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Racconti di Dominazione

La ribelle

By 25 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Ci troviamo in uno Stato Sud-Americano in cui vige un regime dittatoriale. Io sono Federica, una ribelle che, assieme ad uno sparuto gruppo di altri ragazzi, cerca di osteggiare il regime con numerosi sabotaggi e manifestazioni in luoghi pubblici per svegliare la coscienza del popolo. Ringrazio il cielo di esser cresciuta consapevole dei veri concetti di libertà (qualsiasi tipo di libertà) e di democrazia; parola democrazia che è oscura al regime, parola libertà che è l’antitesi del regime! Un maledetto giorno, a causa di una soffiata di un bastardo traditore, nella piena elaborazione di un piano per sabotare una parata militare, veniamo circondati e catturati dalla polizia del regime! Molti dei miei amici di lotta vengono fucilati immediatamente, a me il destino ha in serbo una sorte differente! Io agli occhi dei militari sono semplicemente una donna ed il fatto che sia una ribelle accentua in loro il desiderio di domarmi.

Come sono? Sono alta 165 cm, occhi scuri, magra, capelli lunghi neri e porto una seconda.

Vengo condotta in un carcere, legata ad X e chiusa in una cella.

Io desidero solo morire, non caveranno dalla sottoscritta nemmeno una informazione, io odio il regime e non tradirò mai i miei ideali e i miei amici morti per una giusta causa!

Dopo ore (non saprei dire quante) di isolamento nella cella, la porta inizia ad aprirsi. Entra un militare. Dalla divisa che indossa intuisco che è un ufficiale del regime; mi fa un sorrisetto beffardo! Io urlo di uccidermi, epiteto il regime come la nefandezza della società e metto subito in chiaro che mi reputo una prigioniera politica e in quanto tale non parlerò mai! Prigioniera politica, la mia ingenuità! In una dittatura non esistono prigionieri politici, esistono soppressi politici!

L’ufficiale inizia a parlarmi, a farneticare che per una ragazza carina come me il regime significa solo godere! Che apprezzerò il regime! Che diventerò una troia di esso!

Io urlo, mi dimeno, non diventerò mai una loro asservita! Lui ride!

L’ufficiale inizia a tagliarmi i vestiti, sono nuda, legata ad X davanti a lui.

Sprofondo nella vergogna, non voglio che mi veda nuda, è un maledetto bastardo. Potrà avere il mio corpo (d’altronde non posso muovermi), ma non avrà mai la mia anima. Inizia a fissarmi, quando all’improvviso prende una valigetta con dentro un vibratore.

Sono terrorizzata! Mi spiega cosa vuole farci con esso: vuole mettermelo dentro la mia figa rasata, accenderlo e vedere fin quanto potrò resistere al piacere del sesso. Una volta che mi lascerò controllare dal piacere della carne sarò pronta a diventare una troia del regime! Questo mi dice! Io lo sfido affermando che tanto non cederò mai al suo trattamento! Lui ride di nuovo e all’improvviso mi ficca il vibratore nella figa! Sento un dolore atroce! Lui lo accende!

Il vibratore vibra dentro me, lui mi fissa standomi di fronte: dice che vuole percepire ogni minimo segnale di godimento nell’espressione del mio viso.

Il vibratore lavora, devo dire che lavora anche bene: mio malgrado il dolore sparisce e la mia figa inizia ad avere una certa reazione nonostante non volessi! Devo resistere! Re-si-stereee! Il bastardo inizia a sussurrarmi di lasciarmi andare al piacere, di cedere al regime, di godere.

Io non voglio ascoltarlo! Cerco di isolarmi con la mente, ma è inutile. Lui capisce che sto cercando di resistere ma che comunque le mie sicurezze iniziano a vacillare, così si slaccia i pantaloni e mette in mostra un bel cazzone e ricomincia a sorridere non appena vede la mia espressione nel guardarlo.

Vuole che sia io chiedere di essere scopata dal suo cazzo.

Mi sta sempre di fronte. Il vibratore continua il suo lavoro. La figa è bella sveglia maledizione! Mi sento frastornata dalla sensazione che sto provando! Per la miseria non devo avere queste sensazioni, lo devo per i miei ideali, lo devo per i miei amici morti!

Devo ammettere però che mi sento confusa…..

 

Fine I cap.

Continuo?

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