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Racconti di Dominazione

LA RAGAZZA E LA FRUSTA: LA VOLUTTA’ DEL DOLORE

By 6 Settembre 2021No Comments

La giovane donna era legata al palo nel cortile, le mani avvinte da una corda sottile, la vita nuda ad attendere la frusta, nel sole di un pomeriggio estivo, nella calura della campagna.
Lunghi capelli castani, alta statura, personale snello ingentilito dalla pienezza dei seni e dalle cosce tornite, una schiena magra, la pelle tesa per la posizione imposta.
La giovane era inquieta : la attendeva la fustigazione, per essere stata sorpresa a scambiare baci in intimità con un giovane che serviva alla fattoria. La disciplina era severa , a quei tempi, e la ragazza aveva assistito ad altre punizioni, ma non ne era mai stata destinataria.

Nel cortile era entrato il proprietario, con una frusta di cuoio in mano: cuoio scuro, pesante, impreziosito da alcuni nodini che lo ispessivano rendendo più bruciante il viaggio di dolore che
dispensava con il suo crudele impegno.

Le altre ragazze, che attendevano l’inizio della punizione, ammutolirono : l’uomo, richiamata la colpa, enunciò la pena. Venti colpi, dalle spalle alla vita, e prese posizione, facendo sibilare più volte la frusta in aria, quasi a preparare il castigo.

La giovane sentì la paura, tese la schiena fino a stirarla, poi respirò a fondo : non fece a tempo a rilassare i muscoli che il cuoio cominciò a mordere.
Un dolore forte, intenso, quasi violento, ad ogni colpo che rigava la schiena elegante, accendendo strisce rosse sulla pelle dolce e fresca.
Un dolore che dopo pochi colpi si fece strazio, disegnando sulla pelle della giovane un labirinto di sofferenza, fino a solcarne le carni ed a farle leggermente sanguinare.

Era la lezione che l’uomo voleva impartire, ed i gemiti della ragazza ad ogni schiocco, i lamenti che accompagnavano i colpi, facendosi urla sul finire del castigo sembravano confermare che quella lezione era stata compresa.

Allo stesso modo, il contorcersi della giovane punita sotto i colpi di frusta, la pelle che si tendeva ad ogni bacio feroce del cuoio.

Tuttavia, un osservatore attento, e chi sferzava lo era, avrebbe visto che quel contorcersi sembrava una danza sotto i morsi del cuoio, che il busto nudo che le sferzate avvincevano sempre più al palo sembrava abbandonarsi ad un amore violento e dolente con il legno e con il cuoio, che la giovane, sconvolta da un castigo feroce era insieme attraversata da un’orgasmo inizialmente cauto e trattenuto, poi sempre più forte, quasi una trance erotica sviluppata dai baci della frusta.

La pelle avrebbe sofferto a lungo, di quei baci crudeli, ma il cuore ed i sensi li avrebbero ricordati a lungo : non solo e non tanto un castigo, quanto l’iniziazione ad un piacere mai conosciuto, ad una ricchezza dei sensi che l’avrebbe accompagnata nel suo cammino.

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