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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

La mia vita

By 2 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Da qualche tempo l’atteggiamento di Melissa, mia moglie, si era fatto stranamente aggressivo nei miei confronti. Non gli andava più bene niente di ciò che facevo.
In casa ormai era tutto di mia competenza, il suo lavoro la impegnava molto e non le lasciava tempo per le faccende domestiche che quindi aveva pian piano, ma ormai completamente, lasciato a me.
Inizialmente tutto filava liscio: lei nuovo direttore della filiale italiana di una multinazionale portava a casa uno stipendio almeno venti volte quello che portavo io, semplice magazziniere, per cui mi licenziai per fare il casalingo a tempo pieno.
Col tempo, come dicevo, Melissa divenne sempre più aggressiva ed arrogante al punto addirittura di schiaffeggiarmi come fossi un cretino per piccole imperfezioni nei lavori di casa: un soprammobile fuori posto, la polvere non completamente pulita e cose del genere.
Mi accorsi che diventavo sempre più dipendente da lei e dai suoi soldi, ma anche dal suo modo di gratificarmi come fossi una misera cameriera o di riprendermi quando combinavo qualcosa che lei non gradiva.
Anche a letto, i ruoli si erano quasi invertiti, era lei a volermi scopare, a sottomettermi anche quando non ne avevo completamente voglia, o ero particolarmente stanco per i lavori di casa.
Quando le veniva voglia di farsi riempire io dovevo sempre essere pronto, mai fare cilecca, altrimenti’
Ero completamente soggiogato alla sua persona, mi dava lo stipendio come l’ultimo dei servitori, per potermi comprare i vestiti migliori per poter essere alla sua altezza quando dovevamo presenziare insieme a qualche cena o incontro mondano.
Fu proprio ad uno di questi incontri che scoppiò tutto il casino che fece cambiare radicalmente la mia vita.
Ci trovavamo a casa di due suoi colleghi di lavoro: Giorgio e Silvia, marito e moglie. Insieme a noi altre persone, per la verità non troppe, tra le quali il direttore marketing della multinazionale un tale Filippo, notoriamente gay, con il suo boyfriends Gino. La serata trascorse tranquillamente fino a quando mi accorsi che Melissa era sparita. Senza farmi notare, non era difficile, incominciai a girare per le stanze della villa, ma di Melissa nessuna traccia. Salii in soffitta e mentre entrai sentii alcuni mugolii. Mi fermai per ascoltare meglio: erano sicuramente gemiti di godimento. Senza farmi vedere mi avvicinai all’angolo da cui provenivano i rumori, e nella penombra vidi mia moglie, distesa su un materasso, a gambe aperte che si faceva leccare la figa da un uomo. Non lo riconobbi subito, cercai di spostarmi per capire chi era, ma nel fare il movimento urtai contro qualcosa che provocò un rumore che fece voltare subito l’uomo verso di me. Era Giorgio, il padrone di casa, che appena mi vide, incominciò a ridere e sfottermi per la situazione in cui mi trovavo.
Non so perché, ma mi sentivo quasi in colpa per averli disturbati; Melissa se ne accorse e incominciò anche lei a sfottermi. Non sapevo cosa fare, poi in preda al panico, cercai di scappare, ma caddi rovinosamente per terra facendo un gran baccano. Cercai di rialzarmi per allontanarmi in preda alla vergogna, ma arrivato alla porta mi trovai di fronte Filippo e Gino. Vista la scena, Melissa non perse tempo e disse ai due di prendermi e di fare di me ciò che volevano, sarei stato a loro completa disposizione.
Avrei voluto sprofondare: io con due gay assatanati; tremavo al sol pensiero di ritrovarmi a tu per tu con loro. Mi tesero la mano guardandomi con un ghigno soddisfatto. Non so per quale motivo, ma presi a seguirli per le scale, mi fecero entrare in una camera, chiusero la porta e mi dissero di spogliarmi. La situazione non mi piaceva, avevo capito dove volevano arrivare quei due e ne ero intimorito.
Cercai di perdere tempo, ma non servì a niente: aspettarono con calma che mi fossi completamente spogliato, poi incominciarono a guardarmi e a commentare il mio fisico.
Sono grasso, con tanta ciccia ovunque, tanto da avere quasi formato anche due tette, non proprio piccole. Ridevano e incominciarono a toccarmi: prima sulla pancia, poi il culo, le tette, strizzandomi i capezzoli. Quel trattamento, inaspettato fino a qualche ora prima, mi intimoriva, ma insieme mi eccitava, tanto che il mio piccolo cazzettino si irrigidi.
Se ne accorsero i due, che visto le dimensioni scoppiarono in una risata fragorosa. A quel punto incominciarono loro a spogliarsi. Il primo a ritrovarsi nudo fu Filippo: un fisico asciutto ma non scolpito, molto peloso ovunque ed in mezzo alle gambe un arnese niente male, visto che ancora era a riposo. Dopo di lui, Gino si spogliò standomi alle spalle, mentre Filippo si avvicinava a me, invitandomi a toccargli il cazzo. Mi sentivo impacciato, non sapevo come muovermi, ma mentre, timorosamente, cercai di allungare la mia mano, senti una mano molto vigorosa che mi palpò il culo con forza, inserendo un dito tra le chiappe a cercare il mio buchetto inviolato.
Mi irrigidì subito, ma Gino non si fece intimorire, anzi, prese i miei coglioni nella mano e strinse fino a farmi piegare dal male. A quel punto mi ritrovai col cazzo di Filippo davanti agli occhi e non feci in tempo a spostarmi che mi prese per i capelli e mi costrinse a baciare la sua nerchia.
Non volevo farlo, non lo avevo mai fatto, ma lui mi costrinse a forza di pacche sulla schiena, ad aprire la bocca ed ingoiare il suo bel cazzo. Col suo cazzo in bocca, lui che mi tirava per i capelli, non riuscivo più a muovermi, tanto che Gino da dietro, prese a leccarmi il buco del culo, fino a farlo rilassare, dopodichè, senza dire niente, mi sverginò, senza tanta cura, tanto da farmi urlare come un ossesso.
Ero trapanato davanti e dietro come un maiale allo spiedo, anzi mi sentivo proprio tale, anche perché la situazione incominciò a piacermi.
Mi sentivo sbattuto nel culo come una vera puttana, intanto, di bocca, facevo il mio primo pompino.
I due andarono avanti un bel po’. Si scambiarono di posizione diverse volte fino a quando, arrivati al culmine, si piazzarono entrambi davanti a me, mi fecero distendere, e mi riempirono il corpo con la loro sborra calda, strusciandovici sopra, per spalmarmela ovunque.
In quel momento, entrò nella stanza mia moglie Melissa con Giorgio, il suo amante, e quando videro la scena, scoppiarono a ridere, prendendomi in giro: “Guarda il frocione, come gode in questo mare di sborra”, “Ve lo siete goduto fino in fondo, vero?”.
Così facendo la vergogna aumentò in me, ma stranamente mi provocò uno stato di eccitazione mai provato in precedenza, tanto che venni in quel momento, mentre ancora Filippo e Gino mi massaggiavano con i loro culi.
Al vedere ciò, Gino, si girò verso di me e mi fece succhiare e pulire bene ancora il suo cazzo.
Melissa e Giorgio, intanto si erano eccitati al vedere tutta la scena e si scambiarono un linguainbocca che mi fece impazzire. Intanto il cazzo di Giorgio divenne duro e Filippo ci si buttò sopra per pomparlo. Quando fu pronto, mi fecero distendere su letto a gambe aperte e Giorgio, l’amante di mia moglie, mi inculo come fossi una vera figa. Melissa si eccitò molto nel vedermi inculato dal suo amante, quindi si mise a cavalcioni sulla mia faccia per farsi leccare la figona pelosa che si ritrovava fra le gambe.
Ormai il mio culo era slargato e non mi faceva più male, anzi mi dava solo godimento, un godimento che mai prima avevo provato.
Andammo avanti così per diverso tempo, ed ogni tanto qualcuno degli altri ospiti veniva a vedere cosa succedeva, e si aggiungeva all’orgia, senza mai farmi mancare la sua attenzione.
Quando tutto cessò ero veramente sfinito, avevo preso almeno una decina di cazzi diversi nel culo e nella bocca, senza contare le fighe che ho dovuto massaggiare con la mia lingua. Ero diventato l’oggetto sessuale di tutti gli ospiti.
Dopo qualche ora, Melissa mi fece rialzare, mi fece vestire, lei lo era già, e mi riportò a casa con l’intento di farmi diventare la troia di casa da dare in pasto a chiunque ne avesse avuto voglia.
In fondo la cosa non mi dispiaceva, anzi mi eccitava molto, tanto che al solo pensiero, ancora in macchina, venni un’altra volta sulle mani di Melissa, che mi fece bere tutto il mio nettare.
Da quel giorno la mia vita è cambiata, ogni volta che un amico od amica di Melissa si vuole divertire, viene invitato a cena a casa nostra e dopo avergli servito la cena in abiti da cameriera piuttosto zoccola, inizia il divertimento.
Da allora molte storie sono capitate a casa nostra, ed i racconti proseguiranno. Dopo quella prima volta, mi si aprì un mondo davanti.
Non potevo più dire di no alle voglie di mia moglie e dei suoi amici, ma sinceramente la cosa mi piaceva.
Dopo varie orge a cui partecipai come schiavo, rimanendo al centro dell’attenzione dall’inizio alla fine, me ne capitò una, che non potrò mai scordare.

Un tardo pomeriggio, mentre finivo di pulire la sala da pranzo, e preparandomi al rientro della mia signora, squillò il telefono. La voce all’altro capo del filo mi disse di prepararmi che di li a poco sarebbe arrivata una sorpresa tutta per me, ovviamente preparata da Melissa. La voce non era riconoscibile, e comunque non era di persone che abitualmente frequentavo.
Immaginavo che la sorpresa fosse a carattere sessuale, non poteva essere diversamente, quindi mi eccitai al pensiero di cosa potesse aver pensato per me, la mia dolce Melissa.
Dopo circa dieci minuti, suonò il campanello, e quando aprii la porta mi trovai a tu per tu con due figure assolutamente inaspettate.

Il primo era un uomo, o meglio un armadio, in tuta da body builder, con due bretelline appena che tenevano su un costume attillatissimo.
Il suo fisico era perfetto, gonfio, senza un pelo, braccia possenti, abbronzato, con due piccoli tatuaggi sul braccio destro. Dal costume attillato si intravedeva un pacco di notevoli dimensioni, stretto fra due gambe ben definite e, anche quelle completamente depilate.

L’altra figura era decisamente eccitante. Era evidentemente una trans, di corporatura molto alta, ma con un fisico mozzafiato. Le gambe fasciate nelle autoreggenti nere, una mini che segnava lo splendido culo, la camicetta quasi completamente aperta, che evidenziava il seno prorompente trattenuto da un reggiseno minuscolo di pizzo, dal quale si intravedevano i capezzoli già duri.

Non feci in tempo a dire parola, che mi presero sotto braccio e mi accompagnarono in salotto, e senza dire una parola mi strapparono letteralmente i vestiti di dosso, anche se fortunatamente indossavo una sola vestaglia da lavoro con niente sotto per via del grande caldo.
Trovandomi già pronto, l’uomo fece uscire la sua proboscide dal costume senza toglierlo, se lo menò per qualche secondo, mi giro, mi fece chinare a pecorina e mi trapanò senza nessun tipo di preparazione. Aveva tra le gambe un’affare non tanto lungo ma grosso come non lo avevo mai visto prima. Mi fece male ma, ormai abituato com’ero a prendere nel culo di tutto, pochi istanti dopo gustai solo piacere provenire da quel cazzone enorme.

Intanto la trans si era calata la mini fino alle caviglie, aveva estratto dalle mutandine il suo cazzo e me lo aveva spiatellato davanti agli occhi affinché lo prendessi in bocca. Non esitai un secondo, sentendomi così completamente pieno. Incominciai a muovermi avanti e indietro seguendo il ritmo del culturista che mi trapanava il culo, ciucciando senza ritegno la nerchia della trans. Mi piaceva essere al centro della loro attenzione.

Dopo un po’ di questo trattamento, l’uomo, che poi scoprii si chiamava Antonio, mi fece distendere sul divano a pancia in su, mi prese per le caviglie allargando le gambe e mi inculo nuovamente.
La trans, si buttò famelica sul suo uccello che entrava ed usciva dal mio ospitale culo. A forza di leccare, incominciò ad imboccare prime le mie palle poi per intero la mia asta, se pur piccola, ed incomincio un pompino da favola. Intanto con il resto del corpo, si girò pian pianino fino ad arrivare in posizione di 69 con me.
Antonio, mi scopava e intanto ci guardava lesbicare come due troie navigate quali eravamo.

Il godimento era al massimo, e non mi accorsi che nella stanza erano entrati mia moglie con i suoi due amanti attuali. Senza disturbarci si erano spogliati, si erano avvicinati a noi e i due uomini presero a leccare il culo uno del culturista e l’altro della trans. Dopo pochi minuti di leccaggio, sfondarono con forza i loro buchi posteriori, con mia moglie che estasiata controllava e godeva dello spettacolo. Antonio si faceva sfondare il culo e a sua volta, sfondava il mio con un godimento davvero eccezionale. La trans, di nome Tania intanto si faceva fottere da Michele mentre io le leccavo il cazzo, scosso dalle sue emozioni.

Antonio, non resisteva più e si staccò da me, girandosi a baciare Stefano con una foga veramente arrapante. Stefano dopo il lingua in bocca, pian piano si abbasso, prima a leccare i capezzoli di Antonio, poi tutti i suoi potenti muscoli, infine imboccò il suo fantastico cazzo, che ormai non resistette più tanto, infatti dopo pochi colpi della lingua di Stefano, inondò la sua gola di una quantità enorme di sborra calda e filamentosa, che il porco si godette.
Con la bocca ancora piena del frutto del suo lavoro, si avvicinò a me, delicatamente sposto gli altri due che continuavano a fottere e mi baciò passandomi quel frutto così gustoso, che assaporai e gustai, venendo immediatamente per il godimento.

Intanto Melissa, che si era eccitata da sola, aveva indossato una cintura con un cazzo veramente spropositato, ma l’idea di avere tutti quegli uomini a sua disposizione la fecero eccitare tanto da ordinarci di metterci tutti in fila alla pecorina con il culo verso di lei rivolto.
Senza fiatare, per paura della sua reazione, ci mettemmo in posizione, e incominciò a chiavarci il culo ininterrottamente per due ore, a turno tutti quanti siamo venuti diverse volte e vicendevolmente pulivamo il pavimento dove avevamo appena sborrato.

Lei godeva come una troia guardandoci tutti come dei finocchietti che venivano da lei governati, e intanto si martoriava il clitoride, raggiungendo l’orgasmo diverse volte. Quando incominciò ad essere stanca, la trans prese il suo posto e così anche Melissa si fece inculare da Tania, la quale, siccome non sborrava, non si stancava mai di fotterci tutti.

Erano ormai le undici, e i nostri ospiti se ne andarono, tranne Tania, che instancabile rimase a far compagnia a Melissa, che per tutta la notte se la scopò come una furia, mentre io, come al solito stavo ai piedi del letto ad osservare il loro godimento.

Dopo qualche giorno da quella fantastica sorpresa, mi capitò di accompagnare Melissa in viaggio di lavoro. Si recava presso la filiale Keniota della multinazionale per cui lavorava ad incontrare il direttore locale per accordi commerciali fra i due paesi.

Partimmo in aereo un caldo pomeriggio di inizio estate. Il viaggio fu molto confortevole ed anche eccitante: Melissa non perse tempo a stuzzicare le hostess con avances da vera lesbica, facendomi passare per il portaborse frocetto della situazione. Una di loro non si fece scappare l’occasione di fottere in aereo e la invitò con una scusa nella toilette. Senza farsi vedere, mi disse di seguirla dopo qualche minuto, che mi sarei divertito anch’io.

Lasciai passare giusto un paio di minuti e mi avvicinai alla saletta delle toilettes. La porta era socchiusa, sbirciai dentro e vidi la mia dolce Melissa che si faceva ravanare la passerona completamente depilata, da quella troietta di hostess che gustava con delizia il nettare che usciva abbondante da quel pertugio invitante.

Eccitato da tale vista, non mi accorsi che dietro di me era arrivato un uomo, penso fosse il comandante. Visto il mio interesse si avvicinò per vedere cosa suscitasse tanta attenzione in me da non accorgermi del suo arrivo. Quando anche lui vide la scena non riuscì a trattenere l’eccitazione e gli si gonfiarono i pantaloni a tal punto da puntare contro il mio culo. Sentì il contatto sulle mie natiche, mi girai di colpo, lui mi fece segno di tacere, mi prese la testa fra le mani e mi fece abbassare fino ad essere con la bocca all’altezza del bozzo dei pantaloni.

Non mi feci spaventare dalla situazione e aperta la lampo estrassi un cazzone di tutto rispetto già duro e pronto all’uso, con una cappellona fantastica, tanto bella e ben definita da sembrare un disegno. Lo feci scomparire nella mia bocca e incominciai a pompare forsennatamente mentre con la mano destra mi masturbavo straziandomi il cazzettino.

Il secondo pilota, che non vedeva più arrivare il comandante, preoccupato lo cercò in tutto l’aereo, e quando giunse nella saletta toilette e vide la scena, abbasso i suoi pantaloni, e senza avvertimento mi inculò di brutto trapanandomi con una tale violenza da farmi cadere per terra. A quel frastuono le donne che intanto si stavano scambiando slinguate in un 69 fantastico, si accorsero di noi e si unirono all’orgia, e poco dopo, i due ufficiali mi riempirono di sborra, che bevvi tutta avidamente, scambiando solo qualche slinguata con le due troie per fargli assaggiare quel dolce sapore.

Dopo qualche minuto eravamo di nuovo tutti ai nostri posti, i piloti alla guida del velivolo, l’hostess al servizio dei clienti ed io e Melissa sui nostri seggiolini a gustarci il resto del viaggio.

Quando arrivammo a destinazione, Melissa mi fece accompagnare in albergo, e mi disse di aspettarmi lì, mentre Lei sarebbe andata subito a prendere contatti con i suoi colleghi.

Mi ritrovai nella suite del miglior albergo della città, all’ultimo piano, e dal balcone potevo osservare tutto il fantastico panorama.
Decisi di farmi una doccia per rinfrescarmi, mi spogliai e prima di entrare in bagno chiamai il servizio in camera per farmi portare uno spuntino prima della cena.

Mi feci una rinfrancante doccia fredda, fantasticando sull’avventura appena avuta sull’aereo, e ad occhi chiusi incominciai una lenta masturbazione. Con la mano destra menavo l’uccello e con la sinistra mi stringevo i capezzoli, mi stringevo le palle oppure mi penetravo con due dita il culo, provocando spasmi di godimento. Ero in uno stato quasi di trans erotico, le gambe si piegavano dall’eccitazione, le ginocchia quasi non mi tenevano su, mentre le due dita nel culo facevano il loro dovere, spanando a più non posso quel buco già di per sé martoriato.

Nel culmine del piacere, sentì una vampata di caldo attorno al mio piccolo uccello, che avevo lasciato libero per potermi penetrare meglio il culo con entrambe le mani. La sensazione di calore era talmente forte ed eccitante da non poter fare a meno di guardarmi il cazzo per vedere cosa stesse succedendo’ In ginocchio davanti a me, uno splendido esemplare di maschio africano, la pelle color ebano, senza un pelo su tutto il corpo, e tanti, tanti muscoli ben proporzionati. Non lo vidi bene in faccia perché aveva ingoiato tutto il mio cazzettino e palle comprese. Ecco da dove veniva il caldo.

Lo lasciai fare per un po’, poi mi allontanai da lui e lo feci alzare in piedi. Era alto almeno due metri, mi sovrastava totalmente. Si abbasso e mi riempì la bocca con la sua lingua ruvida esplorandomi tutta la bocca, lasciandomi senza fiato. Si staccò da me e mi invitò a massaggiargli il suo arnese. Abbassai gli occhi e vidi con sorpresa, che aveva un cazzettino più piccolo del mio, e su quel corpo statuario, era veramente sproporzionato, faceva quasi ridere. Mi ci avventai sopra con foga quasi per rivincita: anche lui aveva un cazzettino da far ridere chiunque. Lui si accorse che per me era quasi una presa in giro fottere con lui, allora decise di farmi una sorpresa. Prese il cellulare sul tavolino vicino a noi e mandò un SMS a non so chi.

Dopo pochi istanti entrò, dalla porta che il ragazzo aveva lasciato sapientemente accostata, un suo amico, nero come lui, ma l’esatto opposto come fisico. Alto poco più di un metro e cinquanta, magro, quasi rachitico, quando lo vidi mi misi a ridere pensando ad uno scherzo della natura; ma quando rimase nudo dopo essersi tolto i pantaloni, ebbi un moto di paura. La sua proboscide era di dimensioni davvero spaventose, non avevo mai visto un cazzo di quelle dimensioni: a riposo superava sicuramente i 25 cm di lunghezza e di diametro almeno 8/9 cm.

Ordinò di metterci uno a fianco dell’altro a terra alla pecorina. Ci spalmò con un unguento che aveva portato lui, e incominciò a ravanare i nostri culi con nostro sommo piacere. Andò avanti per molto tempo, circa un’ora e mezzo, senza mai cedere e senza godere. Era un vero stallone da monta e insieme io e il negro alto ce lo gustavamo a fondo scambiandoci slinguate da vere troie e muovendo i nostri culi come vacche in calore.

Dopo tanto tempo, ormai eravamo all’epilogo, ma prima che potesse riempirci di sborra, entrò mia moglie, che vista la scena, non si lasciò sfuggire un cazzo di quelle dimensioni e si fece sbattere con foga mentre io e Abdul leccavamo i loro sessi masturbandoci come cretini. Adolfo, questo il nome italiano del nano superdotato, inondò la figa di Melissa e le nostre facce di un nettare bianco squisito, che ci passammo a vicenda nella bocca io e Abdul in preda ad un orgasmo cosmico.

Rimanemmo in Kenia una settimana mentre Melissa e Adolfo facevano gli amanti, io e Abdul facevamo i servitori disposti a tutto. I due padroni ci infilzavano con ogni oggetto ed abusavano di noi in ogni momento rendendoci felici di quella situazione.

Alla fine della settimana ce ne tornammo in Italia, Abdul e Adolfo ci seguirono, diventando così una nuova e più perversa famiglia, capace di intrattenere ospiti con tutti i tipi di sessualità volessero provare.

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