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Racconti di Dominazione

il dungeon – la mattina

By 10 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono arrabbiata, decisamente arrabbiata. Le ossa rotte, la testa piena di immagini di ieri. Stupida, sei una stupida. Un leggero bussare alla porta.
‘Entra’ dura.
‘Signora’.’ Gli muoiono le parole in bocca. Il suo sguardo mi fa immaginare il mio stato. Slaccio il collare rabbiosa ‘Smettila di guardarmi!’ glielo lancio addosso ‘ E’ pronto l’idromassaggio?’.
Lo sguardo basso mi porge la vestaglia di seta ‘Si signora..’
Gliela strappo dalle mani e me la metto addosso senza allacciarla. Devo assolutamente avere uno specchio. Esco dalla stanza verso quello del corridoio. Lo spettacolo &egrave orribile’
Le chiazze secche di sperma, le labbra tagliate e il sangue rappreso. Abbasso lo sguardo. Sul seno lividi neri, ricordo di mani violente. Mi giro di spalle e faccio scendere la vestaglia. Righe rosse e pelle lacerata. Rabbia’ Vaffanculo’
Riccardo &egrave a fianco a me con una ciotola di acqua calda e dei panni umidi.
Lo fisso negli occhi e faccio saltare tutto.
‘Togliti dai piedi e mandami quello nuovo’ Come si chiama?’
‘Luca..’ sussurri ‘Ma Padrona’.’
Uno schiaffo. ‘Non discutere! Mandami Luca subito e pulisci questo schifo e la stanza bianca’ MI giro e lo lascio in ginocchio ad asciugare. ‘Luca entro 5 minuti o la paghi tu.’
Mi fermo nella stanza dei giochi. Prendo un flogger e un frustino. Bastardo’. Ho voglia di vendicarmi, di sfogare la mia rabbia. Per questo ho voluto Luca, E’ nuovo imparerà così. Sorrido al pensiero dei primi messaggi scambiati. Ventenne un cucciolo con la voglia di essere dominato. La timidezza delle sue parole. Lo sguardo basso. La sorpresa del primo schiaffo. Le urla del primo frustino. Lo sguardo sbalordito alla proposta di trasferirsi qui con tutto quello che comportava. Accettare di essere slave. Affidarsi nelle mie mani per tutto. Necessità primarie in primo luogo. Lasciare gli amici o spiegargli cosa era veramente. E poi entrare qui condividere lo spazio e le attenzioni con altri. Non &egrave facile ma l’ha fatto e io lo sentivo che aveva le potenzialità e poi mi ci rivedevo con le mie paure e tutto il resto. Sopportare i miei desideri prima e quelli di Lui poi. La paura di dover far sesso con altri uomini. Non ancora.. Non ancora’ ma lui si sta cullando nell’idea che non succederà più visto che fin’ora non gli &egrave mai stato chiesto. Non &egrave ancora pronto ma lo sarà..
UN plug.. si un plug.. Strap on? No quello no l’idea del sesso mi fa venire da vomitare ora.
Ho voglia di dolore, sguardi che implorano e sospiri di sollievo quando tutto finisce. Di questo ho bisogno.
Luce soffusa dal bagno.. musica’Sorrido’ Riccardo sei perfetto’
Le candele intorno alla vasca che gorgoglia dal pavimento. Poggio frustino e plug sul tavolinetto vicino alla vasca. Lascio scivolare la vestaglia sui piedi ed
entro dai gradini.
Stupida. Sei una stupida. Guardati intorno. Che ti costava dirglielo. Non riesco non riesco più nemmeno a ricordarmi prima di essere qui.
Mi ha plasmato, creato. Ha rafforzato la mia voglia di dominazione. Mi ha cercato gli slaves adatti a me.. Li ha scelti per me e con me. Mi ha consolato delle insicurezze delle prime volte. Quando la voce mi tremava nel dare ordini. Quando ho avuto le mie delusioni. Nessuno vuole una padrona con la voce che trema. Ha consolato e insegnato.
‘Non devi dimostrare niente a nessuno. Sono loro che debbono dimostrare a te. Tu devi solo pretendere e chiedere. Sei un Regina. Chi non ubbidisce &egrave fuori. Ce ne sono centinaia che vogliono essere ai tuoi piedi. Non devi avere scrupoli. Ti piace &egrave dentro hai anche un solo dubbio &egrave fuori.’
Mi sembrava così crudele ma poi’ Il potere inebria ubriaca, da sicurezza. La voce &egrave diventata sempre più sicura e lo vedevo nei loro occhi. La voglia di girare la situazione a loro favore moriva man mano che divenivano consapevoli della mia sicurezza.
L’ acqua calda sulla pelle. Le candele, una luce calda. La musica.. gli occhi chiusi’.
Li apro improvvisamente. Ma dove cavolo &egrave Luca?
Me la paga. Questa Riccardo me la paga’
La porta si apre. Luca con in mano la ciotola dell’acqua e i panni caldi. Si avvicina timido e si inginocchia sul bordo apprestandosi a pulirmi il viso dai resti della serata.
‘Appoggia questa roba! Non avrai mica intenzione di rimanere con i vestiti addosso! Spogliati!’
Si rialza e comincia a slacciare la camicia. La piega con cura e la poggia diritta sul tavolo. Esita alla vista del plug ma &egrave solo un attimo. Si rigira verso di me e si slaccia le scarpe.. Messe in ordine sotto il tavolo perfettamente allineate con la camicia.. Sorrido.. La precisione’ ho imparato ad amarla.. io così disordinata ora la pretendo anche nelle piccole cose. Riccardo &egrave bravissimo in questo e a quanto vedo anche un ottimo insegnante. I pantaloni lentamente sempre piegati e allineati. Rimane in boxer aspettando un mio cenno. ‘Tutto!’ le mani a sfilare il resto. Di nuovo in piedi davanti a me senza coprirsi. Si lascia guardare.
E’ bello depilato.. I muscoli leggermente accennati, il muscolo dell’anca pronunciato come piace a me. Diciamo che l’ho scelto per questo.. anche per questo’
Cambio espressione. Legge il mio disappunto. Leggo nei suoi occhi che si sta chiedendo cosa ha fatto di sbagliato, ma non lo chiede, aspetta.
Chiudo gli occhi. ‘Hai un paio di minuti per toglierti quell’erezione. Come vuoi basta che quando riapro gli ochhi non sia più lì’ Ordinargli cose impossibili mi fa sentire meglio. Non riuscirà a masturbarsi in un paio di minuti. Sento il rumore dei suoi sforzi. Sto contando i secondi a voce alta. Passano inesorabili. Non ce la farà. ” centoventi’ Apro gli occhi sulla sua schiena. Le mani appoggiate alla parete si sta ancora masturbando. ‘Smetti! Vieni qui! Finisci davanti a me ora!’ Gli occhi fissi nei suoi :le sue mani che si muovono veloci sul suo membro. ‘La pagherai.. ‘Schizza lo stesso momento che pronuncio queste parole. Hanno un effetto immediato. Uno schizzo di sperma colpisce il mio braccio. Esco dall’acqua incazzata. Le mani sui suoi capelli a trascinarlo in ginocchio accanto alle macchie del suo sperma. ‘Come cazzo ti permetti!’ Il frustino si abbatte sulla sua pelle E strisce rosse rigano la sua schiena”Perdono padrona’ ‘Lecca!’ la lingua sulla mia pelle. Delicata e adorante. Lo lascio continuare. La faccia premuta sul pavimento. ‘Lecca anche il resto!’ Il mio piede nudo premuto sulla sua schiena lo sguardo fisso su di lui che lecca il pavimento. ‘Bravo Luca..’
Un brivido sulla pelle il freddo me la fa increspare. Torno nell’idromassaggio. Alza appena la testa ma subito torna al pavimento. L’abbraccio caldo dell’acqua gli occhi socchiusi. ‘Quando hai finito entra e porta il panno caldo’
Aspetto senza fretta..
‘Entra e siediti qui dietro di me sul bordo gambe divaricate’
Lo lascio sistemare dietro di me e poggio la mia testa tra le sue gambe. Sento il sesso morbido e i muscoli della pancia tesi. Ha paura a sfiorarmi.. La pezzetta delicatamente sul mio viso. Si muove leggero. Ho la nausea a pensare a ieri. Lo sperma secco mi tira la pelle, i tagli sulle labbra mi danno fastidio. Ma le sue mani sono splendide si muovono piano.
Un gesto più maldestro degli altri e uno dei tagli sulle mie labbra si riapre. Le mie dita a cercare l’anello del piercing sul suo capezzolo,ci si aggrappano. Urla e senti i muscoli tesi.. paura e dolore. MI giro per guardarlo negli occhi. Il mio sangue che cola nell’acqua la sua faccia una maschera di dolore ma non chiede non supplica. Le mie dita ancora a tirare’ Non fa altro che chinarsi sulle mie labbra con gli occhi fissi nei miei lecca il mio sangue’ Mi sta sfidando’ Luca Luca’ stai giocando con il fuoco.. Se solo avessi voglia di sesso quel tuo sguardo mi farebbe impazzire.. sfida dolore umiliazione eccitazione’ mi farei scopare a sangue’. Ma oggi non &egrave giornata e quel bastardo di Riccardo non te l’ha detto anzi ipotizzo che ti abbia suggerito il contrario.. pagherà anche questo. Le mie dita si stampano sulla tua faccia.
‘hai voglia di farti scopare luca?’
Non ha lasciato i miei occhi ‘ho voglia di ubbidire ai suoi ordini Signora’ Il tono ammiccante e deduttivo. ‘bene’ allora appoggia le mani sul tavolo e piegati’ Ubbidiente tende la mano verso il tavolo e afferra il bordo. Le mie dita sono dentro il suo ano e lo masturbano. Sento i suoi muscoli dilatarsi e richiudersi su di me.. continuo fino a che non sento che il suo corpo risponde ai miei stimoli comincia a piacergli.. I testicoli stretti tra le mani.. secondi che passano lenti le nocche bianche stringono il bordo. Prendo il plug senza lasciare la presa e lo spingo dentro di lui. Lo lascio così e torno nell’idromassaggio.
‘Non ti muovere, non respirare, ho bisogno di pace..’
Scivolo nell’acqua. Mi immergo completamente. I suoni ovattati. L’acqua che mi copre la testa e mi sembra lavi via tutto lo schifo della nottata. Riemergo quando non riesco più a respirare. Accendo l’idromassaggio. L’aria gonfia l’acqua e mi massaggia la pelle. Luca le mani ancora appoggiate al tavolo le gambe leggermente divaricate piegato a squadra con il plug che lo viola non si muove. Vedo i muscoli tesi. E’ lì da una decina di minuti ormai. Tra un po’ la posizione diverrà scomoda, scomodissima, aspetterò che succeda.. Chiudo gli occhi e mi godo il massaggio.
Quando riapro gli occhi vedo i muscoli che tremano leggermente. Tra qualche minuto non riuscirà più a stare immobile.
‘Cosa c’&egrave Luca? Vuoi chiedermi qualcosa?’
‘No Padrona’
La voce tesa tirata.. Un sorriso che nasconde i miei ricordi. Posizioni scomode. Il dolore che si diffondeva e l’orgoglio che non mi permetteva di mollare. So quello che prova, so quello che sta facendo. Resisterà e resisterà ancora secondo dopo secondo l’orgoglio che fa aumentare la soglia di sopportazione al di sopra di quello che immaginavi fosse il tuo limite. Poi però ‘. La mia pazienza nell’attendere sarà eterna.. i tuoi muscoli non reggeranno e implorerai di poterti muovere.
‘bene perché mi piace guardare il plug nel tuo culo e non avevo intenzione di privarmi dello spettacolo.’
Ancora alcuni minuti. Continuo a guardarlo. Vedo le gambe che si piegano leggermente.
‘Devi dirmi qualcosa Luca?’
‘No padrona’
‘Stai bene?’
‘Si Padrona’
‘ bene allora mettiti in punta di piedi’
Prova ad alzarsi le gambe gli cedono. Riprova. Cedono di nuovo
‘Padrona non ce la faccio, la supplico..’
‘Ma come hai detto di star bene pochi secondi fa? Supplicami in ginocchio!’
Riprova ancora una volta e poi cade quasi sulle ginocchia. Ancora di schiena.
‘La supplico signora mi permetta di rilassare i muscoli’
‘Girati rimanendo in ginocchio’
Lo guardo girarsi piano.
‘richiedimelo ora’
‘La supplico miss non ce la faccio più’
Sono uscita dalla vasca e sono in piedi accanto a lui. Le sue parole non corrispondono a quello che vedo negli occhi. Una vena di odio dettato dall’orgoglio. La voglia di essere dominato e rabbia di esserlo insieme. Dio come ero come lui. La mia mano dolcemente lo accarezza..
Sento il respiro che si rilassa. Lo prende come un’autorizzazione. Sono dietro di lui.
Non resisto alla voglia di metterlo di nuovo in tensione’ Il frustino sulla pelle. ‘Non ti ho detto di sederti’ Il suo sguardo. Ancora odio. I miei occhi che non lo lasciano. Pensava che fosse finito almeno per un po’.. ora mi odia perché si &egrave fatto sorprendere, perché non se l’aspettava, ma passerà presto. Riprenderà il controllo di se e sarà di nuovo sfida.
‘Siedi sulle ginocchia’ Il piede che spinge sulla sua schiena per farlo piegare. Voglio vedere il plug.
Docile piega il suo corpo e alza leggermente le natiche. Il piede che percorre la spina dorsale. MI piace la sua pelle sotto le piante. Arriva sulla sua testa e poi sulla faccia. La lingua sui miei piedi le mani che lo accarezzano, la lingua indugia sul malleolo e sul tallone. Cerca di percorrere la base mentre lo appoggio sul pavimento e la lingua che cerca di insinuarsi tra la pelle e le piastrelle. Un brivido di piacere.
La porta si apre. Mi giro rabbiosa.

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