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Racconti di Dominazione

In balia di una studentessa

By 13 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Sono un professore di matematica trentacinquenne single e vivo da solo. Spesso do ripetizioni durante l’estate a studenti delle superiori per arrotondare. Tra i ragazzi che sto seguendo in questo periodo, c’è una ragazza di diciannove anni abbastanza carina, molto espansiva ed esuberante. Non è una ragazza stupida ma, la matematica proprio non le piace e non si applica come dovrebbe. Dato il caldo, un po’ come tutte le ragazze della sua età, indossa spesso degli abiti abbastanza succinti lasciando le gambe nude e il decolté in bella vista. Io sono abbastanza timido e non ho avuto tante esperienze con l’altro sesso per cui la visione dei loro corpi giovani e sodi mi attrae parecchio. L’occhio mi cade spesso sulle sue cosce o sui suoi seni  e mi ha beccato più volte mentre la guardavo. Credo quasi che lo faccia apposta a vestirsi sempre in quel modo per mettermi in imbarazzo.

Un pomeriggio caldo, alla solita ora, ha davvero esagerato. Si è presentata con una minigonna a pieghe decisamente corta, un top molto aderente da cui si capiva che non indossasse il reggiseno perché si vedeva bene la sagoma dei capezzoli, e un tacco da 10 centimetri circa. Un abbigliamento un po’ troppo azzardato per delle ripetizioni. Il mio imbarazzo era già alto ed ero probabilmente rosso in viso. Ci siamo seduti alla mia scrivania, uno di fronte all’altro, e abbiamo cominciato come al solito a metterci sui libri. Dopo poco, spostando i libri, mi è caduta la penna. Mi sono chinato per raccoglierla e ne ho approfittato per dare un’occhiata alle sue cosce. Con mia grossa sorpresa aveva le gambe leggermente aperte e mi sono accorto con non indossava le mutandine. La sua fighetta era quasi completamente depilata. Ho provato a prendere la penna ma, mi è caduta di nuovo perché non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo pube. Forse ho esitato un po’ troppo perché sono stato subito ripreso.

Lei: Beh, quanto tempo ci metti a raccogliere sta penna? O forse stai guardando qualcos’altro porco?

Mentre lo diceva ha spalancato completamente le gambe offrendomi una visione completa delle sue intimità. Ero imbarazzatissimo e mi sono tirato su al volo, probabilmente ero completamente rosso in viso e non riuscivo a guardarla negli occhi. Le mi stava guardando sorridendo maliziosamente.

Io: No dai, cosa dici?

Si è alzata ed è venuta verso di me. Ha girato la mia sedia verso di se e mi ha messo le mani sulle spalle chinandosi in avanti.

Lei: Non dire bugie, credi non mi sia accorta di come mi guardi le gambe? E non solo quello.

Ha alzato una gamba e ha appoggiato il ginocchio sopra il mio pene già semi gonfio.

Lei: Sei solo un porco, come tutti i professori. Non ti vergogni a guardare sotto la gonna di una ragazzina che potrebbe quasi essere tua figlia?

Non stava gridando e non era arrabbiata; il suo tono era deciso e sorrideva fissandomi negli occhi. Io non riuscivo a dire e a fare niente, ero come ipnotizzato. Mentre parlava, premeva sempre di più con il ginocchio, provocandomi una forte e inaspettata eccitazione, che non è passata inosservata.

Lei: Maiale, ti stai eccitando eh? Ma i porci come te meritano di essere puniti come si fa con i bambini. Devi avere rispetto delle tue alunne.

Mi ha preso per un orecchio senza ne stringere ne tirare troppo, e mi ha fatto alzare e piegare in avanti sulla scrivania.

Lei: Tirati giù i pantaloni e le mutande.

Eseguii senza fiatare, era completamente in balia di questa ragazzina ed ero anche parecchio eccitato.

Lei: Guarda che maiale, ti sembra educato farti vedere con il cazzo duro davanti a una ragazzina??

Sentii la sua mano abbattersi sul mio sedere con violenza per poi fermarsi a massaggiare e a strizzare la parte colpita.

Lei: Ti insegno io a comportarti come si deve ora.

Ha incominciato a sculacciarmi in modo deciso e continuato prima su una chiappa e poi sull’altra. I colpi veniva alternati dalle strizzate alle natiche. Il dolore si sentiva ma, non era eccessivo e la mia eccitazione non stava diminuendo. Non era sicuramente la prima volta che lo faceva, sembrava abbastanza esperta.. Essere alla sua mercé non mi dispiaceva affatto anche se non ero avvezzo a questo tipo di giochi. Accorgendosi della mi perdurante erezione, mi ha afferrato il pene duro stringendolo notevolmente, mentre con l’altra mano continuava a sculacciarmi.

Lei: Sei proprio un porco. Ti piace farti punire dalle ragazzine come me eh? Senti come ce l’hai duro.

Il mio sedere incominciava a bruciare sotto i suoi colpi sempre più intensi. Ero eccitatissimo e la sua mano che mi stringeva e tirava il pene, peggiorava la situazione. Non so per quanto è andata avanti ma, a un certo punto si è fermata ad osservare il mio sedere.

Lei: Che bel culetto rosso, ho fatto proprio un bel lavoro. Tirati su e spogliati completamente!

In un batter d’occhio mi sono levato tutto restando nudo davanti a lei con il pene in erezione e il sedere rosso. Lei era di fronte a me con le braccia incrociate e mi stava guardando il pube.

Lei: Sei uno schifoso pervertito! Ti pare educato presentarti con il cazzo duro davanti a me? Le sculacciate per te non bastano.

Mi ha ripreso in mano il pene stringendolo vigorosamente per poi dargli diversi schiaffi. Questa pratica la divertiva, vedermelo sballonzolare la faceva ridere. Mi faceva un po’ male ma, il dolore, anche in questo caso, non era eccessivo.

Lei: Mettiti in ginocchi maiale.

Mi sono abbassato e l’ho vista andare verso i miei vestiti. Ha sfilato la cintura dai miei pantaloni e me l’ha stretta al collo a mo’ di guinzaglio.

Lei: Giù a quattro zampe e seguimi.

Si è girata e si è avviata camminando lentamente e sculettando verso il salotto, tirandomi per la cintura. Si è alzata la parte posteriore della gonna lasciando il suo culetto nudo in bella vista.

Lei: Ti piace il mio sedere vero maiale?

Le sue domando non avevano bisogno di alcuna risposte ne lei se l’aspettava. Io le stavo dietro camminando come un cagnolino con gli occhi fissi sul suo culetto tondo e sodo che avevo spesso sognato. Ogni tanto girava la testa, mi guardava e sorrideva senza mai fermarsi.

Arrivati in salotto, si è messa in ginocchio sul divano appoggiando il busto sullo schienale e ha inarcato la schiena. Ha allargato le gambe e ha tirato sul completamente la minigonna. Avevo davanti a me a pochi centimetri il suo sedere e la sua bella fighetta ma, non avevo il coraggio di fare nulla. Ero semplicemente in atteso del suo prossimo ordine con il pene sempre in erezione.

Lei: Chissà quante seghe ti sarai fatto pensando al mio culetto, vero schifoso?

Si è passata il guinzaglio in mezzo alle gambe e mi ha tirato verso il suo sedere.

Lei: Ora tiri fuori la lingua come un bravo cagnolino e mi lecchi tutto il culetto come si deve. Solo il culetto mi raccomando!

Ho tirato fuori la lingua insalivandola per bene e le ho leccato molto lentamente tutte e due le chiappe per poi passare al suo buchetto. Grazie al cielo era pulito e non aveva un cattivo sapore.

Lei: Bravo così porco, fammi sentire bene la tua linguetta.

Insalivavo continuamente la lingua prima di passarla sul suo buchetto, prima tutto intorno e poi cercando di spingerla dentro. La sentivo gemere e rilassarsi per cui le ho afferrato le chiappe con le mani e le ho allargate il più possibile.

Lei: Continua così maiale che mi piace, abbiamo trovato qualcosa che sai fare oltre a farti le seghe.

Mi sono tuffato con la lingua dentro il suo culetto cercando di entrare il più possibile. Era tutta bagnata dalla mia saliva che stava colando anche sulla sua fighetta. Continuava a tirarmi per la cintura verso il suo sedere. Le stava piacendo parecchio, tanto che incominciavo a sentire il profumo dei suoi umori provenire da sotto. Ogni tanto vedevo anche la sua mano accarezzarsi il pube bagnato. Non pensavo mi piacesse tanto leccarle il sedere e, inutile dire, che la mia erezione non era per niente diminuita.

Lei: Ora basta schifoso.

Ha lasciato andare la cintura per permettermi di tirarmi su in ginocchio. Si è alzata e si è levata tutto, scarpe comprese.

Lei: Girati verso il tavolino.

Davanti al divano ho un tavolino basso su cui appoggio i giornali o altre cose, che mi arrivava giusto all’inguine dato che ero ancora in ginocchio.

Lei: Appoggia il tuo cazzo sopra il tavolino e avvicinati più che puoi.

Lei era ora alle mie spalle, ha ripreso in mano la cintura e mi ha tirato un altro paio di sculacciate.

Lei: Mi hai fatto eccitare davvero tanto. Mi piace come usi la lingua.

Mi è venuta di fianco e ha appoggiato un piede sopra al mio pene schiacciandolo sul tavolino. Si è messa una mano sul pube e si è accarezzata.

Lei: Guarda come mi hai ridotto la fighetta, è tutta bagnata per colpa tua maiale. Ora me la devi leccare tutta. Voglio che mi fai venire almeno due volte.

Mi ha preso per i capelli e mi ha tirato il viso verso la sua vagina. Ho subito tirato fuori la lingua leccandogliela tutta dal basso verso l’alto. Aveva un buon sapore e ed era depilata nel modo giusto.  Inizialmente mi sono dedicato al buchetto, leccando per bene i bordi per spingere dentro la lingua più che potevo. Si allargava bene e si sentiva che era molto eccitata, anche da come mi tirava per i capelli. Sentivo i sui umori colarmi copiosamente sulle guance mentre continuava a schiacciarmi il pene con il piede. Era il momento di dedicarsi al suo clitoride. L’ho leccato sia orizzontalmente e che verticalmente e, ogni tanto, lo afferravo con i denti, senza stringere, e glielo tiravo. La sentivo godere e le stavano cedendo le gambe.

Lei: Continua così schifoso

Ho accelerato il ritmo delle leccate sul clitoride usando solo la punta della lingua senza premere finché ho sentito il sapore dei suoi umori riempirmi la bocca condita dai suoi gemiti.

Lei: Bravo maiale, mi hai fatto godere la prima volta.

Si è seduta sul divano in modo da sporgere il suo pube in avanti verso di me e ha allargato e sollevato le gambe.

Lei: Ora devi pulire tutto con la lingua e ricominciare.

Mi ha tirato per il guinzaglio e ha appoggiato i suoi piedi sulla mia schiena. Con la lingua ho leccato e bevuto tutti i suoi umori spingendomi più dentro che potevo, si era allargata parecchio. Ho ripreso a succhiare e mordicchiare le labbra della sua vagine ed il clitoride tutto molto lentamente. Stava riconciando a bagnarsi e mi sono spostato a leccare per bene il clitoride. L’ho sentita ansimare quasi subito e mi ha afferrato per i capelli tirandomi verso la sua fighetta. Con un piede è scesa fino al mio sedere, che io ho prontamente avvicinato,  e mi ha dato qualche colpo con la pianta del piede.

Lei: Continua così schifoso maiale, ti piace il sapore della mi fighetta eh?

Il suo ventre si muoveva spasmodicamente in su e in giù e stava tremando, segno che stesse venendo per la seconda volta.  I suoi umori non hanno tardato a riempirmi ancora il viso.

Lei: Puliscimela ancora tutta per bene con la tua linguetta.

Glielo rileccata tutta bevendo tutto il suo piacere mentre lei continuava a colpirmi il sedere con le palme dei piedi, sempre tenendomi per il guinzaglio. Ogni tanto alzavo gli occhi verso di lei che mi fissava sorridendo.

Lei: Mi hai fatto godere davvero tanto, lo sai schifoso maiale? Ora rimettiti a 4 zampe e seguimi con un bravo cagnolino.

Si è alzata e si è avviata verso la scrivania con me dietro sempre 4 zampe tenuto al guinzaglio. Ha legato poi l’altro capo della cintura ad una sedia, ha preso una penna dalla scrivania e mia la messa in bocca.

Lei: Ti conviene insalivarla per bene.

Inizialmente non ho capito bene cosa intendesse ma, l’avrei scoperto di lì a poco. Nel dubbio ho cercato di insalivarla il più possibile muovendomi quasi come se stessi facendogli un pompino. Me l’ha sfilata di bocca e si è poi spostata dietro di me tirandomi altre forti sculacciate sul sedere. Ormai non mi facevano più male, anzi, devo dire che mi piaceva farmi sculacciare in quel modo. Ho inarcato la schiena porgendogli le natiche ormai decisamente rosse.  Ho sentito che mi sputava proprio in mezzo alle chiappe e mi ha passato la penna, anch’essa bagnata, all’ingresso del mio ano. Mi ha afferrato il pene sempre duro stringendolo e masturbandomi lentamente.

Lei: Ora rilassati e spingi e vedrai che non ti farà male.

Mi ha spinto dentro il sedere la punta della penna e l’ha tirata fuori per sputarci ancora sopra. Ha ripetuto più volte quest’operazione ogni volta spingendola sempre più dentro.  Il dolore era forte ma, era attenuato dal piacere della masturbazione che mi stava facendo. Una volta riuscita a farla entrare per metà, l’ha lasciata lì così e mi ha tirato un altro paio di sculacciate.

Lei: Sei proprio un porco. Senti come ti è venuto duro con una penna nel culo.

Non era del tutto vero ma, non ho ribattuto. Ha aumentato il ritmo della masturbazione.

Lei: Ora voglio vederti godere maiale.

La mia eccitazione era elevatissima e non ci è voluto molto che venissi copiosamente sul pavimento.

Lei: Rimani così, non ti muovere schifoso.

Si è alzata e l’ho sentita rivestirsi.

Lei: Gira il viso verso di me e sorridi.

Mi son girato e l’ho vista che mi stava fotografando con il suo telefonino e rideva.

Lei: Queste foto sono davvero belle, le potrei mostrare alle mie compagne per far vedere come dovete essere trattati voi professori porci. Nudi e a quatto zampe come i cani, con il sedere rosso dalle sculacciate e una penna nel culo. Ora vado, ci vediamo alla prossima lezione.

Si è voltata ed è uscita dalla porta lasciandomi così.

 

 

I commenti sono sempre graditi

 

 

 

Son passati due giorni da quando sono stato abusato da lei e continuo a ripensarci. Non avrei mai pensato che farmi sculacciare ed essere poi usato per darle piacere con la mia lingua, potesse eccitarmi così tanto. Confesso di essermi masturbato in questi due giorni ripensando al sapore della sua bella fighetta.

Tra pochi minuti arriverà per la nostra usuale seconda lezione settimanale e non so come comportarmi e, soprattutto, non cosa aspettarmi da lei.

Suona il campanello, è arrivata. Ho il cuore impazzito, sono nervosissimo e sicuramente starò arrossendo. Le apro e lei entra. Oggi indossa degli shorts di jeans, una canottiera e delle scarpe da ginnastica. Ci siamo salutati come se niente fosse e ci siamo diretti alla scrivania. Io ho esitato un poco ma, vedendo la sua indifferenza, mi sono seduto e abbiamo incominciato le solite ripetizioni come se non fosse mai successo niente.  Il mio imbarazzo iniziale era evidente e non riuscivo a guardarla negli occhi ma, col passare del tempo è scemato.  

Al termine dell’ora prevista mi rivolge un sorriso malizioso e mi chiede:

Lei: Hai da fare adesso?

Io: No perché?

Lei: Perché adesso tocca a me darti un’altra bella lezione porco.

Il cuore mi si è fermato e sono rimasto immobile con la bocca socchiusa. Non sapevo cosa e/o cosa fare. Lei ha incrociato le braccia sul petto e mi fissava con quel suo sorriso sadico/malizioso che non presupponeva niente di buono per me.

Lei: Spogliati completamente e mettiti a 4 zampe.

Senza fiatare mi sono alzato e ho incominciato a togliermi gli abiti con lei che mi fissava sorridente. Si stava godendo lo spettacolo, non tanto del mio spogliarello ma, della mia ubbidienza. Dopo essermi tolto tutti i vestiti, mi sono messo nella posizione richiesta. Lei si è alzata, mi ha tirato uno schiaffone al sedere e si è diretta verso il divano.

Lei: Seguimi e portami la tua cintura camminando così come cagnolino.

Ho sfilato la cintura dai pantaloni e me la sono messa tra i denti e, a 4 zampe, sono andato da lei che nel frattempo si era seduta sul divano. Si è tolta le scarpe e mi ha preso la cintura dalla bocca.

Lei: leccami i piedini

Ha avvicinato un piede al mio viso e ho tirato fuori la lingua. Le ho leccato prima la pianta del piede e poi le ho succhiato tutte le dita, una per una ed anche tutte assieme. Le ho passato la lingua tra le dita e poi sono passato alla parte superiore leccandola tutta fino alla caviglia.

Lei: Sei proprio un cane, mi piace come usi la lingua.

Mi ha porto l’altro piede a cui ho dedicato lo stesso trattamento.

Si è alzata e si è tolta gli shorts e le mutandine.

Lei: Schifoso maiale, mi ha fatta eccitare anche stavolta con la tua linguetta.

Si è riseduta ed ha allargato le gambe accarezzandosi la sua fighetta.

Lei: Ora mi devi far godere come l’altra volta.

Mi ha preso per i capelli e mi ha tirato il viso verso il suo pube. Le ho dato una leccata lenta partendo dal basso fin su al clitoride. In effetti era già un po’ bagnata.

Lei: Ti piace leccarmi la fighetta vero porco?

Io: Si, adoro la tua fighetta

Ha alzato il braccio con cui teneva ancora in mano la mia cintura e mi ha tirato una frustata sul sedere.

Lei: Non devi fiatare maiale, devi solo ubbidire

Mi sono dedicato subito anima e corpo alla sua vagina e al suo clitoride cercando di raggiungere ogni millimetro con la mia lingua. Lei aveva chiuso gli occhi e aveva appoggiato la testa allo schienale del divano. Mentre gliela leccavo, ogni tanto, mi tirava altre frustate sempre sulle chiappe.

Lei: Siiii, continua così…… e non ti azzardare a smettere….

Mugolava e ansimava sempre di più ed era bagnatissima. Con la lingua insistevo sul clitoride senza darle tregua. Il sapore dei suoi umori e i suoi gridolini avevano eccitato anche me. Il mio pene era già in erezione.  Di lì a poco l’ho sentita tremare ed è venuto copiosamente nella mia bocca. Io non mi sono fermato ma, mi sono spostato con la lingua all’ingresso della sua vagina per assaporare bene tutto. Lei mi ha tirato due frustate più forti di prima sul sedere e mi ha detto:

Lei: Pulisci tutto bene con la lingua e ricomincia maiale. Fai in fretta che non ho ancora tanto tempo a disposizione.

Le ho leccato per bene tutto l’ingresso della sua fighetta cercando di spingere la lingua più dentro possibile per pulirla tutta. Le ho succhiato anche le sue labbra e il suo clitoride. Si stava già ribagnando per cui ho ricominciato ad insistere con la lingua sul suo clitoride perché avevo capito che era la sua parte più sensibile.

Lei: mmmmm… che bravo leccafiga che mi sono trovata…continua così..

Continuava a frustarmi le chiappe con la mia cintura e mi premeva la testa verso la sua fighetta sempre più forte. Avevo il mento completamente bagnato dai suoi umori ed ero eccitatissimo. Avrei voluto masturbarmi ma, non osavo farlo.

Lei: Sei quasi più bravo della mia amichetta.

Quale amichetta??? Pensai.

Il suo addome si muoveva convulsamente su e giù, segno che stava per venire un’altra volta.  Non passò molto che si mise a gridare dal piacere e mi riempì la bocca dei suoi umori.

Mi ha allontanato dalla sua fighetta e si è messa due dita dentro raccogliendo tutti i suoi umori.  Mi ha infilato poi le due dita in bocca e gliele ho succhiate per bene fino in fondo.

Lei: Succhiale tutte! E’ buono vero il sapore della mia fighetta?

Ha ripetuto quest’operazione più volte finché non c’era più niente da raccogliere. Ha dato un’occhiata al mio pene eretto e mi ha detto:

Lei: Vedo che ti è venuto duro schifoso maiale, così non va proprio bene.

Si è alzata e mi spinto la faccia sul divano facendomi piegare a novanta gradi. Avevo intuito cosa volesse fare per cui ho inarcato la schiena porgendole le natiche. Mi ha frustato diverse volte il sedere con la mia cintura facendolo diventare bello rosso. La cintura faceva più male delle mani ma, ero comunque eccitatissimo.

Dopo diverse frustate, ha smesso e si è allontanata. L’ho sentita armeggiare con la sua borsa e mi è venuta dietro. Con la coda dell’occhio ho visto che aveva in mano il suo cellulare e stava facendo delle foto del mio sedere arrossato. Sul viso aveva il suo solito sorriso sadico/malizioso.

Lei: Sdraiati per terra sulla schiena porco

Mi sono sdraiato e lei mi è venuta davanti guardandomi il pene in erezione. Gli ha messo un piede sopra schiacciandolo verso il mio ventre e ha scattato altre foto ridendo.

Lei: sono contenta che tu sia un tale pervertito, mi sto divertendo parecchio con te.

Si è sdraiata di fianco a me e mi ha afferrato il pene tirandolo e stringendolo molto forte. Mi ha messo il suo telefono davanti agli occhi facendomi vedere una delle foto che aveva appena scattato con il mio sedere in primo piano tutto arrossato dalle frustate.

Lei: Guarda maiale il tuo culetto tutto bello rosso.

Ha fatto poi scorrere le foto e mi sono visto nudo a 4 zampe con il guinzaglio e la penna infilata nel sedere. Mi ha dato due schiaffi al pene eretto e mi ha detto.

Lei: Guardati schifoso pervertito com’eri conciato l’altro giorno.

Mi aveva fatto parecchie foto da diverse angolazioni sia oggi che l’altro giorno ma, in nessuna di queste si vedeva chiaramente il mio viso e, di questo, ne sono rimasto sollevato. Nonostante avessi scoperto che mi piacesse farmi abusare da lei, non mi andava molto che ci fossero in giro delle mie foto ridotto in quello stato. Devo ammettere però che guardare quelle foto non mi dispiaceva affatto.  Lei intanto aveva cominciato a masturbarmi aumentando progressivamente la velocità.

Lei: Fai scorrere te le foto, io ho le mani occupate.

Aveva un sorriso estremamente malizioso stampato in viso mentre guardava le foto che stavo facendo scorrere.  A un certo punto ho visto una foto che non riguardava me. Ritraeva lei completamente nuda ma, con indosso delle scarpe con il tacco altissime mentre stava sculacciando il sedere già bello rosso di una ragazza di cui non si vedeva il viso. Sul suo viso c’era il solito sorriso sadico/malizioso.

Lei: Questa è la mia amichetta. Sto insegnando anche a lei ad ubbidirmi a suon di sculacciate. Saran già due mesi che la punisco quasi tutti i giorni.

Ecco con chi ha fatto pratica! Pensai io. Scorrendo le foto c’erano altre immagini di lei che la sculacciava in diverse posizioni oppure mentre si faceva leccare i piedi o la fighetta e la teneva la guinzaglio. In tutte le foto, lei era di fronte mentre l’amichetta era sempre di spalle con il sedere in bella vista. Probabilmente erano tutte fatte davanti ad uno specchio grande che arriva fino al pavimento.

Lei: Non hai idea di quanto mi piaccia arrossarvi i culetti!

In un’altra foto si vede il suo viso sorridente di fianco al culetto arrossato dell’amica ed, entrambi i suoi orifizi, erano riempiti da penne e pennarelli.

Lei: Questa foto mi piace da morire! Dopo averla sculacciata per bene l’altra settimana, le ho riempito il culetto infilandole una penna alla volta. Per La sua fighetta ho usato invece dei pennarelli perché c’era più spazio ahahah. Ti piacciono le foto della mi amichetta maiale? Ti piacerebbe vedermi mentre abuso di lei eh schifoso pervertito?

Le foto e le sue parole hanno fatto raggiungere il culmine della mia eccitazione e mi sono venuto addosso sul ventre e, credo anche sulla sua mano.

Lei: Mi hai sporcata la mano brutto maiale, ora mi devi pulire

Ha avvicinato la mano alla mia bocca e le ho leccato tutto il mio sperma. Mi infilato le dita e gliele ho succhiate per bene. Ha raccolto con le dita anche lo sperma dal mio addome e me le ha fatte succhiare.

Come tutti penso, avevo già assaggiato il mio sperma per curiosità ma, non ero abituato a berlo in questo modo. Purtroppo non riuscivo a sottrarmi alle sue imposizioni, mi stava plagiando completamente. Credo che avrei fatto quasi qualsiasi cosa mi avesse detto di fare.  

Lei: Stasera le faccio vedere le tue foto mentre la sculaccio, vediamo se anche lei si eccita a guardarle.

Si è alzata e si è rivestita. Io non sapevo cosa fare, non avendo ricevuto nessun ordine.

Lei: Ciao maiale.

Così dicendo se né andata. Io mi sono alzato e diretto verso la doccia.

La sera stessa mi è arrivato un messaggio da lei che diceva:

“la mia amichetta si è bagnata parecchio con le tue foto. La sto punendo per essersi eccitata come una troietta in calore”.

 

 

I commenti son sempre graditi.

 

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