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Racconti di Dominazione

La nuova avventura di Jaques…

By 11 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Come sempre e non mi stancherò mai di dirlo, ringrazio tutti quelli che mi hanno scritto per fare commenti e critiche ai racconti, un saluto particolare va a una carissima ragazza con cui sto avendo delle piacevolissime discussioni’

Ovviamente per chi leggerà queste righe o questo racconto e non riesce a capire qualcosa, vi invito a leggere gli altri racconti che troverete sempre su questo sito, qualche click per andarli a scovare, qualche minuto per leggerli e spero per affascinarvi.

Ma ora riprendiamo amici lettori da dove ci eravamo interrotti, il nostro amico Jaques, ormai spero che sia anche vostro amico, ha superato una prova difficile cavandosela direi egregiamente e ora finalmente &egrave approdato in America la dove lo aspetta qualcuno o qualcuna, che aveva suscitato la sua curiosità ormai assopita da tempo.

Ci siamo? Lo vedete scendere dalla nave con quel suo passo silenzioso e intorno a lui quell’aurea di mistero?Se la risposta &egrave affermativa,seguitemi, vi porterò nel suo mondo,attenti a non lasciarmi la mano amici c’&egrave molto buio qui’

Scesi dalla nave con il mio poco bagaglio, diretto non sapevo bene ancora dove, il mio sguardo non veniva attratto da nessuna persona in particolare e la vita procedeva frenetica intorno a me,scivolandomi intorno.

Dopo l’esperienza appena passata mi sentivo molto più forte di prima e percepivo che i miei poteri si erano notevolmente accresciuti, la lettera m’incuriosiva molto di più di quello che facevo trasparire e la calligrafia sembrava fosse di una mano femminile accresceva ancor di più la mia curiosità.

Sentivo dentro di me una nuova forza, voglia di trasgredire, di poter mettere in atto qualsiasi cosa avessi voluto fare, mi sentivo un Dio in un mondo di mortali, le parole di Felicia mi risuonavo ancora nella mente, ma sapevo che questi sentimenti erano sbagliati, secoli addietro anch’io lo ero stato e non potevo dimenticare questo ne lo volevo.

Camminai con questi pensieri in testa fino a ritrovarmi davanti ad una locanda dove entrai per potermi sistemare per questo soggiorno senza sapere bene che cosa aspettarmi nel futuro.

Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un bicchiere di vino rosso e nello stesso tempo riflettei su quale sarebbe stata la prossima mossa da compiere, ma non c’&egrave ne fu bisogno, si avvicinò a me una donna e senza guardarmi negli occhi si sedette davanti a me. Aveva la carnagione molto chiara e si vedevano le efelidi sul viso, i capelli le scendevano lunghi fino alle spalle e teneva lo sguardo basso senza dire una parola.

La curiosità si fece prepotente in me e così le rivolsi la parola:
‘madame, cosa può fare per lei un uomo come me per potersi far mostrare il suo dolce viso e incontrare i suoi splendidi occhi?’
Trasalii alla mia voce e rispose: ‘Jaques &egrave il tuo nome e so chi sei, so anche il motivo della tua viaggio qui, una persona a te molto cara ti cerca per avere aiuto da te in un momento di bisogno,acconsenti tu a darlo?’

Non era possibile sentire quella voce senza provare un brivido di piacere ma sentivo anche di riconoscerla, ma non era possibile che fosse lei’impossibile troppo tempo era passato e poi lei non era’
‘Tu ‘non puoi essere qui’troppo tempo &egrave passato dal nostro ultimo incontro’e non oso pensare che tu sia ora come me’una dannata”

‘Si sono io fratello, sono tua sorella Angélique, dopo che te ne sei andato’ &egrave successo questo, ma ora non parliamo di questo, ho bisogno del tuo aiuto fratello, ora sono la schiava di un master molto perverso e non posso più andare oltre a dover sottostare alle sue più truci perversioni, ho bisogno di te per poter eliminare il vincolo che mi lega a lui in un modo o in un altro.’

troppe domande si affacciavano nella mia mente, troppi quesiti senza risposta si affollavano dentro di me, ma capivo che per ora avrei dovuto tralasciare tutto per venire in aiuto dell’unica persona a me più cara.

Mi feci raccontare allora la sua situazione così drammatica e venni a sapere anche più di quello che mi ero aspettato.

Duncan era il nome del master e mia sorella mi raccontò che aveva moltissime serve umane ma solo lei aveva tramutato in Vampiro, facendo si che divenisse la sua schiava a vita, mi disse che veniva usata a seconda delle voglie del suo padrone, data come banchetto per altri Vampiri in occasione di feste; raccontò che veniva legata e poi a poco poco gli invitati bevevano il suo sangue mentre la scopavano, abusando di lei per ogni violenza possibile.

Dovetti interrompere il suo racconto perché non riuscii a pensare a lei come oggetto del desiderio e anche perché non potevo non pensarci anch’io e provare dei brividi nella schiena, vedevo comunque, che era combattuta e il suo desiderio di libertà era pari a quello di volere tutto questo, essendo ormai schiava del suo sadico padrone.

C’era ben poco che potessi fare, dovevo eliminare il suo padrone ma per avvicinarlo avrei dovuto anch’io essere un master, un padrone con delle schiave umane capace di ogni perversione e tortura.

Mi disse che stanotte ci sarebbe stato un banchetto nella loro dimora e che molta gente era invitata, il piano ormai era fatto, usando il mio fascino e i miei poteri avrei reclutato per qualche tempo delle schiave umane, mi sarei travestito da master e avrei avuto accesso al banchetto e poi’

Mi lasciò dopo poco dicendo che altrimenti la sua assenza sarebbe stata notata, andai via anch’io poco dopo e mi misi in cerca di giovani donne, ne trovai due che facessero al caso mio, occhi azzurri, grosso seno e viso angelico, le ammaliai e le ordinai di seguirmi.

Mi ero fatto consigliare un luogo da Angélique adatto per trovare quello di cui avevo bisogno: corpetti di pelle morbida, stivali da cavallerizza alti fino a mezza coscia, collari di pelle e bracciali pesanti, feci vestire le mie schiave e anch’ io mi travestì: pantaloni di pelle che fasciavano il mio corpo senza nascondere nulla, calzari alti e morbidi, camicia e giacca di raso nera, i miei capelli biondi ricadevano dolcemente sul mio abito e dopo qualche altro piccolo accorgimento eravamo pronti per fare il nostro ingresso al banchetto.

Misi il collare alle mie schiave e le legai i polsi, ci avvicinammo così all’ingresso, senza dire una parola, una guardia dall’aspetto minaccioso ci fece passare e fummo accolti proprio dal padrone di casa:
‘Un nuovo Master &egrave sempre il benvenuto in questa dimora, vedo i segni della vecchiaia su di te e vedo che sei accompagnato da due bellissime cagne in calore”
A quelle parole fece seguire lo sguardo su di loro che subito gemettero dal piacere e iniziarono a toccarsi la figa e stringersi i capezzoli come se fossero state travolte da un orgasmo innaturale.
Rise di gusto e pose fine a questa dimostrazione di potere, guardandomi e dicendomi:
‘entra e goditi la serata amico mio, ogni tua perversione sarà ben accetta qui, qualsiasi cosa voglia fare con una delle mie schiave sarà per me un onore’
Gli risposi allora:
‘le tue parole sono un gesto di amicizia e ti ringrazio, sono qui, infatti, per possedere la tua serva Vampira Angélique’la voglio per me stanotte, voglio saziarmi con il suo dolce sangue e nel mentre poterla possedere’.
‘per avere lei dovrai prima dimostrarmi la tua amicizia e farmi vedere quanto queste due schiave sono succubi dei tuoi ordini e dei tuoi desideri”

Entrammo allora in una stanza dove c’era ogni sorta di attrezzo per torture e godimento per qualsiasi menta perversa: corde, funi, cappi, bracciali. C’era anche un braciere dove erano scaldati ferri per poter marchiare la schiava, oggetti lunghi e bombati di ogni forma e grandezza da poter infilare in ogni orifizio della serva; la stanza era circondata una immensa vetrata e al di là del vetro le persone erano pronte per godersi lo spettacolo che gli avrei offerto, godendo del dolore altrui.

Non potevo tirarmi indietro ora e sarei dovuto andare fino in fondo per liberare mia sorella, dovevo interpretare la parte del master e così feci’

A un mio cenno le Schiave iniziarono a sospirare di piacere e cominciarono a toccarsi a vicenda e a baciarsi, tutti gli occhi erano puntati su di loro, iniziai così a preparare gli strumenti di dolore: frusta di pelle, pinze per capezzoli, vibratori di legno liscio e levigato di ogni misura e anche dei dilatatori sempre di legno per poter allargare qualsiasi buco.

Feci avvinare una delle Schiave e le legai le braccia a delle catene che pendevano dal soffitto lasciandola in piedi e con le braccia tirate, la spogliai del corpetto lasciandole gli stivali neri e facendo avvicinare l’altra Serva le ordinai di iniziare a leccargli i capezzoli, già duri per il freddo, e di morderli e succhiarli fino a fargli lasciare dei segni rossi intorno all’aureola.
Nel mentre presi la frusta e incominciai, sotto gli occhi di tutti ,a frustarle il culo prima piano e poi sempre più forte, fino a strapparle grida di dolore e di piacere, vedevo i suoi umori che colavano sulle cosce; la feci ruotare e dando un cenno alla Serva iniziai a farle leccare la figa strappandole grida di piacere.

Presi le pinze e iniziai il trattamento sui capezzoli stringendoli e lasciandole appese per un po’ di tempo fino a farla gridare di smetterla.
La Schiava intanto leccava la figa grondante di umori e aveva tutta la bocca bagnata e nel mentre che leccava si toccava anch’essa, appena la vidi la presi per i capelli e le dissi:
‘Serva, come ti permetti di fare qualcosa che non ti avevo ordinato? Stupida Schiava ora verrai punita’
‘La prego Padrone non mi faccia male, non succederà più”
‘Zitta Schiava, ora spogliati e infilati questo pezzo di legno a forma di cazzo nella figa, fai vedere a tutti quanto sei troia,’
‘Si padrone mi umili davanti a tutti, sono una troia”

Cominciò così a infilarsi il dildo dentro la figa con passione, tirai fuori il mi cazzo e senza complimenti glielo infilai in bocca tenendola per la testa e scopandola letteralmente in bocca, mi stavo eccitando parecchio e sapevo anche che avrebbero voluto vedere il sangue prima della fine di questo spettacolo.

Mi staccai dalla sua bocca a fatica e le ordinai di ricominciare a leccare la figa alla Schiava mentre io la spinsi verso il basso e incominciai a scoparle il culo senza lubrificarla nemmeno un po’, urlò di dolore e disse che le stavo rompendo il culo, che ero un sadico porco bastardo, ma continuai a sfondarla, spingendo il cazzo fino alle palle; sentivo la lingua della mia schiava sulle mie palle e avevo voglia di godere in quel bellissimo culo, ma prima dovevo far sgorgare sangue, la strinsi a me scopandola più forte e le affondai la bocca nel collo dissettandomi con il suo sangue e contemporaneamente venni copiosamente dentro di lei che urlò il suo dolore.

Girai la faccia con la bocca insanguinata per far vedere a tutti che avevo portato a compimento il rituale.

Mi staccai da lei e mi rivestii, ordinando alla mia schiava di portarla via per farla curare, si avvicinò a me Duncan dicendo:
‘complimenti, era da molto che non mi divertivo così e anche i miei invitati sono stati piacevolmente sorpresi, nell’altra stanza troverai la mia Schiava, sarete solo tu e lei per stanotte, gustala con cura &egrave molto buona e succube”
Sparì dietro una pesante tenda nera e così potei finalmente andare da Angélique per proseguire il nostro piano, la trovai nella stanza che mi aveva indicato, ma non ero pronto a quello che vidi: lei era legata al letto con braccia e gambe aperte che mettevano in risalto le sue forme.

Era bendata, e quando mi sentii avvicinare disse: ‘Jaques, sento che sei tu, sento il tuo potere, guarda cosa mi ha fatto il mio padrone, mi ha lasciata così indifesa e nuda’ ho voglia di cazzo sai? Mi ha fatto scopare dai suoi amici prima che arrivassi tu, Si sono dissetati con il mio sangue lasciandomi senza forze e con poco potere quei sadici perversi ‘aiutami a scappare Jaques, fammi bere il tuo sangue’ ti prego”
Non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue forme, i seni con i capezzoli duri e dritti, la curva del ventre, e sebbene sapessi che andavo contro natura, avevo voglia di scoparla fino a farla urlare di godimento; non potevo nemmeno parlare e il mio cazzo era già duro e premeva da sotto i pantaloni.

Mi avvicinai a lei cercando di non guardarla, di non sfiorarla con il mio corpo’sentivo ancora l’odore del sesso su di lei e le dissi:
‘Dissetati e torna forte sorella,avremmo molto da fare questa notte”

Avvicinai il collo alla sua bocca e subito sentii le sue labbra che aderivano a me, mi sentivo eccitato a livelli paradossali e lei mi strinse forte costringendomi a sdraiarmi sopra di lei per succhiare meglio, il mio cazzo voleva uscire e penetrarla senza ritegno, lo sentii anche lei, che cominciò a strofinarsi contro di me.

Non potevo più trattenermi, mi staccai quel tanto giusto per far uscire il mio cazzo e glielo infilai tutto fino in fondo, iniziò subito a gemere e sospirare di piacere:
‘oh si fratello, scopami, ti voglio sentire dentro, sarà la tua ricompensa per la mia salvezza, sfondami Jaques hai un cazzo bellissimo che mi riempie tutto”
Mi sollevai sulle braccia e cominciai a scoparla senza ritegno, quelle parole dette da lei mi avevano fatto impazzire e ora per me lei rappresentava la fonte del piacere assoluto; mentre la scopavo il sangue colava dalla ferita e lei lo leccava dai seni portandoseli alla bocca o le cadeva in faccia e si passava la lingua fin dove poteva.

Sentii la sua figa che si contraeva per l’orgasmo imminente e spinsi ancora più forte e veloce, venimmo insieme in un urlo contemporaneo di piacere, ma fummo subito interrotti da un enorme trambusto che proveniva fuori dalla nostra stanza.

Usci subito da lei e mi rivesti, andai alla porta e la aprii cautamente non sapendo cosa dovessi aspettarmi’

I mietitori erano qui, sì, voi non sapete chi sono, ma per noi sono peggio della morte, sono cacciatori di vampiri senza un minimo di pietà o compassione, non li avevo mai incontrati prima d’ora ma sapevo che erano spietati e anche molto forti.

Chiusi subito la porta e mi avvicinai al letto, ma dopo qualche secondo la porta volò attraverso la stanza e un potere enorme ci investi entrambi, era impossibile contrastare una cosa del genere, non avevo nemmeno le forze per cercare di resistere e voltando lo sguardo incrociai gli occhi di una donna di una bellezza glaciale’era lei la spietata Jenna, capo dei mietitori?

Cosa ci sarebbe successo ora? Ci avrebbero ucciso o peggio?

per ora mi fermo qui, per il resto ci sarà tempo, un’altra notte, un altro racconto. Ora aprite gli occhi e ricominciate a vivere’

Come sempre per critiche e suggerimenti ma sopratutto se vorreste che continuassi la storia contattatemi all’indirizzo: demon80blonde@yahoo.com Per chi lo dovesse leggere spero piaccia come &egrave piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.

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