono Francesca, questo pomeriggio verso le due ti va di venire a trovarmi? Non sono andata a casa, sono rimasta qua nel mio appartamento-, l’amica inutile dirlo accettò e alle due si trovò a suonare al citofono dell’amica. Francesca la fece salire e mentre pensava al coronamento del suo sogno, si sfregava le mani con un sorriso crudele e sadico sulle labbra. Alessia bussò alla porta dell’appartamento e subito l’amica la fece entrare. La ragazza bionda era vestita con infradito, gonnellino di jeans e una maglietta a strisce verdi e gialle; mentre Francesca indossava un paio di pantaloni di tuta da ginnastica, i piedi completamente nudi e con il reggiseno in bella vista. Per Alessia la sua amica era sempre stato uno schianto di ragazza e di lei era molto invidiosa. Quando varcò la porta, venne accolta in un corridoio stretto ma con dei tappeti di Bokara per terra, Francesca le disse vieni seguimi in soggiorno. Alessia seguì l’amica che quasi correva in direzione della sala, poi la ragazza dai capelli corvini si sedette sul divano, anche lei lo stava per fare, ma quando Francesca lo notò con un gridò bloccò l’amica: -Ferma lì non ti muovere, tu rimani in piedi, oggi facciamo un bel giochetto, ti piacerà vedrai-. Alessia non comprendeva il perché di quell’improvvisa reazione e poi di quale gioco si trattava?
Francesca guardò la ragazza: -Adesso tu ti spogli di quegli straccetti che hai addosso, mi raccomando dei tenere solo le slip, nient’altro, devi essere nuda. Il gioco &egrave questo da adesso fino a quando deciderò di mandarti nel tuo appartamentino sarai la mia schiavetta, io sarò la tua Padrona, mi darai del Lei e risponderai solamente ‘Sì, Padrona’ oppure ‘No, Padrona’, hai capito?-, Alessia la guardava sconcertata, non riusciva a capire perché tutto questo. Ad un certo punto Francesca si alzò di scatto la prese per i capelli e la costrinse in ginocchio: -Ti ho fatto una domanda, rispondi-, ancora la schiava non apriva bocca, la stretta divenne ancora più forte: -Allora?-, Alessia resisteva contro il dolore e contro l’imposizione assurda della sua non più amica. ‘Vorrà dire che ti costringerò con la forza, lo sai che mi &egrave sempre piaciuto vederti prostrata ai miei piedi?-, Alessia piagnucolò qualcosa di incomprensibile, a quel punto Francesca prese la faccia della schiava in una mano e strinse le guance fino a farle assumere una smorfia buffa, poi si mise a ridere e diede uno schiaffo in pieno viso ad Alessia, la quale ormai piegata al volere della ragazza sadica non fece altro che dire: -Va bene, accetto mia Padrona-. Francesca sorrise di un sorriso sadico e poi esordì nuovamente: -Coraggio, schiavetta, spogliati come ti ho ordinato, ho intenzione di recuperare il tempo che mi hai fatto perdere-.
Alessia cominciò un lento spogliarello, che non affascinò per niente la sua nuova Padroncina, alla fine le ordinò di sdraiarsi per terra, con la faccia rivolta verso il soffitto. Le mise un piede sulla bocca poi le ordinò di leccarlo e così procedette per un paio di minuti, fino a quando Francesca disse: -Mi &egrave venuta un’idea, su schiava, seguimi in bagno-, Alessia cominciava a preoccuparsi che cosa sarebbe successo? ‘Mettiti seduta contro il cesso e con la testa rivolta verso l’alto- ordinò la Padroncina, poi si tolse i pantaloni di tuta, fece scendere le mutandine e disse: -Apri la boccuccia adesso, vedrai che un pò di cacca ti farà bene allo stomaco-, Alessia impallidì, ma era già troppo tardi aveva le natiche di Francesca già sulle sue labbra, aprì la bocca e sentì: -Apri forte, che arriva la cacchetta buona buona- poi rise sadicamente e cominciò a spingere più forte che poteva in modo da far entrare più in fretta possibile la cacca nella bocca della schiava. Quando ebbe concluso guardò Alessia con lo stronzo ritto fra le labbra, si mise a ridere, poi prese il telefonino e con la videocamera riprese tutta la scena, mentre dagli occhi di Alessia sgorgavano lacrime di dolore e umiliazione, ma a farla sentire ancora più sottomessa e umiliata fu la frase che Francesca disse mentre la riprendeva: -Questo video &egrave proprio bello, più tardi lo metterò su Youtube-. Poi una risata sadica scrosciò tra le pareti piastrellate del bagno.

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