Skip to main content
Racconti di Dominazione

Il Padrone e la cagna. Il ring-gag.

By 31 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sedendosi sul letto il Padrone osservò la serva distesa supina per terra. Per la seconda volta in sette giorni la cagna aveva osato svegliarsi dopo il Padrone. In realtà non era ancora sveglia visto il leggero russare che il Padrone sentiva. A volte ciò era anche buffo e in un suo modo particolare eccitante, ma ora il Padrone era troppo adirato con la cagna per concepire pensieri diversi da quelli punitivi. Completamente nudo prese la cintura in pelle nera appoggiata alla spalliera del letto e la arrotolò sulla mano per un paio di volte. In questo modo dando il colpo la cintura non sarebbe stata troppo lunga e quindi la forza sarebbe stata maggiore.
‘si dorme fino a tardi oggi!’ urlò il Padrone un attimo prima di far volare la cintura colpendo con un sonoro ‘sciaff’ sul culo della serva la quale si piegò con urletto ridicolo, tentando poi di alzarsi.
‘Non alzarti cagna! Mettiti con la schiena aderente al pavimento e allarga le gambe!’
‘Mi scu’scusi Pad’aaah!’
‘Zitta cagna voglio sentire solo le tue urla!’ Disse il Padrone dandole un altro colpo con la cintura.
‘Sciaff! – Allora dormi fino a tardi lurida cagna! ‘Sciaff ‘ Ti piace così tanto la cintura? ‘ ‘Sciaff.
La povera cagna era tremante a terra. Il seno era stato ripetutamente colpito ed era rosso e violaceo intorno ai capezzoli. Nemmeno le cosce erano state risparmiate ma per i pochi colpi ricevuti erano solamente segnate da pochi lividi rossastri. Il brutto, per la serva, arrivò quando il Padrone, tentando di colpirle il colle sbagliò,(Naturalmente non lo ammise e fece finta di nulla perché era lui il Padrone e lei la cagna) colpendole invece l’occhio destro.
‘Aaah!’ La serva si contorse, coprendosi l’occhio con le mani. Il padrone leggermente, ma non più di tanto preoccupato la lasciò fare e la cagna una volta constatato che il suo occhio era ancora integro ritornò nella posizione di partenza, le mani distese lungo i fianchi. Il Padrone osservò l’occhio tumefatto della cagna, un cerchio nero stava già incominciando a formarsi intorno ad esso e la palpebra era già leggermente gonfia. Prima di sera sarebbe sembrato un k.o. tecnico pugilistico.
‘Basta così!’ Concesse il Padrone per la gioia della serva che grata di ciò inizio a baciare con devozione i piedi del suo Signore. Il Padrone, irritato ma anche compiaciuto diede un calcio al mento della serva,
‘Vai a prendere il ring-gag che ho voglia del tuo buco per cazzi!’ La serva usci a quattro zampe dalla stanza scomparendo alla vista del Padrone e andando alla ricerca dell’oggetto ordinato.

Il ring-gag, facente parte della famiglia dei bavagli, è costituito da larghi anelli da infilare tra i denti e le labbra dello slave, dotati di cinghia, singola o multipla da allacciare dietro la nuca.
Nonostante il nome, non si tratta di veri e propri bavagli, perché non coprono né riempiono la bocca. Tuttavia, questo oggetto permette il totale accesso alla bocca della schiava ed è il bavaglio che più produce l’effetto ‘sbrodolamento’. è perciò usato principalmente dai Master.

Al ritorno la cagna aveva già indossato lo strumento richiesto. Ormai era in grado di indossarlo da sola senza alcun aiuto, era servito un intero mese di pratica ma alla fine l’impegno era stato premiato dal risultato. Il ring-gag del Padrone era di colore nero, formato da tre cinghie: Una si chiudeva sotto il mento, la seconda dietro la nuca e la terza partendo doppia per non intralciare il naso, terminava singola scendendo anch’essa dietro il collo allacciandosi insieme alla seconda cinghia. Gli anelli erano tre: due dietro e davanti ai denti per bloccarli ed evitare spiacevoli incidenti ed il terzo esterno e più grosso di dimensioni serviva a coprire le labbra della cagna.
Dopo che anche i polsi della cagna furono ammanettati il Padrone si sedette sul letto, con il cazzo già duro per l’eccitazione, e mettendo le mani ai lati della nuca della cagna gli mise il cazzo in bocca, fino in gola, facendolo strofinare nella parte superiore del palato. Iniziò a usare la nuca della serva lentamente, infilandole il cazzo fino a toccare con le palle la plastica esterna del ring-gag per poi sfilarlo sempre strofinandolo sul palato superiore della cagna.

Chiunque di voi avrà provato a passarsi la punta della lingua sul palato superiore e avrà notato la sensazione fastidiosissima, la serva però non poteva ribellarsi perchè aveva le mani imprigionate dietro alla schiena e il ring-gag le impediva di muovere agevolmente la lingua.
Dopo una decina di minuti il Padrone appoggiò la cappella sul bordo esterno del ring-gag. Fili, anzi ormai veri e proprio fiumi di bava scendevano dalla bocca della cagna e il Padrone ne era estasiato. Non cerà nulla di più bello che vedere la propria cagna impossibilitata a deglutire e, a differenza delle bal-gag che impedivano a tutta la saliva di fuoriuscire, il ring-gag lasciando la bocca libera e spalancata era esattamente l’opposto. La serva non poteva trattenersi e il suo collo era già bagnato di bava, con filamenti che scendevano fino ai seni.

‘Ti piace sentirti così cagna vero?’ Disse il Padrone prima di rimetterle tutto il cazzo in bocca con forza, provandole un copioso rigetto di bava. La serva tentò implorò al Padrone di fermarsi ma con la bocca spalancata ne uscì un rantolò che eccitò ulteriormente il suo Signore. L’impossibilità di non chiudere la bocca infatti, oltre alla bava, era fonte di piacere anche per l’udito del padrone che amava sentire la sua cagna mugolare lamenti e rantoli ed ogni volta che si sforzava filamenti di bava scendevano sempre in maggior quantità.

Sentendo la cagna mugolare frasi incomprensibili il Padrone si eccitò ancora di più e stringendo con ancor maggior forza le mani sulla nuca della serva prese a scoparle con forza la bocca. I mugolii ed i gemiti divennero più intensi e il fiume di bava aveva ormai raggiunto i peli pubici della cagna mischiandosi con i suoi umori. Gli occhi erano velati dalle lacrime, ma non per il dolore. è un fatto naturale che gli occhi inizino a lacrimare per la sensazione di rigetto in gola, se poi la sensazione continuava e sempre con maggior forza, la cagna poteva anche iniziare involontariamente a piangere.

Il cazzo ormai era avvolto dalla bava. Quando Il Padrone entrava nel ‘buco per cazzi’ sentiva ora una sensazione viscida e molto eccitante, segno che ormai la bava era inarrestabile e continua. I mugolii della cagna non facevano altro che eccitarlo e a fare in modo che il cazzo entrasse fino alle palle, con forza. Arrivato con il cazzo nella gola della serva il Padrone a volte si fermava, roteandolo in lenti giri e causando sensazioni di nausea e rigetto alla serva. Solo quando si accorgeva che la cagna era sul punto di rigettare si fermava estraendole il cazzo dalla gola insieme ad un grosso quantitativo di saliva e ad un respiro affannato della cagna. Le narici della cagna erano dilatate e in perenne ricerca di ossigeno e anche il respiro affannato contribuiva all’eccitazione del Padrone.

Lasciandole il cazzo per metà in bocca il Padrone si fermò per osservare lo scempio sul corpo della serva: Il collo era avvolto da un mantello di saliva e filamenti di bava scendevano fino al petto della cagna. Il seno destro era anch’esso completamente avvolto dalla bava delle cagna ed un copioso fiume andava poi a dirigersi fino all’ombelico, dove si congiungeva con i filamenti provenienti dal seno sinistro, stranamente meno pieno di bava. Il lungo rivolo terminava sulla vagina della cagna, i peli pubici erano completamente fradici e il colore rosso naturale di essi era ora più simile ad un castano. Compiaciuto di tale vista il Padrone ricominciò ad infilarle il cazzo in bocca causandole altri gemiti e rantoli soffocati.

Il padrone stava iniziando a sentire i morsi della fame non avendo ancora fatto colazione. Per quanto piacevole fosse umiliare la sua cagna con il ring-gag, impose un ritmo forsennato e senza pause alla bocca della cagna. Non si curava più di dirigere il cazzo, con le mani ai lati della nuca le strinse i capelli con forza, facendola gemere dal dolore, e continuando a farle arrivare il cazzo fino in gola. I ciglioni grossi e duri per lo sperma all’interno, sbattevano piacevolmente sulla plastica del ring-gag e filamenti di bava si univano ad essi, allungandosi e sfilacciandosi ad ogni colpo. Il ritmo era ora serrato, un gemito continuo pervadeva la stanza e anche il Padrone iniziò a gemere per lo sforzo, le braccia con le vene in evidenza per il continuo movimento. Finalmente il Padrone si accorse che la sborata era vicina e stringendo con maggior forza i capelli alla serva si preparò a godersi il momento.
Il primo fiotto di sperma schizzò nella gola della cagna, non potendo deglutire senti la fastidiosissima sensazione dello sperma attaccato alla gola che lentamente scendeva lungo la trachea. Il secondo schizzò colpi il palato superiore così come il terzo e dopo poco lo sperma inizò a colare dalla bocca della serva insieme alla bava. Il Padrone però voleva schizzarle ancora in fondo alla gola e iniziò a penetrarla con forza. Dopo numerose spinte riuscì nell’intento schizzandole una minor quantità di sperma giù nella gola, soddisfatto spinse la serva per terra che senza l’aiuto delle mani cadde di lato picchiando la nuca.
‘Aaah! Lurida cagna’ disse il Padrone compiaciuto, ‘ora pulisciti ma non toglierti il ring-gag ti servirà per ricordarti che devi svegliarti prima e non dopo il tuo Padrone. Dopo che ti sei pulita quel corpo da cagna preparami la colazione e mugola quando è pronta.

La cagna uscì dalla stanza gattonando (le manette le erano state tolte) ed andò ad eseguire gli ordini del suo Signore come tutte le mattine e come avrebbe fatto per tutti i giorni a venire.

Per commenti e critiche scrivete all’ indirizzo msn – mail:

recalio2009@gmail.com

Leave a Reply