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Racconti di Dominazione

La matematica

By 29 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Prof, la prego mi aiuti, sono disperata!!.
Cara Bettina, dovevi pensarci prima del compito , no adesso .. ormai &egrave fatta.
Prof la prego sono disposta a tutto, verrò a ripetizioni da lei tutto l’anno, ma se torno a casa con un 4 in matematica per me &egrave finita!!
La ragazza aveva le lacrime agli occhi.
Il professore la guardò con sguardo compassionevole e poi disse:
“Va bene ti aspetto oggi pomeriggio alle 17, e si puntuale!!”.
A Bettina , improvvisamente sembro che la giornata si fosse illuminata, invece di dicembre le sembrava maggio, era contenta: ce l’aveva fatta.
Il pomeriggio, mentre faceva la strada per andare a casa del professore, pensava che in realtà non sapeva nulla di lui: non sapeva se era sposato, non sapeva la sua età ma ad occhio doveva essere vicino ai 60, che tipo era, nulla!
Ogni tanto intercettava il suo sguardo severo da dietro gli occhiali da lettura che la scrutava insistentemente ed aveva paura.
Alle 17 in punto suonò al citofono:”Sali al II piano”.
Il professore la fece entrare in una sala, e da li si vedeva la camera da letto e la cucina,più altre due camere.
Non c’era nessuna traccia femminile nella case e Bettina capì che era scapolo.
“Vieni Bettina accomodati un attimo sul divano che prima parliamo un po’e vediamo qual’&egrave la strada migliore per la tua promozione”.
Bettina quel pomeriggio era vestita con Jeans e un maglioncino, si sedette accanto al professore, tranquilla e disse :” Mi dica , vuole iniziare con geometria o con algebra”.
Il professore la guardò con una luce strana negli occhi.
“Cara, io ho la soluzione a tutti i tuoi problemi, e tu ai miei.”
“Non capisco prof..”
“Betty, io sono un uomo solo, desideroso di una compagnia femminile ogni tanto, tu sei una ragazzina viziata che a scuola rischia la seconda bocciatura, se tu dai una mano a me
io ti potrei difendere non solo in matematica ma in tutte le materie, e tu il prossimo anno hai la maturità”..
“… Ma professore … come si permette io la denuncio…”
“Con quali prove ? e poi tu lo sanno tutti che vai male a scuola , mi sarà facile dire che sei stata tu a ricattarmi: ora decidi, hai 18 anni, non ti chiedo tanto, .. diciamo che per arrivare alla sufficienza,
mi accontenterò per oggi di una masturbazione e di poterti palpare un po, magari se fai la brava ti faccio anche venire, così godi anche tu”.
“professore ma io sono vergine e non ho mai toccato un uomo nudo”
“E’ ora che lo fai, decidi!”
Bettina abbassò la testa e il prof capì che ce l’aveva fatta!
“Bene, siamo d’accordo. Mi sei sempre piaciuta Betty, sopratutto mi piacciono le tue tette, si può dire che le ho viste crescere, dai fammele vedere”.
La ragazzo lo guardò sbigottita.
“Spogliati, tira fuori le tette!”.
Bettina, si tolse il maglione e poi anche il reggiseno e le sue tettine uscirono fuori, erano sode e dure; il professore l’abbracciò e la bacio con la lingua, la ragazza ebbe unmodo di disgusto; “Non ti piace la mia lingua? Vediamo se cambi idea”
E inizio a toccargli i capezzoli e poi a leccarli.
Betty non riusciva a trattenere le lacrime mentre l’uomo continua a succhiare i suoi capezzoli.
Poi le disse :” E’ora che tu ed un mia amico facciate conoscenza”, si stacco da lei, si abbasso i pantalonie tirò fuori il suo cazzo già eccitato e dritto.
“Dai prendlo in mano, impugnalo così”, prese la mano della ragazza e la strinse intorno al suo arnese, “e adesso muovila così”.
Betty non riusciva a realizza che fosse li con un uomo quasi sessantenne a toccargli il suo bastone e ubbidiva come un automa.
“Brava, tu sei nata per giocare con i cazzi, continua così”, e con l’altra mano le impastava le tette.
“Ora betty , dai un bacino al tuo nuovo amico, che non morde tranquilla”
Con la mano le spinse la testa verso il basso ventre, e le strusciò le labbra sulla capella, “Brava , brava resta così”, l’eccitazione crescette e l’uomo sborro addosso la faccia della ragazzina, urlando il suo orgasmo.
Betty si trovò tutta impiastricciata e schifata.
“vedi carina, questa &egrave sborra” e con un dito ne raccolse un pò ” dai assaggiala” e le infilò il dito in bocca.
Bettina tossì per il disgusto ” No , che shifo, non ci riesco”, il prof la prese per i capelli e le disse ,”Vuoi una bocciatura decisa già a dicembre? No? Allora lecca e ingoia tutto”
Quando ebbe finito di leccare tutta la sborra che il professore raccoglieva dalla sua faccia con il dito,
“Lo vedi che puoi farcela? Vedrai che tra un pò ti piacerà pure” e rise maligno.
Betty chiese ed ottenne di andare in bagno a lavarsi un pò.
Quando fu rivestita l’uomo l’accompagnò alla porta e le disse “Ora puoi andare, ci vedremo domani sempre qui per un’altra ripassatina, e vieni con una gonna e non con questi pantaloni.Buona serata Bettina”.

Tutta la notte, ci aveva ripensato tutta la notte. Aveva ricordato la sensazione della lingua del prof, nella sua bocca, sui suoi capezzoli e poi il sapore del suo cazzo e la sborra in gola…
Basta oggi non poteva andare da lui, ma poi pensava alla scigurata ipotesi di una bocciatura e si diceva:” In fondo con qualcuno dovevo pure iniziare”.
La giornata fu lunga, ma le 17 arrivarono, come ordinato aveva indossato una gonna, appena sopra il ginocchio, e un felpa sopra.
Quando entrò in casa del professore, lo trovo con una vestaglia indosso e nientaltro.
L’umo non la fece neanche parlare, la sospinse verso la camera da letto e le disse:
“Oggi sono buono, mia cara, e se sarai ubbidiente, farò godere anche te, spogliati!”
Il tono del comando non permetteva repliche, con mani tremanti Bettina inizio a spogliarsi e prima saltarono fuori le sue tettine e dopo venne fuori la sua fichetta, tenera, con quel pò di peluria che basta.
“Brava, sei molto bella, girati adesso”
La ragazza si girò, aveva lo stomaco chiuso dalla vergogna e dalla voglia di andar via.
“Adesso vieni qui e inginocchiati”.
Il professore si apri la vestaglia e tirò fuori il suo membro già in tiro.
“Bettina, Bettina, lo vedi che fai al mio amico? Lo rendi duro solo facendoti guardare”.
“Tira fuori la lingua e leccalo”
“No, non voglio..”
Uno schiaffo la colpì in pieno
volto facendola cadere di lato.
“Tu non sei nella posizione di volere qualcosa. Lecca! Tira fuori la lingua e lecca la cappella, tutto intorno”
La ragazza obbedì e inizio a circoscrivere tutta la punta del cazzo con la ligua.
“Bravissima,ora scendi fino alle palle e succhiale un po’, piano. Mettci tanta saliva, brava, ora di nuovo sopra.
“Adesso ragazza mia ti lecchero quella deliziosa fichetta fino a farti venire, perch&egrave non voglio tu mi dica che sono egoista”.
Detto ciò, la spinse sul letto e gli apri le gambe mettendo in mostra il tenero bocciolo ancora inviolato.
“Uhm che odore di verginella, vediamo se apprezzi questo”.
E inizio al leccare il clitoide, lentamente sempre nella stessa direzione.
Bettina provo un turbine di emozioni, prima vergogna, poi imbarazzo e infine rabbia;
cercò di sottrarsi a quella torturama lo schiaffo di prima ancora bruciava.
Il professore continuava a lapparla, sempre uguale con un ritmo cadenzato; la fighetta della
ragazza inizio a bagnarsi e lei sentiva una smania, una voglia salirle su da li, direttamente in testa. All’improvviso la sensazione fu quella di cadere, di perdere conoscenza , il professore che continuava con la lingua, mentre con le mani aveva preso a tormentarle i capezzoli.
l’orgasmo arrivò improvviso e la fece urlare. Era la prima volta che un uomo la faceva venire Il professore si staccò da lei e si sdraiò accanto.
“Ma davvero sei vergine?”
“si”
“Allora oggi ti inizierò alla nobile arte dei bocchini”
“Un bocchino ha lo scopo di far venire il tuo patner nella tua bocca e di bere tutta la sborra”
Si stese supino accanto e le disse:” Avanti inizia a leccarlo e succhialo”.
Ma la ragazza mi mise a carponi e inizio a masturbarlo con la mano, nel tentativo di farlo venire subito.
Il professore la prese per i capelli e la spinse violentemente verso il pube.
“Allora sei stupida!!. Anzi tutto girati così che ti posso toccare la fighetta, e poi devi metterlo in bocca tutto”, e mentre con la sinistra la teneva per i capelli spingendole il cazzo in gola, con la destra esplorava il culetto.
“Ecco si , brava , lo vedi che quando vuoi sai essere troietta come piace a me”
La ragazza si sforzava per resistere alla nausea, lui le faceva fare su e giu quel tanto che bastava per farle riprendere fiato.
“Che culetto sodo che hai Bettina, chissà come &egrave stretto, fammelo sentire”, e con un dito saggiò lo sfintere, cercando di forzarlo. La ragazza cercò di sottrarsi a questa umiliazione,
“Devi stare ferma, tanto questo culetto prima o poi qualcuno te lo farà, e non con un dito” e rise.
Poi inizio a toccarle la fighetta .
“Chissà come &egrave stretta, chissà che bello sverginarla” e in contemporanea le dava il ritmo per il bocchino.
“Dai continua che vengo, dai puttanella preparati a bere la sborra, dai continua che ti piace, ahhhh!!!” E venne nella gola della poverina, mentre teneva prenuta la sua nuca sul pube.
“Ingoia troia, ingoia tutto!”.
Quando ebbe finito, il prof lascio la testa di Bettina, che era in lacrime e le disse “Pulisci tutto con la lingua, bene!” e la ragazza ubidì.
“Sai tesorino, mi eccita vederti piangere mentre mi soddisfi, &egrave bellissimo, e poi sei proprio brava… un pò di inesperienza ma si può rimediare…”.
Betty fece per alzarsi, ma il professore:” Ho detto che devi pulire tutto anche la sborra sulla pancia: tira fuori la lingua e lecca!!!”.
Quando era tutto finito , il professore la fece rivestire e poi le disse:” Oggi &egrave venerdì, io e te ci vediamo domenica pomeriggio. Di hai tuoi che vieni a prendere lezioni da me… ma non dire che sono di matematica e non di sesso!”.
E rideva ancora quando le chiuse la porta alle spalle.

La domenica arrivò in fretta, Bettina era distrutta, aveva pensato all’accaduto ogni momento, ogni ora, e aveva deciso: meglio una bocciatura, anzi avrebbe chiesto a suo padre di cambiare scuola, a limite non si sarebbe più diplomata, tutto pur di non sentirsi adosso quelle mani un’altra volta, quella lingua viscida che la leccava ovunque.
Così alle 17 si vestì stile monacale e andò dal professore.
Suonò il citofono e sali sopra.
Quando lo vide davanti, le gambe tremavano, ma era decisa e disse:
“Basta prof. il gioco &egrave andato anche oltre mi bocci, faccia quello che vuole, ma da adesso io e lei siamo alunna e professore e basta!!!”
Detta questa frase si girò sui suoi tacchi per andarsene, ma il professore l’afferrò per un braccio e disse:” Forse Bettina &egrave il caso che parliamo e soprattutto che vieni di là con me”
“No non ha capito, rinuncio a tutto me ne vado, io sarò bocciata ma lei non metterà più quelle luride manaccie su di me”.
Il professore la guardò sorridendo:”Chissà come piacerà a tuo padre un filmatino che ho fatto l’altro giorno, sarà curioso di vedere che porcella &egrave sua figlia, di come gode a farsi lappare la figa, perch&egrave le immagini sono chiare, hai goduto quando ti leccavo”.
Bettina spallidi, “Un filmato? Quale filmato? … Ma lei &egrave un bastardo, porco!!””
E cercò di colpirlo con i pungi, il professore l’afferrò per un polso e le storse il braccio portandola nella sala con la televisione:”Guarda tu stessa, troia!”
E con il telecomando accese lo schermo.
Nel film si vedeva lei con la testa del prof. in mezzo alle gambe e sospirava e gemeva.
Betti non si era resa conto di aver manifestato così palesemente il suo orgasmo.
“Pensa mia cara, pensa se queste cosuccie finissero su internet..i tuoi compagni, i tuoi amici, tutto il mondo saprebbe che puttana sei: a letto con il tuo vecchio professore per una promozione”.
La ragazza inizio a piangere, era sconfitta: “No la prego non mi rovini , professore”.
“E allora tu sarai carina con me? Carina fino in fondo?” -“Si, va bene” – “Brava, anche perch&egrave ho preso una di quelle pasticchine blu e il mio amico sta tutto dritto e ci sarebbe rimasto male se avessi detto di no”.
“Spogliati!”
Betty inizio, “E poi non ti avevo detto che mi piaci vestita da femmina, anzi d’ora in poi ti devi vestire da quella femmina in calore che sei”.
“Oggi &egrave un giorno importante per te ragazza, farò di te una donna, anzi una troia!” E inizio a spogliarsi anche lui.
Betty tentò di dissuaderlo un’ultima volta “Professore la prego, le farò tutti i bocchini che vuole, le permetterò di metterlo anche di dietro ma mi lasci vergine”.
“Certo tesorina che mi farai i bocchini e certo anche che ti sfonderò anche il culetto, ma oggi scoperai per la prima volta e ti consiglio di rilassarti altrimenti potrebbe diventare anche doloroso: il Viagra ha fatto effetto e adesso non ci vedo più per l’eccitazione”.
Detto questo le si avventò addosso infilandole in gola lingua; la spinse indietro fino a farla entrare in camera da letto, toccandole nel fratempo le tette, il culo tutto quello che capitava a tiro.
Era un treno in corsa, Betty cerca di difendersi senza riuscirci. “Devi collabborare se non vuoi che domani su internet esca il film “Bettina la troia!!”.
Arrivarono al letto , il professore la spinse sopra e si gettò su di lei mettendogli le mani ovunque, “mmmh che tette che hai, quante sborrate mi farò con te!”, il suo cazzo rigido le premeva contro il ventre e la ragazza sentì come era eccitato.
Il prof le allargò le gambe e inizio a leccarla, in maniera selvaggia, a succhiarle il clitolide.
La ragazza sentì qualcosa di strano, iniziava di nuovo ad avere la sensazione di cadere, e sentiva che la sua vagina stava bagnandosi.
Il professore le prese anche il clitoide tra i denti e lo tintinnava lo la lingua mentre con un dito le disegnava il bordo del suo orifizio, lei non ce la faceva a resistere a tutto ciò e scoppiò in un orgasmo liberatorio, ulrando il suo piacere.
L’uomo allora alzò la testa, striscio sopra di lei e le disse:” E’ ora che diventi donna!!”
Con un colpo di reni la sverginò di botto, penetrandola fino alle palle, lasciandolo esterefatta, e inizio a pomparla decendole:”Godi maiala, goditi questa scopata che adesso ti allago la fica, porcona!”
“Dimmi che ti piace essere pompata!” Betty non risponeva, era troppo stupita e le faceva male la vagina appena violata. Riusciva solo a piangere e a supplicare : “Mi lasci professore , esca mi fa male!!”.
L’uomo la colpi a mano aperta in piena faccia:” Devi dirmi che ti piace essere scopata o peggio per te”, la ragazza con occhi terrorizzati e voce flebile “Mi piace essere scopata!”,
“Più forte!” – “Mi piace essere scopata”, singhiozzando, “Mi piace essere scopata” ripeteva terrorizzata da quello che l’uomo poteva farle.
Il prof. aveva il respiro affannato e sempre più veloce “Allora prendi questo!” Strinse tra le mani le sue tettine fino a farle male e le venne dentro,urlando:”Puttana, sei solo una puttana!!”
Si accasciò su di lei, quasi soffocandola con il peso e poi rotolò di lato sfilando il cazzo mentre Betty non si muoveva come paralizzata da quello che era successo.
Dopo pochi secondi si alzo seduto, e con un dito raccolse lo sperma misto al sangue e agli umori che usciva dalla vagina e lo porse alla ragazza:”Leccca, impara ad apprezzare il sapore di questo nettare… troia come sei, ne berrai tanto nella vita”.
Il dito del pofessore con sopra la sborra e i suoi succhi era davanti alla sua bocca.
“Lecca Bettina, che lo sai che succede se non ubidisci!”
La ragazza apri la bocca e succhio tutto, “Brava, ancora un pò” E l’uomo raccolse altro materiale e ripet&egrave l’operazione.
Betty inizia ad abituarsi allo schifo, le sembrava quasi di apprezzare il sapore.
Il suo aguzzino l’aveva appena violentata ma lei era stranita, non poteva negare che avesse provato piacere e anche durante la penetrazione passato il primo momento di dolore la cosa era diventata quasi.. piacevole.
“Sai Betty sei molto brava come allieva in questa materia, prometti bene, e oggi sei fortunata perch&egrave grazie a quella magica pillolina blu tra dieci minuti sarò di nuovo pronto”.
Betty lo guardava terrorizzata, a lei più che una promessa le pareva una minaccia.
“E poi hai queste due tettine dure, dure! Da mangiare!” E la mano dell’uomo iniziò a massaggiarle, ” Si sono propio dure, sode!”.
Il prof si chino su Bettina e inizio a leccare i capezzoli e a strizzarli, la ragazza sembrava assente, guardava nel vuoto perduta.
“Betty ormai sei donna , devi collaborare con me, altrimenti mi fai diventare cattivo” e le strizzo i capezzoli così forte che la ragazza urlò,”Farai quello che ti dico? Dai rispondi” – “Si professore, lo farò!!!”.
L’uomo allentò la presa, “Brava bambina, allora inizia a leccarmi li cazzo” e le spinse la testa verso il basso.
Il cazzo stava semirigido ma appena sentì la lingua calda e umida iniziò a indursi; “Dai troietta, fai tornare duro il tuo amico che poi ci divertiamo” La prese per i capelli iniziando a pomparla in bocca.
Betty si stava soffocando, il cazzo, ormai rigido, le batteva sulle tonsille, “Aiuto” – pensava-” “fatelo smettere o morirò soffocata!!!”.
E di colpo, l’uomo la lascio ed estrasse il membro dalla bocca; Betty tossì e riprese fiato e l’uomo si alsò dal letto.
Bettina pensò di avesse rinunciato, magari preso da un rimorso, lo dive andare verso un comò e aprire un cassetto; quando si girò aveva un barattolino in mano.
“Mia cara bambina ho pensato che la tua fichetta sarà irritata per l’incontro di prima così oggi ti farò conoscere un’alternativa al forellino che hai davanti!”, Betty inizio a realizzare “Professore la scongiuro!”
Ma l’uomo non l’ascoltò neanche,”Oggi &egrave il tuo giorno fortunato, sverginata e adesso sfondata nel culo per la prima volta. Dai girati e mettiti a quattro zampe”
“Professore la prego mi lasci”. L’uomo le prese i seni e prima che la ragazza realizzasse inizio a torcerglieli facendola urlare di dolore.
“Sei una puttana e alle puttane piace dare il culo, girati o domani il filmatino lo faccio proiettare nel cinema parrocchiale, sai come si divertiranno i vechhietti del circolo anziani?”
La ragazza annuì e fece quello che l’uomo le chiedeva, si mise a quattro zampe. “Brava tesorina, adesso goditi il massaggio, ora ti metto un pò di vasellina per rendere l’ambiente più accoglievole, la prima volta fa un pò male ma dopo ti piacerà, sarai tu a chiedermi di incularti, perch&egrave sei una troia dentro io lo sento”.
E con il dito inizio a massaggiarli il forellino inviolato e amettere la crema tutto intorno, Col l’altra mano inizio a masturbare Betty la quale sentiva l’eccitazione crescere, poi entrò con un dito nel culetto e la ragazza si irrigidì.
“Stai tranquilla e non succederà nulla, ecco brava, rilassati e goditi il dito”.
E inizio a fare su &egrave giù con l’indice; quando l’ambiente era pronto si mise dietro la ragazza e appoggio la cappella sull’orifizio, ” Respira profondamente, così brava” e la ragazza ubbidì, era presa dall’eccitazione provocata da massaggio precedente e non si rendeva neanche conto.
Inizio ad entrare ,”Ahi, mi fa male”, “E tu resisti, che non sono ancora dentro”.
Bettina inizio a divincolarsi, e allora l’uomo la prese per i fianchi e affondò di botto schiacciandola con il suo peso sul materasso.
L’urlo della ragazza riempì la stanza e il professore le tappò la bocca con la mano:”Zitta troia che tra un pò ti piace” e inizio a pomparla, e più la ragazza tentava di scappare e più lui si eccitava e si muoveva forte.
“Basta, basta la prego, pietà!!” pensava Bettina, ma l’uomo infilò l’altra mano sotto la ragazza e iniziò a sgrillettarla.
Betty inizio a eccitarsi e non sentiva più dolore ma la sensazione di essere riempita, la figa voleva venire, il cazzo dietro le stimolava le terminazioni nervose anali. Senza accorgersi venn&egrave muovendo il bacino e provocando il piacere del suo aguzziono.
Dopo poco fu il professore ad urlare mentre veniva dentro al culetto di Betty.
Quando si tolse la lascio supina sul letto e si sdraiò accanto a prendere fiato: “Che culo Bettina, così stretto che pensavo mi schiacciasse il cazzo, ma non ti preoccupare tra un pò lo potrai usare come una seconda fica”.

Bettina era ferma, immobile ancora sotto shock. Non riusciva a muoversi, era nuda sdraiata accanto al suo violentatore, pensava che se fosse rimasta ferma lui si sarebbe scordato di lei e l’avrebbe lasciata in pace.
Aveva il culetto indolenzito, e le bruciava un pò la fighetta, ma però stava bene; quello che era successo le aveva portato una sensazione strana, quasi di benessere però non voleva riaccadesse.
Il professore accanto a lei aveva smesso di ansimare e allungò la mano per accarezzarle il seno e il fianco.
Quel contatto risveglio la ragazza dal torpore in cui era caduta e con voce tramante chiese: “posso andare a casa, ora?”
La frase fece alzare di botto l’uomo che le si fece sopra minaccioso:”Perch&egrave hai fretta Bettina, non ti &egrave piaciuto?” E le lecco la guancia suscitando il disgusto della ragazza “Mi lasci andare a casa professore, la prego”. “Quando avremo finito, troia!”
Betty capì che l’effetto del Viagra non era ancora finito.
“Non ti piace che ti lecco, puttanella? Eppure l’altra volta, quando avevo le orecchie tra le tue cosce ti piaceva, vero?” E le strinse il visino in una morsa con la mano:”Rispondi!!”.
“Mi lasci la prego”, e uno schiaffo la colpì “Sei la mia schiavetta, hai capito? E le schiave non fanno obiezione”.
“Adesso dimmi che vuoi di nuovo il mio cazzo, dillo!”, e con voce incerta: “Voglio il suo cazzo”. “Più forte puttana o ti riempio di schiaffi”, “Voglio il suo cazzo” disse urlando la ragazza, “Dimmi che lo vuoi nel culo”, “Si lo voglio nel culo” .
“Dai leccamelo ma sta volta mettiti a testa in giù così ti lecco anch’io”. Il professore si sitemo sotto la ragazza e mentre lei inizia a leccarlo lui guardava come erano cambiati i buchetti di Bettina.
“Sai Bettina hai una bocca deliziosa, inesperta forse ma calda e umida, hai una fichetta da mangiare e un culetto stretto, stretto, &egrave difficile decidere”.
E Le infilo l’indice in vagina, la ragazza si irrigidì, “Devi leccare e succhiare hai capito, qualsiasi cosa faccio tu non smettere” e le mise il medio nell’ano. “Allora Betty”, e la ragazza sio rimise giù e prese il membro in bocca.
Il professore infilava e sfilava le dita e lei tra quel massaggio e la sensazione del cazzo in bocca che si gonfia inizio a sentirsi forte, potente e non pensava più che quella carne appartenevano ad un uomo che poteva essere suo nonno, le sensazioni erano trooppo forti.
“E brava porcella ti stai bagnando, dai togliti che sono pronto, e anche tu” .
La fece sdraiare a pancia in su e si mise su di lei, “Tira fuori la lingua, così” e la ragazza ubidì; anche l’uomo tirò fuori la sua e la leccò, e da li si fece strada fino ai seni li teneva con le mani e alternava a succhiare uno e poi l’altro, si ritirò su “Adesso ti dò un’altra dose di cazzo”
E entrò nella vagina di Betty ed inizio a scoparla continuando a baciare alternatinamentente i capezzoli, poi rimandole dentro si tirò su, le prese le caviglie e le stese le gambe in alto penetrandola ancora più profondamente.
Betty sentiva la cappella dell’uomo batterle sull’utero e iniziò a perdere il controllo; il cazzo che si muova dentro lei la stava facendo impazzire, non voleva ma sentivo l’orgagmo arrivare.
Il prof che se n’era accorto inizio ad incitarla:”Dai puttana, vieni, lo so che ti piace,te la spacco la fica, si!!”
E l’orgasmo esplose in Betty, era lei che chiedeva ancora, si agitava, urlava, e poi di botto finì e la ragazza si lasciò andare come una bambola inerme.
L’uomo lasciò le caviglie e si sfilò da lei e le disse:”Girati, ti voglio scopare a pecorina, che alle troie piace prenderlo da dietro”, la mise a carponi e inizio a stantufarla da dietro,”Sei una puttanella che viene con il primo cazzo in fica, ora ti insegno io come ci si comporta” e iniziò a sculacciarla di tanto in tanto.
Ogni manata lasciava un segno rosso sulla pelle delicata della ragazza, che però dopo le prime percosse non sentiva nanche più dolore.
Improvvisamente il professore rallentò, usci dalla vagina grondante di Betty e di colpo infilò il suo membro nel culo, la ragazza cadde in avanti e strillò per il dolore, ma l’uomo prontamente le attappò la bocca con una mano.
“Zitta puttana, tu sei solo buchi per il mio cazzo, mio e di chi voglio io capito? Ti spacco questo culetto mignotella” E la scopò in culo fino a venire.
Quando si tolse, “Ora te ne puoi andare, lavati se vuoi e prima di uscire prendi quel pacchettino della farmacia sul tavolo, sono pillole per te, vanno prese una al giorno, noi non facciamo bambini noi scopiamo e basta”.
La ragazza fece come le era stato detto, ma mentre usciva il rpof aggiunse:” Ci vediamo mercoledì, cara e preparati!!” Lunedì Betty andò a scuola. Era ancora sconvolta dall’accaduto; alla seconda ora entrò lui, a Betty sembrò che tutta la classe si girasse a guardarla e questo pensiro la fece diventare rossa.
“Bettina stai male?” “No professore” “eppure sei tutta rossa, dopo la lezione vieni in stanza da me”.
Betty non replicò e passata la lezione il professore le disse “seguimi”.
Arrivati al suo studio la fece entrare e chiuse la porta a chiave.
Il cuore della ragazza batteva a mille,”Adesso mi violenta di nuovo” pensava.
“Cara puttanella, sta mattina ho parlato con il prof di Italiano e di latino e mi ha detto che sei un disastro, lo sai vero?”
“Si”
“Ma anche li c’&egrave una via d’uscita, il professor Antonini &egrave un tuo fan, lo sai?”
“Un mio fan di che?”
“Di questo” E con il telecomando accese il televisore che aveva nella stanza. Nel filmato si vedeva Bettina con dietro il professore che la montava nel culo e la sgrilletava mentre lei godeva.
La ragazza avvampò:”No, mi aveva detto che non lo avrebbe fatto vedere a nessuno” E si girò per colpire l’uomo, ma la risposto del suo aguzzino fu più veloce, le fermò il braccio piegandoglielo dietro.
“Mi fa male, me lo spezza”, “Inginocchiati e fai il tuo mestiere puttana” e mentre la ragazza piegava le ginocchia lui si tirò fuori il cazzo e glielo mise in bocca.
Il film andava avanti,”Sai il collega quasi non credeva hai suoi occhi e mi ha detto che per un culo così potrebbe darti anche un 7 in pagella”.
La ragazza aveva gli occhi spalancati, un pò per quello che il professore diceva , un pò per lo sforzo di non vomitare quando tenendola con la mano, l’uomo la spingeva verso il pube e la cappella le solleticava la gola.
All’improvviso il prof la lascio, aveva il cazzo in tiro all’altezza degli occhi di Bettina. Lei non aveva mai visto un membro maschile così da vicino, era duro e lucido per la sua saliva, aveva le vene ben visibili e Betty ne era in un certo qual modo attratta.
Il Professore si sedette su una sedia e le disse:”Dai togliti le mutande e dammele”, la ragazza ubbidì, l’uomo le annusò e aggiusne” Odore di femmina in calore, adesso ti ecciti anche solo a succhiarlo, sei una troia!!”
“Vieni qui mettiti di spalle e siediti su di me, a gambe aperte, piano” E mentre la ragazza calava, il professore teneva con la mano il cazzo dritto dirigendolo verso il suo secondo buco, “No prof, mi fa male, mi scopi ma mi lasci stare li”
“No cara ti devo sodomizzare per benino, vedrai che poi mi ringrazierai” e la costrinse a prenderlo nel culo, spingendola verso il basso con il destro mentre le tappava la bocca.
E fece bene perch&egrave Betty ulrò soffocandosi, il culetto le bruciava, e cercava di scappare:”Buona cavallina che adesso passa” le diceva l’uomo continuandola a immobilizzare.
Dopo un paio di minuti la ragazza non si muoveva più, il suo sfintere si era abituato all’intruso ma aveva paura che muovendosi avrebbe riniziato a farle male.
“Brava Betty , adesso iniziamo la giostra” e con una mano inizio a stuzzicarle il clitoide.
La ragazza inizio a sentire l’eccitazione, quest’uomo la violentava, la penetrava a forza ma bastava poco a farla partire. Con l’altro braccio inizio a darle il ritmo.
“Che fai godi? Ho ragione che sei una troietta in calore? Hai ancora il culo stretto però, ma basterò un pò di esperienza. Dai zoccoletta che voglio godere, ti voglio sborrare nel culo, dai, così su e giu, veloce dai!!”
Sul televisore scorrevano ancore le immagini di domenica, il professore continuava a toccarle il clitoide mentre la stannuffava nel culo e improvvisamente l’uomo le morse la schiena attappandole la bocca e lanciando un urlo soffocato.
Betty sentì l’ano riempirsi di sborra, e il cazzo pulsarle dentro; le faceva male il morso ma aveva adosso una strana smania, qualcosa che non capiva ma la frustrava dentro.
“La signorina non &egrave soddisfatta vero? Devi avere pazienza Betty, alzati dai che dobbiamo andare in classe e poi oggi pomeriggio tu hai un appuntamento”
“Io? No” , “Si cara il professore Antonini ti aspetta alle 15 qui davanti… anche lui vuole promuoverti” E la fece alzare sfilandole il membro ormai moscio dal suo buchetto.
“Dai che se non fai la smorfiosa chissà che bei voti quest’anno”.

Alle 15 Bettina era davanti allla scuola ,ma del professore Antonini neanche l’ombra, “Forse ci ha ripensato,forse non viene”.
Non le era mai piaciuto il professore di lettere, era anche lui vicino ai 60, grasso spesso poco pulito, ma quello che la infastidiva era il suo modo di guardare tutte loro ragazzze; quando fissava il fondoschiena a Betty sembrava quasi di vedere un filo di bava scendergli al lato della bocca.
“Dai signorina, sali in macchina “, Betty aveva quasi voglia di piangere, era arrivato.
Per attimo pensò di andarsene, ma l’uomo la prevenì e mostrandole sue foto perse da filmato la minacciò:”Preferisci che vada alla posta per mandare queste a tuo papà?”.
La ragazza salì e il professore , mettendole una mano su un ginocchio, le disse:” Brava, hai fatto la scelta giusta, adesso andiamo a casa mia e li ti darò lezioni che ti servono”.
Il viaggio fu breve, e la casa del prof era a 10 km dalla scuola un villino monofamiliare in una zona isolata.
Scesi dalla macchina il professore l’abbraccio per condurla dentro e nel fratempo le diceva: “Vedi Betty io abito solo, ma per fortuna ci sono le puttanelle come te a farmi compagnia ogni tanto, Sei Brava, il professor Masci mi ha fatto vedere le tue prodezze, complimenti”
La ragazza arrossì, “No devi arrossire le puttane non lo fanno” E Così dicendo scese con la mano a tastargli il culetto, cercando lo spacco sopra la gonna.
Betty iniziò a piangere, e lui invece di commuonersi continuò ancora di più. “Mi eccita vedrti in lacrime, come un agnello sacrificale. Te l’ha allargato bene sta mattina il culetto il professor Masci? ”
“Gliel’ho chiesto io , per prepararti perch&egrave la mia nerchia &egrave il doppio di quella del collega e non vorrei doverti portare all’ospedale con il culo rotto”
E con la mano sempre artigliata al suo culetto la condusse in una camera da letto, con un grande letto d’ottone.
“Dai spogliati puttana!” e anche lui inizio a spogliarsi . Bettina, con lo sguardo basso si tolse tutti i vestiti, non osava guardare il suo nuovo aguzzino.
“Bravissima tesoro, adesso girati , che culo che hai, fatto per prendere cazzi. Allarga le gambe e chinati in avanti”, l’uomo le si avvicinù e inizio a toccarla, con un dito le disegnail solco tra le chiappe e scendeva fino al clitoide e poi risaliva.
“che sborrate farò con te, piccina” E la ragazza piangeva
“che ti piangi, mica ti ho fatto male, così” E le strinse il clitoide a morsa tra le dita facendola urlare di dolore e rialzare di botto, ma l’uomo non mollava la presa anzi la pressione aumentava.
“Preferisci il dolore , vuoi che ti scopi facendoti male? o allora datti da fare succhiamelo!”
La ragazza si girò inginocchiandosi e si trovo davanti un cazzo enorme, quasi il doppio di quello del suo primo aguzzino.
“Sorpresa, vero? Ti avevo detto che &egrave grosso, dai prova a succhiarlo” E spinse il suo arnese nella bocca della ragazza, e gli caccio la cappella in gola.
Betty era intenta a calmare i conati eppure del cazzone rimanevano fuori almeno 5 cm.
“non ce la fai a prendetlo tutto in bocca? Vedremo negli altri buchi, adesso leccalo tutto per benino, Così dalla punta fino alle palle, ma lenta voglio sentire ogni cm della pella bagnata dalla tua lingua dai”
La ragazza inizio a leccarlo con foga,”Forse se faccio un buon lavoretto viene subito e mi lascia in pace”.
“Allora &egrave vero che sei troia, lo vedi che ti piace il cazzo? Brava,ma adesso basta andiamo sul letto che ti voglio scopare tutta!!” E prese la ragazza per i capelli , costrigendola ad alzarsi e a seguirla, ignorando i lamenti di dolore.
Arrivati in camera, quasi la getto su un letto a pancia in giù e le si butto sopra di lei. Betty sentiva il suo membro premere nello spacco del suo culetto e le pareva enorme, l’uomo imizio a leccarle l’orecchio , mentre con le mani le prendeva le tettine attanagliandole.
“Ora ti rompo, brutta porca, tanto lo so che in verità &egrave quello che vuoi, ti piace prendere cazzi vero?” E strizzandogli i seni :”Devi dirmi che ti piace, capito?”
La ragazza , urlando per il dolore, “Si mi piace, mi lasci ora”.
“Allora sei stupida”, si alzò e rapidamente la giro a pancia in su e la prese a schiaffi. L’azione fu così rapida che la ragazza quasi non realizzò e rimase inerme stordita. L’uomo con mossa rapida la penetro nella vagina del tutto impreparata.
“AHHH, esci mi fai male!! Aiuto”, “Zitta puttana” e le attappò la bocca.
“Devi stare zitta, che voglio sborrare” e inizio a martellarla con una mano sulla bocca e una arpionata sul seno, incurante dei colpi che la ragazza gli dava per liberarsi.
“Troia dopo paghi questa tua ribelione, però prima ti riempio la figa”.
Il dolore era ancora forte e bettina allungò tutte e due le braccia nel tentativo di cacciare l’uomo che la stava anche schiacciando con il suo peso.
All’improvviso il violentatore strillò per l’orgasmo, accasciandosi su Betty che ancora piangeva e tentava di liberarsi.
“Stai ferma che ti voglio ancora stare dentro” Betty rimase immobile come le era stato ordinato, pensando che il cazzo del professore non si stava smosciando e questo la preoccupava molto.

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