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Racconti di Dominazione

La bella albanese

By 1 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Questa volta ti è andata bene. Dopo la vecchia serba e la baffuta bosniaca è capitata una graziosa albanese. Incredibilmente è bionda ed ha anche gli occhi azzurri”Ma va, non ti crederò mai’ risposi quasi infastidito a mia moglie che mi informava sull’ennesimo cambio della donna di servizio. In effetti in passato erano state tutte contro qualsiasi tentazione. ‘No, no, per davvero. Ho avuto garanzie sulla sua bravura e serietà, parla bene l’italiano, e quindi” ‘Non ti credo, addirittura bionda e occhi azzurri” ‘Sì, ed è anche ben fatta, piccolina e con un simpaticissimo sorriso’ Non dirmi che la cosa ti turba” ‘Ma va ‘ le risposi con finta noncuranza ma incuriosito assai – . T’immagini se ho l’interesse, il tempo e la voglia di soffermarmi sulle qualità della tua collaboratrice domestica. E poi, non ti credo. Se è vero la metà di quello che dici pago pegno’. ‘Va bene, preparati a pagarlo’ concluse mia moglie con un sorriso che se da una parte mi incuriosì dall’altra mi fece ricordare quei film degli anni Settanta che avevano come protagoniste famose attrici nelle vesti di infermiere, insegnanti e governanti molto disinibite.
La settimana dopo, a letto, dovetti leccare per oltre mezz’ora la fica di mia moglie. Fu molto piacevole e ancora più fu, per pegno, bere tutti i suoi umori che copiosamente, alla fine, mi scaricò in bocca. Aveva vinto lei. Tatiana, così si chiamava la giovane donna che mia moglie aveva scelto come collaboratrice, era proprio bionda, carina, con gli occhi azzurri e con un corpicino veramente grazioso nonché arrappante. ‘Visto, amore ‘ mi disse davanti a lei mia moglie ‘ è proprio come ti avevo detto, una signora albanese bionda con gli occhi azzurri. Parla molto bene anche l’italiano e ho avuto tante garanzie’. Naturalmente a questo punto si fermò e non fece cenno al resto della nostra chiacchierata di una settimana prima. Già si pregustava infatti il pagamento del pegno da parte mia. E forse per questo non notò il rossore che la giovane donna non potè evitare osservando il mio sguardo che, dopo qualche secondo di autentica sorpresa, in un attimo, l’aveva denudata.
Tatiana iniziò quindi a prendere servizio. Inizialmente i rapporti erano ovviamente improntati alla più assoluta freddezza, quali dovevano essere quelli tra il marito della padrona di casa e la governante. La quale moglie, al mattino, quando settimanalmente Tatiana prestava le sue mansioni, era in ufficio al lavoro. Con il passare del tempo la confidenza subentrò all’iniziale freddezza derivante dal rapporto padrone-governante. Così potè capitare che la giovane donna, casualmente, passasse dietro la porta del box doccia dove io mi stavo facendo la doccia. Il vetro, opaco, nascondeva, ma non completamente, la visione del mio corpo nudo agli occhi azzurri di Tatiana. La quale, mi accorsi, non disdegnava di soffermarsi qualche secondo di più del dovuto per pulire particolarmente bene l’ingresso del bagno. Altre volte mi accoglieva sorridendo quando, vestito con il solo accappatoio la cui cintura non faceva proprio alla perfezione il suo dovere, passavo per la cucina alla ricerca di un buon caffè. Il suo sguardo, spesso, si abbassava, per rialzarsi immediatamente. Il rossore la tradiva sempre ma il mio sorriso compiacente la rassicurava.
Il suo abbigliamento estivo accelerò ancor più questo lento scivolare verso situazioni sempre più piccanti nonché eccitanti.
Arrivò infatti l’estate. Il caldo spinge le donne a svestirsi, soprattutto quando lavorando soffrono la calura. E così fu che Tatiana iniziò a esibire canottierine e shorts da urlo. Sotto usava solo lo stretto necessario e le dimensioni di questo mi furono subito innocentemente, si fa per dire, esibite. Stetti al gioco e per molte volte non le feci alcuna osservazione sull’abbigliamento. Ma un giorno non resistetti. La birichina, probabilmente, non aspettava altro, visto che erano chiare le provocazioni e tanto il suo divertimento nel vedermi imbarazzato . Mentre leggevo falsamente incurante il giornale sul divano, la biondina mi passò a carponi davanti in quanto impegnatissima a lavare il pavimento. Prima di fronte, poi da dietro, mi esibì tutto il suo corpo coperto esclusivamente da una canottierina bianca con una generosissima scollatura e da degli shorts ugualmente candidi e cortissimi. Mi aveva praticamente offerto la visione integrale di due splendidi piccoli ma sodi seni e un perizoma chiaramente bianco che a stento copriva un culetto altrettanto piccolo ma di una rotondità perfetta. Appena sopra il filetto trionfava uno strano tatuaggio che fu la scusa per iniziare il discorso. ‘Cosa significa quello strano simbolo che hai tatuato?’ ‘Dove? – chiese Tatiana fingendo di non capire a cosa alludessi -. ‘Dai, lo sai benissimo di cosa parlo e, a proposito, complimenti per la biancheria” A questo punto non potendo più fingere di non capire sorrise e rispose, arrossendo, che era il regalo che aveva fatto al suo primo amore: quello di farsi tatuare proprio lì un marchietto a lui molto caro. Per quanto riguardava la biancheria intima rispose con imbarazzo che le piaceva usare gli stessi indumenti intimi alla moda delle giovani donne italiane. Non si era accorta, disse, di averla senza volere esibita. Sorridendo la rassicurai, e poiché mi accorsi che sperava io continuassi in quella chiacchierata intrigante, le chiesi cosa pensava suo marito del fatto non facesse molto uso del reggiseno. Lei, ancora una volta, arrossì violentemente e mi rispese candidamente che lui non lo sapeva. ‘Dovrebbe essere molto geloso’ continuai, facendole credere una mia invidia nei confronti della sua dolce metà. ‘Lo è’ sospirò Tatiana e, l’avrei scommesso, accennò a un disinteresse del suo uomo di fronte alle grazie che lei spesso gli offriva. E, ormai scioltasi, a sorpresa, mi chiese come facevo ad essere sempre così abbronzato. ‘Tanto sole, che amo prendere, d’estate, nelle spiagge naturiste e, d’inverno, con le lampade a raggi Uva.’ ‘Completamente nudo, allora? ‘ mi chiese incredula, abbassando il volto – ‘. ‘Certo, è bellissimo ‘ le risposi – E tu, con tuo marito, non vai mai a prendere il sole?’ ‘Oh sì, certo, ma con il costume intero. Sai, lui è musulmano. Io, in verità, lo sono un po’ meno’. La interruppi. ‘Beh, se vuoi, potrai venire a prenderlo con me, naturalmente di nascosto e in luoghi molto appartati. Così potrai prenderlo, se lo vorrai, anche completamente nuda’. ‘Ma dai” rispose arrossendo violentemente e sorridendo aggiunse: ‘Mi vergognerei tantissimo a rimanere nuda davanti a te…’
Non seppi mai se la sua allusione alla mia abbronzatura integrale fosse derivata dalle sbirciatine che le avevo concesso o se era stata una sua pura curiosità. Di certo rimasi turbato e ne trassi incoraggiamento per il futuro..
Un’altra puntata si svolse un mese dopo. Mia moglie era in vacanza ed ero solo in casa. Non scopavo da quasi una settimana ed ero gonfio di sperma.
Tatiana ebbe la sfortuna, se così si può dire, di venire quella mattina per fare le pulizie.
Ero ancora a letto e sentii la porta di casa aprirsi. La salutai. Era lei. Con molta calma mi alzai e andai a farmi il solito caffè nero. La incrociai in cucina. Come sempre era particolarmente svestita e le indirizzai un buon giorno dal quale traspariva tutto il mio apprezzamento per il suo abbigliamento. L’accappatoio, che pur avevo diligentemente chiuso, a stento copriva quello che doveva nascondere. Lei se ne accorse, ma fece finta di niente.
Mi recai in bagno. Una buona doccia, magari un po’ fredda, avrebbe risolto tanti problemi.
Ma quel giorno Tatiana volle provocarmi e pensò bene di iniziare le pulizie dal bagno. ‘Ti dà fastidio se inizio oggi dal bagno ‘ mi chiese da fuori della porta dello stesso – Tanto tu sei chiuso nel box, vero?’ A dire il vero non attese neanche la risposta ed entrò. ‘ Va bene, entra pure ‘ risposi subito, nascondendo a stento un certo affanno di eccitazione – . Cercherò di fare presto.’
A questo punto non ce la facevo più. Mi rendevo conto che, nudo, in quel momento, ero sicuramente sbirciato dalla biondina che si godeva lo spettacolo. E presi improvvisamente una decisione. Non volevo apparire proprio un idiota. E rilanciai. Chiusi il getto dell’acqua della doccia. Presi il cazzo in mano e cominciai a farmi una sega. Nel silenzio si sentiva distintamente il lento su e giù della mia mano sulla canna del cazzo che aveva raggiunto nel frattempo dimensioni ragguardevoli. Stavo indubbiamente facendo una esibizione esclusiva per Tatiana la quale si era fermata, probabilmente incredula, appena dietro il vetro opaco che ci separava. Aveva capito benissimo quello che stavo facendo, ma non disse e non fece nulla. Rimase lì a intravvedere e sentire. Mi sembrò solamente che spostasse una mano verso il basso del suo corpo. Trattenevo a stento il mio respiro che si fece sempre più affannoso e pesante. Alla fine, come era ovvio che succedesse, sborrai. Lo schizzo andò a sbattere violentemente contro il vetro opaco dietro il quale Tatiana fingeva di pulire con noncuranza. Per un istante credetti che la giovane donna volesse aprire la porta del box e ricoprirmi o di baci o di insulti. Non fece nulla di tutto ciò. Dopo aver sentito distintamente la mia violenta sborrata si spostò verso la finestra e l’aprì con noncuranza. Io riaprì l’acqua della doccia e mi ripulì accuratamente. Ma volli fino in fondo provocare la biondina. Mi guardai bene infatti dal ripulire il vetro interno del box della doccia dove evidenti rimanevano i miei abbondanti schizzi di sborra. E iniziavano a colare. Tatiana uscì dal bagno. Ne approfittai per uscire anch’io dal box doccia per prendere l’accappatoio. Naturalmente dopo aver invitato la donna a rimanere fuori della porta. ‘Puoi fare tranquillo, vado in cucina ‘ mi rispose facendo finta di nulla. Andai in camera mia e mi vestii mentre sentivo che Tatiana era ritornata nel bagno per completare le pulizie, compresa quella del box-doccia. Ero curiosissimo di sentire le sue parole, dopo. Era impossibile che non facesse alcun commento, per lo meno sulla mia sperma che avrebbe visto e che sarebbe stata costretta a toccare. Quando uscì dal bagno e mi incrociò in salotto arrossì violentemente. Mi guardò negli occhi e mi disse sorridendo: ‘Da quando in qua ti lavi i denti in doccia? ‘ mi apostrofò agitando, a mo’ di rimprovero, il ditino indice della mano -. Non dovrò mica raccontarlo a tua moglie. Non farlo mai più! Il dentifricio aveva però un ottimo sapore’ Non ti offendi se ti confesso che l’ho un po’ assaggiato, vero?’
La biondina aveva fatto la furba fino in fondo. Si era goduta molto volentieri tutti gli spettacolini che più o meno involontariamente le avevo offerto. Non si era però assolutamente compromessa. Mi ripromisi di cambiare la tattica. Dovevo praticamente incastrarla e costringerla a fare un po’ di quelle cosine che a me sono sempre piaciute. Ero certo che, alla fine, sarebbe piaciuto anche a lei.
L’occasione capitò alcuni mesi dopo. Per tutta l’estate, con i suoi indumenti intimi, la biondina mi aveva tormentato, naturalmente involontariamente, con sfilate di alta moda di biancheria intima. Ormai sapevo quasi tutto di lei, perché, astutamente, pur offrendomi generosamente tutte le sue grazie, mai si era spinta più in là del mostrarsi quasi tutta.
Quella mattina, dopo la seduta di ginnastica e la doccia, mi ero rimesso a letto e avevo deciso di farmi un bel lettino con la lampada a raggi Uva. Dovevo pur mantenere l’abbronzatura! Spalmatomi l’abbronzante mi misi le cuffiette dell’Ipod e via sotto il sole artificiale. Passarono pochi minuti e sentì la porta d’ingresso di casa aprirsi. Era Tatiana. Avevo lasciato la porta della mia camera da letto, molto lontana dall’ingresso, completamente aperta. Mi alzai quindi per almeno socchiuderla e contemporaneamente le urlai che mi stavo facendo la lampada. ‘Ah sì’, fai bene’ rispose.
Ritornai sul letto e ripresi ad ascoltare musica e a farmi coccolare dai caldi raggi Uva. Con gli occhi semichiusi ero in una situazione di grande relax. Ma il pensiero che in casa ci fosse la biondina ben presto mi provocò una certa eccitazione e iniziai a masturbarmi. Il cazzo si ingigantì ben presto, ma non volevo sborrare. Fu in quel momento che pur con la musica negli orecchi e gli occhi semichiusi, vidi la porta della camera da letto che io avevo semichiuso aprirsi e Tatiana entrare. Si diresse verso l’armadio. Io rimasi zitto e decisi di continuare, con gli occhi semichiusi, a masturbarmi, come se non l’avessi vista. Tatiana, chiuso l’armadio, repentinamente si voltò e rimase pietrificata dalla mia visione: ero sdraiato, nudo, con il cazzone in mano ormai pronto a sborrare. Commise l’errore di rimanere per qualche secondo in quella posizione. La lasciai guardare e dopo cinque eterni secondi finsi di spalancare improvvisamente gli occhi. Lanciate le cuffiette finsi un enorme imbarazzo e una solenne incazzatura. Feci finta di coprirmi il cazzo con una mano e le urlai: ‘Che cazzo fai qui? Te l’avevo detto che mi stavo facendo una lampada!’ Lei, imbarazzatissima e preoccupatissima, bisbigliò: ‘Ti prego, scusami, io avevo sentito che riparavi la lampada!’ Guardò di soppiatto ancora per un secondo il mio bel cazzo e scappò fuori dalla stanza. Capì subito che quella era la grande occasione che aspettavo e che non potevo lasciarmela sfuggire. ‘Tatiana ‘ urlai ‘ vieni qui!’. ‘Adesso posso venire? Ti sei coperto?’. Io, che naturalmente non avevo alcuna intenzione di farlo, le ordinai perentoriamente di rientrare nella stanza. La biondina, costretta, rientrò lentamente, con circospezione, nella camera da letto dove io continuavo a rimanere disteso, nudo e con il cazzo in mano. Rivedendomi in quelle condizioni abbassò il volto per nascondere l’imbarazzo. ‘Ti prego, scusami. Ero sopra pensiero e avevo capito che riparavi la lampada e non che ti facevi la lampada. Non l’ho fatto apposta. Non so cosa fare e cosa dire per farmi credere”
‘Sono molto arrabbiato, ora ‘ la interruppi – . Mi hai mancato completamente di rispetto. D’ora in poi le cose cambiano. Per incominciare adesso viene qui e finisci tu di farmi la sega. Mi hai interrotto sul più bello. E, mi raccomando, non farmi sporcare le lenzuola del letto. Usa, come certamente saprai fare, le tue bellissime mani. ”Oh no, ti prego. Lasciami. Non puoi pretendere una cosa del genere. Così facendo mi rovini. Ti prometto che non lo farò più e in futuro sarò attentissima.’ Rimasi in silenzio e ricominciai ad accarezzarmi. Tatiana capì che non aveva scampo. Si avvicinò in silenzio e prese in mano il cazzo. Lentamente iniziò a salire e scendere con le dita di entrambe le mani lungo la canna del mio membro e si soffermò più volte con il pollice sulla cappella ormai diventata violacea. Sdegnosamente si girò di lato, dandomi l’impressione di non voler guardare, ma contemporaneamente mi dava una dimostrazione di grande abilità. Era evidente che sapeva fare magnificamente una sega a un uomo. ‘Ti prego, basta. Facciamo finta che ti abbia fatto un massaggio. Tante mie amiche lo fanno e si fanno anche pagare. Ma io no, non l’ho mai fatto. Farmi fermare qui, tanto ti è piaciuto, vero?’ Ma il mio silenzio era eloquente. Capì che doveva continuare e finire l’opera. Decisi però che, per quella volta, sarebbe bastato così e decisi di venire. ‘Tatiana, ora sborrerò. Stai attenta, raccogli tutto come vuoi. Non posso macchiare il letto: stanotte non ho scopato con mia moglie. Quindi” La giovane donna intese bene le mie parole e la posizione che assunse mi fece raggiungere, se ancora ne avessi avuto il bisogno, il massimo dell’eccitazione. Fece con le dita due repentini cambi di velocità del dolce su e giù e mi fece esplodere. La sborra, tanta e calda, le riempì subita la mano che aveva adagiato sopra la cappella per evitare di sporcare il letto. Ma gli schizzi continuavano. Non volevano smettere. Allora, sempre con il volto orgogliosamente girato, si abbassò e offrì la sua canottierina per raccogliere gli altri schizzi di sperma che continuavano a investirla. La inondai e non potei fare a mano di notare quanto i due capezzolini spingessero contro la leggerissima maglietta. Era evidente che era anche lei eccitata al massimo. ‘Hai finito, mi sembra… Posso andare, adesso?’ ‘Assolutamente no ‘ le risposi-. ‘Cosa vuoi ancora? ‘ mi chiese sospirando’. Voglio che tu mi pulisca con la tua canottierina con estrema cura e che poi, naturalmente, te la levi. Non puoi certamente lavorare con la maglietta così ridotta.’
Tatiana capì benissimo che volevo finalmente gustarmi la visione completa dei suoi piccoli seni che tante volte mi aveva permesso di vedere solo parzialmente. In silenzio, con la mano pulita, si sfilò la canottierina sporca del mio sperma, si avvicinò e iniziò a pulirmi la canna e la cappella del cazzo. Fu un lavoro fatto con cura. Io, nel frattempo, le ammiravo i seni. Erano piccoli, bianchissimi, sodi, e puntavano verso il cielo. I capezzolini, turgidi e lunghissimi, non riuscivano a nascondere l’eccitazione della donna. Rosee e particolarmente grandi, le due aureole ricoprivano quasi per intero i due seni. Sembravano fatte apposta per essere succhiate e leccate. ‘E adesso?’ ‘Adesso puoi tranquillamente proseguire nel tuo lavoro. Oggi lavorerai in topless. Non aspetto visite, quindi resteremo soli in casa e nessuno ci disturberà.’ Era evidentemente un’altra vessazione che volevo rifilare a Tatiana: non le piaceva certamente restare con i seni al vento tutta la mattina nella mia casa.
A quel punto le faci un brevissimo discorso. ‘Innanzitutto, cerca di non mostrare a tuo marito la canottierina sporca della mia sperma. Potrebbe essere pericoloso. Inoltre, penso che gradirebbe molto poco sapere che ti diletti a fare delle sfilate di biancheria intima in una casa dove sai che trovi un uomo solo, che lo sbirci quando questo si fa la doccia e si masturba. Che cerchi di intravedergli furtivamente il cazzo che per caso fuoriesce dall’accappatoio. E, infine, che gli fai delle splendide seghe e, dimenticavo, ne assaggi la sborra. Penso che possa bastarti. La prossima volta, se torni, sappi che, forse, ti chiederò altro. Fai tu. Sei liberissima. Tatiana era immobile, seduta sul letto, con le splendide tettine al vento. ‘Capisco, sono tua prigioniera’ mi disse piano piano. ‘Sì, è vero, se lo vuoi, sei mia prigioniera. Ma questa prigionia, mi sembra, non ti dispiace proprio tanto”
La conferma arrivò puntuale la settimana dopo. Io ero all’estero per lavoro ma mia moglie mi riferì che Tatiana, puntualmente, quel giorno era venuta a prestare i servizi e anzi l’aveva sollevata da un ingrato e faticoso lavoro: la pulizia della terrazza del nostro attico.
Per parecchio tempo lasciai Tatiana alle sue incombenze. Solo una volta ebbi un improvviso sussulto. Ero sul terrazzo più alto del mio attico. Praticamente un solarium, in quanto invisibile a chiunque. Mia moglie anche lo usava talvolta per prendere la tintarella integrale, sicura di non poter essere vista da nessuno. Ebbene, un giorno, volendo essere certo che la Tatiana ricordasse bene la situazione in cui si era cacciata, decisi di farle effettuare un’altra prestazione. ‘Tatiana, vieni qui per cortesia, sono sul terrazzo’ La donna subito accorse e si vedeva che temeva che forse era giunto uno di quei momenti che tanto temeva ma che pure desiderava.
. ‘Bene, ho voglia. Quindi, adesso, mi levi i calzoni e gli slip e velocemente mi fai una sega’. La mie parole fecero arrossire la giovane donna che rispose sussurrando: ‘Come, adesso, all’aperto, sul terrazzo’ Ci possono vedere! No, ti prego’. La guardai e non dissi nulla. Le bastò. Si avvicinò e, sempre a capo chino mi sfilò i calzoni. Quando arrivò il momento degli slip si voltò di lato ostentando una rabbia che mi eccitò ulteriormente. Mi abbassò violentemente le mutande e iniziò subito a segarmi. Sperava probabilmente di fare presto. Due colpettini ben assestati e, via. Io, per farle dispetto, tenni duro e la sua masturbazione fu lunga, stancante. Alla fine naturalmente sborrai. In quantità industriale. Tatiana, che non aveva ricevuto mie particolari direttive, si scostò quel tanto che le permise di non essere investita dai violentissimi e copiosi schizzi del mio seme. Rimase lì, però, come rapita, a guardare gli zampilli di sborra che lei, con le sue sapienti mani, aveva provocato. Il cazzo, abbandonato a se stesso dalle sue mani, sussultava e sborrava verso l’alto in continuazione. Il pavimento del terrazzo venne battezzato in vari punti dal mio liquido bianco. ‘Naturalmente ora dovrai pulire tutto ‘ le imposi -. Potevi evitarlo in varie maniere. Imparerai, imparerai” Tatiana non rispose, fece finta di non capire e andò a prendere il necessario per la pulizia straordinaria. Avevo avuto la conferma che la donna aveva accettato tutto e che quindi avevo la possibilità di mettere in pratica il mio progetto decisamente hard.
La mia splendida terrazza si sarebbe prestata alla perfezione per la scenografia esterna di quello che avrebbe dovuto rivelarsi un vero e proprio film hard. Era questo il mio sogno erotico. Attori protagonisti: Tatiana, io, il mio cazzo e’ anche qualcun altro. Ma, la biondina, prima di impersonare la pornodiva, nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto impersonare il personaggio di una attraente fotomodella. Hard naturalmente.
Tutto si avverò due settimane dopo. Era una bellissima giornata di sole. Mia moglie era fuori città per lavoro. Io quindi con calma attrezzai la terrazza come fosse un vero e proprio set cinematografico. In mezzo, trionfante il lettone doppio prendisole. Due alti cavalletti reggevano una telecamera e una macchina fotografica. Un enorme video collegato alla due apparecchiature digitali avrebbe avuto il compito di mostrare in diretta tutto ciò che sarebbe successo sul lettone.
Quel giorno attesi con impazienza Tatiana. Accesi al massimo l’impianto stereo.
Squillò il campanello. ‘Entra pure e lascia la porta socchiusa ‘ le urlai – . Sono in terrazza, sali pure’. Dovetti attendere qualche minuto, ma alla fine la biondina apparve. Io ero, completamente nudo, sdraiato sul letto e fingevo di leggere una rivista che non era proprio indicata per educande. La donna vedendomi, non potè nascondere il suo immediato imbarazzo, divenne rossa e si voltò dall’altra parte; ma non riuscì a nascondere una certa sorpresa mescolata a preoccupazione quando vide tutte le apparecchiature che avevo preparato. Sull’enorme video, poi, trionfava in primo piano la mia immagine e, soprattutto il mio corpo nudo. ‘Cosa vuoi farmi? ‘ mi chiese con una certa ansia ‘ ho paura di essere io al centro di tutta questa roba”
Decisi di soddisfare subito la sua curiosità e inizia a spiegarle quali sarebbero state le sue prestazioni. ‘Tanto per incominciare ‘ le risposi con voce bassa e tranquilla ‘ farai tu quello che per quasi un anno io ho fatto per te. Senti? Questa musica ti accompagnerà in un sensualissimo spogliarello integrale. Voglio anch’io vederti nuda, finalmente completamente nuda’. ‘No! Dimenticatelo, non lo farò mai! ‘ rispose con tono rabbioso ‘ ‘. Facendo finta di non sentirla continuai nella spiegazione. ‘Come avrai già immaginato, la telecamera riprenderà tutto il tuo spettacolo, mentre la fotocamera scoprirà i segreti più belli e nascosti del tuo corpo. E dovrai essere tu ad affrirli come sai sicuramente fare. Finita questa esibizione da modella, farai quello che, come tu stessa mi hai rivelato, alcune tue amiche talvolta fanno a pagamento. Con un profumato unguento mi regalerai un salutare massaggio, naturalmente integrale. Ne ho veramente bisogno’. ‘No, ti prego, mi vergogno… Ne ho fatto nella mia vita solamente uno e breve. E solo a mio marito. Ma non mi piaceva e l’ho lasciato a metà. Conoscendoti, sono anche certa che a te, poi, non basterebbe” ‘Infatti ‘ la interruppi ‘ finito il massaggio, nuda ed eccitata come sicuramente sarai, ti farò fare un bellissimo lavoretto con la bocca. Basta infatti con le seghe, me ne ha già fatte abbastanza. Questa volta mi farai un dolcissimo pompino. Ovviamente, dovrai portarlo a termine e, soprattutto, dovrai bere tutto quello che ti offrirò. Sarà tanto perché da parecchi giorni non scopo mia moglie.’ ‘No, io i pompini li faccio solo a mio marito e, poi, se proprio lo vuoi sapere, non ho mai’ uffah!’ non ho mai bevuto quella sua roba lì, biancastra e attaccaticcia’ insomma, la sua sborra. Mi fa schifo’ Non ce la faccio. E non berrò certo la tua”’Non ne sarei così convinto – le risposi – . Sappi, infatti che, a tua insaputa, ti ho ripresa con la telecamera mentre mi facevi quella splendida sega alcune settimane fa. Stasera stessa, potrei, mandare su Internet la tua splendida prestazione. In più dal film ho già ricavato delle bellissime foto che potrei mettere nella tua cassetta della posta. Il tuo marito forse ne potrebbe essere addirittura orgoglioso’ Ma forse no. Sappi che ora cambio cd, perché ci vuole una musica più adatta e tra trenta secondi inizia la ripresa della telecamera. Ah dimenticavo, alla fine ci sarà anche la sorpresa finale che, te l’assicuro, sarà per te indimenticabile’ Così dicendo mi alzi e andai a cambiare il cd nel lettore. La languida musica che ne seguì era una perfetta colonna sonora per la prestazione della bionda Tatiana. Questa iniziò col pregarmi di staccare almeno la telecamera. ‘Mi vergogno, e ancor più mi imbarazza vedermi su quel video gigante’ Ti prego, qualcosa posso anche fare, ma non tutto’ E poi tu, cosa farai con il film che ne ricaverai? A quanti tuoi amici lo farai vedere? Quante seghe ti farai rivedendolo?. Ti odio. Non posso. Ti prego’ ‘ Il mio silenzio la fece arrendere. ‘Va bene, però mi giuri che non metterai su Internet né il film che mi hai già fatto e meno che meno quello che farai ora. E inoltre mio marito non dovrà mai sapere nulla di tutto ciò’ ‘Lo giuro ‘ le risposi ‘ ‘. Sembrò tranquillizzarsi e si spostò ai piedi del lettone dove io nel frattempo ero tornato a distendermi. Confesso che avevo iniziato ad accarezzarmi per turbarla ulteriormente, se ce ne fosse stata la necessità. Con un atteggiamento quasi di sfida, mi pianto addosso gli splendidi occhi azzurri e iniziò con lente movenze a levarsi i pochi abiti che indossava. ‘Brava ‘ le dissi ‘ hai proprio capito tutto’.La maglietta e gli short sparirono in pochi secondi. Le rimaneva solo il candido perizoma che tante volte avevo intravisto. Fu a questo punto che, forse per orgoglio, si volle girare per non mostrarmi in primo piano il suo sesso nel momento in cui si sarebbe tolto l’ultimo mini indumento. Così facendo si offrì però alla telecamera. Se ne rese subito conto ma, ormai’ Il perizoma cadde. Il culetto che tante volte avevo visto appena nascosto dagli short mi apparve completamente. Era stupendo, piccolino, rotondo e candido. Sul video invece la fica apparve solo un attimo. Ma bastò però quell’attimo per scoprirla completamente: lo zoom della telecamera faceva infatti miracoli. Il cespuglietto biondo, curato, aveva la classica forma a coda di volpe. Tatiana se ne accorse. Cercò di evitarne la particolareggiata visione con una mano. Ma presto capì che il tutto era inutile. Quindi, sorprendendomi un po’, decise di sollevare le braccia e di raccogliersi con le dita i capelli biondi dietro la nuca. Aveva così assunto una posizione molto lasciva che aveva probabilmente lei stessa visto in qualche servizio fotografico hard. E fu allora, dopo che sentì pure gli scatti della macchina fotografica, che decise di girarsi e di offrirmi la visione integrale del suo corpo nudo. Era bellissima. Con astio mi chiese: ‘Ti piaccio? Ti va bene così, vero? Vuoi farti una sega? Ah no, dimenticavo, dopo dovrò fare quella cosa, vero? E adesso, magari, dovrei anche farmi fotografare in particolari pose per mostrarti tutto, anche i particolari! Facciamo presto, almeno ‘ concluse irata. Si vedeva però che mentiva – ‘. E così dicendo si stese sul lettino e si fece fotografare in tutte le posizioni. Si sdraiò sulla schiena e allargò senza ritegno le gambe, poi si mise alla pecorina, quindi si sdraiò con il culetto ben sollevato e scelse tante posizioni che avevano tutte la prerogativa di mostrare benissimo la cosa più bella che aveva: la fica. La macchina fotografica, che con il telecomando facevo scattare in continuazione, la catturò in tutte le pose più creative che la giovane donna era stata costretta a scegliere. Era evidente però, ormai, che a Tatiana, anche se non lo avrebbe mai ammesso, piaceva essere ripresa e fotografata nuda.
‘Ti basta? Ne vuoi ancora? Mi sembra che me ne hai fatte abbastanza. Penso che la mia fica non ha più segreti per te’Sei comunque un maiale.’ ‘Hai ragione’ , le risposi sorridendo e contemporaneamente le offrivo l’unguento con il quale avrebbe dovuto accarezzare tutto il mio corpo. ‘Te l’ho già detto che non mi piace!’ Ma io mi ero già disteso, a pancia in giù e aspettavo di sentire le sue dita scorrere su mio corpo, sulle gambe, sul culo, sul petto, sui coglioni e alla fine, sul cazzo. ‘Non ti prometto niente’.’ e iniziò a sfiorarmi con i polpastrelli la schiena. Ogni tanto sentivo le sue unghie. Se avesse potuto, per la rabbia che provava, ma anche per suo piacere, mi avrebbe sicuramente graffiato. Era evidente il suo piacere di farmele sentire. La infastidiva, però, il fatto che il suo piacere fosse anche mio. Si soffermò sul culo. Con un movimento circolare delle mani inizio a divaricarmi i glutei. Con le dita, senza volerlo, mi sfiorò i coglioni. Se ne ritrasse immediatamente. A questo punto pretesi una digressione. ‘Tatiana, dolcemente baciami il buco del culo e, dopo, ti permetto di metterci dentro un dito’. ‘Dimenticalo! Tu sei matto!’, urlò. ‘Tatiana, lo devi fare’ e per facilitare il tutto inarcai leggermente il culo. ‘Non lo so fare, non mi piace e mi fa anche schifo’. ‘Nel bacio devi usare anche la lingua’. Fu a questo punto che lei vide sullo schermo il mio buco del culo in primo piano. E subito dopo il suo volto e la sua bocca sempre più vicini allo stesso. Solo allora avvicinò le sue labbra, estrasse la lingua e inumidì la parte esterna della mia estremità. Qualche secondo dopo, puntò il dito medio e, in silenzio, lo spinse all’interno del mio intestino. La sensazione che ne provai e l’espressione del volto di Tatiana che vedevo in primo piano sul video mi fecero raggiungere la prima violentissima erezione. Sentivo che stavo per sborrare ma, sapendo quello che avevo in mente di fare, me ne guardai dal farlo. ‘Ti basta così, vero?’ mi chiese con una voce flebile flebile. ‘Sì’ le risposi, e nel frattempo mi girai presentandole in primo piano il ventre e il cazzo che con la cappella ormai violacea spingeva verso il cielo. ‘E adesso? – mi chiese – . Mi sembra che sei già arrivato’ Vuoi che ti finisca con le mani, come l’altra volta? Un bacio, se proprio vuoi, posso anche dartelo” ‘Continua il massaggio! Sai benissimo cosa devi fare.’ Tatiana capì che non avevo alcuna voglia di farle sconti e sapeva benissimo quello che doveva fare. E iniziò allora ad accarezzare il petto, le gambe, le cosce’ Era brava. Le mani erano leggere e correvano sulla pelle profumata dall’unguento. Il cazzo naturalmente aveva raggiunto dimensioni veramente ragguardevoli. ‘E adesso? ‘ mi chiese ‘ Non sono mai andata più in là. Cosa dovrei fare?’ ‘Accarezzami i coglioni e il cazzo, facendo attenzione però di non farmi venire. Non voglio la solita sega. Desidero solo, ora, un massaggio.’ ‘Ti prego, non lo so’ E se ti faccio venire’?’ ‘Comincia, e non preoccuparti’. La giovane donna iniziò nel dolcissimo e leggerissimo massaggio. Senza volerlo mi scappellò anche una paio di volte il cazzo, facendo però attenzione a non farmi venire. I coglioni furono anche tormentati. Osservava e indubbiamente si compiaceva dei sussulti che mi provocava. E guardava il video. Le piaceva guardarsi. Per la prima volta vidi distintamente la sua vulva bagnarsi e spuntare, ritto, tra i peli biondi, un roseo lungo clitoride.
‘Signore, mi sembra di aver finito il massaggio ‘ disse rivolgendosi spudoratamente alla telecamera. – .’Sì ‘ le risposi – . Ora, per quanto mi riguarda, puoi passare all’ultima parte, quella che tu preferisci” Così dicendo presi il suo volto tra le mani e lo portai sopra il cazzo che nel frattempo mi schiacciava la cappella sul ventre. Doveva fare quello che non avrebbe mai voluto fare. E si vedeva. La telecamera la riprendeva in un fantastico primo piano e l’espressione del volto dimostrava eccitazione ma anche tanta rabbia. ‘Te l’ho detto che non mi piace’ Non ti è bastato quello che ti ho già fatto?’ No, Tatiana, lo sai, voglio sborrarti in bocca. Te lo meriti. Tu ti sei divertita in passato. Ora tocca a me.’ ‘Ma non ce la faccio’ L’ho fatto, un po’, solo a mio marito. Mai ad altri uomini” . Il cazzo sbattè contro le sue labbra serrate. Fu a questo punto che con un mano feci una lieve pressione sulla nuca della donna e contemporaneamente con le dita dell’altra le otturai dolcemente il naso. Fu un attimo: Tatiana socchiuse la bocca per respirare e il cazzo, prepotentemente e a sorpresa la penetrò . Allentai la presa subito. Tatiana, infatti, guardando il video, cessò qualsiasi resistenza e si sciolse: spalancò la bocca e contemporaneamente iniziò con un piacevolissimo e lentissimo ritmo ad andare su e giù lungo tutta la canna del cazzo. Ogni tanto poi, si soffermava sulla cappella, sempre più violacea, e faceva uscire la lingua. Con questa indagava nel buchino più grande al centro della cappella. Sapeva benissimo che da lì sarebbe provenuta la colata. ‘Basta così? Ho già sentito qualche goccia’ Puzza. Ti prego, non ce la faccio.’ ‘Sei bravissima, Tatiana, puoi continuare’. E continuò così a lungo. Ad un tratto si bloccò, proprio in uno dei momenti in cui la sua bocca stava accogliendo dentro di sé tutto il mio cazzo. Con gli occhi socchiusi vide infatti sulla porta della terrazza due uomini, negri, che, compiaciuti, si stavano gustando la visione di lei, nuda, mentre stava facendo un pompino ad un uomo’ Era troppo. Si alzò di scatto, cercò di coprirsi con le mani e rimase lì in piedi fissandomi con un sguardo di odio e preoccupazione. ‘Buongiorno signore, siamo puntuali?’ mi chiese uno dei due uomini. ‘Sì, grazie. Mettetevi pure comodi. La signorina deve finire un lavoretto e dopo sarà a vostra disposizione, come da accordi” Erano infatti i due vu’cumprà neri che il giorno prima avevo avvicinato fuori del supermercato dove stazionavano da sempre per vendere le loro cianfrusaglie. Avevo offerto loro, dietro il pagamento di una piccola somma, di partecipare come attori principali a uno scherzo erotico di altissimo livello a una giovane e bella donna bianca. Avevano naturalmente accettato ben volentieri. E sapevano benissimo quello che dovevano fare: riempire con la loro abbondante sperma la donna. Tatiana impallidì. Non avrebbe immaginato che mi sarei spinto fino a quel punto. E, sinceramente non immaginava fino in fondo cosa volessi fare. Era però furente e preoccupata.’ Ma anche tutta bagnata”Vado via. Non voglio mai più vederti! ‘ urlò cercando freneticamente i suoi indumenti per rivestirsi – . Stavo facendo tutto quello che volevi’ Ma questo è troppo!’ ‘Tatiana, ricorda che non puoi più rifiutare nulla!’ La donna ammutolì e lasciò cadere a terra nuovamente il perizoma. ‘Torna qui e finisci il lavoro che devi portare a termine come sai. Abdus e Mohamed fanno parte della sorpresa finale che ti avevo preannunciato e che ti renderà il ricordo di questa mattinata indimenticabile.’ Silenziosamente la donna si accovacciò nuovamente tra le mie gambe e riprese il discorso lasciato poco prima interrotto. Riprese il ritmo, questa volta più veloce. Voleva evidentemente finire quel supplizio che ora aveva anche altri spettatori. ‘Mi risparmi almeno la tua sperma puzzolente?’ furono le sue ultime parole. Decisi infatti che era giunto il grande momento della deflagrazione. Afferrai dolcemente gli orecchini di Tatiana. Non avrebbe potuto così proprio scappare. La donna capì e si preparò. Sfiorò forse involontariamente nelle sue evoluzioni con la lingua irrigidita la punta della cappella del mio cazzo. Fu la fine. Con l’ultimo attimo di lucidità spinsi il cazzo fino in in fondo alla gola di Tatiana. E iniziai a riempirla. Sul video, in primo piano, vidi cambiare l’espressione del volto della donna. Iniziò a deglutire subito, ma la quantità di sborra era troppa. Con gli occhi azzurri spalancati mi esprimeva tutto il suo disgusto per il mio liquido seminale che nel frattempo le aveva già riempito completamente la bocca. Diede un colpo di tosse cui seguirono dei tentativi di parole che non riusciva a pronunciare avendo la bocca piena del mio cazzo e di sperma. E continuava a deglutire. Ebbe un sussulto provocato da un conato di vomito. Era indubbiamente in difficoltà e lo spettacolo che mi offriva involontariamente mi eccitava ancor di più. Vederla così impegnata a ingurgitare il mio seme, che tanto detestava, mi provocò una serie infinità di schizzi, sempre abbondanti e caldi. Allentai la presa sugli orecchini ma la donna, ormai completamente rassegnata, continuava continuamente a succhiare e deglutire. Neppure una goccia uscì dalla sua bocca. Aveva bevuto tutto, come doveva. Quando avvertì che la colata era terminata si sfilò il cazzo dalla bocca e, esausta e con gli occhi socchiusi, si appoggiò con il volto sul mio ventre. Sapeva però che non era ancora finita. Quei due uomini neri che la osservavano erano evidentemente lì per lei e visto quello che era stata costretta a fare poco prima aveva dei terribili presentimenti.
Le spiegai cosa stava per succedere. ‘Abdus a Mohamed hanno avuto parecchi problemi in questi mesi. Non hanno mai avuto la possibilità di scaricarsi. Mi hanno assicurato di avere tanta voglia, di avere un attrezzo dalle dimensioni notevoli e soprattutto di essere grandi produttori di sperma. Io ho pensato al tuo bel culetto e soprattutto alla tua splendida fica. ‘No, ti prego, lì no. Anche mio marito voleva sempre prendermi dietro ma io mi sono sempre opposta perché sicuramente mi farebbe molto male. Poi, ti prego, per la mia fica, non sono protetta’ Mio marito usa sempre il preservativo” ‘Non è un problema – le risposi – . Per i fuochi d’artificio troveranno sicuramente una soluzione. Ora vai a scoprire i loro cazzi.’ ‘Non ci penso nemmeno! ‘ rispose ‘ Io spogliare due negri!’ ‘E invece sì ‘ la stroncai ‘ e devi farlo anche con dolcezza” ‘No, ti prego, mi vergogno” Non risposi e la donna capì. Si avvicinò ai due enormi uomini neri che nel frattempo non potevano fare a meno di sghignazzare. Il primo a essere messo a nudo fu Abdus. Quando Tatiana gli abbassò le putride mutande non potè evitare un commento di sorpresa e di preoccupazione. ‘Oh no, questo coso è enorme” ‘Penso che quello di Mohamed non sia da meno’ aggiunsi io. Tatiana si avvicinò al secondo negro ed iniziò a spogliarlo. Rimase stupefatta quando vide che il negro non portava le mutande. Levati i calzoni, le propose infatti subito un cazzone asinino. E ancora più preoccupante era la dimensione dei due coglioni che, nerissimi e gonfi, presagivano un enorme sborrata. Terminata la svestizione furoni i due negri che presero di peso la piccola biondina che ormai totalmente in confusione non opponeva alcuna resistenza. ‘E’ necessario che ti leghino o ti comporterai bene?’ ‘ le chiesi ‘ ‘ ‘No, vi prego, non legatemi. Farò tutto quello che vorrete, ma fatelo piano, non fatemi male.’ Abdus si sdraiò sul lettone. Prese Tatiana e se la praticamente impalò senza darle il tempo di prepararsi. ‘No, così mi fai male. Mi rompi! Piano’.’ Il negro iniziò a ridere. Tatiana allora con le ultime forze si svincolò e corse, senza motivo, verso la porta della terrazza. Mohamed le fu subito sopra. Ci fu uno scambio di intesa con Abdus. Entrambi presero le cinture dei loro calzoni e fissarono i polsi di Tatiana a due pali d’acciaio che reggevano le parabole satellitari del condominio. Il tutto a una certa altezza. In tal modo la giovane donna era libera di dimenarsi sollevata circa mezzo metro da terra. I due negri non volevano essere disturbati ulteriormente. Presero dei cordini che trovarono sul pavimento e fissarono ai due pali anche le caviglie della biondina. Tatiana era praticamente crocifissa e mostrava allargato tutto il suo sesso e il suo buchino del culetto che fino ad allora non aveva mai conosciuto una penetrazione. I due negri praticamente l’aggredirono. Si ritrovò violata contemporaneamente dai due enormi cazzi neri. Abdus, che aveva scelto la fica bionda iniziò a stantuffare violentemente. Il cazzo asinino di Mohamed stava tentando invece lo sfondamento del buchino del bellissimo culetto di Tatiana. Lei urlava dalla rabbia, dal dolore ma anche, e soprattutto, dal piacere. ‘Tu, non sborrarmi dentro. Non devi! E tu, ti prego, fai piano, mi fai tanti male’ ‘ Alla fine anche il piccolo buchino del culetto di Tatiana cedette e l’enorme cazzo del negro entrò prepotentemente nell’intestino della giovane donna che non potè fare a meno di lanciare un urlo. Poi seguirono i suoi profondissimi sospiri.
I due negri continuarono a penetrare la donna a lungo, finché, quasi contemporaneamente, sentirono il bisogno di scaricare tutto il loro carico di sperma. Tatiana se ne accorse e ancora una volta supplicò: ‘Vi prego, non sborrate dentro’ Fatelo dove volete, ma non dentro”. I due negri allora si lanciarono un’occhiata e decisero di slegarla. Ma evidentemente non si fidavano. Infatti la fecero inginocchiare e la immobilizzarono legando con le cinture, dietro la schiena inarcata, i polsi con le caviglie. Costretta in quella posizione Tatiana sapeva benissimo che stava offrendo la sua bocca ai due negri. ‘No, vi prego’ Mi fa schifo’ Se mi liberate vi faccio una sega che ricorderete tutta la vita. Ma la bocca no. Ma i due negri avevano già deciso. Lasciarono alla sorte i particolari. Tatiana capi dopo cosa si erano giocati. Abdus si avvicino e senza tanti preamboli appoggiò il cazzo sulle labbra di Tatiana. Era evidente cosa volesse. La donna quindi con un sospiro spalancò la bocca e accolse il cazzo nero di Abdus. Questi iniziò a spingere ritmicamente il suo membro fino in fondo alla gola della donna. Tatiana sentì distintamente, dopo alcuni minuti, fuoriuscire la gocciolina di sperma che, ormai l’aveva imparato, preannunciava la tempesta di sborra. Con gli occhi azzurri sembrò supplicare l’uomo. Questi a sorpresa, estrasse il membro e iniziò a masturbarsi davanti agli occhi azzurri della donna. Tatiana ebbe appena il tempo di capire quello che le preparava il negro che gli schizzi inondarono il suo volto, gli occhi, il naso, le orecchie e persino i capelli biondi. Il suo viso era stato completamente ricoperto dal maleodorante liquido bianco-giallognolo del negro. E le sborrate non finivano più. Ad ogni fiotto sperava che fosse l’ultimo. Finalmente Abdus si ritrasse. Era completamente svuotato. E si avvicinò Mohamed. Tatiana, che era una maschera di sperma, aprì subito la bocca perché sapeva che era quello che doveva fare. Il cazzo enorme dell’uomo subito la penetrò fino in gola. Tatiana sentiva sul mento i suoi enormi coglioni pieni di sborra ed era terrorizzata dal non sapere dove tutta quella robaccia sarebbe finita. Il cazzo, poi, era veramente enorme e le labbra le facevano male. Pensò che forse era meglio accelerare il tutto e pensò di iniziare anche a muovere la lingua. Il negro iniziò subito a miagolare. Tatiana sentì la cappella diventare ancora più enorme, non riusciva più quasi a respirare e, soprattutto, sentì la prima gocciolina della sborra del negro. Allargò ancora di più la bocca nel tentativo di far capire a Mohamed che era giunto anche per lui il momento di uscire. Ma il negro ghignò e non arretrò. La sborra, tanta, caldissima, maleodorante iniziò quindi ad essere scaricata tutta nella gola della bionda Tatiana che tentò subito, per non soffocare, di inghiottire. Ma era troppa. Si rassegnò quindi a farsi riempire la bocca. Farfugliò delle imprecazioni ma il suo borbottio eccitava ancor più il negro che continuava a schizzarle il suo seme in fondo alla gola. Non riusciva più a respirare. Vomitò un po’ di sperma, ma ne bevve subito altrettanta. ‘E basta con questa schifezza di sborra” riuscì anche a pronunciare tra uno schizzo e l’altro la donna prima di esserne di nuovo sommersa. Un sospiro gutturale e animalesco del negro significò che aveva finito.
I due si rivestirono e salutarono. Uscendo informarono la bionda albanese che sarebbero stati a sua completa disposizione anche per un’altra volta. Lo sguardo d’odio che Tatiana lanciò loro non fu probabilmente più dimenticato dai due negri. Ugualmente, sghignazzando, uscirono.
‘Complimenti!’ mi urlò Tatiana. Era bellissima, tutta spettinata e con il volto ancora ricoperto di sperma. Anche le tettine, sul quale continuava a colare il succo giallastro di Mohamed, sembravano fremere dalla collera. Ma, in particolare, ben si notava la sua bionda vulva tutta bagnata. ‘E allora?’ le chiesi sorridendo facendole notare il particolare. ‘Sei uno stronzo!’ ribattè. ‘Lo sarò, forse, ma ringraziami che non sono anche un delatore. Pensa, non racconterò mai a tuo marito di quanti orgasmi sei stata capace di avere in meno di un’ora! Di come sei stata capace di spompinare e spompare tre uomini, di cui due negri. Di come sei stata capace di bere contemporaneamente la sborra di ben tre uomini, proprio tu che quella di tuo marito non l’hai mai voluto neppure assaggiare. E, infine, di come ti sei fatta anche inculare da un negro. Ti basta?’ ‘Dovrei anche ringraziarti? Rimani uno stronzo. Sono distrutta. Mi avete dilaniato. Dì a tua moglie che oggi non stavo molto bene e che sono andata a casa’ Ci vediamo la prossima settimana’ ‘ La rividi. E tutto continuò come nulla fosse successo. E, dopo, successe di nuovo, tante volte.
Graditi giudizi, commenti e tutto quello che vi passa per la testa. In particolare a voi dolci donne!
scrivere mikimarkfc@libero.it

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