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High Utility – Episodio 45

High Utility

Episodio 45

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Flavia si scoprì piuttosto spaesata nel ritrovarsi il sabato sera senza la compagnia di Alena mentre camminava lungo le vie deserte di Caregan, con le falene che sbattevano contro i lampioni accesi come unica compagnia, oltre alle macchine che sfrecciavano sulla strada. Erano ormai dei mesi che lo trascorrevano insieme e, per quanto alla ragazza passarlo prima a vedere qualche noioso film d’amore o qualche commedia e poi a mangiare la solita piadina non sembrava il modo migliore per sfruttarlo, trascorrerlo a casa con sua madre era ben meno attraente. Quella sera, però, andava così, visto che Jago aveva davvero tenuto fede alla promessa che aveva fatto alla traditrice durante l’orgasmo provocato da un pompino, e adesso erano in un resort di montagna consigliato dalla solita influencer del cavolo. Per lo meno, Alena non le aveva mandato qualche messaggio con scritto “manchi solo tu” con la foto del luogo (o magari loro due che scopavano) come presa in giro.
– La prossima volta ci provo anch’io a farmi portare al mare o in qualche posto un po’ divertente, alla facciaccia tua, troia! – esclamò, piccata, quando il telefonino le squillò in tasca.
La ragazza sbuffò, pronta a scommettere che era Sam che le confessava che aveva cambiato idea, e che al posto della capricciosa voleva un’altra pizza. – Peccato che ci vogliano solo dieci minuti a piedi per raggiungere la pizzeria, o almeno avrebbe il tempo per chiamare almeno una dozzina di volte per prenderne una differente.
Quando però vide la chiamante, Flavia rimase sorpresa. Sbattè un paio di volte gli occhi ritornando a leggere il nome sullo schermo, chiedendosi perché non avesse bloccato quel numero di telefono. Lanciò anche un’occhiata al minuscolo Jigglypuff che dondolava all’estremità dello smartphone come a chiedere un consiglio su come comportarsi, e le sembrò che annuisse, quasi curioso quanto lei di scoprire cosa volesse Giada.
– Ok – le rispose Flavia, accettando l’invito del piccolo Pokemon di plastica e portandosi l’apparecchio all’orecchio.
– Mi sa che hai sbagliato numero… – disse con durezza, come saluto. “…stupida stronza” riuscì a inghiottirlo un attimo prima che le sfuggisse dalle labbra.
La voce che uscì dal minuscolo altoparlante, però, non aveva la solita superbia. Anzi, a Flavia sembrò che avesse un accenno di quella rochezza tipica di qualcuno che ha appena pianto.
– Flavia… – rispose Giada, – ho bisogno di aiuto. Non so a chi altro chiederlo.
Nonostante detestasse quella stronza con le tette troppo grosse da tempo, quel tono di dolore quasi scalfì completamente l’odio che la rossa provava verso di lei. Dovette sforzarsi di non cedere e chiederle come potesse aiutarla in un modo troppo dolce. Si fermò, ormai incuriosita, la decisione di chiudere in faccia a Giada la telefonata dopo averla mandata a cagare completamente scomparsa della sua mente. – E che cosa vuoi?
No, si corresse, quando sentì Giada tirare su con il naso: non aveva smesso di piangere da poco, lo stava ancora facendo. – Luca… con Luca non sta andando come speravo…
“Oh, dai? Vuoi dire che un paio di tette grosse non nascondono un carattere di merda? Non l’avrei mai creduto”, pensò soddisfatta Flavia. Per un istante si vergognò di aver avuto quel pensiero, ma poi ricordò cosa le aveva fatto Giada, praticamente causando la rottura del suo fidanzamento con Luca, facendola finire di nuovo nel vortice delle orge, e distruggendo poi l’amicizia di Luca con Alessio, e il senso di colpa scomparve. – Ma, cara mia, non avevi notato che Luca ha… gusti particolari – disse, lasciando che l’altra intendesse quello che voleva.
L’altra intese qualcosa in particolare. – Lui vuole scoparmi come una troia! I suoi gusti sono uno schifo! Non voglio essere scopata a novanta come… – Giada s’interruppe all’improvviso.
– …come me? – ribatté Flavia, cogliendo al volo l’occasione e mettendo, involontariamente e, comunque, ben accetta, una buona dose di soddisfazione nella voce. – A lui piace prima dare piacere ad una donna, preoccuparsi per lei, renderla felice, – spiegò, – poi adora possederla come se fosse la sua schiava, sottometterla, usare il suo corpo per il suo orgasmo… – Si fermò un momento, assaporando con ingordigia il senso di eccitazione che sorse nel suo inguine al ricordo di Luca che la possedeva selvaggiamente, poi aggiunse: – È una cosa che amo, era il mio momento preferito quando Luca mi trattava come la sua troia. Impazzivo nel sentirlo godere!
– No! No! No! – piagnucolò Giada a quelle parole. – Siete state voi due a renderlo così! Lui è un bravo ragazzo, che deve fare l’amore con dolcezza e amarmi!
“Mettermi su un piedistallo e incensarmi come se fossi divina” la corresse mentalmente Flavia, pensando a come trattava Alessio quando ancora si frequentavano tutti e quattro. Trattenne una risata ricordando come, in realtà, Alessio fosse indifferente alle pretese di Giada. – Io e mia madre non abbiamo cambiato nulla in Luca. Semplicemente, lui è così, e il suo amore per il sesso rude non era mai venuto alla luce. Se adesso lo fa, è perché è nella sua natura.
– Ma a me non va bene!
– E allora cercatene un altro. Non mi sembra tu abbia problemi per quanto riguarda almeno l’aspetto fisico.
Ci fu un istante di silenzio dall’altra parte della linea. – No, io voglio Luca – decretò, infine, Giada.
– E allora, – ribatté Flavia, soddisfatta della possibilità di prendere in giro la bionda, – devi essere tu a cambiare, visto che Luca non scenderà a compromessi.
Un altro istante di silenzio, ma questa volta, quando la voce uscì dal telefono, fu ben più indignata di prima. – No! Non ci penso nemmeno!
Flavia se lo stava godendo. Nessun sabato sera con Alena era stato anche solo lontanamente così divertente. – Oh, ma sono certa che se facessimo una terapia d’urto…
– Che cazzo stai dicendo? – gridò l’altra. La rossa fu felice che non ci fosse nessuno lungo il marciapiede.
– Se tu venissi con me ad un paio di orge… – spiegò Flavia, fermandosi prima di mettersi a ridere, mordendosi la lingua.
– Cosa… cosa?
– Sì, sai… ti sarebbe utile farti fottere in ogni buco da quattro uomini contemporaneamente, che ti passano l’uno all’altro, che prima ti scopano il culo e poi ti sborrano in faccia, che…
Le urla di Giada furono talmente forti che Flavia si immaginò l’altoparlante del suo Alcatel iniziare a fumare e poi saltare fuori dal telefonino attaccato ad una molla. – Vaffanculo, troia! Vaffanculo! Vaffan…
Incapace di trattenere le risate, la rossa chiuse la chiamata. – Sei sempre stata ripetitiva, gioia – disse, rimettendosi il telefono nella tasca. – Peccato che adesso sono eccitata per davvero e non mi dispiacerebbe affatto avere qui Luca che mi spinge contro un muro e mi prende da dietro – aggiunse, sbuffando, sconsolata.

Continua…

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