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Racconti di Dominazione

Giusy la schiava

By 7 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono all’aeroporto di Treviso, il volo che porta qui Vasilissa &egrave atterrato da pochi minuti, i passeggeri stanno recuperando i bagagli, distinguo chiaramente la sua figura elegante che spicca fra i turisti trasandati.
Eccola che esce trascinando il suo trolley, &egrave splendida, bellissima, elegante, l’immagine perfetta della donna di classe, benché fra poco compirò 50 anni, nel vederla mi batte il cuore come quello di un adolescente al primo appuntamento, i nostri sguardi si incrociano sorridiamo avviandoci ad incontrarci.
Stiamo fermi l’uno di fronte all’altra, lei ha lasciato il trolley, le nostre mani si congiungono, ci fissiamo diritto negli occhi in silenzio, vale un lungo discorso, le nostre labbra si toccano per un bacio veloce, non vogliamo dare spettacolo, ma il tocco equivale a una scossa elettrica.
Prendo il trolley, andiamo al parcheggio, una volta in macchina, non resistiamo più, di comune accordo, i nostri visi si avvicinano e le nostre labbra si congiungono per un bacio lungo, famelico, sensuale.
Suono il campanello, la porta si apre, Giusy &egrave lì con la maniglia in mano, pettinata e truccata come mi piace, e nuda come conviene ad una schiava, gli unici gioielli che porta sono gli orecchini d’oro e diamanti a forma di manette che le ho comperato a Roma, spalanca gli occhi quando vede Vasilissa, mi fissa come per chiedere spiegazioni, ma si scosta per lasciarci entrare.
Mi faccio a parte per lasciare il passaggio libero per Vasilissa, lei entra e squadra Giusy dalla testa ai piedi senza proferire alcuna parola.
Devo riconoscere che certe volte Gisuy dà prova di un sangue freddo notevole, fa un inchino dicendo ‘Buon pomeriggio padrone, non ti aspettavo tanto presto oggi.’ poi si gira verso Vasilissa, quasi facendo la riverenza ‘Buon pomeriggio anche a lei mia signora e benvenuta nella dimora del mio padrone.’.
Mi bastano queste poche parole per capire che reagisce, alzando le sue difese, ma non le lascio il tempo di ragionare troppo, le indico il trolley ‘Prendi questo e portalo in camera a letto.’
Lei abbassa il viso, mormora ‘Sì padrone come desidera.’ cerca di apparire impassibile, ma io che la conosce bene noto un leggero fremito.
Giusy sparisce trascinando il trolley, abbraccio Vasilissa per un altro bacio pieno di passione, che lei mi restituisce con entusiasmo.
Le dico ‘Vieni amore, andiamo in camera, spogliamoci e andiamo a farci una bella doccia.’
Vasilissa mi sorride maliziosa ‘Davvero non hai altri pensieri? una doccia! boh .. meglio di niente.’
In camera ci spogliamo mentre Giusy, chissà perché trova un sacco di roba da fare e si attarda, finché seccato le dico ‘Cosa ci fai ancora qui? vai giù e preparaci qualcosa di fresco a bere.’
‘Sì padrone, subito padrone.’ e sparisce immediatamente, rilevo che lascia la porta socchiusa per ascoltare quello che diciamo o facciamo, ma non ce ne preoccupiamo e facciamo come se non esistesse.
Nella doccia, sotto gli scrosci d’acqua, ci riesce difficile non lasciarci andare, ma il pensiero di dover sistemare Giusy ci consiglia di comportarci seriamente.
Dopo esserci asciugati, indossiamo degli accappatoi di morbida spugna, calziamo pantofole di pelle e scendiamo nel salotto, dove troviamo Giusy inginocchiata vicina al tavolino con i bicchieri e le bibite, &egrave seduta sui talloni, tiene le mani appoggiate sulle cosce in un atteggiamento di totale sottomissione.
Noi ci sediamo sul divano e la chiamo ‘Vieni qui cagna che ti faccio conoscere alla tua nuova padrona.’
Lei fa per alzarsi, ma la fermo subito ‘Cosa fai cagna? da quando in qua i cani camminano sulle zampe posteriori?’ si avvicina camminando a quattro zampe si mette di fronte a noi.
‘Cosa aspetti cagna? forza bacia e lecca i piedi della tua padrona.’
Si china sui piedi di Vasilissa, li bacia e li lecca, poi le scosta l’accappatoio … infila il viso fra le sue cosce e le lecca la figa, il mio amore sussulta sorpresa, non se lo aspettava, chiude gli occhi e si abbandona a quella lingua, mentre io la bacio e le accarezzo le tette.
Vasilissa inonda la bocca della cagna del suo piacere, le accarezza la testa e le dice ‘Brava cagnetta, ora a cuccia.’
Mi sistemo bene e dico a Giusy ‘Siediti bene che dobbiamo parlare, ti devo dire alcune cose, iniziamo con il tuo ‘protettore’ quello che ti ha ridotta a fare la puttana, &egrave stato condannato ai lavori forzati a vita, per averti rapita e poi uccisa, più un numero imprecisato di altri reati.’
Lei sbarra gli occhi e sbotta ‘Ma non &egrave giusto, non mi ha rapita e neanche uccisa se sono qui ora.’
Alzo le spalle ‘Allora sei proprio stupida, abbiamo fatto di tutto per evitare che il mondo intero venisse a sapere che sei una fottuta troia, puttana fin nell’anima e ora fai la tua sceneggiata … mi stupisco che dopo tanti anni di matrimonio non mi conoscevi abbastanza per sapere che ve l’avrei fatto pagare, e lui cretino mi prendeva anche per il culo non sapendo che firmava la sua condanna.’
Abbassa il viso aspettando il seguito del mio discorso ed io continuo ‘Ovviamente non ho fatto le cose a solo, mi hanno aiutato Dimitri, ma non gli devo niente, &egrave stato pagato da me in monete e da te in natura, brutta puttana, poi mi ha aiutato il mio amore … Vasilissa, mettendo a disposizione uomini e mezzi, come macchina e motoscafi.’
Fissa Vasilissa .. &egrave palese, almeno per me, che non ha perso le sue speranze, sta valutano l’avversaria.
‘Bene, basta perdere tempo con quel delinquente, ora parliamo di te, devi sapere che sei morta.’
Lei impallidisce e balbetta ‘Padrone cosa vuoi dire con queste parole?’
‘Non preoccuparti, sei morta solo per la legge, e non ho intenzione di ucciderti, la polizia di Rodi ha trovato il tuo corpo, almeno loro ritengono in buona fede di averti trovata, il corpo rinvenuto presenta caratteristiche simili alle tue, come statura, sesso, età presunta, lo hanno trovato carbonizzato sotterrato nel boschetto dietro la tana di Georgos, chissà chi era quella poveretta? comunque sei sepolta nel cimitero del villaggio, un certificato di morte &egrave stato trasmesso al Consolato d’Italia, che a sua volta lo ha trasmesso a Roma e ora &egrave trascritto qui in municipio e tutti portano il lutto per te.’
‘Ma se tutti mi hanno visto …’
‘Certo ma sono giorni che non ti si vede più, non hai notato che la massaggiatrice, la parrucchiera e l’estetista non vengono più?’
‘Sì ma credevo che lo facevi per risparmiare.’
‘No .. non sono più venuti perché sei scappata di casa un altra volta, ora però devi sparire sul serio, non temere non devi morire, ti portiamo via, e poi decidiamo cosa fare di te.’
Lei crolla, inizia a piangere, mi supplica ‘Ti prego padrone non cacciarmi via, tienimi con te, ricordati degli anni felici passati insieme, ricordati che sono la madre dei tuoi figli … ti servirò e servirò la mia nuova padrona per sempre .. vi prego non abbandonatemi.’
‘Brutta puttana, adesso mi vieni a parlare di anni felici … di figli … ma perché non ci hai pensato a quelle cose quando tu sei fatta scopare … basta non parlare più o te ne pentirai, alzati e vieni qui … apri le gambe che ti voglio punire.’
Le schiaffeggio la figa violentemente prima di mandarla via, voglio stare solo con Vasiliss

per commenti btubu@yahoo.it Scesa all’aereo vado a recuperare il mio trolley, Treviso non &egrave un granché come aeroporto, &egrave di seconda serie, voli charter oppure società low cost, dal locale dove arrivano le valigie, si riesce a vedere la gente che viene a accogliere i viaggiatori e così nella piccola folla lo vedo, quell’uomo che mi ha fatto perdere la testa, al punto che sono stata io a proporgli i provare a stare insieme, nella speranza che le cose diventassero serie.
Quando penso a come l’ho conosciuto, mi verrebbe a ridere, un pomeriggio di alcuni mesi fa, si &egrave presentato a casa mia accompagnato da Dimitri il gigolo, questo mi ha spiegato tutta una storia di donna scappata di casa per venire a Rodi a fare la puttana, stavo per dirgli che questa storia non mi interessava, fino a quando &egrave saltato fuori il nome di Georgos, allora mi sono fatta attenta, per fare un torto a quel figlio di puttana che ha fatto stuprare mia sorella minore per pure divertimento, ero disposta a tutto, e così mi sono imbarcata in quell’avventura.
Dimitri mi ha chiesto di nasconderlo, egli non poteva rischiare di essere visto da Georgos o da un suo tirapiedi, ho accettato, egli mi incuriosiva, invece di piangere e di piantare un casino, chiedere il divorzio e fare la vittima di una poco di buono, egli si &egrave messo in testa di recuperare la moglie per fargliela pagare e di distruggere Georgos per vendicarsi.
L’ho fatto bere, ed ho bevuto, ci siamo ubriacati ed abbiamo finito per scopare, non era previsto, ma lo abbiamo fatto … mamma mia che uomo! anche ubriaco &egrave riuscito a distruggermi, a lasciarmi senza fiato, a mandarmi nel pallone e mi ha fregata, non capisco cosa andava a cercare quella sua moglie puttana.
Io non ho mai voluto innamorarmi, non ho mai avuto bisogno di complicazioni sentimentali, non sono una santa, ma neanche una donna promiscua, ho avuto in passato alcune relazioni, tutte finite male, i maschietti credevano di poter mettere il naso nei miei affari.
In fine dei conti, con lui volevo solo fare una scopata per divertirmi, una cosa senza conseguenza, invece eccomi qua, a 40 anni emozionata come una ragazzina, ho lasciato la mia isola, trascurando i miei affari, per venire in Italia a raggiungerlo.
Recuperato il mio trolley esco dall’area doganale e mi avvio ad incontrarlo, ci fermiamo i fronte l’una dell’altro, ci fissiamo, non riesco a parlare, l’emozione mi serra la gola, mi prende le mani fra le sue, mi fa una strana sensazione, come se un fluido magnetico passasse da lui a me, ci baciamo appena e scappiamo di corsa, ansiosi di stare soli, solo quando finalmente ci troviamo nelle sua macchina ci baciamo con una voracità tale che sembrerebbe che più che baciarci vogliamo mangiarci.
Ecco la sua casa, stranamente non apre la porta ma suona il campanello, un attimo e la porta si apre, sbarro gli occhi … se c’era una cosa che non mi aspettavo &egrave proprio questa … la mano sulla maniglia per tenere la porta aperta c’&egrave una donna, non ci sarebbe niente di strano se questa non fosse nuda, non ci vuole niente per capire che questa &egrave la moglie puttana, saluta Gino con deferenza e saluta anche me con una cortesia che mi sembra un po’ forzata.
La squadro per esaminarla bene, &egrave una bella donna, so che &egrave più vecchia di me, ma non dimostra la sua età, truccata e pettinata con cura, tette alte e sode, ventre piatto, fianchi invitanti, figa rasata, gambe lunghe e ben tornite ed un culo bello sodo e senza cellulite, se dovessimo competere, sarebbe un avversaria pericolosa.
Gino non fa tanti complimenti, la manda a portare il mio trolley in camera a letto, poi mi invita ad andare a fare la doccia, speravo qualcosa di più, ma &egrave sempre meglio di niente, e poi da come si comporta credo che abbia qualcosa in mente.
Andiamo in camera, dove la donna si attarda volutamente, tanto che Gino la manda via bruscamente, secondo me lei non ha ancora capito che &egrave giunta alla fine, crede di poter sbarrarmi la strada.
Dopo la doccia, scendiamo in salotto con addosso solo gli accappatoi, e ci sediamo sul divano, allora Gino ordina alla donna di venire a farsi conoscere dalla sua nuova padrona, che sarei io … lei viene a baciarmi e leccarmi i piedi, sorrido divertita, ma non finisce lì, mi apre l’accappatoio, mette il viso fra le mie cosce e mi lecca la figa, passata la sorpresa, mi lascio andare, tanto più che Gino mi bacia spingendomi la lingua in bocca e mi accarezza le tette, raggiungo l’orgasmo e le schizzo il mio miele in bocca.
Ora viene il momento della verità, Gino le dirà della condanna di Georgos e delle motivazioni della sentenza, poi le dovrà anche dire della sua morta, fino ad ora lei ha dimostrato un certo sangue freddo e di saper controllarsi, vedremo come reagirà.
Finché si parla di Georgos, non sembra turbata più di tanto, contesta un po’ le motivazioni, ma io penso che sia più per la forma che altro, e non insiste quando Gino incazzato ribatte le sue parole.
Il discorso prende tutta un altra piega, quando Gino le annuncia che legalmente &egrave morta, ammetto che non &egrave stato molto delicato nel dirle che, la polizia greca aveva trovato, seppellito nel boschetto, dietro la casa di Georgos, il corpo carbonizzato di una donna, quindi irriconoscibile, e ritenendo che fosse il suo, l’aveva dichiarata morta.
Quando Gino le dice che dovrà sparire per sempre, si dispera … cerca di intenerirlo parlano del passato e dei figli, supplicando di non essere mandata via.
L’unico risultato &egrave di fare incazzare Gino che le schiaffeggia la figa a lungo prima di mandarla via e di dedicarmi tutta la sua attenzione.

per commenti brubu@yahoo.it Suonano alla porta, chi sarà a questa ora? non può essere Gino, &egrave troppo presto, guardo dallo spioncino e con sorpresa vedo mio marito, non &egrave che la cosa mi lascia tranquilla, se egli torna a casa fuori orario ci sarà un motivo, e so per esperienza che i cambiamenti non sono mai di buon auspicio.
Col cuore in gola apro la porta, sono come egli mi vuole vedere, ben pettinata, truccata leggermente e nuda. egli entra mi à un occhiata, sono a posto, non mi rimprovera, ma non &egrave solo, lo segue una donna, ricordo le sue parole ‘e se avrò voglia di una compagnie femminile non potrai protestare e dovrai servirci’, che sia giunto il momento che speravo non sarebbe mai arrivato.
Lo saluto e porgo il benvenuto alla nuova arrivata, la osservo con la coda dell’occhio, anche lei mi squadra, stiamo ambedue valutando la propria avversaria.
E’ una bella donna, mora, occhi nerissimi, carnagione ambrata, carina, labbra carnose, seno abbondante e sodo, leggermente più bassa di me, può avere fra i trenta ed i trentacinque anni, una concorrente pericolosa.
La donna non &egrave di passaggio, si fermerà di sicuro da giudicare dalle dimensiono della sua valigia, che Gino mi ordina di portare in camera, sento i morsi della gelosia, perché questo significa che lei e Gino dormiranno insieme, e io sarò esclusa, non so neanche dove mi farà dormire.
Comunque, dopo avermi rimproverata e maltrattata a causa delle mie infedeltà, non ha aspettato a lungo prima di cercare una consolazione, fra le braccia di un altra donna, e questo per me &egrave un brutto segnale.
Mi attardo in camera, sperando di riuscire a capire chi &egrave quella donna e quali sono i suoi rapporti con mio marito, perché se &egrave un capriccio &egrave un conto, ma se &egrave una relazione &egrave diverso.
Ma non mi riesce, perché appena giungono in camera, Gino mi apostrofa bruscamente, chiedendomi cosa ci sto ancora a fare in camera e mi manda via per preparare delle bibite fresche.
Mentre eseguo gli ordini di Gino, sto pensano alla nuova situazione, l’arrivo di quella donna cambia tutto, e fanno diminuire le mie possibilità di ottenere perdono di mio marito, di poter sperare un ritorno ad una vita più normale, non trattata a moglie, sarebbe sperare troppo … ma tenuta come un amante, non come una puttana … non vivere più nuda come una schiava nello harem, e non essere più costretta a condurre una vita da reclusa con il divieto di uscire da sola.
Eccoli che scendono, hanno fatto la doccia insieme, questa scoperta mi provoca un altro attacco di gelosia, indossano solo degli accappatoi, vanno a sedersi sul divano; Gino mi guarda con un aria che non mi lascia sperare niente di buono, infatti mi ordina, chiamandomi cagna, di baciare e leccare i piedi della mia nuova padrona, cosa che faccio immediatamente, ma faccio anche di più, apro l’accappatoio della donna, le scosto le cosce e le lecco la figa coperta a un boschetto ben curato, voglio capire se ci sta, ed in quel tale caso, in qualche modo mi tratterà bene, chissà forse potrei farmela amica.
Ci sta! … eccome se ci sta! allarga le gambe … mugola e geme e finisce col venirmi in bocca, mi piace il suo sapore, &egrave più pungente del mio, sa di mare … intanto Gino, che non sembra aver capito le mie intenzioni, la bacia e le palpa le tette, forse ho segnato un punto in mio favore.
Purtroppo le mie illusioni svaniscono come neve al sole, Gino mi ordina di sedermi e di ascoltare le notizie provenienti dalla Grecia che egli deve comunicarmi, inizia a parlarmi di Georgos, lo hanno condannato per avermi rapita e uccisa, hanno trovato in una fossa, vicino a casa sua, il corpo carbonizzato di una donna, quella poveretta aveva la mia stessa statura e apparentemente la mia stessa età.
Georgos sarà un disgraziato, ma condannarlo per crimini che non ha commesso non mi sembra giusto e lo dico.
Il risultato &egrave che Gino si incazza di brutto, mi dà della stupida, mi chiede come &egrave possibile che dopo 20 anni passati insieme, tra fidanzamento e matrimonio, io non abbia pensato che me l’avrebbe fatta pagare cara e che si sarebbe vendicato, riducendomi in schiavitù e manovrando per mandare Georgos in galera per il resto dei suoi giorni … e per finire, mi butta in faccia, di aver agito in modo di non fare sapere al mondo intero che razza i puttana troia sono, ed ora mi permetto anche di fare storie.
E così mi mette a tacere, infliggendomi un ulteriore umiliazione, e riprende il suo discorso per annunciarmi, con aria compiaciuta che sono morta.
Sul momento mi si ferma il cuore, adesso mi uccideranno, mi sento svenire, come al solito le cose belle e quelle brutte, si alternano senza ordine apparente, e quel disgraziato di mio marito, con un aria serafica, mi dice di non fraintendere le sue parole, non intende ammazzarmi, devo sparire ma non morire, che significa?
Mi racconta tutta una storia di certificato di morte, in conclusione per l’anagrafe sono morta e sepolta nel cimitero di un villaggio greco con la mia fotografia ben in mostra sulla lapide, in parole povere non esisto più.
Ora capisco perché la parrucchiera, l’estetista e la massaggiatrice, non vengono più a prendersi cura di me, egli ha messo in giro la voce, sono scappata un altra volta, sa da tempo la storia della donna ritrovata carbonizzata e si preparato a farmi morire.
Piango … sono terrorizzata al pensiero di quello che potrebbe essere il mio futuro … lo supplico di non mandarmi via di tenermi con sé, giurando di essere la sua schiava fedele e devota fino alla fine dei miei giorni, ma ho la cattiva idea di parlare degli anni felici del nostro matrimonio e dei nostri figli.
Questa mia malaugurata idea fa incazzare Gino ancora di più se fosse possibile, mi grida in faccia ‘Brutta puttana, adesso mi vieni a parlare di anni felici … di figli … ma perché non ci hai pensato a quelle cose prima di farti scopare … prima di andare a fare la zoccola … sta zitta troia o te ne pentirai, alzati e vieni qui … apri le gambe … &egrave l’unica cosa che sei capace di fare bene … ti voglio punire.’
Umiliata ed in lacrime mi alzo e lo raggiungo, mi metto in posizione, gli schiaffi violenti colpiscono la figa … sussulto di dolore, ma come sempre mi bagno.
Mi caccia via insultandomi e vado piangente a rifugiarmi in cucina.

per commenti brubu@yahoo.it

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Siamo a letto Vasilissa ed io, parliamo a bassa voce, ora per quanto strano possa sembrare, non sappiamo cosa farcene di Giusy, abbiamo esaminato diverse possibilità, una sola cosa &egrave certa, da una parte non la vogliamo fra i piedi, dall’altra non possiamo lasciarla libera, chissà cosa potrebbe combinare, e neanche scaricarla in qualche porto medio orientale come un pacco, mi sono vendicato ed invece di sentirmi libero, mi sento legato al suo futuro.aLei giace addormentata sul suo cuccio, posto ai piedi del letto, ignara dei nostri discorsi.
Vasilissa, che probabilmente per spirito di solidarietà femminile, l’ha presa in simpatia, anche perché ha capito che non provo più niente per Giusy, ora tenta di convincermi di non abbandonarla al suo destino.
‘Ascoltami amore, ti sei dimostrato un uomo, quando hai deciso di distruggere il tuo nemico e di punire la donna che ha tradito le tua fiducia, ora devi dimostrare di essere un uomo capace di perdonare.’
La guardo incredule ‘Perdonare! che significa? dimenticare tutto e riprendermela come se niente fosse, ma vuoi scherzare? e poi che ne sarebbe di noi, io voglio vivere con te, non con quella puttana.’
Ma discutere con una donna che ha deciso di farti accettare il suo punto di vista non &egrave semplice, e lo &egrave ancora meno con una donna abituata a comandare come Vasilissa,
‘Calmati amore, ascoltami, per prima cosa bisogna fornirle una nuova identità, poi non può rimanere qui, si potrebbe portarla a Rodi, sai un altro taglio di capelli, mora anziché bionda, truccata adeguatamente nessuno la riconoscerebbe, lascia fare a me, vedrai rimarrai sorpreso, noi ci sposeremo e lei vivrà con noi, sarà la nostra schiava ma non più come ora.’
‘Cosa sarebbe a dire, la nostra schiava, ma non più come ora?’
Sorride maliziosa ‘E’ semplice amore, la prenderò al mio servizio, così la controllerò e la terrò lontana da te.’ ridacchia maliziosa ‘ti darò il permesso di usarla nei giorni del mio ciclo.’
Per rispondere preferisco ignorare la sua battuta ‘Ehmmm … ma credi che funzionerà e poi i documenti, non basta inventare un nome, ci vogliono i documenti.’
Ride ‘Taci stupido! baciami e scopami … &egrave da quando sono arrivata che aspetto, per il resto, non pensarci, lascia fare a me.’
Scuoto il capo, &egrave inutile discutere, tanto più che l’alternativa &egrave decisamente allettante, abbraccio il mio amore, stringendomela forte addosso, la bacio con passione, lei mi mette le braccia al collo e con le gambe mi cinge i fianchi, sollevando il bacino per spingermi la figa contro … mi restituisce il bacio e fra un sospiro ed un ansimare mi dice ‘Dai non farmi più aspettare, brutto porco senza cuore … dammelo … lo voglio sentire che mi riempie la figa.’
Di fronte ad una simile richiesta, sono più che felice di accontentarla, appoggio il glande alle grandi labbra, che si aprono, e con un forte colpo di reni la penetro fino a toccare il collo dell’utero.
‘Ahhhh!! … sììì … sììì … cosiii … amoreee … spingi tesoro mio … ti amo … sono pazza di te … dimmi che mi ami .. giurami che non mi lascerai … ohhh … spingi … più forte … ahhh.’
Ed io spingo … inarcando la schiena, teso al massimo .. riesco a mormorare ‘Amore mio ti amo … ti giuro … non ti lascerò mai … ohhhh … amore …’
Ci perdiamo negli spazi siderali del piacere dei sensi … uniti corpi ed anime cavalchiamo sui i prati dorati dell’amore … assenti da questo mondo fino a quando ci travolge l’orgasmo violente come le onde di un mare in tempesta … giacciamo senza fiato, come naufraghi, mezzi annegati, portati dei flutti sulla battigia.
Sussulto … una mano mi accarezza timidamente la schiena, una bocca si posa sulla mia spalla e vi stampa un bacio, una voce angosciata mi parla all’orecchio ‘Padrone mio adorato, ti supplico non mandarmi via, amerò e servirò fedelmente, te e la mia padrona per sempre, abbi pietà padrone, che ne sarà di me se mi mandi via?’
Sto per ribattere in modo brusco, quando Vasilissa, che avendo udito le parole di Giusy, vuole esprimere la sua opinione.
‘E dai, amore chiudi questa faccenda, non sei ancora stanco di vendette e di castighi? come ti sei dimostrato determinato, a voler riportare a casa Giusy, per punirla però! … non per salvarla … diciamo la verità, … come hai fatto in modo di distruggere Georgos, ora dimostra di aver un cuore e di provare un po’ di pietà, non ti dico di perdonare, ma non farla sprofondare all’inferno .. pensaci amore mio.’ e chiude il discorso con un bacio.
E’ un bel pasticcio, devo pensare ed agire in fretta, perché se per caso quelle due dovessero mettersi d’accordo, sarei nei guai, tutte e due hanno un carattere forte, lo so per esperienza, non posso rischiare.
Cerco di non dover affrontare il problema di petto, non rispondo a Giusy , scelgo di affrontare Vasilissa.
‘E che ne faccio secondo te, non ho scelto io di farla morire, la tiro fuori all’improvviso come un coniglio dal cappello, dicendo non &egrave morta, scagionando così quel delinquente di Georgos? fosse solo quello, ma verrebbe fuori la verità … Giusy &egrave una puttana che lavorava per Georgos di sua libera scelta, non posso lasciare che i miei figli sappiano questo.’
Riprendo fiato e proseguo in fretta, prima che Vasilissa possa rispondermi ‘Se era per giungere a quel risultato chiedevo l’intervento della polizia mesi fà, senza giocare a fare le spie, e se non voleva tornare a casa, chiedevo il divorzio, cosa facile da ottenere, ho tutte le prove in mano, ma non ho voluto creare uno scandalo, anche nel suo interesse, ma io non la posso tenere qui, ora sarebbe sequestro di persone, quindi prima sparisce meglio &egrave, lei ha soldi … glieli dò … sono suoi che siano guadagnati onestamente o con la sua figa non mi interessa.’
Giusy abbassa il viso, la vedo che piange in silenzio … cazzo se c’&egrave una cosa che non sopporto &egrave una donna che piange, tutte le volte che succede, mi faccio fregare, ma non ora, non lo voglio.
‘Ascolta stupida! lo hai capito che non posso tenerti qui, non &egrave cattiveria, perché se &egrave vero che mi fai rabbia, &egrave anche vero che non ti odio al punto di volerti distruggere, questo lo riservo al tuo magnaccio, il quale si divertiva anche ad insultarmi, quell’imbecille.’
Lei annuisce ‘Sì padrone ho capito, quando mi manderai via e dove andrò?’
‘Calma … aspetta! non ti butto fuori questa notte, Vasilissa ed io dobbiamo ancora decidere ed organizzare la tua partenza, lo saprai per tempo.’
Mi ascolta in silenzio, poi si china mi prende la mano e la bacia ‘Grazie padrone, sei buono con la tua schiava, per questo ti amo.’
Aggrotto la fronte ‘Ma cosa dici? mi ami … non mi sentivo molto amato da te questi ultimi mesi … comunque &egrave inutile cercare ora di riparare, dai torna a cuccia.’
Vasilissa, ridacchia osservando la sceneggiata di Giusy e mi mormora all’orecchio ‘Amore! che donna! anzi che femmina! non &egrave finita vedrai.’
‘Beh … per questa sera &egrave finita … non so per domani .. ma non pensiamoci.’
L’attiro a me e la bacio tenendola stretta, la sensazione del suo morbido corpo premuto contro il mio risveglia il mio piccolo guerriero che salta sugli attenti pronto ad affrontare la tenzone erotica.

per commenti brubu@yahoo.it Il profumo del caff&egrave ci sveglia, al mio fianco Vasilissa si stira pigramente, si siede e mi guarda sorridendo maliziosa, &egrave bella … splendida … rimango sempre colpito alla sua bellezza … ‘Allora pigrone ti decidi a svegliarti ed a darmi un bacio?’
Mi siedo a mia volta e l’abbraccio per baciarla ‘Certo tesoro mio … eccomi ..’ e la bacio.
Stiamo ancora baciandoci che si apre la porta della camera, entra Giusy portando un vassoio con due tazzine di caff&egrave ed un piatto con dei biscotti, si avvicina al letto, ci fa un sorriso dicendo ‘Buongiorno padroni miei … vi ho portato il caff&egrave ed i biscotti a letto, sperando di farvi cosa gradita.’
Vasilissa non nasconde la propria soddisfazione, ‘Grazie cara, posa il vassoio sul tavolino.’ così dicendo salta giù al letto.
Mi ha tolto la parola, non ho potuto chiedere a Giusy perché non ha indossato il grembiulino da cameriere, la cuffietta ed i guanto per servire, presentandosi nuda.
Ora le guardo sono vicine l’una all’altra, nude tutte e due, accidenti .. mi fanno tirare il cazzo, se la situazione fosse diversa non esiterei a farmele l’una dopo l’altra, sono ambedue bellissime.
Giusy che non ha fatto le cose a caso, mi fissa con uno sguardo a cerbiatta e domanda ‘E tu padrone, non vieni a bere il caff&egrave e mangiare i biscotti, li ho fatti io, solo burro, farina e latte caldo:’
La troietta lo fa appositamente, sa benissimo che ho il cazzo in piedi, e vuole stuzzicarmi in presenza di Vasilissa, anzi sono certo che spera nella sua partecipazione per mettermi in difficoltà.
Ed in effetti, Vasilissa ci casca e mi dice ‘Forza amore, vieni giù da quel letto, il caff&egrave si fredda e se non vieni ora non troverai più biscotti, sono deliziosi.’
Fra me e me penso … certo lo so che sono deliziosi Giusy &egrave sempre stata brava ai fornelli … una cosa &egrave certa ha lanciato la sua sfida … mi chiedo se Vasilissa lo ha capito oppure se il suo atteggiamento sia solo tattica, perché tutto sommato una donna come lei che si trova a capo di un organizzazione illegale, non può essere tanto ingenua … vedremo in seguito …
Mi alzo, non ho scelta, Giusy mi guarda con un sorrisino malizioso e si muove apparentemente per caso per mostrarmi bene le sue grazie, Vasilissa invece sbarra gli occhi fingendosi sorpresa nel vedere la mia eccitazione ‘Amore … sei già pronto appena sveglio … e io che sono ancora a pezzi dopo la notte di fuoco che si &egrave chiusa da poco.’
Giusy ridacchia ed azzarda scuotendo il capo ‘E sì padrona, non lo conosci ancora bene, vedrai che tui sorprenderà.’
Ma sembra che abbia osato troppo perché, mentre mi precipito in bagno per vuotarmi la vescica, sento Vasilissa che risponde seccata ‘Ascolta troietta, lo conosco abbastanza per sapere che uomo &egrave, &egrave vero mi sorprende sempre, ma sono sorprese piacevoli … mi sorprende invece di sapere che, con un uomo così nel tuo letto, tu abbia provato la necessita di andare a scopare in giro … oppure lui non ti scopava?’
Fra me e me gongolo, ecco puttana sei rimessa al tuo posto, ma quando torno in camera vedo Giusy con il viso chinato e Vasilissa che le accarezza la guancia dicendo ‘Dai non piangere … non fare così … in fine dei conti te la sei cercata … devi imparare a tenere la lingua fra i denti.’
Faccio finta di niente, sono curioso di vedere come finirà la competizione, veramente so già come finirà, Giusy perde il suo tempo, ma la riconosco sta tirando fuori il carattere, ma io ho già deciso vincerà Vasilissa,
Ma Vasilissa non ha ancora terminato il suo discorso ‘Sù cara, porta via questo vassoio, e vai, credo che in questa grande casa tu abbia molto da fare e non puoi perdere il tuo tempo in chiacchiere.’
Mi sorprende, perché conclude il suo discorso baciando Giusy sulla guancia e la manda via con uno schiaffetto affettuoso sul sedere, non capisco dove vuole arrivare.
Giusy rinfrancata e sorridente si avvia, ma subito Vasilissa la richiama ‘Giusy aspetta!’
Questa si ferma voltandosi sorpresa di sentirsi chiamata per nome ‘Sì padrona .. dimmi.’
Con un sorriso smagliante sulle labbra, Vasilissa prosegue ‘Lo sai Giusy che hai un bel culo, delle belle tette e anche una bella figa.’
Giusy diventa paonazza, per un attimo &egrave spiazzata, ma reagisce subito ‘Grazie padrona, ma se mi posso permettere, anche tu hai un bel culo, delle belle tette e sicuramente una bella figa, peccato che tu la tenga nascosta sotto i peli, dovresti depilarti, sono certa che faresti impazzire il padrone i fronte a tanta bellezza.’
Vasilissa scuote il capo divertita ‘Giusy sei un insolente, dovrei punirti, ma voglio essere buona con te e non lo farò … comunque a volta penso di depilarmi, ma non lo so fare a sola e non mi va di andare a mostrare la figa a una ragazza qualsiasi che fa l’estetista.’
‘Padrona, se lo desideri, lo faccio io adesso, vedrai che sarai contenta di averlo fatto.’
‘Dici? … beh allora fammi questo piacere,’
Giusy depone il vassoio e va in bagno, intanto mi vesto per uscire, devo andare in azienda per firmare documenti urgenti, ma faccio le cose con calma voglio vedere cosa mi combinano quelle due che sembrano andare d’amore e d’accordo.
Giusy torna in camera carica di pettine, forbici, schiuma a barba, un paio di rasoi usa e getta, olio emolliente, salviette, asciugamani e chissà ancora quante altre cose, il tutto dentro una cesta di vimini, fa coricare Vasilissa a gambe larghe, le mette un asciugamano sotto il sedere, ed armata di pettine e forbici, inizia a sfoltire il pelo di Vasilissa.
Non riesco a staccare gli occhi allo spettacolo, ogni tanto Giusy mi lancia uno sguardo malizioso, mi sta sfidando, il suo gioco &egrave abbastanza chiaro, vuole rovesciare le posizioni fra lei e Vasilissa, la vuole dominare, farla diventare la sua schiava, ed improvvisamente mi ricordo come era riuscita a dominare, André e Véronique, Bob e Jane, senza contare Dimitri, e mi faccio attento.
Le donne non mi badano, impegnate come sono in quell’operazione delicata, vedo Giusy che dopo aver abbondantemente ricoperta di schiuma a barba la figa di Vasilissa, passa lentamente il rasoio sul pube del mio amore, ed ecco termina con un massaggio con l’olio emolliente, osserva soddisfatta la figa nuda, che dal mio punto di vista, &egrave bellissima e deliziosa.
Per finire Giusy, prende uno specchietto e lo porge a Vasilissa ‘Prendi padrona, guardati, sei splendida … sono certa che il padrone che ci sta guardando &egrave d’accordo con me e sicuramente &egrave soddisfatto.’
Ma le sorprese non finiscono lì, Giusy con una mossa inaspettata, si china e bacia la figa i Vasilissa, poi si rialza, raccoglie tutto ed esce dalla camera dicendo ‘Padrona &egrave bellissima e profumata.’
Vasilissa si siede e si guarda la figa … &egrave soddisfatta … mi guarda ‘Ti piace amore?’
‘Certo tesoro che mi piace, la voglio baciare.’ e mi chino … lei apre le gambe ‘Ecco, baciala &egrave tua.’
Devo andare … sono già in ritardo ma sono preoccupato al pensiero di lasciare sole quelle due … chissà cosa si inventerà Giusy … tento di consigliare la prudenza a Vasilissa, ma lei non mi ascolta, si limita a rassicurarmi ed a promettermi di raccontarmi tutto al mio rientro.

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Per tutto il giorno sono rimasto in azienda, ho presieduto riunioni, discusso di situazioni e programmi con il Direttore Generale, firmato verbali e memorandum, e quando giunge la sera non vedo l’ora di tornare a casa per vedere come stanno le cose,
Suono il campanello, e quando si apre la porta, ecco la prima sorpresa, mi trovo davanti Vasilissa, nuda sotto un grembiule con pettorale, che le copre appena la figa e lascia le tette ben in vista, ha le mani infarinate, farina sulla punta del naso e sul viso, mi sorride e saluta allegramente.
‘Ciao amore, ben tornato.’ mi porge le labbra per essere baciata.
La bacio e chiedo ‘Come mai sei venuta tu ad aprirmi la porta.’
Mi guarda sorpresa ‘Giusy mi ha detto vai ad aprire e sono venuta … ti dispiace?’
Scuoto la testa ‘No non mi dispiace … ma mi secca che tu ti faccia comandare dalla nostra schiava … ognuno al proprio posto, ora vieni e raccontami cosa ci fai in cucina … sembri la cuoca.’
Lei ride ‘In effetti sono la cuoca, Giusy mi dice cosa fare e io eseguo, mi insegna a cucinare.’
A questo punto, sentiamo la voce di Giusy che chiama impaziente ‘Allora Vasilissa, che fai perdi tempo … sbrigati devi lavorare la pasta.’
E questo che risponde ‘Oh scusami .. arrivo subito.’
Questo &egrave troppo, e intervengo andando verso la cucina a grandi passi, entro e vedo Giusy, ben pettinata e truccata, seduta che si lima le unghie .. faccio fatica a non prenderla a schiaffi,
Sibillo ‘Cos’&egrave questa commedia, forza al lavoro, e non azzardarti più a rivolgerti alla tua padrone in questo tono.’
Lei che non si aspettava questa mia irruzione, impallidisce e salta in piedi ‘Perdonami padrone, stavo insegnando alla padrona a cucinare.’
Sorrido ironico ‘La padrona non ha bisogno di imparare a cucinare, per questo ci sei tu, e quando non ci sarai più ci sarà qualcuno altro, adesso datti da fare o ti levo la pelle del culo con la mia cintura … hai capito troia?’
Abbassa il viso .. si alza dalla sua sedia e si mette all’opera, mi giro verso Vasilissa ‘Togliti quel grembiule e pulisciti, poi dobbiamo parlare e ricorda che la scena di oggi non ha più a ripresentarsi.’
Dopo che Vasilissa si &egrave ripulita, mi si presenta davanti ancora nuda, la prendo per mano ed andiamo in salotto, mi siedo sul divano e me la prendo in braccia.
‘Allora amore mio, raccontami la tua giornata in compagnia di Giusy, e poi come sei finita a farti comandare da lei .. te lo avevo detto di stare attenta.’
Lei mi guarda in faccia .. scoppia dal ridere e mi bacia ‘Caro … caro .. il mio omone che si preoccupa per me, non aver pensiero tesoro, le ho dato un po’ di corda per vedere fino a dove si spingeva, devo riconoscere che &egrave dura, sa cosa vuole e lotterà fino alla fine.’
‘Ehmmm … sei sicura di poter controllarla, guarda che come si sottomette &egrave capace di dominare, io l’ho vista all’opera, non sottovalutarla o ti metterà i piedi in testa.’
‘Ti credo facilmente, comunque questa mattina dopo che sei andato via, &egrave venuta da me e non finiva di farmi complimenti sul mio aspetto, insomma se era un uomo avrei detto che ci provava, tanto più che non perdeva l’occasione di toccarmi o sfiorarmi, sai &egrave una cosa divertente e eccitante per una donna essere corteggiata da un altra donna.’
‘Beh … ora lo so e poi?’
‘Mi ha fatto visitare la casa, alla cantina alla soffitta, stanza per stanza … adesso che ci penso … quasi come una governante che mostra la casa alla nuova cameriera,’
‘E questo non ti ha dato da pensare? e poi che &egrave successo.’
‘Visto che tu non c’eri abbiamo fatto un pasto veloce, niente cucina complicata, spaghetti al pomodoro e poi formaggio ed affettati, insomma roba veloce.’
‘E come ha servito in tavola? aveva indossato il grembiulino da cameriera, la cuffietta ed i guanti bianchi?’
‘No abbiamo mangiato in cucina senza cerimonie, mi sono servita da sola, mi ha mandato in cantina a prendere una bottiglia di vino, dicendo che lei non se ne intendeva.’
Mi viene a ridere, Giusy non se ne intende di vino, si potrebbe dire che &egrave cresciuta fra i tini e le botte di rovere, visto che suo padre coltiva un raro pinot nero, oltre a quello grigio e a quello bianco, Vasilissa mi guarda sorpresa, non capisce cosa ci trova di tanto divertente al fatto che sono andata a prendere il vino.
‘Perché ridi?… che c’&egrave di comico in quello che ho detto?’
‘Vasilissa amore mio, ti ha usata, si &egrave divertita a trattarti come la sua serva, scommetto che ha lasciato che tu facessi le parti degli spaghetti, così oltre che a servirti hai servito anche lei, ti ha mandato in cantina a prendere il vino, dicendo di non intendersi di vino, invece lei se ne intende, sa tutto dalla cura delle vigne, alla vendemmia, alla vinificazione ed alla distillazione della grappa, ci &egrave cresciuta in mezzo.’
Vssilissa si fa seria … impreca in greco … ‘Brutta puttana, mi ha preso in giro per tutto il giorno, &egrave giunta al punto di darmi un bacio perché ho sparecchiato il tavolo dopo il pranzo e messo i piatti e le stoviglie nella lavastoviglie.’
‘E sì come una brava serva, te l’avevo detto di non fidarti e dopo questo che avete fatto?’ ‘Siamo andate in bagno, lei ha iniziato a lavare il pavimento e mi ha detto ‘ Dai pulisci i vetri e gli specchi, così facciamo prima, poi in camera a pulire, non mi chiesto di aiutarla, mi ha detto ‘Dammi una mano a fare il letto.’ ed io cretina l’ho fatto … che stupida che sono stata.’
‘C’&egrave altro che dovrei sapere?’
‘No a parte il fatto che mi stava sempre addosso per toccarmi e baciarmi.’
‘Bene, sono tornato a casa troppo presto, se arrivavo più tardi ti avrebbe fatto ripulire e vestirti, così non avrei sospettato di niente, comunque mi secca che tu sia venuta a aprire la porta, se non ero io che figura ci facevi.’
‘Amore sapevo che eri tu, ti avevo visto allo spioncino.’
‘Bene meglio così, a ogni modo, ora sappiamo cosa cerca di fare, sa che con me non ha possibilità. allora cerca di colpirmi usando te per farlo.’
‘Ed ora, che facciamo?’
‘Anzitutto non cadere più nelle sue trappole, e poi farle capire quale &egrave il posto di una schiava, usala come la tua cameriera personale e ora andiamo in camera-‘
Vasilissa mi fissa con uno sguardo interessato ‘E cosa andiamo a fare in camera?’
‘Secondo te che ci andiamo a fare in camera?’
Scuote la testa, trattenendo a stento la risata ‘Sei proprio insaziabile porcellone mio.’
E mano nella mano ci affrettiamo a salire le scale.

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Ho dormito male, ieri sera, dopo aver fatto l’amore, Vasilissa si &egrave addormenta appagata, stringendosi a me, per un po’ mi sono beato della morbidezza del suo corpo premuto su di me, ma poi mi &egrave venuta in mente Giusy e quanto &egrave successo durante la mia assenza.
Una cosa &egrave sicura, non potrò più lasciare le due donne sole per più di qualche minuti, perché sono certo che Giusy ne approfitterebbe per tentare qualche trucchetto a danno di Vasilissa, visto che sta tentando di renderle la vita difficile e così riuscire a rovinare il nostro rapporto.
Ma non potrò neanche lasciarla sola, fino a quando aveva qualche speranza di perdono, si dimostrava stranamente remissiva, ma ora che questa speranza sembra non esistere più, mi farà una guerra senza quartiere, sarebbe capace di sparire un altra volta, di tornare a Rodi, farsi riconoscere e non voglio neanche pensare ai casini che potrebbe combinare.
Ad ogni modo decido di parlarne con Vasilissa, probabilmente lei mi dirà di cambiare sistema, so che considera i miei metodi sbagliati, intanto aspetto che si svegli coprendole il viso di bacetti e lasciano le mie mani girovagare a piacere sul suo corpo.
Veramente sono cose estremamente piacevoli ed eccitanti, tanto che il mio piccolo guerriero scatta subito sugli attenti pronto a dare battaglia, Vasilissa sospira, geme piano, mugola di piacere, si stringe forte a me, finché lentamente solleva le palpebre, mi guarda, mi sorride e mi porge le labbra, ci baciamo.
‘Buongiorno amore mio, hai dormito bene?’
‘Buongiorno porcellone mio … ho dormito sì … ma dopo il trattamento che mi hai riservato questa notte per tre giorni non potrò sedermi … mi brucia ancora dietro.’
‘Ti brucia ancora tesoro mio? … però ti &egrave piaciuto.’
‘Non ho mica detto che non mi sia piaciuto, ho detto che mi brucia ancora … &egrave una cosa diversa.’
Intanto, mentre parliamo, mi afferra il cazzo eretto e lo stringe forte ‘Ma tu non tu stanchi mai? cazzo amore hai deciso di distruggermi … sei pericoloso.’
‘Io pericoloso! ma che cosa dici! io cerco solo di procurarti tanto piacere … e tu mi dici che sono pericoloso.’
‘Certo che lo sei, mi fai impazzire, ed io che non volevo innamorarmi mai, ti amo come una qualsiasi stupida ragazzina romantica … e poi dici di non essere pericoloso … ma basta chiacchiere … baciami e scopami … ma ti prego oggi non dietro.’
Le chiudo la bocca con un bacio lungo e sensuale, mi libero del suo abbraccio ed inizio a baciarla e leccarla su tutto il corpo, dalle radici dei capelli alla pianta dei piedi … lei ansima e mugola … di nuovo ci isoliamo nel nostro piccolo mondo … l’universo non esiste più … solo dopo aver condiviso un orgasmo che ci scuote come un terremoto, ritorniamo nel mondo dei mortali.
A lungo rimaniamo allacciati, col fiato corto, a guardarci negli occhi ed a scambiarci coccole e tenerezze, finché non arriva Giusy, con il caff&egrave ed i biscotti, a rompere l’incantesimo.
La sua vista mi riporta definitivamente con i piedi per terra, mi libero dall’abbraccio di Vasilissa e mi siedo sulla sponda del letto, non ci posso fare niente, ma vederla così, nuda, mi emoziona e mi eccita sempre, la puttana lo sa e ne approfitta, mettendosi bene in posa per mostrarmi bene le sue grazie, mi alzo dal letto e vado ad aprire la cassaforte nascosta sotto un quadro, prendo una scatoletta e torno a sedermi sul letto.
Intanto Giusy versa il caff&egrave nelle tazzine ed aspetta i nostri ordini, però sento il suo sguardo puntato sul mio membro per sfidarmi.
‘Vasilissa amore, vieni a sederti al mio fianco, che la serva ci porta il caff&egrave ed i biscotti.’
Quando &egrave a posto, Giusy senza bisogno di altri ordini ci porta il vassoio con il caff&egrave ed i biscotti, beviamo e mangiamo, mentre la schiava, col vassoio in mano, rimane in piedi di fronte a noi, palesemente questa situazione non le piace, si sente umiliata, ed &egrave proprio quello che voglio, quando terminiamo fa per allontanarsi.
‘Ehi troia, dove credi di andare, non ti abbiamo dato il permesso di uscire dalla camera, posa il vassoio sul tavolino e vieni ad inginocchiarti di fronte ai tuoi padroni … forza in fretta!’
E lei esegue, ora &egrave inginocchiata seduta sui talloni ai nostri piedi, apro la scatoletta che ho preso dalla cassaforte, ne estraggo un collare di cuoio nero, &egrave ornato di borchie di metallo, come quelli usati per i cani di grossa taglia e pericolosi, e c’&egrave il guinzaglio adatto.
‘Vieni qui cagna!’
Lei ubbidisce e, mentre le metto il collare al collo, mi guarda con gli occhi velati di lacrime, ma non mi faccio commuovere.
‘Bene ora baciaci e leccaci i piedi …. e poi ci dovrai pulire .. prima la figa della tua padrona e poi il mio cazzo … fatto questo ti distenderai per terra che così potremo posare i nostri piedi, la padrona che ha i piedi più delicati sulle tue tette morbide, io sulla tua figa da puttana.’
E lei, ora col collare al collo, bacia e lecca i nostri piedi, poi lecca la figa di Vassilissa, portandola fino all’orgasmo, beve il suo piacere che lei le schizza letteralmente in bocca, poi mi prende il cazzo in bocca, lo lecca … lo succhia … lo avvolge nella lingua … ma per umiliarla mi trattengo e la mando via senza venirle in bocca.
‘Adesso sdraiati che posiamo i piedi.’
E’ lì sdraiata sulla schiena, i piedi di Vasilissa le accarezzano sulle tette, i miei sul monte di Venere si muovono piano premendo forte sulla figa, la sento fremere, scosta le cosce, mi bagna i piedi, ansima, si morde le labbra, quando vedo che sta per venire mi fermo, si rilassa e io riprendo il mio massaggio per portarla sull’orlo dell’orgasmo, mi fermo &egrave stata sul punto di venire diverse volte, per oggi può bastare.
‘Ora puoi andare, va a lavorare, buona a nulla, sei capace solo di aprire le gambe …. ma non masturbarti … se ti becco a farlo ti taglio le dita … eh! troia questo sì che ti piace vero?’
Lei si alza e mesta esce dalla camera, allora Vasilissa mi chiede il motivo di questa inaspettata durezza.
‘Amore, prima facciamo la doccia, ci vestiamo e poi discutiamo e decidiamo.’
Ci alziamo dal letto e ci avviamo verso il bagno.

per commenti brubu@yahoo.it Per tutto il giorno Giusy &egrave stata molto cauta, si &egrave comportata bene, sempre rispettosa ed umile, aveva sbrigato tutti i suoi impegni domestici in fretta e bene, stava evidentemente tentando di recuperare il terreno perduto.
Il fatto che le avessi messo un collare al collo l’aveva spiazzata, non si aspettava una mossa del genere, ma ora cercava di farsi dimenticare, e poi guardava al guinzaglio con terrore,
Durante la giornata, avevo informato Vasilissa della mia decisione di non lasciare più Giusy da sola, e neanche di lasciare lei sola con la nostra schiava, diventava urgente allontanarla definitivamente, la convivenza anche nel rispetto dei rispettivi ruoli era impossibile.
Ma tornava sempre il problema, dove e come liberarci di Giusy, ovviamente non si prendeva in considerazione una soluzione drastica, tipo l’eliminazione fisica, tutte le corna del mondo non valgono un assassinio.
C’era una soluzione, che però andava concordata con Giusy, sarebbe stata libera di andare dove voleva, tanto i soldi non le mancavano, avremmo divorziato, lei avrebbe riconosciuto l’adulterio senza entrare nei dettagli, e io non avrei fatto uso elle prove a suo carico e infine avrebbe rinunciato alla custodia dei figli e a pretese economiche nei miei confronti.
Così terminato il pranzo le dico ‘Va a toglierti quel grembiule e vestiti, poi vieni a sederti a tavola come una persona civile, dobbiamo parlare seriamente.’
Lei ci guarda sorpresa e si affretta ad andare, poco dopo torna indossando una minigonna ed un camicetta di seta che le fascia bene il busto, al punto di lasciare vedere i capezzoli premere sulla stoffa.
E’ indecisa e ci guarda diffidente, fra me e me, vedendola così vestita in modo semplice ma sexy, penso che &egrave una gran figa, peccato che sia una puttana, con un segno del capo le indico una sedia ed inizio il mio discorso.
‘Dunque Giusy, avremmo deciso di intraprendere un azione legale per fare annullare quel famoso certificato di decesso, secondo me sarebbe opportuno andare a Rodi, penso che sarebbe meglio per tutti, niente clamore qui, articoli e fotografie sui giornali, e quindi niente collegamento con ‘la bella Giusy senza peri’, questo non per te, ma per i nostri figli, mi dispiace solo per Georgos che verrà scagionato, ma comunque un cadavere c’&egrave, se non paga per te pagherà per quella poveretta, commenti?’
Arrossisce violentemente quando nomino ‘la bella Giusy senza peri’, china il capo e dice piano ‘Sì va bene.’
‘Dopo dovremo divorziare e sarai libera di andare dove vuoi a fare quello che vuoi …
Lei alza il viso e mi guarda negli occhi … mi interrompe ‘Io non voglio andare in nessuno posto … io voglio stare con te per sempre … non voglio divorziare …’ si mette a piangere.
Vasilissa ed io ci guardiamo sconcertati … questa volta &egrave stata lei a spiazzarci.
‘Ma lo sai che così rimarrai nostra schiava per sempre … e comunque non voglio tenerti qui .. te l’ho detto devi andare via ‘
Testarda risponde ‘Io voglio stare dove stai tu.’ e si chiude in un mutismo assoluto.
Sono incazzato … Vasilissa mi prende la mano e la stringe nel tentativo di tenermi calmo, mi sussurra ‘Sta calmo amore, non fare pazzie.’ la fisso e capisco che ha ragione lei.
‘Sei una stupida … rifiuti di divorziare senza neanche ascoltarmi … ma dove vuoi arrivare?’
Alza il viso rigato di lacrime ‘Voglio vivere con te … non voglio più andare via … voglio starti vicina anche se hai un altra donna … lo capisci che ti amo?’
Mi verrebbe voglia di schiaffeggiarla … di frustarla … ancora una volta Vasilissa mi stringe la mano mormorando ‘Sta calmo amore, ti prego.’ annuisco e torno a fissare Giusy.
‘Senti &egrave ora di piantarla con le tue smancerie, per anni sei stata il centro dei miei sentimenti, ti ho amata, coccolata, viziata e tu come mi hai ripagato, mettendomi le corna con un delinquente, e prostituendoti per lui … e ora mi vieni a dire che mi ami … invece tu mi fai schifo … se ti guardo vedo ‘la bella Giusy senza peri’ … vedo la battona sul viale della prostituzione … vedo la puttana delle feste private … quella che non sa neanche dire quanti uomini l’hanno scopata, inculata … quanti cazzi ha succhiato e leccato e probabilmente anche quante fighe … ma tu con la tua presenza inquini l’aria.’
Mi ascolta singhiozzando … riesce a rispondere ‘Mi dispiace … sono pentita … abbi pietà di me … senza di te morirò.’
‘Tutto quello che vuoi, ma qui non puoi restare, non ti posso portare in giro attaccata al guinzaglio e non voglio farmi vedere con ‘la bella Giusy senza peri’ e non dire idiozie, non moriresti senza di me, troveresti un povero illuso da prendere in giro.’
Vasilissa accosta la bocca al mio orecchio ‘Dobbiamo stare attenti amore, bisogna portarla via da qui al più presto, se facesse una follia … non so impiccarsi o altro saremmo nei guai, cerca i illuderla un pochino.’
Ha ragione lei, cambiamo sistema ‘E va bene … per ora hai vinto tu … va a spogliarti e sdraiati che posiamo i piedi.’
Scatta in piedi e corre a spogliarsi … torna in fretta e si distende sotto il tavolo, Vasilissa inizia a massaggiarle le tette con i piedi, lo fa piano per non farle del male, riesce a provare pietà per quella puttana.
Le ordino ‘Apri le cosce troia, &egrave una cosa che sai fare molto bene, voglio fare riposare i miei piedi sulla tua figa da puttana,’
Lei ubbidisce immediatamente e sotto la pianta del piede sento la figa umida, inizio un lento massaggio premendo i piedi sul clito e sulle grandi labbra, la vedo chiudere gli occhi, ansimare … mordersi le labbra per non urlare … mi bagna la pianta dei piedi .. li levo subito dalla figa per potarli sul suo viso.
‘Brutta puttana! mi hai bagnato i piedi con le tue secrezioni … che schifo … ora lecca e puliscimi i piedi.’
Sento la sua lingua leccarmi la pianta dei due piedi, fino ad eliminare ogni traccia dei suoi umori vaginali, allora torno a massaggiarle la figa, così la eccito ma non la porto mai fino all’orgasmo.
Mi supplica ‘Padrone .. ti prego non essere crudele … fa che la tua schiava provi il piacere … ti supplico.’
‘Taci cagna … non ti meriti di provare il piacere … stai ben attenta … non masturbarti … lo sai che se ti colgo a farlo ti spezzo le dita.’
Non risponde … si limita a sollevare il bacino per premere la figa sul mio piede, in qualche modo riesce a godere … scossa dall’orgasmo si affloscia ansimante.
‘Brutta troia! chi ti ha dato il permesso di godere? allora rispondi!’
‘Nessuno padrone .. perdonami non sono stata capace di trattenermi … sarò più attenta in futuro.’
‘E faresti bene se non vuoi andare in Turchia per essere circoncisa e forse anche infabulata.’
‘No padrone … ti supplico non farmi questo … lasciami integra ti supplico.’
‘Comportati bene d’ora in poi, ubbidisci in silenzio e tutti ti andrà bene.’
Lei sempre piangente, annuisce in silenzio.

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Per alcuni giorni non succede niente di particolare, Giusy sta calma e, preso come sono da Vasilissa, mi preoccupo poco di lei.
Un paio di volte al giorno, mattina e sera, le massaggio la figa con i piedi, la porca ha imparato a godere senza farlo troppo palesemente, in questo modo, non so mai se viene o no, ma in fondo non me ne importa niente.
La sera, la lego sul suo cuccio, così può osservarci quando facciamo l’amore, ma non può intervenire, come vorrebbe fare, così si eccita ma non può darsi sollievo, perché le faccio infilare le mani in manopole che le impediscono di toccarsi, come sicuramente ha voglia i fare vedendoci.
Intanto, senza mettere Giusy al corrente, abbiamo deciso di tornare a Rodi, dove ci sarà più facile controllare Giusy, lascio a Vasilissa il compito di organizzare il trasferimento.
Per un paio di giorni, questa passa molto tempo al telefono ed al computer, poi mi annuncia che tutto &egrave sistemato.
Usciamo di casa presto alla mattina, un taxi ci conduce in riva al Sile, vi troviamo un piccolo pontile dove ci aspetta un motoscafo, ci imbarchiamo e partiamo, meno di un ora di navigazione e ci troviamo nella laguna, vicino all’isola di Torcello, uno sloop i 25 metri, battente bandiera greca &egrave all’ancora, accostiamo, lo skipper si mostra sopra la murata, una scaletta di corda viene srotolata, saliamo e il motoscafo si allontana.
Siamo ancora sottocoperta a sistemarci, che sentiamo il rombo del motore, la barca si muove, dopo poco si alzano le vele ed il motore viene spento, navighiamo per uscire dalla laguna e raggiungere il mare aperto.
Vasilissa ci avverte che andremo fino a l’isola di Korcula in Dalmazia, dove troveremo la sua barca, e a bordo di questa raggiungeremo Rodi, intanto facciamo i turisti-
Oltre allo skipper sulla barca c’&egrave un marinaio, che cucina, serve le bibite, tiene la barca pulita, le donne che si comportano a buone amiche prendono il sole, io sto vicino al timone con lo skipper, lui non conosce l’italiano e io non so il greco, ma ambedue conosciamo l’inglese il che ci consente di chiacchierare, ascolto le sue spiegazioni e osservo la manovra con curiosità.
Un vento di bora soffia teso e in meno di tre giorno raggiungiamo la nostra destinazione, trasbordiamo i nostri bagagli, salutiamo lo skipper, il quale fra parentesi aveva messo gli occhi su Giusy, io gliel’avrei anche ceduta ma lei non era interessata, e ci trasferiamo sulla barca di Vasilissa, da ora in poi sarò lei il nostro comandante, e subito distribuisce gli incarichi.
Giusy indosserà solo un tanga, si prenderà cura della cucina e della pulizia della barca, io dividerò con lei, i turni alla ruota del timone e la guardia di notte, mi mostra dove si trova la pistola lancia razzi, e nascosta in un doppio fondo, un paio di beretta calibri 9 mm., quando manifesto la mia sorpresa mi risponde che dobbiamo ancora passare al largo del Montenegro e dell’Albania, dove ci sono contrabbandieri che non disdegnano di trasformarsi in pirati se occorre.
‘Ma amore, non abbiamo niente di valore perché dovrebbero assalire una piccola barca a vela?’
Lei mi ride in faccia ‘C’&egrave una barca che vale qualcosa e due donne da violentare, senza contare che potrebbe darsi ci fossero donne che potrebbero trovarti attraente oppure uomini omosessuali, comunque non lasciare nessuno avvicinarsi, se insistono spara un razzo rosso e preparati a usare la pistola, non sparare per aria … mira al corpo.’
Oltre tutto anche questo ora! ma io sono ottimista, spero che queste storie di pirati siano solo leggende, però anche in porto, Vasilissa, monta di guardia durante la notte e io le faccio compagnia.
Per tutto quel tempo, Giusy avendo svolto i suoi compiti ci sta appiccicata, sembrerebbe che abbia voglia di dire qualcosa, ma che non sappia come iniziare.
Finalmente si decide, mi viene vicino e si sfila il tanga ‘Padrone puniscimi, sono stata cattiva, mi pento ma merito di essere punita.’
‘E cosa hai fatto di male, voglio sapere perché ti punisco.’
Abbassa il viso, come se si vergognasse, ma secondo me &egrave per non farmi scorgere il lampo di malizia che brilla nei suoi occhi ‘Padrone, sono stata pronta a disubbidirti, avevo preso in mano una melanzana, era lunga &egrave grossa, ero tentata di spingermela nella figa.’
‘Sei proprio una porca, lo sai, ma qui il comandante &egrave Vassilissa, &egrave lei che deve decidere della tua punizione.’
Ci voltiamo verso Vasilissa che ci ascolta seria, aggrottala fronte ‘E che ne hai fatto di quella melanzana?’
‘E’ in cucina padrona,’
‘Va a prenderla.’
Neanche un paio di minuti e Giusy torna brandendo una melanzana lunga almeno 20 cm. e larga 6 cm.
‘Ecco padrona &egrave questa.’
‘Ehmmm .. infilatela nella figa voglio vedere come fai.’
‘Sì padrona ,,, subito padrona,’
Si portala melanzana alla bocca, la lecca, la copre di saliva … si sdraia spalancando le gambe, con le dita della mano sinistra si apre le grandi labbra … la destra spinge l’ortaggio nella figa … vi scivola facilmente … lei &egrave fradicia .. inizia a muovere il polso avanti indietro,
‘Fermati!’ ringhia Vasilissa ‘ti ho detto che volevo vedere come fai ad infilartela, non come fai a masturbarti.’
Ai ferma ma si vede benissimo che le costa uno sforzo non indifferente, stringe le cosce ed aspetta.
Vasilissa mi fa l’occhiolino ‘Che ne diresti di riposare i piedi?’
Ridacchio ‘Ehmmm … buona idea … in effetti me li sento stanchi … un massaggino sarebbe gradito.’
Mi rivolgo a Giusy ‘Mi permetti mia cara di massaggiarmi i piedi sulla tua figa.’
Lei mi guarda felice ‘Sì padrone .. la figa &egrave tua puoi farle quello che vuoi.’ apre le cosce per accogliere i miei piedi.
Il massaggio dei miei piedi unito alla presenza della melanzana dentro la figa manda Giusy in estasi, urla di piacere.
‘Ahhhh sìììì … cosììì padrone mio che belloooo … ti amooo Gino …. ohhh.’
Tolgo il piede ‘Puttana! chi ti ha permesso di pronunciare il mio nome?’
‘Perdonami padrone … ti prego non punirmi se nel mio amore ho osato pronunciare il tuo nome.’
‘Va bene per questa volta ti perdono ma che non succeda più!’
Torno ad appoggiare il piede sulla figa e Giusy viene urlando di piacere, stringendo i piedi di Vasilissa sulle le sue tette.
‘AHHHHH …. VENGOOOOOOOOO …. AMOREEEEE!’
La mando via, voglio rimanere solo con Vasilissa.
Ci abbracciamo e guardiamo le stelle … non possiamo fare altro, di guardia non ci si può distrarre.
Domani partiremo verso la Grecia.

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E’ appena spuntato il sole che Vasilissa aziona il salpa ancora, accende il motore e porta lo sloop fuori dal porto di Korcula, alza le vele e spegne il motore, mette la prua a sud e, navigando fra la terra ferma e l’isola ci dirigiamo verso il mare aperto.
E’ ancora presto ma fa già caldo, il sole batte sul mare come un martello sull’incudine, ed il riflesso sull’acqua ci colpisce senza pietà, io indosso un paio di pantaloncini di tela sopra il costume, le donne si limitano al tanga, rimanendo in topless.
Raggiunto il mare aperto, mettiamo la prua a sud ovest per allontanarci dalle coste balcaniche, sto alla ruota del timone e seguo le sue indicazioni, Giusy &egrave sottocoperta in cucina a preparare la collazione, &egrave una situazione strana, sulla barca siamo tutti uguali, non ci sono padroni o schiavi, l’unica differenza sta fra Vasilissa e noi due, lei comanda e noi eseguiamo, ma la natura del rapporto &egrave comunque diversa, lei sa navigare e noi no!
Sale Giusy col vassoio, caff&egrave, focacce e yogurt per tutti e tre, mangiamo insieme, non facciamo più differenza, lei si &egrave rinfrancata e si comporta in modo più libero, spingendosi a trattarci alla pari.
Ora sono stretto fra Vasilissa, che mi spiega le cose e cerca di istruirmi, per fare questo mi sta molto vicina, sento il suo fianco e le sue tette sfiorarmi o premere su di me, a secondo dei movimenti, ha comunque sempre una mano sulla mia spalla, devo impegnarmi per non distrarmi e prestare attenzione alle sue parole.
E come se non bastasse, Giusy mi sta anche lei vicina, non si interessa delle spiegazioni di Vasilissa, invece &egrave molto impegnata a strusciarsi contro di me, lo fa in modo a non attirare l’attenzione, dopo la storia della melanzana, sta tornano all’attacco … mi vuole riconquistare.
Ovviamente, stretto come sono fra quelle due, riesco difficilmente a controllare il mio piccolo amico che si gonfia e si erge prepotente nel mio costume, se ne accorgono, e guarda caso, invece di scostarsi un pochino, si scambiano uno sguardo complice ed insistono.
A metà mattinata, incrociamo il traghetto che da Durazzo va a Bari, Vasilissa mi fa manovrare per mettere lo sloop parallele alla nave e prendere le onde causate dalla scia con la prua, in modo corretto.
Questa manovra fa sì che, per diversi minuti, navighiamo quasi fianco a fianco, e la presenza di due belle donne in topless che mi stanno addosso non passa inosservata, gli applausi e le foto si sprecano, e quelle due svergognate esibiscono tranquillamente tutte le loro grazie, salutando allegre con la mano, per fortuna indossano almeno il tanga, in quanto a me, chissà quanti invidiosi!
Il traghetto si allontana e sono ancora lì a salutare, questo incontro non previsto, le ha messe di buon umore, commentano gli applausi, si interrogano sul numero delle fotografie scattate, si dispiacciono di non poter vederle ed anche ottenerne delle copie.
La nostre tranquillità viene anche turbata dallo sfrecciare di veloci motoscafi diretti verso l’Italia, non sembrano curarsi di noi, ma i riflessi del sole nelle lenti dei cannocchiali denotano un certo interesse.
‘Contrabbandieri …’ mormora Vasilissa seria, apre il doppio fondo e prende le pistole, me ne porge una.
Giusy sbarra gli occhi vedendo quel gesto … ‘Mi spiegate cosa succede?’
Risponde Vasilissa ‘Succede mia cara che questi sono contrabbandieri albanesi, mezzi pirati, prima di sera, se non hanno avuto guai con la Guardia Costiera o la Finanza, saranno sulla via del ritorno e potrebbero aver voglia di divertirsi a nostre spese.’
‘Divertirsi! come?’ domanda Giusy perplessa.
‘Tesoro &egrave semplice, come minimo stuprarci e forse buttare Gino in acqua, oppure legarlo all’albero obbligandolo a guardare lo spettacolo, potrebbero anche rubarci la barca e sequestrarci per farci prostituire … chissà?’
Giusy mi guarda spaventata ‘Dovrai sparare?’
‘Certo se serve, non mi faccio rapinare e privare di due donne da un paio di delinquenti albanesi.’
A quel punto sbotta Vasilissa ‘Ma piantatela tutti e due .. potremmo anche non vederli e poi se vedono che siamo cattivi lasceranno perdere…. intanto prendiamo il vento e allontaniamoci dalla loro rotta.’
Vasilissa mi fa aumentare la velatura . la barca fa come un salto sulle onde e fila spinta al vento.
La sera scende … dopo aver guardato il satellitario, Vasilissa traccia una nuova rotta diretta a sud est.
Oramai &egrave buio, si &egrave accesa la luce rossa in cima all’albero, ed anche quella verde e quella bianca, stiamo in silenzio attenti ai rumori della notte, Giusy mi tocca il braccio ‘Ascolta!’
Un lieve ronzio si avvicina … ora lo sentiamo tutti e tre … Vasilissa non perde tempo … alza la pistola lancia razzi e spara un bengala … nella luce accecante vediamo a poca distanza un motoscafo che si avvicina a velocità ridotta.
Gli occupanti del natante dopo un attimo di sconcerto … usando un megafono ci chiamano .. non capiamo parlano albanese, Vasilissa non risponde e spara un razzo rosso.
Ci risponde una serie di imprecazioni seguite a una raffica di pallottole, che fortunatamente non causano danni, alzo la pistola .. esplodo un paio di colpi … in quel m momento poco distante vediamo un razzo verde alzarsi nella notte.
Gli scafisti invertono la rotta e si allontanano in fretta, poco dopo giunge una vedetta Guardia Costa Greca, che ci scorta fino ad un porticiolo dove sono ancorate diverse vedette, gettiamo l’ancora, questa notte non dovremo montare di guardia
Ci ritiriamo sottocoperta per la notte, Giusy ancora spaventata dall’accaduto mi si stringe addosso incurante dallo sguardo seccato di Vasiliss, che viene a sua volta stringersi a me, la mia &egrave una posizione invidiabile ma anche difficile da reggere, fra due belle donne che mi si strusciano contro.
Il cazzo mi si erge, pronto a scoppiare, non so più dove mettere le mani, se non mi trovo una coscia mi trovo una pancia, le ritiro in fretta per non cadere in tentazione, ma &egrave peggio invece di una spalla stringo una tetta … alla fine, quando mi sento stringere il cazzo da due mani che se lo disputano, mi lascio andare … che sia quello che deve essere.
Ci rotoliamo, in un groviglio inestricabile di braccia, di gambe … non ci ferma più niente, le nostre bocche si congiungono, le lingue s’intrecciano, succhio le tette senza sapere di chi sono, come non so chi ho scopata per prima, so solo di averle scopate tutte e due, con una comune grande soddisfazione.

per commenti brubu@yahoo.it Il nuovo giorno ci trova, dopo una notte che definire bollente sarebbe riduttivo, ancora abbracciati stretti, Vasilissa alla mia destra e Giusy alla mia sinistra, mi libero piano e lentamente scivolo giù da quel divano letto dove abbiamo anche dormito.
Vado in bagno, mi dedico alle mie necessità corporali, una rapida doccia, mi lavo i denti e mi faccio la barba, osservo sul mio viso i segni lasciati dagli eccessi della scorsa notte, vistose borse sotto gli occhi, un paio di succhiotti sul collo, i segni di un morso sulle spalla sinistra, cavoli … quelle due erano scatenate! però mi sono divertito molto. anche ad osservarle quando si sono abbandonate alle carezze saffiche.
Devo però fare un altra considerazione, dopo questo ci sarà difficile gestire Giusy, lei ha riguadagnato terreno su di noi, me ne rendo conto ora a mente fredda, da brava puttana mi ha preso per il cazzo ed ha anche conquistato la figa di Vasilissa.
Esco dal bagno, mi infilo il costume ed i pantaloncini, un maglione e mi avvio per andare in coperta, passo vicino al divano letto, ed ecco sta succedendo quello che temevo, le donne hanno occupato lo spazio da me lasciato libero, si stringono, tette contro tette, figa contro figa, si baciano.
‘Ragazze! adesso basta! &egrave finita la festa.’
Vasilissa si scuote, si volta verso di me, mi sorride ‘Buongiorno amore, dai non prendertela, ci stavamo dando il buongiorno … dammi un bacio.’
Alzo le spalle e mi chino sul suo viso e la bacio, però non ho pensato che attaccato a quel viso c’&egrave Giusy, e lei non perde l’occasione per insinuare la lingua fra le nostre labbra, così diventa un bacio a tre.
Mi stacco, non so se incazzarmi o no, anche perché mi &egrave piaciuto, preferisco fare finta di niente ed uscire all’aperto.
Sto lì a guardare il mare, quando arriva un militare, probabilmente un marinaio della guardia costiera, mi chiama e inizia a parlare, non ci capisco niente, gli rispondo che non parlo il greco, egli rimane per un attimo perplesso e dice ‘Skipper!’ annuisco e scendo sotto coperta.
‘Amore c’&egrave lì sulla banchina, un marinaio che vuole parlare con lo skipper.’
Lei non esita, copre la sua nudità con un copricostume e esce, torna dopo pochi minuti e sparisce in bagno, quando esce dopo la doccia, infila il tanga, indossa il copricostume e dal cassetto del mobile dove si trovano la radio e lo schermo del radar, prende una cartella e si avvia. la seguo e vedo che si allontana, chiacchierando col marinaio.
Torno sottocoperta e trovo Giusy, ancora nuda, mollemente sdraiata sul divano letto, mi sorride e con voce suadente dice ‘Buongiorno caro, hai dormito bene, potresti anche darmi un bacio per iniziare bene la giornata.’ mi sorride maliziosa.
Scuoto il capo ‘Dove vuoi arrivare, lo sai che fra noi &egrave finito, legalmente non esisti più, ti ho offerto di renderti libera, un divorzio consensuale che non intacca la tua reputazione e hai rifiutato … cosa vuoi?’
Lei mi fissa … uno sguardo da troia ‘Cosa voglio! voglio te … non m’importa se sposi Vasilissa, sono pronta a dividerti ma non a perderti … ecco ora lo sai cosa voglio.’
Non so se incazzarmi o ridere ‘Insomma sei dura da convincere, non ti voglio più fra i piedi, neanche come schiava, ti &egrave chiaro?’
‘Gino tesoro, da come ti sei comportato la scorsa notte non direi che &egrave così, certo che hai scopato Vasilissa, ma mi hai anche scopata in modo tale da farmi ricordare i bei tempi andati … non ti facevo schifo per niente.’
‘Oh cazzo Giusy, dei bei tempi andati ti potevi ricordare prima di mettermi le corna e di metterti a fare la puttana … lascia perdere e rassegnati o ti sbarco sul primo isolotto che incontriamo.’
Lei si mette a ridere ‘Amore non lo farai, ti conosco, non avrai il cuore di farlo e poi potrai crearti un sacco di problemi … ricordati che sono viva … non morta e che mi stai sequestrando.’
Ora mi incazzo davvero ‘Brutta troia, se la metti così ti riporto a Rodi e ti faccio rivivere, poi ti pianto una bella causa di divorzio, usando foto, dvd, le letterine di Georgos ecc. e vedremo come te la cavi.’
Lei alza le spalle ‘Ascolta amore, lo so di essermi comportata male, sono sinceramente pentita, non pretendo di essere amata come prima, voglio solo stare con te, smettiamo di litigare inutilmente, non ti costa niente farmi contenta ed anche Vasilissa &egrave d’accordo.’
Scuoto la testa desolato ‘Cazzo non cambierai proprio mai, con te &egrave inutile discutere, &egrave tempo perso, parlerò con Vasilissa e vedremo, non voglio farti del male, come per esempio mandarti in Turchia, farti circoncidere ed infibulare per poi venderti a qualche vecchio contadino dell’Anatolia centrale … capisci?’
Si alza, mi viene vicino, sento il suo fiato sul viso, mi guarda inorridita e mi si stringe contro ‘Non avresti il cuore di farmi questo … dai sarò brava … farò tutto quello che vuoi .. ti chiedo solo una cosa … non mandarmi via.’ e così dicendo mi mette la mano sul cazzo ‘Non respingermi, lo so che mi desideri ancora … sarò la schiava del sesso … vi farò impazzire.’
Come si fa? … il cazzo mi si drizza di colpo nella sua mano … senza lasciarlo andare si inginocchia mi abbassa pantaloncini e costume … mi massaggia un po’ il cazzo e le palle poi inizia un lavoro di lingua partendo dalle palle per risalire lungo l’asta verso il glande .. lo lecca … lo avvolge … lo prende in bocca e succhia .. le sue labbra lo stringono dal glande fino alle palle … lo fa entrare fino in gole … ci mette tutta la sua esperienza di puttana .. non posso trattenermi … le vengo in bocca … ingoia tutto e me lo lecca bene per pulirlo.
Si rialza con un sorriso soddisfatto, sembra il gatto che ha appena mangiato il topo … mi dà un bacio leggero sulle labbra ‘Ti &egrave piaciuto amore?’ e senza aspettare la risposta, tanto la conosce già, si infila nel bagno.
Sono sconvolto, la odio perché non sono in grado di resisterle, invece dovrei odiare la mia debolezza, ma 13 anni di matrimonio non svaniscono così, lei mi conosce troppo bene, sa come prendermi, troppi anni di lotte erotiche quando ognuno dei due, cercava di sopraffare l’altro … allora era un gioco stimolante .. ora ho paura che non sia più un gioco .. vuole dominarci col sesso.
Sono ancora lì perso nelle mie riflessioni, che torna Vasilissa dal comando della guardia costeria, dove ha dovuto fare la sua deposizione sugli avvenimenti della sera precedente, e firmare il verbale, siamo liberi di salpare.
Mi domanda ‘Dove &egrave Giusy?’
‘Perché? hai bisogno di qualcosa?’
‘Per niente, volevo solo sapere quando avrebbe preparato la collazione.’ abbassa il tono della voce e mi sussurra all’orecchio ‘Non vorrei che pensasse di evitare il lavoro facendoci dei favori sessuali.’
Mi viene da ridacchiare ‘Ma amore, lei i favori sessuali li considera un lavoro &egrave pure sempre una puttana.’
Ridiamo … ci baciamo e saliamo in coperta per alzare l’ancora e navigare verso le isole greche.
Mi libero del maglione rimanendo a torso nudo, Vasilissa si leva il copricostume e rimane in topless, in questo imitata da Giusy che giunge con la collazione.
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per commenti brubu@yahoo.it Da quando navighiamo in acque greche, Vasilissa sembra non aver più quella fretta di giungere a destinazione, facciamo i turisti, ci rilassiamo, io mi sono liberato dei pantaloncini e le donne non indossano più neanche il tanga, sono distesa a prua sulla tolda.
Il vento che nei giorni trascorsi soffiava di bora, si &egrave trasformato in una leggera brezza, e questo mi consente di governare la barca senza la costante supervisione di Vasilissa, che ne approfitta per prendere il sole in compagnia di Giusy.
Non smettono di chiacchierare, pagherei per sapere cosa hanno di tanto importante a raccontarsi, ogni tanto, o l’una o l’altra si volta verso di me, mi sorride e mi soffia in bacio, e mi domando che cazzo stanno complottando.
Incrociamo al largo di Zante e puntiamo su Itaka, incontriamo altre imbarcazioni. gommoni. motoscafi, piccole barche a vela e caicchi pieni di turisti chiassosi, giunti ad Itaka, Vasilissa riprende il comando della barca per portarla in una piccola insenatura deserta e gettare l’ancora.
Mi affaccio sulla murata … sotto di noi l’acqua &egrave cristallina, si vedono i pesci e il fondo, un paio di tonfi mi richiamano alla realtà, si sono tuffate … cavoli … sono nude! se arriva qualcuno! loro non sembrano per niente preoccupate, anzi mi chiamano a gran voce, invitandomi a raggiungerle.
Prima di tuffarmi srotolo la scaletta di corda sulla fiancata .. fatto questo mi butto in acqua, affondo, una spinta ed emergo, mi guardo intorno, non le vedo … la superficie del mare &egrave deserta … l’attacco &egrave improvviso! quattro mani afferrano l’elastico del costume e tirano giù … me lo sfilano … emergono poco distante da me … Vasilissa alza un braccio fuori all’acqua e agita il mio costume come un trofeo.
Mi immergo per raggiungerla .. le vedo … mi stanno girano intorno … mi accerchiano come due predatori a caccia della vittima designata … emergo per respirare e così facendo mi distraggo … ne approfitta Vasilissa che si trova alle mie spalle … mi si incolla sulla schiena, mi passa le braccia sotto le ascelle … mi posa le mani sulle spalle e le afferra .. mi stringe le gambe fra le sue … quasi mi immobilizza … &egrave un gioco … lascio fare … sento i capezzoli duri premere sulla schiena … la figa strusciarsi sulle mie natiche … lei avvicina la bocca al mio orecchio ‘Ti ho preso … sei mio prigioniero … faccio di te quello che voglio.’
Faccio per rispondere, ma non posso .. infilandomi la lingua in bocca Giusy mi mette a tacere .. mi passa le braccia attorno al busto e se ne va a stringere i fianchi di Vasilissa , appoggia le gambe sopra quelle di questa immobilizzandomi del tutto … struscia la figa sul mio cazzo e preme le tette sul mio petto.
Quelle due spudorate hanno studiato bene il loro piano, mi tengono proprio nel loro potere, Vasilissa mi mordicchia il lobo dell’orecchio, mi bacia la nuca, mi morsica le spalle, sento i suoi piccoli denti stringere sui muscoli … Giusy smette di baciarmi per dirmi sorridente ‘Amore … ora ti scopo .. ti prendo come una puttana.’
Quella troia osa anche prendermi in giro … mi afferra il cazzo e se lo guida nella figa .. si muove avanti indietro .. mi scopa .. non posso farci niente .. sono eccitato e mi piace … lei appena si accorge che la pressione sale troppo rallenta per raffreddarmi per poi riprendere il ritmo .. intanto Vasilissa mi sussurra all’orecchio ‘Allora mio bel porco ti piace farti scopare da quella puttana … riempila … perché dopo mi dovrai scopare per bene … voglio la mia parte amore mio.’
In quelle condizioni non resisto a lungo e colmo la figa di Giusy di sperma … lei gode nel sentirsi riempire ‘Gino amore mio … che bello … mi fai godere … vengooooooo!’ allentano la presa e si scambiano i posti.
Questa volta però, l’iniziativa &egrave mia. attiro contro di me Vasilissa, la stringo e la bacio, le passo la mano fra le cosce … &egrave bagnata ma non posso distinguere se &egrave dovuto al desiderio o all’acqua del mare.
Le palpo le tette e il culo, lei mi mette le braccia al collo … mi poppa la lingua e mugola … Giusy da dietro di me allunga la mano per chiuderla sul mio cazzo .. lo accarezza piano fino a farlo tornare bello duro e allora lo guida nella figa di Vasilissa.
Questa volta riesco a resistere a lungo .. scopo lentamente Vasilissa … la quale tiene la testa rovesciata all’indietro e gli occhi chiusi … geme … si lamenta e mugola di piacere spingendo la figa in avanti per venirmi incontro.
Intanto Giusy, alle mia spalle mi bacia e mi morsica … mi mormora delle porcherie all’orecchio ‘Sei un porco … non ti basta una puttana, ne vuoi un altra … sborrale dentro .. chissà se sarai capace di ingravidarla … forza maiale scopa quella troia che ti sei scelto.’
Non rispondo alle sue provocazioni, anche perché siamo giunti al punto di non ritorno … Vasilissa grida ‘Amoreeee vengooooo ahhhhhhh.’ sento la sua figa stringersi sul cazzo .. lo munge … lo strizza .. lo poppa ed a mia volta vengo
‘AHHHHHHH … sìììììììì …. VENGOOOO.’
Siamo senza fiato … ma non ho dimenticato Giusy .. lascio andare Vasilissa e mi volto verso di lei … l’afferro per il capelli e la colpisco con un forte schiaffo in viso … ‘Ricordati troiona che qui di puttana ce n’&egrave una sola .. e quella sei tu vacca! come osi parlare così della tua padrona … che &egrave sempre stata troppo buona con te … ti venderò in Turchia e lo sai cosa ti aspetta lì.’ e la colpisco con un altro schiaffo.
Lei piange ora e supplica ‘Perdonami padrone ti prego … la Turchia no! quello che vuoi ma la Turchia nooo!’
‘Allora ove ti vendo in un bordello a Beiruth oppure a Rio e Janeiro?’
Mi abbraccia piangendo ‘Perdonami sono gelosa …non lo farò più.’
Ancora una volta Vasilissa interviene in favore di Giusy ‘Amore lasciala stare &egrave soltanto una poveretta pazza … fallo per me.’
A questo punto per compiacere a Vasilissa, lascio andare Giusy e risaliamo sulla barca.
La serata &egrave rovinata, ma Vasilissa si impegna a restituirmi la serenità, mentre Giusy se ne sta quieta quieta nel suo angolino cercando di farsi dimenticare.
Questa notte non voglio Giusy fra i piedi, noi dormiremo nella cabina e lei starà sul divano, ma nei giorni futuri intendo farle capire quale &egrave il suo posto.

per commenti brubu@yahoo.it Dopo la sosta ad Itaka, l’atmosfera a bordo &egrave cambiata, l’ambiente rilassato di quasi parità fra noi tre non esiste più, Giusy &egrave tornata ad essere una schiava, prepara i pasti, pulisce, lucida e tiene in ordine la barca, per il resto del tempo se ne sta immusonita sotto coperta a piangere sulla sua stupidità, che l’ha portata ad osare troppo ed a pagare ora.
Da quel giorno, non le rivolgo più la parola, ignoro la sua esistenza, se potessi non mangerei neanche i pasti che prepara, e se mi serve qualsiasi cosa mi arrangio da solo.
Da parte sua Giusy, mi saluta sempre timidamente e cerca di prevenire le mie necessità ed i miei desideri, mi guarda timorosa, ha gli occhi gonfi dal pianto e dimagrisce.
A volta Vasilissa mi rimprovera gentilmente, ma io continuo ad ignorarla, anche perché so benissimo che questo mio atteggiamento la ferisce più dei rimproveri, degli insulti ed anche degli schiaffi.
Ma lei insiste, non subendo il mio stesso coinvolgimento, &egrave più assennata di me e mi fa presente che, se dovesse succedere qualche guai a Giusy, potrei aver diversi problemi con la giustizia, se non altro per il fatto di essere il vedovo di una donna viva, cosa che sarebbe difficile da spiegare, e così finisco con darle ragione ed adotto un atteggiamento meno duro.
Intanto dallo Ionio siamo passati nell’Egeo, il mare greco, e raggiungiamo Naxos, la più grande delle Cicladi, dove ci fermiamo per rifornirci d’acqua e di viveri, e anche per fare il pieno di carburante.
Vasilissa che &egrave preoccupata per la salute di Giusy, senza chiedere il mio parere, indossato un copricostume sopra il tanga, scende e va alla ricerca di un medico.
E eccola che torna in compagnia di un dottore, un signore dall’aria distinta, avanti negli anni, vestito con cura, sale a bordo e, seguendo le indicazioni di Vasilissa, scende sotto coperta seguito a noi.
Il dottore visita accuratamente Giusy, le misura la pressione, fa delle domande, che Vasilissa traduce, e finalmente emette il suo verdetto, Giusy non ha niente, ha solo la pressione bassa, le raccomanda di mangiare, di non farsi condizionare dalla moda delle donne magre perché lei così &egrave uno splendore e non si deve rovinare per qualche centimetro in meno, uscendo ci dice che Giusy cova una pena segreta e che tutta la situazione deriva a questo.
Va bene, so io come fare, torno sotto coperta ed apostrofo bruscamente Giusy ‘Alzati, sei una cattiva bambina, ci hai fatto restare in ansia, meriti di essere punita.’
Lei sbarra gli occhi … abbassa il viso ‘Sì padrone … sono stata cattiva … vi ho causato dei dispiaceri .. puniscimi me lo merito.’ senza aspettare il mio ordine si mette carponi tenendo le cosce ben allargate.
Un forte schiaffo colpisce la figa ‘Ecco cattiva bambina ora ti batto la figa .. prendi.’
‘Ahi! padrone che male … ma lo merito battimi la figa.’
Un altro schiaffo e poi un altro ancora … lei sussulta … inarca la schiena … allarga di più le cosce … si morde le labbra per non gridare … ma finalmente cede sotto gli schiaffi che le colpiscono la figa facendole arrossare le grandi labbra … il miele mi bagna il palmo della mano e le colla all’interno delle cosce.
‘Ahi …. sì ancora… che male … ohhhh … continua … godo … più forte … batti questa figa amore … &egrave tua … ohhhhhh … che bello!’
Ma io non sono di legno, a batterle la figa mi eccito … e poi sentire le sue parole e vederla sussultare e dimenarsi sotto i miei schiaffi mi fa tirare il cazzo.
Anche Vasilissa che assiste alla punizione si eccita, si leva il copricostume, si sfila il tanga, preme la figa sulla mia coscia e si struscia … mi sussurra ‘Dai amore punisci la cagna … toccami la figa ti prego … ora a te ci penso io.’ mi stringe il cazzo e muove il polso, ci masturbiamo a vicenda.
Sento Giusy irrigidirsi ‘Vengooooooo …. amoreeee …. vengooooo.’
Nella mano, stringo forte la figa, che schizza il suo piacere fino a bagnarmi l’avambraccio, che si contrae e trema. aspetto un po’ finché ritrova la calma … tolgo la mano e gliela metto sul viso ‘Lecca troia!’ e lei lecca.
Ora attiro Vasilissa sopra di me ‘Apri le gambe amore … mettitelo dentro e scopami.’
Non posso dire altro, il mio amore mi spinge la lingua in bocca, mi stringe il cazzo nella mano e lo guida nella figa … inizia a scoparmi … una cavalcata selvaggia che ci porta all’orgasmo.
Tutti e tre siamo senza fiato, approfittando della situazione, Giusy si azzarda a baciarci, prima Vasilissa poi me, non vedendosi respinta, appoggia la testa sul mio petto e mi si stringe contro.
Rimaniamo così abbracciati a lungo, poi senza fare commenti, ci stacchiamo per andare in bagno a ripulirci, tutto senza manifestare qualche sorpresa per l’armonia ritrovata.
Capisco una cosa da questi gesti, non riusciremo mai a liberarci di Giusy, ci sta attaccata come l’edera, tutti i tentativi fatti per allontanarla, con le buone o con le cattive, sono falliti miseramente, ha una capacità di resistenza inaspettata ed una tenacia incredibile.
Oramai non c’&egrave più niente che ci trattiene a Naxos, &egrave mattina aspettiamo la marea ed un vento favorevole per alzare l’ancora e dispiegare le vele, non ci fermeremo più fino a Rodi.

per commenti brubu@yahoo.it Navighiamo verso Rodi, il cerchio si chiude, tutto ha avuto inizio lì, la vacanza, il tradimento e la rovina del mio matrimonio, un nuovo amore nato e cresciuto inaspettatamente, ma che si rivela forte.
Vasilissa ha preso in mano la ruota del timone e guida lo sloop verso la costa, Giusy e io stiamo affacciati sulla murata a guardare il mare e la costa che si avvicina.
La voce di Vasilissa, ci riporta con i piedi per terra ‘Giusy indossa il bikini e il copricostume, non puoi sbarcare nuda.’
Raggiungo Vasilissa per sostituirla al timone mentre si copre…
La barca oramai &egrave ancorata vicino al piccolo molo della darsena privata, sul molo un paio di uomini hanno legato le cime alle bitte … sbarchiamo … Vasilissa dopo aver dato i suoi ordini si avvia verso le scale che portano alla grande casa, invitandoci a seguirla.
Entriamo in casa, Giusy si guarda intorno incredule, anche io ero perplesso, conoscevo la casa ma quando c’ero stato, non avevo mai visto nessuno, invece ora avevo già contato sei persone, tra gli uomini incontrati sul molo, le cameriere e un solenne maggiordomo,
Vasilissa non sembra accorgersi della nostra sorpresa, si siede sul divano, con un sorriso batte il palmo della mano sulla seduta, facendomi segno di raggiungerla e indica a Giusy una poltrona.
‘Ecco Giusy, questo &egrave la fine del tuo viaggio, visto che hai deciso di non voler andartene, dovrai vivere qui, ti avverto subito per evitare ogni malinteso, la gente che hai visto qui mi &egrave devota anima e corpo, quindi non aspettarti aiuti da parte loro se vuoi combinare qualcosa contro di me o contro Gino. lo verrei a sapere subito e ti dovrei punire severamente, non ti piacerebbe, ti &egrave chiaro?’
Giusy abbassa lo sguardo ‘Sì padrona ho capito.’
‘Bene, riceverai dei documenti d’identità, ti ricordi che Giusy &egrave morta? ora tu sei Irene, dovrai imparare a parlare, leggere e scrivere il greco, perché ora sei greca, dovrai tingerti i capelli di nero, così con un trucco appropriato sarai diversa, tanto i tuoi vecchi clienti, anche se ti incontrassero e ti riconoscessero, si guarderebbero bene di andarlo a raccontare, e se per caso uno di loro si facesse strane idee sul tuo conto, saprei come fargliela passare, chiaro? come ti chiami?’
Giusy annuisce ‘Sì padrona &egrave tutto chiaro … mi chiamo Irene.’
‘Bene vedo che sei ragionevole, sei libera i muoverti nella casa e nel parco come vuoi, ma non puoi uscire finché non parli correntemente il greco, per il momento dividerai il tuo tempo fra lo studio ed il nostro servizio, se ti comporti bene non avrai da lamentarti, in caso contrario un viaggio in Turchia sarà la tua sorte.’
Vasilissa si volta verso di me ‘Vuoi aggiungere qualcosa amore?’
‘No tesoro, mi sembra che hai detto tutto.’
‘Molto bene, andiamo al bagno turco … vieni anche tu Irene, devi rimanere in forma, bagno turco e palestra tutti i giorni, la parrucchiera e la massaggiatrice tutte le settimane, l’estetista una volta al mese, cosa vuoi di più?’ mi prende la mano e ci allontaniamo ridendo, Giusy ci segue in silenzio.
La piscina, con l’annesso bagno turco, si trova al piano inferiore, entriamo, Vasilissa chiude la porta alle nostre spalle, siamo soli, si denuda, lancia uno sguardo ironico a Giusy
‘Irene credi di andare nel bagno turco vestita, sù spogliati.’
Siamo lì seduti su panche di marmo immersi nel vapore, sudiamo in un modo incredibile, conoscevo la sauna ma questo &egrave peggio, sono in mezzo a Vasilissa e Giusy, tutte e due mi si stringono addosso e questo non manca di causarmi una reazione fisica.
Vasilissa sorride ‘Povero amore mio, hai voglia i fare l’amore tesoro? siamo noi che ti facciamo quell’effetto? hai visto Irene .. forza succhialo un po’ .. che lo voglio sentire bello duro dentro la figa … se fai le cose bene sarai ricompensata.’
Giusy non si fa pregare, si inginocchia fra le mie cosce, con una mano mi stringe le palle, con l’altra mi accarezza il cazzo piano, dalla base fino al glande che lecca e avvolge nella lingua … lo prende in bocca stringendolo fra le labbra … lo ingoia muove la testa avanti ed indietro facendo scivolare le labbra lungo l’asta … se continua così non resisterò a lungo … ansimo …
Vasilissa prende Giusy per i capell e le tira la testa indietro ‘Basta puttana … non vorrei per caso la sua crema?’
Mi sdraio sulla la panca attiro Vasilissa sopra o me, inginocchiata col culo per aria, glielo metto dentro ed inizio a spingere .. le metto le mani sulle natiche e gliele allargo .. chiamo Giusy ‘Mettiti dietro la tua padrona … leccale la figa e anche il buco del culo mentre io la scopo.
Sotto la lingua di Giusy sento Vasilissa irrigidirsi … inizia ad ansimare … si lamenta … geme … mugola …
‘Ohhhh … sìììì … lecca troia … sì così … continua … non fermarti sai … ohhh amore .. cosa mi fate … mi fate morire di piacere ahhh … che belloooo … sto godendooo …’
Spingo sempre più forte, sento la lingua di Giusy che quando lecca la figa di Vasilissa mi passa sulle palle e cerca il cazzo che entra ed esce … ho il fiato corto …
Vasilissa non resiste più … viene travolta dall’orgasmo ed urla ‘VENGOOOOOO !!!!’ si lascia cadere sul fianco liberandomi il cazzo che sparisce nella bocca di Giusy che lo svuota ingoiando tutto
Vasilissa guarda Giusy ‘Sei stata brava per ricompensa ti batteremo la figa … mettiti in posizione.’
E Giusy, ancora prima che Vasilissa abbia finito di parlare &egrave già pronta a farsi battere la figa.
Ci alterniamo uno schiaffo io, uno schiaffo Vasilissa e Giusy grida di dolore e di piacere fino a raggiungere l’orgasmo.
‘Ahhh … sì vengooooo!’

per commenti brubu@yahoo.it Da quando siamo tornati a Rodi sono già tornato in Italia un paio di volte per andare a trovare i miei ragazzi, ed anche passare in azienda per partecipare ad un Consiglio di amministrazione, affidando in quelle occasioni Giusy o Irene come oramai tutti la chiamano alle cure di Vasilissa.
Ne ho approfittato per procurarmi i documenti necessari per sposarmi con Vasilissa, facenoli anche tradurre in lingua greca.
Devo riconoscere che Giusy/Irene si impegna nello studio della lingua greca, Vasilissa le ha procurato un insegnante che parla un buon italiano, in poco tempo si &egrave già resa autonoma per quanto riguarda le cose elementare, in questo la ritrovo, deve sempre essere la prima in tutto, e mi meraviglio di constatare che Vasilissa riesca facilmente a tenerla a freni.
In fine dei conti, conduce una vita abbastanza facile, studia, frequenta la palestra ed il bagno turco assieme a Vasilissa, ed usufruisce dei servizi della parrucchiera, della massaggiatrice e dell’estetista, come una Signora della buona borghesia, l’unica sua limitazione consiste nel divieto di indossare biancheria intima e di presentarsi nuda in nostra presenza se siamo soli, ma sono cose che non le danno il minimo fastidio.
Si adegua di buon grado alla sua situazione, anche perché tante volte Vasilissa la coccola e la colma di piccole attenzioni, quando faccio notare a quest’ultima che così facendo finirà con incoraggiarla a sentirsi autorizzata a comportarsi da padrona, io la conosco bene e so quello che dico, ma l’unica risposta che ottengo &egrave che vuole vedere fino dove avrà la sfacciataggine di spingersi, temo che quando lo scoprirà si pentirà di non avermi ascoltato.
Georgos riusciva a dominarla col ricatto di rivalersi su di me e su i ragazzi, in caso i ribellione, così come io la tengo sotto la minaccia di rivelare al mondo intero che razza di troia &egrave, ma sono certo che presto o tardi ci proverà, per questo la chiamo e le faccio un discorso chiaro in presenza di Vasilissa.
‘Ascoltami bene, ho saputo che fai buoni progressi nello studio della lingua greca, &egrave tutto a vantaggio tuo, perché ti darà una maggiore libertà d’azione, Vasilissa ed io abbiamo deciso che quando sarai pronta, diventerai ufficialmente la sua segretaria privata, così nessuno si farà domande sulla tua presenza, e dovrai comportarti come tale, però ricordati che sei e rimani la nostra schiava … la nostra puttana privata … ti &egrave chiara la situazione?’
Mi guarda e nei suoi occhi vedo un lampo di sfida … annuisce con un sorriso ambiguo ‘Certo SIGNORE … ho capito molto bene .. desiderate utilizzare tutte le mie competenze.’
Mi verrebbe a schiaffeggiarla, ma mi trattengo perché &egrave presente una cameriera che ci porta delle bibite.
‘Non fare l’insolente con me troia! ti punirò per questo.’
Lei mi sfida con lo sguardo, appena esce la cameriera, si alza, mi viene vicino, solleva l’orlo della minigonna mostrandomi la figa ed allargando le cosce ‘Sono pronta padrone, puniscimi.’
‘No ti piace troppo quel tipo di punizione, per te &egrave una ricompensa, ho in mente un altra cosa che ti piacerà molto meno … ora abbassa la gonna e siediti.’
Lei &egrave delusa, glielo leggo in faccia se siede e aspetta … ed io riprendo ‘Questa sera verrai in salotto a noi e subirai la punizione che ti meriti per la tua insolenza, non temere non ti batterò ne ti frusterò … ti ricordi quello che ti dissi una volta … se devo vivere con una puttana almeno che sia una bella puttana .. quindi ci teniamo al tuo aspetto … adesso vai che vogliamo stare soli.’
Si alza, si inchina in un saluto … chissà quanto le costa orgogliosa come &egrave? … ed esce moggia e probabilmente incazzata.
Vasilissa mi fissa curiosa ‘Cosa ha inventato la tua mente perversa … che nuova tortura hai immaginato?’
‘Tesoro mio … niente di cruente .. cose più sottili … vedi amore credo che inizi a conoscerla … lei ha un carattere forte … non la piegherai picchiandola … ma umiliandola la farai soffrire ed a furia di umiliarla forse … nota dico forse … si ammorbidirà.’
E’ scesa la notte … la servitù si &egrave ritirata … siamo soli … dopo la doccia indossiamo solo i nostri accappatoi .. siamo seduti sul divano … Giusy-Irene &egrave nuda seduta sul tappeto appoggia la guancia ed un braccio sulla coscia di Vasilissa, la quale con fare distratto le accarezza la testa, quasi fosse un animaletto domestico.
Mi alzo ed introduco un dvd nel lettore … premo il tasto di avvio ‘Guarda puttana … l’inizio della tua carriera di zoccola.’
Le prime immagini appaiono sullo schermo … mostrano Giusy uscire sulla terrazza del bungalow … &egrave nuda sotto una leggera vestaglia che non nasconde niente … si sta asciugando qualche lacrime … e ecco che giunge un uomo … &egrave colui che in discoteca le ha palpato il culo ed anche la figa -… la raggiunge … le parla .. l’abbraccia attirandola a sé .. le parla all’orecchio .. la bacia sulla guancia .. poi sulle labbra … le infila la lingua in bocca e lei lo accoglie … le apre la vestaglietta … le accarezza le tette … la figa .. il culo .. la fa sdraiare sul suolo .. le apre le gambe e glielo mette dentro … lei corrisponde .. gli cinge i fianchi con le gambe … gli mette le braccia al collo e solleva il bacino per sentirlo meglio …e gode fino a raggiungere l’orgasmo.
‘Allora puttana .. ti piace ricordare .. guarda bene … ecco cosa sei, una vacca ma non hai ancora raggiunto il massimo … vediamo il giorno dopo.’
Si vede Giusy uscire ..,. &egrave nuda .. l’uomo la raggiunge e si ripete più o meno la scena del giorno precedente .. però dopo l’orgasmo lui le fa indossare una microgonna che non le copre bene le chiappe e la figa … un top minuscolo che non riesce neanche a nascondere bene le tette … un paio di sandali con alte zeppe .. per un attimo lo schermo si oscura poi torna l’immagine mostra un viale alberato … diverse prostitute sono allineate lungo il marciapiede … arrivano lui accompagnato da lei .. la fa fermare e quando si ferma una macchina .. vedendo forse un momento di esitazione la spinge dentro l’automobile .. passa forse 15 o 20 minuti e la macchina torna per riportarla al suo posto … subito se ne ferma un altra e questa volta lei sale senza bisogno di incoraggiamento…. va avanti così per un paio d’ore … dopo di che tornano al bungalow per un ultima scopata prima di separarsi.
Le stesse immagini vengono riproposte nei due giorni successivi e possiamo ammirare la ragioniera Giusy prostituirsi tranquillamente come la più troia delle puttane.
‘Hai visto cosa sei … niente altro che una puttana … una vacca … e ti permetti anche di fare dello spirito … lo sai vero di essere una troia … una puttana … e se non ti comporti bene .. vado a raccontare ai tuoi genitori che razza di vacca sei, con tanto di foto della ‘bella Giusy senza peri’ e di dvd … hai capito puttana? allora dici cosa sei!’
Lei abbassa il viso rossa dalla vergogna ‘Sono una puttana … sono una troia … &egrave vero ma ti prego non dirlo ai miei genitori .. non hanno colpa .. non essere crudele con loro.’
Ghigno ‘La loro tranquillità &egrave nelle tue mani .. non dimenticarlo troia, ora fuori ei piedi, per questa sera ti ho vista abbastanza.’
Vasilissa rimane senza parole dopo aver visto quelle immagini sapeva della loro esistenza ma non credeva che fossero così crude e realiste.
‘Amore come hai fatto a volerla indietro, molti uomini l’avrebbero sgozzata per quello che ha fatto.’
‘Tesoro deve espiare, morire dura un istante e aspettare la morte può essere terribile, ma vivere per anni e sentirselo rinfacciare &egrave peggio … ti distrugge.’
Mi alzo dal divano le tendo la mano … lei me la prende … andiamo nella camera da letto … togliendoci gli accappatoi.

per commenti brubu@yahoo.it Per alcuni giorni, faccio rivedere a Giusy le immagini delle sue porcate, lei cerca di non darlo da vedere, ma io so che se potesse distruggere quei dvd, e dimenticare quel passato lo farebbe ben volentieri.
Fa di tutto per cambiare, oramai con Vasilissa parla esclusivamente il greco, se la chiamo Giusy non mi risponde, mi dà retta solo se la chiamo Irene.
Si &egrave fatta tagliare la sua bella chioma bionda, della quale andava fiera, per sostituirla con una parrucca nera e riccioluta, e si &egrave fatto infoltire le sopracciglia, per il trucco usa un fondo tinta abbronzante e sulle labbra stende solo un lucida labbra neutro, rimane comunque sempre una bella donna. e quando, con il permesso di Vasilissa esce di casa, attira l’attenzione degli uomini.
E’ andata in cimitero a visitare la ‘sua’ tomba, &egrave tornata sconvolta e per un paio di giorni non &egrave più uscita, &egrave rimasta chiusa in casa con una faccia, &egrave proprio il caso di dirlo, da funerale.
Sono appena uscito dalla doccia, mi sto ancora asciugando, ed ecco che mi si presenta davanti nuda, si inginocchia ed aspetta che le dia il permesso di rivolgermi la parola, mi domando cosa avrà in mente, perché proprio oggi? sospetto che sia per il fatto che Vasilissa &egrave andata via presto questa mattina per badare ai suoi affari.
La guardo perplesso ‘Cosa vuoi? … parla!’ intanto continuo a asciugarmi.
Lei fa un profondo respiro ed inizia il suo discorso ‘Padrone se ti ricordi, tempo fa mi avevi offerto la libertà in cambio del divorzio, ed io ho rifiutato perché non voglio lasciarti, lo so che non mi vuoi più e che mi disprezzi, ma io voglio vivere con te, ora però sarei disposta a divorziare, così si metterebbe fine a questa assurda situazione della mia finta morte, e sarai libero di sposarti senza timore di sorpresa, voglio solo una cosa, la tua promessa di non cacciarmi via, per il resto sarò sottomessa e farò qualsiasi cosa mi ordinerai di fare.’
Rimango senza parola, dalla sorpresa abbasso le mani, non so cosa dire, lei si accorge del mio disorientamento, si alza e mi viene vicino, come sempre si azzarda a rischiare, mi mette le braccia al collo, le sue labbra vicine alle mie e riprende a parlare ‘Ti prego … non dirmi di no, sono pentita di quello che ho fatto, so che non merito il tuo perdono, l’ho fatta troppo grossa, ma non negarmi la tua pietà.’
Mi si stringe contro, non sono di legno, e sentire il suo corpo premuto su di me, risveglia il mio desiderio e lei tentatrice, prima mi bacia con passione poi mi mormora all’orecchio ‘Prendimi sono tua … ti voglio Gino … ed anche tu mi vuoi … non aspettare ti prego.’
E io la stringo a me ricambio i suoi baci, l’accarezzo e le metto la mano fra le cosce … &egrave bagnata … la sua fonte sgorga … il dito medio scivola fra le grandi labbra … titilla il clito .. stuzzica le piccole labbra prima di penetrare nella figa allagata, lei si impossessa del mio cazzo … mi fa togliere il dito dalla figa e ci guida il cazzo … si muove lentamente … tiene gli occhi chiusi … geme ed ansima sotto le mie spinte.
Non ci mettiamo molto a raggiungere l’orgasmo che ci travolge improvvisamente .. lasciandoci senza fiato.
Lei si stacca a me ‘Amore me lo prometti? non mi manderai via.’
Ancora frastornato per l’accaduto mi lascio andare a promettere ‘Si te lo prometto … ma ora basta … ‘
E’ tornata Vasilissa e appena possiamo parlare tranquillamente le racconto cosa &egrave successo, lei scuote il capo… mi da un leggero schiaffo in viso ‘Sei un porco, dici di amarmi ma appena volto le spalle te la scopi … non penso che ti lascerò ancora solo con lei, beh diamoci daffare per resuscitarla.’
Ed &egrave così che tutto si mette in moto, grazie alle conoscenze di Vasilissa, in poco tempo, Giusy viene riportata alla vita, ricomincia tutta la trafila, tribunale, consolato, ambasciata e per finire il municipio in Italia ed io provvedo a fare rimuovere la lapide con la foto di Giusy, sostituendola con una lapide anonima.
Anche il divorzio &egrave una cosa veloce, il mio avvocato produce le prove a carico di Giusy, ottiene così la sua decadenza dalla podestà genitoriale, lei rinuncia all’assegno di mantenimento, ed il divorzio viene concesso.
Tutti si aspettavano di vederla ricomparire, invece lei non si fa vedere, con grande dispiacere dei suoi genitori che non capiscono i motivi del divorzio.
Ora nella grande casa di Rodi fervono i preparativi per il matrimonio, la cosa strana &egrave che una delle persone più impegnata &egrave proprio Giusy, comunque lei non ha cambiato il suo nuovo look e neanche le sue abitudini, non indossa più biancheria intima e quando rimaniamo soli, si presenta nuda per sdraiarsi ai nostri piedi e farsi massaggiare la figa, però adesso fa queste cose spontaneamente, senza aspettare i nostri ordini per farlo.
Visto che &egrave una sua scelta, si sottomette senza problemi, e per dimostrare di aver cambiato completamente vita, si esprime solo in greco … a tutti gli effetti &egrave diventata Irene, al punto che una sera, per sbaglio era stato inserito nel lettore uno di quei famosi dvd, ha esclamato in greco ‘Santo cielo! chi &egrave quella vacca?’
Non me la sono sentito di dirle ‘Quella sei tu!’
Un matrimonio greco &egrave un impresa, i festeggiami durano per giorni, fino a quando gli invitati, che vengono anche a altre isole, stanchi di ballare .. di bere e di mangiare si decidono ad andare via.
Per l’occasione ho fatto venire i miei genitori ed i miei figli, nessuno ha riconosciuto Giusy, tanto che i ragazzi mi hanno chiesto ‘Chi &egrave quella gentile signora che si occupa di noi?’ ho detto che &egrave la segretaria di mia moglie.
Il vecchio pope, amico di Vasilissa, ci ha uniti in matrimonio, con una cerimonia fastosa come tutti i riti ortodossi, Irene ha pianto ed &egrave uscita dalla chiesa, non sappiamo dove sia andata perché non &egrave tornata a casa fino a quando l’ultimo degli invitati non se ne sia andato via, non ce la siamo sentiti di punirla, anche perché avevamo voglia i stare soli.
La vita ha ripreso il suo corso, Vasilissa e io non ci separiamo mai, quando per curare i miei affari torno in Italia, lei mi segue, siamo sempre accompagnati da una signora greca che non ci lascia mai.
Spesso, i miei genitori e i miei figli vengono a Rodi, Irene si prende cura dei ragazzi, li accompagna in giro oppure in spiaggia.
Per il momento le cose vanno bene, ma con Irene, ci si può sempre aspettare qualche sorpresa, perché ha sì cambiato nome, ma il carattere &egrave sempre quello, chissà cosa succederà in futuro.

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