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Racconti di Dominazione

Irene la greca

By 29 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve sono Irene, una donna greca, questo anno compirò 44 anni, ma non li dimostro, mi prendo cura del mio corpo, la palestra, la sauna, i massaggi e l’estetista, mi mantengono in forma.
Sono da tutti considerata una bella donna, alta circa 1,70, capelli castani chiari portati lunghi sulle spalle, occhi marroni con pagliuzze dorate, sono carina, ho due labbra carnose, un bel seno ancora sodo malgrado due maternità, ventre piatto, fianchi invitanti, le gambe lunghe e ben tornite e per completare il panorama, un culo, senza traccia di cellulite, che non teme il confronto con quello di una ragazza di 20 anni.
Sono una schiava, si penserà subito che la schiavitù &egrave stata abolita da tempo, almeno nei paesi europei, ed &egrave vero, ma la mia &egrave una schiavitù speciale, ho dovuto accettare di diventare la schiava di mio ex marito e di sua moglie, per espiare i miei comportamenti immorali e la mia sregolatezza, la mia vita comunque non ha niente a che vedere con gli schiavi dell’antichità o quelli delle piantagioni americane, e nessun segno esteriore mi distingue alle altre persone.
Ci si chiederà perché non me ne vado, potrei anche farlo, nessun mi impedirebbe di uscire e di andarmene dove voglio, visto che ho anche soldi miei, &egrave semplice, non lo faccio perché non voglio allontanarmi dal mio marito, abbiamo divorziato, ma per me egli &egrave sempre mio marito, e poi lui mi ha minacciato, in caso di ribellione, di rivelare ai miei genitori i motivi del divorzio, essi sono anziani e probabilmente morirebbero di vergogna e di crepacuore, di fronte alla verità.
Anche oggi. come tutte le mattine, dopo essermi lavata, ho portato ai miei padroni il caff&egrave ed i biscotti in camera.
Erano svegli e mi aspettavano per alzarsi ‘Buongiorno padroni miei, ecco la vostra collazione.’ ho posato il vassoio sul tavolino e mi apprestavo a lasciare la camera, quando la padrona mi ha richiamato.
‘Irene, aspetta … non andare .. siediti appena finito di mangiare ti dobbiamo mostrare una cosa.’
Mi sono seduta su un grosso cuscino ed aspettavo curiosa, sicuramente non era niente di grave, me lo diceva il tono della voce, ed il fatto che mi aveva chiamata per nome, invece di usare i soliti appellativi, tipo .. cagna oppure troia od anche puttana.
Terminata la collazione si sono alzati e si sono diretti verso la finestra che guarda verso il mare, con un gesto mi hanno invitata a seguirli.
Raggiunta la finestra, il padrone mi ha detto ‘Guarda verso la darsena … cosa vedi.’
‘Un veliero padrone … un tre alberi …’
Lui sorrideva divertito ‘Non noti niente di particolare … guarda meglio.’
Ma veramente, la darsena dista dal palazzo di almeno 500 metri, e poi &egrave situata in basso, la si raggiunge scendendo per una lunga scale che si snoda lungo la scogliera.
‘Perdonami padrone, ma non distinguo niente i particolare.’
Soltanto allora &egrave intervenuta la padrona ‘Amore lascia perdere, non può distinguere da qui, serve il cannocchiale.’
Mi ha teso il cannocchiale ‘Guarda la scritta sulla fiancata a prua.’
Ho guardato, ho letto … sono impallidita … mi sentivo mancare e mi sono messa a piangere come una cretina, c’era scritto, sia in caratteri latini che in caratteri greci ‘La bella Giusy’
Mi hanno stretta, baciata, consolata fino a riportarmi alla calma ‘Dai non piangere stupidotta, non sei contenta, volevamo farti un piccola regalo.’
Ed io tiravo su il naso fra un singhiozzo e l’altro, alla fine mi sono aggrappata a lui dicendo ‘Grazie davvero, non me lo aspettavo una cosa del genere.’
Lui rideva ‘Ma guardati come ti sei ridotta .. comunque devi ringraziare Vasilissa, &egrave lei l’armatrice del veliero ed &egrave lei che ha scelto il nome.’
Mi sono voltata verso di lei … mi guardava sorridendo … sono riuscita a dire ‘Grazie … ma perché?’
‘Non c’&egrave un perché … ho pensato che ti sarebbe piaciuto.’ e così dicendo mi accarezzava il viso, in quel momento ho sentito di amarla.
‘Siediti qui.’ e mi fa sedere fra lei e Gino, sono emozionata, &egrave da tanto che non mi trattano con una tale gentilezza.
‘Ascolta mi bene, ho armato questo veliero per fare crociere fra le isole, a bordo ci saranno un capitano, un nostromo, un cuoco, tre marinai, un mozzo ed una donna di servizio, abbiamo pensato di imbarcarti, guarda che non &egrave una punizione, &egrave un opportunità per te.’ mi fissa per capire le mie reazioni.
Sto ancora lì a tirare su il naso e ad asciugarmi gli occhi, non capisco cosa sta cercano di dirmi, la guardo perplessa.
‘Vedo che non hai capito, saranno crociere di 7 giorni, partenza da Rodos, fino a Kriti, alla parte greca di Kypros, le isole dell’Egeo e ritorno a Rodos, alcuni giorni di fermo, per ripulire a fondo la barca e fare i rifornimenti, e così via per tutta l’estate, poi vedremo.’
‘Ed io che parte avrei in tutto questo?’
Lei mi sorride poi risponde ‘Tu sarai la hostess, la barista, dovrai intrattenere e prenderti cura dei clienti … le mance saranno tue … però niente storie con i membri dell’equipaggio od i clienti .. siamo d’accordo?’
Annuisco ‘Certo ho capito sta pure tranquilla.’ la fisso intensamente e rischio ‘qui ho tutto quello che mi serve.’
Ridono e mi abbracciano … mi baciano sulle guance ‘Sei incorreggibile abbiamo pensato che, visto che non riusciamo a sbarazzarci di te, tanto valeva farti fare qualcosa di utile.’
Sembra che la mia perseveranza sia premiata, non hanno una reazione negativa alle mie parole, allora ci provo a spingermi più avanti. afferro il cazzo di Gino con una mano, con l’altra mi impossesso della figa di Vasilissa, le nostre labbra si avvicinano, le nostre lingue si cercano per un favoloso bacio a tre.
Li masturbo lentamente e loro masturbano me, finisce che lecco la figa di Vasilissa mentre Gino mi scopa, siamo travolti all’orgasmo e rimaniamo allacciati senza fiato,
Gino lecca e pulisce dal miele la figa di sua moglie, io gli pulisco bene il cazzo, e lei mi pulisce la figa, si prende lo sperma di Gino, ma non lo ingoia tutto, ne tiene una parte sulla lingua, e baciandomi me la passa in bocca.
Oramai non ci sono più padroni e schiava, ma esiste una coppia di sposi che hanno un amante in comune, sono la loro concubina.

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Ci stacchiamo finalmente, andiamo in bagno e facciamo la doccia, ci insaponiamo e ci laviamo a vicenda, una cosa molto gradevole, ma facciamo in fretta per scendere in darsena.
Sono emozionata dalla prospettiva di imbarcarmi su ‘La Bella Giusy’, non voglio perdere altro tempo.
Ci asciughiamo velocemente, Vasilissa va a aprire un cassetto e ne tira fuori un bikini blu, con impresso sul tanga e sulle coppe del reggiseno, delle ancore bianche, e me lo porge.
‘Ecco questa &egrave la tua divisa, indossala per scendere in darsena,’
Lo prendo e lo indosso subito, &egrave indecente ed impudico, il tanga &egrave striminzito, lo devo tirare sù, al punto di inserirlo fra le grandi labbra per coprirmi la patatina, le coppe del reggiseno (se si possono chiamare coppe) sono due triangolini così minuscoli che mi coprono a malapena i capezzoli, e poi quell’ancora bianca posta sul tanga, &egrave fatta apposta per attirare l’attenzione sulla figa.
Così sembro una troia, ma sto benissimo, sexy e arrapante, mi porge anche un pareo trasparente ‘Legati questo alla vita, ovviamente se la barca fa scalo in qualche porto, non scendere a terra così, indossa un copricostume invece del pareo.’
Eseguo, mi lego il pareo attorno alla vita, questo non copre niente, anzi invoglia a guardare meglio, giro su me stessa guardandomi allo specchio … sono di un indecenza totale, nuda sarei meno impudica.
Gino mi guarda estasiato ‘Irene sei fantastica … bella e sexy … farai stragi di cuori.’
Sorrido felice e mi azzardo a rispondere ‘Non mi interessa di fare stragi di cuori … ho già i vostri.’ ridono … tempo fa, avessi detto queste parole mi avrebbero punita duramente, per fortuna mia hanno cambiato atteggiamento.
Vasilissa mi porge anche un elegante borsetta di cuoio blu, con stampata l’ancora bianca e la scritta ‘La Bella Giusy’ scritta sotto con caratteri piccoli.
‘Mettici dentro il tuo portafoglio, con soldi e documento d’identità, rossetto, fazzoletti, insomma quello che ti serve.’
Arrossisco di piacere e corro in camera mia, a recuperare tutte quelle cose, sono pronta a scendere in darsena.
Ferma sul molo, guardo ammirata il veliero, un tre alberi, un caicco lungo 38 metri e largo 8 metri; saliamo a bordo, Vasilissa attraversa la passerella per prima, io mi attardo un pochino, presa come sono dalla visione della barca.
Col pretesto di incoraggiarmi a salire, Gino mi mette una mano sul culetto, mi spinge ma soprattutto mi palpeggia ‘Forza cosa aspetti? sali!’
Mi volto per guardarlo, sorrido ‘Amore … che fai? se fai così mi bagno.’
Il vigliacco sorride malizioso ed insiste, palpeggiandomi più forte ‘Lo so che ti bagni e so anche che ti piace.’
Ci accoglie il capitano, un uomo di circa 50 anni, abbronzato, baffi e capelli brizzolati, un sorriso smagliante da malandrino, indossa una divisa bianca, con sulle spalline le 5 strisce dorate del suo grado, quando gli sono presentata, egli mi lancia uno sguardo carico di interesse, ma un occhiata severa di Vasilissa lo riporta subito ad un atteggiamento più professionale
Visitiamo l’imbarcazione, a poppa 2 suite matrimoniali, 2 camere matrimoniali, 2 camere con 2 letti singoli e 2 camere singole, tutte con bagno privato, al centro la sala da pranzo, il salotto ed il bar, a prua gli alloggi dell’equipaggio, il capitano ed io, abbiamo una camera spaziosa con servizi e doccia che si può trasformare in sauna, nella mia camera trovo anche una gradita sorpresa, una cyclette ed una pedana vibrante; nell’armadietto del bagno tutto l’occorrente per il trucco, compreso l’olio abbronzante, e nell’armadio della camera, diversi bikini e parei, alcuni copri costumi, un paio di giacconi pesanti di stoffa blu, con 8 bottini dorati, in perfetto stile marinaresco, tipo Corto Maltese, con 4 strisce dorate sulle spalline, ovviamente con i relativi pantaloni.
Visitiamo anche la plancia,con il timone, lo schermo del radar, la radio ed il tavolo con le carte nautiche.
Noto con una leggera sorpresa, che i marinai stanno portando a bordo un paio di borsoni che vanno a depositare in una delle suite matrimoniali.
Vedendo la mia faccia perplessa, Vasilissa mi sussurra ‘Ora salpiamo per raggiungere Rodos, dove imbarcheremo alcune persone per abbiamo invitati per il viaggio inaugurale, naturalmente parteciperemo alla crociera, sarai la padrona di casa, conto su di te tesoro, faci fare bella figura.’ mi sorride e mi bacia la guancia.
Dalla plancia, dove ci siamo fermati, osserviamo la manovra, i 2 marinai che sulla banchina, slegano le cime dalle bitte, per poi salire a bordo e ritirare la passerella, mentre l’altro marinaio ed il mozzo tirano sù i parabordi,
Il capitano accede i motori, dà gli ordini al nostromo, il caicco si stacca dal molo, per uscire dalla darsena.
Gino sta stretto fra Vasilissa e me, tiene la moglie con un braccio passato attorno alla vita ed ha l’altra mano posata sul mio culetto, lo palpeggia piano, con impegno, il vigliacco mi conosce, sa che sono una donna ardente, pronta ad infiammarsi, incapace di resistere al richiamo del sesso se mi trovo di fronte ad una persona di mio gradimento e sa di essere gradito.
Da quando ha capito di non essere in grado di liberarsi di me ed ha accettato questo fatto, ha cambiato il suo atteggiamento nei miei confronto, non mi batte più la figa, non mi insulta più, e se mi chiama troia o puttana, lo fa &egrave più per abitudine che per convinzione, ma ha inventato un altro modo per torturarmi, mi accarezza, mi tocca, mi eccita e poi mi lascia insoddisfatta, &egrave diventato il suo modo di punirmi, di farmi espiare le mie infedeltà e la mia condotta.
Non tento neanche di sottrarmi alle sue carezze, anzi spingo il culetto sulla sua mano, sento la mia figa aprirsi, i miei umori colare all’interno delle mie cosce, il tanga &egrave fradicio, lo guardo leccandomi le labbra, egli mi sorride, e quando mi stacco per correre in bagno, prima di diventare isterica, mi dà uno schiaffetto sulla natica.
Di corsa raggiungo la mia camera, mi chiudo in bagno, mi sfilo il tanga. il palmo della mano preme sul clito mentre spingo due dita nella figa, chiudo gli occhi … all’improvviso ho la mente invasa da una luce accecante … l’orgasmo mi travolge … ansimante torno in me lentamente .. la mano stretta sulla figa che freme ancora.
Recuperata la calma mi faccio il bidet, mi lavo la faccia, mi trucco leggermente e mi pettino, mi infilo un bikini pulito e torno sul ponte.
Vasilissa non mi bada, sta parlano col capitano mentre osserva il monitor del radar, Gino mi vede e sorride malizioso ‘Tutto bene Irene?’
Quando fa così, lo prenderei a schiaffi, quel porco vigliacco, che gioca col mio corpo ed i miei sentimenti, ma vorrei anche baciarlo fino a perdere il respiro, cosa ne sarà di me fra le sue mani? non ho più volontà davanti a lui, fa di me quello che vuole, ho speso tutte le mie energie nella lotta per non essere allontanata, ma raggiunto il mio scopo non ho più forza, e lui lo sa, mi ha spezzata.
L’avesse fatto anni fa la nostra vita sarebbe stata diversa, ma allora non mi rifiutava niente, invece ora non mi concede niente, gli appartengo anima e corpo, vivo solo per lui, pronta a sopportare qualsiasi cosa pure di stargli vicina, adesso so cosa significa essere una schiava.

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Spinta dai motori, ‘La Bella Giusy’ esce lentamente dalla darsena, guardiamo i marinai che eseguendo gli ordini del capitano alzano le vele, il veliero prende il vento, si spengono i motori, ci allontaniamo alla costa
Il veliero mette la prua a nord, doppierà l’estremità settentrionale dell’isola per poi seguire la costa fino al porto di Rodos, la navigazione &egrave tranquilla, non abbiamo nessuna fretta, l’arrivo &egrave previsto per domani, non abbiamo altro a fare che goderci la traversata e prendere il sole sul solarium.
Ho preso una borsa termica con delle bibite e dei bicchieri, mi sono levato il pareo per distendermi al sole a fianco di Vasilissa, dopo un po’ questa si mette seduta e si sbarazza del reggiseno, mi sorride ‘Levati anche tu il reggiseno, prendi l’olio abbronzante che ce lo spalmiamo addosso, tu a me ed io a te.’
Faccio come dice lei, mi verso l’olio sulle mani ed inizio a spalmarle la schiena, iniziando dalle spalle e scendendo lungo la colonna vertebrale, i fianchi, le braccia … mi ferma.
‘Dammi l’olio ora tocca a me spalmarti,’
Si inginocchia alle mie spalle, un brivido di piacere mi percorre nel sentire le sue mani leggere sulla mia pelle … vorrei che non finisse mai … si viene a sedere di fronte a me e mi porge l’olio.
Mi dice sorridendo ‘Ecco, ora lo possiamo fare insieme, tu mi spalmi l’olio sul busto e io lo spalmo su di te.’
Iniziamo alle spalle e le mani scendono sul petto, ma a quel punto non &egrave più uno spalmare, diventa una carezza … le sue mani sulle mie tette … le mie mani sulle sue … inconsapevolmente si attardano sui capezzoli che si ergono e si inturgidiscono … ci fissiamo serie … lentamente i nostri visi si avvicinano … le nostre labbra si sfiorano … ci impastiamo le tette a vicenda … stringiamo i capezzoli fra le dita vezzeggiandoli e torturandoli.
Vasilissa per un attimo torna in sé ‘Tesoro … non possiamo stare qui .. andiamo in camera tua … dai andiamo.’ mi toglie le mani dalle tette e si alza.
Mi alzo a mia volta, e mano nella mano scendiamo sotto coperta e raggiungiamo la mia camera.
Chiudo la porta a chiave alle nostre spalla, mi volto verso Vasilissa e la spingo contro la parete, le prendo il viso fra le mani … la mia lingua cerca la sua .. la trova e l’accarezza piano … lei ricambia il bacio con trasporto … mi si stringe …. si abbassa il tanga e mi sfila il mio, così ce li troviamo a mezza coscia … ci stacchiamo solo un istante ed i tanga volano via.
Torniamo a abbracciarci strettamente … le sue tette schiacciate sulle mie mi fanno uscire di testa … allargo le cosce e premo la figa sulla sua … ci strusciamo … i nostri umori che colano abbondanti si mescolano … stiamo impazzendo …
Tra un bacio e l’altro … ansimando le dico ‘Vasilissa … ti voglio leccare la figa … voglio il tuo miele … voglio farti urlare di piacere.’
E lei senza più ritegno mi risponde ‘Anche io ti voglio leccare la figa e bere alla tua fonte.’
Non servono altre parole … siamo a letto impegnate in un 69 fantastico … sento le sue labbra incollate sul clito … lo succhia … lo lecca .. lo mordicchia ed io le riservo le stesse attenzioni … le lecco le grandi labbra … le mordicchio e le succhio le piccole labbra prima di scoparla con la lingua … sento la sua lingua accarezzarmi le tenere parete della figa mentre ci spinge la lingua dentro … crolliamo squassate dall’orgasmo-
Siamo abbracciate … ci baciamo … ci accarezziamo … ci stringiamo … ci strusciamo … tette contro tette … figa contro figa … incapaci di staccarci l’una dall’altra … ci sussurriamo paroline d’amore.
Sentiamo bussare alla porta … &egrave Gino che viene a cercarci … mi chiama ‘Irene apri .. dai lo so che siete lì … dai apri.’
In quell’istante sento di odiarlo, ed a giudicare dalla faccia, lo odia anche Vasilissa, ma non c’&egrave niente a fare, mi libero dall’abbraccio ed a malincuore mi alzo e vado a aprire la porta.
Gino entra sorridendo ‘Ecco i miei amori, le mie due porcelline … vi adoro .. ora fatemi posto fra i voi.’ e senza aspettare oltre, mentre chiude la porta a chiave, si toglie i pantaloncini e si piazza sul letto di modo di stare in mezzo a noi due.
Torno a letto, la mia mano passa sopra Gino per andare a cercare la mano di Vasilissa, ma non &egrave questo che vuole Gino, egli ci attira contro di sé, ed a turno ci bacia … ci accarezza … ci palpeggia … ci lecca le tette gonfie di desiderio… ci succhia e ci mordicchia i capezzoli turgidi … ci stringe la figa nella mano … di nuovo sento la figa tremare e il miele colare e così succede anche a Vasilissa.
Non resisto alla tentazione gli afferro il cazzo e inizio a segarlo, la mano di Vasilissa si aggiunge alla mia, siamo chinate suol cazzo … lo lecchiamo alle palle al glande ,, a turno che lo prendiamo in bocca .. lui cerca di obbligarci a farlo venire così … ma cosa può fare da solo contro due donne che hanno deciso di farlo durare e farsi scopare .. poco o niente.
Gino si spazientisce … mi preme la mano sulla nuca e sbotta ‘Forza puttana … leccamelo bene come solo una professionista come te può fare.’
Mi passa l’eccitazione di colpo … decisa a farglielo pagare mi stacco dal cazzo lasciandolo alle cure di Vasilissa … mi allontano da lui per andare a dedicarmi a lei.
Lei &egrave inginocchiata a gambe larghe … col busto abbassato su di lui … gli tiene il cazzo e le palle in mano … lo succhia … lo lecca … lo massaggia … e io mi abbasso dietro di lei … la figa e il culo sono bene esposti … le allargo le natiche e lecco il solco che divide il culetto in due parti .. le lecco l’ano … le infilo la lingua dentro … lei sussulta … inarca la schiena e mugola poi vado a leccarle la figa … lei spinge il culo indietro per sentire meglio la lingua
le metto due dita nel culo muovendole avanti indietro .. l’orgasmo la coglie all’improvviso proprio quando Gino le scarica tutta la sua crema in gola.
Sono seduta sui talloni e li guardo .. tutta la mia attenzione &egrave rivolta a Vasilissa, l’accarezzo gentilmente e le sussurro ‘Stai bene amore? … ti &egrave piaciuto tesoro mio.’
Lei non mi risponde … mi attira a sé e mi bacia … meglio di così non poteva rispondermi.
Gino aggrotta la fronte ‘Ed a me non dici niente:’
‘Cosa ti devo dire amore? lo sai che vi amo tutti e due:’
Lui reagisce ‘Mah … non &egrave che mi sono sentito molto amato da te in certe occasioni.’
Lo fisso con aria di sfida ‘Non lamentarti amore … invece di continuare a rinfacciarmelo … pensa … se tutto questo non succedeva, non avresti incontrato Vasilissa e non saremmo qui adesso.’
Egli scuote il capo ‘Non cambierai mai … vuoi sempre l’ultima parola … dovevo saperlo che finiva così .. dai vieni qui a baciarmi e non ne parliamo più.’
Ci alziamo per andare in bagno ci laviamo e ci rivestiamo per risalire sul ponte.

per commenti brubu@yahoo.it Il pranzo ci viene servito sul ponte, a poppa sotto una tenda, c’&egrave un tavolo, delle sedie e un frigo bar.
Il capitano prende posto a capo tavola, Vasilissa nella sua qualità di armatore, si siede a l’altra estremità del tavolo, Gino sta alla destra di sua moglie, io sto alla destra del capitano.
Il capitano ha capito in fretta che sono una dipendente particolare, e quindi si dimostra molto cauto nei miei confronti, &egrave molto cortese, ha una conversazione interessante, ma sta sulle sue, probabilmente si domanderà quale &egrave la mia posizione esatta e anche quali sono le mie istruzioni, ma la cosa non mi interessa più di tanto.
Il cuoco &egrave veramente bravo, forse in onore di Vasilissa, ha fatto meraviglie, riso alla greca, filetti di orate ai ferri ed insalata, vino bianco fresco delle isole, gelato e caff&egrave, mentre mangiamo, osservo con la coda dell’occhio Gino e Vasilissa.
Il porco si dimostra nei confronti di Vasilissa di una galanteria quasi esagerata, quasi corteggiasse la propria moglie, so che lo fa appositamente per punirmi, non ha digerito i miei discorsi.
Purtroppo non imparerò mai a tenere a freno la mia lingua, ma la consapevolezza di dover subire una punizione non mi impedisce di sentire i morsi della gelosia, sono gelosa di Gino e lo sono anche di Vasilissa, li vorrei tutti e due solo per me, so bene che non &egrave possibile ma lo desidero lo stesso.
Dopo quello che ho combinato negli ultimi mesi, ammetto di essere incoerente, dovrei essere immune dal tarlo della gelosia, ma sembra che questo sia una di quelle cose che la ragione non può spiegare.
Finito il pranzo, il capitano si alza e si rivolge a Vasilissa ‘Chiedo scusa, ma noi’ dice indicandomi ‘ dobbiamo tornare in plancia.’
Non ho scelta, tanto più che vedo Vasilissa annuire, mi alzo e seguo il capitano in plancia, ivi giunti egli manda via il nostromo e si mette al timone, rimaniamo soli.
Mi squarda per bene prima di parlare ‘Io mi chiamo Stephanos, diamoci del tu, sarà più facile. allora Irene, che esperienza hai di navigazione, ti hanno imbarcata col grado di commissario, non so altro e vorrei saperne di più.’
Rifletto un attimo … commissario ossia una specie di economo … ‘Non so niente di navigazione, ho navigato a bordo di due sloop nell’Adriatico e nell’Egeo, ma più come passeggera che come membro dell’equipaggio, mi limitavo a cucinare, conosco le barche in teoria perché per anni ho lavorato in un cantiere nautico.’
Stephanos mi fissa deluso ‘Ehm meglio i niente … almeno sai fare i conti?’
Sorrido ‘Era il mio mestiere … in questo sono brava.’
Sospira come sollevato ‘Meno male, perché dovrai accompagnare il cuoco a fare la spesa.’
Si ferma e torna a squadrarmi … ridacchia ‘Ti servirà un paio di divisa con i gradi sulle spalline, non puoi andare al mercato o nei magazzini dei fornitori così … riscuoteresti molto successo ma non verresti presa sul serio … beh a questo ci penserò io oggi stesso … credo che la 42 ti andrà bene.’
Passiamo così tutto il pomeriggio, mi mostra gli strumenti di navigazione, tutte cose che conosco in teoria,, ma non so niente, o comunque molto poco, della pratica.
Lo ascolto, ma il mio pensiero &egrave lontano … penso a Gino ed a Vasilissa … dove saranno ora? una domanda del tutto inutile, dalla plancia si vede tutto il ponte e loro non sono più a tavola e non sono neanche al solarium … forse saranno nel salone … ma a pensarci bene saranno chiusi in camera a scopare, non posso pensarci o mi verrà un travaso di bile causato dalla gelosia.
Appena Stephanos mi lascia libera, scendo sotto coperta diretta verso la mia camera, entro e chiudo la porta, mi lascio cadere sulla poltrona e lascio la mia mente vagare liberamente.
Immancabilmente il mio pensiero va nella suite … non mi ci vuole molta immaginazione … ad occhi chiusi riesco a vedere Vasilissa a gambe spalancata che ansima e mugola sotto gli assalti di Gino che la scopa con ardore
Mi viene un nodo allo stomaco, ho la bocca secca, mi alzo e vado per aprire il piccolo frigorifero e prendere una bibita, quando sento bussare alla porta.
Vado ad aprire, &egrave la donna di servizio, mi porta due divise bianche e mi consegna una busta.
Faccio mettere le divise sul letto e, curiosa, apro la busta … mi si ferma il cuore … mi scrive Vasilissa, poche righe ma mi bastano …
‘Tesoro, appena sei libera vieni … ti aspettiamo … ti vogliamo … baci.’
Mi sembra di rinascere, mi dimentico della mia sete … di provare le divise … esco in fretta per raggiungere Gino e Vasilissa … volo per fare presto tanto &egrave la mia voglia di stringerli … di baciarli … di prendere Gino a schiaffi per quello che mi ha fatto.
Busso piano … sento la voce di Gino ‘Avanti la porta &egrave aperta.’
Entro e li vedo … sono a letto … nudi .. seduti con una coppa di champagne in mano … accanto al letto c’&egrave un piccolo carrello con un secchiello di ghiaccio ed una bottiglia tenuta in fresco.
‘Spogliati amore e vieni qui, sai Gino ti aspettava per bere.’ mi dice Vasilissa sorridendo
Faccio presto a spogliarmi del bikini e del pareo, salgo sul letto … Gino mi afferra e mi fa sdraiare fra loro due.
Mi dice gentilmente ‘Apri bene le gambe cara … voglio bere.’ e così dicendo, mi scosta le cosce e si sdraia bocconi.
Mi sistemo come vuole lui pensano che mi vuole leccare la figa, chiudo gli occhi felice, e mi eccito al solo pensiero, invece succede una cosa inaspettata.
Sussulto quando il vino ghiacciato mi viene versato sulla figa … Vasilissa con la coppa di champagne in una mano e la bottiglia nell’altro mi versa lentamente il vino sulla patatina .. il liquido ghiacciato mi scorre sul clito … sulle grandi labbra che si aprono dall’eccitazione ed anche sulle piccole labbra … e Gino con il viso premuto sulla mia figa lappa.
Vasilissa alza la sua coppa dicendo a Gino ‘Alla tua salute amore … bevi tesoro.’ vuota la sua coppa e la deposita sul carrello.
Si bagna le dita di champagne per bagnarmi i capezzoli …. si china e me li succhia … torna a bagnarli per poi succhiarli, senza però dimenticare di fare scorrere lo champagne sulla mia figa per dissetare Gino…. mi fanno impazzire … non ragiono più …
‘Ahhh sììì … cosìììì … amori miei … ohhh … godooooo …. VENGOOOOO!!!!’
Sono distrutta senza neanche più forza di muovermi … rimango inerte nelle loro mani come una bambola di pezza .. la loro schiava del piacere .. si divertono ad accarezzarmi, a titillarmi i capezzoli, a leccarmi ed a baciarmi per eccitarmi ancora … non posso resistere, riesco a mormorare ‘Gino amore … ti voglio … scopami … non farmi tribolare scopami subito,’
Ed egli sapendo di avermi vinta anche oggi, sotto lo sguardo compiaciuto di Vasilissa che mi bacia e mi succhia le tette, si inginocchia fra le mie cosce e me lo mette dentro sicuro di farmi perdere la testa un altra volta.

per commenti brubu@yahoo.it Alla mattina, quando ‘La Bella Giusy’ si presenta per attraccare, il porto di Rodos &egrave illuminato dal sole, sono sulla plancia in compagnia di Stephanos e del nostromo, indosso la divisa bianca.
Questa divisa &egrave stata oggetto di un aspro diverbio fra Vasilissa e Stephanos, lei pretendeva che accogliessi gli ospiti vestita solo con il bikini ed il pareo, che secondo lei era la mia divisa, Stephanos si &egrave detto pronto a sbarcare all’istante, lui comanda un veliero da crociera, non un bordello galleggiante, sono libera di mostrare le chiappe, al bar, al solarium, insomma quando mi devo impegnare ad intrattenere i passeggeri, per il resto, a tavola od in servizio, sia a bordo che a terra. egli pretende il rispetto delle regole e del decoro, devo indossare la divisa.
Tutto sommato, non posso dargli torto, egli conosce le regole, ed anche se non mi infastidisce esibirmi come una troia, devo pure riconoscere che la cosa può non piacere a tutti.
La faccenda si &egrave chiusa grazie all’intervento di Gino che ha convinto Vasilissa a desistere, lei finalmente si &egrave arresa, ha solo preteso, comunicandomi la sua decisione, che non indossassi biancheria intima, ma poi quando &egrave venuta in camera mia e mi ha vista in divisa, &egrave rimasta entusiasta, mi ha baciata e colmata di complimenti, soprattutto quando ha constatato che ho seguito le sue istruzioni alla lettera, non indosso biancheria intima.
La barca &egrave attraccata al molo del porto turistico, mi trovo sulla banchina, ai piedi della passerella, gli invitati arrivano alla spicciolata, controllo gli inviti ed affido gli ospiti ai marinai, i quali si caricano dei bagagli e li portano nelle cabine.
Il nostromo, in cima alla passerella indirizza i passeggeri a poppa, dove Vasilissa affiancata da Gino e da Stephanos li accoglie per poi accompagnarli, dopo i convenevoli di rito, al buffet dove trovano bibite fresche e stuzzichini, per occupare l’attesa prima della partenza.
Mi sono messa sul naso un paio di occhiali da sole che mi coprono parte del viso, nel caso
ci fosse fra gli invitati qualche vecchia mia conoscenza, fortunatamente non &egrave successo.
Tutti gli ospiti sono arrivati, le cime sono state slegate dalle bitte, la passerella ed i parabordi ritirati, alzata l’ancora … il veliero salpa.
Mi trovo in mezzo ai passeggeri, distribuendo opuscoli turistici e dando tutte le informazioni necessarie sulla vita a bordo, poi li accompagno nelle rispettive camere dove trovano i loro bagagli.
Fatto questo mi ritiro in camera mia per aggiornare il registro delle spese di bordo, poi mi spoglio per indossare il bikini ed il pareo.
Sono ancora nuda che si apre la porta, &egrave Vasilissa che entra senza bussare, &egrave contenta di come le cose si sono svolte, le si legge l’eccitazione in viso, mi dice ‘Forza Irene sbrigati con quelle carte e cambiati c’&egrave già gente al solarium avranno sete.’
Solo allora si rende conto che sono lì nuda, come mamma mi ha fatta, mi si avvicina, mi mette la sinistra sul culetto e lo impasta, la destra si impossessa delle mie tette, le accarezza e titilla i capezzoli … mi spinge la lingua in bocca cercando la mia per giocarci … mi stringo a lei e ricambio quel bacio con passione.
Mi stacco la fisso diritto negli occhi ‘Amore … che fai … non posso resistere .. pensa alla gente … sul solarium …. ohh … tesoro.’
Non mi risponde, riprende a baciarmi e per fugare ogni malinteso sulla natura delle sue intenzioni mi mette due dita nella figa ed inizia a masturbarmi, mi spinge sul letto e mi apre le gambe.
Mi sussurra ‘Dimmi di chi sei tu!’
Fra un ansimare e un mugolio riesco a mormorare ‘Sono … tua … tutta tua.’
Ma lei insiste con le domande ‘E di chi sono questa figa e questo culetto?’
‘Sono … tuoi … tua … la .. figa … tuo il … culetto.’
Nel rispondermi si scopre e mi dice proprio quello che non mi doveva dire, sono partita ma parte del mio cervello funziona ancora e registra la sua ammissione ‘Sì sei mia tutta … sei la mia troia … la mia puttana … ti amo Irene … tu e Gino siete la mia rovina.’
‘Sì amore … sono … la … tua … troia … sono … la … tua …puttana …’
Sento l’orgasmo salire … inarrestabile mi travolge ‘Ahhhhhhh ….. vengoooo … amoreeee.’
Lei si stacca da me … mi porge la sua mano bagnata del mio miele … lecco il palmo … succhio le dita … poi in un attimo si spoglia e si distende al mio fianco … mi sollevo sul fianco appoggiata sul gomito …
Mi chino sulla sua bocca per un bacio pieno di passione … le mia mani corrono sul suo corpo raggiungendo i suoi punti sensibili che oramai conosco perfettamente … stringo fra le dita il clito provocandole una scossa … mi chino per leccare le grandi labbra … leccare e succhiare quelle piccole … la scopo con le dita … bevo golosa il suo miele
Lei si lamenta, ansima, mugola … posa le mani sulla mia testa e se la preme sulla figa … solleva il bacino ‘Ahhh … sìììì … cosììì … amoreeee … non fermarti … ohhh … godooo .. vengooo.’
Ora sono io a porre le domande ‘Di chi &egrave questa figa e di chi sei tu?’
E lei ansimano risponde ‘Tua … tutto &egrave tuo … amore.’
Insisto la voglio totalmente sottomessa ‘E cosa sei tu?’
Non risponde subito … ha un momento di esitazione .. non le voglio lasciare il tempo di ragionare … le mordicchio il clito e torna a chiedere ‘Dimmi cosa sei tu?’
Piano mi risponde ‘Sono … tutto … quello che … vuoi … dimmi … tu cosa … sono.’
E’ pronta alla resa … mi basta una piccola spinta e le sussurro all’orecchio ‘Sei una troia … la mia troia … la mia puttana … la mia schiava del piacere … mi appartieni … forza ripeti.’
E lei piano mi dice ‘Sono una troia … la tua troia … la tua puttana … la tua schiava del piacere ti appartengo.’
Stiamo ancora abbracciate per un pò … ci alziamo andiamo in bagno per lavarci … ci apprestiamo a rivestirci.
Faccio in fretta il bikini e il pareo .. lei invece si prepara ad indossare il perizoma … la fermo ‘Cosa fai? d’ora in poi ti voglio come me … senza biancheria intima … hai capito tesoro?’
Lei si ferma, lascia il perizoma e il reggiseno sul letto, ed indossa la gonna e la camicetta, abbassa lo sguardo e mormora ‘Sì Irene … farò come vuoi amore.’
E’ mia l’ho spezzata … ma devo essere prudente se Gino dovesse accorgersene sarebbero guai per me,
A ogni modo le cose si mettono bene … un ottimo inizio di crociera.

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Accompagno Vasilissa in camera sua, lei va a aprire l’armadio ed &egrave lì che sta a guardare i vestiti ed i copricostume incerta sul come vestirsi per salire sul ponte, per un po’ la lascio fare, poi intervengo.
‘Ma cosa stai lì a perdere tempo? prendi un bikini e un pareo ed andiamo su.’
Mi guarda sorpresa dal mio tono di voce poi balbetta ‘Ma .. veramente … volevo indossare qualcosa di elegante.’
Aggrotto la fronte ‘Dai non fare storie … ti basta un bikini … se basta a me … va bene anche per te.’
Lei abbassa gli occhi, apre un cassetto e ne tira fuori un paio di bikini ed un pareo trasparente.
Sorrido ‘Ecco brava … vediamo un po’ come ti stanno … forza spogliati!’
E’ nuda e si prepara a infilarsi le mutandine … mi avvicino e come lei &egrave piegata in avanti per mettersele sta con il culetto per aria … le dò una palpatina sulle chiappe … passo il dito medio nel solco per andare a solleticare il bucchino … sussulta e inarca la schiena.
‘Ti piace eh! troietta … forza rispondi.’
Piano mormora ‘Sì … sì … ‘
‘Sì cosa? non capisco.’
‘Sì mi piace…’
‘Brava puttanella … dai infilati queste mutandine che vedo come ti stanno.’
La guardo divertita … sono mutandine normali a vita bassa … sexy ma niente di indecente si prepara ad indossare il reggiseno … la fermo ‘Questo non serve … tanto al solarium te lo levi come me … perché mi hai detto che non posso portare il reggiseno vero?’
Lascia cadere il reggiseno … abbassa gli occhi ‘Sì &egrave vero .. ma lo fai solo se lo vuoi anche tu.’
Rido ironica ‘Tesoro non fare la furbetta con me, questo lo dici ora … non lo avevi mai detto.’
La esamino girandole attorno … faccio una smorfia ‘Ma questo &egrave un costume da vecchietta … non vorrai presentarti così … vediamo cosa nascondi in quel cassetto.’
Inizio a frugare nel cassetto, buttando per aria mutandine, reggiseni, costumi interi, finché trovo quello che cerco … un tanga con il reggiseno assortito … &egrave perfetto … &egrave di una misura di almeno una taglia inferiore …
‘Prova questo … mi sembra abbastanza impudico.’
Prende il tanga e se lo infila … &egrave troppo piccolo non le copre la patatina … ‘E’ troppo piccolo … vedi non mi copre … guarda se ce n’&egrave un altro per favore.’
E’ ora di farle capire chi di noi due comanda … aggrotto la fronte .. la fisso severa ed in tono brusco le rispondo ‘La vuoi piantare di fare storie … tiralo su per bene e vedrai che ti copre la patatina … forza cosa aspetti per ubbidire?’
Arrossisce e tira su il tanga che si inserisce fra le grandi labbra … &egrave fantastica … &egrave di un indecenza assoluta .. ‘Sei indecente … sexy … arrapante .. tutti gli uomini avranno voglia di scoparti .. dai andiamo su … non facciamoli aspettare.’
Lei sempre più a disagio .. quasi si mette a piangere … mi viene vicino ‘Ti prego non obbligarmi ad uscire così … sono una donna rispettabile e poi che dirà Gino?’
Il suo accenno a Gino mi riporta a più miti consigli … mi rendo conto che non posso umiliarla in pubblico o saranno guai per me.
‘Va bene … donna rispettabile infilati l’altro bikini … però per meritartelo mi dovrai leccare la figa questa sera … mentre Gino mi scoperà … capito bene’
Sorride sollevata ‘Certo farò tutti quello che vuoi … grazie … grazie.’
‘Ah c’&egrave un altra cosa … non voglio più indossare questi bikini da troia … dammene uno dei tuoi … anche io voglio sembrare una donna rispettabile da oggi in poi, sei d’accordo vero.’
‘Sì … sì … hai ragione … ‘
Fruga nel cassetto … ne tira fuori un bellissimo due pezzi griffato e me lo porge ‘Ti piace questo …se lo vuoi &egrave tuo.’
Prendo il due pezzi .. mi levo il bikini osceno ed indosso il nuovo costume … mi guardo allo specchio .. mi piace … sembra una Signora dell’alta borghesia.
Mi avvio verso il ponte assieme a Vasilissa … ‘Ora andiamo su … mi aiuterai a servire le bibite .. mi raccomando con garbo ed un bel sorriso … io le preparerò e tu le servirai.’
Così dicendo le dò uno schiaffetto affettuoso sul culetto, lei mi porge le labbra chiedendo così un bacio che non le rifiuto.
Sul ponte, troviamo tutti i croceristi sdraiati al sole che si prendono la tintarella, il nostro arrivo viene salutato da un applauso.
Senza aspettare oltre mi metto a preparare bibite e bicchieri … chiamo Vasilissa ‘Prendi le ordinazioni cara … mi raccomando non sbagliare.’
Lei ubbidisce diligentemente, mentre io preparo il vassoio e quando lei torna con le richieste riempio i bicchieri e le consegno le bibite da distribuire.
E’ un po’ impacciata, ma devo ammettere che tutto sommato, se la cava bene senza combinare disastri.
Torna da me dopo aver raccolto i bicchieri vuoti .. si merita un piccolo incoraggiamento .. questo la renderà più docile e pronta a ubbidirmi.
‘Brava con un po’ di pratica diventerai una brava cameriera e io avrò una brava assistente.’ accompagno le mie parole con una carezza sulla mano, avrei voglia di fargliela sul viso, ma non credo che la gente capirebbe tanta familiarità, quindi meglio astenersi.
‘Più tardi serviremo un pasto freddo, conto su di te, e quello che hai fatto oggi lo dovrai fare tutti i giorni della crociera, pomeriggio vedremo cosa vogliono fare e ci regoleremo di conseguenza, ora aiutami a riportare i bicchieri sporchi in cucina.’
Lei ubbidisce senza proferire una parola, e fatto tutto, mi rimane attaccata prendendomi la mano e stringendola ‘Sono stato brava? sei contenta di me?’
Le sorrido ‘Sì sei stata brava … sono contenta … ti ricompenserò questa notte.’
Vedo un lampo di felicità nei suoi occhi ‘Grazie .. ti amo.’
Ma noto anche lo sguardo perplesso di Gino posarsi su di noi, spero che non capisca e non venga a distruggere quello che ho fatto.
Dopo il pranzo freddo, servito sul ponte sotto la tenda, il pomeriggio non &egrave molto diverso della mattina, e solo al crepuscolo che l’uno dopo l’altro tutti i passeggeri si ritirano nella loro cabine per prepararsi per la cena.
Anche noi scendiamo sotto coperta, la tengo per mano e senza dire niente mi dirigo verso la mia camera, e lei mi segue senza protestare.
Entriamo in camera, chiudo la porta a chiave, mi levo il due pezzi e mi sdraio sul letto a gambe larghe ‘Vieni qui e leccami la figa per bene.’
Lei ubbidisce e me la lecca con passione … mi fa provare l’orgasmo … sono felice per il fatto di averla sottomessa … fare sesso con lei non &egrave solo un piacere fisico &egrave anche un piacere mentale.
L’attiro sopra di me ed ora sono io a leccarle la figa ed a procurarle un orgasmo strepitoso, che la lega ancora maggiormente a me.
Ora ci aspetta la notte, dovrò giocare bene le mie carte con prudenza perché non saremo sole … ci sarà anche Gino, e lui mi conosce bene, sa di che cosa sono capace

per commenti brubu@yahoo.it Siamo in piedi vicino al letto, allacciate ad occhi chiusi, tette contro tette, strusciandoci figa contro figa, le mani che impastano i culetti, le bocche incollate in un bacio passionale, non abbiamo la forza di separarci.
Ci stacchiamo, non riuscivamo a rimanere in apnea più a lungo, ci fissiamo guardandoci negli occhi, uno sguardo che vale più di mille discorsi.
Sospiro e mormoro ‘Vasilissa amore mio .. copriti e va in camera tua, Gino ti starà aspettando e si chiederà dove sei finita … vai tesoro mio e fatti bella per me, indossa quel tuo tubino nero, e mi raccomando niente biancheria intima sotto.’
Ci stacchiamo a malincuore e lei si infila il bikini in fretta, le apro la porta … lei si avvia … ancora con un piede sull’uscio si volta e mi sfiora le labbra con un bacio tenero … mi fa l’effetto di una frustata, chiudendo la porta la guardo allontanarsi nel corridoio portandosi via il mio cuore.
Sono appoggiata alla porta, tengo gli occhi chiusi, le mani incrociate premute sul petto … sono persa … non riesco a ragionare … ho tramato e fatto di tutto per farla innamorare di me … volevo riconquistare Gino e rovesciare i ruoli fra lei e me, nel mio progetto lei doveva diventare la schiava e servirci … ma il destino &egrave beffardo ed invece sono caduta nella mia stessa trappola … amo Vasilissa quanto e forse più di quanto mi ama lei.
Ora ho due padroni, prima ne avevo solo uno, era Gino e lei lo era di riflesso, senza reale potere su di me, adesso &egrave diverso, l’amo e lei mi possiede come io voglio possedere lei.
Oggi comando io e lei ubbidisce senza fiatare, ma domani volendo potrebbe comandare lei ed io ubbidirei di buon grado, perché il nostro &egrave solo il gioco delle parti e ne siamo coscienti.
Mi scuoto, devo muovermi, lavarmi e prepararmi per la serata, mi affretto ad andare sotto la doccia, forse sotto l’acqua mi calmerò.
Ho indossato una divisa pulita, un trucco leggero ed i capelli raccolti in una coda di cavallo, sono nella sala da pranzo, pronta ad accogliere gli ospiti.
Arrivano quasi tutti insieme, &egrave gente che si conosce ed i gruppi sono già formati, così non ho il problema di sistemarli, si siedono quattro per tavolo.
Arrivano anche Vasilissa e Gino, seguiti da vicino da Stephanos, prendono posto al tavolo a loro riservato dove rimane un posto libero, il mio!
Osservo Vasilissa, constato con piacere che indossa il tubino nero, che le sta a meraviglia, lei mi lancia uno sguardo malizioso accompagnato da un sorrisino d’intesa.
Come sempre, il cuoco ha fatto meraviglie, viene personalmente a servire in tavola aiutato a un paio di marinai.
Tutto si svolge senza intoppi. durante la cena, siamo molto caute, attente a non tradirci, a volta &egrave un supplizio, vorrei toccarla … vorrei sentire la sua mano sulla mia … Gino ci osserva ogni tanto, credo che egli abbia capito il nostro tormento-
Ma tutto ha una fine, anche la cena, i tavoli vengono sparecchiati e io mi trasferisco dietro il bancone del bar, faccio un segno a Vasilissa e lei subito mi raggiunge.
I primi clienti sono Stephanos e Gino che vengono al bancone del bar, bevono l’ouzo, e escono, vanno a fumare sul ponte, ora bisognerà prendere le ordinazioni ai tavoli.
Dico a Vasilissa ‘Prendi carta e penna tesoro e vai a prendere le ordinazioni ai vari tavoli.’
Lei annuisce, si munisce di penna e carta e gira fra i tavoli, agisce disinvolta, ed &egrave un piacere per me osservarla, bella … sexy … ma non indecente … di classe.
Torna al bancone, preparo i bicchieri sui vassoi, lei li prende e va ai tavoli, dove tutti le fanno i complimenti per il servizio, e alcuni più arditi anche per il suo aspetto, sperano forse di trovare una risposta alle loro aspettative erotiche.
Dopo aver servito tutti torna ad affiancarmi dietro il bancone, piega il busto in avanti per appoggiare i gomiti. così facendo allarga la scollatura del vestito dando una generosa visione delle sue tette ai presenti, ma facendo anche risalire l’orlo del tubino dietro.
Mi &egrave facile, sollevano pochi centimetri di stoffa, accarezzarle il culetto sodo, lei mi fissa senza parlare … ma le brillano gli occhi … non servono le parole .. le bisbiglio ‘Amore mostri le tette a tutti, raddrizzati solo un po’, così vedo io quelle tue fantastiche tette, ma non le vedono gli altri.’
Si raddrizza di qualche centimetri ‘Così va bene gelosona … sei gelosa eh! ammettilo .. mi vuoi tutta solo per te … dai dimmelo.’
‘Certo ti divido con Gino … ma non con gli altri.’
Mi stringe la mano e fissandomi dice ‘Lo so non temere, sono vostra.’
Solo ora mi rendo conto di cosa ho ammesso, non ho detto di essere disposta a dividere Gino con lei … ma l’esatto contrario, che questo abbia un significato?
La serata passa così, i croceristi si mettono a giocare a bridge ed a bere, finché stanchi si ritirano , lasciandoci sole, rimettiamo in ordine e spegniamo le luci.
La tentazione &egrave troppo forte, sole al buio … non esitiamo … abbiamo aspettato tanto … ci buttiamo letteralmente nelle braccia l’una dell’altra, le nostre labbra si uniscono .. le nostre lingue si cercano … si accarezzano … le nostre mani esplorano i nostri corpi.
Mi prende la mano .. la stringe e mi dice ‘Vieni andiamo in camera mia … ti voglio … voglio essere tua … voglio … non so cosa voglio … voglio tutto … vieni ci divideremo Gino.’
La seguo … si ferma e mi fissa ‘Io ti amo … amo anche Gino ma &egrave diverso … ma tu mi ami davvero … ti prego non prendermi in giro.’
L’attiro a me … la stringo e la bacio ‘Amore mio … ti amo davvero … non ti prendo in giro … prima di te non avevo mai amato una donna … amato capisci.’
Lei ricambia il mio bacio … saliamo sul ponte ed allacciate ci fermiamo a guardare le stelle, la notte &egrave calma, una leggera brezza ci, accarezza il viso, ‘La Bella Giusy’ alla fonda, in una piccola insenatura, &egrave cullata alle onde, le luci di posizione sono accese … scendiamo sotto coperta dirette alla camere di Vasilissa e Gino.

per commenti brubu@yahoo.it Entriamo nella camera e vi troviamo Gino, seduto sul divano, con addosso una giacca da camera sopra il pigiama, &egrave lì con una coppa di champagne in mano che guarda uno spettacolo di varietà alla TV, appena ci vede la spegne, sorride sembra soddisfatto.
‘Ecco le mie due porcelline, venite a farvi baciare, credevo vi foste dimenticate di me … ora voglio godermi la vostra compagnia.’
Ci sediamo accanto a lui, ci bacia, prima l’una poi l’altra, si alza prende la bottiglia di champagne dal secchiello del ghiaccio, riempie due coppe e ce le offre.
Mi accorgo che la bottiglia &egrave vuota a metà, Gino non si &egrave risparmiato mentre ci aspettava.
‘Bene ragazze ora possiamo brindare … brindo alla salute di mia moglie Vasilissa, la più bella armatrice della Grecia ed a ‘La Bella Giusy’ per la buona riuscita della crociera.’
Beviamo e subito egli riprende ‘Vi ho osservato oggi, vi siete impegnate .. insieme fate una bella squadra spero che andrete avanti così, d’amore e d’accordo.’
Riempie le coppe e riprende ‘Brindo alla salute di Irene .. la più bella ufficiale di marina della Grecia.’ così dicendo mi fissa diritto negli occhi ‘Sei sulla buona strada … un giorno, se continui così, forse i tuoi peccati ti saranno perdonati:’
Non credo alle mie orecchie, mi ha spiazzata, getto uno sguardo in direzione di Vasilissa, quasi in cerca di aiuto, e vedo che mi osserva sorridente.
Intanto brindisi dopo brindisi, la bottiglia si &egrave vuotata, mi sento la testa leggera e gli ormoni in subbuglio.
Ci rotoliamo sul letto, ed un po’ alla volta ci spogliamo, Vasilissa struscia la figa sulla coscia destra di Gino, lo bacia con passione … gli stringe il cazzo nel pugno e lo masturba.
Io premo la figa umida sulla coscia sinistra di Gino, con la bocca ho catturato il suo capezzolo sinistro, lo lecco, lo succhio, lo morsico … so che gli piace … la mia mano gli stringe le palle … sento la sua mano che preme sulla mia nuca.
Solleva il busto … ‘Siete due adorabili puttanelle e sono fortunato perché siete mie.’
Mi sorprende Vasilissa .. lo bacia … poi in tono ironico risponde ‘Gino amore … sbagli … noi non siamo di nessuno .. siamo donne libere e, sei tu tesoro ad essere nostro … ma non temere sei l’unico uomo che ci interessa … hai l’esclusiva.’ mi guarda ‘Diglielo anche tu Irene che siamo d’accordo per dividerci questo bel maschione.’
Voglio stare al gioco e rispondo ‘Certo ce lo dividiamo senza problemi, ci basta che ci faccia le stesse cose a tutte e due.’
Per in attimo Gino rimane muto dalla sorpresa, poi scoppia a ridere ‘Ah &egrave così! mi va bene, volete le stesse cose … non &egrave un problema … inizierò con l’ingravidarvi tutte e due … avrei proprio voglia di vedervi con un bel pancione.’
Detto questo, attira Vasilissa sopra di sé e senza fare tanti complimenti glielo mette dentro, guida i suoi movimenti facendola scivolare sù e giù sul cazzo-
Mi metto alle spalle di Vasilissa, passo la lingua nel solco del culetto, la spingo sul l’ano .. sul perineo fino alla figa … lei inarca la schiena ansimano e mugolando.
‘Ahhh … mmmmm … ohhh … sììì … mmmmmmmm …. ahhh … ‘
Non durano a lungo, siamo troppo ecciti tutti e tre … l’orgasmo li coglie .. vedere e percepire il loro piacere … mi fa tremare la figa … le grandi labbra mi si aprono … il miele cola in abbondanza fra le mie cosce.
Il cazzo scivola piano fuori dalla figa di Vasilissa … spingo la lingua per raccogliere il misto di sperma e di miele che cola piano, mentre lei si abbassa sul cazzo per leccarlo e pulirlo … lo succhia e quello torna a inturgidirsi.
Gino mi afferra per le spalle e mi spinge indietro sul letto … mi apre le cosce e inizia a spingermi il cazzo nella figa … sollevo il bacino per andargli incontro e prenderlo tutto .. voglio sentire le sue palle sbattermi sulle chiappe.
Vasilissa si mette a cavalcioni sul mio viso e mi preme la figa sulla bocca, spingo la lingua, lecco … mordicchio .. succhio … gusto il delicato sapore un po’ salato del miele che la sua figa mi regala in quantità.
Gino mi scopa lentamente, spingendosi fino in fondo per poi ritirarsi quasi del tutto, piano piano inizia ad accelerare i suoi colpi, non mi scivola dentro … nuota … sono un lago … un vero torrente … quasi si potrebbe dire che suo cazzo risale la corrente come fanno i salmoni … egli si controlla … si diverte a portarmi sull’orlo dell’orgasmo per fermarsi lasciandomi pazza di desiderio e delusa poi riprende il suo giochetto.
Vasilissa mi viene in bocca e crolla sul letto ansimante, trema ancora incapace di recuperare la calma … con lo sguardo perso ci guarda in silenzio … sento la sua mano sulla mia spalle … mi sfiora dolcemente, mi fa sentire la sua presenza.
Chiudo gli occhi e mi mordo le labbra … non mi arrendo … voglio il mio piacere e non permetterò a Gino di privarmene … mi concentro e controllo le mie reazioni per non scoprirle … sento le scosse che partendo dalla figa raggiungono le tette ed il cervello per poi tornare verso la figa.
‘Ahhhhhh …. sììììì … cosììììì … non fermarti …. smetti di torturarmi brutto porco senza cuore.’
Vengo a ripetizione .. un orgasmo multiplo che non termina mai … non posso più nascondere il mio piacere ..gemo … mugolo … ansimo.
E lui, che non ce la fa più a controllarsi, mi inonda letteralmente la figa del suo sperma.
Rimango senza forza, incapace di muovermi … ansimo con il fiato corto … anche se Gino si &egrave ritirato e giace al mio fianco … sento ancora la figa contrarsi.
Vasilissa mi lecca la figa me la pulisce … conserva lo sperma sulla lingua .. parte lo ingoia .. parte me lo mette in bocca baciandomi.
Anche oggi Gino &egrave riuscito a ridurmi come uno straccio senza forza, ogni volta mi distrugge, ma la sua &egrave una vittoria di Pirro, io potrei ricominciare fra poco, ma lui &egrave ridotto all’impotenza per almeno mezza giornata.
Vasilissa dopo avermi baciata, mi attira a sé … mi stringe il viso sul suo seno … me lo copre di bacetti e me lo accarezza, appagata mi stringo a lei godendomi le sue coccole.

per commenti brubu@yahoo.it Mi sveglio, sono ancora abbracciata a Vasilissa che mi stringe, leggermente discostato da noi, Gino dorme tranquillo, mi fa sorridere, sta esibendo una magnifica erezione mattutina.
Mi muovo per scivolare giù dal letto, ma i miei movimenti svegliano Vasilissa, apre gli occhi, mi vede, mi sorride, mi sfiora le labbra con un tenero bacio ‘Buon giorno amore. hai dormito bene tesoro?’
‘Sì tesoro ho dormito bene, ero stanchissima ,,, e tu gioia mia?’
Sorride maliziosa ‘Eri stanchissima? e chi non lo sarebbe stata dopo aver sopportato una lotta come quella che hai affrontato con Gino … sembravi Pentesilea, la regina delle Amazzoni, che combatteva Achille, con una sola differenza … sei sopravvissuta e lui &egrave lì, ancora senza forza.’
Non saprei cosa rispondere a tale giudizio … forse non sono abbastanza greca per capire a pieno certi discorsi, mi limito a sorridere lusingata e bacio la mia amante.
Ci alziamo in silenzio, andiamo in bagno, soddisfiamo le nostre esigenze corporali senza problemi di riservatezza, oramai fra di noi non esiste più ritegno o pudore, e finiamo sotto la doccia insieme, ci insaponiamo e ci laviamo a vicenda, non mancando di accarezzarci e di coccolarci in ogni occasione.
Pettinate e truccate discretamente, io indosso la mia divisa, Vasilissa invece &egrave ferma avanti all’armadio aperto … &egrave indecisa e dopo molte esitazioni mi domanda ‘Come mi devi vestire amore.’
La osservo … &egrave bella ed &egrave lì nuda di fronte a me … mi verrebbe voglia di risponderle di non vestirsi che sta bene così, ma non siamo a bordo dello sloop … c’&egrave troppa gente intorno a noi … le accarezzo il culetto ‘Indossa un copricostume, per andare a collazione basta quello.’
Si finge sorpresa e preoccupata ‘Solo il copricostume … senza niente sotto?’ abbassa gli occhi e continua ‘Mi vergogno …’
Ridacchio ‘Ti vergogni amore … ma guarda che anche io non indosso niente sotto la divisa.’
Lei ride e viene a baciarmi sulle labbra ‘Lo so amore … &egrave eccitante saperti nuda sotto la divisa.’
Sul ponte, sotto la tenda a poppa, il buffet &egrave pronto, alcuni crocieristi ci hanno preceduti e sono già distesi sul solarium.
Notiamo che l’atmosfera si &egrave fatta meno formale, tanto &egrave che nessuna delle donne presenti indossa il reggiseno.
Vasilissa mi sussurra ‘Tesoro andiamo in camera e indossiamo i nostri bikini.’ annuisco e spariamo sotto coperta.
Appena torniamo sul ponte, sono letteralmente sommersa di richieste, chi vuole una bibita. chi chiede qualcosa da mangiare, chi un caff&egrave e perfino chi mi chiede di spalmare l’olio abbronzante.
Vasilissa e io ci guardiamo, e così con un sorriso sulle labbra, informo tutti che a poppa sotto la tenda esiste il buffet dove troveranno tutto quello che possono desiderare, in quanto all’olio abbronzante, sono spiacente ma non rientra nelle mie mansioni, auguro una buona giornata a tutti, prendo Vasilissa per mano ed andiamo in camera mia.
Entriamo in camera, chiudo la porta a chiave, spingo Vasilissa contro la parete, le prendo il viso fra le mani e la bacio con passione.
Lei mi butta le braccia al collo per ricambiare il mio bacio, le sgancio il reggiseno … lei mi sgancia il mio reggiseno … le abbasso le mutandine del bikini … e lei mi abbassa le mutandine .. e di nuovo ci stringiamo tette contro tette, ci strusciamo figa contro figa mescolando il nostro miele.
Ci rotoliamo sul letto, la tengo sotto di me .. le ho aperto le gambe e premo la mia figa sulla sua … appoggiata sui gomiti la fisso … domando ‘Vasilissa di chi sei tu? a chi appartieni?’
E lei senza esitare ‘Sono tua … ti appartengo … sei la mia padrona.’
Le sfioro le labbra con un bacio ‘Brava … sei mia .. mi appartieni … sono la tua padrona … e tu cosa sei?’
Mi si stringe forte spingendo la figa sulla mia ‘Sono la tua schiava …sono la tua troia … sono la tua puttana … sono tutto quello che vuoi … fa di me quello che vuoi . ma ti prego non respingermi.’
Si &egrave arresa completamente a me .. provo una grande soddisfazione nel sentire le sue parole, ma non &egrave quello che avevo in mente quando ho deciso di sedurla … volevo una serva … una schiava da comandare … non un amante da amare, come la donna che tengo fra le braccia ora.
Quasi mi fa tenerezza, sarà abile e anche senza scrupoli negli affari, ma negli affari di cuore &egrave ingenua come un adolescente, mi sento di dover proteggerla.
Scuoto il capo ‘Vasilissa, tu sei la mia amante, sei la mia donna, non sei una schiava, neanche una troia oppure una puttana … amami sempre e ti amerò con tutto il cuore.’
Mi ascolta con le lacrime agli occhi …. cerca la mia bocca con le sue labbra e ci perdiamo in un bacio pieno di passione … le sussurro ‘Aspetta amore … spostiamoci voglio leccarti la figa.’
‘Sì … sì … anche io voglio leccarti la figa.’
Ci abbandoniamo in un fantastico 69 che ci porta ad un orgasmo travolgente.
La giornata passa lentamente … dopo aver fatto l’amore saliamo sul ponte e prendiamo il sole … osserviamo i nostri compagni e non &egrave difficile scoprire gli intrighi amorosi che si stanno annodando … non soltanto fra i ragazzi e le ragazze che sono venuti senza compagnia … ma anche gli scambi fra la coppie sposate … ma in fondo non ce ne importa niente anzi finché sono impegnati in quelle faccende non si occupano di noi.
Quando scende il crepuscolo, scendiamo in camera per prepararci per la cena, mangeremo, giocheranno a bridge, serviremo a bere e quando si decideranno a ritirarsi puliremo poi raggiungeremo Gino per un altra notte bollente.

per commernti brubu@yahoo.it I marinai hanno finito di sparecchiare, Irene e Vasilissa si avviano verso il bancone del bar, la serata ha inizio, mi sono ritirato in un angolo, sprofondato in una comoda poltrona, osservo i presenti, &egrave curioso di vedere il comportamento di quella gente, che nella vita occupa posizioni elevate nella società di Rodos, abbandonare ogni ritegno, sembrano un branco di adolescenti in gita scolastica, e si lasciano andare a tutti gli eccessi del caso.
Le donne discinte, gli uomini che ne approfittano per allungare le mani, le coppie si fanno e si disfanno, sembra che non ci siano più coppie sposate, credo che la prossima notte ci sarà un certo via vai nei corridoi, con gente che passa da una cabina all’altra.
Ma in fondo non sono fatti miei, preso atto della situazione rivolgo la mia attenzione alle mie donne, Irene sfoggia la divisa bianca, unico cambiamento ha sostituito i pantaloni con una gonna lunga fino ad un dito sopra il ginocchio, non posso fare a meno di ammirarla, &egrave una bella donna, e lo sa, non ha falsi pudori, le piace esibirsi, ma nel caso presente si comporta, per quanto possibile, in modo molto riservato, la camicia &egrave abbottonata a fatica, e come non indossa il reggiseno, si può notare i capezzoli scuri premere sulla leggera stoffa bianca, sembra che a un momento all’altro i bottoni debbano saltare per liberare le tette sode, la gonna stretta le fascia bene i fianchi ed il suo splendido culetto, ed io so che sotto non c’&egrave niente, né slip, né tanga o perizoma, quel pensiero mi fa tirare il cazzo, mi giro a guardare Vasilissa.
Vasilissa &egrave mia moglie, &egrave la proprietaria del caicco ‘La Bella Giusy’ sul quale ci troviamo a navigare per il mare Egeo, o forse ora siamo già nel Mediterraneo, ma questo &egrave un dettaglio senza importanza, quello che mi interessa &egrave il sua abbigliamento e le sue azioni.
Dunque la mia consorte, indossa una minigonna elasticizzata nera, che le arriva a metà coscia. e una camicetta di seta bianca, &egrave sexy e arrapante, le sue tette sembrano voler bucare la camicetta, la gonna le modella bene la forma del culetto ed ovviamente, ad un osservatore attento non sfuggirà il fatto che non indossa la biancheria intima.
Vasilissa e Irene sono fisicamente molto simili, statura e corporatura uguali, tanto che si possono tranquillamente scambiare i vestiti, certo la somiglianza si ferma lì, non sono le copie conforme l’una dell’altra.
Ora vedo Vasilissa con carte e penna in mano passare da un tavolo all’altro fra i presenti, per prendere le ordinazioni, quei mascalzoni non hanno rispetto di niente, più di uno allunga le mano per palparle il fondo schiena, mi alzo e vado a seguirla a pochi passi di distanza, come per incanto, tutte la mani tornano al proprio posto.
Lei si volta, mi sorride e mi sussurra ‘Grazie amore, non sapevo come fare.’ torna al banco, prepara i vassoi e aiuta Irene a riempire i bicchieri, poi esce al banco per andare a servire, rimango allibito, lei fa la cameriera, serve, incassa e quando fa ritorno al banco, consegna i soldi ad Irene.
Tutto ciò mi intriga, secondo logica &egrave lei che dovrebbe comandare, e sotto i miei occhi succede proprio il contrario.
Mi metto a pensare ai casi della vita, mi trovo a vivere con due donne, uno strano ménage, Vasilissa mia attuale moglie ed Irene mia ex moglie, il più sorprendente della faccenda sta nel fatto che vanno d’accordo, forse anche troppo.
Quando si sono incontrate, Irene, che all’epoca si chiamava Giusy, era la mia schiava, mi aveva tradito e si era messa con uno sfruttatore che la faceva prostituire, in un certo senso l’avevo salvata da un triste destino, ma da me non meritava più niente, la teneva in casa solo per fargliela pagare, volevo farle espiare le sue colpe.
Vasilissa &egrave un imprenditrice, abituata a muovere mezzi, uomini ed anche grosse somme di denaro, conduce i suoi affari, a volta al limite della legalità, con mano ferma, ha amicizie importanti ed &egrave temuta e rispettata.
Irene &egrave una donna dotata di forte carattere, di indole dominante, non si piega facilmente, e quando uno crede di averla domata, normalmente &egrave solo un illusione, perché lei &egrave come il giunco si piega ma non si spezza.
Quando si sono incontrate, si sono studiate e mi tenevo pronto a intervenire, invece non &egrave successo niente, anzi non so per quale strano motivo, Vasilissa ha finito per prenderla in simpatia ed ora questa si &egrave trasformata in amicizia, al punto di vedere mia moglie quasi sottomessa, e sapendo con quale abilità Irene riesce a ottenere la resa delle persone ho qualche preoccupazioni.
Il veliero &egrave ancorato in un insenatura a poca istanza dalla costa, le luci di posizioni sono accese, suona la campana annunciano l’inizio del primo quarto, alla spicciolata tutti vanno via, mentre le donne riordinano in fretta, mi allontano precedendole in camera.
Tutto &egrave pronto, il secchiello col ghiaccio e lo champagne, le coppe ghiacciate, i crostini con burro e caviale, un sottofondo di musica melodica, candele profumate e ciotole con fiori galleggianti.
Le sento arrivare, un chiacchiericcio allegro nel corridoio, si apre la porta … entrano e si fermano sorprese.
Vasilissa, dopo un attimo di esitazione, mi domanda curiosa ‘Gino amore cosa festeggiamo questa sera? a meno che … cosa devi farti perdonare?’
Aspettano una mia risposta .. pendono dalle mie labbra … le lascio un po’ patire l’attesa prima di decidermi a parlare ‘Tesori miei … non ritengo di dover farmi perdonare niente, voglio soltanto festeggiarvi perché ve lo meritate &egrave da quando siamo partiti che vi osservo, siete una bella coppia … non credevo fosse possibile .. ora brindiamo … io alle mie donne e voi se lo volete al vostro uomo.’
Riempio le coppe … a ognuno la sua e brindiamo, e come &egrave già successo brindisi dopo brindisi la bottiglia di champagne si vuota ed i crostino spariscono.
Balliamo … un lento con Vasilissa … un tango con Irene … ci stringiamo .. ci strusciamo … ci baciamo … le mani corrono sui corpi … camice, camicette, gonne, pantaloni … tutto vola via …
Vasilissa distesa supina spalanca le gambe e mi accoglie nel suo grembo … le sollevo le gambe posando le sue caviglie sulle mie spalle … ad ogni spinta sento i testicoli sbattere sul suo culetto … lei geme … ansima … mugola … si lamenta … ma sono lamenti di piacere …
Irene sdraiata al nostro fianco ha passato il braccio sotto la nuca di mia moglie, le accarezza il seno, la bacia in bocca e si struscia su di lei.
L’orgasmo sale inarrestabile … un esplosione di piacere che ci lascia senza forza, il membro scivola lentamente fuori alla figa …
Mentre Irene le pulisce la figa con la lingua, Vasilissa si impossessa del mio cazzo, lo lecca, lo bacia, lo succhia … ripulendolo e riportandolo alla condizione ottimale per un altra scopata.
E’ giunto il momento di Irene, la faccio mettere carponi e mi mette inginocchiato dietro di lei, la figa e l’ano sono bene esposti, le passo la mano fra le cosce, come prevedevo la troia &egrave fradicia … una forte spinta e il cazzo raggiunge il collo dell’utero … lei lascia andare un gemito di soddisfazione.
Mentre la scopo, Vasilissa &egrave scivolata sotto di lei. le succhia le tette facendosi leccare la figa.
Essendo venuto prima, riesco a resistere più a lungo, le introduco due dita bagnato del suo miele nel culetto, li faccio scivolare bene, levo il cazzo alla figa e l’inculo .. lei inarca la schiena lamentandosi di piacere e vado avanti alternando la figa con il culetto … sto per venire.
‘Dove devo sborrare … nella figa o nel culetto?’
‘Riempimi … la figa …. voglio … sentirti venire …. nella figa … dai amoree … sìììì … vengooooo.’
Giaccio fra loro due … le mie care donne .. ci baciamo … ci coccoliamo e piano scivoliamo nel sonno.

per commenti brubu@yahoo.it Questa mattina, quando mi sono svegliato, ero ancora stretto tra le mie donne che mi abbracciavano, era una bella sensazione sentire su di me la morbidezza di quei corpi femminili, mi ha provocato una bella erezione, ma mi sono controllato, non volevo svegliarle.
Ed ora me le stringo addosso, non le lascerei mai andare, alla mia destra mia moglie, Vasilissa, con la testa appoggiata sulla mia spalla, la mano sul mio petto, la gamba sopra la mia e la figa umida premuta sulla mia coscia; alla mia sinistra, Irene, mia ex moglie, che non saprei come definire ora, amante? … concubina? … ma in fondo che importanza ha una definizione? lei &egrave qui a dispetto di questa, anche lei appoggia la testa sulla mia spalla, anche lei tiene la gamba sopra la mia e mi preme contro la coscia la sua figa bagnata, quello che mi intriga &egrave il fatto che ha posato la propria mano su quella di Vasilissa stringendola.
I rapporti esistenti fra le mie due donne sono un mistero per me, &egrave vero che, con mia grande sorpresa, ho dovuto constatare che sono bisex tutte e due, fino a poco tempo fa non avrei mai potuto pensare che lo fossero.
Irene non aveva mai dimostrato il minimo interesse per le donne, &egrave vero che si era fatta leccare la figa da alcune donne, ma lo pretendeva come un atto di sottomissione, e neanche Vasilissa, prima di incontrare Irene non mi aveva mai fatto sospettare questa tendenza.
Vorrei però capire se la loro bisessualità &egrave solo la voglia di un divertimento trasgressivo, o se &egrave il risultato di un coinvolgimento diverso.
Ma devo abbandonare le mie riflessioni, Irene si sveglia, si stira come una gattina, mi guarda, sorride e mi bacia ‘Buongiorno amore.’ abbassa lo sguardo e vede la mia erezione ‘Ehmmmm … già pronto!’ mi prende il cazzo in mano, lo stringe ed inizia ad accarezzarlo.
Come si fa a resistere, mi masturba, mi struscia la figa bagnata sulle coscia, la sua lingua mi accarezza le labbra e fa rapide incursioni nella mia bocca? la stringo forte a me, le sfioro la schiena e il culetto.
Si abbassa su di me, senza smettere di accarezzarlo, inizia a leccarmi il cazzo, dalle palle
fino al glande, lo prende in bocca … succhia … lecca …. lo ingoia letteralmente … sollevo il bacino … non riesco a controllarmi …
‘Ahhhh … sìììììì … cosììììììì … continuaaa … VENG0OOOOOOOO!’
Inondo la sua bocca col mio piacere …. in quel momento si sveglia anche Vasilissa … si solleva sul gomito osservando Irene che accoglie il mio sperma in bocca.
‘Oh! … non mi avete aspettata … povera me.’
Irene si solleva, ci mostra la lingua che conserva lo sperma, poi si volta verso Vasilissa e la bacia riversandole in bocca parte del mio seme prima di ingoiare il resto.
Riprende a masturbarmi e presto il cazzo si erge pronto alla tenzone, fissa Vasilissa diritto negli occhi e dice con un tono che non ammette replica ‘Ecco &egrave pronto .. forza montalo e scopalo!’
Vasilissa … abbassa gli occhi .. risponde … quasi un sussurro ‘Sì … sì … subito.’
Si mette a cavalcioni sopra di me e lascia che Irene le guidi il cazzo nella figa, si impalla letteralmente … i miei testicoli le sbattono sulle chiappe.
Irene guarda soddisfatta ed inizia a sculacciare Vasilissa incoraggiandola ‘Forza … più forte … dai che ti piace! … ti piace eh? ti fa sentire troia eh? dai rispondi!’
E Vasilissa che si muove sempre più in fretta … ansima col fiato corto … risponde ‘Sììììì mi piaceeeee … ohhh …. mi sento una troia … ‘ fissa Irene ‘amore ti piace vedermi fare la troia?’
Scopa me … ma tutta la sua attenzione &egrave per Irene, che ora la bacia, con una mano le impasta le tette e con l’altra le accarezza il culetto.
Smettono di baciarsi, e di nuovo Irene guida le azioni di Vasilissa ‘Chinati in avanti tesoro, mettigli un capezzolo in bocca poi gli metterai anche l’altro … fatti leccare le tette amore.’
E Vasilissa senza esitare un attimo, mi mette in bocca un capezzolo, lo succhio con forza , lecco le tette, poi succhio l’altro capezzolo, le mie mani le stringono i fianchi per guidare i suoi movimenti, se alzo gli occhi posso vedere le loro teste accostate … quelle due puttane si stanno baciando.
Ma tutto questo &egrave terribilmente eccitante, sento il miele di Vasilissa che cola e mi bagna, sento la sua figa stringersi sul mio cazzo e popparlo … lei &egrave quasi pronta … manca pochissimo ed io non riesco più a trattenermi … le riempio la figa del mio sperma e lei viene contraendo la figa …. rimango disteso a occhi chiuso tentano di recuperare il fiato.
Sento la voce di Irene che dice a Vasilissa ‘Girati, mettigli la figa sulla bocca e fatela pulire. leccagli il cazzo e quando lo avrai lavato per bene con la lingua, mi leccherai la figa.’
Lo spazio di un attimo e sento che mi fa scivolare il cazzo fuori dalla figa, che subito dopo si appoggia sulle mie labbra, lo sperma e il miele mescolati colano lentamente fuori.
Non ho scelta, con il suo sesso che mi preme sul viso, il suo corpo adagiato sul mio, la sua bocca sul mio cazzo, non posso fare altro che leccare e pulire per bene la figa.
La sento muoversi, non vedo ma intuisco, Irene le ha messo la figa davanti al viso e lei ora se la sta leccando.
E’ finito … siamo senza fiato tutti e tre … ma quelle due troie sembrano insaziabili . si scambiano carezze e baci … veramente, ed &egrave questo che mi lascia perplesso, non mi trascurano … ricevo la mia parte i baci e i carezze.
Si alzano e spariscono nel bagno, sento l’acqua della doccia, il chiacchierio, interrotto da lunghi silenzi, e le risatine, escono avvolte in accappatoi di spugna.
Escono dicendomi che vanno nella camera di Irene a vestirsi, non dovrei avere più dubbi, sono legate sentimentalmente, ma mi &egrave difficile accettarlo così senza tentare ancora di capire.
A rigore di logica, fra loro due dovrebbe essere Vasilissa, essendo lei mia moglie, e la padrona della barca. il soggetto dominante, invece sembra che sia succube di Irene.
Mi torna in mente un vecchio discorso, quando Vasilissa mi disse che non aveva mai voluto innamorarsi prima di conoscermi, e ora temo che, così come ha fatto con me, consegnandosi per amore anima e corpo. ha fatto la stessa cosa con Irene, dovrò stare attento che questa ultima non la faccia soffrire.

per commenti brubu@yahoo.it Stringendoci addosso i nostri accappatoi, percorriamo in fretta il corridoio di tribordo che porta a prua, dove sono situati gli alloggi dell’equipaggio e raggiungiamo la cabina di Irene, questa apre la porta, mi mette una mano sul culetto, cosa che non manca mai di fare appena se ne presenta l’occasione, e mi spinge gentilmente all’interno.
Chiude la porta a chiave, si volta verso di me, con un sorrisino malizioso sulle labbra, mi spinge contro la parete, il tempo di un respiro e mi ha slacciata la cinta dell’accappatoio aprendolo, guarda la mia nudità con aria compiaciuta, apre il suo mostrandomi il suo corpo, avvicina il suo viso al mio, mi sfiora le labbra con un bacio leggero e mi sussurra all’orecchio ‘Vasilissa amore … apri le gambe.’ poi mi infila la lingua in bocca per un bacio pieno di passione.
Le metto le mani sui fianchi, aprendo le gambe mì stringo a lei, Irene si spinge fra le mie cosce, preme la sua figa sulla mia e inizia a strusciarsi.
Le grandi labbra si aprono, il mio miele cola in abbondanza per mescolarsi con il suo, la figa si contrae e trema … mi perdo nei sentire suo corpo premere contro il mio, le sue tette si schiacciano sulle mie, i suoi capezzoli ad ogni nostro movimento titillano i miei e mi fanno rabbrividire, percepisco come delle scosse che dalle tette si irradiano in tutto il corpo, al cervello alla figa fino ai piedi.
Mi abbandono non posso resisterle, e così quando mormora ‘Dimmi che mi ami, dimmi che sei mia … che sei la mia schiava d’amore.’ rispondo senza esitazione ‘Ti amo Irene … sono tua .. tutta tua .., fa di me quello che vuoi, sono la tua schiava.’ e lei mi gratifica con baci e carezze …
Sorridendo mi spinge sul letto .. mi leva l’accappatoio e si toglie anche il suo, siamo nude, mi fissa e dice ‘Ora sarai la mia troia, sarai la mia puttana, mi leccherai la figa e berrai il mio miele, ma prima mi bacerai e mi leccherai i piedi da brava schiava.’
Lei si sdraia a gambe larghe .. io mi inginocchio pronta a ubbidire e mormoro ‘Sì mia Signora, come mi comanda sarà fatto.’
Le lecco i piedi, li bacio, succhio le dita una ad una, le bacio i polpacci, la piega dietro le ginocchia, l’interno elle cosce, lecco le pieghe dell’inguine, delicatamente le apro le grandi labbra … cerco il clito per succhiarlo mettendole due dita nella figa.
Lei solleva il bacino, ansima e geme … le sue mani impastano le sue tette e torturano i suoi capezzoli.
‘Ohhh …. sììì …. brava troia … continua così … lecca … spingi la lingua dentro … ohhhh … ancora … non smettere … ohhh …. VENGOOOOOOO.’
Mi inonda la bocca del suo miele, lo bevo con avidità, mi piace a morire il suo sapore un po’ salato come mi piace il suo profumo … sa di mare.
Irene sta ancora ansimano dopo l’orgasmo, ma dura poco, mi attira sopra di sé e mi bacia.
‘Brava la mia puttanella, perché tu sei la mia puttana vero? me l’hai leccata bene, mi hai fatto godere, allora voglia ricompensarti, prima rispondi alla mia domanda e poi dimmi cosa vuoi che ti faccia.’
‘Si mia Signora, sono la tua puttana … fa di me quello che vuoi, ti prego mia Signora battimi la figa, puniscimi perché non sono abbastanza troia per te.’
‘Ehmmm &egrave vero sei una puttana, ma devi diventare più troia, penso che dovrei fare sapere ai nostri ospiti, che per un adeguato compenso, possono chiavarti tutti quanti, io potrei tenere Gino impegnato per darti il tempo di prostituirti, sarebbe una buona idea … che ne dici?’
Rimango muta … mi viene da piangere .. vorrei accontentarla … fare quello che vuole lei, ma non ne ho il coraggio, li mi guarda aspetta la mia risposta.
Balbetto ‘Mia Signora, questo vuoi da me … vorrei farti contenta … ma no so se avrei il coraggio di fare quello che mi chiedi.’
Fredda mi risponde ‘Chi dice che te lo chiedo, ricordati che non ti chiedo mai niente, ti ordino … non chiedo … hai capito?’
‘Si mia Signora, ho capito … cosa vuoi che faccia?’
‘Niente sei una cattiva bambina che mette in discussione le mie parole … alzati … in piedi di fronte a me con le gambe tenute larghe.’
Faccio come mi dice … il primo schiaffo che mi colpisce fra le gambe mi fa sussultare … mi mordo le labbra per non urlare tanto mi fa male .. gli schiaffi si succedono a ritmi serrato … ma dopo quattro o cinque schiaffi il dolore si attenua … sento la figa gonfiarsi sotto i colpi fino a diventare quasi insensibile …. il dolore sparisce lentamente per fare piazza al piacere .. sono incredibilmente bagnata .. il miele mi cola fra le cosce … spingo il bacino in avanti spalancando le cosce … godo…
‘Di chi &egrave questa figa?’
‘Tua mia Signora.’
‘Bene, e io ne posso fare quello che voglio e regalarla a chi voglio io.’
Vinta abbasso il viso e sussurro ‘Si mia Signora.’
Lei continua a battermi la figa e insiste ‘Parla più forte non ho sentito.’
Ripeto ‘Sì mia Signora.’
‘Sì cosa? non capisco.’
Con voce strozzata dal pianto ‘Sì mia Signora, la figa &egrave tua puoi farne quello che vuoi anche regalarla a chi vuoi tu.’
E’ una strana situazione, sto godendo come una porca sotto i suoi colpi e nello stesso tempo piango pensano a quello che vuole che faccia.
Improvvisamente l’orgasmo esplode inatteso ‘Ahhhhh … ohhhho …. sìììì … vengoooo.’
Irene smette di schiaffeggiarmi, stringe nella mano la figa tremante che continua a fare sgorgare il miele a fiotti, mi bacia … mi fruga la bocca con le lingua … mi tocca le tette … mi attira il viso sul suo seno.
Mi stringo a lei, vorrei che questo momento non finisse mai, mi prende il mento fra le dita e mi solleva il viso, mi guarda con tanta tenerezza da farmi sciogliere.
‘Piccola stupida, credevi davvero che ti avrei fatta prostituire, amore mio non sai cosa significa, non potrei mai farti passare quello che ho passato io, ma mi hai detto che l’avresti fatto se te lo avessi ordinato, &egrave bastato questo per dimostrarmi il tuo amore.’
Quando fa così sento di amarla, farei qualsiasi cosa per lei, anche le più oscene.
Si stacca da me e mi trascina in bagno … ridacchia ‘Amore dobbiamo rinfrescarci la figa, profumiamo di sesso … forse non &egrave il caso di fare respirare a tutti questo nostro profumo.’
Annuisco ‘Hai ragione tesoro mio.’ facciamo il bidet ed una doccia veloce per liberarci al sudore.
Irene apre il suo armadio e ne tira fuori quei famosi bikini indecenti, blu con l’ancora, ne indossa uno e me ne porge un altro, poi ne prende altri sei, la guardo sorpresa.
‘Che ne vuoi fare di quelli?’
Lei ride ‘Non riesci ad indovinare tesoro? … li regaleremo alle nostre ospite, scommetto che tutte correranno a indossarli.’
In effetti quando ci presentiamo al solarium , gli uomini ci guardano arrapati, mentre le donne ci osservano con invidia, ma quando consegniamo i bikini, ci baciano, ci ringraziano, ed in un batti baleno spariscono sotto coperta, per ritornare dopo indossando i bikini griffati ‘La Bella Giusy’
Irene mi sussurra ‘Dobbiamo creare una linea mare per le Signore … abbiamo già la griffa,
‘La Bella Giusy’, e io annuisco ‘Sì tesoro, tu ed io soci al 50 %.’

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Sono sul ponte, a prua vicino al solarium, seduto su uno sdraio, con addosso solo i pantaloncini ed una maglietta, senza farmi scorgere, con la coda dell’occhio, osservo Vasilissa ed Irene che stanno servendo delle bibite fresche ai passeggeri.
Non so cosa sia successo questa mattina, mi hanno lasciato dopo che ci eravamo divertiti in tre, poi le vedo apparire sul ponte con addosso, tutte e due, quei bikini blu con l’ancora, sono terribilmente sexy e arrapanti, ma anche assolutamente indecenti ed impudiche, mi basta osservare l’atteggiamento dei maschi al loro apparire.
Si muovono sensuali, quasi da professioniste degli spettacoli erotici, ed ecco il primo risultato, un uomo allunga la mano verso il tanga di Irene, che gli porge la bibita, e vi infila un biglietto da 10 ‘, lei gli fa un leggero inchino della testa accompagnato da un sorriso in segno di ringraziamento.
Il gesto non &egrave rimasto inosservato, e viene immediatamente imitato dagli altri uomini, ai quali non pare vero di poter introdurre la mano nel tanga di Irene o di Vasilissa, sperando di riuscire almeno a sfiorare la patatina, il risultato &egrave che, quando hanno finito di servire le bibite, dai loro tanga spuntano i biglietti.
Tornando indietro, mi guardano con un sorriso malizioso sulle labbra, Vasilissa mi soffia un bacio ed Irene mi mostra la punta rosa della lingua leccandosi le labbra … cavoli quelle due puttanelle mi stanno provocando … sono due troiette … ma non vorrei rinunciare a nessuna delle due … forse in modo diverso, ma le amo tutte e due.
Ora fanno una cosa che mi sorprende ancora di più, stanno consegnando a tutte le donne, dei bikini uguali a quelli che indossano, ovviamente per fare ciò devono passare fra le coppie sdraiate a prendere il sole, e non possono evitare i pizzicotti e le palpatine degli uomini, si limitano a sorridere cercano di scansare i più sfacciati, che tentano di toccarle fra le cosce, in quanto alle donne, ricevuti i bikini si affrettano ad andare ad indossarli,
Già che al solarium le donne si sprecavano in esibizioni di grazie femminili, ora che hanno indossato quei bikini, farebbero meno effetto a rimanere nude, e non per niente c’&egrave un insolito via vai di marinai da queste parti, ci scommetterei che tutto questo &egrave il frutto della mente di Irene, ma sicuramente Vasilissa non si &egrave opposta, anzi, direi che sarà stata felice di collaborare.
Si appartano a poca distanza dei croceristi, ridendo chiacchierano, le vedo che contano i soldi delle mance prima di farli sparire nella borsetta di Irene, ora sono indaffarate con carta e penna, sarei proprio curioso di sapere cosa stanno combinando, così le mie due Signore hanno i loro piccoli segreti, se non sto attento finiranno per diventare le padrone della mia vita, ma a pensarci bene non credo che questa sia la loro intenzione.
Mettono via carta e penna, si alzano e vengono a raggiungermi, mi si siedono vicino, Vasilissa si appoggia alla mia gamba, Irene rimane un po’ scostate, per salvare le apparenze, anche se credo di essere l’oggetto dell’invidia di tutti i maschi presenti, penso che siano ben pochi quelli che non si siano accorti che Irene passava più tempo nella nostra camera che nella sua.
Mi viene voglia di stuzzicarle ‘Allora amori miei … quanti soldi di mance avete raccolto questa mattina?’
Ridono .. risponde Irene ‘Una miseria amore, in tutte e due appena 90 ‘, veramente credevamo di valere di più.’
Mi fingo perplesso ‘Ma per servire delle bibite non &egrave poi tanto male.’
Questa volta mi risponde Vasilissa seccata ‘Per servire delle bibite può anche andare, ma se ti mettono la mano nel tanga e, col pretesto di infilarti dei soldi tentano di toccarti la figa &egrave diverso … sono un branco di porci e poi si credono autorizzati a palpeggiarci, la prossima crociera ce la facciamo in tre sullo sloop.’
Guardo Irene e questa annuisce in segno di approvazione ‘Ha ragione Vasilissa … io credevo di aver da che fare con gente per bene, pazienza &egrave solo per pochi giorni .. ma non mi vedranno più in bikini, aveva ragione Stephanos, non ci si fa vedere così’
Finito il discorsetto si alza e guardando Vasilissa dice ‘Andiamo a cambiarci, vieni cara … ci hanno viste abbastanza.’
Vasilissa annuisce e si alza, si allontanano mano nella mano, per scendere sotto coperta.
Le ho viste molto seccate, mi sa che quei signori hanno esagerato, credendo che tutto fosse concesso.
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Facciamo in fretta a raggiungere la mia camera, ci chiudiamo dentro e ci spogliamo, siamo nude e ne approfittiamo per scambiarci baci e carezze, senza esagerare però, Gino ci aspetta, non vogliamo farlo aspettare troppo, potrebbe cadere in tentazione, ci sono troppe troie al solarium.
La scelta dei copricostume &egrave presto fatta, li indossiamo senza niente sotto e ci guardiamo allo specchio.
Non &egrave che siamo molto coperte, i copricostume sono molto scollati ed appena ci caliamo permettono una vista quasi completa delle nostre tette, inoltre sono senza maniche con profonde aperture sotto le ascelle, e così se uno non riesce a vederci le tette dalla scollatura ce le può tranquillamente guardare di profilo.
Scherzando Vasilissa infila la mano nell’apertura laterale e mi palpa una tetta … ride dicendo ‘Mmmmmmmm … che bella tetta morbida e soda … quasi la vorrei leccare e poi attaccarmi a quella fragolina rosa e succhiare mmmmmmm.’
‘Sta ferma amore … mi ecciti e mi bagno fra le cosce.’
‘Sei bagnata tesoro … ma sei proprio una troietta per bagnarti così per una palpatina alla tetta … fammi sentire.’ non mi lascia il tempo di rispondere che già la sua mano mi accarezza la figa e raccoglie il miele che cola.
E’ più forte di me, allargo le gambe e spingo il bacino contro la mano in preda ad una tempesta ormonale, chiudo gli occhi per abbandonarmi alle sue carezze.
Lei fa scivolare un dito fra le grandi labbra, mi titilla il clito .. ‘Ti piace eh! sei proprio una troia … di chi &egrave questa figa? forza te lo voglio sentire dire!’
Balbetto ‘La … figa &egrave … tua … amore.’
‘Brava! &egrave mia e posso farne quello che voglio … come hai detto te? ah sì! anche regalarla a chi voglio io … &egrave così vero?’
Quelle parole mi fanno l’effetto di un colpo di frusta … la mia fonte rilascia un fiotto di miele bagnandole il palmo della mano ed il polso .. mi stringe forte la figa poi la colpisce con uno schiaffo.
‘Cattiva bambina … vedi che sei una puttana … ti piacerebbe se regalassi la tua figa in giro eh! … adesso ti punisco .. poi mi leccherai la figa per ringraziarmi.’
Era da tanto che non mi battevano più la figa, non me lo aspettavo, Vasilissa mi ha presa alla sprovvista, dopo cinque o sei schiaffi il dolore si attenua per lasciare spazio al piacere, spalanco le cosce e godo.
‘Ahhh … sìììì … sono cattiva … puniscimi … ohhh … ancora … non fermarti … che male … godo … amoreeee …. vengo …….’
Lei smette di schiaffeggiarmi … mi stringe forte la figa ancora palpitante … mi bacia …mi sussurra ‘Leccami sono bagnata … ho troppa voglia.’
Mi inginocchio .. sollevo l’orlo del copricostume e spinge il viso fra le sue cosce .. bacio le grandi labbra … le lecco … la lingua si intrufola fino al clito … lo mordicchio … lo succhio .. raccolgo il miele che cola abbondante, mentre lei si succhia le dita e si lecca il palmo della mano ed il polso per pulirli dal mio miele.
Mi mette una mano sulla nuca spingendomi la figa sul viso e viene all’improvviso … piega le ginocchia e devo sostenerla per impedirle di cadere.
‘AHHHHHHH …. VENGOOOOOOOO.’

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Il buffet sotto la tenda a poppa, &egrave stato, come di consueto, preso d’assalto dai croceristi, ed a parte qualche fanatico della tintarella, ora stanno in cabina a fare la siesta.
Io, mentre Gino e Vasilissa stanno a poppa, sotto la tenda al riparo del sole cocente del pomeriggio, a sbaciuccarsi, ho raggiunto Stephanos in plancia e mi faccio spiegare la tecnica della navigazione.
Avendo lavorato a lungo in un cantiere nautico, conosco tutta la strumentazione, so come funziona, non l’ho mai adoperata, ma potrei imparare molto velocemente, quello che non so assolutamente &egrave come prendere il vento ed usarlo per manovrare l’imbarcazione, tutte cose che devo imparare in fretta, se come ha detto Vasilissa la prossima crociera la faremo in tre imbarcati sullo sloop, non voglio essere di peso, forse non sarò mai brava come lei, ma almeno lo sarò quanto Gino.
Stephanos &egrave molto gentile, felice di aver trovato in me un ascoltatrice attenta, si dimostra paziente e non gli pare vero di poter insegnarmi a manovrare, mi mostra come funziona il satellitario e fare il punto, mi vuole insegnare a leggere una carta nautica per tracciare la rotta.
Sono piegata sul tavolo, studio la carta, improvvisamente sento una mano palparmi il sedere, mi rialzo e mi giro di scatto inviperita, pronta a piantare un casino e mi trovo i fronte il viso sorridente di Gino che mi sussurra ‘Ciao troietta bella.’
Sussurrando a mia volta, rispondo ‘Ma sei matto, vieni a palparmi qui, possono vederti, sai che casino … ‘
Egli non si scompone … alza le spalle ‘Tesoro con questo copricostume addosso ti si vede perfettamente il bel culetto, &egrave un invito … piuttosto che fai? studi da capitano?’
Mi rendo conto che egli ha ragione, il tessuto leggero del copricostume appoggiato mollemente su di me, in quella posizione sposa perfettamente le mie forme senza lasciare niente all’immaginazione, faccio per rispondere ma egli non me ne lascia il tempo.
Mi fisso con uno sguardo strano, fra il triste ed il dispiaciuto, ancora sussurra ‘Senti mi vuoi dire cosa ti ho fatto di male per meritarmi quello che mi hai fatto?’
Ora mi ha spiazzata, cosa gli dovrei dire? che sono stata una stupida? che le circostanze hanno fatto emergere un lato della mia personalità che perfino io ignoravo? che sono pentita? ma lo sono veramente?
A mia volta sussurro ‘Andiamo fuori per parlare, non possiamo parlare liberamente qui e neanche continuare a parlare a bassa voce … attireremmo i sospetti inutilmente.’
Usciamo all’aperto, andiamo a sederci sotto la tenda a poppa .. ora toccherebbe a me parlare, ma non so cosa dire .. cerco di guadagnare tempo, chiedo ‘Dove &egrave Vasilissa?’
‘Vasilissa &egrave in cabina, ci aspetta .. &egrave stata lei a dirmi di venire a cercarti, ma non mi hai risposto!’
Tiro un profondo respiro .. abbasso il viso a disagio e con un po’ di vergogna ‘Cosa ti devo dire? tu non hai fatto niente di male … hai fatto un solo grosso sbaglio … da subito dovevi fermarmi … non lasciarmi fare quello che volevo … ti avrei forse portato il muso per mezza giornata ma poi tutto sarebbe finito lì … e non saremmo qui adesso.’
Mi guarda quasi incazzato ‘Sei unica … da quando ti conosco, non c’&egrave mai stata una volta che hai ammesso di aver sbagliato … e quando non puoi negarlo finisci col dire, che se hai sbagliato &egrave stato colpa mia, che non te l’ho impedito’ scuote il capo ‘il guai &egrave che non ho la forza di liberarmi di te.’
Non so cosa rispondere, egli mi dice che non ha la forza di liberarsi di me, ed io non ho il coraggio di lasciarlo &egrave una situazione senza sbocco.
‘Dai vieni giù, non voglio fare inquietare Vasilissa, sembrava ansiosa di vederti.’ non aggiunge niente e si avvia per andare sotto coperta e raggiungere la loro cabina.
Lo seguo moggia, ho paura che questa volta forse troverà il coraggio di mandarmi via e non so cosa potrei fare, non posso tornare indietro e cancellare quello che &egrave stato, ed il mio futuro senza di loro mi si prospetta buio ed incerto.
Giunti di fronte alla cabina, Gino apre la porta, mi fa entrare, ma lui non entra.
Nella cabina trovo Vasilissa che mi aspetta, non mi lascia il tempo di parlare ‘Dove eri finita? per vederti ho dovuto chiedere a Gino di andare a cercarti, ti pare giusto? allora cosa facevi.’
Si trattiene, ma io lo so, la sua &egrave una scenata di gelosia, in un certo senso mi fa piacere, ma credo che non posso certamente farla ingelosire troppo.
‘Ero in plancia, voi eravate sotto la tenda, pensavo che ogni tanto vi avrebbe fatto piacere di stare soli, e così sono andata in plancia a farmi insegnare a come governare la barca.’
Mi guarda sorpresa ‘Imparare a governare la barca! cosa vuoi il posto di Stephanos?’ ridacchia.
‘No non voglio il posto di Stephanos, ma tu hai detto che la prossima crociera, la si farà in tre sullo sloop, e voglio essere all’altezza e non essere di peso, ecco niente di più.’
Scuote il capo ‘Ma tesoro queste te le insegno io, senza bisogno di disturbare Stephanos.’
‘Ma io non lo disturbo, egli &egrave felice di aver trovato chi lo ascolta, comunque se non vuoi che vada in plancia non ci andrò più.’
‘No … no … se &egrave come dici tu vacci pure, ma ora vieni qui cattiva bambina che mi hai fatto stare in pena.’
Le vado vicina e lei mi attira a sé, mi stringe e mi bacia, sospiro sollevata, non sarò cacciata via, mi stringo a lei, sento la sua mano introdursi nell’apertura laterale el copricostume, mi accarezza il seno e titilla i capezzoli, che si inturgidiscono subito, fa scivolare l’indumento sui miei piedi lasciandomi nuda.
‘Apri le gambe, una piccola punizione te la devo dare comunque.’
Faccio come mi dice lei … l’uno dopo l’altro i schiaffi mi colpiscono con forza la figa, sussulto a ogni colpo, mi mordo le labbra per non urlare … mi fa male … ma so che il male &egrave necessario per raggiungere il piacere.
Mentre mi batte la figa mi chiede ‘Di chi sei tu? e di chi &egrave questa figa?’
‘Tua … sono tua … e la figa … &egrave tua.’
‘Bene, brava la mia troietta … perché sei una troia vero?’
‘Sì … sì … sono una troia.’
‘Eh sì sei una troia .. e sei anche una puttana … lo sai eh?’
‘Sì lo so.’
‘Cosa sai? non capisco, sii più chiara.’
‘So di essere una puttana.’
‘Ecco … adesso sei la mia puttana .. mi devi leccare la figa e bere il mio piacere, o ti venderò, a Smirne c’&egrave un bordello che &egrave pronto a comprarti.’
Il mio mondo crolla, tutte le mie illusioni si dissolvono come neve al sole, torno all’inferno, le lacrime scorrono sulle mie guance, mi inginocchio fra le sue gambe aperte e le lecco la figa .. le succhio il clito .. la scopo con la lingua … e bevo il suo miele.
Lei geme … mugola … si contorce … sento la sua figa contrarsi sotto la mia lingua … si irrigidisce e viene gridando di piacere.
Mi accarezza i capelli ‘Alzati troia e vieni a baciarmi, non aver paura, non ti manderò via, dove trovo un altra puttana come te? una figa bollente sempre pronta soddisfarci.’
Mi alzo, ci abbracciamo, ci baciamo, mi mette la mano fra le cosce e mi accarezza la figa.
L’unica certezza &egrave che sono tornata ad essere la sua schiava.

per commenti brubu@yahoo.it Mi sveglio depressa, da quando ci siamo imbarcati, &egrave stata la prima notte che ho passato nella mia cabina.
Ieri sera &egrave stato tremendo, si sono divertiti a torturarmi e ad umiliarmi come non lo facevano più da tempo, mi hanno usata come una puttana, sono servita unicamente al loro piacere, mi hanno obbligata a ripetere fino alla nausea ‘sono una troia … sono una puttana … sono una porca … sono una vacca’, mi hanno gonfiato la figa di botte, fermandosi al minimo accenno di piacere, Vasilissa si &egrave fatta leccare la figa ed il culetto, Gino mi ha scopata ed inculata, senza mai farmi venire.
Mi hanno legata a gambe larghe e le braccia dietro la schiena su di una sedia, ed ho assistito alle loro scopate, impazzendo dalla voglia, e quando mi hanno slegata, fra schiaffi sulle natiche ed ingiurie, li ho dovuto pulire tutti e due, ed anche la seduta della sedia bagnata dal mio miele, ovviamente con la lingua.
Mi hanno impastato le tette, me le hanno baciate e leccate, mi hanno titillato e martoriato i capezzoli, mi hanno accarezzata la figa bollente, ma quando si accorgevano che stavo per provare il piacere smettevano di colpo, dandomi della troia, della porca, della puttana ed altri nomignoli, senza ritegno, golosa di cazzo e di figa, lasciandomi eccitata e con l’impossibilità di toccarmi e di provare l’orgasmo.
Quando si sono stancati di questo giochetto, mi hanno mandata via, facendomi sentire veramente una puttana, che si allontana con disprezzo al termine della prestazione, vietandomi di masturbarmi, appena sola, disperata ho pianto tutte le lacrime del mio corpo.
Per pochi giorni mi ero di nuovo sentita una donna libera, credevo di essere stata affrancata dalla schiavitù, ma era soltanto un illusione che mi ero creata e che loro, non senza cattiveria, avevano alimentata.
Sono certa che &egrave tutta opera di Gino, finalmente ho capito che egli non mi perdonerà mai, e quando ha sospettato che tra Vasilissa e me non era solo una questione di sesso, ha deciso di correre ai ripari, mi vuole spezzare, farmi diventare una specie di zombie senza volontà, ma non gli sarà facile, e sicuramente, conoscendomi, lui lo sa e usa qualsiasi mezzo.
Il mio guai &egrave che li amo tutti e due, e non ho avuto la forza di allontanarmi per rifarmi una vita quando la possibilità mi &egrave stata offerta, ma tutto questo &egrave anche colpa della mia mania di voler sempre aver ragione, probabilmente se ieri non gli avessi detto che aveva sbagliato a non fermarmi, egli non si sarebbe incazzato, avrei dovuto chiedere perdono per la stupidità che mi aveva impedito di capire che mi stavo incamminando sulla cattiva strada, ed egli soddisfatto, si sarebbe mostrato comprensivo, e io mi sarei risparmiata la serata di ieri.
Mi alzo e vado in bagno, quando esco le tracce di pianto sono sparite sotto il trucco, apro un cassetto, in fondo al quale ho nascosto dei reggiseni e delle mutandine, faccio la mia scelta, un bel coordinato di raso bianco con delle applicazioni di pizzo, &egrave un atti di ribellione, indosso una divisa pulita, prendo la mia borsa e salgo sul ponte.
Oggi andremo a gettare l’ancora nel porto di Rethymno sulla costa settentrionale di Kriti, scenderò a terra con il cuoco ed un paio di marinai per fare provviste, e non tornerò a bordo e se Gino crede di ricattarmi ancora con la storia di rivelare i motivi del divorzio, si sbaglia di grosso, faccia pure, tanto farà soltanto la figura del cornuto.
Il caicco &egrave ancorato a poca distanza del molo, dato le sue dimensioni non esiste un ormeggio atto a ospitarlo, &egrave venuto un motoscafo a prenderci ai piedi della scaletta per portarci a terra, mentre ci allontaniamo vedo Gino e Vasilissa in piedi sul ponte che mi guardano.
Come il motoscafo rimane a disposizione dei passeggeri che desiderano sbarcare per visitare la cittadina, sicuramente ne usufruiranno per venire a cercarmi, ma la cosa mi lascia indifferente.
Passo buona parte della mattinata a seguire il cuoco al mercato, compra frutta e verdura fresca, pesce e carne, prendo nota degli acquisti e pago, alla fine metto tutto, con i soldi che ho avanzato, dentro una busta sigillata che consegno al cuoco con l’incarico i consegnarla a Stephanos. questo prende la busta, non fa commenti ma mi guarda in modo perplesso.
Vado a comprarmi delle sigarette per poi sedermi al tavolino di un bar, e mi ordino un caff&egrave ed un pasticcino, bevo e mangio, mi accendo una sigaretta e fumo beata, non mi sentivo bene così da mesi, libera e spensierata.
Passano alcuni dei croceristi, vedendomi si fermano a salutarmi prima di proseguire la loro passeggiata.
Ed ecco che giunge il momento della verità, direi improvvisamente si materializzano di fronte a me Gino e Vasilissa.
Gino mi apostrofa bruscamente, incurante della gente che ci circonda ‘Che fai qui? chi ti ha dato il permesso di fermarti a terra? avanti! alzati torniamo a bordo!’
Lo fisso negli occhi … gli rispondo in italiano ‘Col cazzo tesoro, con te ho chiuso, vai caro vai non darmi più ordini non ne hai il diritto.’
Egli aggrotta la fronte ‘Vuoi che mando certi dvd a chi sai tu? forza muoviti.’
Gli rido in faccia ‘Certo tanto la figura del cornuto la fai tu.’
Egli diventa pallido … se non fossimo in pubblico probabilmente mi strozzerebbe, ma non può si deve dare una calmata.
Vasilissa, che fino a allora era rimasta zitta mi chiede ‘Posso sedermi al tuo tavolo?’
‘Certo siediti pure.’ alzo la mano per chiamare il cameriere e ordino un caff&egrave per lei.
‘Ascolta cara’ mi dice Vasilissa ‘So che sei arrabbiata per come sono andate le cose ieri sera, ma se ti prometto che non succederà più tornerai?’
Gino freme e fa per intervenire, ma Vasilissa lo blocca ‘Amore, dai siamo stati cattivi e abbiamo trattata male Irene, &egrave arrabbiata … non ha tutti i torti .. sù piantatela tutti e due fatte la pace … forza.’
Fra me e me ridacchio … guardo Vasilissa ‘Con te sono pronta a fare la pace, ma non con lui, la farò solo a certe condizioni.’
Lui mi guarda arrabbiato ‘E quali sarebbero quelle condizioni?’
Sorrido ‘Ma &egrave semplice, voglio quei dvd, le foto e le lettere che tieni chiuse a chiave per ricattarmi, voglio che sia chiara che sono una donna libera e come tale trattata, e voglio il tuo impegno .. la devi smettere di insultarmi … ti sei vendicato abbastanza … e per finire voglio che fino alla fine della crociera Vasilissa venga a dormire nella mia cabina senza di te ovviamente.’
Credo che mi ucciderebbe ben volentieri, ma che può fare un uomo se la moglie e l’amante si mettono d’accordo per ottenere quello che vogliono, ed &egrave palese che Vasilissa mi vuole così come voglio lei, e lui non ha scelta o ci prende tutte e due o non ha nessuna delle due, fa un grugnito che sarebbe un sì ‘Ok hai vinto, come sempre, non mi libererò mai di te.’
‘No caro, non ti lascerò mai libero’ mi volto verso Vasilissa ‘Andiamo amore, devi fare il trasloco e poi io devo ritirare alcune cose.’ la prendo sottobraccio e ci avviamo seguite da Gino scuro in volto.

per commenti brubu@yahoo.it Il motoscafo ci riporta indietro, e scendiamo sotto coperta, in camera Vasilissa si affretta a riempire un borsone con la sua roba per trasferirsi nella mia cabina, e io aspetto che Gino mi consegni i dvd, le foto e le lettere compromettenti che voglio distruggere per cancellare le tracce di quel disgraziato periodo della mia vita.
Non &egrave che Gino lo faccia con molto entusiasmo, lo sto privando di quelle cose che gli hanno dato il potere su di me, ma se vuole la pace &egrave il prezzo che deve pagare, e lui lo sa bene.
Esamino per bene tutto quello che mi consegna, per essere certa che non si sia trattenuto niente, tutto &egrave a posto … impettita ed anche un po’ stronza esco dalla camera, seguita a Vasilissa, per andare nella mia.
Tra una cosa e l’altra, la giornata passa, i passeggeri sono tornati a bordo, si alza l’ancora, usciamo al porto e partiamo in direzione di Kypros.
E’ scesa la notte, la barca scivola silenziosa sul mare calmo, sono in plancia con Vasilissa, teoricamente dovrei essere di guardia, ma praticamente &egrave il nostromo che governa il caicco, io mi accontento di fare la presenza.
Vasilissa, vestita con un tubino nero, sexy ma di classe, che le valorizza le forme e le sta a meraviglia, mi sta vicina, posso respirare il suo profumo, muoio dalla voglia di metterle le mani addosso, solo la presenza del nostromo mi impedisce di farlo … devo lottare per tenere le mani a posto … intanto ho la figa che va a fuoco, meno male che ho indossato la gonna al posto dei pantaloni e, come non porto le mutandine, l’aria me la rinfresca.
Credo che anche Vasilissa abbia qualche problema di tempesta ormonale, perché mi sta attaccata come l’edera e non perde l’occasione per sfiorarmi, attizzando così il fuoco che mi consuma.
Sono al tavolo delle carte nautiche, a guardare la rotta che Stephanos ha tracciato, cerco di capire, ma la mia attenzione &egrave distratta alla vicinanza di Vasilissa, la quale mi sta accanto con le mani appoggiate sul bordo del tavolo stesso.
Sta alla mia destra, le sue mani sono nascoste alla vista del nostromo che ha altro a pensare, tiene gli occhi sulla bussola; lentamente la mano sinistra di Vasilissa si sposta sul bordo del tavolo, la sento che si insinua fra me e il tavolo, mi sfiora la coscia … l’inguine … si ferma … ha raggiunto la mia figa e preme.
Un fremito mi percorre, parte dalla figa e si irradia per tutto il corpo … raggiunge le tette che si gonfiano … si ergono i capezzoli … la figa trema .. le grandi labbra si aprono … la mia fonte sgorga … mi sento le guance in fiamme … mi mordo le labbra per non gemere … chiudo gli occhi … ho il fiato corto … riesco a mormorare ‘No ti prego … amore mi fai morire … fermati … ‘
Invece lei mi fissa … si passa la lingua sulle labbra … prende la mia mano e la porta su l’orlo del tavolo all’altezza della sua figa, non si appoggia .. si preme sulla mia mano … riesco a sentire i contorni della patatina … muoio … le vampate di calore che partendo dalla mia figa mi fanno perdere la testa … ho le gambe molle, mi aggrappo al tavolo per stare in piedi.
Avvicina il suo viso al mio per sussurrarmi ‘Lo sai che ho voglia di te? e tu hai voglia di me?’
Rispondo con un filo di voce ‘Sì … lo so che mi vuoi … ed anche io ti voglio.’
Fortunatamente arriva Stephanos ‘Buona sera Signora … Irene sei libera … qualcosa da segnalare?’
Mi faccio forza per rispondere ‘No … non ho notato niente di particolare … buona notte.’
Mi avvio trascinandomi dietro Vasilissa, tanto per salvare le apparenze, prima di scendere sotto coperta per andare in camera, ci fermiamo un momento sul ponte a guardare le stelle.
Mi giro verso Vasilissa ed a bassa voce le dico ‘Sei una porca … una splendida porca, mi hai fatto morire, ho dovuto trattenermi per non venire lì di fronte al nostromo, ho le cosce bagnate … quasi gocciolo per terra.’
Lei mi sorride con un aria ingenua ‘Davvero amore, ti ho fatto quell’effetto … poverina … hai tanta voglia amore? dai non lamentarti che ti &egrave piaciuto … sù ammettilo … consolati … sono bagnata anche io.’
Le stringo forte la mano e ci avviamo verso la mia cabina, ansiose e arrivarci in fretta.
La porta &egrave appena chiusa alle nostre spalle che Vasilissa mi afferra le braccia e mi spinge sul letto, non mi aspettavo quell’aggressione e cado distesa sulla schiena, mi solleva l’orlo della gonna e, senza pensarci due volte, mi infila la mano nella figa, bagnata come sono, non fa alcuna fatica ad entrare … inizia a scoparmi con una violenza inaspettata … spalanco le cosce sollevando il bacino … incoscientemente mi sbottono la camicia e porto le mani sulle mie tette gonfie … stringo i capezzoli … li tiro … lo schiaccio … li torturo ..
‘Ohhhhh … ma cosa … mi fai … sìììì … continua … ahhhh … amoreee … ohhhh.’
Lei mi bacia … la sua lingua mi fruga la bocca … accosta la bocca al mio orecchio .. lecca … succhia il lobo .. lo mordicchia … mi dice ‘Cosa credevi stupida … che ti lasciavo scappare così … che non ti avrei ripresa …. ti voglio troppo ed anche tu mi vuoi … vero? dimmelo che mi vuoi … avanti aspetto …’
‘Ahhh … mamma che bello … sì ti voglio … sono tua … ohhhh …. godoooo … vengooooo!’
Sono senza fiato, rimango lì, con la camicia aperte e le tette fuori, la gonna sollevata sulla pancia, con le gambe spalancate in una posizione oscena.
Lentamente Vasilissa ritira la mano alla mia figa, per un po’ la lecca, poi me la mette letteralmente in bocca ‘Succhia .. lecca mia bella porcona … &egrave tutta roba tua.’ ed io golosa faccio come mi dice.
Vasilissa mi guarda soddisfatta ‘Ti piace eh! che porca che sei … dai leccami.’ e senza aspettare mi si mette a cavalcioni sul viso premendo la figa sulla mia bocca, non voglio deluderla .. le afferro i fianchi … e spingo la lingua sulle grandi labbra … cerco il clito … lo trovo e inizio a succhiarlo quasi come fargli un pompino … l’effetto &egrave immediato .. la porca inarca la schiena e si lamenta ‘Ohhhh … sìììì … cosììì … come lecchi bene amoreeee … ancoraaaa …. continua … non fermarti.’
Ed io non mi fermo … non ho la minima intenzione di fermarmi, mi piace troppo il sapore della sua figa …. mi piace troppo bere il nettare che cola dalla sua fonte … la scopo con la lingua e le metto un dito nel culetto … sussulta e grida ‘Sìììì … ohhhh … cosa mi fai porca? ahhhh …. mamma ….. che belloooooo …. ahhh.’
Crolla su di me travolta dall’orgasmo … sento la sua figa contrarsi e tremare in modo frenetico.
Abbiamo bisogno di un po’ di tempo prima di recuperare il lume della ragione, ci alziamo ed andiamo in bagno … ci serve una bella rinfrescata, fra fare la pipì e il bidet passano diversi minuti, finalmente nude sotto morbidi accappatoi di spugna usciamo dal bagno fresche come rose, direi quasi pronte a ricominciare, ed &egrave allora che Vasilissa dice fingendosi preoccupata ‘Chissà il povero Gino come &egrave triste, tutto solo in quella grande camera, senza compagnia amorosa?’
Ridacchio ‘Vorresti andare a consolarlo?’
Lei mi fissa maliziosa ‘Sì, ma non a sola però … andiamo dai.’
Al pensiero del cazzo di Gino mi trema la figa, ma faccio un po’ di scena e scuoto il capo ‘No il porco deve soffrire un pochino … non abbiamo ancora fatto la pace definitivamente.’
Lei mi si accosta, mi apre l’accappatoio e mette la mano fra le mie cosce .. ridacchia ‘Irene non fare scena, andiamo … sei fradicia al solo pensiero di incontrarlo.’ e &egrave vero.
Mi chiude l’accappatoio, mi prende la mano e mi trascina fuori alla mia cabina per andare da Gino.

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Percorriamo in fretta, quasi di corsa il corridoio che, dalla prua porta alla poppa, dove si trova la cabina di Gino, per fortuna non incontriamo nessuno, questo ci evita imbarazzanti spiegazioni, ma sul momento non ci pensiamo, nelle nostre menti c’&egrave solo una cosa importante, ed &egrave raggiungere il nostro uomo al più presto.
Non bussiamo neanche, apriamo la porta ed entriamo in fretta, la chiudo alle nostre spalle e giro la chiave.
Troviamo Gino sdraiato sul letto intento a guardare un filmino hard, il porco &egrave nudo ed &egrave eccitato … il suo guerriero sta sugli attenti, pronto alla tenzone, al nostro ingresso sussulta sorpreso ma non si scompone, si mette l’indice sulle labbra per invitarci al silenzio, e con la mano ci fa segno di accomodarci sul letto vicino a lui.
Non ci facciamo pregare e lo raggiungiamo, ma quando ci vogliamo sdraiare anche noi, ci ferma con le mani, ci slaccia le cinture degli accappatoi e ce li toglie, appaiamo nude e lui sorride soddisfatto, ci abbraccia e ci stringe, poi riprende a guardare il filmino.
Una biondona, con una sesta e un culo da urlo, alle prese con due stalloni neri, uno che l’incula mentre lei sta spompinando l’altro, possiamo ascoltare i mugolii, i gemiti e i lamenti, già che ero giunta lì con la micetta ansiosa di fare un bel pasto, tanto che gocciolava alla voglia, mi eccito come una porca, non posso farne a meno, mi agito, le mie mani non stanno ferme, mi tocco le cosce, mi passo la mano sulle tette, mi accarezzo il pancino, e guardando Vasilissa vedo che si comporta più o meno come me, anzi direi che &egrave più avanti di me, la porca sta a gambe spalancate, con una mano si titilla i capezzoli, l’altra mano &egrave posata sulla figa e la stringe quasi volesse spremerne tutto il succo, tiene gli occhi fissi sulla bocca della ragazza che succhia quel scettro nero e si lecca le labbra.
Gino &egrave perfettamente conscio dell’effetto che quel filmino ha su di noi, rimane in silenzio lasciandoci alle nostre fantasie, le sue mani esplorano i nostri corpi ,,, sospiro … mi conosce troppo bene sa quali sono i miei punti sensibili e vi si attarda facendomi provare delle sensazioni meravigliose.
Vasilissa non ce la fa più a stare ferma, si libera dall’abbraccio di Gino, lo scavalca per raggiungermi, mi prende il viso fra le mani e mi spinge la lingua in bocca, &egrave meraviglioso, un bacio profondo, sensuale, erotico che mi lascia senza fiato, si stacca soltanto per baciare Gino.
Mi impossesso del suo cazzo, inizio a segarlo piano, una mano si posa sulla mia nuca e spinge verso il basso, alzo gli occhi ed incontro lo sguardo di Gino, lo fisso e senza staccare gli occhi mi abbasso, inizio ai testicoli… lecco … bacio … risalgo lungo l’asta fino al glande che lecco come fosse un gelato … mi trema la figa …
Allungo la mano libera ed accarezzo il culetto di Vasilissa, lei inarca la schiena e lo spinge sulla mia mano, faccio passare la mano fra le sue cosce, obbligandola ad allargarle … raggiungo la figa fradicia e vi introduco la mano … inizio a scoparla … lei si irrigidisce … si spinge sempre più indietro aprendo le gambe … gene e mugola … si abbassa … ora siamo in due a leccare il cazzo di Gino …
Per tutto il tempo fisso Gino negli occhi, vi posso leggere tutte le emozioni, piacere e perché no? amore! malgrado tutto forse egli mi ama ancora … sento un colpo al cuore … gli lecco il cazzo con maggior impegno … con amore …
Sento la mano si Vasilissa che si insinua fra le mie cosce .. le allargo aspettando di sentire la sua mano entrarmi nella figa e scoparmi.
Vasilissa ed io ci scopiamo a vicenda, mentre, con ingordigia, ci disputiamo la precedenza sul cazzo di Gino, ma egli fa in fretta a metterci d’accordo, i nostri movimenti sono disordinati e questo non &egrave di suo gradimento, preme i palmi delle mani sulle nostre nuche e guida le nostre bocche .. a turno una di noi lecca l’asta ed i testicoli, mentre l’altra si dedica al glande.
Non tarda a manifestare la sua soddisfazione ‘Ecco … brave le mie troiette … continuate così … non fermatevi .. preparatevi ad accogliere la mia sborra …. ehmmmm … sììì … così avanti … ancora … ahhhh … vengooooooooo!’
Come se fosse un segnale, raggiungiamo l’orgasmo anche noi, mentre il cazzo erutta come un vulcano, non facciamo in tempo a raccogliere quel fiume di sborra, riusciamo a prendere sulla lingua alcuni getti e parte ci colpisce sul viso … abbiamo le tette coperte di quella crema perlacea … succhiamo e lappiamo per non perdere le ultime gocce di quel nettare … ci guardiamo e di comune accordo iniziamo a leccarci a vicenda per ripulirci.
Vasilissa si mette la mano in bocca per gustare il mio miele, così come io gusto il suo leccandomi la mano e succhiandomi le dita.
Siamo spossate ma non ancora soddisfatte, la voglia di cazzo ci tormenta, un occhiata d’intesa e torniamo a leccare e succhiare il cazzo, che subito si sveglia … si erge battagliero … in breve &egrave pronto alla tenzone.
Gino ci fa mettere carponi affiancate, le cosce spalancate, si inginocchia dietro i nostri culetti messi ben in mostra, mi passa la mano fra le gambe, l’annusa e la lecca ‘Ehmmm il profumo &egrave buono … il sapore gustoso … sei pronta eh troietta mia.’ senza aspettare una mia risposta, mi infila il cazzo nella figa … &egrave allagata non fa fatica a penetrare fino in fondo in un colpo solo ed inizia a scoparmi mettendoci tutto l’impegno richiesto dalla faccenda gemo e mugolo di piacere ‘Ohhhh .. sì … sfondami … fottimi … spingi più forte … cosììì … sìììì … continua …’
Gino non perde tempo, mentre mi scopa palpa la figa di Vasilissa ‘Anche questa &egrave belle bagnata … sentiamo il profumo e il sapore..’ si porta la mano al viso … annusa e lecca.
Si stacca da me, lasciandomi disorientata e delusa, glielo mette dentro a Vasilissa e la scopa di brutto, lei grida di piacere ‘Sììì … forza … scopami mio bel porco … forza spingi forte.’
Dopo un po’, Gino lascia Vasilissa, torna da me e m’incula senza preamboli, sussulto di sorpresa, mi lamento di dolore ma anche di piacere … spingo il sedere indietro … chiudo gli occhio e mi mordo le labbra, ma anche questa volta, quando inizio a provarci gusto, egli si ritira e va ad inculare Vasilisa che lancia un gridolino di dolore misto al piacere.
Gino si controlla, essendo venuto abbondantemente prima, riesce a resistere quel tanto da farci durare a lungo ed impazzire tutte e due, alternando le scopate e le inculate prima all’una poi all’altra. Ci sborra addosso mentre noi crolliamo distrutte dall’orgasmo.
Siamo andati in bagno .. Gino ci ha fatto sedere a gambe larghe nella vasca e, col pretesto di ripulirci, ci ha pisciato addosso, cercando di colpirci la figa, ma per fare ciò era entrato nella vasca e stava in mezzo fra noi due, non ho aspettato mi sono alzata con le gambe aperte, e subito imitata da Vasilissa, l’ho annaffio per bene con la mia pipì.
Ora lavata e profumate, stiamo sdraiate a letto, abbracciate a Gino che ci coccola con bacetti e carezzine … vinte alle fatiche dell’amore e dalle emozioni, piano scivoliamo nel sonno.

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L’aurora ci trova, con addosso solo i copricostume, sul ponte a prua, gli occhi fissi sulla linea scura che si presenta sul mare, osserviamo Kypros, l’isola di Aphrodite, la dea dell’amore.
Vasilissa mi stringe la mano ‘Ascolta amore.’ mi volto verso di lei prestando attenzione alle sue parole.
‘Aphrodite eterna, in variopinto soglio,
Di Zeus figlia, artefice d’inganni,
O Aurea, il cor tu mi serba spoglio,
Di noie e affanni.’
La guardo sorpresa e domando ‘Di chi &egrave questa poesia in onore della dea?’
Lei sorride e mi fissa ‘E’ vecchia di 2.600 anni circa, sono i primi versi dell’Inno ad Aphrodite di Sapho, la poetessa di Lesvos, ti piacciono tesoro?’
‘Oh! sì che mi piace … ma non termina qui suppongo … conosci anche il seguito?’
Ridacchia maliziosa facendomi l’occhiolino ‘Certo che lo conosco, ma non &egrave il luogo adatto per studiare i versi di Sapho, lo dovremmo fare con calma in camera tua, solo noi due ovviamente.’
Rido a mia volta ‘Non vedo l’ora di immergermi nello studio delle poesie di Sapho di Lesvos.’
Lei mi fissa, le brillano gli occhi ‘Ehm … ma non solo le poesie suppongo … vero amore?’
Mi affretto a rispondere ‘No di certo … lo sai anche tu che non mi fermerò alla poesia, voglio proprio approfondire l’argomento.’
Avvicina il suo viso al mio e sussurra ‘Basta amore … mi sto bagnando … andiamo in camera prima di macchiare il ponte:’
Anche io sento la mia fonte sgorgare e bagnarmi l’interno delle cosce … rispondo scherzosa ‘Sì andiamo tesoro, risentiamo degli effetti della vicinanza della dea dell’amore, o sono le poesie di Sapho ad ispirarci?’
‘Sono l’una e l’altra credo … tesoro mio.’ mi risponde … ci prendiamo per mano e scendiamo sotto coperta, diretta verso la mia cabina.
Entrate in cabina, non perdiamo tempo, i copricostume scivolano sui nostri corpi, e eccoci nude, strette l’una all’altra, tette contro tette, a strusciarci figa contro figa, sempre più vogliose, sempre più eccitate, le bocche incollate .. le lingue impegnate in quella danza erotica che tanto ci piace, e non tardiamo a rotolarci sul letto a sfogare tutta la nostra passione e la nostra lussuria.

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La sosta a Larnaca non ha riservato alcuna sorpresa, la vita si questa città &egrave condizionata dalla presenza della vicina base militare inglese, ma &egrave l’unico porto turistico in grado di accogliere ‘La Bella Giusy’, avrei voluto scendere e visitare Paphos dove, secondo il mito, Aphrodite era apparsa a Kypros, ma non ci siamo fermati per più del tempo necessario per una rapida visita alla città e fare rifornimento, riprendiamo il mare per tornare nell’Egeo.
Il viaggio di ritorno verso Rodos non presenta novità particolari, la vita a bordo, durante la navigazione, segue il suo tran tran abituale, la tintarella, l’aperitivo e il pranzo serviti sotto la tenda a poppa, la cena nella sala da pranzo, con il dopo riservato alle carte, c’&egrave una variante però, il bridge, ritenuto troppo serio ed impegnativo, &egrave stato abbandonato, al suo posto ora gli croceristi giocano a strip poker, e tutte le sere assistiamo a spogliarelli integrali, sia maschili che femminili, il che favorisce lo sviluppo degli intrighi amorosi fra i passeggeri, al punto che gli scambi di coppia si svolgono tranquillamente alla luce del sole.
Tutto questo con la palese disapprovazione di Stephanos, ma con altrettanto palese interesse a parte dei marinai, i quali chiamati a sparecchiare dopo la cena, si sono anche prestati a servire le bevande con il massimo della buona volontà, sempre pronti a rispondere al minimo segno di chiamata a parte dei giocatori.
In quanto a noi due, siamo state a più riprese invitate a partecipare al gioco, ma abbiamo sempre declinato cortesemente quel tipo di richieste; io motivavo il mio rifiuto con il mio ruolo a bordo, mentre Vasilissa si dichiarava desolata, ma nella sua qualità di padrona di casa, non potendo, per dovere di ospitalità, permettersi di vincere, non se la sentiva di giocare.
Ad ogni modo quel loro nuovo divertimento, ci fa molto comodo, sono tanto impegnati nelle loro faccende da non aver il tempo di mettere il naso nelle nostre, dobbiamo soltanto salvare le apparenze in pubblico, Gino scherzando dice sempre che non ci tiene ad essere incriminato per bigamia.
Frequento la mia cabina, soltanto per cambiarmi i vestiti e per appartarmi con la mia amante, per il resto vivo e dormo, per modo di dire visto che si dorme relativamente poco, nella suite con Gino e Vasilissa.
Gino &egrave sempre quel bel maschione che adoro, si divide equamente fra le sue due mogli, perché se &egrave vero che, per convenienza, abbiamo divorziato, io mi considero sempre sua moglie.
La sera, quando ci ritroviamo soli nel nostro piccolo mondo privato, Gino non perde mai l’occasione di metterci le mani, e non solo quelle, addosso, ci bacia, ci accarezza, ci lecca ogni centimetro del corpo, alla pianta dei piedi alla radice dei capelli, e da parte nostra non siamo da meno, lui ci mordicchia, ci succhia, ci lecca la figa, e noi dedichiamo tutta la nostra attenzione al suo cazzo.
Mi scopa mentre lecco la figa di Vasilissa, poi &egrave lei che, inginocchiata con il culetto per aria, mi pulisce d
allo sperma che mi cola fra le cosce, mentre lui glielo mette dentro.
Oramai egli si &egrave rassegnato, sa che non riuscirà mai a liberarsi di me, gli sto attaccata come una sanguisuga, e sapendo di dover tenermi, ha smesso di trattarmi male, credo che la sua sete di vendetta si sia placata e che in fondo al cuore, anche se non lo ammetterà mai, prova ancora qualcosa per me, mi accontento ben sapendo che di più non posso pretendere dopo quello che ho fatto, in fondo &egrave già un grande successo l’essere accettata.
Sono cosciente che devo questo risultato anche a Vasilissa, io l’amo per questo e gliene sono grata, lei mi ricambia con altrettanto amore, e siamo diventate inseparabili.
Domani getteremo l’ancora nel porto di Rodos, i passeggeri sbarcheranno e poi torneremo a casa, spero per un nuovo inizio meno tormentato.

per commenti brubu@yahoo.it I passeggeri sono scesi, ci siamo lasciati come vecchi amici, baci, abbracci ed auguri di rivederci, ho smesso la divisa, perché Vasilissa ha assunto un giovane, che d’ora in poi prenderà il mio posto, al quale consegno il registro con le annotazioni di spese e entrate, e anche i pochi soldi che mi rimangono.
‘La Bella Giusy’ salpa per riportarci a casa, ora che siamo rimasti solo noi tre con l’equipaggio, la nave sembra silenziosa e deserta, quasi ci viene naturale parlare a bassa voce.
Dopo aver cenato, siamo sul ponte a goderci l’aria tiepida e profumata della notte, Gino stringe a sé Vasilissa, io gli sono vicina ed egli mi tiene per mano … mi batte il cuore … era una vita che non lo faceva più … me ne sto zitta … sto imparando ad essere prudente e non vorrei sciupare questo momento con parole inutili.
Ancora sconvolta a questa insolita gentilezza lo fisso, ma egli sta osservando le stelle, guardo il suo profilo, in questo istante sento di adorarlo, ho fatto molte esperienze, e mi prenderei a schiaffi quando ci penso, ma ho imparato molte cose sulla mia pelle ed ora sono tornata all’ovile, so che niente sarà più come prima, non potrò rimettere insieme i cocci di quello che ho rotto stupidamente, ma spero in un nuovo inizio.
Gino si scuote, si volta su di me, lascia la mia mano e mi cinge per la vita ‘Forza ragazze, andiamo giù. la notte &egrave giovane, approfittiamo del tempo che ci rimane.’ il porcello ridacchia, le sue mani risalgono su i nostri fianchi e vanno a palparci le tette, scuoto il capo pensando che non cambierà mai.
Ci trascina giù per le scale e raggiungiamo la camera … la ‘nostra’ camera! perché adesso &egrave anche mia.
Una volta in camera, si spoglia in fretta e ci fa scivolare i copricostume, e visto che non portiamo niente sotto, ci ritroviamo nude all’istante, ci attira sul letto stringendoci a sé, sento la sua mano sulla schiena, sul culetto, sulle tette , sembra un polipo dotato di tanti tentacoli, mi spinge la lingua in bocca … gli metto le braccia stretti al collo … mi aggrappo letteralmente .. spingo il bacino in avanti per premere la figa sulla sua gamba .. gliela bagno del mio miele.
Sento la mano impastarmi le natiche … un dito va sù e giù nel solco che divide i globi facendomi fremere … il dito raggiunge il buchino e lo titilla provocandomi delle scosse che si irradiano nella figa e nelle tette … la mia fonte sgorga … il miele cola sembra un torrente.
Avvicina la bocca al mio orecchio … succhia e mordicchia il lobo … la punta della lingua segue i contorni del padiglione … mi fa impazzire … egli continua così a eccitarmi .. ansimo .. riesco a mormorare ‘Brutto porco … smetti in torturarmi … ti voglio … lo capisci che ti voglio?’
Il vigliacco si stacca a me … si allontana un pochino .. mi sorride con una faccia da schiaffi e bisbiglia ‘Porta pazienza ma non posso dedicarmi solo a te … anche Vasilissa merita la mia attenzione.’ detto questo, senza togliermi la mano dal sedere si volta verso di lei e la bacia.
Vorrei picchiarlo … morderlo .. graffiarlo … vorrei piangere delusa ma non se la caverà così … allungo la mano e mi impossesso del cazzo lo stringo forte e lo massaggio piano .. non voglio farlo venire … voglio solo eccitarlo .. sento la mano di Vasilissa che gli stringe le palle.
Non ragiono più il desiderio &egrave troppo forte … l’eccitazione ha raggiunto il massimo .. gli pianto i denti nella spalla, si volta di scatto ‘Brutta porca che fai? sei matta?’
Si lamenta per il morso, ma ho sentito il cazzo sussultare e gonfiarsi … lo ha fatto eccitare … gli dò un bacio sul morso, lo lecco e gli stringo più forte il cazzo.
Ancora mi delude ,,, si giro del tutto verso Vasilissa dandomi le spalle e togliendo la mano dal mio culetto … mi verrebbe da piangere …
Lo guardo che rovescia Vasilissa sulla schiena, le fa spalancare le cosce, l’afferra per le caviglie per posarsele sulle spalle, lei si ritrova completamente esposta, la figa ed il buchino nascosto fra le natiche pronti a essere penetrati, lui col busto eretto, appoggiato sulle braccia tese, senza preamboli con un vigoroso colpo di reni glielo mette nella figa fino a sbatterle le palle sul culo … inizia a scoparla spingendo i suoi assalti con sempre più forza.
La sento che geme e si lamenta di piacere e non resisto, mi avvicino a lei, le accarezzo le tette, le succhio i capezzoli, ci baciamo intrecciando le nostre lingue … mescolando le nostre salive e bevendole, lei mi mette le braccia al collo tenendomi stretta, la sua bocca vicina al mio orecchio mi sussurra ‘Irene amore mio … ti amo … ohhh! … mi scopa … che bellooo … mamma mia … amore mi fa godere ohhhh ..’
A quel punto Gino si stacca da lei, che lascia andare un gemito di protesta e di delusione, mi afferra e mi fa distendere a pancia in giù su Vasilissa con le gambe spalancate, ho le tette schiacciate sulle sue, la patatina premuta sulla sua, non smettiamo di baciarci, non penso neanche a cosa vorrà fare lui.
Non tardo a scoprirlo sento le sue dita allargarmi le grandi labbra, in un colpo solo il cazzo mi penetra fino al collo dell’utero, non posso trattenere un grido di sorpresa e di piacere, i suoi colpi portati con vigore mi fanno tremare la patatina facendo percepire questo tremito a Vasilissa sdraiata sotto di me.
Di colpo si ritira lasciandomi una sensazione di vuoto, penetra Vasilissa, sento nella figa il fremito che la patatina di lei mi trasmette, potrebbe aumentare ancora, se fosse possibile, la mia eccitazione.
Ora ha lasciato Vasilissa ed &egrave tornato a scoparmi, mi fa impazzire, ma non dura mi lascia e riprende a fottere lei … continua questo giochetto crudele e eccitante senza preoccuparsi delle nostre proteste e dei nostri lamenti, ci fa letteralmente impazzire gridiamo di piacere senza ritegno … abbiamo perso la nozione del tempo e del luogo … ci domina siamo senza volontà … la mente persa nel desiderio e nel piacere.
All’improvviso l’onda dell’orgasmo ci travolge quasi in contemporanea … annaspiamo senza fiato … non capiamo più niente … siamo distrutte … come due naufraghe buttate sfinite dalle onde sulla spiaggia senza sapere dove si trovano.
Gino si muove .. si sposta e viene a inserire il glande del cazzo fra le nostre labbra ancora vicine ‘Forza troiette … leccatemi e fatemi venire.’
Forse non abbiamo afferrato bene le parole, ma istintivamente, percependo la presenza del cazzo, apriamo la bocca ed iniziamo a leccarlo, questo ci riporta alla realtà, ci alterniamo a prenderlo in bocca per succhiarlo, non ci mettiamo molto a farlo venire e ci dividiamo tranquillamente la sua crema gustosa.
Dopo esserci leccate a vicenda la figa e l’interno delle cosce. per pulirci dal miele, stiamo allacciate a Gino che ci stringe, ci coccola e ci colma di carezzine e di bacetti.
Ridacchia ‘Siete due fantastiche puttanelle … due magnifiche troie … e io vi amo … ti amo Vasilissa moglie mia … ti adoro.’ la bacia e si volta verso di me.
‘E tu Irene, cosa devo dirti, dovrei odiarti per quello che mi hai fatto, ma non sono capace di farlo, volevo vendicarmi, invece avrei dovuto divorziare subito, avevo tutte le carte in mano, ma non l’ho fatto e ora sono qui incapace di liberarmi di te, tanto più che sei entrata nel cuore di Vasilissa, che ho incontrato grazie a te, per me rimani sempre una puttana infedele, ma ho deciso di accettarti come sei e di dimenticare il passato.’
E’ più di quanto avessi mai osato sperare, mi stringo forte a lui, trattengo a fatica le lacrime e riesco a mormorare una sola parola ‘Grazie.’
Rimaniamo allacciati e piano ci addormentiamo … inizia una nuova vita.

per commenti brubu@yahoo.it

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