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Racconti di Dominazione

Giusy la prostituta

By 19 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La vacanza a Rodi &egrave terminata, e siamo tornati alla vita normale, ossia ufficio, casa, marito e figli, insomma la routine tradizionale.
Gino &egrave tornato alle sue occupazioni, e lo vedo solo di sera, ed a volta neanche allora se deve recarsi all’estero, ed io rimango sola con i miei pensieri.
Non sono pensieri allegri, non faccio altro che ripensare a Rodi e a tutto quello che &egrave successo durante quelle vacanze, sto male, intendiamoci bene, non mi riferisco alla mia salute, non ho problemi, o meglio per essere sincera, ho un unico grosso problema, penso sempre al mio padrone Georgos, alle scopate rubate fatte sulla terrazza del bungalow, ed al viale dove egli mi ha mandato a ‘lavorare’ per tre sere, mi diceva che era la prova del mio amore, ed io ho ceduto alle sue insistenze, felice di accontentarlo.
Ad onore del vero, Gino non fa niente per farmi dimenticare il mio tradimento e le sue conseguenze, &egrave sempre freddo e distaccato, ancora arrabbiato per il mio comportamento, sembra non rendersi conto che egli ha la sua parte di responsabilità in tutto quello che &egrave successo, per fortuna mia non sospetta di niente.
C’&egrave poi un altro fatto, Georgos mi tempesta di msn, quando mi ha messa al ‘lavoro’, ha voluto il mio numero di cellulare, gli serviva per tenere i contatti, ed ora se ne serve per chiedermi di tornare da lui.
Sono messaggi brevi, poche parole volgari, sempre dello stesso tenore ‘Torna da me, ricordati le nostre scopate, ti aspetto col cazzo duro!’, ed io mi ricordo tutto all’istante, corro in bagno a cambiarmi il carefree inzuppato e poi a masturbarmi.
Ogni tanto Gino tenta di avvicinarmi, ma mi nego, presa come sono alla voglia di essere posseduta da Georgos, egli non insiste, si alza e va a dormire sul divano in salotto.
Vorrei aver il coraggio di prendere il primo volo disponibile e di tornare a Rodi, ma non sono ancora pronta a fare il grande passo, per darmi coraggio, certe sere mi trucco e mi vesto da troia, e Gino in tono acido mi dice ‘Hai voglia di cazzo puttana o ti servono soldi?’
Mi sento umiliata e offesa, non rispondo, prendo la porta ed esco, salgo in macchina e me ne vado all’avventura, alcune volte sono stata agganciata, e per tenermi in allenamento, pensando Georgos, mi sono concesso il piacere di cornificare ancora Gino, oltre che ad incassare qualche centinaia di euro, ho aperto un conto in banca al mio nome per depositare i miei guadagni, in un paio di settimane ho già versato più di 5.000 euro.
Ma non posso continuare così, con Gino non voglio più vivere, l’ho amato alla follia, ma Georgos mi ha stregata, mi domina, riesce perfino a farlo con gli msn, voglio fuggire da tutto e da tutti, al diavolo lavoro, marito, figli, meglio una puttana felice di una donna per bene repressa sentimentalmente e fisicamente, sempre sull’orlo di una crisi di identità.
E così quando mi arriva il solito messaggino di Georgos, invece di cancellarlo come faccio i solito, rispondo ‘Porta pazienza ancora pochi giorni … sto arrivando … baci.’
Mi risponde chiedendomi di fotografarmi nuda col telefonino, ed io mi chiudo in bagno, e lo faccio, gli mando la mia foto nuda, mi fa un altra richiesta, vuole una mia foto, sempre nuda, seduta con le gambe aperte e la figa depilata ben in mostra, e anche questa voita lo accontento, oramai non ho più ritegno, non provo più vergogna per niente.
Mi arriva un altro messaggio ‘Ti aspetto … ho visto le foto … splendide … sei una gran troia … la mia puttana preferita.’ questo non lo cancello, lo conservo per rileggerlo ogni tanto.
Per prima cosa mi licenzio al lavoro, faccio regolarmente il preavviso, non voglio creare sospetti o curiosità, prelevato il TFR, lo verso in banca, cerco un agenzia di viaggio a Treviso, lontano a casa, e acquisto i biglietti per Rodi, ancora pochi giorni e partirò.
Intanto la mattina esco come se andassi in ufficio e rientro la sera al solito orario, durante il giorno vado in giro ad acquistare biancheria e vestiti sexy.
Sono anche andata in municipio e mi sono fatta fare, col preteso di aver lasciato l’originale in una tasca e poi di aver messo l’indumento in lavatrice, un duplicato della mia carta d’identità, da brava ragioniera, mi voglio tenere aperta una via di fuga.
Un giorno al ristorante, un uomo sulla trentina mi ha corteggiato, non l’ho respinto e siamo finiti in un motel, &egrave stata una bella scopata, ma niente da che vedere con le scopate i Georgos, ma comunque mi sono divertita.
Ho deciso di non negarmi più a Gino, non si deve porre domande ed insospettirsi, devo ammettere che &egrave sempre in grado di farmi godere come una porca, dopo l’orgasmo mi lascia distrutta, ma non riesco a dimenticare Georgos.
E’ giunto il giorno, mi presento all’aeroporto, vestita sobriamente per non dare nell’occhio, jeans, camicetta, giubbino di jeans, scarpe da ginnastica, grandi occhiali scuri mi coprono metà del viso, come bagaglio oltre allo zainetto, ho solo un borsone che contiene tutta la mia roba, aspetto l’imbarco impaziente, timorosa di essere vista e riconosciuta.
Fortunatamente sono passata anonima, e ora sono seduta, voliamo verso Rodi, il volo &egrave tranquillo, atterriamo in orario nel tardo pomeriggio.
Passato la dogana, vado alla toilette, mi chiudo in bagno e mi spoglio completamente, per rivestirmi con gli indumenti sexy comprati prima di partire, minigonna strech nera, camicetta di seta bianca, ovviamente senza reggiseno, un golfino leggero e sandali con tacchi alti, esco e davanti al lavandino guardandomi allo specchio mi trucco con cura, un trucco leggero, sexy ma non da troia.
Esco dalla toilette e vado in cerca delle cassette di sicurezza, ne trovo una libera, &egrave perfetta, si chiude con una combinazione, così non rischio di perdere la chiave, ci metto dentro i miei documenti, il biglietto aperto Rodi-Tessera, valido per un anno, i miei soldi, conservando solo una somma limitata per ogni eventualità, e per finire vado a pagare il noleggio della cassetta per un anno, faccio tutto questo senza pensarci, come se fosse una cosa normale, incoscientemente mi comporto in modo tale da non tagliarmi i ponti alle spalle.
Fatto tutto questo, vado a sedermi e mando un messaggio a Georgos ‘Sono qui all’aeroporto, mi vieni a prendere?’ ed aspetto una risposta che non arriva … godo la mia prima delusione … mi aspettavo di essere accolta con piacere invece sto qui ad aspettare, ma non voglio preoccuparmi … forse c’&egrave stato un disguido … arriverà presto.
Finalmente si fa vivo qualcuno … non &egrave Georgos &egrave Vassili uno dei suoi scagnozzi, sono delusa ma non voglio darlo a vedere.
Si avvicina, mi sorride ironico ‘Ciao zoccola! finalmente ti sei decisa a tornare, lo sai il capo &egrave seccato, lo hai fatto aspettare troppo, forza prendi la tua roba e vieni.’ tiro sù il mio borsone e mi avvio al suo seguito in silenzio ferita alle sue parole, ma cosa mi aspettavo? sono solo una prostituta ai suoi occhi, non ho il diritto di prendermela.
Usciamo dall’aerostazione, ci avviciniamo ad una macchina, Vassili apre il baule ‘Dai cosa aspetti, metti la tua roba dentro.’ sollevo il borsone e lo metto nel baule, apre la portiera della macchina ‘Avanti salta sù.’ e mi à una pacca sul culo.
E’ una macchina americana, un vecchio tipo, la leva del cambio &egrave situata al volante, il sedile &egrave unico, un divano, tra me e Vassili non ci sono ostacoli, e lui ne approfitta … mi mette la mano sulla coscia, sussulto e chiudo le gambe, lui mi apostrofa brusco ‘Che fai puttana? ti &egrave venuto un attacco di pruderie? apri quelle gambe troia! ti voglio palpare la figa … forza!’
Rimango fredda ma ubbidisco apro le gambe eccitata dal suo tono autoritario, sento la sua mano salire sulle cosce … le sue dita mi scostano il perizoma ed inizia a masturbarmi. ‘Sei una troia … ma senti come sei bagnata zoccola … il capo sarà contento.’ detto questo leva la mano dalla mia figa fradicia.
Proseguiamo la nostra strada, ed alla fine giungiamo davanti a una casa isolata, poco distante dal villaggio turistico, Vassili ferma la macchina e scende ‘Vieni giù baldracca e prendi la tua roba.’ e se ne va ad aprire il baule e io prendo il mio borsone,
Vassili mi precede, apre la porta della casa, entra e sale al primo piano, lo segue trascinando il borsone … egli si ferma avanti ad una porta e bussa … ‘Avanti!’ apre la porta e mi fa passare.
Entro e Vassili chiude la porta alle mie spalle, Georgos mi viene incontro ‘Eccoti qua! cazzo ti sei fatta desiderare … vieni qui puttana!’
Tutto &egrave diverso da come me lo aspettavo, Georgos mi afferra per un braccio e mi scuote, sibilla cattivo ‘Mi hai fatto aspettare! quando ti chiamo devi correre … devi saltare … perché non sei venuta prima … &egrave stato il cornuto a trattenerti? devi imparare ad ubbidire e ti punirò.’
Uno schiaffo in pieno viso mi fa girare la testa.
‘Ahia! mi fai male.’
Un altro schiaffo ‘Taci puttana! adesso vediamo come sei messa’ mi solleva l’orlo della minigonna e mi mette la mano fra le cosce, strappa il perizoma.
‘Cos’&egrave questo? devi essere sempre a culo nudo .. capito? … rispondi vacca.’
Mormoro ‘Sì ho capito.’
Aggrotta la fronte ‘Non ho sentito, parla più forte.’
Ripeto ‘Sì ho capito.’
Mi palpa la figa ‘Però, non sei cambiata … sei sempre la solita troia … in ginocchio … succhiami il cazzo.’
Sono terrorizzata … ubbidisco … mi inginocchio e tiro giù la cerniera del pantaloni, abbasso gli slip e tiro fuori quel suo meraviglioso cazzo, partendo dalla base lecco l’asta, fino al glande che avvolgo nella mia lingua … lo succhio … lo lecco … la mia mano va cercare le palle … le massaggio … mi impegno a soddisfarlo … lui mi tiene le mani sulla testa … geme ed ansima ‘Sì … così … brava vacca … continua non fermarti … devi mandare giù la mia sborra.’ e di fatto mi viene in bocca quasi soffocandomi e io mando giù.
Sorride ironico ‘Bene ora mettiti carponi.’
Mi metto come ha detto lui, mi si mette dietro e mi scopa, sono allagata, il cazzo entra facilmente, lo sento che tocca il collo dell’utero, godo e non capisco più niente … ho perso la nozione del tempo e del luogo … mi riempie la figa del suo sperma … e nell’orgasmo urlo di piacere pronunciando parole senza senso.
Mi mette il cazzo in bocca per farselo pulire, si rimette in ordine ed esce dalla stanza chiudendo la porta a chiave … abbandonandomi prigioniera, distesa scomposta sul pavimento … piango in silenzio rendendomi conto di essermi rovinata da sola.

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Sfinita dall’emozione e dal pianto mi sono addormentata sdraiata sul pavimento e mi sveglio con le ossa rotte, ma non ho tempo pensarci, sento il rumore della chiave che gira nella serratura, entra Vassili che mi sorride beffardo.
‘Alzati bella e spogliati … andiamo in bagno.’
Mi alzo, mi spoglio e nuda lo seguo in bagno, solo ora capisco come si svolgerà la mia toilette, devo liberarmi la vescica e l’intestino in presenza dell’uomo, senza la minima riservatezza, sono imbarazzata ed umiliata ma mi tocca adeguarmi, poi fare la doccia con lui che mi guarda con libidine, credo che se non fosse per il timore che gli incute Georgos, mi scoperebbe all’istante.
Fatto questo, mi accompagna, sempre nuda, in un altra stanza, dove trovo Georgos seduto davanti ad un tavolo apparecchiato, mi indica una sedia di fronte ‘Siediti e mangia mentre parliamo.’ mi sorride ironico e riprende ‘Hai dormito bene?’
Mi siedo, un po’ intimorita non sapendo cosa aspettarmi dopo l’accoglienza ricevuta ieri sera, inizio a mangiare, guardando Georgos, non ci posso fare niente, &egrave più forte di me, mi emoziono, preparandomi ad ascoltare.
‘Dunque Giusy, parliamo un po’ di lavoro, oggi verrà l’estetista e la parrucchiera, poi il fotografo, devi fare un book per la clientela, per ora non ti manderò sul viale, ci sono molte richieste per feste private e tu hai classe, non sei la solita bella e stupida e poi sei troia come poche, guadagnerai un sacco di soldi, metà per me e metà per te, perché devi pagarmi l’affitto della tua camera, il cibo, l’estetista ed il parrucchiere, vestirti e le sigarette, i profumi ed i cosmetici, più lavori, più guadagni e meglio vivi … ah dimenticavo per oggi &egrave tutto gratis, sei d’accordo?’
Non so cosa dire, non c’&egrave niente che assomigli alle mie attese, mi immaginavo, sì di lavorare per Georgos, ma credevo che sarai diventata la sua donna, invece capisco che sono solo una delle tante prostituta che lavora per lui, certe mi scoperà di tanto in tanto, ma oramai che sono qui in suo potere, sarà una cosa saltuaria.
‘Allora non rispondi? ti va bene come accordo?’
Annuisco in silenzio, non posso parlare ho la gola serrata.
Sono bagnata, fradicia! Sento il calore umido della mia eccitazione in mezzo alle gambe, il ventre che si contrae negli spasmi del desiderio.
Sono seduta di fronte allo specchio, sono nelle mani della parrucchiera, prima mi ha lavato i capelli, poi pettinata, un nuovo taglio di capelli e colpi di sole, ora viene il turno dell’estetista, mi copre il viso di fondo tinta, mi corregge l’arco delle sopracciglia, col mascara mi allunga le ciglia, un ombretto grigio sulle palpebre, abbondante fard sulle guance, rossetto rosso vermiglio sulle labbra, mi guardo allo specchio, non mi riconosco, sono ringiovanita di 10 anni, sono splendida, sembro una call-girl, una di quelle ragazze che frequentano i grandi alberghi e si prostituiscono occasionalmente per mantenersi agli studi o comprarsi vestiti griffati.
Per tutto quel tempo il fotografo, giunto per fare il book, mi gira intorno scattando foto dopo foto, arrivano manicure e pedicure, mi sistemano le unghie e stendono lo smalto, rosso come il rossetto.
L’estetista mi fa sdraiare sul lettino ed usando il laser elimina ogni traccia di peli sul mio corpo, poi, usando una crema apposita, ravviva il colore dei capezzoli e delle aureole, ora hanno assunto una tonalità rosea, ma cosa strana, i capezzoli rimangono eretti, mi passa poi le stessa crema sulle grandi labbra che, sotto il suo tocco vorrebbero aprirsi.
Tutte queste manipolazioni mi eccitano, così quando il fotografo mi dice di palparmi ed impastarmi le tette, stringendo i capezzoli fra l’indice ed il pollice, non ho esitazione a ubbidire, anzi mi piace, chiudo gli occhi, tengo le labbra socchiuse, muovo il bacino e fremo di desiderio gemendo piano.
Vedendo questa mia reazione, il fotografo, dopo diversi scatti, mi si avvicina, mi prende la mano destra e me la porta sulla figa, subito il mio dito medio cerca il clito e lo accarezzo alla ricerca dell’orgasmo.
Sento i commenti salaci degli uomini presenti, il fotografo, Georgos, Vassili e Micha, ma non me ne importa niente, il fatto che mi affibbiano degli epiteti offensivi e volgari, mi lascia indifferente, mi chiamino pure ‘puttana … porca … troia … baldracca … zoccola’ ed avanti così non mi tocca minimamente, voglio venire e solo questo conta per me, e quando arrivo non faccio niente per nasconderlo, mi agito, mi lamento, e grido ‘Vengooooo’
Sono ancora scossa e respiro quasi a fatica tanto l’orgasmo &egrave stato violente, ma riesco a ascoltare ed a capire il commento di Georgos alla mia esibizione.
‘Cazzo che troia … questa sì che gode davvero … avrà successo nelle feste private ed in breve le sue quotazioni saliranno molto in alto … l’avevo giudicata subito bene quando l’ho incontrata in discoteca … &egrave una puttana nata … ho fatto bene a seguirla ed a scoparla.’
Sul momento questo parole suonano come un complimento alle mie orecchie, solo dopo tornata in me, mi danno a pensare.
Sembra che la prima parte del lavoro sia finita, cambiamo posto, ora sono in uno studio fotografico, con tanto id faretti anche colorati, ventilatori per simulare il vento, e altre cose che non identifico, sono attrezzature tecniche e non ci capisco niente.
Lo scenario &egrave la ricostruzione della terrazza del bungalow che occupavo con Gino, quello dove scopando con Georgos di notte, per la prima volta ho tradito mio marito, almeno fisicamente perché in pensieri erano giorni che lo tradivo.
Il fotografo mi fa mettere in posa e inizia a fotografarmi, non credevo che fosse così noioso e stancante farsi fotografare nuda, ogni posa viene ripreso da diverse angolazioni, ci si può muovere solo per seguire le indicazioni del fotografo.
Sono fotografata seduta con le gambe aperte, mostrano la figa, in piedi appoggiata alla ringhiera le gambe scostate ed il bacino spinto in avanti, di fianco con una mano sulla tetta guardando l’obiettivo con un sorriso ammiccante, di schiena piegata sulla ringhiera, le gambe ben aperte di modo di mostrare il culo e fare vedere la figa fra le cosce.
Tutto sommato quelle foto non hanno niente di artistico, saranno anche tecnicamente perfette, ma sono volgari ed oscene, ma non me ne importa niente provo un sottile piacere ad esibirmi, e poi voglio fare vedere a Georgos chi sono, ora che ho scoperto di aver la vocazione della puttana.
Dopo una breve interruzione per mangiare un panino, uno yogurt ed una bibita, si riprende, ora passiamo alla fase hard, come la chiama il fotografo.
Ed eccomi su questo finto terrazzino, fotografata inginocchiata a fare un pompino ad uno degli scagnozzi di Georgos, ma non finisce così, scattano altre fotografie, mentre sono scopata oppure inculata, ovviamente sempre ripresa da diverse angolazioni.
Finalmente &egrave finito, Vassili mi accompagna nella ‘mia’ camera, sono stanca, ma appena entrata constato che il mio zainetto e il mio borsone sono spariti ‘Ehi! dove &egrave la mia roba … il mio zainetto con i miei documenti ed i miei soldi … e il mio borsone con i vestiti.’
‘Calma bella! … non scaldarti … i documenti ed i vestiti non ti servono qui … ora basta con i capricci.’ ed esce lasciandomi sola.
Recupero la calma e mi sdraio sul letto pensando a Georgos, che sembra non essere più interessato a me.

per commenti brubu@yahoo.it Passano un paio di giorni senza che succeda niente, rimango chiusa in questa stanza, sola e nuda, tre volte al giorno, arriva Vassili o Misha, scortano una ragazza, nuda come me, che mi porta il pasto, neanche una parola, noto che le ragazze non sono mai le stesse, evitano di guardarmi in faccia.
La mattina del terzo giorno, arriva Misha, &egrave solo mi dice ‘Sù alzati e vieni il capo ti vuole vedere.’
Mi alzo e lo seguo fino nella stanza di Georgos, questo era seduto a tavola, la collazione &egrave servita per due, mi sorride indicandomi la sedia libera ‘Siediti e mangia, dopo parliamo.’ annuisco e mi metto a mangiare, questa mattina egli &egrave insolitamente gentile e cortese, mi emoziono sperando in un cambiamento.
‘Ho qualcosa per te, guarda,’ e mi tende un volume, formato A4, rilegato in similpelle, lo prendo e guardo &egrave il mio book, lo richiudo e continuo a mangiare, il cuore mi batte a mille, questo book segna l’inizio di una nuova vita per me? forse, chissà, &egrave comunque l’inizio della mia vita da prostituta, senza rendermene conto scivolo sempre più in basso.
‘Che fai? non guardi? &egrave riuscito molto bene, se lo vedesse quel cornutone di tuo marito, capirebbe che avevo ragione quella sera in discoteca, quando dicevo che sei la più troia delle puttana … povero illuso credeva di impedirmi di scoparti, se quella sera non si metteva di mezzo ti scopava e finiva tutto lì, ed invece ha voluto sfidarmi, così non solo ti ho scopata, ma sei qui e lavori per me.’ ride soddisfatto di sé.
Mentre lo ascolto, apro il book ed incomincio a sfogliarlo, sono senza parole, fra me e me, mi pongo la domanda ‘Ma sono io quella vacca? cavoli … non mi credevo capace di tanto.’
‘Ascoltami bene, il book &egrave stato consegnato a diversi clienti potenziali ed arrivano le prime richieste, questa sera sei impegnata in una festa organizzata da un ricco commerciante, se sarà soddisfatto ci saranno altre feste private, oggi pomeriggio sarai preparata e questa sera sarai accompagnata alla festa, ora puoi andare e portati via il book questo &egrave tuo, lo devi guardare ogni giorno, ti ricorderà cosa sei ogni volta che lo vedrai, così non perderai tempo in sogni inutili.’
Torno nella mia stanza, da una parte sono delusa dall’atteggiamento di Georgos, dall’altra sono eccitata dalla prospettiva della festa privata, chissà come si svolgono questo tipo di festa, sicuramente sarò coinvolta in qualche orgia, ma non mi preoccupa, sono più curiosa che inquieta.
Dopo il pranzo, vengo accompagnato nella stanza ove mi aspettano parrucchiera, estetista, manicure e pedicure, ed iniziano i lavori di restauro, tra pettinatura, trucco, massaggi e cura delle unghie passa il pomeriggio, sono resa nervosa dall’attesa.
Mi vengono a prendere per scegliere il vestito, dopo varie prove la scelta cade su un vestito lungo di raso nero, molto scollato sul davanti per mettere bene in mostra le mie tette, e che mi lascia la schiena nuda, mi fascia strettamente rivelando le mie forme, ovviamente da indossare senza biancheria intima.
Georgos mi accompagna personalmente fino al luogo ella festa, durante il viaggio mi fa i suoi complimenti per il mio aspetto ‘Giusy sei una splendida puttana … se non avessi paura di rovinare il tuo aspetto ti scoperei subito … ti ricordi le nostre scopate?’ il vigliacco sa di mettermi il fuoco nelle figa.
Lo guardo e ribatto ‘Veramente non mi ricordo molto bene, &egrave passato tanto di quel tempo.’
Egli sembra non apprezzare la mia risposta, mi guarda storto ‘Questa te la faccio pagare troia … lo sai che non dimentico mai niente.’
La conversazione finisce lì, siamo giunti a destinazione, costeggiamo un muro di cinta fimo ad un cancello, Georgos ferma la macchina, scende e va a suonare, si fa riconoscere ed il cancello si apre, varchiamo quell’ingresso e percorriamo un viale che ci porta a una grande casa, ci fermiamo, scendiamo e saliamo i gradini che portano ad una grande porta vetrata, dove ci aspetta un uomo piuttosto corpulente che indossa una cappa di stoffa nera che lo copre fino ai piedi, mi sorpredo, egli &egrave mascherato.
L’uomo ci apre la porta, ci fa entrare, in silenzio indica a Georgos una porta, questo mi fa un leggero ceno di testa e si avvia verso la porta sparendo … mi lascia sola con il mascherato.
Con studiata cortesia questo mi si rivolge ‘Ben arrivata mia cara, le dò il benvenuto, venga che raggiungiamo gli altri ospiti.’ mi porge il suo braccio e ci dirigiamo verso la sala dove sono riuniti i convenuti, come noto subito, tutti mascherati.
‘Amici’ annuncia l’uomo ‘ho il piacere di presentarvi la Signorina Giusy, giunta appositamente dall’Italia per il piacere dei nostri occhi e non solo per questo.’
Conto cinque uomini, tutti indossano la cappa nera e sono mascherati, si avvicinano e mi guardano con interesse.
Riprende la parola il padrone di casa che mi si rivolge in tono gentile ‘Mia cara, mi farebbe la cortesia di togliersi quel suo bel vestito, di modo di permettere ai miei ospiti di apprezzare veramente il gioiello che metto a loro disposizione.’
Gli sorrido e con studiata lentezza, faccio scivolare il vestito lungo il mio corpo, rimanendo con addosso solo la calze autoreggenti velatissime nere e le mia scarpe di vernice nere con tacchi alti 13 cm. vengo salutata a un lungo applauso,
L’uomo mi prende per mano e mi conduce verso una specie di pedana dove si trova un sedile, mi fa sedere e si volta verso gli altri uomini.
‘Amici ora beviamo l’aperitivo.’ prende una bottiglia di champagne, riempie una coppa e me la porge, poi lentamente mi versa il vino ghiacciato sulle tette , subito due uomini vengono a succhiarmi i capezzoli bagnati, mi fa aprire le gambe e mi versa il vino sulla figa, che subito viene leccata.
‘Beva alla nostra salute mia cara, mentre noi ci dissetiamo sul suo corpo.’
Ed io bevo, le bottiglie di champagne mi vengono versate sulle tette e sulla figa l’una dopo l’altra, mi succhiano e mi leccano, mi sto eccitano come una cagna in calore, e poi la mia coppa si riempie di continuo, mi gira la testa, non sono abituata a bere in tale quantità.
Mi fanno stendere sul tavolo con le gambe spalancate, mi coprono di cibi vari usandomi come piatto di portata e non solo, ovviamente non mancano e palparmi e di leccarmi, non credo sia molto comodo come sistema per mangiare, dopo in primo di spaghetti, mi dicono cucinati in mio onore, viene l’aragosta con la maionese, le ostriche e l’insalata, mentre mangiano c’&egrave sempre uno i loro che mi mette una forchettata di spaghetti, un pezzo i aragosta oppure un ostrica in bocca, mi sollevano il capo per farmi bere e ora sono francamente ubriaca.
Mi leccano per ripulirmi bene, e su i me vengono sistemate elle fette di ananas, che tutti mangiano senza usare le mani, e anche in questo caso qualche pezzo i ananas mi viene messo in bocca.
Dopo la frutta il dolce, un vero trionfo di panna montata, i crema chantilly e di gelato che mi fa tremare la figa e indurire i capezzoli.
E’ una cosa oscena, le maschere e le cappe nere sono macchiate i cibo, se le tolgono, sino nudi, io sono in uno stato incredibile, ho il corpo coperto dagli avanzi ella cena, c’&egrave di tutto, sugo di pomodori, maionese, panna montata, pezzi di aragoste, crema chantilly, fino ai pezzi di feta, ed &egrave in questo stato che a turno l’uno dopo l’altro salgono sul tavolo e mi scopano, ci mettono un tempo infinito e più che piacere diventa un fastidio, per provare piacere voglio pensare ad un altro uomo, e mi sorprendo di pensare a Gino.
La festa termina così, tutti sono stanchi ed ubriachi, vengo portata in bagno, non so da chi, e messa sotto la doccia, ma neanche l’acqua mi fa tornare la ragione, vengo lavata ed asciugata, poi rivestita.
Mi ritrovo in macchina, sul sedile al fianco di Georgos, senza sapere come ci sono arrivata.

per commenti brubu@yahoo.it

Oramai sono passati quasi sei mesi da quel disgraziato giorno, quando la mia follia mi aveva spinta a tornare a Rodi, alla ricerca di un illusione, da allora sono la schiava di uno sfruttatore.
Sono molto cambiata, sia fisicamente che mentalmente, come quel figlio di buona donna, mi vuole sempre al top della condizione fisica, pronta per un eventuale chiamata, giornalmente sono sottoposta alle cure della parrucchiera, dell’estetista, della massaggiatrice e poi gli esercizi in palestra, mi si sono rassodati il culo e le tette, che erano comunque i miei punti forti, il ventre bello piatto, la pelle tonica, le braccia e le gambe a fare invidia ad una ventenne.
Sono diventata cinica e dura, ho perso le mie illusioni, non avendo scelta, mi sono rassegnata a condurre questa vita.
Ho imparato molte cose, per esempio adesso so come bere senza ubriacarmi, imparando a reggere gli alcolici e limitandomi nel bere, ho imparato anche a fumare, fumo un pacchetto di sigarette al giorno.
Ho imparato a fingere l’orgasmo ed a provarlo solo con chi mi piace, mi succede un altra cosa strana, quando mi scopano, se voglio godere, chiudo gli occhi ed immagino di essere scopata da … non da Georgos ma da Gino, egli mi manca e quando mi viene in mente vorrei piangere, quando sento che lo chiamano ‘cornutone’ mi fa male e provo una grande pena per lui e mi sprofondo nel rimorso.
Ora ‘lavoro’ mediamente due o tre sere alla settimana, Georgos &egrave molto soddisfatto del mio ‘rendimento’ e perciò, visto le mie condizioni, mi tratta relativamente bene, non mi picchia mai, non tollera che i suoi scagnozzi si prendano certe libertà con me, ma mi tiene sotto ricatto, una sera che non ‘lavoravo’ mi ha fatto chiamare, quando l’ho raggiunto mi ha fatto vedere un sito pornografico su internet, sono rimasta fredda, ho visto il mio book, ma non solo questa, quel disgraziato mi aveva fatto riprendere fin a quando mi ero fatta scopare sulla terrazza del bungalow, poi sul viale, e tutte le mie partecipazioni a feste private, avendo cura di fare riprendere solo me, per non offendere la riservatezza dei suoi ‘clienti’.
E quando va in città, mi porta con sé, non per il mio piacere, ma essendo affetto di narcisismo, egli vuole farsi vedere in compagnia di una bella donna, mi vuole vestita in modo sexy, ma non da troia.
La prima volta, prima di partire, mi ha ammonita ‘Guarda di non metterti strane idee in testa, ricorda che se tieni alla salute del cornutone e dei tuoi figli devi rigare diritto.’
E così si spiega la mia arrendevolezza, anche se per fare questo devo fare violenza sul mio carattere, e mi adeguo.
Improvvisamente le cose cambiano, in occasione dell’ultima festa alla quale ho partecipato, uno dei presenti, essendo ubriaco, voleva farmi scopare dal suo cane, un grosso pastore tedesco, questo era troppo, mi sono rifiutata, ne &egrave nato un casino, quel depravato ha chiamato Georgos, si &egrave lamentato ed ha preteso uno sconto.
Quando siamo rientrati, Georgos mi ha aggredito verbalmente e mi ha schiaffeggiato brutalmente ‘Brutta puttana .. zoccola che non sei altro … mi vuoi rovinare … ma ricorda che prima ti rovino … da domani ti mando sul viale a battere, altro che camera privata e cosmetici, e non farti venire il pensiero di sparire, ti ritrovo e ti ammazzo.’
E così mi ritrovo, vestita e truccata da troia, a battere, con il divieto di tornare indietro con meno di 500 euro, le macchine passano lente, stanno valutando la merce in offerta, ma come sono l’ultima arrivata, le altre ragazze si fanno avanti prima di me, lo fanno anche perché non mi possono soffrire, hanno visto con invidia come ero trattata..
Finalmente una macchina si ferma vicina a me, la portiera si apre, sento la voce del conducente che mi chiama ‘Forza … sbrigati sali!’ non capisco ma salgo, mi siedo e guardo il conducente … mi si ferma il cuore &egrave Dimitri … non ci credo .. lui non mi bada … ingrana la marcia e parte veloce.
Mi guarda sorridente ‘Cazzo ce ne hai messo del tempo prima di farti viva, sono quasi sei mesi che ti cerco qui e non ti ho mai vista prima di questa sera … dove ti eri nascosta.’
Arrossisco imbarazzata … come faccio a raccontare che facevo comunque la puttana? esito prima di parlare, poi mi decido, quasi sussurrando inizio a parlare ‘Georgos, da quando sono arrivata, mi ha fatto partecipare alle feste private … riportami indietro se scappo farà uccidere Gino ed i ragazzi .. ti prego.’
Egli si mette a ridere ‘Non aver paura, Georgos fuori da questa isola, e neanche su tutta l’isola, non conta niente .. piuttosto allontaniamoci in fretta da qui.’
‘E dove mi vuoi portare?’
‘Da tuo marito ovviamente, lavoro per lui, egli ha fatto le sue ricerche ed ha scoperto che sei venuta a Rodi, allora &egrave venuto e mi ha cercato, ha chiesto il mio aiuto e mi ha incaricato di trovarti e di riportarti indietro.’
‘No! non voglio! non avrei il coraggio di guardarlo in faccia.’
‘Senti di quello che vuoi non me ne frega niente, non avresti il coraggio di guardare in faccia tuo marito eh! però il coraggio di scappare per venire a fare la puttana qui lo hai avuto, e hai avuto il coraggio di farti fotografare, ho visto le tue foto su internet sai.’
Ammutolisco annientata … mi rannicchio sul sedile e lascio che Dimitri faccia quello che vuole.
Dopo alcuni km. lasciamo la strada, per inoltrarci fra i boschi, pochi minuti Dimitri ferma la macchina e scende ‘Vieni giù si cambia.’ siamo fermi vicino ad un camper, ne scende un uomo, saluta Dimitri con un gesto della mano, sale in macchina e parte.
Dimitri apre la porta del camper ‘Sali, va a lavarti la faccia ed a cambiarti … non ti porto in giro conciata come una troia … se lo venisse a sapere la mia tedesca sarei rovinato.’
Entro nel camper, mi spoglio e mi lavo, trovo dei vestiti, li riconosco sono miei, vengono da casa, c’&egrave tutto il necessario, l’intimo, i collant, la gonna, la camicetta ed il giubbotto di jeans.
Mi sto ancora asciugando quando si apre la porta del camper, vedo entrare un uomo di mezz’età, &egrave alto, robusto, capelli e barba nera, sorpresa mi copro con l’asciugamano.
L’uomo si ferma sorride ed esclama ‘Ma guarda che bella sorpresa, una pollastrella bella e nuda … allora piccola mi fai divertire?’ si avvicina.
‘Stia fermo e esca subito da qui!’ urlo incazzata da tanta faccia tosta.
‘Ma dai bella … non fare così .. o mi farai arrabbiare e allora sarà peggio per te.’ allunga la mano, mi strappa l’asciugamano e mi afferra, stringendomi forte il braccio, mi butta sul divanetto, mi apre le gambe e mi punta un ginocchio fra le cosce per tenerle scostate, con una mano, posata sul mio petto, mi tiene ferma, con l’altra si abbassa la cerniera dei pantaloni, tira fuori il cazzo, lo appoggia sulle grandi labbra e spinge, sono asciutta e mi fa un male cane.
‘AHHH …. mi fai male stronzo … AIUTO …. ‘
Una sberla in viso mi mette a tacere ‘Taci cagna, lo so che sei una puttana ti ho riconosciuta … ho visto le tue foto su internet.’ e intanto spinge i suoi assalti sempre più violentemente.
Non voglio … piango … mi dibatto … ma non serve &egrave più forte di me … ride quando gli tempesta il petto di pugni .. sembra che la cosa lo eccita ancore di più, perché mi scopa con maggior ardore … ma ora succede l’incredibile … mi sto eccitano … mi bagno … sto godendo … mi mordo il labbro inferiore per non gemere e mugolare … mi dibatto sempre più debolmente …
Di colpo si apre la porta, si precipita dentro Dimitri … afferra il mio stupratore per le spalle e me lo strappa letteralmente di dosso .. un colpo col taglio della mano sulla nuca lo stordisce … finisce buttato fuori.
Piango … singhiozzo e Dimitri mi abbraccia per calmarmi e consolarmi, ho una voglia folle di scopare ma fortunatamente riesco a controllarmi.
‘Calmati &egrave finito, sistemati e vestiti, andiamo via all’aeroporto.’
‘Si andiamo all’aeroporto, lì in una cassetta di sicurezza, ho vestiti, soldi, documenti ed un biglietto aereo.’
‘Non puoi aspettare un aereo di linea, Georgos quando si accorgerà della tua sparizione, per prima cosa andrà all’aeroporto per riprenderti o manderà un suo scagnozzo a cercarti, allora facciamo così, andiamo a vuotare la tua cassetta di sicurezza e poi andiamo al porto, un mio amico … un contrabbandiere turco ci porterà a Smirne col suo motoscafo, da lì andremo in aereo ad Atene e poi via verso Venezia.’
Annuisco e mi vesto in fretta, Dimitri si mette al volante e partiamo, &egrave ancora notte quando arriviamo all’aeroporto di Rodi, per prima cosa andiamo a consegnare il camper al banco della Hertz, poi alla cassetta di sicurezza, la vuoto e poi la richiudo.
Lasciamo l’aeroporto, e prendiamo l’autobus, &egrave anonimo, non &egrave come il taxi, perché comunque il tassista si ricorderà di te se interrogato con le buone maniere, aiutate a una buona mancia.
All’alba siamo in mare diretti alla Turchia.

per commenti brubu@yahoo.it Il motoscafi cavalca veloce le onde del mare, il contrabbandiere al timone parla piano con Dimitri, mentre io mi volto a guardare l’isola di Rodi sparire all’orizzonte, e con questa spariscono anche tutte le mie illusioni, e ora a mente fredda mi chiedo come ho potuto, io una donna per bene, una donna sposata, brava madre di famiglia, con un buon marito e un buon lavoro, illudermi in questo modo e scendere così in basso sulla via della depravazione … domanda che rimane senza risposta.
Vado a sedermi a poppa e guardo il mare, quando Dimitri mi raggiunge, mi passa il braccio sopra la spalla per attirarmi a se e mi bacia sul collo, lo guardo un po’ sorpresa sorridendo maliziosa ‘Che fai ci provi?’
Lui non mi ascolta neanche, continua a baciarmi e mi sussurra all’orecchio ‘Ascolta, il nostro amico ti ha messo gli occhi addosso, ti rispetta perché gli ho detto che sei la mia donna, quindi comportati se fosse proprio così, o saranno guai per tutti e due.’
Annuisco e per dimostrare di aver capito bene, lo bacio infilandogli la lingua in bocca, mi ricambia il bacio con entusiasmo, mi accarezza e mi palpeggia, ma con misura, senza esagerazione, ma quanto basta per confermare il nostro rapporto.
Il braccio di mare che separa l’isola di Rodi dalla Turchia &egrave relativamente stretto, prima della metà del giorno le coste turche sono in vista, il contrabbandiere mette la prua a nord, a velocità moderata osteggia il litorale fino a raggiungere una piccola insenatura, c’&egrave un porticciolo, barche da pesca, motoscafi, un mucchio di casette bianche, poco dopo il motoscafo attracca al molo.
Si raduna una piccola folla ad accoglierci, tanti uomini, diverse donne con il fazzoletto in testa, alcuni bambini, sbarchiamo e siamo immediatamente circondati dai curiosi, noi seguiamo il nostro contrabbandiere verso un edificio più grande, &egrave il negozio del villaggio, ci si trova un po’ di tutto, le pentole, il cibo, le camice, la stoffa, il bar e la locanda, &egrave lì che ci fermeremo, per alcuni giorni, aspettando la corsa settimanale della corriere.
Ci sediamo a tavola, ci viene servito un piatto di pesce, insalata, pane, vino e caff&egrave finale, ci viene mostrata la nostra ‘camera’, si tratta di un localino ricavato in un angolo del bar, la parete, se così si può chiamare, &egrave composto di asse di legno, non sono neanche sistemate bene, in alcuni punti, fra l’una a l’altra ci passa facilmente un dito, insomma non c’&egrave la minima riservatezza, non si può parlare, tutti ti possono sentire, senza contare che i curiosi possono sbirciare dentro.
Per tutto il pomeriggio, rimango seduta al tavolo a vedere Dimitri discutere con gli uomini del villaggio, sento gli occhi puntati su di me, mi giudicano e si fanno le loro considerazioni.
Verso sera, Dimitri mi raggiunge, &egrave scuro in volto, gli si legge la preoccupazione in faccia, mi metto in ansia e gli chiedo ‘Che succede, ci sono problemi?’
Esita prima di rispondere, lo fisso con aria interrogativa, alla fine si decide ‘Si ci sono problemi con questi selvaggi, il mio amico e io abbiamo passato il pomeriggio a parlare per niente, ascolta e stai calma, alcuni di loro fanno il contrabbando con Rodi, hanno visto le tue fotografie, e non credono che tu sia la mia donna, dicono che sei la puttana di internet. e vogliono scoparti, a meno che ti vedano comportati con me come una moglie.’
Sul momento rimango fredda, quelle foto sono una maledizione che rischia di inseguirmi per mesi o forse anni, tiro un profondo respiro e chiedo ‘Cosa significa che devo comportarmi come se fossi tua moglie?’
‘Vogliono vedermi scoparti … ecco se ti scopo significa che sei mia, perché una donna onesta non scopa con un estraneo.’
Mi viene a ridere ‘Che stupidaggine, una puttana scopa con tutti quelli che la pagano.’
‘Hai ragione, ma loro dicono che un uomo di sani principi non scopa una puttana.’
Lo guardo maliziosa e gli chiedo ‘E tu Dimitri sei un uomo di sani principi?’
In fondo piuttosto che una stupro i gruppo, meglio qualche scopate con Dimitri, questo lo conosco, per tre settimane &egrave stato il mio quasi amante, l’ho masturbato, mi ha leccato la figa facendomi godere come una troia e me lo ha anche messo nel culo.
Dimitri mi fissa ‘Lo sai che da quando ti conosco non ho più sani principi.’
Gli sorrido e rispondo ‘Allora caro ti darò quello che volevi allora … dai baciami per mostrare a quei selvaggi che sono tua.’
Egli allunga la mano, mi stringe il mento fra il pollice e l’indice, attira il mio viso verso il suo, chiudo gli occhi, sento la sua bocca sulle mie labbra che socchiudo per lasciare il passaggio libero alla sua lingua.
Aspettando la cena usciamo e passeggiamo sul molo, Dimitri fa diverse telefonate, non capisco cosa dice, parla in greco e la mia conoscenza di quella lingua &egrave piuttosto sommaria, egli chiude l’ultima conversazione e si volta verso di me, sprizza soddisfazione.
Non resisto alla curiosità e domando ‘Buone notizie?’
Ride allegro ‘Eccellenti notizie, la polizia ha fatto irruzione, nella tana di Georgos, hanno arrestato lui e i suoi complici, le ragazze sono state liberate … ah! dimenticavo, hanno trovato la tua carta d’identità e come tu non ci sei, &egrave anche accusato di averti fatto sparire, stanno cercando il tuo corpo … glielo avevo detto di lasciarvi in pace, ma non mi ha ascoltato e ecco cosa succede a chi si crede furbo.’
Lo guardo interdetta ‘Ma perché non lo hanno fatto prima?’
Scuote il capo ‘Non potevo farti trovare in un bordello, dovevo proteggere la tua reputazione, ora risulti essere una turista sparita e la polizia ritiene di aver trovato il responsabile della tua sparizione.’
‘Ma Dimitri, troveranno il mio book e poi il sito internet dove sono stata messa a Georgos.’
Egli si dà una scrollata di spalle ‘Non darti pensieri, un mio uomo ha recuperato il book prima che lo trovasse la polizia, e poi il sito in questione &egrave stato oscurato.’
Mi sento pronta a svenire dall’emozione, sembra che sia veramente uscita dall’incubo, ma ora la curiosità &egrave più forte di me, e gli faccio la domanda che Gino gli aveva fatto quella sera in discoteca ‘Ma tu chi sei? cosa sei veramente?’
E lui mi risponde come aveva risposto a Gino ‘Io non sono nessuno, ma conosco tutte le persone giuste.’
Torniamo alla bottega per la cena, ci servono e mangiamo sotto gli sguardi di quasi tutta la popolazione maschile della comunità, il pensiero che stanno tutti lì ad aspettare di vedere Dimitri scoparmi mi procura una strana eccitazione, &egrave incredibile … mi sto bagnando.
Cala la sera, il sole sparisce inghiottito dal mare, il villaggio si svuota, le donne ed i bambini spariscono nelle case, solo gli uomini sono ancora lì a aspettare.
Quell’attesa mi sfibra, la mia eccitazione cresce, sollevo il viso e fisso Dimitri ‘Andiamo .. tutti quei sguardi curiosi mi danno sui nervi, diamo loro lo spettacolo che si aspettanom così ci lasceranno in pace.’
Egli mi sorride e annuisce in silenzio, mi stringe la mano e ci avviamo verso la nostra ‘camera’.
Appena entrati possiamo sentire un rumore di sedie spostate ed un tramestio di passi frettolosi, sono tutti lì con il naso schiacciato sul legno elle tavole e l’occhio sull’interstizio fra le tavole stesse.
Se dobbiamo scopare, facciamolo bene, avvicino il mio viso a quello di Dimitri, lo bacio … un bacio lungo … profondo … erotico .. sensuale … come non scambiavo più da mesi, poi gli sussurro ‘Spogliami … ma fallo lentamente .. voglio sentire le tue mani sul mio corpo.’
Egli non risponde, mi leva il giubbotto, mi sbottona la camicetta, la apre mettendo a nudo le mie tette turgide, si china sui capezzoli eretti, li lecca, li bacia, lo succhia, mi sgancia la cinta della gonna e la fa scivolare al suolo. mi abbassa i collant e gli slip. mi fa sedere sul letto per levarmeli.
Ora sono io a spogliarlo, prima la camicia, poi le scarpe, i pantaloni, i boxer ed i calzini, siamo nudi, piano lo spingo sul letto facendolo sdraiare supino, mi chino su di lui e gli bacio l’asta del cazzo eretto.
Mi metto a cavalcioni sopra di lui, premo forte la figa sul cazzo e inizio a strusciarmi lentamente, chiudo gli occhi, sto godendo, un fiotto di miele bagna Dimitri, il pube, le palle, le cosce, egli solleva il bacino e mi viene incontro.
Dimitri geme, mugola e anima ‘Aaaahhhhh! … sììì … continua …. non fermarti … ohhhh!’
Anche io gemo … non posso impedirmi di mugolare ‘OHH … che bello … scopami … voglio sentirti dentro … scopami ti prego.’ mi sollevo e guido il suo cazzo nella figa.
Mi muovo veloce sull’asta el cazzo … voglio godere … sono come una cagna in calore non posso più aspettare … mi si contrae il ventre … la figa mi trema … sono sull’orlo ella follia non capisco più niente … non ricordo niente … il mondo non esiste più per me … esistono solo un cazzo che mi riempie la figa …
Sento Dimitri irrigidirsi … il cazzo freme nella figa … con un potente schizzo mi riempie la figa e io perdo la ragione persa nell’orgasmo.

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Stiamo allacciati strettamente, sento il membro di Dimitri scivolare lentamente fuori dalla mia vagina, sto ancora tremando dopo l’orgasmo, eppure non sono ancora sazia, non c’&egrave niente da fare voglio ancora godere, e non me ne importa niente dei guardoni che sbirciano nelle fenditure della parete di legno.
Mi svincolo all’abbraccio del mio amante, mi inginocchio al suo fianco e abbasso il viso sul suo sesso, tiro fuori la lingua ed inizio a leccargli l’asta del cazzo partendo dalle palle e risalendo verso il glande, lo ripulisco dallo sperma e dal miele che lo imbratta.
Dimitri sussulta sotto la carezza ella mia lingua … mormora ‘Spostati… voglio leccarti la figa … hmmmmm … che troia che sei … ora capisco perché Georgos ci teneva a te.’
Quelle parole mi fanno l’effetto di una doccia fredda, mi sparisce di colpo tutta l’eccitazione, ritorno alla realtà, sono solo una puttana che, fino ad un giorno prima si prostituiva senza problemi,
Prendo atto della situazione e mi ritrovo a fare sesso come una prostituta, tutta tecnica e niente sentimento, mi metto a cavalcioni sul suo viso premendo la figa sulla sua bocca, pensando ‘almeno puliscimi dalla tua sborra bastardo’ e mentre lui mi lecca penso a Gino. Torno ad eccitarmi, voglio godere ed ora penso solo al mio piacere, continuo a leccare il cazzo di Dimitri., ma &egrave solo un fatto tecnico, lui mi lecca la figa e io gli lecco il cazzo, penso a mio marito e quella lingua che mi fruga il sesso mi procura un piacere sempre più intenso .. l’orgasmo mi sorprende all’improvviso … schizzo il mio miele nella bocca di Dimitri …. ora sono appagata in pace con il mio corpo e con la mia mente …
Mi addormento e mi perdo nel mondo dei sogni, sogno la mia casa, i ragazzi che mi accolgono festosi e mi preparo per il ritorno a casa di Gino, mi sveglio all’improvviso, sono sudata, inquieta ed ansiosa di tornare a casa, e per il resto della notte rimango in uno stato di dormiveglia a pensare al mio futuro, a quello che mi aspetta, perché i sogni sono sogni, ma come sarà la realtà, finalmente vinta alla fatica sprofondo nel sonno.
Il giorno &egrave nato da parecchio tempo quando apro gli occhi, ho le palpebre pesanti e mi sveglio difficilmente, mi stiro e mi siedo sul letto, sono ancora nuda, ma non me ne preoccupo, anche se girando lo sguardo intorno a me, noto alcuni occhi incollati agli interstizi fra le asse della parete di legno,
Ovviamente mi comporto come se non sapessi che ci sono dei guardoni, mi siedo sulla sponda del letto con i piedi sul pavimento, allargo le gambe mostrando ai curiosi la figa depilata, apro le braccia sollevandoli e mi stiro, mettendo in bella mostra le mie tette sode ed i capezzoli eretti dall’eccitazione che mi procura il piacere di esibirmi di fronte a quei poveri bifolchi, che quando, fra due o tre giorni, andrò via da questa topaia, rimarranno qui a farsi le seghe sognandomi.
Dimitri non c’&egrave, mi ha lasciato un biglietto par avvertirmi che &egrave andato a pesca, tornerà prima di sera, fra me e me sorrido, quello si comporta come se fosse il mio signore e padrone, povero illuso, se ne accorgerà prima di sparire dalla mia vita, la mia permanenza nella scuderia di Georgos, mi ha insegnato molte cose sugli uomini ed ora so come dominarli davvero.
Sempre sotto gli sguardi dei curiosi, mi lavo sommariamente il viso e la figa nel piccolo catino messo a disposizione per la pulizia personale, se &egrave questa l’idea che ha questa gente dell’igiene devono puzzare come caproni, ma chi se ne frega? sono cazzi loro, mi vesto, un tanga striminzito, una camicetta, una minigonna di jeans, ed un paio i sandali con la zeppa ed i tacchi alti, che valorizzano bene le mie gambe.
Così preparata esco dalla ‘camera’ ed ancheggiano vado al bancone del bar, mi ci appoggio dando le spalle ai presenti, prendo un caff&egrave turco, una focaccia con confettura di rosa ed uno yogurt, senza volerlo, nella posizione nella quale mi trovo, spingo il sedere indietro,, sento gli sguardi su di me e posso udire il brusio ei commenti.
Terminata la collazione, esco sulla piazza, e vado verso il molo, le barche da pesca sono sparite ed il motoscafo che ci ha portato qui non c’&egrave più, passeggio per un po’, tutti gli uomini presenti sono vecchi, non sono sicuramente un pericolo, anche se mi lanciano sguardi pieni di bramosia, se mi stuprano sarà solo col pensiero, che facciano pure, le donne invece mi osservano in modo diverso, quelle anziane con palese riprovazione, quelle più giovani con un misto di curiosità e d’invidia, sicuramente sanno che i loro mariti o fidanzati mi hanno vista nuda, e non &egrave che la cosa mi renda simpatica ai loro occhi.
Questo posto deve essere proprio il culo del mondo, si salva solo il mare, mi viene in mente di trovare un posto per fare il bagno, rimpiango i miei bikini, rimasti a casa, ma tutto sommato posso fare il bagno nuda, senza ulteriore esitazione, mi allontano dal paese camminando sotto la scogliera alla ricerca di un posto sicuro.
Il litorale non offre niente, neanche una spiaggia decente, pochi metri di sabbia e di sassi, mi sono quasi convinta a tornare sui miei passi quando mi fermo sulla sponda di un ruscello che si getta in mare, alzo gli occhi verso la scogliera e vedo in lontananza una cascata.
Risalendo il corso del ruscello, sono arrivata sotto la cascata, prima di dare vita al ruscello, l’acqua forma un laghetto, le acque sono cristalline, mi chino per raccoglierne in po’ nel palmo della mano e bevo, &egrave fresca e invitante, non mi faccio tanti problemi, mi spoglio e, prima di immergermi, nascondo vestiti e borsa sotto un cespuglio.
Sto lì a sguazzare nell’acqua, quando sento un tonfo, sussulto e mi guardo in giro, non vedo niente, fino a quando, dopo pocchi istanti la superficie dell’acqua non si increspa, sbuca una testa, &egrave un uomo, o meglio un ragazzo, così a prima vista avrà più o meno una ventina di anni, mi sorride e mi rivolge la parola, il tono della voce &egrave gentile, ma non capisco niente, gli dico in un greco approssimativo ‘Mi spiace ma non ti capisco.’
Egli si mette a ridere e risponde, anche iui in greco ‘Bene parliamo greco, lo preferisco … sono Misha e tu chi sei?’
‘Io sono Giusy, sto al villaggio, finché non passa la corriere,’
‘Ah, sei tu che sei arrivata ieri con un uomo sulla barca del contrabbandiere, venite da Rodi, vero? dov’&egrave il tuo uomo?’
‘Sì siamo giunti ieri con quel motoscafo … l’uomo che sta con me &egrave andato a pesca, ma tu non vieni dal villaggio?’
Scuote la testa ‘Io non sono un musulmano, sono un greco cristiano ortodosso, non mi mescolo con quella gente, ma ieri vi ho visto arrivare.’
Esce all’acqua, &egrave nudo … bello come una statua antica .. un fisico perfetto … mi si contrae il ventre dal desiderio vedendolo lì in piedi sulla sponda lo guardo imbambolata ma egli non sembra curarsene … mi tende la mano ‘Vieni ti faccio vedere.’
Come ipnotizzata afferro la mano e esco dall’acqua. egli mi guarda esaminandomi bene, sorride compiaciuto e si avvia trascinandomi.
‘Aspetta che prendo i miei vestiti.’ gli grido cercando di fermarmi, ma egli non mi dà retta e continua la sua corsa per una pista tracciata dal passaggio degli animali.
Lo seguo e, nella corsa, mi soffermo a guardare i suoi muscoli guizzare sotto la pelle, la schiene.i glutei e la gambe muscolose, e da brava troia, mi sorprendo a pensare che egli ha proprio un bel culo.
In cima alla pista sbuchiamo su una conca erbosa, riparata dei venti, c’&egrave una bassa costruzione di pietra e una ventina di pecore sparse, le guardo meravigliate, non ho mai visto pecore del genere.
Misha sorride davanti alla mia sorpresa ‘Conosci la storia del Velo d’Oro, queste sono le pecore degli Argonauti .. vieni entriamo.’ e ancora una volta mi trascina.
Entro nella casa di pietre, e per prima cosa vedo su una panca i miei vestiti e la mia borsa, quello sfacciato li aveva preso e portato a casa sua prima di tuffarsi, aveva programmato tutto.
‘Siediti, aspetta solo un momento.’ va a prendere due scodelle di ceramica decorate, le guardo bene, un fauno che insegue una ninfa, lo fisso … non so cosa pensare … lui non mi bada riempie le scodelle di latte, su un piatto, anche quello riportando i disegni del fauno e della ninfa, ci sono formaggi e frutta selvatica.
Si siede al tavolo ‘Mangia e bevi, sei la mia ospite.’ mangiamo e beviamo il latte, mi sento bene, sono rilassata, come una ragazzina in gita, sto bene e spensierata, forse per la prima volta a tanto tempo.
Quando Misha si alza e mi passa dietro non ci faccio caso, così quando sento le sue mani posarsi sulle mie spalle rimango un po’ irrigidita, mi bacia sul collo, le sue labbra catturano il lobo dell’orecchio, lo succhia … lo titilla con la punta della lingua, mi sussurra ‘Sei la mia ninfa.’
Um lungo fremito mi percorre la schiena, chiudo gli occhi arrendevole, sono veramente la ninfa catturata dal fauno.
Mi bacia e socchiudo le labbra lasciando penetrare la sua lingua che cerca la mia, l’avvolge e la lecca.

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Mentre mi bacia, le mani di Misha esplorano il mio corpo, le punte delle sue dita mi sfiorano delicatamente … fremo persa nella beatitudine dei sensi accesi dal desiderio, mi arrendo, anzi mi sono già arresa quando il fauno ha baciato la ninfa.
Distesa sul letto, cingo i suoi fianchi con le mie gambe, le braccia strette al suo collo, le labbra incollate alla sua bocca, sono completamente persa, ogni sua spinta mi manda in estasi, mi scopa con una passione incredibile, si spinge fino in fondo alla mia figa, poi si ritira quasi del tutto, facendomi provare una sensazione di vuoto, e l’istante successivo sento il cazzo premere sul collo dell’utero, &egrave troppo … non resisto … urlo di piacere stringendomi ancora più se fosse possibile.
”Ahhhh …. sììì …. cosìììì … spingiii … più forte … mamma che belloooo …. caro … ancoraaa’
Sarà l’ambiente bucolico e primordiale, sarà la dolcezza con la quale Misha mi possiede, mi bacia, mi accarezza, mi chiama ‘La mia piccola ninfa … sono il tuo fauno … godi piccola.’ ed io sono nella luce … volo nei prati dorati dell’amore…
Fra sospiri e mugoli, riesco a sussurrare ‘Sì sono la tua ninfa … sei il mio fauno … ‘
Rimaniamo coricati strettamente allacciati per un po’ finché Misha si stacca da me, si alza e mi porge la mano ‘Vieni andiamo … ‘
Mi alzo e lo seguo, siamo matti, usciamo nudi e partiamo di corsa attraverso i prati e la macchia … incuranti della nostra nudità … corriamo come se fossimo gli unici abitanti del pianeta … all’inizio del mondo … ci perdiamo fra i cespugli di rosmarino … ci rotoliamo nell’erba, di nuovo Misha mi possiede … e l’orgasmo mi scuote ancora.
Sono sdraiata nell’erba a guardare le nuvole che sfilano nel cielo azzurro, non penso più a niente, non mi muoverei più.
Misha prosegue nel gioco iniziato ispirato dei disegni raffigurati sulle ceramiche, si alza mi tende la mano ‘Alzati belle ninfa e scappa se non lo fai il fauno ti prenderà ancora.’
Mi alzo ridendo ‘Ma tu sei insaziabile, va bene che sei giovane, ma sei un pericolo permanente per le donne, ti vuoi forse fare tutte quelle che passano a queste parti?’
Lui si finge arrabbiato ‘Scappa se non vuoi che ti riduca a farmi a serva.’
‘Io da serva? non credo .. tu hai altre intenzioni nei miei confronti, lo so non negare ma se corri abbastanza forte potrai forse soddisfare le tue voglie erotiche.’
Mi lancio in fuga attraverso i prati subito inseguita a Misha, una rapida corsa e vengo raggiunta, afferrata e sdraiata sul suolo, egli mi apre le gambe, mi palpa la figa trovandola bagnata, non esita e me lo mette dentro e subito perdo la cognizione delle cose.
Il sole el pomeriggio illumina la radura e noi stiamo in piedi davanti alla casa di Misha, questo mi tiene la mano e la stringe, alza il braccio libero in direzione del mare.
‘Guarda tornano i pescatori, andiamo dentro e vestiamoci .. non credo che tu voglia tornare al villaggio nuda.’ ridacchia ma capisco che lo fa per darsi un tono.
Mentre ci vestiamo Misha mi dice ‘Ti accompagnerò fino a vicino al villaggio, c’&egrave una scorciatoia che porta a poca distanza, arriverai sul molo prima dei pescatori … andiamo appena sarai pronta.’
Mi guida per un sentiero che, solo un occhio esperto riesce ad individuare e poco dopo, ci fermiamo al ripari degli occhi indiscreti, nascosti a un grosso masso.
‘Eccoti arrivata, mia bella ninfa mi ricorderò sempre di te, non dimenticare il tuo fauno.’
Detto questo mi attira a sé e mi bacia con passione per l’ultima volta, mi lascia andare e si gira lasciandomi sola, lo guardo sparire poi mi avvio, quando le barche attraccano sono lì ferma sul molo.
Posso vedere Dimitri che, scorgendomi si sbraccia per salutarmi, alzo la mano e rispondo al saluto e metto Il Fauno e la Ninfa nei miei ricordi, la vita reale riprende i suoi diritti.
Dimitri sbarca, mi raggiunge, per non offendere i bravi musulmani con pubbliche effusioni, non mi abbraccia ne mi bacia, domanda ‘Come hai passata la giornata? ti sei annoiata? qualcuno ti ha dato fastidio? scusami se sono sparito senza dirtelo ma dormivi tanto bene, non ho avuto il coraggio di svegliarti.’
Gli sorrido ‘Hai fatto bene ti ringrazio di avermi lasciato dormire, per il resto mi hai fatto tante domande in una sola volta, comunque non preoccuparti &egrave andato tutto bene.’ e fra me e me pensando al Fauno, concludo che meglio di così non poteva andare.
Avvicina il suo viso al mio e mi sussurra ‘Ho voglia di scoparti.’
Lo guardo con gli occhi sbarrati ‘Cosa? ho capito bene? hai voglia i scoparmi! … mi pianti qui in mezzo a questa gente e sparisci per tutto il giorno, e quando torni trovi normale dirmi che hai voglia di scoparmi … roba a matti!’
‘E che c’&egrave di strano? qui agli occhi di tutti sei mia moglie, &egrave tutto normale non ti pare?’
Mi &egrave sempre piaciuto fare sesso, non sono mai stata il tipo di donna soggetta all’emicrania, Gino mi stava sempre addosso, e se non lo faceva lui, ero io stuzzicarlo, salvo quando avevo il mio ciclo, facevamo l’amore tutti i giorni, a volta anche mattina e sera, e se i ragazzi andavano dei nonni, passavamo la giornata a letto, ma il modo di fare di Dimitri non mi piace.
Dimitri scuote il capo ‘Non ci siamo capiti, qui sei rispettata perché sei mia moglie, senno saresti trattata come una femmina impura, un infedele non circoncisa, non credo che ti piacerebbe, sai non sono molto delicati con gli schiavi, e infine avrò pure diritto ad un piccolo premio per averti salvata al tuo padrone per riportarti dal tuo marito … non fare la santarellina cazzo … fino all’altro giorno facevi la puttana, qualche scopate in più non ti rovineranno, la tua figa non ha il contatore, quindi non fare storie,’
Si avvia verso la nostra ‘camera’, ed io umiliata ed incazzata lo seguo ben decisa ad inventare di tutto per non dargliela e a fargliela pagare.
Appena in camera, senza aspettare mi spoglio e mi sdraio nuda, egli mi guarda con un sorriso ironico sulle labbra ‘Brava troia hai capito cosa ti conviene fare.’ e si spoglia anche lui. si inginocchia per montarmi, ma allungo la gamba e premo la pianta del piede sul suo cazzo, egli sussulta e si blocca, ne approfitto inizio a massaggiargli il cazzo col piede.
Mi lascia fare, ansima, e fra un mugolio e un gemito dice ‘Ahh … non ti sei dimenticata eh puttana! quando ti leccavo la figa … ti faceva godere come una porca … vero? dai confessa.’
‘Sì caro mi facevi godere come una porca.’ agito il bacino mimando la scopata ‘Dai leccamela ancora, ti darò il mio miele.’
Ed egli affonda il viso fra le mie cosce e inizia a leccare, senti il miele colare abbondante e lo incito di continuo ‘Sì così … che bravo che sei … lecca caro … succhia … bevi alla mia fonte … scopami con la lingua.’
E lui spinge la lingua all’interno della mia figa, facendola girare fra le tenere pieghe, mentre io gli accarezzo il cazzo col piede, so come fare e in breve egli &egrave sull’orlo dell’orgasmo, ancora poche pressioni e egli viene, ma io continuo ad accarezzarlo col piede … il cazzo torna a irrigidirsi … non smette di leccarmi … di succhiarmi il clito eretto e duro … gli schizzo il mio miele sulla lingua … nella bocca … sul viso ..
Egli tenta di divincolare … ma lo tengo stretto … con la bocca incollata sulla figa e non può resistere … riprende a scoparmi con la lingua … mentre io continuo a masturbarlo con il piede

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Dopo essere riuscita a tenere a bada Dimitria masturbandolo, e cosa non trascurabile, mi ha portato all’orgasmo diverse volte, &egrave deluso, perché sperava di scoparmi, ed ora non ha più la forza di farlo, ma comunque ha fatto il suo dovere molto bene, mi ha leccata con passione, mi ha succhiato il clito con impegno e mi ha scopato la figa con la lingua usando la sua esperienza, e io l’ho ricompensato lasciandogli bere il miele che sgorgava abbondante dalla mia fonte.
Sfiniti ci addormentiamo di un sonno profondo, la mia mente si popola di immagini bucoliche … rivedo la Ninfa che fugge inseguita al Fauno … che dopo Georgos, mi stia nascendo una nuova ossessione?
E’ mattina, mi sveglio, durante la notte, Dimitri si &egrave stretto a me abbracciandomi, mi libero dalla sua presa e mi alzo piano per non svegliarlo, con la poca acqua del piccolo catino, mi lavo sommariamente il viso e la figa, con un certo fastidio mi infilo il tanga, non proprio pulito dopo due giorni, ma mi dovrei accontentare, possiedo solo quello, per finire me lo levo, meglio senza mutandine che con le mutandine sporche, mi metto la gonna, e la camicetta calzo un paio i scarpe sportive.
Esco alla ‘camera’ e mi dirigo al bancone del bar per il prendere il caff&egrave, vedo il contrabbandiere, alzarsi dal tavolo dove era seduto, mi avvicina e mi porge un giornale greco e una busta, pronuncia una parola sola ‘Dimitri.’ e con la mano mi indica la nostra ‘camera’, annuisco e torno su i miei passi.
Scuoto Dimitri che dorme ancora, si sveglia e mi guarda incazzato, non gli lascio il tempo di protestare, gli caccio in mano giornale e busta ‘Il tuo amico contrabbandiere, mi ha dato questo per te, sembrava ansioso di farteli avere .. guarda che sono curiosa.’
Brontolando si siede ed apre il giornale, ed ecco la sorpresa, in terza pagina, troviamo un articolo che segnala la sparizione di una turista italiana, c’&egrave anche la mia foto, ricavata dalla mia carta d’identità trovata nel rifugio di Georgos, la polizia invita chi mi avesse vista di segnalare la cosa, non capisco niente &egrave scritto in caratteri greci, ma anche lo fosse in caratteri latino, non lo capirei lo stesso, ultima notizia, si ritiene che dopo avermi sequestrata Georgos mi abbia eliminata.
Ora Dimitri apre la busta, ne estrae due biglietti per l’autobus, diretta ad Istanbul, che si fermerà sulla strada asfaltata, sopra la scogliere a mezzogiorno, non c’&egrave tempo a perdere, egli salta giù al letto, si lava e si veste, io chiudo il mio zainetto e preparo il mio borsone.
Facciamo collazione, e dopo aver saldato il conto, ci arrampichiamo per un sentiero, più adatto alle capre che agli uomini, fino a raggiungere la strada asfaltata e la fermata dell’autobus, dove troviamo in attesa diverse persone, contadini e contadine che, carichi i verdure e di frutta sono diretti al mercato.
Devo riconoscere.che, a modo loro, sono cortesi, ci guardano leggermente sorpresi, ma quando arriva l’autobus, per dovere di ospitalità verso due stranieri, ci fanno segno di salire per primi, ringrazio con un sorriso e salgo, Dimitri mostra i biglietti all’autista, andiamo a sederci in fondo all’autobus, dove due donne si stringono per farci posto.
Tutto sommato &egrave un viaggio interessante, attraversiamo diversi villaggi ed anche qualche cittadine, ad ogni fermata c’&egrave gente che scende e gente che sale, c’&egrave un ricambio, dopo qualche fermate, non ci sono più contadini, ma ci sono studenti e studentesse, molte delle quali non usano il fazzoletto, impiegati e commercianti, solo qualche sguardi di curiosità verso due stranieri che viaggiano su quel
autobus.
Finalmente eccoci ad Istanbul, scesi all’autobus, Dimitri mi trascina verso l’imbarcadero dove troviamo il traghetto che ci porta sulla riva europea.
Andiamo alla sede della Hertz, non ho più motivo di nascondermi, Georgos non mi può più nuocere, e così usando la mia carta di credito noleggio una macchina, una Ford Focus e ci mettiamo in viaggio verso la Grecia, la parte più difficile del viaggio consiste nell’uscire dal casino del traffico di Istanbul.
La sera siamo già in Grecia da parecchi km., per non viaggiare al buio su strade sconosciute dove sarebbe facile perderci, ci fermiamo lungo la strada appena troviamo una locanda, ceniamo e prendiamo una camera.
Durante la cena, parliamo del più e del meno, viene fuori che domani giungeremo ad Atene, dove mi potrò imbarcare per l’Italia ed egli sparirà dalla mia vita per sempre, mi guarda un po’ deluso.
‘Ascolta Dimitri, domani ci separeremo per sempre, allora voglio lasciarti un buon ricordo di me, così non mi dimenticherai facilmente.’
Egli mi sorride e mi prende per mano per salire per le scale che portano alle camere.
Entriamo nella camera, Dimitri chiude la porta a chiave e mi si avvicina, lo fermo ‘Fermati, faccio tutto io.’
Gli vado vicino e inizio a toglierli la giacca, poi gli sbottono la camicia e gliela levo, lasciandolo a torso nudo, lo faccio sedere e gli tolgo le scarpe ed i calzini, lo faccio alzare e gli slaccio la cintura dei pantaloni, glieli abbasso assieme agli slip … ora &egrave nudo lo spingo dolcemente sul letto per farlo sdraiare.
‘Ora guardami e non muoverti.’
Mi siedo per togliermi le scarpe, una volta scalza, salgo in piedi sul letto … lo guardo dall’alto in basso, con studiata lentezza mi levo il giubbino e con un gesto lento lo getto lontano, mi sbottono la camicetta .. un bottone alla volta lentamente … pianino scopro le tette … la camicetta vola via a raggiungere il giubbino … sollevo le tette con i palmi delle mani, le impasto titillando i capezzoli, lo fisso e vedo la sua eccitazione crescere …. però anche la mia eccitazione cresce e mi sento la figa bagnata …. lascia andare le tette e abbasso le mani sui fianchi … sgancio la cinta della gonna e la faccio scivolare sui piedi … un calcio l’allontana … sono lì a gambe larghe sopra … sento il suo sguardo libidinoso sulla figa.
Con il piede gli scosto le gambe e mi inginocchio ed abbasso il viso tirando fuori la lingua, partendo alle palle inizio a leccargli il cazzo risalendo piano verso il glande … lo lecco … lo succhio …. lo avvolgo nella lingua .. lo sento crescere nella mia bocca … sta per venire … rallento il mio impegno per farlo calmare … riprende il mio succhiare .. e così vado avanti fino a farlo venire … mi riempie la bocca della sua crema che ingoio golosa … continuo a leccarlo per farlo tornare rigido …
Egli &egrave pronto, gli salgo sopra a cavalcioni e guido il cazzo nella figa … scivolo sù e giù muovendo il bacino in modo circolare … contraendo i muscoli della figa per stringere bene il cazzo.
Egli ansima … geme e mugola … lo tengo nel mio potere … facendo la puttana ho imparato a dominare gli uomini prendendo comunque il mio piacere … sto godendo in modo incredibile come una porca …
Il cazzo mi sussulta dentro … schizza la sua sborra e mi riempie la figa proprio quando raggiungo l’orgasmo … ma non sono ancora soddisfatta … mi giro per stringere la sua testa fra le cosce .. premo la figa sulla sua bocca … me la lecca … me la succhia … inserisce la lingua e mi ripulisce le tenere pareti interne … e vengo schizzando il mio piacere nella sua bocca

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La mattina ci trova all’aeroporto di Atene al banco della Hertz per restituire la macchina, poi al chek in cambiare il mio biglietto per l’Italia.
Dimitri mi accompagna all’imbarco, due bacetti veloci sulle guance, un abbraccio stretto ed egli si volta e se ne va uscendo per sempre dalla mia vita, lo guardo andare … ho condiviso con lui molte cose … sesso … avventure e altre cose ancora … stranamente non provo niente … neanche un minimo di rimpianto … penso solo al mio prossimo incontro con Gino e provo un sentimento misto … timore … emozione … ansia di rivederlo.
Il volo da Atene atterra a Fiumicino in orario, ecco &egrave giunto il momento della verità .. esco all’arrivo internazionale … cerco di assumere un atteggiamento naturale, niente spavalderia ma neanche atteggiarmi da Maddalena pentita .. non &egrave semplice, in fondo so solo una cosa, Gino mi ha fatto cercare mi rivuole indietro, faccio un profondo respiro e mi avvio.
Mi si ferma il cuore, in mezzo alla gente che &egrave venuta a accogliere i viaggiatore, noto la figura di mio marito, anche lui mi ha visto e vedo un sorriso disegnarsi sulle sue labbra.
Vado verso di lui che mi viene incontro, ci fermiamo l’uno di fronte a l’altra, si china su di me, prende il mio borsone e mi dà un bacio sulle labbra ‘Ben tornata Giusy … hai fatto un buon viaggio?’
‘Sì grazie, &egrave stato un viaggio senza problemi.’
Mi prende per un braccio e mi trascina verso il banco dell’Alitalia ‘Vieni, andiamo a cambiare il tuo biglietto.’
Lo fisso sorpresa ‘Perché?’
Mi risponde ‘Ci fermeremo una settimana a Roma prima i tornare a casa, e poi hai bisogno di vestiti, fa freddo … non puoi andare in giro così.’
Mi lascio guidare, niente si svolge come avevo previsto, sono disorientata, sistemata la faccenda del biglietto, usciamo dall’aerostazione, ed abbiamo la fortuna di trovare subito un taxi libero.
‘Ci porti all’Excelsior.’ ordina Gino al tassista, per tutto il tragitto egli mi tiene la mano, ma non dice una parola.
Giungiamo in albergo, il portiere saluta mio marito con deferenza, mi squadra sospettoso, ovviamente la mia mise non si adatta all’ambiente, Gino mi accompagna al banco per registrarmi ed andiamo in camera.
Mi aspettavo un interrogatorio penoso, invece Gino apre l’armadio e vedo alcuni dei miei vestiti ‘Ecco fatti una bella doccia per rinfrescarti e vestiti, dopo andremo a pranzo e poi andremo a fare alcuni acquisti.’
Ubbidisco sempre più sorpresa e preoccupata, mi chiedo cosa ha in mente.
Esco dalla doccia, indosso un accappatoio di morbida spugna e mi asciugo i capelli, vado verso l’armadio, scelgo un vestito, un cappotto, delle scarpe con i tacchi, alti 10 cm., c’&egrave anche la borsa assortita, apro il cassetto alla ricerca della biancheria intima, trovo solo calze autoreggenti e basta, dopo aver cercato per un po’, mi decido a chiedere ‘Scusa, dove hai messo la mia biancheria intima non la trovo.’
Mi guarda con aria desolata ‘Accidenti … ecco cosa mi sono dimenticato … sono due giorni che ci pensavo senza riuscire a ricordarmelo … beh! che importa, col seno che ti ritrovi puoi benissimo fare a meno del reggiseno, ti mancano solo le mutandine…’ si ferma fissandomi poi riprende ‘Ma in fondo in questi ultimi mesi le hai usate ben poco, quindi puoi farne a meno per il momento anche qui.’
Una sberla in pieno viso mi avrebbe fatto meno male, ecco che inizia la resa dei conti, egli mi lascia inebetita, si accende una sigaretta e guarda divertito ‘Scusa tesoro, non volevo offenderti, ma comunque &egrave la verità, dai sbrigati, ho fame.’
Andiamo a pranzo, egli si mostra premuroso, cortese e gentile, mi fa un mucchio di complimenti sul mio aspetto, mi racconta gli ultimi pettegolezzi del rione dove sta la nostra casa, mi parla dei ragazzi che stanno dei nonni paterni in pianta stabile, li va a trovare la Domenica, si complimenta con me per l’ammontare del mio conto in banca, perché io da stupida mi sono dimenticata di avvisare la banca di non mandare gli estratti conto a casa, così lui sa tutto al riguardo delle mie finanze.
Dopo il pranzo mi accompagna a fare acquisti, non bada a spese mi riveste alla testa ai piedi, ma niente biancheria intima, solo vestiti eleganti ma sexy.
Sul tardo pomeriggio torniamo in albergo, egli ha prenotato la palestra per me, e mi ci manda, ma non &egrave tutto, ho appuntamento con la massaggiatrice, la parrucchiera e l’estetista, quando gli faccio notare che non era il caso di prendersi tanto disturbo per queste cose, egli si &egrave limitato ad alzare gli occhi al giornale che stava leggendo per rispondermi che non voleva farmi mancare le cose alla quale mi ero abituata, altro schiaffo… mi domando cosa sa esattamente e la cosa non mi lascia molto tranquilla, ma non tarderò certamente a scoprirlo.
Indosso uno dei vestiti comprati oggi, &egrave elegante e sexy, senza per questo farmi sembrare una troia, &egrave un tubino nero, tenuto sù da bretelline di raso,, mi copre appena i capezzoli e &egrave lungo fino a metà coscia, e fascia bene le mie forme, lo porto sotto un bolero nero, calze autoreggenti velatissime, calzo décolté di vernice nere con tacchi a 13 cm. che valorizzano le mie gambe, i capelli ben pettinati e un trucco leggero, mi guardo allo specchio, sono splendida … soddisfatta del mio aspetto .. Gino mi viene dietro … si china e mi bacia sul collo complimentandosi con me … incomincio a sperare …
Andiamo a cena, Gino ha scelto un posto elegante, cibo e vini raffinati, quando vuole egli ha una conversazione brillante, mi colma di complimenti, mi lusinga e sento le mie difese sbriciolarsi, rivedo l’uomo del quale mi ero innamorata, il marito affettuoso e appassionato che aveva illuminato la mia vita per tanto anni oramai, &egrave veramente una serata speciale e gli sono riconoscente, finché non mi ordina di spostarmi sulla mia sedia, di modo di voltarmi verso la sala, con aria serafica mi dice ‘Apri le gambe troia, mostra quella tua figa da puttana alla gente.’ vorrei sparire all’istante … ma non ho scelta, faccio come mi ha ordinato di fare.
Quando usciamo dal locale, il direttore del ristorante si avvicina a Gino e gli dice, guardandomi con palese fastidio ‘Dottore, le sarei molto grato se non venisse più qui in compagnia di prostitute, capisce che la reputazione del locale va salvaguardata-‘
E lo stronzo, con una faccia di bronzo fenomenale, si finge desolato, affermando di essere stato spiacevolmente sorpreso dall’accaduto ed assicurando che il fatto non si ripeterà.
E io vorrei morire all’istante alla vergogna.
Torniamo in albergo, in camera mi spoglio e cerco una camicia da notte, ma non la trova.
Gino mi guarda sorridendo ‘Cosa cerchi cara?’
‘Una camicia da notte,,, ma non la trovo.’
Egli si stringe nelle spalle ‘Boh! tanto non ti serve … piuttosto vieni qui a sederti che dobbiamo parlare ma prima vieni a vedere.’
Non posso farsi niente, mi siedo ed aspetto … egli tira fuori dalla valigia un portafotografie in similpelle, lo apre e mi mostra le foto, le riconosco sono state fatte in un pub a Padova, mi domando come avrà fatto a procurarsele, sorride ironico ‘Ecco la bella Giusy senza peri! … interessante vero puttana?’ abbasso il viso umiliata e disperata, ma non finisce lì.
Ora prende il suo portatile, lo accende e introduce un dvd, vorrei sprofondare, vedo le immagini delle scopate sulla terrazza, le tre notte passate sul viale a prostituirmi per compiacere Georgos, le riprese fatte prima del book, le foto del book, ed infine i video delle feste private.
Gino mi guarda con un sorriso sardonico ‘Allora cara, devo continuare o sei pronta a parlare?’
Crollo distrutta e scoppio in pianto, lui aspetta che mi calmi fumando una sigaretta, singhiozzo e lui aspetta pazientemente.
Vedendo che mi sto calmando, Gino riprende ‘Allora almeno dimmi, se sei in qualche modo disposta a salvare il tuo matrimonio, a riprendere la vita in comune?’
Annuisco e fra un singhiozzo e l’altro riesco a mormorare ‘Sì.’
‘Bene e cosa saresti disposta a fare per questo?’
Riprendo a sperare ‘Qualsiasi cosa.’
‘Perfetto, voglio che tu sia la mia schiava, vivrai nella mia casa, nuda, sarai la mia serva, terrai la casa in ordine, preparerai i pasti, insomma da perfetta massaia, sarai a mia disposizione sempre, ti potrò scopare oppure inculare come e quando voglio. od anche farti scopare ed inculare da chi voglio io, in casa ed anche i giro, se ti va bene torniamo a casa, senno, domani pago l’albergo e vado via, tanto i soldi ce li hai, poi da ora in poi mi chiamerai Signore o Padrone.’
Rimango fredda, Gino mi ha dettato le sue condizioni, non ho scelta …. devo accettare … cerco di reagire ‘Ma non puoi farmi questo &egrave inumano andrò in tribunale.’
Egli ride ‘Tesoro, sei libera, ma quando in tribunale farò vedere quei dvd che ben conosci, scegli tu.’
A questo punto sono incastrata, annuisco ‘Va bene padrone accetto.’
‘Benissimo vieni qui e mettiti carponi … ora ti voglio scopare brutta puttana.’
Mi metto in posizione e egli si inginocchia dietro di me e me lo mette dentro, inizia a scoparmi .. però dopo poche spinte si ritira e mi respinge, non capisco … mi volto a guardarlo … egli mi guarda con una smorfia di disperazione .. provo una grande pena mi avvicino, tento i abbracciarlo per consolarlo, ma egli mi respinge … ‘Va via! mi fai schifo.. e pensare che ti ho amata … comunque non cambia niente a quello che ho detto … andiamo a casa, e non fare storie.’

per commenti brubu@yahoo.it Gino si &egrave sfogato, mi ha respinta bruscamente, ma ora si &egrave calmato, va in bagno, si prepara per la notte, tornato in camera si corica, lo osservo non sapendo cosa fare, non voglio sbagliare, mi devo adattare alle sue pretese, forse col tempo si ammansirà … tento di mettermi a letto.
Non &egrave una buona idea, perché appena tocco il letto, Gino sbotta ‘Dove credi di andare cagna? non lo sai che i cani dormono per terra ai piedi del letto? via da qui! chissà quale malattie mi potresti rifilare.’
Umiliata mi allontano e mi sdraio sul scendiletto, penso alle sue parole … oddio … e se fosse vero, se mi fossi presa qualche malattia venerea … che ne so … la sifilide per esempio o peggio ancora l’HIV, quei pensieri mi angosciano … mi fanno stare male ed ora maledico la mia stupidità che mi ha portato a ridurmi in questo stato.
Sto ancora immersa nei miei tristi pensieri quando la voce di Gino mi fa sussultare ‘Vieni qui troia! da brava cagna devi succhiare e leccare un bel osso, potrai mangiare il midollo … forza vieni!’
Mi tiro sù e guardo il letto, Gino &egrave disteso a gambe larghe, col cazzo eretto come un pennone, salgo sul letto e mi inginocchio fra le sue gambe, con la sinistra gli accarezzo le palle e con la destra gli massaggio l’asta partendo dalla base e risalendo piano verso la sommità … spalanco la bocca ed ingoio il glande … faccio girare la mia lingua tutto attorno … lo avvolgo ,,, lo succhio … ci metto tutta la mia esperienza di puttana … sembra apprezzare perché lo sento gemere … ma anche io mi eccito … lascio le sue palle e porto la mano sulla mia figa, il palmo premuto sul clito e due dita spinte dentro che mi scopano.
Gino ci mette poco a venire, schizzi copiosi mi riempiono la bocca, tanto abbondanti che non riesco ad ingoiare tutto, lo sperma mi cola sul mento, agli angoli delle labbra … &egrave fantastico e vengo a mia volta.
Faccio per rialzare il viso, ma subito Gino mi ferma ‘Ehi! dove vuoi andare, non crederei mica che dopo mesi di astinenza … da te voluta ricordatelo, mi accontenti di un solo pompa ed ingoia? no mia cara moglie puttana, forza cosa aspetti? non vedi che ho il cazzo ancora duro?’
E ricomincio, riprendo il cazzo il bocca … Gino &egrave insaziabile … non ne ha mai abbastanza … quando dice di mesi di astinenza ci credo … mi scarica nella gola una quantità incredibile di sborra, e quello che &egrave ancora più strano &egrave che la cosa mi eccita al punto i farmi provare l’orgasmo senza che ci sia il bisogno di toccarmi.
Rimaniamo a Roma per una settima intera, le giornate sono sempre uguali, la mattina collazione nel ristorante dell’albergo, poi passeggiata per le vie del centro, visita ai monumenti della Capitale, mi ha anche fatto visitare San Pietro, shopping, non mi rifiuta niente, anzi a volta &egrave lui che mi spinge ad acquistare, mi regala anche un paio di orecchini d’oro e brillanti, ma questi hanno un significato preciso, sono a forma di manette, servono a rammentarmi il mio stato di schiavitù.
Non sempre torniamo in albergo per il pranzo, a volte ci fermiamo in trattorie tipiche di Trastevere, rientriamo soltanto per l’orario della palestra, perché tutti i giorni la devo frequentare, poi c’&egrave il massaggio, la parrucchiera e l’estetista, solo dopo usciamo per la cena, mi porta anche al teatro, e nel palco mi mette la mano fra le cosce per scoparmi la figa con le dita, una vera tortura, devo rimanere composta quando vorrei dimenarmi ed urlare di piacere.
Oppure andiamo al night club e mi fa ballare, rimango sorpresa, sicuramente ha preso lezione di ballo, perché a differenza del passato, ora &egrave un bravo ballerino, ma anche in quelle occasioni non manca di umiliarmi, devo stare seduta con le gambe accavallate per mostrare la figa a tutti, oppure calarmi per mettere le tette in mostra. .
Non ci capisco più niente, per tutto il giorno, Gino cambia il modo di comportarsi alternando, il marito innamorato e premuroso, con il padrone cattivo ed esigente.
Ma &egrave la sera, appena in camera, che cambia tutto, &egrave un padrone esigente e crudele, non mi picchia, solo a parole &egrave brusco, se mi mette le mani addosso &egrave solo per palparmi le tette oppure il culo o la figa, ma certe volte le parole sono peggio delle sberle, come quella volta che gli ho chiesto perché spendeva tutti quei soldi in cura di bellezza per me, si &egrave limitato ad alzare le spalle e poi mi ha detto tranquillamente, come se fosse una cosa da niente ‘Mia cara, &egrave semplice, se mi devo tenere una puttana in casa, almeno che sia una puttana bella.’
Quando siamo soli, tutte le occasioni sono buone per umiliarmi, mi fa sentire una reietta .. una specie di paria .. un rifiuto ella società che egli non butta via per pura bontà d’anima, la cosa &egrave resa ancora peggiore dal fatto che in pubblico mi tratta con tutti i riguardi dovuti ad una moglie amata, &egrave un continuo susseguirsi di alti e bassi, vere docce fredde che mi fanno impazzire.
Ed ecco, dopo mesi di assenza, sono a casa, ho una gradita sorpresa, ad accogliermi ci sono i miei suoceri con i nostri figli e anche i miei genitori, mi hanno preparato un accoglienza festosa, mia suocera e mia madre si sono date da fare ai fornelli ed hanno preparato un pranzo speciale.
Sono coccolata, direi quasi viziate, i ragazzi mi stanno sempre addosso, tutti si complimentano per il mio aspetto e si informano sulla mia salute, non capisco fino a quando non interviene Gino affermando che sto meglio, evidentemente la via della guarigione &egrave ancora lunga, perché il mio equilibrio &egrave stato scosso, dice quelle cose stringendomi la mano e fissandomi con un aria innamorata, sto al suo gioco, in fondo lo fa per proteggermi.
Verso le 17, tutti vanno via, facendomi tanti auguri, rimaniamo soli, per fortuna che prima di partire, mia madre e mia suocera hanno rimesso la casa in ordine, perché Gino cambia atteggiamento, mi apostrofa duramente ‘Avanti spogliati, ricordati che in casa devi sempre stare nuda, fare le faccende di casa, cucinare ed essere a mia disposizione ogniqualvolta ne abbia voglia, e poi se ho voglia di compagnia femminile, starai buona a servirci e forse
anche a concederti alle nostre voglie … hai capito?’
Torno alla realtà annuisco ‘Sì ho capito Padrone.’
‘Bene, meglio così, da domani, in attesa che vengano installati in casa gli attrezzi necessari, riprendi a frequentare la palestra, la massaggiatrice, la parrucchiera e l’estetista verranno qui.’
Annuisco in silenzio ed inizio a spogliarmi, sono nuda, &egrave imbarazzante trovarsi così, va bene che mi ha visto nuda tante di quelle volte, ma non così in piedi in mezzo alla stanza, mi copro il pube ed il seno.
Mi guarda ironico ‘Che fai? ti &egrave forse venuto improvvisamente un attacco di pudore … sei pentita dei tuoi peccati brutta troia? avanti non fare storie, mettiti carponi e allarghi bene le cosce.’
Faccio come vuole, mi aspetto di essere scopata, invece mi schiaffeggia la figa violentemente, un urlo di dolore misto di piacere esce dalle mie labbra, egli continua a schiaffeggiarmi la figa violentemente, il dolore si attenua mentre cresce il piacere. e lui se ne accorge.
‘Ti piace farti battere la figa eh … troia?’
Ancora qualche colpi, sempre più forti, poi la sua mano rimane ferma sulla figa bagnata e la stringe forte, dopo un po’ allenta la presa e mi spinge due dita dentro e mi scopa.
‘Di chi &egrave questa figa?’
Mugolo e gemo incapace di rispondere, egli mi incalza ‘Allora puttana mi vuoi rispondere? di chi &egrave questa figa?’ stringendola forte.
Vengo improvvisamente … scossa dall’orgasmo riesco a mormorare ‘Tua.’
‘Non ho sentito … parla più forte … forza.’
‘La … figa &egrave … tua.’
‘Non così si risponde … forza rispondi bene o ti punirò.’
Ansimando riesco a pronunciare ‘Questa … figa … &egrave tua … Padrone.’
‘Bene .. così va meglio … ora lo sai cosa devi fare per fare contento il tuo padrone vero? … forza aspetto!’
Mi giro verso di lui, in ginocchio fra le sue gambe, abbasso la cerniera dei pantaloni, introduco la mano nella patta in cerca del cazzo e lo tiro fuori, lo lecco … prima le palle ,, poi l’asta lentamente … il glande … piano tutto attorno .. lo vezzeggio … spalanco la bocca e lo aspiro dentro … la mia lingua lo avvolge … lo lecco … lo succhio … mi piace la sensazione di quella pelle vellutata nella mia bocca … metto tutto le mie capacità erotiche per dargli tanto piacere riuscendo a ritardare al massimo il suo orgasmo … mi bagno sento i miei umori colarmi all’interno delle cosce e godo serrandole, le frego l’una contro l’altra …per stringere la figa e venire quando lui mi scarica la sua sborra nella gola.
Gino mi lascia andare … mi fa una carezza sul viso ‘Brava la mia moglie puttana … devo ammettere che sei migliorata in troiaggine … puoi alzarti .. vieni qui che guariamo la TV.’
Accende il suo portatile e di nuovo mi obbliga a guardare i dvd che quel figlio di troia di Georgos gli ha mandato in segno di disprezzo.
La prima scena mi mostra sulla terrazza del bungalow, piango, giunge Georgos, mi abbraccia per consolarmi, mi accarezza, mi bacia, mi infila la lingua in bocca, ed io non resisto, mi spoglia e mi scopa … la scena successiva &egrave stata girata la sera dopo, mi scopa e poi mi accompagna sul viale e quando si ferma una macchina mi spinge dentro … la macchina torna e scendo sorridente … si ferma una seconda macchina .. questa volta salgo senza essere spinta … e così si va avanti finché egli decide che ho fatta abbastanza soldi … mi riaccompagna al bungalow e prima i lasciarmi mi scopa un altra volta.
Vorrei morire, sparire alla faccia della terra, perché Gino mi fa guardare anche le scene riprese nei giorni successivi.
Spegne il portatile, ripone i dvd nella loro custodia e si volta verso di me fissandomi, abbasso il viso ma lui mi prende il mento fra l’indice ed il pollice, obbligandomi a guardarlo.
‘Allora puttana, ti &egrave piaciuto il film, domani vediamo il seguito.’ scuote il capo incredule ‘Che vacca che sei moglie, e pensare che ho fatto di tutto per sposarti, per farti felice, per soddisfare tutti i tuoi capricci, maledetto il giorno che mi sono inventato di andare a Rodi, però quel magnaccio aveva ragione … sei la più troia di tutte le puttane.’
Piango in silenzio … sono a pezzi .. la mia vita &egrave distrutta
Egli mi lascia e va a chiudersi nel suo studio per una lunga telefonata

per commenti brubu@yahoo.it Oramai la mia vita &egrave regolata dal ritmo delle pretese di Gino, la mattina dopo aver soddisfatto le mie necessità e fatto la doccia, preparo la collazione del padrone, e poi mi dedico alle faccende di casa come qualsiasi brava massaia, lavo, stiro, tutte cose che in passato faceva la nostra colf,
Molte volte, trattenuti dei suoi impegni di lavoro, Gino non torna per il pranzo, o si assenta addirittura per alcuni giorni per recarsi all’estero, questo mi lascia un po’ di respiro, dopo avere pranzato, mi vesto ed esco per andare in palestra, l’istruttore, un bel ragazzo sulla trentina, ci prova sin dal primo giorno, sono lusingata, ma memore delle mie disavventure, mi guardo bene di incoraggiarlo, ma lui non si scoraggia e tenta di abbracciarmi e di baciarmi nello spogliatoio quando mi rivesto per tornare a casa, una ginocchiata fra le gambe lo riduce a più miti consigli, ed infine la minaccia di avvisare la direzione della palestra lo convince a lasciarmi in pace.
Dopo la palestra, c’&egrave il massaggio, la parrucchiera e l’estetista, e così quando Gino torna a casa la sera e suona il campanello, gli vado ad aprire la porta ed egli mi trova sempre pettinata e truccata come piace a lui.
Per servire in tavola, devo indossare un grembiulino bianca cameriera, una cuffietta in testa e guanti bianco di filo, mentre egli mangia, mi devo inginocchiare sotto il tavolo, aprirgli i pantaloni, tirare fuori il cazzo e leccarlo, succhiarlo e prenderlo in bocca, egli &egrave molto esigente, pretende che lo faccia godere a lungo, portandolo all’orgasmo soltanto quando ha terminato di cenare e aspetta il caff&egrave e la sua solita grappa.
Dopo cena, egli guarda la TV mentre sparecchio, poi mi autorizza a sedermi al suo fianco sul divano e guardiamo un film, sempre gli stessi, mette nel lettore di dvd, i dischi elle mie partecipazioni a feste private, e quando arriva all’ultima, ricomincia dalla prima scopata fatta con Georgos.
Una sera, gli ho giurato che questa era la prima volta che lo tradivo, mi ha riso in faccia, dicendomi ‘Mi credi tanto scemo da crederti, una puttana come te! chissà quante corna mi hai messo, e poi anche se dicessi la verità, ti sei ampiamente rifatta dopo brutta troia! e quando uscivi di casa la sera, prima di scappare a Rodi per tornare a fare la puttana, andavi a farti scopare per tenerti in allenamento.’
Egli, mentre guardiamo la TV, mi mette la mano fra le cosce e torna ad eccitarsi e di nuovo mi ordina di succhiarglielo, cosa che confesso, faccio ben volentieri, mi piace e mi fa venire voglia di godere, così mi impegno a soddisfarlo e ci trovo anche il mio piacere. e godo come lui.
Poi in camera, salvo quando egli ha avuto una giornata pesante, devo rivolgere le mie attenzioni al suo cazzo.
Questa sera però, c’&egrave un cambiamento, non mi obbliga a guardare i dvd, forse teme che a furia di vederli, questi mi lascino indifferente, sono spariti, probabilmente li tiene in cassaforte, non posso controllarlo, egli ha cambiato la combinazione, si spoglia e nudo mi viene incontro .. ordina ‘Vieni qui, mettiti in piedi a gambe larghe davanti a me, voglio vederti bene quella figa da puttana, perché la devo punire, mi ha messo le corna e questo non glielo posso perdonare.’
Un forte schiaffo, dato dal basso verso l’alto, sulla figa mi fa mugolare di dolore e di piacere, un altro schiaffo e poi un altro ancora, mi fa un male cane, sento la figa indolenzita, ma mi eccita, poco a poco la sensazione di piacere supera il dolore, godo sotto le sberle che, impietose, mi colpiscono la figa.
Quando vede la mia eccitazione salire, inizia a interrogarmi … non me, egli si rivolge direttamente alla figa.
‘Quando &egrave che mi hai messi le corna per la prima volta? non mentire voglio la verità.’ ed un altro schiaffo mi colpisce la figa.
‘A Rodi padrone, sulla terrazza del bungalow .’ altro schiaffo fra le gambe.
‘Non ti credo, sei una bugiarda.’
Continua a picchiarmi mentre mi interroga, più mi picchia e più mi eccito, gli bagno la mano che mi colpisce ed egli me la fa leccare prima i riprendere il suo interrogatorio.
A suon di schiaffi sulla figa mi fa confessare tutto, sono eccitata al punto di non riuscire più a controllare né la mie azioni né le mie parole, godo come una vacca e pure di raggiungere l’orgasmo, racconto tutto, anche le scopate con Dimitri e con Misha, confesso di essermi prostituita occasionalmente dopo essere tornata da Rodi, prima di scappare.
Questa ultima confessione mi vale una serie di schiaffi violenti, improvvisamente l’orgasmo esplode distruggendomi, le gambe non mi reggono più, mi accascio al suolo, mi aggrappo a Gino per non cadere distesa, lo bacio, lo lecco, ora &egrave lui il mio adorato padrone, sono disposta a tutto per compiacergli, lui lo capisce e smette di torturarmi per questa sera, mi respinge bruscamente e si dirige verso la camera a letto.
‘Vieni puttana, lo sai cosa devi fare.’ mi faccio forza e lo seguo, felice di essere chiamata a soddisfarlo.
Oggi mattina, quando si presenta per la collazione, mi consegna una valigetta, mi dice di aprirla. contiene biancheria intima, camicie a notte e una vestaglia, il tutto elegante, sexy, ma non indecente, non capisco e lo guardo interrogativa.
‘Oggi non andrai in palestra, la massaggiatrice, la parrucchiera e l’estetista verranno questa mattina, dopo pranzo ti vestirai, con l’intimo questa volta, andremo a Padova alla clinica universitaria, dove sarai visitata, sottoposta agli esami e curata se &egrave necessario, ricorda sei stata rapita in Grecia e quei bastardi ti hanno stuprata, sei stata liberata da alcuni uomini e riportata in Italia, non vuoi separarti a me, neanche per essere visitata, questa &egrave la storia che dovrai raccontare se ti fanno domande, hai capito bene?’
‘Sì padrone ho capito bene.’
Tutto si svolge come annunciato e ora siamo nella sala d’attesa di un luminare di ginecologia, poco dopo una gentile segretaria ci fa entrare nel gabinetto del medico.
Il professore &egrave coetaneo di Gino, capisco subito che si conoscono da tempo, quando entriamo ci viene incontro ‘Carissimo come stai, dunque questa &egrave la tua Signora, complimenti.’
Gino mi presenta il professore, il quale prende la mano che gli porgo e si inchina per un baciamano.
‘Accomodatevi … dunque, la Signora ha avuto una brutta avventura e vorreste sincerarvi del fatto che non ci siano conseguenza indesiderate … giusto?’
‘Sì &egrave come dici tu, finché viviamo nell’incertezza, difficilmente mia moglie riuscirà a riacquistare la tranquillità e la serenità necessaria.’
Il professore annuisce e mi si rivolge ‘Signora, si spogli per favore.’
Guardo Gino, quasi per abitudine, il professore scambia mio sguardo per una muta richiesta di aiuto.
‘Non abbia paura Signora, suo marito non si allontanerà, egli le sarà sempre vicino.’
Mi decido vedendo Gino assentire ed inizio a spogliarmi, rimango con addosso solo l’intimo, le calze autoreggenti e le scarpe, fra me e me sorrido, sono sexy.
‘Si levi il reggiseno Signora e si palpi le mammelle, se sente qualche nodulo me lo dica subito.’
Eseguo, ma non ho noduli nelle tette, il dottore mi fa levare le scarpe e sdraiare sul lettino, devo infilare i piedi dentro quelle specie di staffe per mettermi nella classica posizione ginecologica, sono a disagio .. non per il professore .. lui &egrave abituato a vedere le donne aperte in questo modo osceno … ma per la presenza di Gino.
Il dottore si mette i guanti di gomma e mi apre la figa con un forcipe … introduce le dita … si ritira levano il forcipe .. lo vedo perplesso .. guarda Gino in un modo strano … mi guarda l’ano, ci mette dentro le dita e si accorge così che sono sfondata, fortunatamente quando ero a Rodi a prostituirmi, ho imparato a tenermi l’intestino pulito con un bel clistero tutte le mattine.
‘Bene Signora, si rivesta pure, la visita &egrave terminata, dovrà rimanere ricoverata per alcuni giorni per sottoporsi agli esami ed alle analisi.’ si interrompe .. sembra a disagio, poi si decide a parlare ‘Mi dica Signora, quando &egrave avvenuto quel piccolo intervento al clitoride ed anche chi &egrave il ginecologo che lo ha eseguito.’
Cado dalle nuvole lo fisso sbarrando gli occhi ‘Quale intervento dottore non sono stata operata.’
‘Signora lei ha subito l’asportazione quasi totale del cappuccio che protegge il clitoride, lasciando questo senza la sua naturale protezione … quindi qualcuno lo avrà pure fatto a meno che lei sia stata drogata non può non essersene resa conto.’
‘Le assicuro che non so niente di intervento.’ guardo Gino come per invocare il suo aiuto, ed egli mi capisce e viene in mio soccorso.
‘Cosa può ricordarsi, per giorni e giorni, &egrave stata tenuta rinchiusa e drogata … non può ricordare tutto quello che le hanno fatto durante il sequestro.’
Il medico annuisce ‘Sì avete ragione, però questo intervento non &egrave senza conseguenze, il fatto che il clitoride sia scoperto … direi a nudo, lo rende estremamente sensibile e eccitabile scusate la franchezza ma ve lo devo dire .. le esigenze sessuali della Signora sono aumentate a dismisura e vanno soddisfatte in qualche modo .. potrei intervenire con la così detta circoncisione femminile …. ma questo contrario alla legge ed alla deontologia e poi provocherebbe la perdita totale del desiderio .. a voi di decidere.’
Rimango inorridita e senza aspettare il parere di Gino dico con voce ferma ‘Scusi dottore di questo non se ne parla, e neanche di farmaci .. rimango come sono.’ fisso Gino ‘In qualche modo ce la faremo .. vero amore?’ egli mi sorride annuendo.
‘Molto bene, se avete deciso così mi fa anche piacere, ora chiamo la segretaria e prepariamo le carte per il ricovero.’
Sono rimasta in ospedale per dieci giorni, in stanza singola, i pasti in camera, servita come in albergo, sono venuti a trovarmi i miei genitori, i miei suoceri con i ragazzi, Gino viene tutti i giorni, mi porta dolcetti, cioccolatini e mi ha anche portato, cosa che non mi aspettavo di certo, un mazzo di rose rosse … forse a dispetto di tutto mi ama ancora.
Mi hanno sottoposta a tutti gli esami possibili e immaginabili, potrei dire che mi hanno rivoltata come un calzino, ma alla fine sono venuti i risultati, sono sana come un pesce, e posso tornare a casa.
Una volta a casa, sono tornata a essere la schiava di Gino.

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Ed eccoci di nuovo a casa, appena entrati, Gino mi dice ridendo ‘Troia &egrave finita la vacanza da ora in poi torni al tuo ruolo di schiava.’ però improvvisamente mi passa il braccio sulla spalla e mi attira a sé, mi palpa le tette, mi lascia andare con uno schiaffo sul culo.
Sono disorientata, egli &egrave troppo gentile, questo cambiamento inatteso mi sconvolge, ora non riesco a capire cosa Gino vuole a me, spero solo che non sia il preludio alla solita doccia fredda.
Vado a spogliarmi e mi presento nuda per ascoltare i suoi ordini, mi guarda e mi viene vicino ‘Lo sai che sono passati parecchi giorni da quando non ho punito la tua figa per i suoi tradimenti, non vorrei che si credesse perdonata … forza mettiti carponi.’
Sorrido e mi metto in posizione, aspetto … non devo farlo a lungo, Gino si spoglia e si inginocchia dietro di me, uno schiaffo violente mi colpisce la figa facendomi sussultare, grido per il dolore ma anche il piacere, altri schiaffi e mi bagno di brutto, sento la mano che mi stringe la figa, si allontana … ora non &egrave più la mano che mi preme la figa … &egrave il cazzo di Gino che preme e mi penetra scivolando agevolmente fra le grandi labbra.
Finalmente mi sento riempita, spingo indietro il bacino per sentire meglio quel membro che mi colma, &egrave tanto che non mi sentivo così piena.
Gemo, mugolo mi lamento ‘Ahhh …. sìììì … cosììì … spingi … più forte … amoreee … sììì.’
Egli mi ascolta e spinge sempre più forte, sicuramente desiderava scoparmi quanto io desideravo essere scopata,
Sento le sue dita inserirsi nel mio sedere, si muovono avanti ed indietro nello sfintere facendomi godere anche dietro, con la mano libera mi schiaffeggia le natiche, impazzisco di piacere, finché improvvisamente mi coglie un orgasmo devastante.
Urlo di piacere … non sono più una donna civilizzata … sono solo una femmina che gode sotto un maschio ‘Ahhh … Gino amoreeee miooooo …. ti amooooo …. padrone mio.’
Un forte schiaffo si abbatte sul mio culo ‘Schiava chi ti ha permesso di pronunciare il mio nome? non lo sai come mi devi chiamare?’
Mortificata mormoro ‘Sì mio padrone, mio signore ti prego perdona la tua schiava non lo farò più.’
Si ritira da me, dopo avermi inondato la figa col suo seme, mi fa girare per farmi sdraiare sulla schiena, mi abbraccia e mi spinge la lingua in bocca, restituisco quel bacio con passione e speranza.
Egli avvicina la bocca al mio orecchio ‘Sei sempre e comunque una puttana … una maledetta troia infedele … ma non posso farci niente … devi pagare … sarai la mia schiava per sempre e mi servirai … forse un giorno ti libererò.’
Mi stringo a lui, e io gli dico ‘Sì sarò la tua schiava finché vivrò e farò di tutto per compiacerti e fare perdonare le mie colpe e se sbaglio mi punirai perché sei il mio adorato padrone.’
Da quel giorno, la mia vita ha subito un altro cambiamento, sono sempre la sua schiava, ma Gino non mi umilia più apertamente, pretende di essere servito in tutti i modi, accenna alle mie colpe in modo più sottile, mi porta fuori a cena e so già che mi ordinerà di mostrare la figa, al teatro ed anche in quel caso mi scoperà la figa con le dita, mi accompagna a fare shopping, se &egrave soddisfatto delle mie ‘prestazioni’ mi fa anche dei piccoli regali, andiamo a trovare i ragazzi dei miei suoceri ed i miei genitori, ma non riceviamo nessuno in casa nostra.
Col tempo egli cambia atteggiamento, ora certe volte mi guarda con indifferenza, questo &egrave peggio elle sberle e la schiavitù mi diventa più pesante, egli &egrave il mio padrone, mi ha salvata dalla perdizione ed ho scoperto di non aver mai smesso di amarlo, malgrado si potrebbe giustamente pensare che non l’ho dimostrato con le mie azioni, sono felice di vivere al suo fianco e lo adoro, ogni giorno punisce la mia figa, la batte, ma sa che mi piace.

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