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Racconti di Dominazione

Il sogno di una vita – Le due schiave

By 18 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

La giornata successiva Sergio la passò oziando. Aveva ancora negli occhi lo spettacolo di Chiara e Elisa, tanto che si masturbò diverse volte. Si era svegliato tardi, era rimasto sul pc fino alle undici, per poi uscire a comprare le sigarette e far la spesa. Dopo pranzato riguardò le foto della sera prima, girovagando poi su internet alla ricerca di idee da sperimentare con Chiara. Preparò anche un due attrezzi e aggeggini che mise in auto.
Alle 6 iniziò a prepararsi per la cena a casa di Ezio, ansioso di rivedere Sara. Alle sette e mezza in punto era davanti al portone della casa di Ezio, con il regalo in mano e un cartone di Becks sottobraccio.

– Auguri Ezio!! Ti ho portato un paio di birre e una cosetta…- disse Sergio abbracciando l’amico

– Grazie mille Sergio! Su entra- Ezio accompagnò l’amico nella cucina della taverna, dove era apparecchiata la tavola e già alcuni invitati erano arrivati.

Una figura minuta, dai capelli biondi lisci stava armeggiando nel frigo. Sara portava degli shorts cortissimi e attillati bianchi, un top grigio che lasciava poco all’immaginazione. Appena chiuse il frigo si ritrovò la faccia di Sergio di fronte a lei. Spalancò gli occhi e lasciò andare la bottiglia di coca che aveva in mano. Sergio si chinò e la raccolse.

-Piacere, mi chiamo Sergio- disse porgendole la mano con sguardo ammiccante

Lei arrossì, prese la coca. -Ciao io sono Sara la sorella di Ezio…- appoggiò la coca cola sul tavolo e uscì dalla stanza, verso le scale che portavano al primo piano. Sergio intuì che stesse andando in camera sua, attese qualche minuto e poi salì le scale. Era stato molte volte a casa di Ezio, ma la sorella abitava nel capoluogo di provincia cinque giorni la settimana, perciò Sergio non l’aveva mai vista. Si diresse verso la camera che Ezio condivideva con la sorella, aprì la porta socchiusa, e trovò la stanza vuota. Perplesso fece per richiudere la porta quando sentì un gemito provenire da dietro la porta del bagno, immediatamente adiacente alla stanza. Si spostò a sinistra e spalancò la porta. Sara era seduta sul bidet, con gli shorts abbassati, una spazzola su per la figa mossa dalla sua mano sinistra, mentre la destra pizzicava il capezzolo destro, esposto abbassando la scollatura del top. Sergio chiuse la porta a chiave, si avvicinò, le tirò uno schiaffo e la alzò di peso.

-Chi si rivede… chi l’avrebbe mai detto che la sorellina di Ezio sia tanto depravata..-

-Ti prego Sergio, non dire nulla….-

Le arrivò un altro ceffone. -Deciderò io cosa fare o meno. Tu vuoi essere dominata, mi pare chiaro. Ora togliti quella spazzola dalla figa, mettiti in ginocchio e fammi un pompino come si deve- le disse duramente. Squillò il campanello.
Sara abbassò la zip, calò i pantaloni e accolse il membro eretto di Sergio nella sua bocca. Andando su e giù, alternava baci all’asta e alla cappella. Ogni tanto Sergio la faceva fermare tirandola per i capelli e le appoggiava il cazzo sulla faccia, umiliandola. In breve Sergio venne. Le venne in bocca, ma gli ultimi schizzi li distribuì sul suo viso. Le intimò di ingoiare tutto e di non pulirsi: doveva fare un giro di sotto, in taverna, prima di poter tornare di sopra a pulirsi. Sara lo implorò di non costringerla a tanto, ma un ceffone e una stretta fortissima al capezzolo la annullarono. Si riassestò shorts e top e si avviarono di sotto. Giunti in fondo alle scale Sergio vide che erano arrivati Chiara e Paolo. Li salutò con calore e baciò Chiara sulla guancia. Lei aveva visto subito lo sperma sulla faccia di Sara e perciò non sfoggiava la faccia interrogativa della maggior parte degli invitati. Sara procedette a passo spedito verso il tavolo della cucina, afferrò il suo cellulare e poi corse di sopra. Chiara guardò Sergio in tralice strizzandogli l’occhio. Sergio le si avvicinò.

-Corri su senza dare nell’occhio e leccale via lo sperma dalla faccia. Poi mettile un asciugamano in bocca, mettile due mollette di metallo sui capezzoli e falla venire giù…- le sussurrò all’orecchio.

Chiara sparì immediatamente su per la tromba delle scale, mentre Sergio parlava con Paolo e con gli altri invitati.
La taverna aveva una porta che conduceva al giardino, dove erano stati disposti dei tavoli con stuzzichini e varie, accese candele alla citronella e piazzati una serie di pouf sul lastricato antecedente al prato. La serata filò via senza altri episodi degni di nota, nessuno noto gli strani rigonfiamenti sui seni di Sara, anche perché lei cercò il più possibile di mettersi in penombra. Subito dopo la consegna dei regali e l’apertura dello spumante, con gli invitati quasi tutti almeno un po’ brilli, Sergio notò Chiara sola, appoggiata ad uno degli alberi, immersa nella semioscurità. La raggiunse, le palpò il sedere potentemente con la mano destra, mentre con la sinistra si era insinuò nella scollatura del top e raggiunse il capezzolo destro. Chiara trattenne un mugolio, lasciandosi palpare silenziosamente. Sergio si staccò quasi subito, non voleva certo attirare l’attenzione.

-A fianco del bagno, al piano di sopra, oltre la camera di Ezio e Sara, c’è uno sgabuzzino. Ora vai là, tira fuori le tette dal top, togliti le infradito e inginocchiati con le mani dietro la nuca. Io arriverò fra poco- le sussurrò ad un orecchio.

Chiara non ci pensò nemmeno, a ribattere, si staccò dall’albero e si diresse con calma verso la casa. Sergio raggiunse Sara in un altro degli angoli più scuri del giardino, a fianco del capanno degli attrezzi. Anche a lei sussurrò di aspettarlo allo sgabuzzino, ma le disse di aspettarlo fuori. Lei senza fiatare entrò in taverna e salì le scale. Sergio stappò una Corona, tornò in giardino e si accese una Lucky Strike. Concluse sigaretta e birra rientrò e si avviò verso le scale. Arrivò al piano superiore e trovò Sara agitatissima di fronte alla porta dello sgabuzzino. La prese per i capelli, le fece segno di non fiatare, aprì la porta dello sgabuzzino ed entrò. Chiara era in ginocchio, le mani dietro la nuca, con i seni esposti e le infradito a fianco a lei, in ordine. Sara allargò gli occhi per lo stupore.

-Brava cagnetta- disse rivolto a Chiara, che gli rispose con un sorriso -Ora Sara vieni qua. Non dovrai fiatare-

La ragazza gli si avvicinò, mansueta. Sergio abbassò il top esponendo i seni e i capezzoli stretti dalle mollette. Il top abbassandosi premette sulle mollette, provocandole un dolore intenso. Poi Sergio senza preavviso afferrò le linguette metalliche delle mollette e gliele strappò via. Sarà gemette, mordendosi le labbra per non urlare. Lo sgabuzzino era incassato fra due stanze, con scaffali pieni sulle sue pareti, pertanto risultava abbastanza isolato acusticamente. Le mollò altri due ceffoni sui seni.

-Ora troietta và dietro a Chiara e baciale i piedi, le piante e le dita, come riesci. Poi uscirai e terrai chiunque lontano da questo piano e soprattutto da questo sgabuzzino- ringhiò Sergio, sottolineando il tutto con una stretta potente ai capezzoli martoriati di Sara e uno schiaffo in viso. Sara abbassò lo sguardo, andò dietro Chiara e baciò e leccò le sue piante dei piedi. Poi, a un cenno di Sergio, si rialzò e uscì. Stava per chiudere la porta quando sussurrò:

-Grazie Padrone…-

Sergio sorrise fra sé. Appena chiusa la porta si rivolse verso Chiara, che lo stava fissando con sguardo avido.

-Ora verrai punita per la tua prima mancanza di ieri- sorrise -Mi sono portato da casa questo fantastico nastro isolante. Ora ti toglierai le mutandine, te le infilerai in bocca e io te la tapperò col nastro. Poi riceverai dieci colpi di cinghia su ogni seno. Chiaro troietta? Dopo ogni colpo ti dovrai dare uno schiaffo su seno colpito e vedi di metterci forza, puttanella, o ricomincerò da capo con le cinghiate…-

Chiara non batté ciglio, si tolse il perizoma e se lo infilò in bocca. Sergio si tolse la cintura dei pantaloni e le applicò il nastro. Alzò il braccio e colpì.

S’CIAFF! Chiara emise un mugolio sommesso e si colpì il seno destro con la mano.
S’CIAFF! Una seconda cinghiata cadde sul seno destro, seguita a ruota dalla mano della schiava.

S’CIAFF!, S’CIAFF!,S’CIAFF! Dopo il settimo colpo delle lacrime iniziarono a scendere sul volto di Chiara, mentre la tetta colpita iniziò a diventare striata di viola. Conclusi i dieci colpi sul seno destro Chiara ormai piangeva, emettendo bassi singhiozzi soffocati.

-Un minuto di pausa- le concesse Sergio mentre la baciava in fronte e le stringeva il capezzolo destro. Poi si voltò e aprì la porta per controllare Sara. La testa della ragazza sbattè contro il legno della porta che si apriva… stava guardando tutto dal buco della serratura e aveva le mani affondate negli shorts.

-Ah, e così ci stavamo masturbando senza permesso e per di più origliando? Lurida vacca in calore… con te farò i conti più tardi!- Sergio era intimamente contento di aver una scusa del genere per poter punire quella troia di Sara. Richiuse la porta e portò la mano sulla figa di Chiara. VI trovò un lago.

-E così ci stiamo eccitando, eh, vacca?- Chiara annuì energicamente. -ti concedo di venire durante le prossime frustate, se ne avrai bisogno- e così dicendo riprese la cinghia.

S’CIAFF!,S’CIAFF!,S’CIAFF!,S’CIAFF! I mugolii sommessi di Chiara si alternavano alle sue sberle al seno sinistro. Sergio scandì gli ultimi due colpi ben distanti fra loro e con forza sempre maggiore. Conclusa la punizione, strizzò anche il capezzolo sinistro e tolse il nastro alla bocca di Chiara. La schiava gli si gettò ai pedi e prese a baciargli le scarpe.

-Grazie Padrone per la sua punizione, mi meritavo un trattamento ben peggiore, grazie, grazie…-

Sergio la prese per i capelli, la sollevò, la baciò e le diede due schiaffi. Poi la rimise in ginocchio e lei iniziò a spompinarlo voracemente. Eccitato com’era, Sergio venne presto. Si scaricò in faccia a Chiara, che ingoiò quello che le era arrivato in gola, ma non si azzardò a toccare il resto sul viso, che iniziò a colare pure sui seni. Sergio aprì la porta e fece entrare Sara. Le mollò due ceffoni in viso.

-Ora troia dovrai pulire il mio sperma dalla faccia di Chiara, solo la faccia.- Ordinò, secco.

Sara iniziò a passare con la lingua tutto il viso di chiara, le guance, la fronte, le labbra, le orecchie e i capelli. Dopo di che si ritirò in ginocchio a fianco di Sergio, con lo sguardo basso. Chiara sapeva già cosa fare: prese in mano le sue tette e leccò via lo sperma. Maneggiare i seni martoriati le provocava un dolore fortissimo, ma era di nuovo bagnata in mezzo alle gambe.
A quel punto Sergio le prese per mano, le condusse fuori dallo sgabuzzino e le fece entrare in bagno. Tese l’orecchio, ma i rumori della festa lasciavano intendere che nessuno si fosse accorto di nulla. Dalla finestra aperta della camera di Sara sentì provenire rumori di sforzi di vomito… Ezio aveva alzato il gomito anche quella sera… Rientrato nel bagno, chiuse la porta a chiave e strappò le due corde delle tende della finestra.

-Sara entra nella vasca e stenditi supina- ordinò Sergio. Sara eseguì e lui le legò i polsi alle caviglie, immobilizzandola.

-Chiara togliti la mini e le infradito, entra in vasca e mettiti con le gambe ai fianchi di questa vacca-

Chiara si tolse la minigonna di jeans che portava quella sera e si posizionò sopra Sara. Sergio iniziò a palparle i seni e il culo.

-Forza schiavetta, ora masturbati e vieni sopra questa troia! Poi dovrai pisciarle addosso, in faccia- il dolore per le palpate alle tette, unite all’azione delle sue dita fecero venire Chiara molto in fretta, che ansimando pesantemente e cercando di trattenersi dall’urlare, venne sul corpo di Sara, imbrattandole i vestiti. Poi, Sergio le mollò i seni con una pizzicata al capezzolo e uno schiaffo sul culo, e lei si avvicinò al viso della schiava, su cui immediatamente dopo scaricò la sua urina. Sara, senza nessun ordine precedente, bevve quello che riuscì. Poi anche Sergio si scaricò su di lei. Il tutto era durato non più di dieci minuti, tanto erano già eccitati Chiara e Sergio.

-Ora datti una cambiata, mettiti un altro paio di shorts e o un top o una maglietta corta trasparente. Ovviamente niente reggiseno né mutandine. Scenderai giù, ti metterai le speciali infradito che avevo portato per Chiara, ma che tu hai pienamente meritato grazie alla tua voglia di spiare, e dirai che stai uscendo e farai tardi. Poi andrai alla mi auto, ti spoglierai completamente e ti inginocchierai dietro al mio baule, dalla parte del muro. Io arriverò dopo poco.- le disse mentre la slegava.
Sara fece uno sguardo spaventato, ma annuì e ringraziò. Sergio le diede un paio di infradito che aveva preparato nel pomeriggio per Chiara: erano normalissime ad eccezione del fatto che la suola era ricoperta per l’interno di tappi di birra, quelli in alluminio, fissati con la colla a caldo con la corona verso l’alto. In questo modo tutto il peso corporeo gravava sulle piante dei piedi a contatto con l corone dei tappi.

-Grazie Padrone, grazie Chiara, per i vostri umori e liquidi…- ringraziò umilmente Sara

Sergio e Chiara tornarono di sotto e Sergio ordinò a Chiara di salutare Ezio e gli altri invitati con la scusa della stanchezza e di dire a Paolo che sarebbe tornata con Sergio. Dopo una ventina di minuti, quando Sara era già uscita da una decina di minuti, Sergio fece un cenno a Chiara e annunciò che se ne andava a casa, e si offriva di dar un passaggio all’amica. Paolo era già mezzo ubriaco e non fece obiezioni, mentre Ezio barcollava abbracciando Chiara e Sergio per ringraziarli. Usciti di casa, si avviarono verso l’auto e trovarono Sara inginocchiata, nuda con i vestiti ammucchiati a fianco. Sergio aprì il bagagliaio, prese i vestiti, li gettò dentro e poi sollevò Sara e la spinse nel baule. Richiuse il portellone, ordinò anche a Chiara di spogliarsi completamente e la fece salire sul posto del passeggero. Dal cruscotto estrasse un rotolo di filo da pesca e una serie di fascette di plastica, quelle autobloccanti. Chiara lo guardò con faccia interrogativa. Sergio le fece allacciare la cintura di sicurezza, facendola passare sotto i seni, poi prese una fascetta e le legò i polsi dietro il poggiatesta, assicurando poi le mani al poggiatesta stesso con un’altra fascetta. Poi prese il filo da pesca e ne tagliò due pezzi abbastanza lunghi: legò un’estremità di ogni pezzo ai due capezzoli di Chiara, stringendo forte, poi mise la quinta marcia e legò le altre due estremità libere alla leva del cambio, in maniera che i seni in quinta marcia fossero ben tesi. Quando Sergio tolse la quinta e mise in folle i seni si tesero ancora di più e Chiara gemette.

-Ti piace questo sistema? Ogni volta che cambierò marcia lo sentirai per bene!- disse compiacendosi

-E’ bellissimo mio Signore, ma fa un male cane… sono contenta di appartenere a un Padrone così ingegnoso ed eccitante- ansimò Chiara.

Sergio sorrise, accese il motore, ingranò la prima e partì. Il tragitto sarebbe stato breve, fino a una cittadina confinante, ma lui lo allungò volutamente. Chiara, bloccata al sedile, gemeva ad ogni cambio di marcia, bagnando il sedile dell’auto. Finalmente arrivati davanti a una piccola villetta, fermò l’auto e scese. Aprì il baule e tirò giù Sara senza tanti complimenti, lei si inginocchiò immediatamente e lui le mise un collare, attaccò il guinzaglio e la fece camminare carponi. Raggiunse lo sportello dell’auto e dopo aver martoriato ancora un po’ i capezzoli di Chiara taglio via il filo da pesca e le fascette. Mise il collare pure a Chiara e tolse le infradito punitive a Sara, rendendole all’originale destinatario, ovvero Chiara. Poi le legò i polsi dietro la schiena con un’altra fascetta.

-Sara tu gattonerai, mentre Chiara potrà stare in piedi. Preparatevi, la notte sarà lunga…- e ridacchiando si avviò verso la villetta.

Suonò il campanello, era tardissimo, ma sapeva bene che la casa era vuota ad eccezione della persona che lui stava cercando.

-Chi è a quest’ora?- rispose una voce femminile dal citofono

-Il tuo Padrone con le tue sorelline!-

La porta si aprì e apparve Elisa, shoccata, aveva una vestaglia di cotone addosso e sotto era chiaramente nuda.

-Ciao Elisa, il tuo Signore è venuto a completare la tua punizione!-

CONTINUA

per critiche suggerimenti proposte shootingmaster@tiscali.it

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