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Racconti di Dominazione

Il ricatto di una giovane moglie

By 1 Marzo 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci sono molti modi per cui una donna scopre la sua indole ad essere dominata. Per esperienza personale di solito è frutto di noia e insoddisfazione.

Vivere per marito e spesso figli senza venire riconosciuta come femmina, bensì solo come moglie e mamma. Non essere ascoltata quando si tenta di far emergere con il proprio coniuge o fidanzato, la voglia di qualcosa di diverso, che sia da sprone per entrambi.

Un’altra motivazione è quando una donna seppur ascoltata dal suo uomo, trova il suo compagno inadeguato nel nuovo ruolo autoritario. Lei si accorge quanto vorrebbe un uomo sicuro e mentalmente forte, ma il suo compagno non le trasmette questo.

Oppure può esserci il caso di un fatto che sconvolga la vita di una donna da cui lei trae nuovi convincimenti della sua personalità.

Questo racconto si inquadra proprio nell’ultimo caso citato. Mi fu scritto da una mia lettrice con cui è nata poi una bella storia.

Incredibile come la vita possa cambiare in pochi attimi, come una coppia che si conosce da anni e che ha creato un progetto importante come una famiglia, possa scoprirsi diversa e per alcuni versi sconosciuta.

Monica ha 34anni ed è felicemente sposata con Paolo da 7. La loro unione già datata da un lungo fidanzamento, ha partorito un bimbo di 5 anni che entrambi amano tantissimo.

E’ infermiera diplomata e lavora presso uno studio medico privato convenzionato con l’ ospedale della sua cittadina. Lo studio si occupa di surrogare il pronto soccorso dell’ospedale nei casi meno gravi come ferite e contusioni. è diretto da un medico di 68anni che verrà presto avvicendato.

La famiglia è serena ed economicamente sana in quanto Paolo ha messo gestisce una piccola azienda di costruzioni edili molto stimata nella zona.

Nello studio medico è affiancata da altre due infermiere. Nella rotazione di orario quella sera tocca a lei la chiusura alle 20, sarà il marito come al solito a passare a prenderla per il ritorno alla loro villetta edificata alle porte della cittadina.

Come sempre alle 1830 tutti se ne vanno lasciando la ragazza sola con gli ultimi pazienti. Quel giorno la sala attesa si è svuotata presto e Monica sta finendo di medicare una giovane donna con leggere ustioni, regalo di un forno mal approcciato.

Spera di cavarsela in fretta così da avere un’oretta tranquilla per andare in internet a cercare informazioni sulla prossima vacanza estiva, è già giugno inoltrato ed il tempo stringe.

Sta finendo la medicazione quando sente il citofono all’entrata, come sempre apre in modo automatico imprecando dentro di se per l’ospite inopportuno.

Terminato di medicare la ragazza, le chiede gentilmente di far entrare chi sta aspettando in saletta.

Dopo pochi attimi due uomini con espressioni non propriamente rassicuranti fanno capolino nello studio.

“Buongiorno dottoressa, il mio amico si è ferito ad una gamba”

Colui che ha parlato è basso, tarchiato e sovrappeso, mentre il ferito è di corporatura robusta e muscolosa. Entrambi in canottiera, barba non fatta da giorni e calzoni macchiati di bianco e laceri in più punti. Non di certo l’immagine di due gentiluomini.

Monica ha l’impressione di aver già visto il ferito, ma al momento non le riesce il collegamento.

“Non sono dottoressa, cosa le è successo?”

“Vede dottoressa in cantiere mi sono ferito alla coscia”

La parola cantiere le regala l’imboccata giusta per ricordare, è uno stagionale, non fisso, che suo marito ogni tanto assume per veloci lavoretti come tinteggiare, deve averlo visto qualche volta andando a trovare Paolo in pausa pranzo.

Per quelle visite Monica si proponeva in vestiti comodi e sobri. Sa di essere una bella ragazza; capelli neri lisci, occhi marroni penetranti, un volto molto seducente su un fisico di sicuro la sua miglior prerogativa, terza abbondante di un seno sodo e un culo dai fianchi leggermente pronunciati, ma tonico e stimolante ed in cantiere gli sguardi dei presenti non erano mai del tutto innocenti.

“Si tolga i pantaloni e si sdrai sul lettino” La ragazza non ha apprezzato la presa in giro sulla sua qualifica e si sicuro si sarebbe risparmiata un uomo simile in intimo, ma il suo lavoro viene prima di qualsiasi suo convincimento morale e tutto sommato ha visto di peggio.

“Solo i pantaloni o anche…. altro?

“Senta smetta di fare il gradasso e si stenda, in pochi minuti la medico cosi se ne può andare”

L’ uomo si libera degli indumenti, si stende e Monica può cosi iniziare a medicare quello che sembra solo poco più di un graffio. La ferità è vicina al pube e le mani della ragazza lavorano molto vicine all’orlo degli slip.

Come tutti i giorni Monica indossa in studio il classico camice bianco che cerca di tenere in più abbottonato possibile; ma quella era stata una giornata afosa e proprio con la paziente di prima si era liberata di un bottone.

Dimenticandosi di questo, Monica non si accorge che piegandosi leggermente in avanti regala al ferito una porzione abbondante del suo splendido seno.

L’uomo già sottilmente eccitato dalle leggere mani della giovane sulla sua gamba si lascia totalmente andare e Monica vede con terrore un gonfiore sempre più grosso farsi largo negli slip. Cerca allora di accelerare la medicazione.

“Mmmh ci sai fare dottoressa, non ti piacerebbe toccarlo?”

A quelle parole Monica fa un balzo indietro e con il dito puntato verso l’uomo.

“Si rivesta ed esca di qui, subito, altrimenti…”

“Altrimenti che cosa bella puttanella….”

“Ma come si permette! L’ha voluto lei, la ragazza va alla scrivania del medico per premere il pulsante di sicurezza collegato con il commissariato di zona

“Se fossi in te non lo farei Monica, se no povero Paolo…”

La ragazza si blocca spaventata, che sappia i loro nomi ci può stare, ma il significato di quelle parole le suona sinistro e sconosciuto.

L’uomo comincia a dirigersi lentamente verso di lei

“Non si muova, altrimenti premo e la denuncio”

“Fallo, vorrà dire perdere tutto quello che ti fa vivere bene. “dottoressa”…”

“La finisca, che cosa diavolo dice?”

L’uomo intanto avvicina imperterrito e la ragazza arretra verso la parete

“Dove credi fosse il cornuto ieri sera?”

La ragazza allora si rilassa perché lo sa bene

“E solo per questo? Era da sua madre ci va spesso il martedì”

“Allora è questo che dice alla sua cara ingenua mogliettina? Peccato non sia vero. Telefona pure a tua suocera se vuoi”

La ragazza lo guarda sorpresa, non gli crede ma prende dalla borsetta il cellulare.

“Ciao Teresa, tutto bene?, scusami volevo sapere se Paolo ha dimenticato lì ieri sera gli occhiali”

“Direi di no mia cara, Paolo è diverso tempo che non viene, mi ha telefonato dicendo che aveva un impegno”

La donna spegne il cellulare attonita, perché mai le avrà mentito.

L’uomo non si ferma e le oramai vicino.

“Devi sapere che il tuo caro maritino gioca a carte, e in modo pesante, gli piace il brivido del gioco dice. Ma nelle ultime tre settimane ha perso 60.000 euro a carte con noi e altri. Ha saldato una parte, quella degli altri, ma non poteva pagare la nostra vincita. O meglio ha detto che avrebbe pagato in 6 mesi. Come potrai capire non è serio”

“E … e allora? ” afferma una spaventata Monica

“Allora succede che nel nostro ambiente poco raffinato chi non paga o dilata troppo viene punito; in questo caso ci avrebbe rimesso entrambe le mani ed in più saremmo andati oggi dal notaio per la cessione del 50% dell’ azienda. Pensa diventavamo soci”

Monica comincia a temere che gli accordi presi siano altri

L’uomo ormai è a pochi centimetri da lei

“Allora gli abbiamo concesso i 6 mesi che ci ha richiesto, ma in cambio abbiamo preteso, preteso e sottolineo ottenuto, di passare la sera con la sua splendida mogliettina”

A Monica cadono le braccia. Non è possibile, non ci può credere, venduta per un debito, per evitare violenze, dal suo amato, il padre di suo figlio.

Scuote la testa e trova un rigurgito di forza e di orgoglio.

“Non ci credo e vi consiglio di andarvene altrimenti…”

“Il tuo maritino mi ha detto che tu lo chiami sempre quando mancano pochi minuti cosi lui parte e ti viene a prendere. Giusto? Provaci ora troia”

Mentre parla arriva alla ragazza e la spinge verso la parete dove si trova il suo compare.

Monica sente netto qualcosa di duro appoggiarsi ai suoi glutei e due mani che vanno subito ai bottoni del camice.

“Noooo fermi, lo chiamo cosi si chiarisce tutto”

Le dita vanno nervosamente alla tastiera, per la tensione le riesce difficile trovare il numero.

Intanto l’uomo brutto e viscido dietro di lei non si ferma, le palpa voluttuosamente il culo.

“mmmm Nino, dovresti sentire quanto è sodo”

“Non vedo l’ora Beppe, guarda che tette, ha due capezzoli che…”

Il presunto ferito comincia a slacciare il camice evidenziando il reggiseno nero, toccandolo avidamente.

Intanto Monica con difficoltà riesce a comporre il numero

“L’utente da lei selezionato potrebbe avere ….” Ben nota risposta in caso di cellulare spento

Dio mio è davvero sconnesso, mio dio è tutto vero. La mente della donna recepisce solo ora la veridicità della situazione proprio nel momento in cui sente mani cattive e decise palparla dappertutto, i bottoni vengono liberati ad uno ad uno ed il camice aperto del tutto.

Sente la bocca del ferito sui suoi seni, li sugge con desiderio, ma anche senza delicatezza.

Quello dietro invece mette le sue mani dentro il perizoma a palparle i glutei e a titillarle il clitoride.

Potrebbe ancora fermarli, in fin dei conti il debito non è suo, ma ama suo marito e anche se poi gliela farà pagare, non si sente di lasciarlo nelle loro mani.

“Vi prego, ci deve… essere…. un altro modo”

“No troia non c’è e nelle prossime ore ti daremo una ripassata di cazzo che te la ricorderai per anni”

Le mani del piccoletto arrivano al suo sesso ancora asciutto e lo penetrano senza grazia

Il ferito invece ci sa fare in quanto alterna leccate a piccoli morsi che stimolano i capezzoli della ragazza che sente divenire turgidi.

“lasc.. lasciatemi. Troverò io i soldi. Mmmmh”

Un mugolio esce non voluto dalla bocca dischiusa della donna. Mentre il ferito le tormenta il seno, la ragazza reclina all’indietro il capo e si trova le labbra del piccoletto a pochi centimetri

L’uomo la bacia con ardore infilando la lingua nelle labbra socchiuse. Intanto sente l’inequivocabile rumore di un elastico tirato e pochi secondi dopo un palo di carne nodoso si posa duro e minaccioso sul suo bacino.

Monica si scopre a soppesare il cazzo dello sconosciuto trovandolo più lungo di quello del marito, quel pensiero che non doveva provare la eccita, non può evitarlo e la sorprende.

Le mani del piccoletto cominciano ad inumidirsi

“la troietta si sta bagnando capo…”

La fanno stendere sul lettino delle visite, ha ancora indosso l’intimo, ma seno e fighetta sono liberi. Il ferito si posiziona di fianco e le porge il suo cazzo duro.

La ragazza tenta di resistere, ma uno schiaffo la riporta a più miti consigli

“Non farci arrabbiare…tanto non cambia nulla…su prendilo e succhia che hai due labbra da cui ne sono passati tanti”

Le parole del porco invece di offenderla, provocano una scossa di piacere nella donna. Dischiude le labbra,

lo prende in bocca e comincia a succhiarlo. Intanto il piccoletto la trascina in avanti fino all’orlo del lettino, le strappa il perizoma, la punta e la penetra con un colpo secco

“mmmmmh nnno, mmmm, aaaagh” mugolii indistinti si levano dalla bocca piena della donna.

“succhia figona, mmmm che bocca da pompinara Beppe, come succhia questa vacca”

In effetti la penetrazione digerita inizialmente come un’umiliazione dalla donna, l’ha però portata ad uno stato di eccitazione incredibile e adesso il ritmo che sta dando alle sue labbra è tutto suo.

Intanto il piccoletto le affibbia colpi duri e cattivi, non è mai stata scopata cosi dal marito.

“Bella figona, prendilo, quante seghe mi sono fatto a vederti”

Sentire quella confessione genera nella ragazza un’ondata di brividi che annullano i residui freni morali…. e dalla sua bocca escono parole che mai avrebbe pensato di pronunciare, lei brava e fedele mogliettina

“mmmmh mmmmh, fottimi porco, dai sbattimi”

Non le sembra vero, ma quelle parole staccatasi un attimo dal cazzo del ferito le escono naturali, volute.

“senti senti la puttanella, dopo ti spacco anche il culo maiala”

“siii fatemi quello che volete, quel bastardo mi ha giocato e ora la paga, sarò la vostra puttana”

Il ferito allora la alza, si sdraia sul lettino e se la impala sul suo cazzo duro come il marmo

“mmmm dio che bello, che grosso, mmmm lo sento tutto”

La ragazza comincia a salire e scendere ad un ritmo sempre più intenso

“siiii mi sento una troia, mi piace, dammi il tuo cazzo maiale”

Indicato, il piccoletto che si stava smanettando assistendo alla sensuale cavalcata, le sia avvicina e lo infila in bocca alla donna che si piega su di lui interrompendo il ritmo.

Il ferito allora muove il bacino verso l’alto regalando alla donna colpi forti e sincopati.

“mmmm sto per …venire porci, mi fate morire aaagghh”

Il piccoletto a quelle parole viene inondandole la bocca e costringendola ad ingoiare tutto

Il ferito allora si ferma, fa posizionare la ragazza appoggiata alla parete e le infila due dita nel foro anale

“ahhhh noooo, no, non li ti prego”

La penetrazione prima dolorosa per la desuetudine della donna, diventa più piacevole e la ragazza comincia ad abituarsi a quella presenza non consueta.

L’uomo la fotte per alcuni istanti con le dita, poi punta la cappella al foro anale e spinge lentamente..

“mmmm che culo fantastico ha questa zoccoletta, ti piace eh troietta?”

Monica è senza fiato, il dolore dapprima intenso, sta passando.

Il piccoletto inoltre le sta titillando le labbra e questa doppia attenzione le piace.

Il cazzo dell’uomo rompe la prima barriera muscolare e con un colpo secco affonda fin dove può

“aaaaagh mi spacchi, piano, mmmmm ora lo sento”

In quel momento due dita entrano a scopare la figa calda e bagnata.

Monica incomincia a muoversi con il bacino

“Guarda questa maialina Beppe, si sta inculando da sola”

E’ vero Monica muove il bacino avviluppando il cazzo duro dell’uomo.

“mmmm Dio, lo sento in gola, spaccami il culo, mmmmm cosa ho perso finora”

L’uomo spinge a fondo e per alcuni minuti si sentono solo i suoi coglioni pieni a sbattere sulle natiche della donna che continua ad essere penetrata anche dal piccoletto e si ritrova più volte la sua lingua in bocca.

Il ferito viene con colpi duri e cattivi che portano al godimento anche Monica che nel frattempo ha preso in mano il cazzo del piccoletto e l’ha segato con decisione.

Dopo il comune amplesso i tre si ritrovano sul divano dello studio.

La donna in mezzo, la testa sullo schienale, i due uomini esausti che però tormentano con le mani la donna nei suoi punti più erogeni.

“mmmm avete ancora voglia, siete proprio dei porci… Per questa notte sarò la vostra puttana”

Le mani della ragazza corrono ai due cazzi che al solo sentire quelle parole si risvegliano.

“mmmm siete due tori eh, al cornuto ne basta solo una alla volta, mi sa che verrò più spesso in cantiere”

Quando la ragazza sente che i due cazzi stanno tornando di marmo, capisce che il sue debito non è stato ancora saldato ed un sorriso malizioso appare sulla sua bella bocca che dovrà ancora lavorare molto.

La notte sarà lunga, ma da quella stanza ne uscirà una Monica nuova per sempre.

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