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Racconti di Dominazione

Ileana

By 27 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ULTIMA RIGA

 

           

 

            …e stette qualche attimo a pensare prima di chiudere la presentazione del suo progetto di legge consapevole che sarebbe stato l’ ultimo lavoro della sua invidiabile carriera di uomo di potere: prima di diplomatico, poi di politico di punta, poi di ministro e infine a capo di un Ente internazionale per la sicurezza e la legalità, incarico che lui svolse per dieci anni sempre riconfermato dai vari Governi. Sapeva di aver esercitato il suo potere con spirito di servizio e quindi in modo etico senza mai approfittarne personalmente.

 

            Non ne era certo, ma “sentiva” che quell’ultima riga avrebbe dovuto essere la “firma” della sua vita. Avrebbe dovuto essere qualcosa di alto e nobile come in fondo sentiva di aver vissuto e il disegno di legge si prestava a lanciare questa specie di suo marchio personale trattandosi di una riforma radicale che sarebbe poi passata nella legislazione di tutti gli Stati membri.

 

            In fondo era orgoglioso della sua vita pubblica, forse un po’ meno di quella privata che, dati i suoi incarichi, aveva sempre vissuto con difficoltà. Dentro di lui si lamentava di “non aver mai avuto tempo” da dedicare a se stesso, ma forse, non era solo quello; aveva scacciato con forza certe sue pulsioni che non erano in linea con la sua parte pubblica e, anzi, il suo quotidiano impegno gli era servito per superare l’immoralità che sentiva insita in certe sue tentazioni.

 

                In quel momento pensò che niente poteva esprimere meglio il senso di quanto aveva scritto e di come era vissuto, quanto una citazione di Blaise Pascal e così infatti concluse:

 

“Il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce”,

 

perché, aggiunse, ogni legge deve interpretare oltre che la Giustizia anche la Carità !

 

            Carità anche per se stessi, pensò lui, che si era sempre vivisezionato l’anima più volte nel corso della sua vita.

 

            Rilesse quindi quanto aveva scritto e si ritenne soddisfatto; il lavoro della sua intera vita era stato fruttuoso. Adesso, di là a pochi giorni, si sarebbe ritirato lasciando un segno tangibile di sé nella legge internazionale che avrebbe portato il suo nome. Non c’erano rimpianti e nostalgie in lui perché sentiva di aver vissuto proficuamente e che poteva quindi ritirarsi serenamente a vita privata e dedicarsi finalmente a se stesso.

 

            Sorrise a questo pensiero: spense il PC e si guardò intorno. Il suo lussuoso studio privato, la sua ampia biblioteca, i suoi quadri, le sue fotografie con i grandi del mondo.., tutto gli sembrò finalmente superato oltre che vagamente somigliante a una prigione in cui aveva vissuto tutta la sua vita. Adesso sarebbe entrato in un’altra prigione, la “sua” vera prigione.., quella che lui aveva sempre rifiutato e che invece rappresentava adesso la sua “libertà”e il suo futuro  !

 

            Si alzò in piedi e cominciò a spogliarsi lentamente posando ordinatamente i suoi indumenti su una poltrona e, quando fu completamente nudo, si accorse con soddisfazione della sua fortissima erezione; per un sessantenne come lui non poteva essere che una forma di forte appagamento !

 

            Camminò così fino alla porta dello studio, la aprì e l’oltrepassò deciso. Oltrepassare quella soglia nudo e fortemente eccitato sessualmente assumeva in lui il valore simbolico di una svolta decisiva e senza ritorno.

 

            Avanzò a testa alta e con decisione nella grande sala che era il soggiorno del suo sontuoso appartamento fino a inginocchiarsi davanti a una poltrona dove una bellissima donna dall’aria altera, vestita elegantemente e con le gambe accavallate, fumava e lo guardava sorridendo.

 

            Lui si inginocchiò davanti a lei e ai suoi piedi, le tolse dolcemente una scarpa dal tacco altissimo e la posò delicatamente a terra. Poi cominciò a masturbarsi guardandola dritto negli occhi e finalmente eiaculò sul suo piede: “Ecco.., Padrona – ansimò lui – questo è il mio primo umile omaggio…”.

 

THE END

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