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Racconti di Dominazione

La punizione di Melanie

By 9 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Melanie si trovava in una situazione poco invidiabile.

Le braccia legate sopra la testa, i polsi stretti nella morsa della fune che Paul, suo marito, aveva assicurato a una trave del soffitto, i piedini delicati che, racchiusi negli stivaletti alla moda, a malapena sfioravano il suolo.
Era successo che Paul l’aveva sorpresa abbracciata con Thomas, il marito della sua amica del cuore Blanche; si trattava di un’effusione innocente, ma Paul, accecato dalla gelosia, l’aveva trascinata nella stanza che tante volte era stata testimone dei loro amori. Ella aveva tentato di protestare, di spiegargli, ma invano: Paul le aveva ingiunto di tacere. L’aveva schiaffeggiata poi, tenendole i polsi dietro la schiena, aveva cominciato a palparle la fica. Si era ficcato un dito in bocca e poi, ben inumidito di saliva, glie lo aveva passato con delicatezza sulle labbra carnose della sua vulva, intorno al clitoride inturgidito, muovendolo con tocco esperto ed esigente, come lui solo sapeva fare.

Ancora, e ancora, mentre le stringeva i polsi dietro la schiena, aveva continuato a stimolare le parti più sensibili del suo sesso, mentre lei gemeva di piacere, prossima a perdere il controllo. Era vicinissima ormai all’orgasmo, quando Paul, con deliberata crudeltà, le aveva infilato fulmineamente un fazzoletto in gola, soffocando le sue proteste. Poi, approfittando della sua sorpresa e della sua frustrazione, le aveva legato strettamente i polsi, mentre le assicurava un bavaglio davanti alla bocca, impedendole di emettere alcun suono che non fosse un gemito sommesso.
Infine, Paul l’aveva gettata a terra. Cadendo sul soffice tappeto, Melanie non si era fatta male, ma subito si era sentita afferrare e stringere le caviglie da qualcosa di ruvido e resistente. Era il cinturone di suo marito, che Paul usava portare sopra il giustacuore. Ella si era trovata così alla completa mercé di quell’uomo di solito tanto dolce e che ora stentava a riconoscere. Che cosa ha in mente?, si era chiesta, con crescente inquietudine e con la fica ancora calda e bramosa di piacere.
Paul le aveva voltato le spalle, per prendere dal fondo del grande armadio un oggetto che lei non aveva potuto riconoscere subito. Era una fune, che suo marito aveva poi passato al di sopra della trave che correva da un capo all’altro della vasta stanza, a più di due metri dal pavimento, sotto il soffitto a capriate. Raccolti i due capi, Paul ne aveva assicurato uno a un anello infisso nel muro (Melanie si era sempre chiesta a cosa servisse); l’altro invece l’aveva lasciato pendere proprio sopra di lei.
Egli aveva poi assicurato al capo libero della fune i polsi di lei; tendendo la corda, l’aveva costretta ad alzarsi, ancora impedita dalla cinghia che le serrava le caviglie. Poi, tendendola ancora, l’aveva lasciata penzolare dal soffitto, mentre i suoi piedini sfioravano a malapena il pavimento.
Ed ora, Melanie si trovava in una situazione a dir poco imbarazzante; e non poteva uscirne. Cosa voleva farle Paul? Si sentiva impaurita, eppure il senso di dominio che ora ella avvertiva così forte su di sé le provocava una violenta eccitazione. Poco prima Paul aveva risvegliato il suo corpo con sapienti carezze, ed ora Melanie avvertiva bruciante il bisogno che un uomo passasse le mani sulla sua carne. I seni, sotto il corpetto, erano tesi e turgidi, tanto da farle male; i capezzoli premevano a tal punto contro la stoffa che a chiunque, vedendola, la sua eccitazione sarebbe apparsa evidente.
Ma a tutto ciò Paul sembrava indifferente. Le sciolse le caviglie, poi con metodica lentezza cominciò a slacciarle gli stivaletti. Prima uno, poi l’altro, apparvero i piedini di lei chiusi nelle loro guaine di pizzo. Venne il turno della gonna e della sottogonna, che l’uomo, con sicurezza, le sfilò di dosso. Le gambe di Melanie erano fasciate da calze traforate di squisita fattura, strette poco sopra il ginocchio da giarrettiere che pochi uomini potevano vantarsi da averle mai visto, benché certo moltissimi l’avessero desiderato. Al di sopra, le sue cosce bianche, ben tornite, sode, si mostravano in tutta la loro bellezza.
Erano due veri strumenti di lussuria, così sensibili al tocco, soprattutto nella parte interna, che quando Paul le lambiva con le labbra subito lei sentiva un dolce languore pervaderle le membra, mentre la fica, quasi contro la sua volontà, le si inturgidiva, bagnandosi e schiudendosi come una bocca umida, vogliosa.
La sua fica: anche in quel momento era bagnata, ed era proprio sotto gli occhi di Paul dal momento che, per ordine di suo marito, lei non portava mai le mutandine.
Melanie spasimava ormai dal desiderio; tutto il suo corpo si tendeva verso Paul, nella muta preghiere che egli la toccasse, la palpasse, la facesse godere. Avrebbe urlato se avesse potuto; ma, con la bocca imprigionata dal bavaglio, poteva emettere solo mugolii inarticolati. Un contatto leggero, involontario della sua vulva con la gamba di Paul rese il suo desiderio ancora più intenso; la tensione erotica del suo corpo si faceva insopportabile.
Lecca la mia fica, Paul, te ne prego! Non ne posso più, amore…, urlava la sua mente, forse nella vana speranza che Paul potesse udire. Ma nient’affatto. Paul ora era dietro di lei, alle sue spalle. Il culo perfetto di Melanie, morbido e pieno, era nudo, ben in vista: le natiche, ben rilevate sulle sue cosce, erano divise da un solco profondo e, in mezzo, era il buco tiepido e accogliente che ella tante volte aveva offerto a suo marito ‘ non in modo diretto, naturalmente: era pur sempre una dama; ma sempre egli aveva declinato l’offerta, fingendo di non capire.
Melanie aveva sempre pensato che il suo fosse un culo molto sexy, e certo nessuno avrebbe potuto negarlo. A diciott’anni, ella era fiorente e piena di salute e la carne soda dei suoi glutei lo dimostrava appieno!
Ma cos’aveva ora Paul in mano? Le sembrava una striscia di cuoio; lunga circa mezzo metro e provvista, ad una estremità, di tre o quattro code.
La voce di Paul ruppe il silenzio, facendola sobbalzare. I granelli di sabbia in una clessidra cominciarono a scendere e, contemporaneamente, Paul alzò la striscia di cuoio.
Ooohh…
Il corpo di lei si contorse nel vuoto.

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