Skip to main content
Racconti di Dominazione

La signora

By 11 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

– Sì cara, ci vediamo questa sera cara. A presto. Non ti preoccupare, mi occuperò della questione appena tornato a casa.
Uff’ mia moglie ha avuto ancora a che ridire con la nostra domestica Clara. Secondo lei non fa mai bene nulla: non pulisce abbastanza, non &egrave attenta quando fa la spesa, passa troppo tempo al telefono con le sue amiche’
Non &egrave che la ragazza sia un mostro di efficienza ma si vede che si impegna e mi dispiace che mia moglie se la prenda con lei’
Oggi, ad esempio, sembra che Clara abbia rotto un bicchiere mentre lavava i piatti e deve aver già ricevuto una buona dose di bacchettate sulle mani da mia moglie. Ora il copione prevede che questa sera, quando arriverò a casa, prenda per un orecchio la malcapitata, la redarguisca a dovere e la batta con la cinghia dei pantaloni fino a che non imparerà ‘a mettere la testa in quello che fa’. Clara rimarrà poi a singhiozzare qualche ora in ginocchio in cucina e poi verrà mandata a letto nella sua stanza.
Non faccio a tempo ad oltrepassare la porta che mia moglie mi scarica addosso di nuovo la sua filippica sull’incapacità di Clara a svolgere qualsiasi compito con la dovuta attenzione.
Stasera, però, non ho voglia di recitare la scena madre del padrone adirato’
-Clara, Hai sentito cosa ha detto la padrona? Vieni qui che devo punirti come meriti’
Clara si avvicina con gli occhi bassi ed un’espressione imbronciata, si inginocchia sul divano, alza la gonna e resta immobile ad aspettare la sua punizione.
Io la lascio lì un po’ a meditare sulla sua sfortuna, mi bevo una birretta in cucina e poi torno da lei in soggiorno.
Anche mia moglie &egrave lì ad aspettare con evidente impazienza che io compia il mio dovere.
Mi metto alle spalle della ragazza, mi sfilo la cintura, la piego in due e la faccio schioccare.
– Sono venti cinghiate, vedi di non muoverti e di non farmi incazzare’
Clara si stinge nelle spalle mentre la cinghia comincia a cantare sulla sua pelle; le prime dieci cinghiate vanno via lisce, poi comincia a lamentarsi e a dimenarsi ad ogni colpo ma non ho voglia di riprenderla né di farmi aiutare da mia moglie, che pure aspetta con evidente impazienza di essere chiamata a partecipare, e mi limito ad aumentare la forza e la velocità dei colpi che vanno a colorare anche la parte alta delle cosce della ragazza. Ora della fine non si può dire che si sia comportata bene ed almeno un paio di volte ha persino provato a parare i colpi con le mani; la mando in cucina a meditare in solitudine sulle conseguenze della sua sbadataggine e mi accomodo sulla mia poltrona preferita per leggere finalmente il giornale ma mia moglie non sembra essere soddisfatta.
– Non mi stupisce che Clara sia così poco attenta nel suo lavoro! Sa benissimo che qualsiasi cosa faccia la passerà liscia ed il massimo che rischia sono solo poche carezze che non spaventerebbero neppure un bambino. Non avresti dovuto consentirle di fare tutta quella confusione. E poi non capisco, con quella lì usi ancora la cinghia? Non hai ancora capito che orami ci si &egrave abituata? Ti avevo comprato quella bacchetta spessa, ma tu non la usi mai’
Sì, brava, se usassi veramente la bacchetta che ha comprato lei credo proprio che Clara non si potrebbe più sedere per almeno una settimana e, quel che &egrave peggio, non credo che potrebbe tornare subito al lavoro e poi i piatti chi li lava, lei?
Provo a far comprendere questi semplici concetti a mia moglie ma non c’&egrave verso’
– E allora? Perché secondo te quella lì lavora? Non &egrave capace di fare nulla, non &egrave in grado di lavare neppure un bicchiere! Ma tu non hai tempo per queste cose, l’unica cosa che sai fare &egrave startene lì a leggere il giornale mentre la disciplina in questa casa va a rotoli!
Beh, questa volta mi ha convinto! Credo proprio che si debba ristabilire la disciplina domestica e, per questo, chiamo subito Clara. La ragazza si presenta ancora singhiozzante e con le mani a massaggiarsi il posteriore.
– Allora, non hai ancora finito di frignare? Smettila di sfregarti il culo e corri a prendere la bacchetta che ha comprato la padrona!
– Oh, no, padrone.. La prego mi ha già punita abbastanza e poi quella &egrave troppo grossa’
– Niente discussioni! Fila a prenderla o sarà solo peggio per te!
Mia moglie ha seguito con evidente soddisfazione l’evolversi della vicenda e sfodera il suo sorrisino compiaciuto quando vede la ragazza inginocchiarsi davanti a me porgendomi tremante lo strumento del suo nuovo supplizio ma subirà presto, &egrave proprio il caso di dirlo, una cocente delusione.
Afferro la bacchetta e, flettendola tra le mie mani, mi rivolgo alla mia cara mogliettina:
– A proposito, cara, si può vedere l’estratto conto della tua carta di credito di questo mese?
Il suo viso sbianca di colpo e prende a balbettare: – Nnon mi pareee che sia ancora arrivato’
– Davvero? Eppure mi pare proprio di aver visto la busta aperta sul tavolino dell’ingresso’ Ti prego, cara, valla a prendere.
– Siii, maaa forse l’ho già buttato via’
– No, cara, non &egrave stato buttato via per la semplice ragione che l’ho recuperato dalla pattumiera ed ho potuto vedere che, purtroppo, anche questo mese hai oltrepassato ogni limite di spesa!
– Sì, ma erano occasioni uniche, non potevo lasciarmele scappare!
– Certo, per te le occasioni uniche ci sono 365 all’anno! La verità &egrave che non sei capace di darti dei limiti!
– Non &egrave vero! Sono capace di limitarmi benissimo ma non vedo perché dovrei farlo, non mi pare che abbiamo problemi economici.
– Di questo passo non ne sarei tanto sicuro… Ma il problema non &egrave questo: avevi promesso che avresti speso meno e sei venuta meno anche alla tua promessa. E’ venuto il momento di porre un freno a questo tuo comportamento. Avrei dovuto dare ascolto sin da subito a tuo padre che si &egrave sempre raccomandato di tenerti in riga.
– Ma che cosa c’entrano i miei adesso?
– Lo sai benissimo che cosa c’entrano’ Tuo padre mi ha sempre detto che tu, per comportarti come si deve, avevi bisogno di una bella ripassata ogni tanto. Credo che sia proprio venuto il momento di impartiti una lezione con i vecchi metodi.
– Non dirai sul serio? Non vorrai mica sculacciarmi? Non ho più l’età per questo genere di cose.
– Certo che no! Per te ci vuole molto di più. Intendo inaugurare su di te la bacchetta che hai comprato per Clara. Credo che venti bacchettate a culo nudo possano bastare. Vediamo se così impari a contenerti una buona volta!
– Oh no, ti prego, &egrave troppo umiliante! La bacchetta si usa per le serve e poi venti sono troppe. Mi lascerai i segni’
– La bacchetta &egrave per chi si comporta male e poi non vedo quale sia il problema dei segni: pensi di andare a mostrare il culo in giro? Adesso basta storie. Piegati sullo schienale della sedia ed afferra con forza la seduta. Guai a te se abbandoni la posizione! Anzi, Clara, vedi di renderti utile e tieni giù la Signora.
– No, ti prego, mandala via. Non mi puoi punire davanti alla serva. E’ un’umiliazione troppo grande!
– Vorrei ricordare alla Signora che, prima che io la sposassi, andava anche lei a fare le pulizie in casa d’altri. I tuoi vecchi padroni dovevano essere decisamente poco severi, se non ti &egrave mai capitato di dover essere trattenuta da un’altra serva durante una punizione!
Sembra che la mia cara mogliettina si sia finalmente rassegnata: sbuffando si china sulla sedia e, voltando ostentatamente il viso nella direzione opposta, lascia docilmente che Clara, inginocchiata davanti alla sedia, le afferri con forza i polsi.
La serva ha ormai smesso di piangere e sembra imbarazzata per la strana situazione venutasi a creare.
Non resta che mettermi all’opera: le alzo la gonna e comincio a far cantare la bacchetta.
Decisamente un bello strumento: mia moglie lancia un grido di dolore ad ogni colpo e Clara fa fatica a trattenerla ferma sulla sedia.
Dopo quattro bacchettate le abbasso gli slip ed ammiro il risultato: quattro segni rossi ben distinti fanno mostra di sé sul suo posteriore.
Riprendo l’opera con nuova lena e mia moglie scoppia subito in lacrime. Dopo soli altri due colpi riesce anche a divincolarsi dalla presa di Clara e mi implora di perdonarla.
– Mi fa piacere che ti sia pentita del tuo comportamento ma la punizione va avanti. E poi, cara, un po’ di contegno, Clara ha subito la sua punizione con più dignità’
Vedo balenare un lampo d’odio nei suoi occhi, vorrebbe dire qualcosa ma sa che non le conviene: si rialza e, imbronciata, torna a chinarsi sulla sedia esponendo il posteriore al prosieguo della punizione. Non mi piace questo tipo di atteggiamento e glielo faccio capire raddoppiando la forza delle bacchettate: dopo pochi colpi ha ripreso a singhiozzare e urlare ad ogni frustata ricevuta.
Verso metà dell’opera il culo della mia signora comincia ad essere di un bel rosso uniforme e a mostrare un bel disegno fatto di strisce più scure intrecciate tra loro.
Le affibbio anche un paio di colpi sulle cosce ma lei sembra non gradirli.
– No, ti prego, almeno non lasciarmi segni sulle gambe’ Come faccio poi con le mie amiche in palestra?
– Non &egrave affar mio, cara’ E poi credo che dovresti vergognarti più di non saperti contenere con il denaro piuttosto che della giusta punizione ricevuta.
– Ma non &egrave giusto! Non puoi farmi questo!
– Silenzio! Non sei nella posizione di poter giudicare quello che &egrave giusto o non &egrave giusto per te; le bacchettate rimanenti le prenderai tutte sulle cosce e, per quanto riguarda la palestra e quelle oche delle tue amiche, se ci vorrai ancora andare e ti chiederanno qualcosa, dirai loro la pura verità: che sei stata punita da tuo marito per esserti comportata male. Così vedranno cosa succede a quelle che si comportano in maniera irresponsabile. Almeno per alcune di loro, poi, non credo che sia una sorpresa. So che la moglie di Paolo ne ha prese di recente anche di più’.
La prospettiva di un aggravamento della punizione sembra aver sedato la sua ribellione. Ciononostante termino la sessione dedicando particolare attenzione alle cosce che, dal ginocchio fino all’attaccatura dei glutei, presentano i segni della punizione ricevuta (altro che palestra! Credo che nei prossimi giorni avrà difficoltà a sedersi anche per il pranzo’).
– Bene! Ora che avete entrambe preso quelle che vi siete meritate penso proprio che sia il caso di meditare insieme sull’importanza del duro lavoro ben fatto: filate in cucina! Voglio che laviate il pavimento per bene in ginocchio con lo straccio. Quando avete finito, mi aspettate lì in silenzio. Occhio! Se vedo la minima traccia di sporco ve lo faccio rilavare tutto con la lingua e non sto scherzando!
Le due ragazze si avviano assieme ed in silenzio verso la cucina ed io posso finalmente riprendere la lettura del giornale che questo spiacevole incidente aveva interrotto.
La pace regna ora sovrana sulla casa. Mi auguro che la mia signora abbia finalmente imparato la lezione’

Leave a Reply