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il principiante

By 26 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Il principiante

Sono mesi che mi ritrovo a girovagare su siti porno non ho una preferenza particolare mi piace tutto quello che si chiama porno, e cosi girando mi sono ritrovato su un sito di cuckold, ho cominciato ad essere curioso, leggendo racconti di persone che asserivano che loro scambiavano la moglie con altre persone sconosciute, siccome anche io molte volte ho sognato che mia moglie potesse essere corteggiata da qualcuno ho approfondito la cosa.
Scusate mi chiamo Giacomo ho quasi 40 anni mamma natura non &egrave stata tanto benevola con me, mi ha dato una altezza di quasi 170 cm un attributo di soli dieci cm, pochi capelli e fisico non tanto bello, in compenso sono riuscito a conquistare una femmina bellissima, &egrave purtroppo più alta di me, quasi 33 anni un fisico da modella un paio di gambe lunghe e affusolate un culetto che &egrave tutto da guardare e da sfondare quando indossa i tacchi &egrave ancora più alta di me ma ne sono orgoglioso perché tutti si girano a guardarla e qualche volta fanno commenti molto coloriti che io non ascolto, facendoli morire di invidia per la femmina che mi cammina affianco ed &egrave tutta mia. Ma”.rimane il fatto che mi piacerebbe vederla corteggiata da uno stallone più alto di lei bello a vederlo con un fisico ben scolpito e un attributo di almeno 23 cm, rimanevano sogni che volevo a tutti i costi farli diventare realtà. Senza dire niente a Vanessa (cosi si chiama mia moglie) cominciai a leggere quello che scrivevano dicendo che erano realtà e la cosa mi intricava molto, leggevo racconti su racconti vivendo le situazioni che si venivano a creare, immaginandomi in prima persona il marito eccitandomi in modo pazzesco, cosi un giorno mandai una e-mail ad uno scrittore chiedendo consigli e in che modo lui agiva, mi fece capire che ci metteva dei giorni per contattare un potenziale bull, mi disse che ci voleva un incontro iniziale come e dove farlo il modo e mi chiese se avevo delle foto di mia moglie per fargli vedere se era potenzialmente belle da attirare qualcuno, ingenuamente gli mandai una foto ma la cosa mi sembrava strana che lui volesse vedere mia moglie per dare consigli cosi pensai che era solo un collezionista di foto e lo lascia perdere.
Continuai a leggere racconti, mi iscrissi a vari siti di incontri o ricerca bull, contattai altri mariti che condividevano la moglie ma’..rimanevo sempre deluso ognuno aveva un approccio differente e nessuno dava informazioni precise, però mi sorgeva un pensiero, leggevo che molti mariti erano succubi delle moglie, che dopo aver provato un nuovo cazzo a loro o non li facevano più chiavare oppure dovevano servirli, e la cosa non &egrave che mi piacesse molto, io volevo mantenere un contatto sempre con Vanessa, non volevo che lei godendo con un cazzo due volte il mio potesse un giorno dire che anche se mi amava non voleva più chiavare con me, quindi come fare?
Rimaneva sempre il dubbio che mi sarebbe piaciuto provare, ovviamente contro la sua volontà, perché lei diceva sempre che si accontentava di quello che facevamo e non voleva avere contatti con altri. Pensa e ripensa andai in ufficio e in un momento di pausa andai sul sito, vidi un giovane aveva 35 anni era alto possente e diceva che era molto resistente nell’amplesso, preso dalla smania lo contattai neanche pochi minuti e mi rispose chiedendo informazioni, senza che gliele avessi chieste mi mandò delle foto del suo cazzo, anche se sono maschio etero quel cazzo mi affascinò era bello lungo almeno 25 cm di una forma stupenda, gli dissi che era la prima volta e che mia moglie non sapeva niente di tutto questo, mi assicurò che era una persona per bene, e che era un manager di una grossa azienda, mi mandò anche una foto della sua faccia, era biondo aveva gli occhi azzurri insomma fatto bene sia sopra che sotto e che era interessato alla cosa, gli sarebbe piaciuto corteggiare Vanessa, gli scrissi che c’erano delle regola da rispettare, gli avrei fatto vedere mia moglie ma non presentandoli sarebbe stato lui a farla cadere e se lei anche il primo giorno mi avesse raccontato dell’incontro tutto sarebbe finito, senza più incontrarci, a quella richiesta la risposta mi arrivò più tardi delle altre (forse rifletteva) mi rispose che l’idea gli piaceva e che la cosa poteva andare in porto, gli dissi che lo avrei ricontattato tra qualche giorno, ma lui mi mandò anche il suo cellulare spiegando i giorni e l’ora che sarebbe stato libero per rispondere e prendere un appuntamento per incontrarci da vicino.
Passò una settimana e ogni tanto chiedevo a Vanessa ma’.se qualcuno ti corteggiasse tu come ti comporteresti? E lei mi rispondeva sempre che lo avrebbe allontanato in malo modo e mi avrebbe raccontato tutto, ma io non ne ero tanto sicuro, perché le femmine sono femmine e non si sa mai in quel momento che intenzioni hanno.
Il mattino seguente telefonai a Gianni (così si chiamava ) e prendemmo un appuntamento in un bar per il giorno dopo alle 12, ci arrivai con almeno dieci minuti di anticipo il cuore mi batteva all’impazzata e non so perché mi sentivo un imbecille a chiedere ad un bel giovane di corteggiare mia moglie, preso dalla paura cercai di andare via ma mi fermò Gianni appena arrivato all’ingresso del bar chiedendomi dove andassi, non riuscii a trovare nessuna scusa e gli dissi la verità, ‘mi sento uno stupido io che ho una bella moglie ed &egrave tutta per me chiedere a te di farla corteggiare per arrivare al sesso’, non si scompose mi disse che era normale perché per me era la prima volta e lui accettando le regole che gli avevo imposto mi disse che sarebbe anche potuto finire tutto in un giorno senza arrivare a nessun contatto fisico, e io sarei stato contento di avere una femmina che veramente mi amava per quello che ero e si accontentava di tutto quello che facevo.
Restai nel dubbio che avesse ragione lui, da vicino era almeno quindici cm più alto di me e sicuramente di Vanessa era muscoloso, si vedeva che curava il corpo con la palestra, e”lo vidi anche molto autoritario, anche perché era abituato a comandare così accettai di continuare quella situazione, mi disse che per lui era un gioco che lui faceva da molto tempo, ma quello che gli avevo proposto io era diverso e gli piacevano le sfide, ed era certo di poter conquistare e chiavare Vanessa, io lo guardavo lo ammiravo perché era il mio contrario, io molto titubante ingenuo mentre lei molto forte di carattere e una carisma eccezionale.
Mi ero portato delle foto e gliele mostrai, le guardò intensamente facendo apprezzamenti su di lei molto buoni, che era splendida e che sicuro di se l’avrebbe conquistata, gli dissi dove lavorava e gli orari che faceva, volevo anche che mi mantenesse al corrente di quando ci sarebbe andato il primo giorno anche per sapere e vedere come si sarebbe comportato mia moglie.
Passarono almeno due settimane e di Gianni non ebbi più notizie, non lo contattai anche perché mi aveva raccontato che molte volte si doveva assentare dal lavoro per recarsi all’estero per sbrigare delle pratiche burocratiche, poi un pomeriggio mi contattò dicendo di scusarlo perché era stato fuori e che mi avrebbe fatto sapere quando si sarebbe mosso per incontrare Vanessa, dopo ancora una settimana mi scrisse che nel pomeriggio sarebbe andato dove lavorava mia moglie ma non l’avrebbe fermata voleva prima vedere un po’ come si doveva comportare con lei.
Pensai subito che era veramente una persona intelligente era come se doveva andare in guerra pianificava prima un contatto e poi sarebbe saltato fuori, io questo non lo avevo neanche pensato ma io non sono molto perspicace io l’avrei affrontata subito, ma rimasi in attesa di ulteriori novità.
Mi richiamò che era passato un mese io ormai non mi aspettavo più una sua telefonata, mi disse che lui in questo mese era andato più volte dove lavorava Vanessa l’aveva seguita qualche volta gli aveva fatto qualche sorrisetto e che fra un paio di giorni avrebbe cercato un contatto più approfondito, però mi richiamava prima.
Passai quei giorni in attesa di una sua chiamata, che non arrivava mai la sera che Vanessa rientrava a casa gli domandavo se era tutto tranquillo al lavoro e lei mi rispondeva ridendo sempre di si, ma che deve succedere? Niente gli dicevo sono solo domande che si fanno, spesso dopo cena facevamo sesso io cercavo nel mio piccolo di accontentarla per evitare il peggio, anche perché mi ero pentito di aver fatto e organizzato tutta quella messinscena, con il passare dei giorni mi ero raffreddato e non volevo più che accadesse ma come dirlo a Gianni? Visto che aveva perso del tempo in appostamenti? Non potevo neanche con la forza lui era enorme vicino a me, ma ormai dovevo continuare sperando che Vanessa lo avrebbe allontanato.
Dopo ancora una settimana mi chiama Gianni dicendo che quella sera ci avrebbe provato e che sapeva per certo che non mi avrebbe detto niente di loro Vanessa anzi”così rimasi in attesa di sapere novità, quando rientrai a casa sempre prima di mia moglie mi misi in poltrona, non lo avevo mai fatto ma mi accesi una sigaretta e bevvi almeno tre bicchierini di liquore forte, il cuore batteva mi sentivo di svenire non sapevo che stava succedendo e dovevo per forza attendere, mentre pensavo squilla il cellulare era lei che mi diceva che avrebbe tardato di un paio di ore doveva rimanere in ufficio per una pratica, subito dopo chiamò Gianni dicendo che l’aveva abbordata e dovevo aspettare per sapere.
Vanessa rientro alle 22 era come al solito, ma un po’ era come se fosse preoccupata, io gli chiesi come al solito come era andata la giornata, questa volta mi rispose molto adirata sembrava infastidita della mia richiesta, anche se lo facevo tutte le sere, cenammo e andò a dormire senza neanche darmi un bacetto, rimasi solo ma verso mezzanotte mi chiama Gianni voleva sapere che cosa aveva detto, gli risposi niente, ma vi siete incontrati? Mi rispose di si e che erano andati in un bar a prendere un caff&egrave avevano chiacchierato e poi l’aveva riaccompagnata a casa senza nessun appuntamento in futuro, solo se per caso si sarebbero incontrati per strada.
Rimasi interdetto Vanessa che diceva sempre che non accettava avances da estranei e voleva solo me anche se minuto e piccolo non mi aveva raccontato di quell’incontro, ci rimasi malissimo e allora continuai.
Il giorno dopo chiamai Gianni dicendogli che siccome lei non mi aveva raccontato della sera prima lo autorizzavo a continuare solo ed esclusivamente se faceva dei filmati di quello che accadeva e eventualmente una registrazione delle loro conversazioni, Gianni cominciò a ridere dicendo che le femmine sono tutte uguali e che alla prima occasione si sarebbero arrese al nuovo che avanza, ma acconsentì a tutto (era molto accondiscendente alle mie richieste) e ci salutammo.
Passarono quattro giorni, Gianni mi chiamò e mi disse che avrebbe incontrato Vanessa all’uscita dell’ufficio e questa volta ci avrebbe provato seriamente, un’ora dopo mi chiamò Vanessa dicendo che sarebbe rimasta in ufficio per delle pratiche da sistemare, ormai non gli credevo più, gli risposi ‘non fare troppo tardi che ti aspetto’ mi saluto e mi disse di stare senza pensiero.
Erano quasi le undici mi chiama Gianni chiedendo dove fosse Vanessa, ‘ma non sta con te ‘ gli risposi, mi disse che quella sera non era uscita dall’ufficio e lui l’aveva aspettata invano ed era tornato a casa, mi sembrava di morire Vanessa gia aveva un amante e io non lo sapevo, la chiamai al telefono ma non rispose risultava spento, che fare? Potevo solo aspettare, non contento chiamai in ufficio, ma non rispose nessuno, aspettai all’una di notte rientrò io ero coricato facendo finta di dormire entrò nella stanza aveva i capelli spettinati si spogliò andò a fare una doccia, poi si coricò accanto a me come se non ci fossi, feci finta di svegliarmi, la guardai era di spalle, la toccai si girò e mi disse che le pratiche erano complicate e non si era accorta che si era fatto tardi chiedendomi scusa, l’abbracciai e scesi con la mano tra le sue gambe lei cercava di allontanarmi dicendo che era stanca ma continuai, accarezzai la sua figa e”..era stata depilata, ma quando ti sei depilata, infilai un dito dentro era stata usata si sentiva perché era larga più del solito ma che succede dissi”..non rispose mi accarezzava voleva il mio contatto cosi facemmo (diciamo) sesso perché entrai in lei ma’.non sentivo nessun contatto con la sua vagina era enorme, lei ebbe un orgasmo ma non era come al solito era di più sembrava che non dicendomi niente l’eccitava tanto, così gli misi anche un dito nel buchetto del culo, mi ricordo che era piccolino non riuscendo mai ad incularla questa volta era una caverna, ma che succede gli chiesi, cominciò a piangere dicendo che c’era un suo collega che insisteva sempre mettendole le mani addosso facendola eccitare senza mai farla raggiungere l’orgasmo, invece quella sera l’aveva presa e tanto aveva insistito che lei era crollata e l’aveva chiavata per più di un’ora sulla scrivania, poi l’aveva girata e anche se lei non volesse l’aveva inculata con suo grande piacere, perché quella era una pratica che con me non l’aveva mai potuto fare, io ero eccitatissimo il mio cazzetto sembrava che volesse esplodere, lei lo prese con la mano e mi fece venire in un secondo, mi sentivo proprio uno sfigato in quel momento, avevo una femmina bellissima che non riuscivo a soddisfare.
Il mattino dopo che lei uscì, andai al lavoro anche io, nella pausa chiamai Gianni lui fu molto cortese con me, gli spiegai quello che era successo e che adesso lo autorizzavo a chiavare Vanessa nel modo più brutale che poteva, rise e disse che mi dava notizie foto e filmati dopo che l’aveva conquistata.
Passarono due giorni era di venerdì, la sera quando Vanessa rientrò a casa mi disse che il week end sarebbe dovuta andare a fare un contratto con un’amica e sarebbe rimasta fuori rientrando il lunedì mattina, pensando che andasse con Gianni gli risposi che andava bene, un paio di ore dopo mi chiama Gianni dicendo che sarebbe stato con Vanessa tutto il fine settimana e mi chiese ‘ ti ha detto che viene con me’ gli dissi di no e lui ‘visto che le femmine sono tutte uguali? Non c’&egrave nessuna che resiste’, dovetti assorbire il colpo e dargli ragione mi avrebbe mandato foto filmati e conversazione il lunedì pomeriggio acconsentii e lo lascai poi non volevo ma”gli dissi trattala come una puttana non risparmiarle niente, Gianni rise e mi salutò.
Passai il fine settimana più lungo della mia vita mai ero stato solo senza mia moglie da quando ci eravamo sposati 10 anni fa, mai era rimasta fuori casa da sola una sola volta ma ‘..era successo, adesso mi sentivo male non mangiai e non riuscii a dormire neanche un minuto non sapevo se sarebbe ritornata, Gianni era un bell’uomo forte e danaroso, e penso che era anche più bravo di me a chiavare visto l’arnese che aveva in dotazione, quindi sarebbe anche potuta restare con lui lascandomi come un verme, scacciai questi pensieri dandomi forza, dicendomi che sarebbe ritornata da me, chiedendomi ogni tanto di farsi chiavare da qualcuno ma non sapevo se era vero, così dovetti aspettare almeno che venisse il lunedì per avere video e foto di Vanessa.
Finalmente arrivò quel lunedì, l’avevo aspettato con il cuore che mi scoppiava, mi telefona Vanessa dicendo che stava tornando a casa e che non sarebbe andata a lavoro per un riposo che gli spettava per essere stata fuori per lavoro, ma pensai allora Gianni mi aveva detto una bugia, non era vero che era stata con lui, e tutto contento per lo scampato pericolo chiamai in ufficio e presi anche io un giorno di festa aspettavo Vanessa che non tardò a venire, la baciai e le dissi che volevo andare fuori a pranzo per stare con lei, mi guardava un po’ strano chiedendo perché tutto questo, solo perché ti amo gli dissi, mi abbracciò e mi bacio infilandomi la lingua in bocca, aveva un sapore bellissimo.
Ero contento perché credevo che non era successo niente con Gianni, passammo una giornata bellissima, andammo in un ristorante in aperta campagna, mangiammo bene e rientrammo a casa nel tardo pomeriggio, all’ingresso il custode dello stabile mi dette un pacchetto indirizzato a me, il cuore mi scoppiò mi mancò il fiato, mi sentivo di svenire, Vanessa mi prese sottobraccio ma che ti succede mi disse, gli risposi ‘niente mi sono sentito mancare ma va tutto bene’ in casa Vanessa si spogliò, la guardavo era bellissima, sembrava un’altra, sembrava che era più appagata rilassata, andò a farsi una doccia uscì nuda si butto sul letto e disse che era stanca e voleva riposare, guardai tra le gambe sembrava che i due buchi erano più larghi si vedevano aperti.
Quando si addormentò andai nel mio studio aprii il pacchetto e ci trovai un registratore e almeno quattro dvd, attivai il registratore e cominciai ad ascoltare,
G- ciao Vanessa come va tutto bene tuo marito si &egrave accorto di niente?
V ‘ no non ci ha fatto neanche caso a quello che gli dicevo s’&egrave l’&egrave creduto
G ‘ ok allora andiamo, lo sai che alla villa ci aspettano altre persone?
V ‘ no, questo non me lo avevi detto, e chi sono?
G ‘ sono delle persone rispettabili e danarosi come me stai tranquilla, ma lo dirai al cornuto di tuo marito quello che facciamo in questi giorni?
V ‘ no, non gli dirò niente mi vuole tanto bene che gli verrebbe un infarto se sapesse, ma con quello che si ritrova tra le gambe non posso fare sempre finta che mi fa godere devo per forza trovare qualcosa di meglio, sono dieci anni che lo sopporto.
G ‘ ma allora già lo tradisci da tempo.
V ‘ be, ogni tanto c’&egrave un mio collega che ha un cazzo che &egrave una favola e lo faccio con lui ma ogni tanto non sempre.
G ‘ ok, io lo dico sempre che le femmine sono tutte puttane e al momento opportuno fanno le corna ai mariti.
Ascoltavo ed ero senza parole mi sentivo uno stupido mi aveva raccontato che era successo invece già lo faceva da tempo ed io avevo contattato uno per farla chiavare pensando che era insoddisfatta con me, allora era vero con me aveva sempre fatto finta, che delusione, anche se sapevo che ero piccolo credevo che almeno una volta gli fosse piaciuto invece mai non ci ero mai riuscito. Cominciai a piangere come un bambino mi sentivo una nullità, volevo sparire per sempre lasciandola al suo destino, mi ripresi e misi il primo dvd nel lettore, erano numerati, premetti play e mi misi comodo, ormai non potevo fare altro, almeno mi sarei goduto la registrazione.
Cominciò con l’arrivo alla villa era euforica e bellissima aveva un top che gli risaltavano le mammelle che ondulavano ad ogni passo, una mini che gli lasciavano fuori quasi tutte le gambe belle affusolate abbronzate dagli ultimi giorni di mare che ci eravamo concessi, rideva e si abbracciava a Gianni che non mancava mai di stringerla e accarezzarle le tette senza pudore, entrata in casa si guardò intorno, che bella casa disse &egrave magnifica, si abbracciò a lui e lo baciò un bacio lunghissimo, le mani di lui cominciarono a spogliarla, la fece restare nuda e cominciò a baciarla sui capezzoli, li succhiava e li stringeva con i denti facendola male, lei ad ogni morso che gli dava strillava ma di godimento, la stese sul tappeto e si tuffò tra le sue gambe cominciando a succhiare e leccare con vigore lei era tramortita da quello che le stava facendo, ‘quel cornuto di mio marito non mi ha mai leccata così’ disse ‘non &egrave capace neanche di leccare tu sei divino’. Cominciò anche lei a spogliarlo il petto muscoloso lo accarezzò con bramosia, poi scese sulla pancia e tirò fuori il suo cazzo, in quel momento sembrava ancora più grande, lei lo guardò lo leccò e disse ‘finalmente un cazzo come si deve, neanche il mio collega lo ha cosi bello’.
Lui gli andò sopra e cominciò a strofinarlo sulle labbra della vagina, lei già aveva goduto solo al contatto del cazzo, così si posizionò e cominciò a spingere era largo e lungo non faticò molto ma entrò con una certa violenza facendola gridare dal dolore e dalla soddisfazione di avere quel po’ po’ di cazzo che la riempiva tutta arrivando fino all’utero, quando lo colpì lei sussultò e godette nuovamente rimanendo tramortita e senza forze, lui la prese le sollevò la schiena e continuò nella chiavata lei si contorceva dal piacere, le sborrò tutto nella figa e lei godette nuovamente, rimase sfinita sul tappeto con le gambe aperte, lui si alzò, la invitò ad alzarsi e andarono a fare una doccia insieme, fini il primo dvd, era durato almeno due ore il loro amplesso.
Mi accesi un’altra sigaretta, cambiai dvd e mi concentrai alla nuova visione, il mio cazzettino era duro come il marmo avevo sborrato da solo senza toccarmi almeno due volte ed era ancora duro, che mi succedeva? Mi eccitava tanto vedere Vanessa che veniva chiavata da Gianni che anche se ancora non avevo pigiato play e il monitor era buio continuavo a guardare, mi ripresi e accesi il dvd, apparve ancora Vanessa appena uscita dalla doccia che gocciolava, era più bella che mai, adesso non aveva più i suoi peli oro che nascondevano la linea della figa era stupenda non riuscivo a non dirlo, si sedettero insieme a tavola e mangiarono, nel frattempo nel cortile della villa si udirono l’arrivo di almeno cinque auto che sfrigolavano sul selciato di pietre, Vanessa trasalì e disse ‘ chi sta arrivando?’ e Gianni ‘ti avevo detto che non saremmo stati da soli ma con dei miei amici che ti volevano conoscere’ a quelle parole sborrai senza ritegno non era ancora successo niente e già avevo sborrato (fortuna che Vanessa dormiva come un sasso).
Gianni si alzò e apri la porta facendo entrare otto persone tre erano neri e cinque tra i trenta e i cinquanta anni, erano tutti alti e forti, appena entrati Gianni gli presento Vanessa che era ancora nuda, non si scompose neanche un po’, tutti cominciarono a toccarla, e lei si inginocchiò tra di loro e cominciò a calare i pantaloni a tutti piano senza agitarsi, denudò prima un nero che (mamma mia) aveva una sberla di cazzo che ancora a riposo era due volte il mio (10 cm) lei lo guardò come si guarda un Dio
Non fece in tempo a dargli una leccatina che furono tutti nudi, lei si girava intorno e non capiva più niente era come in trance, leccava uno , baciava l’altro e mano a mano si ingrossavano e mi accorti che il più piccolo era quello di Gianni, che si avvicinò a Vanessa e gli disse, ‘vorremmo sottometterti legarti come ci piace e chiavarti in tutti i tuoi buchi, se sei d’accordo lo facciamo’ lei rispose un si , era emozionata non riusciva a connettere, così l’alzarono presero delle corde e la legarono su un tavolo a pancia in alto, la testa era alla fine della tavola rivolta all’indietro, Gianni gli disse che appena si era stancata lo diceva e loro la slegavano per continuare diversamente.
Le 18 mani cominciarono a toccarla dappertutto le torcevano e capezzoli entravano nella figa nel culo in bocca, un nero gli infilò quattro dita in bocca arrivando fino in gola, lei tossi e vomitò ma rimase ad aspettare, il primo nero che aveva denudato lei gli infilò il cazzo in bocca, non era tanto largo ma in compenso era lungo tanto che cominciando a scopare la bocca arrivò in gola piano piano un colpo alla volta glielo fece letteralmente ingoiare, si vedeva il rigonfiamento della gola ogni volta che il nero entrava e usciva dalla sua gola, l’altro nero gli infilò il suo cazzo nella figa quello era larghissimo e quando entrò sembrava che la stesse squarciando quella fighetta che io non ero mai riuscito quasi a sverginare, così andarono avanti, si alternavano in gola nella figa, poi lei chiese di essere slegata perché si era stancato della posizione, la slegarono e la adagiarono su un tappeto e li ci fu la fine del mondo, il nero con il cazzo largo si distese presero lei in braccio gli aprirono le gambe e la sedettero sul nero, quando entrò lei gridò ma rimase li dov’era il nero la abbracciò sulle spalle e la tirò a se, l’altro nero si posizionò alle sue spalle vicino all’ormai caverna che aveva al posto del buco del culo e lo penetrò Vanessa emise un grido prolungato perché il nero era entrato tutto insieme senza aspettare, cosi cominciarono a cavalcarla gli altri le vennero in bocca e lei ingoiava tutto e ne chiedeva ancora, dopo quasi tre ore si fermarono, erano tutti in quel momento sazi avevano sborrato almeno tre volte ognuno, Vanessa era coricata stanca non riusciva neanche ad alzarsi ma sorrideva contenta di quello che le avevano fatto, e così finì il secondo dvd, spensi il lettore spense la tv non sarei potuto andare avanti ero tutto sporco di sborra anche io ero venuto tante volte e mi sembrava strano, non mi ero mai toccato, in quel momento mi facevo schifo godevo nel vedere mia moglie che se la chiavavano tutti in tutti i modi.
Io quella situazione l’avevo solo pensato, sperando che lei veramente mandava al diavolo chi la importunasse, invece mi ero accorto che mia moglie non si era mai accontentata ma già faceva con altri, rimasi molto deluso dalla situazione, come un bambino ricominciai a piangere pensando che non ero un vero maschio, non avevo mai soddisfatto la mia Vanessa, volevo sparire dal mondo intero, con che voglia l’avrei baciata visto quello che aveva ingoiato, aveva cagato sborra tanta ne aveva ingoiata, rimasi li fermo non avevo il coraggio di vedere il resto ne avevo voglia di coricarmi vicino a lei, che fare?
Rimasi un po’ imbambolato non riuscivo a reagire, mi guardavo intorno i miei sogni che lei veramente voleva stare solo con me erano svaniti.
Mi risvegliai da quel torpore e riaccesi la tv e il lettore, cambiai il dvd quando premetti play, non succedeva niente il dvd era vuoto, allora? Mi avevano preso di nuovo in giro, lo sostituii con l’altro ma neanche in questo c’era registrato niente, restai a guardare il monitor che non trasmetteva niente rimasi non so quando, improvvisamente alzando gli occhi vidi Vanessa nuda bellissima, che appoggiata alla porta mi guardava con i suoi magnifici occhi verdi, sembrava che mi umiliava guardandomi senza parlare, così iniziai dicendo, ‘come hai potuto dire e fare tutte queste cose? Perché mi hai sempre preso in giro dicendo che non potevi fare a meno di me?’ lei continuava a fissarmi senza dire una parola, avevo gli occhi lucidi cercando di capire qualcosa ma restavo fermo come lei, intanto il lettore continuava a girare senza trasmettere lei mi venne vicino e cominciò dicendo, che quella esperienza che avevano filmato era un suo sogno ricorrente, essere oggetto di tanti uomini fare e dire tutto quello che volevano, e che non mi aveva mai detto niente solo per non farmi umiliare sapendo che l’amavo più della mia vita, lei bella alta slanciata, io basso bruttino e con un cazzetto piccolino, e che anche se non ero riuscito mai a farla godere lei mi amava molto per il mio attaccamento verso di lei, per tutte le mie premure, i regali a tutte le occasioni, risposi che poteva dirlo avrei cercato di fare almeno il cornuto contento di fare una cosa gradita alla moglie amata.
Continuò cercando di non guardarmi in faccia, (conoscendola bene capii che era qualcosa di serio), disse che lei e Gianni erano ormai quasi due anni che si vedevano e stavano insieme, dovevano solo cercare di farlo diventare ufficiale con me, sapendo lei che ero umiliato dal mio attributo e sperando di farla incontrare con qualcuno per almeno una volta farla fare una bella chiavata con un cazzo vero, così avevano costruito tutta la messa in scena e farmi chiedere a lui di incontrarla e ci erano riusciti.
Mi sentivo uno stupido, ma come lui già la conosceva già la chiavava e fece tutta quella scena? Allora veramente mi avevano raggirato.
Vanessa continuò dicendo che lei non poteva fare a meno di me perché mi amava molto, ma non poteva fare neanche a meno di Gianni, perché la chiavava meglio di me, mi alzai e andai via senza parlare, uscii presi la macchina e come uno zombi girovagai per la città senza una meta, non volevo accettare che avevo creato io una situazione che loro già vivevano anche senza il mio consenso, mi ritrovai in un vialone alberato, non sapevo neanche se ero ancora nella mia città accostai e fermai l’auto, accesi una sigaretta e cominciai a pensare, ma come uno che vuole bene ad una donna la fa chiavare da tante persone senza nessuna reazione, anche io avevo fatto la stessa cosa, solo che io le volevo far provare un po’ di qualcosa che non gli potevo dare, non sapevo che fare e pensare, tornare da lei e continuare a fare il cornuto oppure lasciarla al suo destino con Gianni che la trattava da puttana?
Non riuscivo a prendere una decisione, ero combattuto, rimisi in moto l’auto e andai al lavoro come sempre ormai si era fatto giorno, lei mi chiamò un paio di volte al telefono ma non risposi, al momento non volevo sentirla, ne lei ne lui.
Rincasai che era ormai notte era tutto buio, non c’era nessuno, vuoi vedere che se ne era andata con lui? Entrai in camera da letto vuota, salone vuoto, non c’era nessuno mi tolsi gli abiti li avevo addosso da due giorni ormai, mi misi a mio agio e mi preparai un po’ di cena, erano 24 ore che non mangiavo niente solo rabbia, ma come potevo impedire a Vanessa di rivedere Gianni? Studiavo situazioni su situazioni come fare, non trovavo vie di uscite, e se con la mia imposizione lei se ne andava e non ritornava più, ero combattuto facevo il cornuto? Ma la cosa non &egrave che mi piaceva tanto, si era vero la volevo far chiavare con qualcuno che avesse il cazzo più grande del mio ma non volevo che lo tenesse per sempre, pensavo a tante cose ma non trovavo nessuna alternativa.
Era quasi mezzanotte sentii parlare sul pianerottolo, misero la chiave nella toppa si apri ed entrò Vanessa e Gianni, mi guardarono rimasero senza parole, forse non si aspettavano di trovarmi in casa, pensavano che non sarei più tornato.
Vanessa si avvicinò mi baciò in bocca infilando la sua lingua, sentii un sapore aspro, lei che la sua bocca era sempre profumata, pensai cosa aveva fatto e mi venne da vomitare, Gianni disse ‘scusa se vuoi vado via ci sentiamo con calma quando ti sarai un po’ calmato’, non risposi mi girai e andai a dormire, Vanessa mi segui e disse a Gianni di seguirla, vennero anche loro in camera, ero sul letto quando loro si spogliarono nudi e si misero vicini a me, Vanessa al centro e noi due ai lati, Gianni non sapeva come comportarsi, il suo cazzo si era ingrossato e anche il mio vista la situazione che si era venuta a creare, lei mi guardò e guardò lui si abbassò su di me e lo prese in bocca, Gianni non si muoveva non so sembrava impacciato in quella situazione, Vanessa si posizionò sopra di me e passò dall’altro lato, quindi ora io e lui eravamo vicini mentre lei era al mio lato destro, mi fece girare e dare le spalle a Gianni, mi arpionò letteralmente tenendomi stretto a lei mi slinguazzava quando”.mi accorsi che Gianni si avvicinava alle mie spalle, volevo scappare ma lei mi teneva stretto era anche molto più forte di me, così mi trovai che Gianni si stava posizionando con il suo cazzo vicino al mio culo, cercavo di scappare ma anche lui mi mantenne forte non potevo più muovermi improvvisamente si sputò sulle dita e me le passo sul culo, mi divincolavo ma rimanevo fermo senza possibilità di scappare poi si lubrifico il cazzo e””.sentii un dolore tremendo me lo aveva infilato tutto in un colpo nel culo cercavo di gridare ma Vanessa mi impediva mantenendo la sua bocca sulla mia con la sua lingua infilata e combatteva con la mia, cominciò ad andare avanti e indietro, mi bruciava volevo scappare ma ero inerme tra di loro, lei si staccò dalla bocca e scese verso il mio cazzo intanto nel culo quel cazzo mi apriva andando avanti e indietro senza permesso e senza curarsi a chi stava inculando, Vanessa prese il mio cazzo in bocca e venni subito senza neanche un movimento, intanto dietro di me c’era un andirivieni, Gianni si inginocchiò tirandomi verso di lui io sotto e lui sopra con Vanessa che continuava a slinguare il mio cazzo, la situazione mi sembrava impossibile ma cominciai a godere nuovamente nella bocca di lei, poi Gianni cominciò a dare colpi tremendi e venne anche lui nel mio culo mi sentii profanato e contemporaneamente la situazione mi piacque, possibile che mi piacesse?? Sono sempre stato etero non avevo neanche guardato un cazzo di un altro quando capitava che eravamo nudi fra noi e allora?
Appena riuscii a liberarmi corsi in bagno a vomitare, mi feci una doccia mi strofinai come si striglia un cavallo, quando uscii loro erano ancora sul letto che si baciavano, mi invitarono nuovamente a distendermi con loro, avevo perso la voglia di parlare, senza rispondere mi vestii, Vanessa mi corse incontro cercando di farmi restare con lei, la guardavo, piangevo e non ero per niente soddisfatto di quello che mi avevano fatto, mi avevano umiliato mi avevano fatto sentire una femminuccia violentata mentre uno la mantiene l’altro la violenta, lei mi abbracciava cercando di farmi desistere dall’uscire, andai in cucina mi versai del whisky, un bicchiere intero e lo buttai giù in un colpo solo, così riuscii a dire ‘siete stati dei bastardi io volevo far provare a lei un cazzo vero e grande, mentre voi già lo facevate può darsi che se lo dicevate lo avrei accettato’, ‘non avrei accettato invece il fatto di farmi inculare, da chi poi? Da uno che si chiava mia moglie’ Gianni mi guardava con aria cattiva, mi dava l’idea che volesse picchiarmi, (aveva anche il fisico) ma si alzò dal letto e mi disse che era vero, lui era bisex e non faceva distinzioni tra maschi e femmine, e cominciò a rivestirsi, Vanessa ci guardava entrambi non sapeva cosa dire non voleva che andassimo via nessuno dei due, quindi doveva cercare di farci rabbonire e far tornare la pace.
Io non volevo avere a che fare con lui, adesso che sapevo che andava anche con i maschi quasi lo schifavo, pensando anche a quello che avevo subito, anzi non lo pensavo mi bruciava ancora il culo anche se pieno di crema idradante, così si vestì e andò via senza che lei dicesse niente, si avvicinò mi baciò e cercava di fare la gattina in calore e farmi calmare e lo fece mi riportò sul letto mi spogliò e cominciò a leccarmi su tutto il corpo raggiunge il mio cazzo e lo prese tra le labbra succhiandolo e mordicchiandolo con trasporto, mi fece rabbrividire e venni spudoratamente nella sua bocca lei continuò a leccare e ingoiò tutto passandosi la lingua sulle labbra, mi strinse forte dicendo che io anche se non sembrava ero il suo grande amore e non mi avrebbe mai lasciato per uno come Gianni anche se”..aveva da perdere molto.
Mi disse ‘fa di me quello che vuoi qualsiasi cosa’ senza rispondere mi rivestii e andai al lavoro, lei rimase senza parole sul letto e mi guardava non disse una parola, mi chiamò sul tardi in ufficio chiedendo cosa mi sarebbe piaciuto cenare che lei lo preparava, gli risposi fa tu e richiusi la telefonata, nel tragitto di ritorno mi imbattei in Gianni che mi chiese scusa di quello che era capitato anche se la cosa gli era piaciuto, non avere la mia disponibilità farlo con forza insomma, lo guardai come si guarda uno che lo vedi per la prima volta, non gli risposi, ma lui insistette offrendomi un caff&egrave, allora allentai la presa accettai il caff&egrave e rimasi che se qualche volta volevo che stesse con lei lo avrei richiamato io, non volevo assolutamente al momento avere a che fare con lui, capì e ci salutammo.
Camminando pensavo a come vendicarmi di lei e di lui avrei cercato in tutti i modi di fargliela pagare anche se”la cosa mi era piaciuta sia vedere lei che si faceva montare sia che lui mi inculava ed ero in conflitto con me stesso che fare?
Rientrai a casa Vanessa mi aspettava con un babydoll trasparente con niente sotto mi aiutò a mettermi a mio agio e nel farlo mi prese il mio cazzo in bocca e cominciò a succhiare con una potenza enorme mi voleva dimostrare tutto il suo amore, poi”mi disse ‘che ne dici se organizziamo una festa? Senza nessuna ricorrenza la organizziamo senza sapere come va a finire’, la cosa mi stuzzicava e chi invitiamo? Mi disse fa tu a me piace tutto quello che fai. Il giorno dopo al lavoro non avevo idea che fare a chi chiamare”.Gianni, solo lui mi poteva aiutare, così lo chiamai e gli dissi della festa che voleva fare Vanessa lui fu molto contento di sentirmi e mi chiese cosa volevo cazzi grandi oppure normali o medi? Fa tu gli risposi ma penso che Vanessa gli piacciono quali”.tu devi saperlo, posai e continuai il lavoro.
Venne il sabato della festa mia moglie organizzò tutto abbeveraggi compresi, verso le 21 bussarono alla porta era Gianni con tre suoi amici uno era nero gli altri su per giù la sua età, entrarono e si misero comodi sul divano, come sempre Vanessa era bellissima, aveva una mini nera senza calze un top che copriva solo le sue tette, io ero alquanto titubante, cercavo di non darlo a vedere, ma avevo paura che mi facessero lo scherzetto dell’altra volta Vanessa mi abbracciò e mi disse che mi amava, cominciarono a bere del whisky io non partecipavo avevo solo il mio cazzo gonfio al solo pensiero di quello che le avrebbero fatto e mi faceva male, Gianni dette il via tutti sapevamo dove si doveva arrivare, si avvicinò a lei la prese di spalle e cominciò a baciarla sul collo il nero si alzò subito e la prese per i fianchi baciandola in bocca gli altri aspettavano, ero nervoso però quello che vedevo mi piaceva molto Vanessa con un bianco e un nero tutti insieme, il mio cuore sembrava scoppiare, cominciarono a spogliarla, rimase nuda, la stesero sul tappeto e cominciarono a baciarla su tutto il corpo, si alzarono anche quelli che erano seduti tutti la accarezzavano e tutti la baciano i capezzoli la figa il culo Vanessa era già partita non riusciva più a connettere d’improvviso mi chiama, mi dice vieni anche tu partecipa, io per un po’ di timore del mio culo, preferivo rimanere seduto anche se loro volevano non sarei riuscito a opporre resistenza, tutti erano nudi il nero sfoggiò un cazzo che era una meraviglia lungo almeno una trentina di cm gli altri non erano da meno, Gianni cominciò a chiavarla il nero glielo mise in bocca e agli altri faceva una sega, poi si scambiarono il nero era sempre in bocca e scopava la sua bocca e ogni colpo che dava cercava di entrare sempre più dentro, riuscì ad infilarci almeno la metà però continuava e ogni colpo sempre più dentro fino a quando riuscì ad entrare in gola, Vanessa ansimò non riusciva a respirare non mi mossi di un millimetro mi presi il cazzo in mano senza togliermi i pantaloni (che dire avevo paura) e cominciai a segare, il nero lo tolse dalla bocca Gianni era disteso con lei che lo cavalcava il nero gli andò dietro e”con molta cattiveria glielò infilò per tutta la sua lunghezza Vanessa emise un grido ma subito cominciò ad ansimare gli altri due lo avevano infilato insieme nella sua bocca, io”.ero già venuto solo due colpi, che figura ma non si era ammosciato era ancora in tiro anche se piccolo, il nero e Gianni la chiavarono e incularono di brutto durarono almeno un’ora mentre gli altri due uno aveva sborrato nella bocca l’altro sui capelli ma anche loro erano ancora in tiro non si ammosciavano, il nero venne con un grugnito che sembrava un leone anche Gianni venne gridando Vanessa si contorceva senza capire quanti orgasmi aveva avuto, il nero e Gianni uscirono ma subito gli altri due presero il loro posto, mentre i primi due si riposavano seduti accanto a me gli altri sborrarono ancora uno in figa e l’altro nel culo già martoriato dal nero, improvvisamente ci fu un silenzio rotto solo dall’ansimare di Vanessa e dagli altri che si erano distesero sul tappeto.
Non so come fu ma mi alzai e presi da bere, domandai chi ne volesse, mi risposero che tutti lo volevano, Vanessa mi guardava in un modo strano, mi venne un dubbio e così cercai di allontanarmi da quelle persone dicendo ‘vado un attimo in bagno’ mi guardarono un po’ strano mi chiamò Gianni e mi disse, ho capito che hai paura ma non lo sai se ti piace, subito capii dove voleva arrivare mi scostai dicendo che non mi piaceva, e quasi scappai da loro. Non voleva diventare di mia iniziativa la loro schiavetta, avevo il cazzo durissimo e mentre cercavo riparo in qualche stanza venni senza ritegno, mi vennero le gambe molli, e”..Vanessa mi arpionò per le spalle cercai con tutte le mie forze di liberarmi ma aim&egrave vennero ad aiutarla Gianni e uno dei due bianchi, il nero mi sembrava che ridesse della mia situazione, mi spogliarono violentemente rimasi nudo e ancora cercavo di sfilarmi dalle loro mani ma”’..mi bloccarono ancora ormai erano in tre a tenermi fermo, Vanessa mi guardò e sorrise mi bendarono fui legato su un tavolino con la pancia sotto, mi misero un divaricatore in bocca, quindi non potevo stringere i denti avevo il culo fuori e la testa fuori ma non vedevo niente, improvvisamente”’.
Mi sentii che mi spruzzarono qualcosa di gelido sul culo, e subito dopo mi sentii squarciare qualcosa di enorme era entrato, e spingeva inesorabilmente entrando sempre più in profondità, non potevo neanche gridare che qualcuno mi aveva infilato il suo cazzo in bocca cominciando a scoparmi la bocca e ad ogni colpo entrava sempre più dentro, intanto nel culo quell’enorme cazzo spingendo entrava e entrava sempre di più guadagnando millimetri su millimetri, nella bocca era uguale arrivò all’ingresso della gola, mi venne da vomitare ma non potevo avevo il cazzo che tamponava, una spinta più forte e entro in gola mi sentii soffocare anche quello in culo era entrato prepotentemente tutto non era rimasto un millimetro fuori, mi sculacciò il culo e si abbassò sulla schiena sentii le sue tette sulle spalle ma’..era’..era Vanessa aveva messo uno strapon enorme e mi inculava ridendo e mi sussurrò all’orecchio ‘ti piace’ e come potevo rispondere se avevo quello nella gola che martellava, come poteva fare una cosa del genere, mi inculò per una eternità quello che avevo in bocca venne e dovetti ingoiare per non soffocare tutto il suo sperma, intanto era uscito e il suo posto fu preso da un altro, non potevo sapere chi fosse perché ero bendato , intanto Vanessa era uscita dal mio culo mi sentivo il buco dilatato al massimo, fu riempito subito da qualcuno e così mi riincularono e contemporaneamente avevo sempre un cazzo in gola, nella mia mente speravo che non fossa Gianni, mi sentivo umiliato, non sapere chi fosse nella bocca e nel culo, se era lui mi imponeva il suo volere e io questo non lo tolleravo ero orgoglioso, potevano solo umiliarmi con la forza, non avrebbero mai avuto il mio consenso, andò avanti per almeno un’altra ora, sentivo anche Vanessa gemere di piacere quindi oltre a me si stavano chiavando nuovamente lei, che umiliazione non potersi muovere ne vedere e subire l’oltraggio che mi stavano facendo, dal mio culo scendeva copioso una scia di sborra avuta praticamente da tutti, anche in gola erano venuti tutti.
Poi tutto tacque si sentiva solo qualche respiro pesante, udii chiudere la porta e piano piano Vanessa mi tolse il divaricatore dalla bocca mi sciolse prima le caviglie e dopo i polsi, appena libero riuscii a stento a togliermi la benda avendo ancora le braccia anchilosate, ma come ti permetti dissi a lei, che ti salta in mente, che problemi hai, mi guardava e non parlava, ma’.ti hanno drogata? Mi disse no che lei mi amava molto e che però non rinunciava a farsi chiavare da qualcuno ‘con te non sento niente mentre con gli altri’..’non risposi poi piano e con delicatezza riuscii a mettermi disteso a terra, avevo il culo che mi faceva male la bocca obbligata a stare aperta mi aveva fatto gonfiare le labbra, mi addormentai nudo sul tappeto passò non so quando era notte, lei non era vicino a me, mi alzai andai in bagno evacuai tutto quello che avevo nell’intestino andai nella camera da letto mi coricai e caddi nuovamente nel sonno, non vidi neanche se lei era li.
Mi svegliai al mattino inoltrato, erano quasi le 12, mi alzai mi feci una doccia, uscii nudo andai in cucina e la trovai che cucinava, si girò mi vide e mi baciò con trasporto in bocca, ‘sto facendo un pranzetto solo per noi due’ mi disse, poi si rabbuiò, chiesi che succede, volevo dirti che stasera ritorna Gianni, ha detto che ieri sera &egrave stata una serata bellissima e che ti ha prenotato una quindicina di giorni di ferie, il capo tuo &egrave suo intimo amico, e stasera viene anche lui.
La guardai stralunato, ma che dici, adesso esco e non ci rivedremo per almeno quindici giorni visto che ho le ferie, mi guardò con quell’aria da gatta morta, mi disse ok mangia prima e poi fai quello che ti pare, io li aspetto lo sai che non ne posso fare a meno.
Ci mettemmo a tavola aveva fatto un ragù squisito, aveva aperto una bottiglia di vino di quello delle grandi occasioni e fece delle costolette di agnello alla brace, le classiche scottadito, che sapeva che mi piacevano molto, quindi dopo aver mangiato si strusciò addosso mi accarezzava, mi baciava, siccome ero ancora nudo si accorse che il mio cazzetto si era indurito lo prese in bocca e”’..non ricordo niente altro, mi risvegliai che era sera ero legato al letto mani e piedi non potevo parlare ero stato imbavagliato, vidi che mi venne incontro e mi chiese se ero disposto a stare con loro di mia spontanea volontà, volevo ucciderla si accorse che non avrei mai collaborato, e mi bendo di nuovo, passò non so quando mi sentii preso da quattro braccia forti che mi portarono su uno sgabello a forma (sembrava di cavallo) mi legarono le mani e i piedi mi tolsero il bavaglio e cominciai a gridare ma subito mi rimisero il divaricatore alla bocca il grido mi si strozzò in gola, cominciarono a sculacciarmi non so quante mani ma ognuno dava uno schiaffo mi facevano molto male, qualcuno mi venne davanti alla bocca e mi sputo in faccia e”’ma guarda che fine hai fatto, sapevamo che avevi una moglie puttana, ma non sapevano che eri anche tu una puttana’ e rise, riconobbi la voce era il mio capo, volevo morire e non sapevo che fare.
Mi lasciarono li quanto tempo’..non so non riuscivo più a calcolare il tempo, sentivo rumore di stoviglie, stavano mangiando e io sempre legato bendato e con il divaricatore in bocca udii anche delle voci femminili oltre a mia moglie, doveva essere la moglie del capo e di qualche altra che era venuto a casa mia.
Poi silenzio, sembrava che fossero andati via, invece”sentii il solito gelo sul culo e entrò nuovamente quel cazzo enorme nel culo mi fece un male tremendo mi volevo agitare ma uno mi mise il cazzo in bocca cominciando a chiavare la bocca, mi scendevano le lacrime dagli occhi e si sciugavano sulla benda che me li copriva, inerme ero alla merce di quella gente senza nessuna pietà, questa volta si piegò sulla mia schiena era una femmina perché sentivo le tette ma mi si avvicinò all’orecchio e mi sussurrò ‘mi piace tanto incularti era una cosa che non avevo mai fatto e la cosa mi eccita molto’ era la moglie del capo, che figura volevo poter essere fortissimo e distruggere tutto e tutti, ma purtroppo dovevo subire, si alternarono tutta la notte con cazzi veri e cazzi finti, non so se svenni qualche volta ma mi sentivo distrutto sia nel morale sia fisicamente che fare? Dovevo aspettare che finissero e che riuscissi a liberarmi, meditavo vendetta, ma per il momento dovevo subire l’umiliazione che mi stavano impartendo.
Così passò quasi tutta la notte, non mi sentivo più gli arti, e non avevo quasi più sensibilità al culo, non sapevo neanche se ero ancora vivo, distrutto era la parola da dire, venne l’alba c’era silenzio in casa, comunque ero ancora legato, mi avevano tolto il divaricatore dalla bocca e ancora sentivo il sapore del loro sperma, lo sentivo nello stomaco tra i denti, dal culo nel silenzio si sentiva ogni tanto il rumore di qualche goccia che cadeva sul pavimento, ero bendato ancora, quindi i rumori si ingrandivano, lentamente mi sentii slegare le caviglie, poi fu la volta dei polsi, caddi dal cavallo di legno sul lato sinistro, rimanendo coricato senza la forza di fare niente, non riuscii a sbendarmi, quindi non sapevo chi mi avesse slegato, non parlavo mi facevo schifo, ma’.la mia mente era in pieno movimento pensando come vendicarmi, ma cosa avrei potuto fare? Per me la cosa più umiliante che mi avessero fatto era infilarmi il cazzo in bocca e scoparmela, per me &egrave la cosa più umiliante di qualsiasi attività sessuale, e lo avevano fatto a me, piano piano mossi con cautela le braccia, e mi liberai della benda, ero solo cercai di riabituarmi alla vista mi guardai intorno non c’era nessuno, mi misi in posizione fetale cercando di abituarmi al movimento, mi mossi piano, andai sotto la doccia e l’acqua fredda mi rianimò, mi cominciai a muovere con più disinvoltura, mi asciugai e uscii andai in giro per la casa, non c’era nessuno, sul letto mi sembrava di vedere un corpo, mi distesi accanto e sentii il profumo era Vanessa, molto probabilmente distrutta pure lei, respirava piano, mi riaddormentai.
Mi risvegliai in piena notte avevo dormito praticamente quasi 14 ore, nella casa c’era sempre silenzio, cosi cominciai a riflettere, come sarei potuto andare in ufficio e guardare in faccia il mio capo e sicuramente alla festa aveva partecipato anche qualche altro collega che sapevo molto porco, e quando avrei incontrato la moglie? Be il primo pensiero fu suicidarmi farla finita cosi non potevo essere sbeffeggiato da nessuno, ma anche questa pratica la valutavo da persona debole e vigliacca che non riesce a combattere nella vita ma io”..ero un combattente nato e non mi feci sopraffare da quel pensiero.
Entrai sotto la doccia e da uomo forte mi feci una doccia gelata, le mie membra si riattivarono mi asciugai e nudo andai in cucina ma’.caso strano Vanessa non c’era, girai la casa ma niente, mi vestii e uscii non provai neanche a telefonarla non la volevo sentire neanche per telefono, mi sedetti in auto con molta cautela perché dolorante e partii sgommando non sapevo dove andavo, presi l’autostrada e partii a razzo quale direzione’tutte, al momento mi volevo allontanare il più possibile da quel posto e dalla città. Presi la prima uscita e continua la mia corsa su una statale entrai in una cittadina, trovai una pensione chiesi una camera, il fattorino mi accompagnò al primo piano, la camera non era molto grande un letto un comò, la cosa buona era il bagno non condiviso con nessuno. Mi distesi sul letto e cominciai a pensare che fare, dovevo chiamare Vanessa per dirle dove ero? Poi mi accorsi che non sapevo neanche il nome della cittadina aspetterò domattina e nel silenzio mi addormentai.
Venni svegliato dal sole che mi batteva sul viso, abituai gli occhi alla luce e mi alzai feci una doccia, questa volta calda, accesi il cellulare c’erano almeno venti chiamate non risposte la maggior parte erano di Vanessa qualcuna del mio capo e qualcuna di’.Gianni, il mio eterno nemico, avrei voluto richiamarlo per urlargli tutto il mio disprezzo che provavo per lui ma non lo feci, lo spensi e andai in un bar feci colazione, era da tanto che non mangiavo niente, mi guardai intorno la cittadina era bellina, la piazza principale col duomo, entrai sperando di avere un’illuminazione di quello che avrei fatto o potuto fare, non riuscivo a concentrarmi per una vendetta vicina, anche perché tutta quella sottomissione un po’ mi era piaciuta anche se al solo pensiero mi veniva da vomitare, la cosa era un po’ strana.
Girando senza meta mi accorsi che era una cittadina di campagna dove c’erano delle fattorie piene di animali vacche, tori, cavalli mi sembrò di vedere anche una fattoria dove allevavano cani di grossa taglia, così cominciai a sorridere e pensare, idea era una idea ma era non fattibile e poi avevo un po’ di timore per i cani, da piccolo ero stato azzannato e così non c’era buon sangue fra di noi, però mi rimbalzava nella mente, li vedevo montati dal cane, e mi inebriava la cosa, mi divertiva pensarlo.
Ritornai alla pensione mi distesi ero molto stanco, non riuscii a riposare li vedevo sempre montati da animali, ma non era possibile come potevo fare anche volendo?
Riaccesi il cellulare, e mi avevano chiamato in tanti dovevo dire a qualcuno che ero ancora vivo, non lo feci aspettai che mi chiamava qualcuno e così fu, mi chiamò Vanessa, mi pregò di tornare mi disse ‘dove sei stai bene, perché sei andato via senza avvisarmi’ gli risposi tutto ok, sta tranquilla appena mi sarò riposato tornerò e tornerò con delle idee da farvi divertire tutti, riagganciai e mi distesi con la mente più calma.
Passarono altri due giorni, ero sempre in quella pensione e pensai che dovevo rientrare una volta o l’altra e affrontare quelle persone da uomo, così pagai ripresi l’auto e mi avviai verso la mia città e verso casa, mentre guidavo pensavo che ancora non avevo idee di come vendicarmi, sperai che mi mettessero nuovamente sotto. Sperai che non lo facessero e scacciai quel cattivo pensiero, ma mi eccitò pensarlo. Entrai a casa era vuota, non c’era nessuno, anche perché non avevo chiamato Vanessa per dirglielo, andai in cucina aveva cucinato avevo fame, mi sedetti e mangiai, non la volevo chiamare non volevo sapesse che ero tornato, mi feci una doccia e mi coricai, aspettando che ritornasse ma’.non ritornò quella notte al mattino ero solo, dove stava’.pensai solo che poteva stare da Gianni da chi se no.
Erano le nove quando aprì la porta, mi vide e mi saltò addosso baciandomi tutto mi infilò la lingua in bocca e aveva di nuovo il suo buon sapore, ricambiare e”mi aveva nuovamente nelle sue mani, volevo resistere ma già mi ero concesso a lei, non riuscivo a dirle di no, bastava che mi abbracciava, l’amavo più di me stesso, mi sarei fatto uccidere per lei, cercavo di resistere ma già sapevo che era tutto inutile, mi sarei nuovamente abbassato alle sue voglie, speravo che gli erano passate e che potevamo ritornare come una volta, cosi mentre la baciavo gli dissi, ‘andiamo via, cambiamo città senza avvisare nessuno, lascio il lavoro e ricominciamo come se ci fossimo appena sposati, vuoi?’
Mi disse che non era possibile e che lei non voleva cambiare città, qui aveva le sue cose le sue amiche e”..i suoi amici, rimasi deluso, allora dissi se non vuoi vado via io, perché mi derideranno per tutta la vita di quello che mi hanno fatto, mi assicurò che era tutto sorpassato e che era solo un brutto ricordo, l’abbracciai e facemmo se possibile l’amore, ma non riuscii a penetrarla troppo larga e io troppo piccolo, ci accontentammo di farlo senza penetrazione. Ci addormentammo abbracciati, mi sveglia presto, lei stava ancora sulla mia spalla, cominciai a pensare che fare, ma il troppo amore non mi faceva ipotizzare cattivi pensieri su di lei.
Ero ancora in ferie, mi vestii faceva ancora caldo, lei si mise una di qui vestitini svasati che tanto mi piacevano, mi venne vicino e mi bacio dicendo ‘guarda’ e si alzò il vestito non portava le mutandine, mi eccitai subito lo vide e mi fece venire io sborravo subito anche per il cazzetto piccolo che avevo e anche per le sue manipolazioni deliziose che sapeva fare, uscimmo e andammo a quel ristorante dove eravamo andati la prima volta prima che cominciasse quell’avventura, tornammo a casa molto tardi la sera e rifacemmo sesso cercai in tutti i modi di penetrarla mi posizionavo in tutte le maniere ma come al solito mi dovetti accontentare di poco.
Il giorno dopo mi collegai al pc e cominciai a cercare notizie su peni, come si potevano allungare e se era possibile poter fare delle operazione, se la cosa era possibile ne volevo uno enorme e la volevo distruggere, contattai un medico che abitava in un’altra città molto distante da dove abitavo, presi un appuntamento dicendo che ci sarei andato, ci voleva almeno un mese.
Il mese passò in fretta, però dovevo trovare una scusa per andare via, e stare fuori il tempo necessario per la convalescenza, se nel caso mi potevano operare, quindi dissi a Vanessa che sarei partito per una vacanza rilassante, dopo tutto quello che avevo subito e volevo stare solo.
Partii il giorno dopo raggiunsi la città e mi presentai dal dott. Antonio uno dei migliori urologi che ci stavano, mi fece sedere e cominciò a fare le solite domande di routine, alla fine mi chiese di spogliarmi nudo, mi guardò e mi fece coricare sul lettino, cominciò a visitarmi, mi guardò il cazzetto e mi disse definitivamente che non mi avrebbe mai messo le mani, perché era un po’ difficile poter fare qualcosa, troppo piccolo, al massimo mi poteva portare alla lunghezza nazionale cio&egrave 15 cm, lo guardai senza espressione rimasi deluso e quasi mi veniva da piangere, cercò di confortarmi ma purtroppo non c’era soluzione. Pagai (anche troppo) e andai via, ma non avevo voglia di tornare a casa, così restai in quella città mi riposai e mi calmai, però nella mia mente cercavo qualche soluzione al problema, che fare? Come fare? Non trovavo cose cattive da fare a Vanessa non so se sarei riuscito a farle veramente del male ma a Gianni e agli altri volevo cercare il modo di potermi riscattare, ma come? Giravo per la città pensando e ripensando ma non mi veniva in mente niente, questo molto crudele, quest’altro poco quest’altro ancora”comunque la mia idea era potermi vendicare, ancora non sapevo come ma certamente lo avrei fatto, tornai a casa in anticipo, entrai e’.trovai tante persone sia maschi che femmine intorno al tavolo che sorbivano un caff&egrave, Vanessa quando mi vide entrare si fece rossa ma aveva un sorrisino sulle labbra poco rassicurante, educatamente salutai non conoscevo nessuno o almeno speravo che non ci fossero quando mi violentarono, le femmine mi squadrarono da capo a piedi, i maschi sorrisero, non riuscivo a capire, e subito la mia mente venne percorsa da quello che avevo subito sperando che non lo riproponessero con violenza, questa volta avrei cercato di oppormi con tutte le mie forze, mi invitarono a sedermi e mentre prendevo posto entrò dalla porta Gianni’..e chi gli aveva dato le chiavi di casa? Come si era permessa mia moglie di dargliele senza dirmi niente? Così davanti a tutti gli dissi ‘ma adesso ha anche le chiavi di casa mia? Gliel’&egrave hai date senza dirmi niente? Come ti permetti visto che la casa &egrave solo mia e non nostra?’ speravo di farla fare almeno una brutta figura davanti a tutti, non si scompose mi venne vicino e mi diede una sberla ma di quelle che ti fanno sanguinare le labbra e così fu, rimasi fermo non sapevo se potevo reagire visto che ero solo e tutti avevano quel sorrisino del cazzo che tanto mi da fastidio.
Mi alzai mi guardai intorno e andai verso la porta per uscire, quando Gianni mi prese per un braccio chiedendomi di non andare, che Vanessa era un periodo che non stava tanto bene e che la dovevo in un certo modo perdonare, perché gli chiesi che ha, ha cambiato nuovamente adesso non gli bastano i cazzi grandi li vuole enormi? Dissi tutto d’un fiato, senza accorgermi che altri maschi si erano alzati e mi erano non troppo vicini ma a distanza ravvicinata, Gianni mi scosse con le braccia sbattendomi avanti e indietro, non fare il grande mi disse perché non sei nelle condizioni di poterlo fare, se vogliamo ti violentiamo nuovamente, e Vanessa si &egrave battuta per non permetterlo, sperando che tu dimostrassi a lei’.cosa volevo che gli dimostrassi? Che mi aveva modificato nel sesso? Avrei dovuto partecipare? Il cuore mi batteva talmente forte che pensai mi stesse venendo un infarto, dissi mentalmente no, no non adesso, lei si libererebbe di me senza dovermi uccidere e diventerebbe tutto suo, cercai di calmarmi respirando profondamente qualcuno si accorse di quello che mi stava succedendo e si allontanò un pochino, Vanessa mi portò un bicchierino di vodka, sapeva che non mi piaceva e che mi faceva ubriacare con un solo sorso, ma lo buttai giù per riprendermi, così mi liberai dalla stretta al braccio di Gianni e gli mollai un pugno sul mento, barcollò e cadde gli altri si avvicinarono detti un po’ di calci cercando di prendere le palle, ma mi immobilizzarono, Gianni si riprese mi guardò sorrise e mi chiusero in uno sgabuzzino, voleva a tutti i costi impossessarsi della mia mente, ma non ci riusciva mi sarei sempre ribellato.
Dall’interno si sentivano rumori di mobili che come se venissero spostati, ricominciò il panico, stava preparando lo spazio per me, ricominciai a tremare il bicchierino di vodka stava cominciando a fare il suo effetto, mi sentivo intorpidito cercavo di reagire restando sveglio, improvvisamente i rumori cessarono non si udiva più niente, sentii che aprivano la porta, non avevo niente per armarmi e colpire mi vennero addosso in tre, mi trascinarono fuori, mi legarono le mani e le issarono sulla mia testa mi legarono anche le caviglie, la cosa strana era che non mi bendarono ne imbavagliarono ma mi sistemarono in modo che vedessi il salone che era stato sbarazzato di tutto facendo rimanere solo al centro il famoso cavallo, però adesso c’era anche un tavolo.
Mi dissero guarda”.presero Vanessa che ormai era la loro schiava le ordinarono di inginocchiarsi e di spompinare tutti nella sala e slinguare le donne, che già si erano spogliate aprendo le gambe per agevolarla, lei ubbidì si inginocchiò e cominciò a prendere tutti quei cazzi in bocca, si girava come in un girotondo prendeva un cazzo leccava una figa e nel frattempo si masturbava da sola, alla vista di tutta quella lussuria anche se non volevo e la vodka nello stomaco il mio cazzetto si indurì, qualcuno lo vide e chiamando tutti li fece girare verso di me ci fu una risata generale e partecipò anche Vanessa , mi sentii ancora una volta umiliato, ma che ci potevo fare dovevo resistere, la mia vendetta cominciava a farsi strada nella mia mente.
Intanto presero Vanessa e un’altra Femmina una la legarono al cavallo a pancia sotto lasciando bocca e culo fuori come avevano fatto con me (solo che io ero obbligato mentre loro no), l’altra la misero di schiena con le gambe alzate, culo e figa in bella mostra, e cominciarono si alternavano tra una e l’altra io venni senza pudore e senza toccarmi almeno tre volte, Vanessa prendeva cazzi in bocca e nella figa l’altra solo nel culo e nella figa, le slegarono, ormai stanche le distesero sul tappeto, le femmine rimaste si erano ornate di strapon giganti a una sotto e l’altra sopra fecero una entrata violenta in Vanessa che non emise neanche un po’ di fiato, rimase impassibile, mentre l’altra gridò forte mentre gli introducevano quegli affari enormi nei buchi ormai allargati.
Qualche uomo lo metteva in bocca a Vanessa fino in gola, come avevano fatto con me anche l’altra aveva la gola impegnata durò tanto, però mi piaceva perché non avevano usato me fino al quel momento.
Speravo che dopo essersi riposati non facevano il pensiero di farlo a me, mi lasciarono appeso ancora qualche ora dopo che ormai stremati si erano fermati tutti, erano tutti distesi, quindi non c’era nessuno che si fosse alzato a slegarmi, qualcuno si era addormentato solo Vanessa mi guardava ma non era in grado di alzarsi, non riusciva a chiudere le gambe, quindi dovetti aspettare ancora ma la cosa non mi dispiaceva mi ero salvato il culo.
Venne qualcuno e mi slegò, ormai ero cianotico non riuscivo a muovere le braccia con disinvoltura, mi lasciarono cadere sul pavimento, mi girai e Vanessa era riuscita a mettersi in piedi, mi venne vicino e mi carezzò la guancia, chiedendomi come mi sentivo, io gli risposi e tu? Disse, sfinita mi sento tutto un dolore e mi sta uscendo anche un po’ di sangue dal culo e dalla figa, mi hanno sfondata forse dovrei andare da qualche medico per vedere se sto ancora bene, questa volta hanno esagerato disse, mi guardò e cominciò a piangere chiedendomi scusa di tutto quello che era successo, voleva il mio aiuto perché lei non riusciva a smettere.
Mano a mano cominciarono ad andare via tutti, qualcuno ancora rideva ci guardava con disprezzo, qualcuno sputò a Vanessa, e qualche altro a me, rimase Gianni e il suo amico nero, andarono vicino a Vanessa la presero per le braccia e la portarono sul letto, cercai di alzarmi il più in fretta possibile, pensai ‘adesso basta non ne posso più’ barcollando entrai nella camera, e Vanessa era stata legata con le mani alla spalliera e con le caviglie alzate le gambe spalancate anche loro legate alla spalliera, era inerme la vedevo che non voleva, veramente dalla figa e dal culo usciva sborra colorata di rosso, sembrava che veramente stesse male, Gianni voltandosi mi vide forse capì che quella volta ero determinato a fare qualcosa che non si aspettasse da me, mentre mi accingevo a dire qualcosa fui preso alle spalle con un braccio intorno al collo e mi fecero svenire.
Mi risvegliai e mi accorsi che ero nella stessa posizione di Vanessa, mi guardò come per dire che ormai aveva perso le redini del cavallo e si era imbizzarrito e galoppava da solo, nella stanza non c’era nessuno eravamo soli, io non riuscivo a parlare anche perché imbavagliato, lei disse che ormai non sapeva che cosa fosse successo da li a dopo erano andati via lasciandoci in quella posizione a entrambi.
Non so quanto tempo passò forse un’ora forse due le mie mani e le sue erano diventate viola come i piedi ormai non riuscivamo a muoverci, che ci volessero uccidere in quel modo? Pensai non era possibile che ci abbandonavano e farci morire di stenti, comunque non si sentiva nessun rumore, Vanessa piangeva piano e ogni tanto mi chiedeva scusa, ma ormai che fare?
Udimmo il classico rumore della porta che si chiudeva, si sentì una specie di sibilo come se stessero soffiando qualcosa e”’ci addormentammo, ci risvegliammo che era notte eravamo insieme dove? Non lo sapevamo c’era solo un lucernario che rispecchiava il cielo e perciò mi resi conto che era notte, ma dove siamo chiese Vanessa, non lo so ma non mi piace gli risposi ormai ci tengono prigionieri, ma che vogliono? Chi &egrave Gianni? Non lo sapevamo nessuno dei due, c’era un letto dove eravamo seduti ci coricammo abbracciati e ci addormentammo eravamo troppo spossati, stanchi. Non so quanto tempo dormimmo solo che adesso dal lucernario entrava un filo di sole capimmo che avevamo dormito tanto.
Si udirono dei passi come di tacchi entrò nella stanza una femmina aveva un costume aderente al corpo, bionda con una treccia fino al culo dei tacchi altissimi una mascherina che copriva gli occhi, senza parlare ci fece cenno di seguirla, andammo con lei camminavamo piano non avevamo la forza di camminare spediti, ci portò in un gande salone, eravamo nudi, nel salone c’erano almeno una ventina di persone tutte vestite con abiti da cerimonia le femmine con abiti da sera, ci guardammo intorno non conoscevamo nessuno ma”.qualcuno si, sembrava’ ma’. vestito così non lo avevo riconosciuto, c’era il mio capo e più avanti sua moglie che ci guardava e rideva, anche qualche altro rideva improvvisamente ci presero per un braccio e due enormi maschi vestiti solo con un piccolo straccetto sul cazzo, ci portarono vicino a un mobile con due porte massicce ne aprirono una e gettarono dentro Vanessa, poi fu la mia volta appena dentro chiusero sbattendo, rimanemmo al buio e in silenzio, infatti non si sentiva cosa succedeva fuori, dopo un po’ mi aprirono e mi fecero uscire tirandomi, appena alla luce dovetti chiudere gli occhi per potermi abituare, mi girai intorno e’.vidi Vanessa era appesa per i polsi almeno ad un metro da terra, le caviglie erano legate a degli anelli conficcati per terra molto distanti tra loro e aveva le gambe divaricate all’inverosimile mi guardò ma subito fu bendata, mi girai e vidi Gianni che rideva con delle persone indicando me e Vanessa.
Mi legarono ad una sedia mani e piedi, dovevo solo guardare speravo, ci fu una femmina che andò verso Vanessa prese un mazza con un dildo alla punta e lo conficcò senza pietà nel culo un’altra era pronta e lo conficcò nella figa, al solo sentirsi piena Vanessa partì non capiva più niente e cominciò a chiedere di essere chiavata senza fine, così la slegarono e la distesero su un materasso e cominciarono a chiavarla in tutti i buchi, era in paradiso non sapeva chi fosse e dove fosse voleva solo godere senza sapere chi fosse, godere, godere, incitava, chiavatemi con forza sempre più forte, la guardavo e non potevo muovermi, mi agitavo mi venne vicino una femmina che era nel salone e mi guardo il pipino (cazzetto) che era come un marmo lo guardò lo misurò con il dito e scoppiò in una risata tremenda, ma questo invece di farmi umiliare e ammosciare il tutto mi invigoriva sempre più, e disse ‘&egrave così piccolo che non lo sento neanche sulla lingua’ e rideva contemporaneamente mi leccava come poteva e venni senza ritegno, mi guardò si girò e disse ‘solo una goccia che squallore’.
Intanto Vanessa era svenuta ma loro continuavamo a chiavare senza sosta e io”.indurii nuovamente il pipino non riuscivo a non guardare e più la chiavavano e più diventavo duro, possibile che guardando chiavare Vanessa io mi eccitavo?
Era così, per questo ci trovavamo in questa situazione, perché volevo che Vanessa fosse chiavata da un bel cazzo, ma avevo sbagliato bull, si era dimostrato un dominatore che sottometteva le sue vittime e noi due eravamo idonei perché sottomessi.
La femmina che mi aveva sbocchinato mi sciolse dalla sedie e disse, ‘perché non partecipi anche tu?’, la guardai mi alzai e”..cosa mi stava succedendo? Andai al centro del salone e invece di aiutare Vanessa a venire via portandola lontano da quel posto io”’presi in bocca il primo cazzo che mi capitava a tiro, mi sentivo strano senza essere obbligato lo stavo facendo di mia iniziativa, subito rendendomene conto mi allontanai girandomi ma subito un altro me lo mise in bocca, mi piaceva e mi faceva schifo contemporaneamente, cercavo di allontanarmi lasciavo la presa e un altro lo rimetteva, cosi tra tutte quelle mani mi trovai in ginocchio con il culo in alto un cazzo in bocca e”’mi infilarono un cazzo in culo restai senza fiato non volevo ma’..lo volevo mi piaceva, ero stordito non lo stavo facendo con la forza ma con il mio piacere, lasciai il cazzo che avevo in bocca mi girai e vidi Gianni che rideva e mi diceva ‘visto che dopo tanto piace anche a te’. Mi trovai coinvolto in quella orgia dove tutti chiavavano tutti, anche Vanessa si era ripresa e chiedeva di essere chiavata, mi guardò sorrise e mi baciò in bocca avvolgendo la sua lingua con la mia, mi lasciò e continuai a fare pompini, mi facevo schifo da solo ma continuavo, avevo gli occhi chiusi quando sentii una voce che disse apri gli occhi e guardami, lo feci e vidi Gianni che mi infilava il suo cazzo in bocca venendo senza ritegno nella mia gola, tossii, mi sentivo di vomitare, mi prese per il mento facendomi alzare la testa e guardarlo cosi dovetti ingoiare, ridendo disse siete miei vi farò tutto quello che voglio, guarda tua moglie &egrave in balia di tutti e così sarà, vi userò fino a quando non avrò più niente da prendere da voi, questa sera mi avete fatto guadagnare molti soldi e abbiamo passato una bella serata, la prossima volta vi userò in un locale dove ci sarete solo voi in veste di schiavi e sarete usati da tutti in tutti i modi possibili, si alzò sorrise e andò via quasi tutti erano andati via, dopo un po’ vennero quei due omoni enormi ci sollevarono per le braccia senza sforzo e ci riportarono in quella stanza, dicendo ‘noi non abbiamo goduto siamo otto, li c’&egrave una doccia pulitevi e riposate verremo più tardi a prenderci la mancia’.
Ci lasciarono soli e andarono via, io e Vanessa ci guardammo e come due bambini cominciammo a piangere abbracciati ci distendemmo sul divano e spossati ci addormentammo senza pensare al dopo.
Mi svegliai prima di lei, dal buio si vedeva un filo di luce come se la porta non era stata chiusa, piano mi avvicinai e’. era vero, la porta era stata solo socchiusa spinsi piano e si apriva senza cigolii, guardai fuori, non c’era nessuno, feci uscire la testa e guardai intorno niente c’era un lungo corridoio che prima non avevo visto, a sinistra un atrio con tre porte ma’.quale aprire e poter scappare?
Rientrai in fretta svegliando Vanessa che non riusciva a camminare bene, gli dissi dai che scappiamo prima che ci vedono, mi guardò dicendo ma’..siamo nudi come andiamo via, tornai indietro strappai delle strisce dal divano e ci coprimmo a malapena, uscimmo piano in punta di piedi senza respirare la troppa eccitazione ci aveva portato ad una tachicardia, il cuore in gola così entrammo nell’atrio ma’..quale aprire? Misi l’orecchio vicino a una e non si sentiva niente così feci con le altre ma non si riusciva a sentire, sentivo solo il battito del mio cuore impazzito, speravo di non morire proprio in quel momento, con fare deciso ne socchiusi una dentro era buio non si distingueva niente ne aprii un’altra in fondo c’era una luce sembrava una finestra, la terza aprendola cigolò”..mi si fermò il respiro come a Vanessa rimasi fermo ma non si udiva niente, mi affacciai e vidi una porta a vetri e si vedeva una radura, dissi vieni e sempre in punta di piedi ci avvicinammo alla porta, non era chiusa girai la maniglia si apriva eravamo fuori finalmente, dissi a Vanessa di correre il più forte che poteva, mi rispose che non c’&egrave la faceva i buchi tra le gambe gli facevano male e non riusciva a correre allora tornai indietro e ci incamminammo anche se lentamente il più lontano da quella porta.
Ci allontanavamo sempre più mi girai e vidi che era una palazzina a tre piani c’erano solo finestre, ma la mia mente elaborava ma perché ci hanno fatto scappare? Non era possibile che fosse stato così semplice, c’era qualcosa che non quadrava, comunque con Vanessa cercavo di allontanarmi sempre più non avevo una direzione precisa ne tantomeno sapevo dove stavo andando la cosa importante scappare si ma’..dove?
Sembrava che andavamo incontro alla notte il cielo si faceva sempre più scuro, c’erano delle nuvole nere che piano piano cominciavano a oscurare più in fretta quello che sembrava sera, poi si alzò il vento Vanessa aveva paura dei lampi gli dissi di farsi forza e continuare a camminare, però rimaneva sempre il dubbio perché”..dissi ci penserò dopo, camminammo fino a quanto la palazzina non si vide più. Allora vidi degli alberi che formavano una specie di riparo fra loro, andai li feci inginocchiare Vanessa e mi misi su di lei cercando di ripararla, perché cominciò a piovere, gli alberi ci davano una sorta di protezione ma non era sicura stazionare sotto ad un albero in una tempesta.
La pioggia cadeva incessantemente e ci furono dei lampi e Vanessa si attorciglio su di me cercando riparo, fu una notte tremenda, forse era meglio che fossimo rimasti in quella stanza, anche se stremato non riuscivo a calmarmi Vanessa si addormentò sapendo che vegliavo io su di lei, cominciammo a tremare dal freddo, tanto forte che sbattevano i denti in bocca era tremendo.
All’alba la pioggia finì ci rilassammo dovevamo comunque andare ancora più lontano da quel posto, gli stracci che avevamo addosso erano fradici uscì il sole che ci investì in pieno, aspettammo ancora un po’ poi ripartimmo cercando sempre di rimanere più bassi e non farci scorgere ma da chi? Non lo sapevo ma speravo che non era una trappola e si sarebbero divertiti alla caccia all’uomo.
Non lo dissi a Vanessa cercai di essere più calmo possibile, dicevo andiamo qua, giriamo la, ma non sapevo cosa facevo e non vedevo nessuna recinsione ne la fine del parco, camminammo non so quanto almeno un paio d’ore dal sorgere del sole, comunque non finiva il bosco, ci fermammo eravamo stremati ci adagiammo su un prato dove il sole era padrone, ci coricammo e abbracciati al tepore del sole dormimmo.
Non so quando ho dormito ma mi svegliai perché avevo freddo il sole aveva lasciato il campo all’ombra Vanessa era ancora abbracciata a me cercando calore avevamo addosso solo quegli stracci così mi alzai la svegliai e dissi dobbiamo andare, mi rispose dove? Non risposi e mi incamminai, lei stava un po’ meglio, avevamo fame, sete ormai era da tanto che non ci cibavamo, il cielo si imbrunì, stava scendendo nuovamente la notte, trovammo un anfratto e ci riparammo, non sapevamo neanche dove stavamo, in lontananza si udiva un latrare di cani, pensai che veramente ci avevano lasciati scappare per fare la caccia all’uomo, non dissi niente a lei e mi raggomitolai ancora più stretto.
Passava il tempo e si sentivano sempre più vicini, presi dei rami coprii Vanessa con la terra dicendogli di aspettarmi senza muoversi, mi chiedeva che succedeva, io non rispondevo così mi allontanai sperando che mi seguissero e lasciassero in pace lei, corsi più che potevo tanto da non riuscire più a gestire le gambe, caddi un paio di volte, l’abbaiare si allontanava allora pensai che avevano trovato Vanessa, ma che intenzioni avevano? Che altro dovevamo subire da quella banda di depravati, quello che ci avevano fatto non gli bastava?
Allora cercai di ritornare indietro, fu un attimo e”.ci fu un silenzio spettrale non si udiva che qualche cinguettio di uccellini che cercavano riparo per la notte.
Camminai spedito cercando di orientarmi alla meglio, adesso camminavo prima correvo e quindi la distanza si era raddoppiata, arrivai da Vanessa dopo un po l’anfratto era vuoto, mi disperai e mi maledissi di averla lasciata sola, non sapevo più orientarmi da dove ero venuto? Non riuscivo a capirlo anche perché stava diventando buio cosa dovevo fare? Continuare oppure fermarmi e aspettare l’alba?
Optai di aspettare che venisse mattina, che le avrebbero fatto? Come l’avrei trovata se riuscivo a trovarla, non volevano me volevano lei per continuare la loro libidine sul suo corpo, che purtroppo appena veniva sfiorato da carezze si perdeva nell’oblio dei sensi diventando una ninfomane assetata di cazzi e di tutto quello che si poteva chiamare sesso, con questi pensieri e con molta stanchezza caddi in un sonno profondo riempita da incubi che mi martellavano nel cervello.
All’alba mi svegliai infreddolito come non mai, cercavo di abbracciarmi da solo nel tentativo di riscaldarmi un po’, mi alzai a stento mantenendomi vicino all’albero, avevo sete la gola era arida non avevo più saliva cosa dovevo fare, come mi dovevo comportare, andare alla palazzina oppure cercare di scappare e tornare a recuperare Vanessa? Erano domande che non riuscivo a rispondere, decisi, mi diressi verso la palazzina, sperando che era la direzione giusta, la vidi, cercai di essere il più silenzioso possibile, ero ancora nudo solo coperto da quello straccetto, mi avvicinai alla finestra più in basso e non si vedeva niente all’interno, purtroppo le stanze erano tante, dovevo entrare, tanta fatica per uscire e adesso cercavo di tornare dentro, girai intorno cercando di trovare quella porta dove eravamo usciti per scappare, infine la trovai, provai a spingere ma non si apriva, eppure dovevo entrare ma come.
Ero frastornato, affamato, assetato e non mi ricordavo come ero uscito avevo tirato oppure spinto?
Provai ancora ma non si apriva, mi guardai intorno e’.non c’erano più macchine neanche una, mi avevano lasciato in quel bosco solo, avevano portato via Vanessa’ si ma dove??
E adesso dove andavo come mi muovevo nudo con uno straccetto che a malapena mi copriva, provai ad aprire la porta dando dei calci ma niente presi un sasso e sfondai il vetro finalmente ero dentro, all’interno mi riscaldai un po’, girai tutta la palazzina era vuota in una stanza trovai dei vestiti che mi andavano un po’ larghi, visto che non ero un gigante, così ritornai all’esterno e mi diressi spedito verso’.non so non sapevo che direzione prendere, ma continuai, camminai tanto, mi sentivo stanco, all’interno della palazzina non c’erano vivande, quindi ero ancora digiuno, poi mi sembrò di udire un rumore di un motore di auto, cominciai a correre ma senza convinzione, fino a quando vidi la strada, che sollievo sarei potuto ritornare a casa, ma non sapevo dove stavo, mi incamminai sul ciglio della strada cercando un passaggio, secondo me facevo ridere vestito in quel modo con un abito più grande di me di almeno due taglie.
Si fermò un ragazzo gli chiesi dove andava mi disse verso xxx, la direzione era giusta, accettai il passaggio e mi portò quasi all’indirizzo di casa, avevamo fatto molti km, lo salutai e scesi dirigendomi verso casa mia ma’..non avevo le chiavi per entrare accidenti!! Come dovevo fare, salii arrivai alla porta e sentii dei rumori, bussai, mi apri Gianni e scoppiò a ridere di come ero vestito, ‘ ma come ti sei conciato’ disse uscì il suo amico nero e rise anche lui, con quella poca forza che mi era rimasta mi scagliai contro Gianni gettandolo a terra e riempendolo di pugni e schiaffi, il suo amico mi prese per le spalle e liberò Gianni che mi diede un pugno nello stomaco quasi da farmi svenire, così caddi sulle ginocchia tossendo maledettamente chiedendo notizie di Vanessa, mi rispose che era nel letto a dormire, doveva recuperare, troppa violenza su di lei, ma mi avete lasciato nel bosco da solo, dissi, mi rispose che mi sarebbero venuti a riprendere non pensavano che sarei riuscito a tornare senza aiuto.
Mi alzai barcollando andai nella camera e la vidi, Vanessa distesa nuda che dormiva, almeno cosi sembrava, mi accorsi che era legata al letto, ma”come mai &egrave legata, mi fecero capire che voleva scappare, voleva venire a prendermi così avevano dovuta legarla.
Andai in cucina e mi rifocillai con quello che c’era, mi feci una doccia e cacciai da casa mia Gianni e il nero non volevano uscire ma vincendo la mia timidezza, misi tutto il coraggio nelle parole e li cacciai, andarono via mentre mi guardavano con disprezzo dicendo, ‘questa volta andiamo ma sta certo che torneremo’.
Chiusi la porta a chiave e mi diressi in camera, slegai Vanessa che non si era neanche svegliata, la coprii con un plaid, e mi distesi accanto a lei mi accoccolai alle sue spalle e caddi in un sonno infestato di incubi e fantasmi, ritornavano nella mia mente tutte le cose che avevo fatto, tutti i soprusi subiti ma dormii per tanto tempo.
Non so quanto tempo abbiamo dormito, mi svegliai, lei era ancora assopita, il sole era alto, mi alzai cercando un orologio per sapere almeno che ora era, erano le due del pomeriggio, mi diressi in bagno mi feci una doccia tiepida per cercare di rimettere insieme i pensieri, nel frattempo fui raggiunto da Vanessa che entrò nella cabina insieme a me, facemmo la doccia insieme andammo in cucina per cercare almeno di fare un caff&egrave, lo prendemmo ci guardavamo e le dissi ‘ non so come ci siamo trovati in questa situazione, ma Gianni lo chiavavi abitualmente oppure era occasionale?’ mi rispose che ogni tanto la telefonava e si incontravano niente di più, non sapeva che sarebbe diventato così sadico verso di loro e specialmente verso di lei che diceva di amare, ‘ mi ha anche proposto una convivenza e lasciare te’, figuriamoci risposi che ti faceva se lo facevi.
Dovevamo pensare a una soluzione non potevamo essere trattati in quel modo, improvvisamente udimmo le chiavi che giravano nella toppa della porta, ma non poteva aprirla perché avevo chiuso con un saliscendi, allora bussarono al campanello con molta insistenza, guardai dallo spioncino era Gianni, il nero e un altro che non avevo mai visto, il campanello continuava a suonare, e senza rispondere abbassai l’interruttore della luce, praticamente eravamo senza elettricità, non si accontentava e cominciò a insultare dando calci e pugni sulla porta ma rimanevamo dentro senza rispondere.
Se ne andarono ma dissero che ci avrebbero aspettati giù, perché prima o poi dovevamo per forza uscire, magari per acquistare da mangiare.
A quel punto Vanessa cominciò a singhiozzare dicendo se riuscivamo mai a liberarci di quello, ormai anche lei lo odiava.
Mi trovavo in questa situazione perché volevo far contenta Vanessa facendogli provare un cazzo più grande del mio e lei si trovava nella stessa situazione perché già lo prendeva, che assurdità, mi dissi mentalmente che anche se già lo ero, non sarei mai diventato cuckold perché a questo punto non mi piaceva più la situazione venutasi a creare.
Però dovevamo per forza maggiore cercare di uscire ma come? Cercai tra le nostre cose cosa metterci per non farci riconoscere trovai un vecchio cappotto che non utilizzavo da tempo lei una pelliccia e un cappellone di quelli a larghe falde dopo che ci eravamo bardati in quel modo pensai’..lo sai che non possiamo lasciare la casa sola, quel porco di Gianni ha le chiavi che gli hai dato tu e che io non sono riuscito a recuperare, dovevamo cambiare la serratura senza farcene accorgere, era una cosa abbastanza complicata, anche perché io non lo sapevo fare, andai alla finestra e vidi che parcheggiata c’era l’auto di Gianni, possibile che non andava mai via?
Mi accorsi che si alternavano, volevo chiamare la polizia e denunciarli ma anche se lo avessi fatto non c’era niente contro di lui, quindi?
Animato da un coraggio che non sapevo dove l’avessi preso, dissi a Vanessa di restare a casa chiudere la porta e non aprire a nessuno, uscii andai al supermercato feci degli acquisti e senza farmi accorgere e con molta naturalezza ritornai su per le scale, arrivato al mio piano”’.ma accidenti la porta era aperta, mi fiondai dentro gettando la merce sul pianerottolo non c’era più.. Vanessa non c’era più, preso dalla disperazione corsi alla finestra e non c’era neanche l’auto di Gianni, adesso ero proprio sconfortato, non sapevo e non potevo sapere dove l’avessero portata, speravo che non la ammazzavano mandandomi un pezzetto, scacciai questo pensiero dalla mente, adesso o mai più, mi vestii in modo adeguato e corsi in strada presi la mia auto e partii.
Mi diressi dove ci avevano portato la prima volta nel bosco, fermai l’auto lontano, mi sentivo un agente segreto alle prese con qualche missione.
Camminai piano nel bosco, cercavo di non fare rumore guardando dove mettevo i piedi spezzavo qualche ramo per individuare il percorso da fare in caso di fuga, arrivai alla palazzina incriminata, c’era un’auto, non era di Gianni, camminavo carponi per non farmi vedere, raggiunsi la palazzina sbirciai dentro, non si vedeva, feci il giro e arrivai alla porta a vetri che avevo sfondato il giorno prima con la pietra, era aperta, la tensione si poteva tagliare con il coltello, una voce ‘desidera qualcosa signore?’ mi voltai era un operaio che doveva sostituire il vetro, risposi no ma non c’&egrave nessuno dentro? Mi spiegò che gli avevano telefonato per sostituire il vetro e che sarebbero arrivati in serata.
In serata”.e tutto questo tempo che gli avevano fatto a Vanessa, lo sapevo che bastava che la toccassero un po’ che lei partiva e diventava infoiata.
Salutai quel signore e mi allontanai, mi guardò che mi allontanavo, mi scrutò fin quanto sparii alla sua vista, così mi nascosi e aspettai in silenzio.
Si fece sera e già si cominciava a sentire più fresco, fortuna che questa volta ero attrezzato, venne una macchina, poi un’altra, dalla prima scesero Gianni il nero Vanessa e quell’amico che li aveva accompagnati a casa mia, dall’altra scesero tre persone due uomini e una femmina, e”..guarda chi era, il mio capo la moglie e il suo segretario privato, che conoscevo bene, un maschio senza scrupoli che si divertiva a torturare la gente sia psicologicamente che materialmente, che volevano fare?
Vanessa camminava con loro senza restrizione, quasi quasi manteneva per mano Gianni, ma questo non riuscii a vederlo bene perché era quasi buio ed ero lontano da loro, entrarono nella palazzina e chiusero la porta, mi mossi mi avvicinai sbirciai all’interno Vanessa limonava con Gianni che le metteva una mano sul culo, e non erano neanche entrati, pensai che puttana poche ore fa lo voleva uccidere e adesso lo bacia.
Improvvisamente fui investito dalla luce dei fari di una macchina, mi immobilizzai ormai sentito le tempie che mi martellavano al ritmo del cuore, scesero due persone vicino a me erano dei colossi, si avvicinò uno era nero mi guardava, poi venne anche l’altro anche lui era enorme, ‘ che ci fa lei qui’ mi disse il bianco poi come se pensassero aaaahhhhhhhh! Tu sei il marito cornuto di Vanessa quello che soddisfa anche i suoi bull, cominciarono a ridere, mi girai guardando per terra, c’era un grosso ramo spezzato, con tutte le mie forze mi abbassai lo presi e”..
Colpii il nero neanche tanto bene, si riparò con il braccio e ci fu una reazione da parte sua mi assestò un pugno neanche tanto forte, che mi fece spostare di almeno mezzo metro, il ramo mi cadde dalle mani e fui preso per le ascelle sollevato di qualche cm e trascinato all’interno della palazzina, quando mi videro come ero entrato con quei due che mi trascinavano, scoppiò una risata generale, anche Vanessa rideva, mi si avvicinò mi bacio sulle labbra e mi chiese scusa, non era riuscita a resistere a non aprire la porta a Gianni era come una droga.
Sempre lei mi spogliò nudo il mio cazzetto era in tiro per quello che poteva fare, mi misero su una sedia legandomi mani e piedi, la sedia aveva le ruote e mi spinsero in un ascensore con loro portandomi al secondo piano, entrammo in un salone enorme al centro c’era una pedana mi posizionarono in maniera che la pedana la potevo guardare tutta, Vanessa si portò al centro, gli fu chiesto dal segretario del capo se era disposta ad essere appesa e frustata con flogging e bullwhipping, tra le sue gambe si vedevano scendere delle gocce della sua eccitazione era tremendo guardare senza potersi muovere.
Accettò, dal soffitto scesero delle catene, gli applicarono delle polsiere e fu legata e issata almeno a cinquanta cm da terra anche le caviglie furono legate ad un anello che usciva dal pavimento gli chiesero se andava tutto bene e se voleva guardare chi la frustasse, lei disse che voleva essere bendata, non voleva sapere chi fosse, e così fu bendata fu la moglie del capo la prima a muoversi prese il flogging e cominciò piano a colpirla sulle cosce poi sul culo sempre come una carezza, Vanessa era immobile, non diceva niente, improvvisamente un colpo tremendo la colpì sul culo facendo rimanere delle strisce rosse Vanessa si morse le labbra io guardavo e il mio cazzetto era durissimo, la femmina continuò a frustare Vanessa cominciò a gridare tutto il suo dolore, si fermò e gli chiese se doveva smettere, passò qualche secondo e rispose di no continua disse, non credevo a quello che sentivo, gli piaceva che qualcuno la frustava, continuò a frustarla lasciando segni sempre più evidenti ma mai da lasciare segni impressi, la frustò su tutto il corpo sia avanti che indietro le mammelle rimbalzavano a ogni colpo, poi si fermò’ stanca? No si fermò perché prese la frusta, era di cuoio attorcigliata stretta di un colore ambrato era lunga circa 80 cm alla punta c’era almeno sembrava un piccolo nodo che pendeva, così si posizionò ad una certa distanza e’.colpì con una forza estrema Vanessa diede un urlo disumano si vedeva il segno dove aveva colpito che si tingeva di rosso porpora, la guardò e disse smetto? Singhiozzando rispose di no ‘continua ‘ disse, dalla benda cominciarono a scendere delle lacrime, fu colpita ancora con molta violenza e ad ogni colpo si vedeva la striscia che si marcava tingendosi di rosso.
Smise, la frusta la prese il segretario che con molta maestria la fece vibrare in aria colpendo il culo, lasciando un segno rosso fuoco e aprendo un po’ la pelle un rivolino di sangue cominciò a scendere sulle cosce di Vanessa, lui colpì ancora e ancora, ormai Vanessa non parlava, si accorsero che era svenuta, subito fu slegata e adagiata su un lettino, le passarono delle creme sui punti più rossi la risvegliarono sbendandola, gli chiesero ‘ti &egrave piaciuto?’ rispose ‘ si ma perché avete smesso ero in un altro mondo’ a quella dichiarazione venni senza avere la possibilità di toccarmi perché legato.
Cominciarono a palparla su tutto il corpo anche dove aveva le striature dei colpi ricevuti lei cominciò a gemere, fu un attimo e tutti si denudarono, il nero e l’amico nuovo di Gianni avevano un cazzo enorme, uno lo mise in bocca alla moglie del capo che lo fece scendere senza sforzo fino alla gola, dalla mia postazione vedevo il collo della femmina che si riempiva del cazzo di quel maschio era tremendo il mio cazzettino si rianimò nuovamente mi guardarono e cominciò la risata generale io vicino a loro ero come un bambino appena nato il mio cazzettino era minuscolo come un dito, che figura ma comunque era dritto.
Gianni mi venne vicino e mi chiese se volevo provare anche io quello che avevano fatto a Vanessa, risposi di no che non ci tenevo affatto, anche se nella mia posizione non &egrave che potessi fare molto, se volevano lo facevano con la forza solo per vedermi frustato, non rispose fece un movimento strano e dai fianchi della sedia uscirono delle pedane ad una certa altezza, rabbrividii pensando che sarei diventato nuovamente la loro schiavetta preferita, intanto il nero aveva messo il cazzo in bocca a Vanessa che coricata vicino alla moglie del capo faceva entrare e uscire quel cazzo dalla gola, sembrava una gara a chi lo facesse entrare più dentro la gola si ingrossava ad ogni introduzione e si snelliva quando usciva, il segretario da sadico incallito che era, si mise tra le gambe della femmina e con calma cominciò a infilare dentro un dito poi due, tre usciva e entrava la femmina cominciò a gemere quattro dita fino alle nocche, io guardavo la moglie del capo che veniva fistata dal segretario che con mossa veloce fece uscire le dita mise la mano a pugno e’.in un sol colpo la fece entrare nella figa della moglie del capo che dette un urlo, e ebbe un orgasmo travolgente, gli altri maschi erano seduti intorno e si godevano lo spettacolo, intanto Vanessa continuava a far entrare e uscire quella mazza dalla gola che le sborrò direttamente in gola e anche lei ebbe un orgasmo da gridare, tutto si fermò, il segretario disse qualcosa nell’orecchio di Vanessa che sorrise e acconsentì con la testa.
Si allontanò prese una scatola che aprì vicino a lei, disse ‘se fai la brava non ti lego altrimenti dovrò legarti’ Vanessa chiese di essere legata perché non sapeva se si sarebbe mossa oppure no, così i due neri presero delle corde e legarono ben stretta Vanessa in un modo che non riusciva a fare nessun movimento, il segretario si avvicinò alla scatola prese un ago di tre cm ricurvo, del filo rosso e cominciò, disinfettò l’ago infilò il filo nella cruna e la appoggiò sulle grandi labbra di Vanessa tirò un po’ a se la pelle e introdusse l’ago facendolo passare da parte a parte, Vanessa emise un grido disumano cominciò a piangere e scuoteva la testa da destra a sinistra, imperterrito passò l’ago anche dall’altra parte facendo entrare il filo rosso che poi legò le due estremità, praticamente stava cucendo la figa di Vanessa, alzò la testa la guardò e disse,’ tra poco useremo solo il culo va bene?’ Vanessa disse si con la testa, continuò la cucitura e ad ogni passaggio Vanessa urlava tutto il suo dolore, dopo almeno sette punti la figa era praticamente sigillata era libero veramente solo il culo, la slegarono la fecero riposare e si gettarono sulla moglie del capo che non sapeva quale cazzo prendere per primo ci pensarono i due neri, una la mise su di lui infilandolo nella figa e l’altro con un colpo solo la inculò, andarono avanti per almeno un’ora il culo era diventato largo e enorme, sembrava che volesse prolassare tanto era enorme poi vennero tutti e si calmarono per un po’, quelli seduti si erano divertiti a guardare nessuno era intervenuto all’incontro.
Venne da me Gianni che ridendo disse vuoi partecipare da solo oppure vuoi che ti facciamo partecipare per forza? Lo guardai con quanto odio avevo in corpo cercando di agitarmi e cercando di liberarmi dalle corde che mi tenevano legato dissi digrignando i denti ‘ se un giorno riesco ad essere libero ti ammazzo ma solo dopo averti fatto passare le pene dell’inferno’ non l’avessi mai detto, mi diede uno schiaffo da farmi sanguinare le labbra, mi usciva sangue dalla bocca, così allungò quelle sbarre e mi accorsi che erano il prolungamento di una sedia ginecologica, mi slegarono le caviglie e le legarono alle sporgenze buttarono indietro lo schienale e mi trovai quasi coricato, la testa pensoloni il culo praticamente fuori dalla sedia. Vanessa mi si avvicinò e disse piano vicino all’orecchio avresti dovuto partecipare adesso ti faranno male ma”. seriamente.
Subito dopo si avvicinarono a Vanessa la presero e la coricarono con le mammelle su un tavolo che non era largo che un mezzo metro, non riuscivo a vedere bene nella posizione che mi trovavo, così era esposta con il culo libero da qualsiasi impedimento la oliarono e cominciarono, questa volta erano tutti in tiro erano in fila e cominciarono ad infilare il culo di Vanessa quando uno usciva l’altro senza aspettare entrava così andò avanti per due ore alla fine l’unico che non aveva goduto era il nero con il cazzo enorme si avvicinò a Vanessa disse qualcosa nel suo orecchio e scoppiarono in una risata che a me sembrava non tanto buona.
Gianni o non so chi mi bendò ovviamente mi divaricarono la bocca e sentii un dolore che si sprigionava dal buco del culo, il nero mi aveva inculato a crudo senza neanche averci sputato sopra, urlai per quel poco che potevo ma non durò molto mi tapparono la bocca con un cazzo che raggiunse la gola in men che non si dica, così anche la mia gola si ingrossava e si snelliva ogni volta che lo introducevano venendomi in gola come con Vanessa ingoia senza possibilità di sputare, dall’uscita del cazzo dal culo si alternarono come con lei entravano davano sei sette colpi e uscivano senza mai venire durò un’eternità mi sembrava di morire, dopo quando erano allo sprint finale passavano per la bocca e sborravano nella gola, ingoiai sei sette cazzi di sborra tutta in gola, volevo morire e Vanessa? Be si era munita di quel dildo gigante lo aveva legato in vita e era entrata anche lei nel mio culo, e ogni volta che lo introduceva abbassandosi mi diceva ‘ scusa, scusa, scusa’ io ancora non avevo capito perché lo dicesse, anche la moglie del capo si era messa uno strapon gigantesco e quando Vanessa finì lei senza domandare entrò ‘ che male avevo un male tremendo’.
Mi devastava il culo con un ritmo impetuoso, Vanessa mi si mise davanti alla bocca e incitandomi mi disse di leccare, potevo far uscire solo la lingua, lei si sedette sulla mia bocca e venne in una maniera insolita mi riempi la bocca, poi feci mente locale stava’.squirtando un sapore bellissimo, però siccome il culo mi faceva male non assaporai bene, e lei senza scomporsi, mi pisciò in bocca, non potendola chiudere dovetti bere tutto anche l’altra femmina si era stufata di chiavare e anche lei si mise nella stessa posizione e feci lo stesso anche a lei.
Ancora non era finita, i maschi si erano tutti ripresi e ovviamente volevano ricominciare, sperai che non lo continuassero a fare a me, mi sentivo umiliato nell’anima e ”.nel culo purtroppo.
Incominciarono a prendere Vanessa che si fece mettere con le spalle sulla tavola e le gambe le furono alzate e mantenute all’indietro dal nero enorme, il segretario si armò di forbici un po’ bizzarre erano ricurve alla fine, ma che voleva fare, pensai, si avvicinò e si posizionò tra le gambe di Vanessa, puntò la punta delle forbici e cominciò a tagliare il filo rosso che ancora serrava la figa, ad uno a uno tagliava il filo poi prese una specie di pinza e tirò piano e poi sempre più forte il filo da un lato, all’uscita Vanessa cominciò a gridare cercando di togliersi da quella posizione ma fu trattenuta e così finì il lavoro, dai buchi lasciati cominciò a uscire del sangue che nessuno tamponò, solo il nero enorme che la manteneva andò tra le gambe e gli infilò quell’enorme arnese che aveva nella figa dolorante e grondante sangue, sussultò gridando ma dopo poco cominciò ad incitarlo di fotterla più violentemente che poteva, il nero lo faceva uscire e entrare per tutta la sua lunghezza fino a quando sborrò nella figa quando si tolse sembrava che avessero aperto una fontana tanto ne aveva fatto.
In quel momento mi sentivo rilassato pensando che me l’avevo cavata anche quella volta ma non fu così.
Il segretario si posizionò tra le mie gambe, non mi ero accorto di questo, e improvvisamente mi infilò la mano in culo, urlai anche se avevo il divaricatore in bocca, la tirò fuori e la inserì nuovamente, questa volta cominciò a spingere piano, mi sentivo aprire l’intestino ero pieno, continuava piano uscì qualche rivolo di sangue ma lui non smetteva e piano piano fece entrare anche un po’ del braccio dopo il polso, spingeva ancora, mi sentivo da rimettere (lo avete mai provato realmente? Io si) ma lui continuava fino quando arrivò al gomito volevo gridare ma non usciva niente, non riuscivo a stringere il muscolo anale, come era entrato piano uscì mi sentii libero, ma riprese e questa volta molto più velocemente, quando arrivò al gomito si fermò e ricominciò a spingere piano, tutti guardavano quello che stava facendo, mi sentii lacerare e passò anche il gomito, uscì di nuovo ma subito tornò dentro, ci sapeva fare lo stronzo, arrivò di nuovo al gomito si fermò e ricominciò a spingere sentivo la mano che mi arrivava alla gola (la sensazione era quella) il gomito passò e lui spingeva fino a quando arrivò che era entrato quasi tutto il braccio, gli spettatori rimasero allibiti anche i neri guardavano con una certa ansia, poi come era entrato piano uscì lasciandomi un vuoto nello stomaco che non riuscivo a colmare, mi sentivo distrutto.
Vanessa si avvicinò e chiese se mi era piaciuto, perché voleva provare anche lei quella sensazione, non la sputai in faccia perché in quella posizione non potevo farlo mi limitai a scuotere la testa, così lei mi tolse il divaricatore mi baciò in bocca penetrando con la lingua e attorcigliandosi alla mia stette li alcuni minuti.
Avevo ancora il culo dolorante mi guardai in giro e vidi che le femmine erano insieme coricate sulla pedana, tutti i maschi erano seduti nudi sulle sedie intorno masturbandosi lentamente, Vanessa e la moglie del capo si distesero e cominciarono a baciarsi sulla bocca, poi cominciarono a scendere e mano a mano assunsero la posizione del 69 si leccavano le fighe come se non c’era niente altro da fare, infilavano le lingue dentro alla figa al culo, fino a quando gridando ebbero un orgasmo travolgente, poi si bardarono dei cazzi finti e a me mi vennero i brividi pensando che li usassero su di me.
Invece Vanessa si mise carponi e l’altra la inculò di brutto, poi si scambiarono i posti, i maschi continuavano quella sega lenta senza forzare, quando le due femmine si calmarono i maschi si alzarono quasi all’unisono, si accalcarono intorno alle femmine e piano senza forzare cominciarono a chiavarle, in figa in culo in bocca, le femmine era distrutte, non riuscivano a connettere chiavavano ormai da almeno cinque ore e erano quasi definitivamente distrutte in tutti i buchi a disposizione.
Al momento rimanevo legato solo a guardare e la cosa se rimaneva cosi era anche piacevole, ma quando si sarebbero stancati? Mi usavano ancora? Il culo mi faceva male e non riuscivo a sentirlo ne a contrarre i muscoli dell’ano, ma se dopo mi slegavano andava bene ma’..!
Quasi tutti sborrarono sulle femmine, e si distesero, tutto rimaneva fermo nessun movimento ormai erano distrutti sembrò che si fossero addormentati e dopo quello che avevano fatto era quasi obbligatorio, non sono riuscito a calcolare quanto tempo rimasero tutti fermi, Vanessa mi guardò, molto lentamente si mosse cercando di alzarsi, pensai finalmente mi slegano avevo mai e piedi ormai quasi atrofizzate, si avvicinò piano senza agitarsi tanto quasi strisciava si portò tra le mie gambe e prese in bocca quel cazzettino che mi ritrovavo tra le gambe, mi fece un pompino e sborrai nella sua bocca, dopo aver ingoiato, mi chiese se lei si poteva divertire un po’ con il mio culo, impaurito gli dissi di no, sono ancora mezzo esaurito, lei piano alzo la mano destra e con un dito cominciò a girare intorno al buco senza forzare e senza entrare, gli chiesi ‘ma che ti sta succedendo in tanti anni non sei mai stata cosi che hai? Possibile che dopo tutto quello che ti hanno fatto non ti sei ancora saziata’, mi rispose che ormai era cambiata e che gli piaceva quello che faceva e lo voleva fare sempre ma”, mi fece capire senza dire che se l’avessi portata sotto chiave si sarebbe calmata ma senza convinzione, si alzò mi slegò e finalmente riuscii a rimettermi in piedi, ma caddi subito sulle ginocchia le caviglie non mi sostenevano, gli altri ormai esauriti si rivestivano piano senza fretta e come erano entrati cominciarono a uscire, la moglie del capo la dovettero portare a spalla fuori perché ormai era definitivamente distrutta, rimasero solo Gianni e il nero come sempre.
Riuscii a riprendermi feci rivestire Vanessa e uscimmo Gianni si offrì di accompagnarci a casa, lo accettammo anche perché fisicamente non c’&egrave la facevamo da soli, avevo ancora il culo dilatato e dolorante per sedermi dovetti appoggiarmi su un lato non potevo sedermi regolarmente.
Arrivati a casa scesi piano e feci scendere Vanessa, Gianni ci salutò dicendo che ci saremmo rivisti tra tre giorni ci chiamava e ci veniva a prendere lui.
Arrivati a casa ci facemmo una doccia Vanessa ancora una volta si chinò e mi prese il cazzetto in bocca facendomi sborrare nuovamente, non c’&egrave la facevo più, ci distendemmo sul letto e”.ci risvegliammo dopo un giorno mi alzai non riuscivo a connettere chi fossi e come mi ero trovato a casa mia, poi misi a fuoco e mi ricordai che aveva detto ci veniva a prendere fra tre giorni ma’quanti ne erano passati?
Pensai uno poi ritornai nella stanze e vidi Vanessa che ancora dormiva le andai vicino e piano la svegliai, mi guardò e mi sorrise, dove siamo disse, anche lei non ricordava, dissi vestiti che dobbiamo uscire, ci vestimmo, la feci vestire con un pantalone non aderente una camicia bianca abbottonata fino al collo, una giacca uguale al pantalone senza trucco e con un paio di occhiali tremendi, non li aveva mai messi perché bruttissimi, uscimmo in strada, mi diressi all’auto misi in moto feci salire lei e partii con calma senza fretta, mi girai pensando che ci stessero spiando, ma non si mosse nessuna macchina, mi sentivo ormai libero, mi diressi verso l’autostrada la imboccai e mi diressi in direzione sud.
Guidai per almeno sei ore dopo aver fatto due soste e verificando che nessuno ci seguisse, uscimmo in un paesino della punta della Calabria, prendemmo una stanza d’albergo.
Vanessa si cominciò a preoccuparsi di quello che sarebbe successo quando Gianni non ci trovava, gli dissi che non sapeva dove eravamo e quindi non si doveva preoccupare più di tanto, poi’..accidenti ancora una volta mi ero dimenticato di togliere la chiavi di casa mia a Gianni, e adesso?
Ci penserò dopo pensai, uscimmo andammo in un ristorante a cenare, ritornammo in albergo, e come sempre Vanessa cominciò a vaneggiare, gli stava cominciando la mania del sesso si distese sul letto si spogliò nuda e cominciò una masturbazione da non credere, si passava la mano su tutta la figa, si schiaffeggiò il clitoride poi introdusse un dito dentro poi due entravano e usciva ad una velocità incredibile, lei si contorceva sul letto il mio cazzetto riprese vita, lei adesso era entrata con la mano la faceva entrare e uscire mi avvicinai e cominciai ad accarezzarla sei seni le torcevo i capezzoli e lei chiedeva sempre ‘più forte più forte’ poi finalmente venne, vibrando tutta sembrava posseduta, prese il mio cazzetto in bocca e lo ingoiò letteralmente entrarono anche le palle sembrava e mi avessero evirato non si vedeva più era lo aveva tutto in bocca, sborrai e lei ingoiò ci placò e si distese rimanendo distesa nuda e ansimante.
Non ci credevo era diventata assatanata, come curarla? La portavo in un convento e la lasciavo li oppure”..
Girammo per il paese cercavamo qualche casa da fittare per poter stare lontano da Gianni e dai suoi amici, così cominciammo a conoscere quella gente umile e ospitale, tutti ci volevano aiutare a trovare casa, gli stranieri da quelle parti erano sacri, così trovammo una casetta isolata a pochi metri c’era un maneggio e una fattoria la casa aveva anche un giardinetto carina e abbastanza accogliente anche il prezzo era ottimo ci installammo li ma adesso sorgeva il problema della casa in città dove Gianni aveva la chiave e sicuramente era dentro ad aspettarci, sarei dovuto tornare per recuperare anche qualche indumento pensai molto come fare e Vanessa ? come la lasciavo sola visto che ogni tanto partiva con la mente e voleva solo chiavare? Passò una settimana eravamo tranquilli avevamo conosciuto molte persone e sembrava che Vanessa si fosse calmata non avevamo fatto più sesso dall’albergo dove stavamo l’ultima volta e lei sembrava rinsavita, era da vedere, così un giorno gli dissi che il giorno dopo sarei partito per recuperare chiavi di casa e indumenti per noi anche qualche vestito, che so.
Vanessa non voleva restare sola aveva paura che la crisi si sarebbe ripresentata e lei come avrebbe fatto senza il mio aiuto?
Cercai di calmarla dicendo che salivo e scendevo cercando di non fermarmi così si calmò, il mattino dopo appena si fece l’alba misi in moto la macchina baciai lei e partii avevo il cuore in gola pensando cosa avrei dovuto e in che modo potevo districarmi senza problemi, viaggiai fermandomi solo per rifornimento arrivai in città era quasi pomeriggio entrai nel mio viale, cautamente fermai la macchina un po’ lontano da casa e proseguii a piedi, avevo il vestito che ero partito, una vecchia giacca blu notte e un pantalone a jeans avevo un cappello e degli occhiali (non porto occhiali).
Mi avvicinavo piano e nelle tempie e nelle orecchie sentivo il battito del cuore, mi fermai un attimo, mi sembrava che tutto era tranquillo, così entrai nel palazzo non c’era nessuno salii al mio piano, appoggiai l’orecchio alla porta per sentire qualche rumore ma niente tutto taceva infilai la chiave aprii’.la casa era vuota non c’era nessuno, mi tranquillizzai presi una valigia e cominciai a riempirla di tutto quello che trovavo mio e suo, volevo chiamare un fabbro per far cambiare la serratura ma in quanto tempo ci sarebbe riuscito? Cosi telefonai mi rispose che se tutto andava bene ci sarebbe voluto un’oretta circa, gli dissi di venire il più in fretta possibile, infatti arrivò da li a dieci minuti, cominciò a lavorare e veramente ci mise meno di un’ora, lo pagai lo salutai e richiusi rientrai in camera presi la valigia e quasi accovacciato mi diressi verso la porta per ritornare da Vanessa.
Chiusi la porta, ormai avevo le nuove chiavi e Gianni non sarebbe potuto più entrare mi girai e”’..porca puttana Gianni e il nero erano dietro di me

mi misero uno straccio sulla bocca e ””mi sono risvegliato nudo in quel salone, questa volta era pieno di gente, io ero ormai come sempre legato al centro vicino ad un palo le mani in alto, una cintura alla vita e anche le caviglie stessa sorte, mi guardavo intorno tutti mi guardavano qualcuno rideva e indicava il cazzettino che avevo, il mio capo come sempre era presente con la moglie, c’era anche il segretario e questo mi faceva paura, Gianni si avvicinò e mi chiese dove fosse Vanessa, vedi mi disse, queste persone stanno aspettando da tre giorni per incontrarvi ma voi siete scappati ci avete tradito e adesso? Visto che hanno pagato come li rimborso? Non posso restituire i soldi devo per forza fare qualcosa, gli risposi ‘come ti hanno pagato, che significa che io e Vanessa siamo diventati le tue puttane?’ mi rispose vedi i soldi non si guadagnano facendo lavori onesti, devi per forza di cosa ingarbugliare un po’ tutto per poter sopravvivere, altrimenti affondi nella povertà e questo non mi piace, allora’ Vanessa? Dove la vado a prendere? Gli risposi che non lo avrei mai detto mi potevano anche uccidere ma non avrei mai rivelato il suo nascondiglio, ok disse se vuoi stare al suo posto per me non fa differenza, si materializzò affianco a me il nero enorme con il cazzo esagerato lo guardai dal basso, mi sentivo ancora più piccolo, mi slego dal palo e fui sistemato su un tavolaccio a pancia sotto veramente non usò gentilezza ma mi getto sbattendomi, disteso con le caviglie legate a v ai bordi del tavolo e le mani legate in alto.
Questa cosa l’avevo già vista”..già ma dove? Improvvisamente capii cominciarono a girare una ruota e cominciai a tendermi, era il tavolo delle torture dell’inquisizione mi sentivo le braccia e le gambe che venivano tirate, si fermarono girarono un’altra maniglia e le mie gambe cominciarono a scendere verso il basso così mi ritrovai le braccia stese al massimo e io in posizione a pecorina, avevo una paura da morire, si avvicinò il segretario che maneggiava una corta frusta, si mise sul lato sinistro mio e colpì”..uno schiocco tremendo si sentì per tutta la sala emisi un urlo disumano non connettevo dal dolore quando swiff ne arrivò un altro ancora più forte quasi svenivo, sentii vicino all’orecchio Gianni che mi diceva ‘continuiamo oppure ci dici dove sta?’ non lo risposi e ne arrivarono almeno altri due in concomitanza, non potevo neanche muovermi mi faceva un male tremendo, mi colpì ancora cinque volte urlavo tremendamente, si fermò e mi chiesero nuovamente dove fosse Vanessa altrimenti non si sarebbero fermate le mie torture, piangevo dal dolore ma non glielo avrei mai detto dove stava, il segretario andò a prendere una valigetta la mise su un tavolo la aprì e cominciò a rovistare dentro, prese un divaricatore per ispezione anale dei cavalli (lo avete mai visto?) era lungo almeno trenta cm aveva tre palette, lo lubrificò molto poi lubrificò il mio culo, gridai di smettere che non lo facesse, ‘dove sta Vanessa?’ subito chiusi la bocca per non parlare, il segretario lo appoggiò al culo e piano cominciò a farlo entrare, gridavo con quanto fiato avevo in corpo, dicendo che non lo avrei mai detto dov’era Vanessa, continuò nell’introduzione arrivò a metà si fermò e cominciò a girare la maniglia per aprire le tre palette, mi sentii dividere a metà più allargava e più mi sentivo aprire, fino a quanto si fermò e chiese chi volesse mettere la mano, subito la moglie del capo si offrì volontaria e mise la mano nel divaricatore infilando tutto il braccio, mi venne da rimettere e svenni.
Mi risvegliai che non ero più legato a quel tavolaccio ma ero in sospensione, cio&egrave legato con le braccia in alto disteso con la schiena su una striscia larga di cuoio e la gambe con le caviglie in alto legate alla catena che mi sosteneva, dondolavo se mi spingevano, mi imbavagliarono e mi domandarono nuovamente, ‘continuiamo oppure ci dici dove sta?’ non risposi chiusi gli occhi e aspettavo che qualcosa di tremendo doveva succedere.
Intanto al paese Vanessa cominciò a sospettare qualcosa, che era successo? Perché ancora non era venuto? Ormai si era fatto tardi era quasi buio e lei cominciò ad avere paura di restare da sola in quella casa, andò dai vicini nella fattoria chiedendo se poteva quella notte dormire con loro, anche perché si era annuvolato e lei aveva paura dei lampi, i vicini erano dei contadini di una quarantina di anni la moglie molto forte tarchiata, abituata a lavorare duramente, il marito era alto quasi 180 cm forte senza un filo di grasso era uno che cominciava all’alba e finiva al tramonto, avevano due figli un maschio di 18 anni anche lui molto grosso e forte e una femmina di venti bionda a differenza dei genitori che erano neri.
Cenò con loro e la biondina la invitò a dormire nella sua stanza, Vanessa fu felice di accettare, andarono nella stanza a Vanessa gli fu dato un letto quasi vicino alla biondina, ma improvvisamente un tremendo lampo illuminò la stanza Vanessa sussultò e corse nel letto della biondina abbracciandola, questa rimase un po’ titubante non aveva mai dormito insieme a una donna cosi vicini e stretti, Vanessa si sentiva tra le braccia quella carne fresca soda e giovane la sua figa cominciò ad avere sussulti, piano senza farlo capire cominciò ad accarezzare quel corpo giovane sensibile alle sue carezze, la biondina cominciò a sciogliersi e Vanessa ad insistere, così arrivò alla figa la ragazza baciandola gli disse che era la prima volta che faceva sesso, e se era così bello lo avrebbe rifatto volentieri.
Si spogliarono a vicenda e si strusciavano corpo su corpo, Vanessa da esperta cominciò ad accarezzare la figa giovane e gocciolante della biondina facendola esplodere in un orgasmo micidiale, prese la mano della biondina e se la strusciò tra le gambe incitandola a far entrare piano un dito alla volta, la biondina cominciò prima con uno poi due e infine gli infilò l’intera mano nella figa andando avanti e indietro senza sosta Vanessa vaneggiava ebbe un orgasmo travolgente, fortuna che la stanza era lontana da orecchie indiscrete e si addormentarono soddisfatte.
Nel salone le cose si cominciarono a complicare, tutte quelle persone cominciarono a spingere e far girare Giacomo che si sentiva sempre più impaurito di quello che poteva capitare, improvvisamente come se ci fosse stato un ordine tutti maschi e femmine si cominciarono a spogliare rimanendo tutti nudi, qualche femmina infilò dei guanti in lattice fino al gomito, mentre altre cingevano la pancia con cazzi finti enormi, qualcuna aveva un cazzo che ci volevano tre mani per prenderlo tutto intorno, i maschi cominciarono piano a masturbarsi facendo ingrossare i cazzi e erano ragguardevoli solo il nero lo aveva esagerato, sembrava finto come quello che aveva qualche femmina.
Diedero una spinta laterale e cominciò a girare in tondo, guardava le facce che in ogni giro cambiavano si sentiva come una trottola, poi fu fermato bruscamente, e”.si accorse che erano tutti muniti di fruste, frustini, flogging e canne di bambù a quel punto si pisciò addosso dalla paura veramente di morire improvvisamente qualcuno lo fece girare nuovamente ma questa volta con più calma e”.
Mentre giravo in tondo li vedevo tutti in faccia che sorridevano aspettavano cosa?
Il giro ricominciò e sembrò un segnale uno colpì e tutti insieme continuarono prendevo colpi da tutte le parti, non si preoccupavano di quello che colpivano, l’importante era colpire sempre con intensità senza smettere mai mi sentivo dolorante in tutto il corpo, qualche femmina malvagia mi colpiva i testicoli facendomi un male tremendo, passò quanto tempo? Non so non riuscivo a capire cominciò a uscire un po’ di sangue da qualche parte colpito con più cattiveria, poi smisero continuavano a farmi girare mi sentivo imbambolato guardavo il cielo e non sentivo più il mio corpo.
Mi fermarono e come sempre si ricominciò con il mio culo entravano facendomi ondulare, poi venivo passato all’altro che entrava e sempre ondulando mi dava due, tre colpi e mi girava all’altro, parteciparono anche le femmine qualcuna entrava con la mano qualche altra con il dildo legato alla vita, mi sentivo sconquassare l’anima, non connettevo più, cominciai a delirare e così, dopo non so quanto tempo si placarono, mi slegarono da quel trabiccolo e mi distesero per terra, non ricordavo neanche chi ero, poi svenni, quando mi risveglia ero nel mio letto solo al buio quanto tempo era passato? Non sapevo al momento calcolarlo, cercai di alzarmi, lo feci con molta calma mi gettai sotto la doccia, la feci fredda pensavo a Vanessa che cosa stava pensando, perché ancora non ritornavo, l’acqua fredda mi ridestò dal torpore, mi rivestii e uscii per strada portavo la valigia era un peso tremendo, avevo ancora le membra segnate dalle frustate e il culo’.be non sapevo se era ancora li mi doleva tremendamente.
Arrivai all’auto misi in moto e partii, guardai dallo specchietto se partiva qualche altra macchina dopo la mia ma strano non si mosse niente, guidai con calma e dopo molte ore arrivai a casa da Vanessa, mi corse incontro baciandomi e chiedendomi cosa fosse successo, gli raccontai tutto quello che era successo mi accarezzò e mi bacio con passione piangendo mi disse che era fiera di me perché l’avevo difesa da quella gente malvagia e lei non voleva più vederli, disse anche che quella stessa sera eravamo ospiti dei vicini, non ne avevo voglia ma ci andai, mi salutarono calorosamente, la bionda abbracciò mia moglie e la guardava con amore.
Ci accomodammo a tavola e il fattore mi disse che avevo una faccia sconvolta e mi chiese che cosa era successo, al momento non ne avevo voglia di raccontargli niente promettendogli che gli avrei parlato appena mi riprendevo un po’.
Passammo un paio di giorni sereni io e lei senza sesso non ne avevo voglia al momento, la biondina ci invitò nuovamente a casa loro per cena, ci andammo, dopo aver mangiato il fattore mi prese con garbo sotto il braccio e mi invitò ad andare fuori a fumare una sigaretta, ci andai per educazione ma non fumai, ‘allora’ disse ‘mi racconti cosa ti ha sconvolto tanto’ e”mi aprii’ gli raccontai quello che era successo a me e Vanessa e che ormai ero soggiogato da quelle persone, mi tenevano in pugno , non potevo neanche andare a denunciarli perché non avevo niente contro di loro denunciavo cosa? Che gli avevo chiesto di chiavare Vanessa?
Il fattore ascoltava con interesse e ogni tanto dava dei consigli di come mi sarei dovuto comportare, ma ormai non avevo più la forza di difendermi, Vanessa era una marionetta e ne ero certo che il giorno che lo rincontrava sarebbe caduta nuovamente nella sua tela, Gianni era con un ragno tesseva la rete e poi ti colpiva con tutta la cattiveria che poteva.
Il fattore dopo un po’ di silenzio fumando mi chiese ‘ma dimmi, una persona educata come te con una magnifica donna come tua moglie, perché volevi che qualcun altro la chiavasse?’ che gli dovevo rispondere? Lo invitai un po’ più avanti nella campagna e quando ero certo che nessuno ci potesse vedere gli dissi guarda perché”mi slacciai i pantaloni e li abbassai insieme agli slip, mi guardava strano, poi capì, vide il mio cazzetto che a riposo era ancora più piccolino, non rise per educazione, ma aveva una smorfia che era tutto un programma e disse ok ho capito perché, ma dovevi almeno stare attento a chi prendevi, gli raccontai che Vanessa già chiavava con lui, il fattore scosse la testa.
Ritornando verso la casa mi chiese adesso? Che avete intenzione di fare, gli risposi che avrei fatto calmare le acque sperando che tutto tornasse nel dimenticatoio e poi sarei ritornato cercando di non cadere più nella trappola di Gianni, ma”non avevo previsto una cosa allarmante.
Trascorsero altri giorni di calma, non sapevo più se avevo ancora il lavoro e Vanessa l’avevano licenziata? Non aveva dato più notizie da tempo, allora dissi al fattore visto che conosceva molte persone, se mi trovava un lavoro, mi trovò un lavoro presso una agenzia di assicurazione, così cominciai a lavorare Vanessa purtroppo si sarebbe dovuta accontentare di fare la casalinga ma’.la moglie del fattore la chiamava spesso per farsi aiutare nelle stalle accudire gli animali, dargli da mangiare Vanessa era contenta di questo cosi non doveva restare a casa da sola, anche se non sembrava ma il fattore e il figlio guardavano Vanessa con occhi diversi.
La biondina quando poteva e di nascosto alla madre se restava sola con lei l’abbracciava e la limonava Vanessa non si tirava mai indietro anzi, quando poteva prendeva la biondina si appartavano tra la paglia e se la leccava tutta facendo e facendosi fare tutto quello che potevano di nascosto da sguardi indiscreti.
Una mattina uggiosa uscii per andare al lavoro Vanessa dormiva ancora, quando bussò alla porta il figlio del fattore, ormai si conoscevano, si era creata una familiarità tra noi e quella famiglia, lei lo fece entrare gli offrì il caff&egrave ma il giovane gli fece capire che era a conoscenza che ogni tanto lei e la sorella si appartavano per toccarsi, Vanessa si spaventò pensando che il giovane lo potesse dire ai genitori, ma lui senza scomporsi gli chiese di fare quello che faceva con la sorella, allora lei lo prese per mano e lo portò nella ns camera si sedette sul bordo del letto e cominciò con calma a togliergli la camicia aveva un petto villoso un fisico scolpito dal lavoro che faceva, lei cominciò a leccargli i capezzoli li mordicchiava li stringeva tra le dita, poi piano cominciò a scendere sulla pancia arrivò alla cintura dei pantaloni la slacciò con la bocca senza mai lasciare i capezzoli da soli, il ragazzo era immobile e si gustava il trattamento, lei scese piano con le mani tirò giù i pantaloni accarezzò da sopra le mutande il cazzo del giovane che era di proporzioni ottime, Vanessa lo ammirò, poi abbassò le mutande e lo ingoiò, lo fece uscire dalla bocca e leccò l’asta fino alle palle ne prese una in bocca la aspirò prendendola tutta in bocca, come se la masticasse il giovane non riusciva a stare sulle gambe, ma lei la fece uscire dalla bocca e ritornò lentamente fino al prepuzio con la punta della lingua solleticava il filetto riprese la cappella tutta in bocca facendosela arrivare fino in gola e lì il giovane venne senza ritegno spruzzando il suo seme tutto in gola facendola tossire perché non se ne aspettava tanta, lui abbassò lo sguardo la prese per le spalle e la coricò sul letto si inginocchiò e partendo dalla punta dei piedi cominciò a leccarla piano senza fretta saliva piano il polpaccio, l’interno del ginocchio poi arrivo alla figa, Vanessa con gli occhi chiusi era partita ormai, lui cominciò a leccare appena le labbra, le divise con la lingua e raggiunse il clitoride, lo toccò appena e Vanessa ebbe un orgasmo che la fece tremare tutta come se una scossa elettrica la stesse attraversando, il giovane si distese su di lei gli strusciò la punta del cazzo sulle labbra e piano con molta lentezza cominciò a spingere entrava senza trovare resistenza poi si fermò e Vanessa ebbe un altro sussulto cominciò ad andare avanti e indietro prima piano poi sempre più forte fino ad arrivare ad un martellamento, sborrò di nuovo intensamente e Vanessa per la terza volta ebbe un orgasmo, tremava tutta si dimenava sotto al giovane che anche se era venuto non smetteva di chiavare, poi si placò uscì da lei e si distese accanto, la baciò sulle labbra senza entrare nella bocca si abbassò sui capezzoli e li strinse piano tra i denti, le sorrise e siccome fuori pioveva forte la invitò a casa sua dicendo che potevano fare dei lampi e con questa paura si vestirono dopo aver fatto una doccia insieme e andarono a casa del fattore.
La moglie era intenta a cucinare, quando vide il figlio e Vanessa sorrise e la invitò a sedersi, chiese quando sarebbe rientrato il marito lei rispose come sempre verso le sette, si sedettero a tavola e mangiarono, poi lei voleva ritornare a casa sua ma la biondina voleva che restasse, il fattore che in quella giornata di pioggia non era uscito per la campagna disse alla figlia che era meglio che tornasse a casa, forse aveva capito qualcosa?, anzi disse adesso la accompagno io cosi non deve temere niente, quando fu dentro lei gli voleva offrire un amaro come digestivo ma il fattore uomo abituato a comandare disse ‘non sarebbe meglio che mi fai digerire facendomi qualche lavoretto? Ho visto come &egrave messo tuo marito, se vuoi farlo’ altrimenti vado via’ Vanessa diventò rossa come un peperone, ma senza dire una parola si mise in ginocchio e si avvicinò al pacco, sbottonò i pantaloni e tirò fuori un arnese che era il doppio di quello del figlio, lei lo guardò lo ammirò e cominciò a leccare senza sosta dalle pale alla punta, non si accorse alle sue spalle che la moglie del fattore era entrata e guardava il marito che aveva gli occhi chiusi e Vanessa che era di spalle, ingoiava il cazzo del marito, così senza dire una parola si mise dietro di lei e cominciò a stringere le tette Vanessa si spaventò ma lei con molto tatto gli accarezzava i capezzoli e la incitava a continuare quello che stava facendo, Vanessa ingoiò quasi tutto il cazzo del fattore la moglie guardava e disse che lei non ci era mai riuscita e voleva provare, cosi si trovò che come una maestra insegnava alla femmina come fare per ingoiarlo fino alla gola, si spostarono sul letto il maschio si sistemò tra le gambe di Vanessa mentre la moglie si sedette letteralmente sulla bocca cosi era tra due fuochi mentre il fattore chiavava con impeto come era abituato a fare anche nei campi la moglie si strusciava sulla bocca Vanessa aveva già goduto almeno due volte poi fu la volta della moglie del fattore che con un grido godette nella bocca di Vanessa, che bevve tutto nel frattempo il fattore sborrò nella sua figa ma il cazzo non si ammosciò di un millimetro, come se fosse un fuscello la prese per i fianchi e la girò subito la moglie si mise distese con le gambe aperte davanti alla bocca di Vanessa e il fattore senza neanche domandare la inculò con una forza che anche se era molto aperta la fece gridare dal dolore, adesso era lei che leccava mentre il marito la inculava sempre con più forza non smetteva mai sua moglie ebbe orgasmi su orgasmi Vanessa era brava quando finalmente sborrò si accasciò su di lei, anche la moglie si scostò stettero distesi qualche minuto poi piano si cominciarono a vestire fece del caff&egrave, si sedettero in cucina lo bevvero con gusto, così marito e moglie la baciarono e tornarono a casa dicendo che li aspettavano per cena, praticamente Vanessa si era fatta tutta la famiglia dopo solo una settimana che era in quella casa
Quando tornai dal lavoro trovai una Vanessa felice e gioiosa, mi disse che aveva passato una splendida giornata con i vicini, anche se pioveva, disse che anche quella sera ci avevano invitati a cena da loro, non sapevo perché ma dissi ok andiamoci.
Arrivammo dal fattore verso le 21 era tutto apparecchiato, il fattore mi chiese se mi dispiaceva se a cena con loro c’erano degli ospiti, gli risposi che a casa sua poteva ospitare chi voleva, cenammo era tutto squisito, la biondina guardava mia moglie con occhi da cerbiatta, il maschio anche ogni tanto sbirciava, anche perché Vanessa si era vestita molto sexy una mini nera con delle calze autoreggenti una camicetta quasi trasparente, sotto non aveva niente e si potevano godere le sue bellissime mammelle.
La cosa strana era che a cena eravamo soli, cosi lo guardai e gli chiesi e gli ospiti? Mi disse che sarebbero arrivati da li a poco, poi dopo aver finito sempre con garbo mi invitò fuori in giardino a fumare, andai con lui sembrava che mi volesse dire qualcosa, ma non riuscivo a capire, si accese la sigaretta con calma , aspirò un paio di boccate e cominciò dicendo
– Sai volevo chiederti una cosa, da quando sei ritornato qui non hai più visto quella gente di città. Risposi
– No e non voglio incontrarli neanche da lontano
– Tua moglie mi da l’idea che non avendo più un cazzo valido, la vede un po’ strana, sai’.
Cominciai a riflettere dove voleva arrivare, continuò ‘ma tu sei ancora del parere di vederla mentre si fa sbattere da qualcuno?’ ma cosa dici gli risposi, ‘vedi’ riprese non volevo dirlo ma’.oggi, tua moglie, anche se io non volevo &egrave stata molto carina con me poi &egrave venuta mia moglie ed &egrave stata carina anche con lei’.
Cominciai a farfugliare ma tu’.ma tu’. Stai dicendo che’che’tu e lei insomma avete si insomma avete chiavato e anche con tua moglie, mi rispose di si e che era stata una cosa bellissima, riprese ‘tua moglie &egrave fatta per fare sesso non lo hai capito? Per questo chiavava quell’uomo, non voglio infierire ma tu diciamocelo non sei all’altezza &egrave troppa per te’. Risposi che lo sapevo ed era questa la ragione che volevo per lei un amante e che io la potessi guardare e gestire ma poi mi era sfuggito tutto dalle mani, mi guardò e continuando a fumare disse, noi qui siamo una comunità, siamo in pochi come ti sarai accorto, quindi se ancora vuoi, a tua moglie la facciamo girare un po’, ma se non vuoi fa niente non farò nient’altro, solo che potrà passare qualche mese ma lei richiamerà quello e andrà via con lui.
Rimasi un po’ sconvolta di quello che mi aveva detto, riflettevo, ma’.era vero quando si sarebbe manifestata la voglia andava via oppure prendeva qualcuno per chiavare allora che fare?
Gli dissi che gli avrei fatto sapere, ma’.. disse’ vedi gli ospiti che verranno tra poco, b&egrave’.. io gli ho accennato a oggi e loro conoscendola volevano provare se lei lo voleva, sono due coppie e due amici soli, ma se non vuoi”..li chiamo e annullo tutto.
Non sapevo cosa rispondere a me la cosa piaceva, visto che il mio cazzettino si era destato ma cosa gli avrei detto a Vanessa che volevo continuare a farla chiavare da altri? Anche se lei non si era posta il problema nella giornata con il fattore e la moglie e conoscendola e da come la guardavano presumevo che si era fatta anche i figli, mia moglie era veramente una grandissima puttana e così doveva essere trattata.
Gli dissi aspettiamo gli ospiti e vediamo come va a finire, rimanemmo che se lei non si sarebbe esposta tutto sarebbe finito altrimenti”
Verso le 23 sentimmo arrivare due auto, erano le due coppie e i due singoli, scesero ci salutarono cordialmente come sempre, entrammo e il fattore da buon anfitrione presentò me mia moglie ci sedemmo tutti nel salone, era grande aveva un divano a elle molto lungo, di pelle alle pareti quadri di paesaggi e foto della sua tenuta ingrandite, la biondina e il figlio guardarono il padre che con un cenno gli fece capire che dovevano allontanarsi, il fattore mi chiese se ero disposto a dare le chiavi di casa mia al figlio cosi che potevamo stare più liberi, ma risposi non sono maggiorenni? Perché mandarli via, mi guardò con occhi duri mi mise quasi paura, poi sbottò un’altra volta forse, oggi non &egrave il caso, presi le mie chiavi e le diedi al giovane e i due ragazzi educati e impauriti dal padre andarono via.
Ci sedemmo sul divano la moglie portò un vassoio con bicchierini di liquore, Vanessa non beveva tanto ma lo prese e lo buttò giù in solo sorso, la guardai in faccia e mi accorsi che era già partita, mi spostai da vicino a lei e mi sistemai su una poltrona un po’ più defilato, tanto io che cosa potevo fare con il mio cazzetto, lei chiese di avere se possibile un altro bicchierino, io non parlai la moglie del fattore ne prese degli altri e Vanessa come il primo lo ingoiò subito, la vidi che si manteneva la testa e cominciò a tirarsi dietro i capelli, segno che non stava tanto bene.
Lei era la centro dei due singoli il fattore vicino e le tre signore di fronte, i due vicini le posero le mani sulle gambe lei aprì le gambe permettendo alle mani di entrare, il fattore con mosse autoritarie la sollevò dal divano le strappò la mini e con un solo gesto aprì la camicetta facendo saltare tutti i bottoni, rimase nuda la guardavamo tutti, era magnifica con quella pancetta appena pronunciata e il monte di venere pieno di peli biondi, i tre uomini cominciarono a passare le mani su tutto il corpo, Vanessa si contorceva dalla goduria la sentii ansimare aveva goduto così senza che nessuno le facesse niente, le tre donne presero un tavolino e lo posizionarono al centro del salone, fecero distendere Vanessa e cominciarono a baciarla a leccarle i capezzoli, una si mise sulla bocca un’altra si impossessò della figa, gli uomini si alternavano chi toccava il culo di una chi di un’altra, io guardavo avevo il cazzetto tra le dita e mi segavo velocemente.
Il fattore si fermò e disse ora’..tutti si alzarono la lasciarono sola sul tavolino, la moglie si allontanò e tornò con una bacinella un pennello e un rasoio a mano, bagnò la figa spalmò un po’ di sapone e con il pennello cominciò a insaponare, lo passava con maestria sul monte di venere e sulle labbra piano senza fretta, Vanessa a quelle spennellate cominciò a mugolare, si torceva e urlò un orgasmo spasmodico, quando fu bella insaponata, il fattore prese il rasoio lo aprì lo passò sul palmo della mano e cominciò a radere, gli chiese di non muoversi perché poteva ferirla, cominciò dall’alto poi scese sulle labbra tirò in avanti quella di destra e cautamente passò il rasoio, fece lo stesso con l’altra, tutti quei bei peli biondi cadevano nel catino dove ogni tanto sciacquava il rasoio, alla fine quando fu tutta liscia passò una spugna umida e assorbì tutta la schiuma rimasta e con una asciugamano l’asciugò, Vanessa con quel trattamento e con la manipolazione delle labbra ebbe orgasmi misti, poi si inginocchiò tra le sue gambe e cominciò a leccare, Vanessa era impazzita, scese dal tavolino e si distese su un tappeto, il fattore la fece posizionare sopra di lui dava le spalle ad uno dei single che senza chiedere lo infilò nel culo, nel frattempo le altre femmine si erano messe a 69sempre sopra agli uomini quello sotto lo infilava nella figa lei distesa all’indietro, l’altra femmina era alla pecorina che leccava mentre un altro la inculava, una mi guardò e sorrise venne da me mi fece uscire il cazzetto dai pantaloni e lo ingoiò lo manipolava con maestria, ma non solo era piccolino sborravo immediatamente, mi facevo schifo lei quasi delusa si allontanò per immergersi nell’orgia che si stava consumando per terra, tutti ebbero orgasmi su orgasmi Vanessa impazzita incitava sempre più forte, non gli bastavano mai.
Verso le quattro del mattino erano tutti sfiniti, dormimmo li con loro, gli ospiti andarono via e il fattore disse che per il futuro organizzava qualcosa per vanessa che non si sarebbe dimenticata mai.
Passò quasi una settimana, il fattore non si sentì per tutta la settimana, poi un giorno venne da noi e ci disse che aveva organizzato una festa per Vanessa, ma era a pagamento, cio&egrave voleva che i partecipanti pagassero per vederla, si appartò con lei io fui messo in disparte (mi sembrava di essere caduto dalla padella nella brace) parlò con lei poi usci soddisfatto dandoci appuntamento per il sabato, visto che quasi tutti non lavoravano.
Quando fu sabato andammo da lui che ci guidò in una stalla che aveva adibito a stanza, c’era un letto sgangherato, un tavolo molto resistente un po’ rialzato, dalle travi scendevano delle corde e in un box c’era un pony che scalpitava.
Mi diede una videocamera e mi disse che io ero il cameramen e dovevo filmare tutto quello che accadeva senza parlare, perché aveva l’approvazione di Vanessa e poteva farle quello che voleva.
Acconsentii anche perché lei aveva detto la stessa cosa, piano piano cominciarono a venire clienti, (così li chiamo lui) non dovevano essere del paese perché non li avevo mai visti, presero posto su sedie e panche sistemate intorno, praticamente sembrava un teatro.
Non avevo visto Vanessa dalla mattina, era andata con la moglie del fattore, ci fu un suono di sirena e”..apparve lei, bellissima, era coperta da veli che la fasciavano tutto il corpo i capelli biondi erano legati a treccia con una piccola frangetta sulla fronte, aveva dei sandali con dei tacchi vertiginosi tutti applaudirono, io riprendevo, mi aveva dato anche una batteria di riserva nel caso quella che c’era non bastava, andò al centro e cominciò a danzare con una musica orientale, il mio cazzetto anche se piccolino subito balzò sull’attenti mi piaceva quello che vedevo ne ero ipnotizzato ma non smettevo di riprendere.
Piano e con molta sensualità cominciò a spogliarsi, si muoveva come una gatta che fa le fusa, fino a quando restò solo con un minuscolo pezzetto di stras che copriva il monte di venere, praticamente già era nuda.
Si fermò e si accosciò sulle ginocchia abbassò la testa e aspettava, il fattore entrò in scena, gli andò vicino l’accarezzò sui capelli e gli chiese se tutto quello che faceva e che avrebbe fatto ne era consenziente, ‘devi solo dire che tu vuoi proseguire e che quello che succederà lo vuoi fare di tua spontanea volontà e non sei stata obbligata’ mi guardò e mosse la testa in segno come dire stai registrando? Alzai un braccio per conferma.
Vanessa con la testa chinata disse ‘voglio che si prosegua e che tutto quello che succederà lo desidero io senza che nessuno mi abbia obbligato a farlo ‘.
‘COMINCIAMO’ urlo il fattore.
Fece un segno con la testa si alzò dal pubblico una ragazza nera di capelli piccolina non doveva arrivare a 140 cm, ma era tutta proporzionata, portava con se una scatola di cartone, andò vicino a lei poggiò la scatola l’aprì e tirò fuori due cavigliere che applicò a Vanessa, poi due polsiere e un collare doppio di cuoio con delle borchie su tutta la fascia, al centro un anello per il guinzaglio che applicò al collo di Vanessa prese una catena e la legò al collare, poi la fece alzare vicino a lei non arrivava che alla figa ma era autoritaria si faceva rispettare, senza parlare quando voleva fargli fare qualcosa le dava degli schiaffi che echeggiavano nella stalla e Vanessa si muoveva o si fermava a secondo quello che voleva, la diciamo nana la posizionò al centro sotto le corde che scendevano dalla trave, salì su una scaletta per arrivare alle mani e tutti risero, sembrava uno scherzo che una persona così piccolina potesse essere tanto autoritaria su una femmina di tale altezza, le legò le mani con due corde, scese dalla scala e andò alle caviglie che legò a due anelli posti per terra ad una distanza di almeno 80 cm.
La guardò soddisfatta e le diede tre sculacciate sul culo da lasciare la forma della sua manina piccola, Vanessa assorbì il dolore senza parlare, aveva gli occhi lucidi voleva piangere, ma era stata lei ad accettare tutto quello.
La nana si diresse vicino al muro dove era posizionato un pannello elettrico con dei bottoni spinse il verde e le corde dall’alto cominciarono a far salire Vanessa che in poco tempo si trovò a icx, con gambe e braccia divaricate, tesa e senza possibilità di fare alcun movimento.
Mi guardavo in giro e mi accorsi che molti già avevano le mani nei pantaloni e qualcuno già si segava, la nana andò vicino a Vanessa si fermò a aspettò che arrivasse il fattore, che gli andò vicino la saluto con un bacio sulla guancia e la mandò al suo posto.
Guardò Vanessa negli occhi e con un accenno della testa chiese se continuava, lei lo guardò e disse ‘si continua’ dalla sua figa si vedeva che scendevano delle gocce molto dense che scivolavano sulle gambe, il fattore sorrise l’aveva visto anche lui, gli andò vicino e gli mise una mano tra le gambe se la inzuppò tutta poi si rivolse al pubblico e disse guardate, la mano era bagnata degli umori di lei, che già aveva avuto un orgasmo incontrollato da quella situazione che si era creata.
Gli ripassò la mano sulla figa e questa volta entrò con quattro dita lei sussultò ma non disse niente ondulava per quanto poteva solo un po’ il bacino per far entrare di più la mano, ma lui la tolse e si diresse su uno scaffale prese un frustino da calesse, era rudimentale lo aveva fatto lui, era almeno un metro, poi partiva una corda fine intrecciata con alla punta un fiocco di cuoio, lo sapeva usare bene, lo fece sibilare in aria, Vanessa lo guardò e chiuse gli occhi aspettando una frustata ma lui le ordinò di riaprirli e di guardarlo mentre la colpiva, così fece lo guardava e lui con un sibilo la colpi ‘ swiss ‘ swiss- swiss- furono tre frustate in successione e lasciarono sul corpo latteo di Vanessa tre strisce rosse, che mano a mano si gonfiavano formando la forma della frusta, la guardò e chiese ‘continuo?’ lei piangeva e rispose ‘ si continua mi stai solo eccitando’, il fattore voleva sentire solo questo e ricominciò swiss- swiss ‘ swiss ‘swiss- la colpì senza fermarsi mai almeno una ventina di volte e mano a mano il corpo cominciava a colorarsi di strisce rosse, la colpì con violenza su un capezzolo, si vedeva il segno che dal capezzolo prendeva il seno e scendeva sulla pancia, urlò con quanto fiato aveva in corpo, al quel punto mi avvicinai ero deciso a farlo smettere ma mi guardò e disse ‘riprendi non sei qui per fermare niente lei &egrave consenziente gli piace quindi che vuoi?’.
Purtroppo aveva ragione e non potevo intervenire, anche perché prima di tutto quello che accadeva aveva firmato una dichiarazione che accettava tutto quello che le facevano, così mi allontanai e continuai a riprendere, si avvicinò e le accarezzò i segni evidenti sul suo corpo a quel contatto Vanessa si irrigidì e ebbe un orgasmo prolungato, ritornò allo scaffale e questa volta prese una frusta, era doppia almeno un dito di colore marrone intrecciata, la bagnò e gli passò la mano cercando di far entrare l’acqua tra le trecce, con la frusta grondante si allontanò e colpì forte Vanessa si irrigidì anche se non poteva muoversi sul suo corpo si distingueva la striscia più doppia e più forte, la colpì almeno una ventina di volte, e lei sembrava che non ne avesse abbastanza, lo guardava con sfida urlando ogni volta che veniva colpita, dopo almeno una trentina di colpi, ormai il suo corpo era tutta striata di rosso.
Fu abbassata e fatta riposare la slegò e la distese per terra, la moglie gli passò delle creme, i clienti si alzarono e andarono ad un tavolo dove c’erano delle bibite e dei dolci, sembrava veramente che stessero assistendo ad uno spettacolo teatrale, poi ripresero posto.
Il fattore si avvicinò a Vanessa cominciò a legarle i seni con delle corde resistenti che legò in alto fu sollevata e gli furono alzate le gambe fino alla testa le braccia furono passate all’esterno delle gambe e legate in basso, le caviglie furono legate in alto sulla corda che la sosteneva i seni erano esposti come i suoi buchi e la bocca, fu sollevata praticamente alzandola e abbassandola la potevano penetrare in bocca in figa e in culo solo che lei era passiva poteva solo subire, il fattore chiese chi voleva iniziare la scorribanda, si alzò un signore era enorme, si avvicino e chiese di farla abbassare fino all’altezza del suo cazzo praticamente gli infilò il cazzo in bocca restando in piedi e Vanessa lo accolse con maestria come sapeva fare la scopò in gola con forza dopo quasi dieci minuti le sborrò in gola, continuò per un po’ poi si allontanò e si mise seduto al suo posto, ne vanne una altro che l’alzò quel tanto che bastava per infilarlo nella figa la chiavò con rabbia sembrava che la volesse sfondare tanto i colpi erano forti, uscì dalla figa e entrò nel culo che in quella posizione era esposto allo stesso livello quando venne uscì dal culo l’abbassò e glielo mise in bocca sporco e ancora che grondava sborra, quando finì si risedette, così fu un continuo tutti si alternavano su Vanessa figa, culo, bocca erano tutti a disposizione dei clienti come la volevano chiavare senza rispetto e con cattiveria.
Arrivò un momento che sembrava che vaneggiasse chiedendo sempre di più, la figa e il culo erano ormai slabbrati aperti e grondanti sborra, si pisciava sotto in continuazione il fattore si accorsa dello stato di Vanessa e la slegò chiedendole se si sentiva di continuare, lei non rispose lo guardava sembrava che non capisse gli occhi erano persi, io non potevo dire niente anche perché lei dopo un po’ si riprese e chiese solo di riposare un po’ e guardandolo con sfida gli disse ‘aspetta un po’ fammi riposare e poi riprendiamo voglio vedere cosa mi hai preparato’ non credevo a quello che avevo sentito, voleva continuare? Per morirci probabilmente, si distese le gambe e le braccia si erano anchilosate doveva riprendere l’articolazione, si alzò dal materasso e camminò un po’ andò al tavolo delle vivande e mangiò e bevve qualcosa, nessuno la risparmiò in toccate al culo e alle tette, tra le gambe continuava a scendere sborra arrivava fino alle caviglie, si asciugava ma continuavano a colarle gocce.
La moglie del fattore la chiamò invitandola a fare una doccia ristoratrice, gli rispose che gli piaceva restare sporca al momento e non ci andò, si guardava intorno cercando di capire se conoscesse qualcuno, ma erano persone anonime non si erano mai viste nei dintorni.
Tutti ripresero i loro posti avevamo cominciato la mattina ora erano quasi le dodici i clienti avevano fame oltre di sesso ma anche di stomaco, arrivò un vassoio pieno di sfilatini, erano contati praticamente nessuno rimaneva senza, mangiarono e dopo quasi un buona oretta il fattore chiamò Vanessa e le chiese ‘continuiamo oppure vuoi smettere per oggi? Ricominciamo domani se vuoi’ lei si girò mi guardò e con un sorrisetto che diceva tutto mi squadrò dalla testa ai piedi, mi percorse un brivido pensando che volesse continuare con me, visto che si erano accordati solo loro e io non ne sapevo niente, ma fortunatamente disse continuiamo mi sono ripresa, andò dalla moglie del fattore e bevve da una bottiglietta che lei gli porse, il fattore andò al centro del circolo e disse, ‘signori la nostra amica vuole continuare voi la volete vedere?’ tutti applaudirono affermando di volerla vedere continuare.
Il fattore richiamò la nana che corse da lui che gli bisbigliò qualcosa all’orecchio, lei sorrise, prese la catena da terra l’agganciò al collare di Vanessa e cominciò a strattonarla la tirava in giù per farla inginocchiare, lei capì e si inginocchiò poi sempre tirandola, la fece mettere a quattro zampe, con uno schiaffone gli fece capire che doveva restare li, Vanessa non si mosse, la nana si allontanò prese una specie di coperta, la mise sul dorso di lei poi prese’.una sella’.era una sella vera solo adattata ad un corpo, ma dove ero capitato avevo lasciato il male e avevo trovato”..il peggio.
La nana dopo averla posizionata sul dorso si abbassò e legò la cintura da sotto nella vita, aveva anche le staffe prese un morso lo inserì nella bocca e mise le redini sulla sella, stava quasi per salire quando il fattore la sgridò ‘ ti sei dimenticata una cosa fallo subito’ la nana restò smarrita poi”.fece un sorriso ritornò allo scaffale e prese un plug anale con una coda da cavallo fino quasi a terra e senza mezzi termini lo infilò nel culo, era diventata una cavalla da montare, la nana mise il piede sulla staffa e si issò sembrava che era stata fatta proprio per lei con un corto frustino la colpì sul culo incitandola a camminare, ma nessuno si era accorto che la nana si era infilata anche due speroncini, che invitava a camminare Vanessa pungendola sui lati delle cosce, con le redini la guidava a destra e a sinistra la stava facendo fare il giro della stalla, tutti guardavano e ridevano incitando la nana a farla correre, e’.ci provò la frustò forte sul culo e lei camminava sempre più veloce, le sussurrò nell’orecchio qualcosa poi tirò le redini e nitrì’. Vanessa si era messa a nitrire come i cavalli veri, mi sembrava una cosa impossibile ma era così, riprendevo sempre cercando di non tralasciare niente ma ero sconvolto chi avevo sposato? Una femmina senza limiti gli piaceva tutto quello che si chiamava sesso. La fece girare per un po’ intorno a tutti, scese la fermò e fece mettere tutte le sedie una distante dall’altro, risalì sulla cavalla umana e la invitò con uno strattone di redini e parecchie frustate sul culo a farla camminare tra le sedie, praticamente stava facendo uno slalon, a ogni passaggio aveva pacche sul culo, tirate di capezzoli, insomma tutti la usavano come una’.. cavalla, dopo quasi una buona ora la riportò al centro legando le redini al muro e lei con la faccia verso il muro rimase lì senza muoversi in attesa di altro.
Il fattore sorridendo si alzò si avvicinò e le diede due pacche sul culo prese le redini e la tirò verso il centro gli tolse le redini la fece alzare e gli tirò il plug dal culo, facendo un floopp, tutti risero e Vanessa si guardava attorno smarrita, dove prima era fiera di quello che stava facendo sembrava adesso smarrita impaurita, non so ma ebbi questa impressione, guardava intorno a lei come se aspettasse qualcuno.
Il fattore con il guinzaglio la tirò verso un angolo la lasciò li dicendo di aspettare e prima di andar via chiese ‘ vuoi ancora continuare’..oppure ti vuoi fermare e riposare prima’ lei non rispose ma annuì chiedendo di continuare.
Allora chiamò due persone del pubblico erano massicci e alti indicò la tavola e disse di portarla al centro, era strana come tavola aveva il posto dove sistemare le gambe poi era un po’ rialzata al fianco c’era uno spazio più basso come se si dovevano appoggiare dei bicchieri c’era uno spazio come quei lettini da massaggio dove infilare la testa, ma non era così era per altro.
Presero Vanessa la adagiarono sulla tavola, le braccia erano in alto la testa fu inserita nello spazio e legata dietro la nuca, i polsi furono legati alla fine della tavola, legarono con delle cinte la coscia vicino all’inguine un’altra cinta era sulle caviglie, era messa li in attesa ma di cosa????
Si lamentò che le facevano male le tette appoggiate sul tavolo, il fattore andò di sotto e aprì due sportellini alla loro altezza facendoci entrare le tette, lei si sentì meglio, ma in questo modo gli diede un’altra cosa da fare, chiamò la moglie bisbigliò qualcosa e lei andò in un ripostiglio, tornò con una bombola da dove usciva un serbatoio, sul serbatoio erano inseriti due tubi con alla fine una sfera ovale, lui sistemò tutto poi prese le due sfere e le avvicinò alle tette, le bagnò un poco e le fece aderire, le tette furono risucchiate dalle sfere rimanendo in tensione si fermò e la lasciò in quella posizione, gli chiese ‘continuiamo oppure vuoi smettere e ricominciamo quando ti sarai riposata?’ Vanessa rispose ‘ vai avanti che voglio vedere dove vuoi arrivare, per farmi fermare devi fare l’impossibile’, il fattore rise e si allontanò, tutti ridevano, forse sapevano cosa sarebbe successo, io come un coglione continuavo a riprendere senza fare niente per farli smettere.
Possibile che non riuscivo a liberarmi dai fantasmi che mi opprimevano, avevo cominciato tutto io mi avevano violentato, avevano fatto di lei tutto quello che volevano, neanche a me avevano risparmiato, portavo ancora sulla mia pelle i segni del loro divertimento che non erano ancora stati assorbiti, e adesso? Ero nuovamente alla merce di gente che si voleva divertire con lei, e mi trattava come un nessuno, come liberarmi, dovevo diventare un eremita e portare Vanessa su in cima ad una montagna isolata da tutti?
Mentre facevo questi pensieri lo spettacolo continuava, curiosai, mi avvicinai ad uno e gli chiesi ma quando si prendono per vedere questi spettacoli? Questi mi rispose ‘ non ci sono sempre ogni tanto quando trova campo fertile con femmine vogliose organizzano tutto questo’ e quanto ammonta il prezzo? Gli chiesi.
Mi rispose, ‘be vede di solito ci sono spettacoli solo di sesso e quindi il prezzo varia secondo quello che fai, ma questa volta”.si &egrave preso quasi duemila euro per assistere e partecipare, se vuoi solo guardare allora mille euro’.
Rimasi sconvolto aveva guadagnato una fortuna esponendo mia moglie senza che lei lo sapesse’.e neanche io’.oppure lei lo sapeva?
Fatto sta che adesso era li legata su un tavolo con le tette aspirate il culo e la figa in bella mostra e volendo aveva anche la bocca libera per poter fare qualcosa.
Il fattore ritornò sul posto, dietro di lui un omone nero alto almeno due metri da come si presentava doveva pesare più di cento chili, rideva e i suoi denti bianche riflettevano in tutto quel nero, aveva una maglia rossa e dei pantaloni orrendi e sporchi, sembrava non tanto buono mentalmente si guardava intorno e rideva sempre, forse non capiva neanche quello che stava facendo, il fattore disse ‘spogliati e va da lei ti aspetta’ .
Il nero si sciolse la corda che gli tenevano su i pantaloni sotto aveva dei boxer, si tolse la maglia e mise a nudo un fisico mollo orrendo, si sfilò i boxer”..era tremendo aveva un affare fuori misura, non era eccitato e gli arrivava a mezza coscia, ebbi pietà per Vanessa che non poteva vedere quello che si stavano preparando a farle.
Spensi la videocamera e mi allontanai, il fattore mi chiamò con fare autoritario, disse ‘ei’ dove vai, devi riprendere, poi ci guadagnerai anche tu’ mi guardò con cattiveria, disse ‘vieni qui ti faccio vedere una cosa’, mentre andavo da lui il nero era immobile non faceva niente.
Mi avvicinai al fattore e mi disse ‘guarda’ mi fece vedere una specie di contratto che Vanessa aveva firmato, con nome cognome indirizzo di casa, insomma gli aveva dato tutte le notizie, mie, sue, praticamente sapevano ormai tutto di noi, anche il conto in banca, mi fece leggere anche una dichiarazione che sottoscriveva lei, dichiarando che era sana di mente e accettava dietro compenso tutto quello che riuscivano a inventarsi in fatto di sesso, e che si poteva registrare, fotografare e se volevano venderlo come film amatoriali.
Ormai ero spaesato credevo che tutto era finito, pensavo di aver trovato amici, ma erano si amici ma che ci sfruttavano di brutto.
Mi allontanai e ripresi la registrazione, inquadravo il nero che aspettava sempre che succedesse qualcosa non rideva più pensando che lo mandavano via e non aveva il suo compenso, ma non fu cosi, il fattore si avvicinò e disse ‘allora? Stiamo aspettando te lo vuoi fare o no?’, ritornò il sorriso e alzò la proboscite che aveva e la avvicinò alla figa la strusciò molte volte fino a quando si indurì era diventato ancora più lungo e adesso anche molto largo, lei già era fradicia solo al contatto sentiva la consistenza dall’esterno e aspettava solo che lo introducesse, il fattore prese una bottiglietta, si avvicinò al solco del culo di Vanessa e ne versò una buona quantità che cominciò a colare imbrattando tutto, il nero lo spalmava con il suo affare ungendolo, poi”.lo impugnò lo direzionò minaccioso e’.entrò solo con un pezzo ma lui voleva altro, così cominciò un avanti e indietro, piano fermandosi ogni tanto e spingendo lo introduceva sempre più dentro Vanessa urlava chiedendo di toglierlo e di smetterla, ma ogni sua richiesta ormai era nulla continuavano inesorabili.
Il nero spingeva, spingeva, ne entrò un altro pezzo e non era neanche a metà, era scemo si ma ci sapeva fare con quell’affare che si ritrovava.
Tra una spinta e un avanti e indietro arrivò quasi alla fine, Vanessa continuava a urlare dicendo che la stava sventrando, ma lui non smetteva e con un’altra spinta entrò tutto Vanessa perse i sensi, il fattore fece uscire il nero dalla figa, valutò se continuare o no guardò il buco era enorme vide se c’era sangue, ma era tutto normale, prese dell’aceto lo passò sotto al naso di Vanessa che rinvenne gridando.
La calmò parlandogli nell’orecchio nessuno sentiva cosa diceva, poi ad alta voce disse ‘allora? Che vuoi fare? La giornata ancora non &egrave finita, questi hanno pagato continuiamo?’ con un urlo Vanessa disse ‘ siiiiiiiiiiii ! sfondatemiiii’.
Il fattore azionò il serbatoio che aveva installato prima, e cominciò a pompare,’.era una mungitrice, che le tirava e rilasciava le tette cercando latte che lei non aveva, nel frattempo il nero rialzò il cazzo e lo puntò nuovamente alla figa spinse piano e ne fece entrare metà, il solito avanti e indietro e al secondo avanti lo infilò tutto interamente, Vanessa sollecitata sulle tette e nella figa, rantolava parole sconnesse, come, ‘ siiiiiiii, sfondami tutta haaaaaaaa, gruuuuuuu, ‘ non sapeva che stava dicendo, intanto il nero martellava sempre con più forza, era passata quasi un ora e lui continuava a martellare, erano tutti a segarsi, anche i clienti erano impazziti.
Vanessa ormai aveva orgasmi su orgasmi, le sue tette si erano allungate e continuavano a essere sollecitate dal tiraggio e dal rilascio, poi il nero si ferma, guarda il fattore che annuisce con la testa, con estrema calmo fa uscire il suo arnese dalla figa, e”..lo punta al culo, anche se non capiva lei si accorse di quello che voleva fare e urla tutto quello che si sentiva in gola.
Nooooooooooo nel culooooo noooooo, ma il nero come se non sentisse lo direzionò prese la bottiglietta e spalmo sul suo enorme cazzo molto liquido, poi infilò la bottiglietta nel culo e la premette facendo entrare il liquido oleoso anche lì, si allontanò un poco posò la bottiglietta e ritornò alla carica lo appoggiò al buco Vanessa urlava, tutti guardavano con attenzione quello che sarebbe successo da li a poco, il glande era enorme vicino al buco e entrò, Vanessa non poteva che urlare di smettere che adesso voleva smettere ma il nero piano piano entrava, riuscì a far entrare il glande con molto sforzo, guardò il fattore che rideva e disse ‘dai che &egrave la prima femmina che riesci a metterglielo nel culo daiiii’.
Il nero non capiva niente voleva solo infilarlo nel culo, e così spingeva forte Vanessa urlava ma il nero con forza lo infilò tutto, haaaaaaaaaaaaaaaaaaa gridò, mi stai lacerandoooooooooo, ma cominciò un andirivieni piano poi il buco cominciò ad adattarsi all’enorme cazzo e Vanessa?
‘Daiii spingi forza daiii più forte più forte ‘ il cazzo del nero scompariva tutto nel culo, poi lo tirava fuori e lo rinfilava con tutta la forza che aveva, cadde qualche gocciolina di sangue ma lui continuava imperterrito, il fattore si mise in apprensione per il sangue, i clienti erano tutti attorno che si segavano.
Poi il nero con un urlo disumano finalmente sborrò lo infilò fino all’inguine e tirandolo fuori, cadde disteso per terra ansimando come un cane, tutti guardarono il culo di Vanessa, si riusciva a vedere internamente senza aprirlo, le tette continuavano a pompare erano diventate enormi, nel silenzi che si fece si sentiva solo il plof plof plof della mungitrice che continuava a pompare, se non era sul tavolo Vanessa sarebbe sicuramente rimasta distesa per terra senza forze.
Fu slegata dal tavolaccio, le tette non uscivano dai buchi dove erano state inserite, così le dovettero stringere, quando fu libera crollò sulle ginocchia, fu presa a spalla e la portarono a casa nostra, la distesero sul letto, il fattore mi salutò prese la videocamera e disse fra una settimana quando si sarà ripresa del tutto organizziamo un altro spettacolo migliori di quello che abbiamo fatto oggi, mi porse una busta e andò via.
Vanessa vaneggiava diceva cose senza senso si girava e rigirava sul letto, e ogni volta si lamentava del dolore che aveva tra le gambe, andai nella cucina aprii la busta c’erano un pacco di euro da cento, cominciarono a tremarmi le mani, li volevo contare e cominciai, arrivai a ventimila euro, possibile che aveva guadagnato tanto in una sola giornata che se la dividevamo in ore erano solo poche ore, i clienti erano una ventina quindi avevano pagato tutti i duemila euro, facendo i conti erano sessantamila euro in poche ore, rimasi sconvolto e misi i soldi in un cassetto.
Ritornai da lei che adesso dormiva, usciva ancora un po’ di sangue dal culo e dalla figa, oltre allo sperma del nero, ma la mia mente correva solo ai soldi.
Mi distesi vicino a lei e caddi in un sonno pieno di incubi che mi giravano interno senza pietà, vedevo lei gli altri che ridevano e mi accorsi che rimpiangevo Gianni, magari era meno violento di questi e mi teneva più in considerazione.
Mi svegliai che era ancora notte, mi alzai mi dovevo riprendere avevo dormito poco e male, mi buttai sotto la doccia, l’acqua che correva sul mio corpo mi risvegliava e mi rassodava, portai il caff&egrave a Vanessa, che aprì gli occhi e mi sorrise, chiedendo, ‘ti ha dato i soldi?’ dissi di si ma sai quanti sono, gli chiesi ‘si dovrebbero essere un bel po’ ho chiesto io di organizzare tutto a pagamento visto che lui già lo faceva, così gli ho imposto il prezzo che doveva chiedere e quello che mi doveva dare a me” cio&egrave a noi hai visto quanti soldi? La cosa la potresti gestire tu e guadagnamo, lo sai che a me piace fare la porca ed essere umiliata e esposta a tutto e tutti’.
Non che la cosa mi piacesse, ma dovevo convenire con lei che era vero, solo poche ore e una montagna di soldi, e a lei piaceva, subire tutto quello che le potessero fare.
Dovevo acquistare una fattoria, dove poter iniziare da solo, mi dovevo imporre con il fattore e dopo la prossima volta avrei gestivo io tutto se voleva poteva partecipare solo pagando e guardare l’esibizione, senza avere introito da noi era tutto nostro, mi sarei potuto esibire anche io facendo riposare Vanessa, mi piaceva anche se non ero tanto convinto della cosa dovevo ancora pensarci a fondo.
La settimana trascorreva calma non avevamo più visto ne il fattore ne tutta la sua famiglia, come se non ci volessero più avere come amici, la cosa non mi dispiaceva.
Vanessa un giorno andò lei da lui e si fece ridare tutte le carte che aveva firmato, facendogliene firmare una a lui dicendo che dopo l’esibizione della domenica, l’incasso era tutto nostro lui si doveva solo prendere l’affitto della stalla, e non si sarebbe mai avvalso di tutte le notizie che aveva su di noi.
Il fattore firmò chiedendo se la domenica lei ci sarebbe stata che organizzava qualcosa di immenso, Vanessa acconsentì dicendo che era l’ultima gestita da lui.
Arrivò il sabato e il fattore venne a casa nostra ( da dire che da quella volta che aveva firmato quella specie di contratto non ci aveva più invitato a casa sua), allora disse, domani c’&egrave gente ti sei riposata abbastanza? Vanessa lo guardò come una gatta guarda il topo da mangiare e disse questi sono fatti miei, a te non interessa.
Proseguì dicendo ‘quante persone verranno domani?’ il fattore pensò un poco facendo dei conti e disse ci saranno almeno una cinquantina di persone che hanno pagano tutti il biglietto intero be! Ci faremo un centomila, Vanessa lo guardò poi guardò me e mi invitò a rispondere, allora mi avvicinai e dissi ‘faremo? Noi faremo tu devi avere solo l’affitto della stalla’ il fattore rimase un po’ perplesso perché io non mi ero mai intromesso nei loro affari, mi guardò con occhi di fuoco, in quel momento mi avrebbe ucciso, però disse ‘ ok, l’affitto più i contatti con i clienti mi dovete dare 20000 euro’ lo guardai poi guardai Vanessa che asserì con la testa, risposi ok, dove sono i soldi? Domani domani disse il fattore, ma se poi lei non &egrave all’altezza di quello che ho preparato e deve andare via prima”’che succede? I clienti hanno pagato e si vogliono divertire, Vanessa rispose ci sarò, ci sarò non ti devi preoccupare, prepara quello che vuoi vi sbalordirò.
Il fattore andò via pieno di meraviglie, io che lo avevo contrastato Vanessa che era sicura di se, dovevamo aspettare solo il giorno dopo ma”che aveva preparato di tanto violento che lei si sarebbe ritirata?
Il pensiero mi rodeva la mente ma non dissi niente a lei e mi sembrava un po’ timorosa, anche lei stava pensando la stessa cosa mia, ma nessuno dei due disse niente.
Il giorno dopo, Vanessa si fece una doccia, si profumò, come se doveva andare ad un matrimonio, si mise un vestitino bianco sopra al ginocchio sandali con tacco dieci, poi si fermò mi guardò e mi sorrise, disse ‘secondo te che cosa ha preparato?” non so’ risposi, ‘vuoi rinunciare? Andiamo via prendiamo l’auto e andiamo via , ormai non ci possono più ricattare, che dici?’
Non mi rispose, si mise seduta sul letto prese un barattolo e cominciò a spalmare della crema tra le gambe, poi si girò e mi chiese se lo potevo spalmare anche sul culo tutto intorno e mi chiese anche di infilarne molto nel buco infilando il dito con molta crema, e così feci ne presi una grande quantità la spalmai su tutto il culo poi arrivai al buco e ne misi tanto dentro, con le dita, poi si alzò e disse ‘sono pronta’, pensaci se non vuoi non sei obbligata, e se ha preparato qualcosa che ti potrebbe far rimanere invalida per sempre?
Fece un sorriso e disse ‘andiamo’ entrammo nella stalla che già era piena, tutti erano seduti che aspettavano, Vanessa fu presentata ‘ signori e signore questa &egrave Vanessa che ci farà deliziare con le sue grazie’ ci fu un applauso e la lasciò al centro, dalle travi del soffitto scesero delle catene, le furono applicate delle polsiere, non le tolsero il vestito, la legarono e un argano la cominciò a sollevare, qualcuno riprendeva, andai dal fattore e dissi ‘anche queste riprese ci devi dare, niente &egrave tuo’ non riuscivo a credere che mi ero imposto sul fattore da UOMO, il fattore non disse niente annuì soltanto con la testa, mi allontanai con un sorrisetto malefico sulle labbra, ci ero riuscito mi ero ribellato, ma a che prezzo? Povera Vanessa che doveva subire anche per me.
Fu sollevata a quasi venti cm da terra, prima di sollevarla l’avevano bendata, il fattore soddisfatto che era in alto sorridendo mi guardò poi guardò lei e disse ‘oggi la voglio sentire urlare dal dolore, per la soddisfazione di tutti’, vedrai, rivolgendosi a me deve gridare di dolore e chiedere pietà e che la smettano, così prenderò tutti i soldi e vi farò cacciare dal paese, ma pensai che cosa avrà escogitato di tanto cruento da farla gridare pietà? Vanessa era abituata alle violenze, avevo perso all’istante tutta la mia spavalderia.
‘ ho invitato due dei più bravi vaccari della zona,’ disse ‘ sanno usare la frusta come una seconda mano, ti toglieranno il vestito a frustate, si fermeranno solo quando sarai nuda, striscia su striscia’, sbiancai e anche Vanessa non mi sembrava molto sicura adesso.
Si mise seduto e con un cenno della testa si alzarono due persone vestite come i cow boy, insieme presero delle fruste molto lunghe, e cominciarono a farle sibilare nell’aria, ci fu qualche schiocco per terra, era impressionante, facevano paura solo a sentire il sibilo e lo schiocco, potevano avere un cinquantina di anni, quindi esperti nel manovrare la frusta.
Si misero ai lati di Vanessa, ad una distanza ottimale e’..il fattore disse ad alta voce ‘ allora? Possiamo cominciare? Devi dirlo forte e chiaro, se vuoi smettere subito oppure proseguire e se tu che lo desideri’, ci fu un silenzio tombale neanche le mosche si vedevano volare, poi Vanessa gridò ‘ DAI FATEMI VEDERE CHE SIETE IN GRADO DI FARE’ e’..swhisssss, swhissssss, cominciarono a colpire, lo schiocco si perdeva sul corpo di Vanessa che gridava a più non posso, si torceva si dibatteva ma loro swhisss, swhisss continuavano senza sosta, ma come facevano a non stancarsi e girandola swhisss, un colpo tremendo lacerò veramente il vestito, aprendo un varco l’altro per non sfigurare swhisss lacerò l’altro lato, poi prima uno poi l’altro la colpivano con forza e veramente il vestito cominciò a rompersi a strisce, il suo corpo si era riempito di piccole ferite che cominciavano a sanguinare, a qualche parte il vestito bianco si stava tingendo di rosso del suo sangue, poi ci furono due swhissss, swhissss dati da entrambi i lati e il vestito cadde ai suoi piedi aveva il copro martoriato di ferite, qualche colpo aveva raggiunto il culo e qualcuno il seno, aveva un capezzolo sanguinante e il culo presentava strisce sanguinolente, i due vaccari guardarono il fattore che gli fece segno di dare ancora due frustate ciascuno e si sentì nuovamente nell’aria swhisss, swhisss , Vanessa sobbalzò e rimase inerme, i due vaccari posarono le fruste, tutti si segavamo guardando il corpo di Vanessa che era quasi allo stremo, fu lasciata appesa per ancora un’ora, non si muoveva, volevo intervenire ma non potevo perché altrimenti era come se rinunciasse.
Poi si alzò nuovamente il fattore e schiacciando il pulsante rosso piano la fece scendere, non si manteneva sulle gambe che si piegarono quando tocco terra, e mano a mano si accasciava rimanendo stesa per terra, lo raggiunse la nana, che lo aiutò a scioglierla, fu distesa e medicata, era immobile diritta non si muoveva, la nana la girava e la rigirava spalmando sulle ferite dell’unguento e ogni volta la faceva sobbalzare e gemere.
Tutto era durato almeno tre ore, Vanessa si riposava e tutti gli invitati fecero un break, con pasticcini e liquore, poi dopo un’altra ora si sedettero aspettando il seguito.
Il fattore gli chiese se continuava Vanessa si alzò di scatto, le girò un po’ la testa ma disse, ‘continuiamo ‘ tutti applaudirono si sentivano bisbiglii di approvazione, la nana la prese per mano e la mise distesa su una tavolo con la schiena ai lati della tavola c’erano due aste di legno, le caviglie furono legate all’estremità dell’asta, una cinghia le fu fatta passare sulla pancia e legata al tavolo, quindi aveva la figa e il culo esposti agli sguardi di tutti, il fattore gli andò vicino la accarezzò la figa e la riempi di gel oleoso, si guardò intorno e disse ‘avanti potete venire’ si alzarono tutti di scatto, qualcuno già aveva i pantaloni abbassati, e cosi si misero in fila come in un qualsiasi supermercato, e il primo entrò aveva un affare quasi normale, dalla troppa eccitazione gli bastarono pochi secondi, il secondo durò di più anche il cazzo era di dimensioni più grandi, e così in fila indiana uno usciva e un altro entrava, si erano preoccupati anche dei più bassi, c’era uno sgabellino a portata di mano e quello basso lo prendeva e ci saliva sopra per arrivare all’altezza, e cosi in quasi due ore si prese la bellezza di cinquanta cazzi nella figa e nel culo, di varie dimensione grandi, piccoli, larghi lunghi, c’&egrave nera di tutte le dimensioni, mancava l’omone nero che la inculò la prima volta e anche lei ne era contenta.
Era stremata non ne poteva più i suoi buchi erano dilatati e rossi dall’attrito che avevano subito, la slegarono e lei mi guardò con occhi pieni di lacrime, quando gli slegarono le gambe caddero come quelle di un manichino, l’aiutai ad alzarsi e la distesi sul materasso, si era fatta l’ora di pranzo tutti i clienti ormai appagati dal sesso adesso avevano fame furono invitati in un altro capanno, lì c’erano dei tavoli imbanditi pieni di cibo, intanto Vanessa si riposava le dissi ‘adesso’che seccederà? Quale altra diavoleria si &egrave inventato?’ rispose lascialo fare non ti preoccupare, la cosa importante che ti fai dare i soldi e non farti fregare.
Nell’altro capanno si sentivano i clienti che mangiavano e ridevano il vino scorreva a fiumi, pensai se si ubriacano &egrave peggio, dopo quasi un ora cominciarono a rientrare nella stalla e a riprendere il proprio posto, e adesso? Pensai che diavoleria a programmato per lei, il fattore andò vicino a Vanessa e chiese ‘continui? Oppure non ti senti tanto bene?’, Vanessa lo fulminò con gli occhi resterò anche se dovessi morire i soldi li dai a mio marito capito?
Il fattore annuì e disse preparatela, fu presa per le braccia da due colossi che la sollevarono e la trascinarono su un altro tavolo questa volta era stretto e un po’ inclinato in alto, la distesero sulla pancia le tette nuovamente nei buchi che le contenevano, gli rimise la mungitrice e questa volta la accese subito in maniera veloce e cominciò quel flop flop flop , le tette cominciarono a essere tirate e rilasciate e ogni volta lei gridava, le legarono le gambe al tavolo e le braccia lunghe e le mani legate all’altra estremità, uno dei due colossi cominciò ad accarezzarla sulla figa l’altro prese un contenitore, infilò la mano dentro e la fece uscire piena di roba oleosa la passò nelle mani dell’altro che cominciò a spalmarla tutta tra le sue gambe e cominciò ad infilare un dito poi ne infilò due e mano a mano riuscì ad infilare la mano, Vanessa urlò con quanto fiato aveva in corpo rimanendo spossata, l’altro cominciò anche lui ad accarezzare il culo passava e ripassava sul buchetto, l’oleosità del gel aiutava molto e infilò un dito nel culo Vanessa capì subito, cercò di leberarsi ma non si poteva muovere nel frattempo continuava e inserire il dito poi ne mise due, tre e infine cercò di infilare la mano ma l’altro non l’aveva tolta dalla figa, e infine’.infilò anche lui la mano nel culo, aveva infilato una mano nella figa e una nel culo, erano anche delle mani enormi, uno ridendo disse ti prepariamo per quello che succederà dopo, cominciarono ad andare avanti e indietro e anche se sentiva un dolore tremendo Vanessa urlava dicendo ‘ ancora, ancora, non vi fermate’ il fattore rideva però sapeva che avrebbe perso i soldi se c’&egrave li avesse dati, ma’. C’&egrave li dava?
Dopo essere stati almeno cinque minuti, tolsero le mani i clienti applaudivano, per lo spettacolo, il culo e la figa erano enormi slabbrati all’inverosimile, a quel punto il fattore si alzò gli andò vicino e gli sussurrò nell’orecchio, ‘sei sfinita? Vuoi ritirarti? Oppure ti facciamo riposare un’ora e poi cominciamo?’ Vanessa non rispose subito si prese un po’ di tempo, ero in apnea pensando che dicesse che smetteva, così potevamo andare via da quel posto anche senza quei maledetti soldi, dopo un po’ il fattore ripete ‘ allora che vuoi fare’ prese altro tempo ansimava ma non rispondeva gli occhi chiusi e la bocca aperta, il fattore ‘ se fra cinque minuti non rispondi &egrave come se avessi abbandonato, e prendo io tutti i soldi’ aprì gli occhi lo guardò e sibilando tra i denti disse ‘ i soldi non li avrai mai, continua stronzo che ancora devo cominciare’, ebbi un sussulto, ma’..voleva morire c’erano ancora quasi sette ore alla fine, in sette ore poteva succedere tutto.
Si allontanò da lei lasciandola legata, ma prima di andare disse, ‘coinvolgeremo anche tuo marito’, lei sussultò, ma non poteva impedire che succedesse, si sedette e invitò tutti ad un brindisi, tutti si alzarono presero i bicchieri e li alzarono, e disse ‘ voglio brindare al marito di Vanessa”’..tutti mi guardarono, ‘ visto che anche lui beneficerà di tutti questi soldi, verrà invitato a partecipare’, sbiancai ma”ma”.io che c’entravo, però pensavo a lei che aveva subito tutto quello.
Allora cominciai a pensare e che faccio scappo e perdevamo tutto e lei aveva subito invano oppure, mi dovevo sottomettere a quelle persone e sperando che potesse essere l’ultima volta, perché con quei soldi sarei andato il più lontano possibile da quei luoghi.
Non sapevo cosa fare mi sentivo combattuto se farlo di mia iniziativa oppure certamente mi avrebbero costretto a farlo, ma non avevo il coraggio di farlo da solo, avrei preferito che me lo imponessero, comunque mi mantenevo distante da loro, Vanessa era ancora legata al tavolo la mungitrice era stata spenta, le sua mammelle erano ingrossate all’inverosimile, lei mi guardava ma era come spenta, mi accorsi che voleva dirmi qualcosa, così mi avvicinai, la guardai e mi lagrimarono gli occhi lei disse ‘scusa non volevo che succedesse di nuovo a te, io ci ho provato ma &egrave stato inutile’.
Sentite quelle parole mi allontanai cercando di andare lontano e mettermi in un angolino della stalla, indietreggiavo e mi accorsi che quasi ero al buio perché lontano dalle luci, così mi sistemai accucciato, sperando che non mi pensassero più.
Ma mi sentii prendere per le spalle da delle mani forti e grandi, era il nero scemo, che con un sorriso ebete mi alzò da terra, mi mise tra le sue braccia, e ridendo come un cretino mi portava da loro, cercai di sgusciare via ma era forte molto forte, non riuscii a muovermi di un centimetro.
Arrivati vicini a loro mi gettò per terra, Vanessa era stata slegata e coricata su un materasso c’era la moglie del fattore che le passava degli unguenti sulle figa e sul culo, le mammelle erano enormi e rosse quasi bluastre, aprì gli occhi mi vide mi sorrise e svenne.
Fui preso da sotto le braccia, sollevato come un fuscello,’ e a questo che gli facciamo per continuare lo spettacolo?’ disse il fattore guardandomi negli occhi, gli risposi che c’entro io, ‘ e’.. anche tu benefici dei soldi e lei subisce non credi che sia giusto che collabori anche tu?’ scossi la testa in segno di no ma lui non se ne preoccupò, ok preparatelo che lo faremo godere anche a lui per quello che può ovviamente, con quello che si ritrova.
Tutti risero e mi guardarono ironicamente, il nero mi prese per un braccio e mi avvicinò al tavolo dove prima era legata Vanessa, mi strappò i vestiti che avevo e mi distese senza nessun riguardo sul tavolo, con una mano mi manteneva e con l’altra mi mise in un anello che fuoriusciva dal tavolo lo spinse e’.click, mi bloccò il polso fece lo stesso con l’altro, poi si diresse hai piedi legando anche loro mi aveva lasciato solo le mutande, e rideva, ‘che hai da ridere’ dissi stizzito, lui mi guardò e rise nuovamente, poi si allontanò.
Il fattore mi venne vicino e mi spiegò che dovevamo aspettare che Vanessa si riprendesse, perché doveva guardare e nel caso partecipare.
Dopo un po’ rinvenne mi guardò e cominciò a piangere si trascinò e mi venne vicino e mi disse sottovoce ‘se non vuoi lascia perdere non ci importa dei soldi’ la guardai e strizzandogli l’occhio gli feci capire che andava tutto bene, non mi aspettavo quello che mi volevano fare.
Così si allontano e si mise a guardarmi, venne l’omone nero vicino mi sciolse e mi rigirò a pancia in aria con un colpo solo mi tolse le mutande mi alzò le braccia legandole in alto come anche le gambe aprendole un po’, il fattore bisbigliò qualcosa alla moglie che sorrise alzandosi andando via tornò poco dopo con uno scatolino che porse al fattore, mi venne vicino ridendo e cominciò a dire ‘non so ancora come fai con quel cosino che ti ritrovi tra le gambe, ma ha noi potrebbe dare fastidio, cosi ho pensato a qualcosa di magico per te, diventerai una vera signora’, sbiancai che voleva fare lo voleva tagliare? Cercai di sciogliermi ma purtroppo le braccia e le gambe erano legate saldamente.
Chiamò la solita mezza nana, gli disse qualcosa all’orecchio, gli diede lo scatolino e ritornò a sedere sorridendo, la nana si girò verso Vanessa e la invitò ad alzarsi, lei fece fatica ma ci riuscì, la fece avvicinare e gli fece capire cosa doveva fare, lei la guardò con paura cosa che vidi anche io, e mi preoccupai per il seguito che sarebbe successo, mi vennero vicino la nana prese con le mani il mio piccolo cazzo, lo ripiegò sullo scroto avvolgendolo, si girò verso Vanessa e la invitò a fare quello che gli aveva detto, Vanessa aprì la scatoletta guardò dentro e le cominciarono a lacrimare gli occhi, dentro c’erano almeno dieci spille da balia, (sapete cosa sono), ne aprì una e la infilò sullo scroto passando da parte a parte richiudendoci dentro il mio cazzetto, emisi un urlo da far accapponare la pelle, mi volevo sottrarre ma non ne ero capace, così ne infilò un altro, e un altro richiudendo sempre di più la pelle sul cazzetto alla fine aveva infilato tutte e dieci le spille usciva un po’ di sangue ma nessuno se ne occupò, non avevo piu il cazzetto era tutt’uno con la pelle quindi rimaneva solo il culo aperto.
La nana e Vanessa si misero in disparte e si avvicinò l’omone nero che rideva sempre non diceva mai una parola ma rideva, gli andò vicino lo accarezzò sulle spille Giacomo urlò come un forsennato gli faceva un male cane, ma il nero continuò tutti ridevano e battevano le mani, così si abbassò i pantaloni sporchi di fango secco ne uscì un boxer variopinto ma giallognolo di urina asciugata, fece abbassare anche quello e’..Giacomo e Vanessa non si ricordavano quando il cazzo del nero era grande cosi che sbiancarono, il nero non perse un attimo per paura che lo fermavano lo punto al culo e”.lo infilò in un colpo solo senza fermarsi mai arrivando fino alle palle Giacomo emise un grido che lo avrebbero sentito anche in America, Vanessa spingeva il nero verso l’esterno cercando di farlo uscire ma fu subito bloccata dalla nana che ancora era nei paraggi, cosi che il nero cominciò il suo andirivieni con forza non si fermava sempre piu forte e sempre piu profondo, Giacomo ormai era come in coma non capiva cosa gli stava succedendo perso nel dolore, il nero non si fermò per almeno un’ora tutti ridevano il culo di Giacomo ormai era largo abbastanza da far passare una mano senza sforzo, poi il nero sborrò restò a sborrare almeno tre minuti tanta ne aveva, il cazzo scivolò via ammosciandosi e Giacomo resto come inebedito si guardava intorno senza capire che cosa gli era successo, Vanessa lo baciava cercando di riportarlo alla realtà.
Si girò guardò il fattore e gridando disse ‘sei soddisfatto adesso?’ ma il fattore non rispose, la guardava e sorrideva, neanche un po’ rispose, lui non a ancora finito, lo lascio riposare, perché dopo””veramente ci divertiamo.
Passarono due ore Giacomo era stato slegato, ma non gli avevano tolte le spille cosi fu disteso sul materasso gli passavano degli unguenti sul culo e sulle spille cercando di alleviare almeno un po’ di dolore, si lamentava, e piangeva girando la testa a destra e a sinistra, si voleva toccare le spille ma glielo impedivano, poi dopo che tutti erano andati fuori a bere e mangiare, piano piano ritornarono sulle sedie e poltroncine che erano nella stalla.
Il fattore si avvicinò a loro e guardandoli negli occhi chiese se volevano andare via, non li avrebbe fermati, anzi gli dava una percentuale di quello che aveva raccolto e di quello che ancora raccoglieva, perché la voce si era sparsa e molti ancora arrivavano alla stalla, tanto che si riempi anche di gente in piedi.
‘siete fantastici ‘ disse ‘ non avevo mai trovato una coppia come voi, non vi arrendete mai sfidandomi’.
Quello che farò dopo sa un po’ di cattiveria disse ma lo devo fare, chiamò la nana e gli disse ‘va a prendere ercole e dopo maciste’ la nana lo guardo sorrise e si avviò con passo svelto fuori dalla stalla, Giacomo e Vanessa si guardarono in faccia con occhi interrogativi, ma che vuole fare adesso pensò Vanessa ma rimase con il dubbio.
Fece rialzare Giacomo dal nero che lo posizionò su una specie di tavolo, aveva un asse molto piccola collegata con delle gambe tutto in legno ben levigato, lo distese di pancia legando mani e piedi e infine gli legò una cintura nella vita cosi era impossibilitato a fare qualsiasi movimento, Vanessa guardava curiosa, lei era stata messa in disparte seduta su una sedia anche lei legata ma libera di vedere e di parlare.
D’improvviso entrò la nana che aveva al guinzaglio ercole che non era altro che un alano arlecchino ed era piu alto della nana poteva avere almeno quattro anni nel fiore della sua esistenza, il fattore prese il guinzaglio dalla nana e avvicinò ercole al culo di Giacomo e cominciò a”’.
Ercole annusava e leccava il culo cominciando ad eccitarsi, Giacomo cominciò a tremare dalla paura, apriva e chiudeva gli occhi, scendevano delle lagrime che non riusciva a controllare, pensava che voleva lasciare tutto e mandarli al diavolo, poi guardava negli occhi Vanessa e manteneva duro, Ercole improvvisamente si alzò sulle zampe posteriori appoggiando quelle anteriore sulle spalle di Giacomo cominciando a mimare una chiavata, ma appena trovò il buco lo infilò senza ritegno andando avanti e indietro con una velocita senza sosta, il suo cazzo cominciò a ingrandirsi e Giacomo cominciò a gridare tutto il dolore che provava, il nodo cominciò ad ingrossarsi rimanendo incastrato nel culo, Ercole venne nel suo culo poi come fanno i cani si girò in attesa che il cazzo cominciasse ad ammosciarsi per farlo uscire dal buco, Giacomo urlava, i clienti ridevano chi applaudiva e qualche altro si menava il cazzo senza ritegno, Vanessa singhiozzava guardando Giacomo che piangeva e soffriva, poi Ercole si staccò e si leccò il cazzo ancora gocciolante, Giacomo svenne e rimase legato dove stava.
Quando riprese i sensi era coricato su un materasso e Vanessa gli accarezzava i capelli, lui la guardò e chiese che era successo, Vanessa rispose che era quasi finito tutto e che si doveva aspettare solo la prova finale, ma non gli aveva detto di che cosa si trattava.
Lui glielo chiese e lei guardandolo negli occhi non rispondeva, mentre erano ancora insieme venne il fattore che chiamò Vanessa, lei si spostò da Giacomo raggiungendo il fattore, parlarono per un po’ insieme lei sorrideva e lui la stringeva per le spalle, poi si allontanò, lei ritornò da Giacomo sorridendo dicendo che era tutto finito e che tra poco sarebbero andati via, Giacomo sorrise ma era ancora molto dolorante rimanendo supino sul materasso.
Vanessa era in ginocchio accanto a Giacomo restarono cosi per un ora almeno lui si assopì lei lo vegliava e pensando a quello che gli aveva chiesto il fattore le scendevano delle lacrime dagli occhi senza il suo volere, poi Giacomo si svegliò anche perche c’era un baccano dell’inferno nella stalla, tutti volevano stare davanti agli altri, erano tanti e tutti avevano pagato molto per poter essere li, il fattore andò al centro della stalla e con fare autoritario scandi delle parole ‘adesso chiamiamo la coppia Giacomo e Vanessa che si sono esibiti per noi e che il ricavato con una percentuale per me darò a loro, ne faranno quello che vogliono, non sono tenuti a restare nel paese possono andare via quando vogliono senza che nessuno li fermi, ma se volessero restare organizzeremmo altre giornate all’insegna del puro sesso violento e sadomasochista, versando ovviamente i soldi ricavati ai protagonisti, questa sarà l’ultima prova poi dopo aver ricevuto i soldi torneranno alla loro casa e decideranno il dopo’ chiamò come sempre la nana che avvicinandosi a loro li invitò ad andare al centro della stalla, vi erano state posizionate due sedie spalla contro spalla, li fece sedere lego le loro mani insieme, con l’aiuto di un altro li immobilizzò con le gambe alzate ma lontano dalla loro faccia, praticamente avevano i sessi in bella mostra con la possibilità di poter abusare anche del culo, li lasciò e il fattore riprese la parola dicendo ‘ adesso tutti possono abusare di voi e siamo in tanti, ognuno fara su di voi quello che vuole, senza dover chiedere ma’..solo uno per volta sceglie chi vuole, siete tutti d’accordo??’ tutti risposero in coro un siiiiii.
E si cominciò tutti avevano un numero cominciarono con il numero uno che era un omone enorme, si avvicinò a loro e con una voce stridula ma pesante domandò’ ma posso andare con uno e con l’altro?’ il fattore annuì ridendo.
L’omone si avvicinò a Giacomo che lo guardava con una paura tremenda questo lo accarezzò sul viso asciugando le lacrime che cominciarono a scendere, poi con una violenza gli mollò uno schiaffo facendogli girare la testa da un lato e dall’altro, poi si girò e andò da Vanessa che non potendosi muovere poteva solo guardarlo e aspettare anche a lei mollò due schiaffoni tremendi, poi si aprì la patta e cacciò un cazzo enorme largo almeno otto cm, si avvicinò alla sua figa e lo infilò facendo urlare per la prima volta Vanessa senza ritegno, dopo sei sette colpi lo tirò fuori e lo infilò nel culo Vanessa questa volta urlava da morire non aveva piu fiato, l’omone glielo tolse dal culo si girò e lo infilò nel culo di Giacomo che dopo ercole ancora non si era ripreso del tutto, gridò talmente forte che pensarono stesse morendo dal dolore, questo venne nel culo di Giacomo e con grande soddisfazione se ne andò a sedere, cosi tutti di volta in volta abusarono dei coniugi, non li contavano piu erano tanti e loro avevano la guance tumefatte e i buchi slabbrati ne usciva tutto senza controllo.
Alla fine quando tutti furono soddisfatti li slegarono li dovettero mantenere per non farli cadere non si reggevano in piedi e quel poco che potevano fare dovevano camminare con le gambe aperte senza possibilità di chiuderle per il forte dolore che sentivano, il fattore prese una scatola e la consegnò a Vanessa facendoli accompagnare alla loro casa, li adagiarono sul letto e andarono via sbattendo la porta.
Si risvegliarono dopo molto tempo, forse uno o due giorni, ancora si sentivano doloranti e ancora dovevano muoversi con cautela, ma rimasero sul letto ancora per un giorno aspettando che i buchi si restringessero e il dolore si calmasse, passò una settimana, si erano quasi ristabiliti e solo allora andarono a guardare quanti soldi gli aveva dato il fattore, cominciarono a contarli e”..mamma mia!!!! Erano piu di trecentomila euro, si guardarono in faccia e abbozzarono un sorriso, tutti quei soldi ma a che prezzo li avevano avuti??
Così ebbero il loro primo dialogo Vanessa gli chiese ‘ allora che facciamo con tutti questi soldi?? Andiamo via o fra un paio di mesi lo rifacciamo?’ gia era scomparso in lei il senso di protezione voleva rifarlo?? Giacomo la guardò, fece un mezzo sorriso dicendo’ ma ti senti’..stai ricominciando e mi avevi giurato che quando sarebbe finito saremmo andati via il piu lontano possibile da qui’ ‘&egrave vero disse lei ma sai come sono a me piace fare e farmi fare tutto quello che vogliono, adesso mi pagano pure che dirti”ordinami tu quello che devo fare farò tutto quello che mi chiedi non prenderò mai piu una mia decisione’.
Giacomo questa volta sorrise e le ordinò subito ‘mettiti a quattro zampe che ti devo inculare ‘ lei lo guardò e si spogliò rimanendo nuda mettendosi nella posizione che gli aveva richiesto Giacomo non ci pensò due volte si avvicinò e la inculò con rabbia a secco senza lubrificare facendola sobbalzare quando venne prese un piattino lo posizionò sotto il culo facendo colare quello che lui gli aveva scaricato nel culo poi le ordinò ‘adesso in ginocchio prendi il piattino e lecca e ingoia tutto senza far cadere niente’ Vanessa eseguì senza dire una parola, poi lo guardò negli occhi, vestiti e prepara le valige che andiamo via, lei si alzò si vestì e preparò le valige, si misero in macchina e senza salutare nessuno andarono via direzione nord.
Viaggiarono senza fermarsi fino a quando finiva la benzina passarono molte citta Vanessa in silenzio lui ogni tanto la guardava e sorrideva.
Si fermarono in un autogrill lei doveva andare a fare pipi e chiese a Giacomo il permesso lui la guardò sorrise e senza parlare fece il giro dove erano parcheggiati i camion, si fermò al centro di due e disse ‘scendi a va a fare la pipi ti guardo’, lei rimase ferma per un po’ poi l’esigenza prese il sopravvento scese si accucciò e fece pipi, lo zampillo arrivò lontano era da tanto che non la faceva si cominciò a bagnare i piedi e le cosce, alcuni camionisti affacciandosi dai finestrini videro la scena e ridendo cominciarono a scendere, qualcuno si guardò in giro e vide l’uomo seduto nella macchina che guardava, poi Giacomo disse ‘Vanessa guarda che dobbiamo pagare la benzina e qualcosa da mangiare fa felice qualche camionista per un po di soldi’ lei lo guardò si avvicinò alla macchina e chiese ma i soldi li abbiamo vero?? Si disse Giacomo ma quelli mi servono per altre cose, su fa la brava chiedi quando vuoi e se sono d’accordo te li fai non credo che hai problemi vero?
Il piu audace avendo sentito la discussione la prese per un braccio e chiese ‘quanto?’
Vanessa ormai era entrata nella parte e Giacomo aveva pieno potere su di lei, lo guardò, lo squadrò era basso grosso la barba cenere poco curata, non sembrava neanche tantopulito l’alito sapeva di aglio e aveva vestiti sporchi, si girò verso Giacomo e lo implorò con gli occhi ma lui rideva gustandsi la scen,’ quanto vuoi ?’ chiese nuovamente il camionista, lei gli rispose 50 ‘ma facciamo tutto ?’ rispose il camionista lei disse no solo avanti se vuoi tutto sono 150, questo la prese per un braccio e la strattonò portandola al suo camion, la fece salire aiutandola con una mano nel culo spingendola, poi disse i soldi a chi? Giacomo intervenne dicendo a me cosi prese i soldi e lasciò Vanessa nelle mani del camionista.
La fece mettere comoda sul lettino posteriore della cabina e gli disse ‘spogliati’ lei si tolse tutti i vestiti rimanendo nuda questi cominciò a palparla su tutto il corpo facevo scorrere le mani tra le tette sul solco del culo sulla figa, poi introdusse un dito nel culo, lo tolse e ridendo gli chiese ‘ma quante persone ti hanno inculato? Sei aperta come un tubo, e ridendo si tolse la camicia, mostrando un petto pieni di peli, si slacciò la cintura e abbassò i boxer facendo far capolino il suo cazzo, era enorme aveva un cazzo asinino era di almeno trenta cm ed era largo almeno 10 forse di piu Vanessa lo vide e le venne un colpo dicendo non fa niente ti restituisco i soldi, ma questo senza badare a quello che aveva detto la prese per un braccio e la fece inginocchiare davanti a lui ‘prendilo in bocca’ lei capi che non poteva opporsi aveva pagato come farlo desistere, così ci mise tutta la sua arte per farlo venire il piu presto possibile sperando che finisse, lui veramente ci mise poco anche perche era da tempo che non riusciva a trovare una femmina capace di accettarlo, ne uscì tanta che quasi la soffocò, ingoiò tutto tossendo e si stava alzando ma lui sempre tenendola per un braccio la distese sul materasso e mettendosi sopra glielo fece entrare nella figa, Giacomo sentì l’urlo di Vanesse e si mise a ridere dicendo le piace, il camionista cominciò a spingere sempre con maggior foga sentendo urlare Vanessa si infoiava ancora di piu fino a quando non entrò solo un po’ non arrivò neanche a metà, Vanessa si agitava e si divincolava cercando di farlo uscire ma lui molto forte le bloccò le braccia e spingeva poi si fermò e cominciò un avanti e indietro molto lentamente, lei piangeva dicendo di smettere, questo la guardò in viso e con la mano libera gli diede uno schiaffo tremendo sulla faccia cominciò a darle colpi sempre piu forti cercando di entrare sempre piu dentro , lei si lasciò andare non reagiva piu, cosi uscì con molta cattiveria lasciandole un buco enorme, la rivoltò come un fuscello le alzò un po il bacino e lei cerco di scappare a carponi sapendo che stava succedendo ma il risultato fu che prese altri schiaffi sulle natiche facendole diventare subito rosse, cosi lo puntò sul buco e la penetrò lo fece entrare tutto in un solo colpo facendola svenire dal dolore, capendo che era svenuta si eccitò ancora di piu la inculava con una forza inaudita, poi venne, rilasciando nel suo intestino tutto la sborra che ancora aveva nelle palle, nel frattempo lei si era svegliata e gridò ancora per il dolore che sentiva, la rigirò e glielo rificcò nella bocca ancora sporco di sborra e di feci che erano rimaste attaccate sul cazzo, dopo che si fu fatto ripulire la spinse fuori dalla cabina, gettando per terra prima i vestiti e poi lei facendola scendere veloce, andò verso la macchina di Giacomo camminando a gambe larghe si accucciò vicino con la portiera aperta fece uscire dal culo tutta la sborra e salì sul sedile non potendosi sedere ma si mise in ginocchio, Giacomo gli chiese ‘possiamo andare ? ti &egrave piaciuto? Faremo cosi durante il viaggio in ogni sosta che faremo farai soldi per proseguire.’
E cosi fu per tutto il viaggio ognii volta che si fermavano Vanessa scendeva e cercava qualcuno che la pagasse per poter continuare , passarono il confine con l’Austria e si diressero verso Amsterdam, li presero alloggio e ogni giorno andarono in giro per il quartiere a luci rosse facendo domande in giro di qualche locale da comprare, Giacomo se la cavava bene con le lingue aveva frequentato un istituto di interprete.
Ne trovarono uno che faceva al caso loro una palazzina a tre piani aveva gia delle vetrine esposte in strada con almeno cinque stanze,
pagarono la palazzina quasi 200.000 mila euro e ne presero possesso, cominciarono a ripulire tutto, nella mansarda installarono la loro casa, e dopo quasi due settimane aprirono al pubblico.
All’ingresso c’era un bancone con il bar almeno otto tavoli dislocati qua e la, fuori c’era un terrazzino recintato dove nel periodo estivo si potevano mettere ancora quattro tavolini, c’era la pista da ballo divisa da una tenda molto divanetti e poi una porta dove portava alle camere.
Ilprimo piano era adibito a coppie etero e gay, il secondo a feticisti, il terzo a bdsm dove si poteva fare di tutto e di piu, camere insonorizzate e tutti i tipi di fruste e articoli vari da sadomaso, gogne croci e altre cose.
Fecero un po di pubblicita cercando di ingaggiare un po di personale,Vanessa girava con un reggitette abbastanza striminzito praticamente gli copriva solo i capezzoli un perizoma trasparente che gli copriva a stento il pube delle calze nere autoreggenti e degli stivali al ginocchio con tacco 15, era divina mentre camminava per la strada invitando i clienti all’inaugurazione del nuovo locale, lo chiamarono ‘il tempio del peccato’, avevano assunto tre ragazze, erano spregiudicate cosi le voleva Giacomo.
Cosi un sabato sera fecero l’inaugurazione”.
Ercole annusava e leccava il culo cominciando ad eccitarsi, Giacomo cominciò a tremare dalla paura, apriva e chiudeva gli occhi, scendevano delle lagrime che non riusciva a controllare, pensava che voleva lasciare tutto e mandarli al diavolo, poi guardava negli occhi Vanessa e manteneva duro, Ercole improvvisamente si alzò sulle zampe posteriori appoggiando quelle anteriore sulle spalle di Giacomo cominciando a mimare una chiavata, ma appena trovò il buco lo infilò senza ritegno andando avanti e indietro con una velocita senza sosta, il suo cazzo cominciò a ingrandirsi e Giacomo cominciò a gridare tutto il dolore che provava, il nodo cominciò ad ingrossarsi rimanendo incastrato nel culo, Ercole venne nel suo culo poi come fanno i cani si girò in attesa che il cazzo cominciasse ad ammosciarsi per farlo uscire dal buco, Giacomo urlava, i clienti ridevano chi applaudiva e qualche altro si menava il cazzo senza ritegno, Vanessa singhiozzava guardando Giacomo che piangeva e soffriva, poi Ercole si staccò e si leccò il cazzo ancora gocciolante, Giacomo svenne e rimase legato dove stava.
Quando riprese i sensi era coricato su un materasso e Vanessa gli accarezzava i capelli, lui la guardò e chiese che era successo, Vanessa rispose che era quasi finito tutto e che si doveva aspettare solo la prova finale, ma non gli aveva detto di che cosa si trattava.
Lui glielo chiese e lei guardandolo negli occhi non rispondeva, mentre erano ancora insieme venne il fattore che chiamò Vanessa, lei si spostò da Giacomo raggiungendo il fattore, parlarono per un po’ insieme lei sorrideva e lui la stringeva per le spalle, poi si allontanò, lei ritornò da Giacomo sorridendo dicendo che era tutto finito e che tra poco sarebbero andati via, Giacomo sorrise ma era ancora molto dolorante rimanendo supino sul materasso.
Vanessa era in ginocchio accanto a Giacomo restarono cosi per un ora almeno lui si assopì lei lo vegliava e pensando a quello che gli aveva chiesto il fattore le scendevano delle lacrime dagli occhi senza il suo volere, poi Giacomo si svegliò anche perche c’era un baccano dell’inferno nella stalla, tutti volevano stare davanti agli altri, erano tanti e tutti avevano pagato molto per poter essere li, il fattore andò al centro della stalla e con fare autoritario scandi delle parole ‘adesso chiamiamo la coppia Giacomo e Vanessa che si sono esibiti per noi e che il ricavato con una percentuale per me darò a loro, ne faranno quello che vogliono, non sono tenuti a restare nel paese possono andare via quando vogliono senza che nessuno li fermi, ma se volessero restare organizzeremmo altre giornate all’insegna del puro sesso violento e sadomasochista, versando ovviamente i soldi ricavati ai protagonisti, questa sarà l’ultima prova poi dopo aver ricevuto i soldi torneranno alla loro casa e decideranno il dopo’ chiamò come sempre la nana che avvicinandosi a loro li invitò ad andare al centro della stalla, vi erano state posizionate due sedie spalla contro spalla, li fece sedere lego le loro mani insieme, con l’aiuto di un altro li immobilizzò con le gambe alzate ma lontano dalla loro faccia, praticamente avevano i sessi in bella mostra con la possibilità di poter abusare anche del culo, li lasciò e il fattore riprese la parola dicendo ‘ adesso tutti possono abusare di voi e siamo in tanti, ognuno fara su di voi quello che vuole, senza dover chiedere ma’..solo uno per volta sceglie chi vuole, siete tutti d’accordo??’ tutti risposero in coro un siiiiii.
E si cominciò tutti avevano un numero cominciarono con il numero uno che era un omone enorme, si avvicinò a loro e con una voce stridula ma pesante domandò’ ma posso andare con uno e con l’altro?’ il fattore annuì ridendo.
L’omone si avvicinò a Giacomo che lo guardava con una paura tremenda questo lo accarezzò sul viso asciugando le lacrime che cominciarono a scendere, poi con una violenza gli mollò uno schiaffo facendogli girare la testa da un lato e dall’altro, poi si girò e andò da Vanessa che non potendosi muovere poteva solo guardarlo e aspettare anche a lei mollò due schiaffoni tremendi, poi si aprì la patta e cacciò un cazzo enorme largo almeno otto cm, si avvicinò alla sua figa e lo infilò facendo urlare per la prima volta Vanessa senza ritegno, dopo sei sette colpi lo tirò fuori e lo infilò nel culo Vanessa questa volta urlava da morire non aveva piu fiato, l’omone glielo tolse dal culo si girò e lo infilò nel culo di Giacomo che dopo ercole ancora non si era ripreso del tutto, gridò talmente forte che pensarono stesse morendo dal dolore, questo venne nel culo di Giacomo e con grande soddisfazione se ne andò a sedere, cosi tutti di volta in volta abusarono dei coniugi, non li contavano piu erano tanti e loro avevano la guance tumefatte e i buchi slabbrati ne usciva tutto senza controllo.
Alla fine quando tutti furono soddisfatti li slegarono li dovettero mantenere per non farli cadere non si reggevano in piedi e quel poco che potevano fare dovevano camminare con le gambe aperte senza possibilità di chiuderle per il forte dolore che sentivano, il fattore prese una scatola e la consegnò a Vanessa facendoli accompagnare alla loro casa, li adagiarono sul letto e andarono via sbattendo la porta.
Si risvegliarono dopo molto tempo, forse uno o due giorni, ancora si sentivano doloranti e ancora dovevano muoversi con cautela, ma rimasero sul letto ancora per un giorno aspettando che i buchi si restringessero e il dolore si calmasse, passò una settimana, si erano quasi ristabiliti e solo allora andarono a guardare quanti soldi gli aveva dato il fattore, cominciarono a contarli e”..mamma mia!!!! Erano piu di trecentomila euro, si guardarono in faccia e abbozzarono un sorriso, tutti quei soldi ma a che prezzo li avevano avuti??
Così ebbero il loro primo dialogo Vanessa gli chiese ‘ allora che facciamo con tutti questi soldi?? Andiamo via o fra un paio di mesi lo rifacciamo?’ gia era scomparso in lei il senso di protezione voleva rifarlo?? Giacomo la guardò, fece un mezzo sorriso dicendo’ ma ti senti’..stai ricominciando e mi avevi giurato che quando sarebbe finito saremmo andati via il piu lontano possibile da qui’ ‘&egrave vero disse lei ma sai come sono a me piace fare e farmi fare tutto quello che vogliono, adesso mi pagano pure che dirti”ordinami tu quello che devo fare farò tutto quello che mi chiedi non prenderò mai piu una mia decisione’.
Giacomo questa volta sorrise e le ordinò subito ‘mettiti a quattro zampe che ti devo inculare ‘ lei lo guardò e si spogliò rimanendo nuda mettendosi nella posizione che gli aveva richiesto Giacomo non ci pensò due volte si avvicinò e la inculò con rabbia a secco senza lubrificare facendola sobbalzare quando venne prese un piattino lo posizionò sotto il culo facendo colare quello che lui gli aveva scaricato nel culo poi le ordinò ‘adesso in ginocchio prendi il piattino e lecca e ingoia tutto senza far cadere niente’ Vanessa eseguì senza dire una parola, poi lo guardò negli occhi, vestiti e prepara le valige che andiamo via, lei si alzò si vestì e preparò le valige, si misero in macchina e senza salutare nessuno andarono via direzione nord.
Viaggiarono senza fermarsi fino a quando finiva la benzina passarono molte citta Vanessa in silenzio lui ogni tanto la guardava e sorrideva.
Si fermarono in un autogrill lei doveva andare a fare pipi e chiese a Giacomo il permesso lui la guardò sorrise e senza parlare fece il giro dove erano parcheggiati i camion, si fermò al centro di due e disse ‘scendi a va a fare la pipi ti guardo’, lei rimase ferma per un po’ poi l’esigenza prese il sopravvento scese si accucciò e fece pipi, lo zampillo arrivò lontano era da tanto che non la faceva si cominciò a bagnare i piedi e le cosce, alcuni camionisti affacciandosi dai finestrini videro la scena e ridendo cominciarono a scendere, qualcuno si guardò in giro e vide l’uomo seduto nella macchina che guardava, poi Giacomo disse ‘Vanessa guarda che dobbiamo pagare la benzina e qualcosa da mangiare fa felice qualche camionista per un po di soldi’ lei lo guardò si avvicinò alla macchina e chiese ma i soldi li abbiamo vero?? Si disse Giacomo ma quelli mi servono per altre cose, su fa la brava chiedi quando vuoi e se sono d’accordo te li fai non credo che hai problemi vero?
Il piu audace avendo sentito la discussione la prese per un braccio e chiese ‘quanto?’
Vanessa ormai era entrata nella parte e Giacomo aveva pieno potere su di lei, lo guardò, lo squadrò era basso grosso la barba cenere poco curata, non sembrava neanche tantopulito l’alito sapeva di aglio e aveva vestiti sporchi, si girò verso Giacomo e lo implorò con gli occhi ma lui rideva gustandsi la scen,’ quanto vuoi ?’ chiese nuovamente il camionista, lei gli rispose 50 ‘ma facciamo tutto ?’ rispose il camionista lei disse no solo avanti se vuoi tutto sono 150, questo la prese per un braccio e la strattonò portandola al suo camion, la fece salire aiutandola con una mano nel culo spingendola, poi disse i soldi a chi? Giacomo intervenne dicendo a me cosi prese i soldi e lasciò Vanessa nelle mani del camionista.
La fece mettere comoda sul lettino posteriore della cabina e gli disse ‘spogliati’ lei si tolse tutti i vestiti rimanendo nuda questi cominciò a palparla su tutto il corpo facevo scorrere le mani tra le tette sul solco del culo sulla figa, poi introdusse un dito nel culo, lo tolse e ridendo gli chiese ‘ma quante persone ti hanno inculato? Sei aperta come un tubo, e ridendo si tolse la camicia, mostrando un petto pieni di peli, si slacciò la cintura e abbassò i boxer facendo far capolino il suo cazzo, era enorme aveva un cazzo asinino era di almeno trenta cm ed era largo almeno 10 forse di piu Vanessa lo vide e le venne un colpo dicendo non fa niente ti restituisco i soldi, ma questo senza badare a quello che aveva detto la prese per un braccio e la fece inginocchiare davanti a lui ‘prendilo in bocca’ lei capi che non poteva opporsi aveva pagato come farlo desistere, così ci mise tutta la sua arte per farlo venire il piu presto possibile sperando che finisse, lui veramente ci mise poco anche perche era da tempo che non riusciva a trovare una femmina capace di accettarlo, ne uscì tanta che quasi la soffocò, ingoiò tutto tossendo e si stava alzando ma lui sempre tenendola per un braccio la distese sul materasso e mettendosi sopra glielo fece entrare nella figa, Giacomo sentì l’urlo di Vanesse e si mise a ridere dicendo le piace, il camionista cominciò a spingere sempre con maggior foga sentendo urlare Vanessa si infoiava ancora di piu fino a quando non entrò solo un po’ non arrivò neanche a metà, Vanessa si agitava e si divincolava cercando di farlo uscire ma lui molto forte le bloccò le braccia e spingeva poi si fermò e cominciò un avanti e indietro molto lentamente, lei piangeva dicendo di smettere, questo la guardò in viso e con la mano libera gli diede uno schiaffo tremendo sulla faccia cominciò a darle colpi sempre piu forti cercando di entrare sempre piu dentro , lei si lasciò andare non reagiva piu, cosi uscì con molta cattiveria lasciandole un buco enorme, la rivoltò come un fuscello le alzò un po il bacino e lei cerco di scappare a carponi sapendo che stava succedendo ma il risultato fu che prese altri schiaffi sulle natiche facendole diventare subito rosse, cosi lo puntò sul buco e la penetrò lo fece entrare tutto in un solo colpo facendola svenire dal dolore, capendo che era svenuta si eccitò ancora di piu la inculava con una forza inaudita, poi venne, rilasciando nel suo intestino tutto la sborra che ancora aveva nelle palle, nel frattempo lei si era svegliata e gridò ancora per il dolore che sentiva, la rigirò e glielo rificcò nella bocca ancora sporco di sborra e di feci che erano rimaste attaccate sul cazzo, dopo che si fu fatto ripulire la spinse fuori dalla cabina, gettando per terra prima i vestiti e poi lei facendola scendere veloce, andò verso la macchina di Giacomo camminando a gambe larghe si accucciò vicino con la portiera aperta fece uscire dal culo tutta la sborra e salì sul sedile non potendosi sedere ma si mise in ginocchio, Giacomo gli chiese ‘possiamo andare ? ti &egrave piaciuto? Faremo cosi durante il viaggio in ogni sosta che faremo farai soldi per proseguire.’
E cosi fu per tutto il viaggio ognii volta che si fermavano Vanessa scendeva e cercava qualcuno che la pagasse per poter continuare , passarono il confine con l’Austria e si diressero verso Amsterdam, li presero alloggio e ogni giorno andarono in giro per il quartiere a luci rosse facendo domande in giro di qualche locale da comprare, Giacomo se la cavava bene con le lingue aveva frequentato un istituto di interprete.
Ne trovarono uno che faceva al caso loro una palazzina a tre piani aveva gia delle vetrine esposte in strada con almeno cinque stanze,
pagarono la palazzina quasi 200.000 mila euro e ne presero possesso, cominciarono a ripulire tutto, nella mansarda installarono la loro casa, e dopo quasi due settimane aprirono al pubblico.
All’ingresso c’era un bancone con il bar almeno otto tavoli dislocati qua e la, fuori c’era un terrazzino recintato dove nel periodo estivo si potevano mettere ancora quattro tavolini, c’era la pista da ballo divisa da una tenda molto divanetti e poi una porta dove portava alle camere.
Ilprimo piano era adibito a coppie etero e gay, il secondo a feticisti, il terzo a bdsm dove si poteva fare di tutto e di piu, camere insonorizzate e tutti i tipi di fruste e articoli vari da sadomaso, gogne croci e altre cose.
Fecero un po di pubblicita cercando di ingaggiare un po di personale,Vanessa girava con un reggitette abbastanza striminzito praticamente gli copriva solo i capezzoli un perizoma trasparente che gli copriva a stento il pube delle calze nere autoreggenti e degli stivali al ginocchio con tacco 15, era divina mentre camminava per la strada invitando i clienti all’inaugurazione del nuovo locale, lo chiamarono ‘il tempio del peccato’, avevano assunto tre ragazze, erano spregiudicate cosi le voleva Giacomo.
Cosi un sabato sera fecero l’inaugurazione”.furono molte le persone che vennero a cui piacque molto l’arredo e le ragazze compresa Vanessa che cominciò a fare qualche suo numero, prendemmo questa strada, cosi rimanemmo per sempre ad Amsterdam, lasciando i ns ricordi e le ns umiliazioni in Italia, sperando che mai piu ci potesse capitare quelle avventure, ma convinti che le avremmo fatte passare ad altri, ma questa volta sempre con il loro consenso e mai senza.
Cosi finì la ns avventura lavorando nel locale e diventando sempre piu grandi da poter aprire altri club come quello che avevamo.
Spero che la storia vi sia piaciuta, cosi finisce questa avventura

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