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OrgiaRacconti di Dominazionesenza censura

High Utility – Episodio 51

By 29 Dicembre 20243 Comments

High Utility

Episodio 51

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Giada aveva un motorino, ma non lo usava praticamente mai, principalmente a causa dell’obbligo del casco che, lamentava, rovinava i suoi capelli e la loro acconciatura. In effetti, su consiglio di suo fratello Michele, dopo che la batteria si era scaricata un paio di volte per l’inattività, lo usava una volta alla settimana perché restasse funzionante e non dovesse ricaricarla, attività che odiava comunque più di usare il mezzo, e per raggiungere il luogo indicato da Flavia si era trovata costretta a tirarlo fuori dal garage dopo solo tre giorni dall’occasione precedente.
Non era sicura di essere nel punto giusto, anche perché non poteva controllare su Google Maps mentre era in sella, e guidare lungo la Statale le atterriva oltre ogni immaginazione, con tutte quelle auto che passavano, superandola, a poca distanza da lei. Non fosse stato per il fatto che rischiava di perdere Luca e che aveva pagato Sofia per averlo con un NFT, secondo la sua amica Tina, il cui progetto aveva raggiunto un floor price di quasi cinque mila euro, non avrebbe mai fatto quel viaggio. Si sentiva ridicola su quello scooter minuscolo in mezzo al traffico e sconvolta per il fatto che il suo amato ragazzo volesse lasciarla, quando scorse finalmente il bar “Il Griso” alla sua sinistra e, poco oltre, quattro capannoni fatiscenti: si portò al centro della carreggiata e, nel momento in cui si presentò finalmente un varco nella processione infinita di mezzi che sfrecciavano come folli, imboccò la strada laterale.
Il passaggio dall’asfalto rovinato della Statale a quello che riusciva nell’impresa di essere addirittura peggiore ebbe l’effetto di riportarla alla realtà, scuotendola dai pensieri che le avevano assediato la mente da quando aveva fatto girare la chiave nell’accensione dello scooter. Solo in quel momento parve rendersi conto di cosa aveva deciso di fare, ed un moto di sconcerto e di paura strinse le sue viscere quando si accorse che recarsi ad un’orgia per accettare di essere scopata come una zoccola priva di dignità le sembrava, dopotutto, una soluzione accettabile per restare con Luca e soddisfare la sua perversione sessuale. L’improvvisa consapevolezza che stava per fare qualcosa che avrebbe segnato la sua vita, come la conclusione di una fase per cominciarne una completamente ignota, al pari di tappe dell’esistenza come gli esami di maturità, il matrimonio o la nascita di un figlio, la colpì ancora più duramente della grossa buca dove si infilò la ruota del motorino, scuotendolo tutto e costringendo Giada a prendere maggiore controllo del volante per non cadere.
Oltre uno dei capannoni, Flavia era in piedi ad attenderla. Quando la vide, le fece segno con una mano di dirigersi verso un parcheggio che non appariva messo meglio della strada laterale che aveva imboccato. Tra due edifici industriali che avevano evidente bisogno di una manutenzione intensiva, o un più dignitoso abbattimento al suolo, anneriti in diversi punti dalle intemperie e con innumerevoli vetri rotti, circondati da tratti verdi che dovevano essere prati o giardini per abbellire la zona ora ridotti a squallidi ricettacoli di piante asfittiche e steli di alte erbe ingiallite, sostavano una macchina elettrica tirata a lucido, una di seconda mano ed un paio di moto. Giada si fermò, appoggiando un piede a terra, confusa, quasi spaventata a quella vista che aveva un che di post apocalittico, come quelle stupide pellicole con la gente vestita di stracci e oggetti rotti, che si ammazza per una tanica di benzina; osservò il parcheggio, come a cercare un percorso che le permettesse di raggiungere un posto dove lasciare il suo mezzo, ridicolo rispetto a quelli che sembravano aspettarlo, che le permettesse di non perdere la propria dignità anzitempo passando sopra qualche buca o crepa.
La rossa, che l’aveva raggiunta, sembrava quasi incapace di nascondere la propria impazienza quando le disse che poteva lasciare anche lì il suo scooter. – Tanto non arriva nessuno. – Quelle parole fece correre un brivido lungo la schiena di Giada, nemmeno fossero un anatema.
– Forza, – continuò Flavia, mentre Giada spegneva il motore e metteva il motorino sui cavalletti, – non perdiamo tempo.
La bionda si sfilò il casco, sentendo i capelli che lottavano per riprendere la vaporosità che l’ora passata il giorno prima dalla parrucchiera aveva conferito loro. – Datti una calmata, – rispose, tenendo in mano il casco, una nota di incertezza nella sua voce.
– Più ci pensi, – ribatté l’altra, – più ti senti insicura la prima volta. Ci sono passata anch’io, e posso assicurarti che mi ha richiesto una grande forza di volontà varcare quella – confidò, indicando una porta nera, nel muro del capannone più vicino, che sembrava fuori squadra.
La boccia rosa era ancora tra le mani di Giada mentre fissava il rettangolo color antracite, poi spostò il suo sguardo su Flavia. La rossa vi lesse tutta l’incertezza della ragazza.
– Vuoi stare con Luca? – domandò Flavia con il tono di voce di chi stesse ripetendo lo stesso concetto per la centesima volta.
I capelli biondi di Giada si mossero un po’ quando lei annuì dopo qualche istante.
La rossa si indicò. – Credi che Luca stesse con me per le tette che non ho, o per il culo che è allo stesso livello? Voglio dire, tu Giada sei un pezzo di figa galattico, e lui vuole lasciarti: hai pensato che, magari, non gliene fotte un cazzo della bellezza ma gli importa della troiaggine della sua ragazza?
Le sopracciglia di Giada si sollevarono appena, indicando involontariamente di non comprendere completamente il discorso della rossa, la quale sospirò come se fosse stata di fronte ad una stupida. – Giada… Lui stava con me perché gli permettevo di fare tutte le sue cose perverse, non per altro. E io lo lasciavo perché… beh, immagino che ti faccia venire un paio di volte a scopata.
Di nuovo, Giada annuì.
– Il punto è questo: – continuò Flavia, infervorandosi, – Luca vuole sbatterti come un tappeto, ma al contempo è un amante fantastico, o sbaglio? Con la lingua e le dita ti fa godere come nemmeno potresti sognarti, ma per avere questo devi lasciare che ti scopi come vuole lui. E ti assicuro: ho fatto sesso con decine di uomini, e nessuno è anche solo lontanamente paragonabile a lui. – La bionda annuì, il casco dimenticato tra le dita. – Io sono ancora innamorata di lui, e giuro che mi pento in ogni attimo, ma non posso tornare da lui… – ammise la rossa, la voce che si increspava nel rammarico e lo sguardo che fuggiva da quello della bionda per diversi secondi, fissando una crepa nell’asfalto che non vedeva. Sembrò fare uno sforzo non indifferente per riprendere a parlare, l’accento corrotto dal dolore: – Lo sai che ti odio, Giada. Ma voglio che Luca sia felice e so che con te può esserlo, ed è per questo che ti aiuto e che ho chiesto ai miei amanti di abbandonare quanto stavano facendo per aiutarti a superare il blocco che ti impedisce di essere l’amante perfetta per il ragazzo che amiamo: quindi, non buttiamo altro tempo ed entriamo – concluse, più risoluta.
La bionda rimase ferma, senza riuscire a spiccare una sola parola, il casco sempre in mano. Fissava Flavia, ma un muro di sensazioni contrastanti coprivano la vista della ragazza. Fu solo quando la rossa le strappò letteralmente dalle dita la mezza sfera, gridandole: – Vuoi farti fottere da Luca o vuoi che se ne cerchi un’altra? – che quasi riprese contatto con la realtà. Dopo che Flavia appese il casco al manubrio del motorino e la afferrò per un braccio, facendola avanzare verso la porta incassata in quel muro coperto da edera secca, si riscosse.
– Sì, lo voglio – disse con un filo di voce, per poi ripetere con un tono più alto: – Sì, voglio stare con Luca!
Il cuore aveva preso a battere sempre più violentemente man mano che la distanza da quel quadrato quasi nero si accorciava, lo sentiva rimbombarle nelle orecchie quando Flavia lo aprì, parve stordirla quando venne letteralmente gettata nel capannone buio e polveroso, un fascio di luce che cadeva obliquo in fondo all’edificio. Sembrò fermarsi quando la vista si adattò alla semi oscurità: un luogo devastato, sporco, lercio, disgustoso, con una colonna crollata, voragini nel tetto, ragnatele, mucchi di sporcizia e polvere che vagava nell’aria. Quattro uomini eccitati, nudi, davanti a lei, i loro cazzi in erezione che stavano menando in attesa, la velocità che aumentava alla vista della nuova venuta.
Giada sobbalzò quando avvertì una mano calare sulla sua spalla destra. Sentì la voce di Flavia sibilarle nell’orecchio: – Non dire nulla, non fare nulla, lascia che facciano tutto loro. E tutto questo per essere amata da Luca, ricordalo – aggiunse, e prima che la bionda potesse anche solo aprire bocca, lei la spinse in avanti con forza. – Vai!
Giada fece qualche passo avanti, cercando di rimanere in piedi, inciampò nel telone cellophanato e cadde. Ma la sua caduta si fermò dopo un solo istante, il viso contro il petto nudo e muscoloso di uno dei quattro. Confusa, spaventata, stranita, sollevò il capo per vedere il volto allungato la cui espressione era qualcosa che solo una bestia avrebbe potuto esprimere, gli occhi neri che sembravano avere le forza di sottometterla con il loro solo sguardo.
– Che bel pezzo di puttanella – pronunciò con una voce profonda, intimidatoria, quasi fosse una sorta di formula con cui cominciare un sacrificio umano.
La ragazza sentì cederle le gambe, quasi pregando di svenire, cadere a terra e disgustare quel maschio enorme e possente, ma tre paia di mani l’avevano ormai afferrata per trascinarla al suo destino, che improvvisamente aveva cominciato a profilarsi fulgido di ovvietà, nell’odore di eccitazione che aveva pesantemente coperto anche quello di putridume e polvere che opprimeva quell’inferno senza fiamme.

Continua…

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3 Comments

  • Rebis Rebis ha detto:

    Eccoci qui! Esattamente come speravo, anzi anche meglio! Ottima idea quella d’interrompere in quel momento la narrazione!
    Davvero, molto bello. Mi piace come hai descritto il turbinio di sentimenti in Giada ed è sicuramente eccitante ciò che accadrà a seguire. Ma immagino che prima la narrazione si sposterà su Luca, su Alessio o magari su Flavia.
    Giustamente, aggiungerei. È un modo per aumentare la tensione, suscitare interesse nel lettore e mantenerlo vivo.
    Ancora, i miei più vivi complimenti per una narrazione davvero magnifica!

    • Grazie mille, Rebis. Era mia intenzione creare un netto contrasto tra quanto succede tra Luca e Olivia, più dolce e sentimentale, il quale scopre che l’amore non è solo martellare nel corpo di una bella figa ma soprattutto un’unione di anime e una somiglianza di valori, e quello più violento e maligno di Flavia che si vendica per tutto quello che Giada ha fatto a lei e ai suoi due amici (dopotutto il lettore se lo aspetta, più o meno coscientemente, da almeno una trentina di capitoli che la cosa sarebbe finita così, mica posso deluderlo) così da aumentare l’effetto delle due scene. E, comunque, Flavia non ha ancora finito con Giada…

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