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Racconti di Dominazione

Lady Sara Domina – Capitolo 4

By 14 Maggio 2020One Comment

Capitolo 1: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/lady-sara-domina-capitolo-1/

Capitolo 2: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/lady-sara-domina-capitolo-2/

Capitolo 3: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/lady-sara-domina-capitolo-3/

Sono appena uscita dal sexy shop stavolta ho comprato lo strap-on sono troppo curiosa di usarlo… sono passati alcuni giorni dall’ultima volta che ho ricevuto a casa Bobby, lo schiavetto ha installato il software nel cellulare della moglie e ho iniziato a spiarla e farmi un’idea di questa donna attraverso i messaggi che invia e riceve, cosa gli piace, cosa non sopporta, il suo carattere…
Ho segnato alcuni punti da poter sfruttare, pensa di essere in sovrappeso e crede che il marito la rifiuti per questo…
Mi insinuo lentamente nella sua vita, nei suoi gusti e nei suoi piaceri.
Ho detto allo schiavo di non scoparla per farla stressare maggiormente e, come immaginavo, dopo qualche giorno ha iniziato a lamentarsi con una sua amica… la sua “migliore amica”, afferma che vuole mettersi a dieta così da riconquistarlo… lei gli consiglia di farsi un amante… lei dice di amarlo ancora.

Passa qualche  giorno e finalmente una prima occasione si presenta, la baby sitter è malata non può andare a prendere la figlia, deve andare Bobby.
Lo chiamo e gli ordino di inventarsi una riunione che gli impedisce di uscire dall’ufficio… avvertendo la moglie all’ultimo minuto così da costringerla a passare a prendere la figlia.

Si presenta, come immaginavo, a scuola 30 minuti dopo la fine delle lezioni, ero rimasta solo io in classe con la figlia, Luisa, si chiama così la troia, arriva trafelata scusandosi con me.
– Mi spiace moltissimo per essere arrivata così tardi, purtroppo la baby sitter si è ammalata e mio marito è stato trattenuto in ufficio, ho fatto prima che potevo – il mio piano ha inizio
– Certo capisco, ma poteva avvertire telefonicamente, stavo chiamando i carabinieri – primo colpo, facciamole capire chi comanda
– No no certo ha ragione mi scusi ancora sono arrivata, prendo la bimba e la porto a casa
– Ha portato il passeggino? – secondo colpo, deve sentirsi inadeguata
– Il passeggino? No… no… perché?
– La piccola dorme, non vorrà caricarsela in spalla.
– Come dorme? Non si può svegliare? Come faccio a portarla via
– Ma io dico come ha fatto a venire senza passeggino? La baby sitter e anche suo marito sono sempre qui con il passeggino
– Non lo so non me l’ha detto io… io non ci ho pensato
– Vabbè io chiamo i carabinieri, intanto vada a prendere il passeggino – terzo colpo, di nuovo il terrore deve insinuarsi nel suo io
– No no la prego la porto in braccio
– In braccio? Non mi sembra proprio in forma per portarla in braccio non posso lasciare la bambina in condizioni non sicure
– La prego
– Facciamo così, la porto io in braccio fino a casa sua – quarto colpo… l’ancora di salvezza, la stessa che stava per affondarla fino ad un minuto prima
– Oh veramente farebbe una cosa simile? Non so proprio come ringraziarla – vado nell’altra stanza prendo la bimba in braccio e ci avviamo verso casa, nel tragitto parla come un’isterica di tutti i problemi che ha, arrivati finalmente a casa porto la bimba nel lettino
– Bene, ora è a posto, che fa mi offre un caffè? – quinto colpo, la sottomissione
– Oh… un caffè… si certo vuole un caffè… lo preparo subito – corre in cucina e io la seguo
– Io comunque mi chiamo Sara, visto che ancora non ci siamo presentate
– Ah si si la maestra Sara lo so, si si non ci siamo presentate io sono Luisa
– Luisa, posso darti del tu? – senza aspettare risposta – mi sembri un po’ stressata, come mai? Eppure sei una bella donna… forse qualche chiletto di troppo – Lei mi guarda con un’aria disperata
– Si… si… – rispondendo alla prima o alla seconda domanda… o a tutte e due
– Ma con tuo marito come va? Lo vedo sempre quando viene a prendere la bimba è così solare felice, l’opposto di te che mi sembri piuttosto depressa
– Si.. lui è sempre felice…
– Eh appunto… guarda che il caffè è uscito – la rimbrotto mentre lei si gira presa dal panico e cerca di spegnere il fuoco, la sposto e spengo il fornello, togliendo la macchinetta dal fuoco
– Grazie grazie… non so che mi stia prendendo
– Ma no tranquilla, senti ora vado perché ho da fare – la lascio così con la macchinetta sul piano e lei con uno straccetto in mano, mentre chiudo la porta di casa la sento dire
– Ma il caffè non lo vuole? – la prima parte è fatta, mi sono insinuata nella sua vita ora bisogna spingere sull’acceleratore, chiamo Bobby al cellulare
– Bobby oggi non mi hai mandato il video?
– Mi scusa Signora, non l’ho fatto ancora oggi, vado subito
– Aspetta, sono stata a casa tua con la troietta, fatti raccontare tutto e inizia a perorare la mia causa, la voglio ai miei piedi
– Certo Signora, sarà fatto
– Bene, ora vai al bagno quando arrivo a casa voglio vedere il video – e attacco… sta procedendo tutto meravigliosamente.

La sera leggo i messaggi del cellulare della troietta… inizia ad essere insicura, e anche la mia visita a accentuato questa sensazione, ha inviato due foto in bikini alla sua amica mostrandole i rotoli di grasso intorno ai fianchi e contestualmente lamentandosi che il marito non la sfiora più, l’amica cerca di consolarla e le consiglia di andare a fare shopping al centro commerciale… ecco un’altra buona occasione…
La sera mando un messaggio a Bobby “Convinci la troia ad andare al centro com domani alle 15.30”, aspetto la sua risposta che giunge positivamente dopo circa 30 minuti, posso andare a dormire ora, domani è un altro giorno.

Finito il lavoro mi dirigo al centro commerciale, parcheggio e mi posizione all’ingresso aspettando l’arrivo della mia preda, non si fa attendere molto.
Entra e inizia a girare per i negozi di abiti, la seguo da lontano controllando ogni suo movimento, entra in diversi negozi senza convinzione poi ne trova uno dove prende degli abiti estivi per provarli, la osservo dalle vetrine mentre entra nel camerino, mi avvicino facendo finta di guardare un abito la sento cambiarsi e quindi aprire la tenda per osservarsi allo specchio.
– Luisa, anche tu qui? – con un tono confidenziale… come mi diverto a fare la stronza
– Oh si si salve… maestra – evidentemente non si ricorda il mio nome, lasciamo che mi dia del lei tanto si dovrà abituare
– Stai provando un vestito? Lascia che ti dia qualche consiglio, questo per esempio non va proprio bene, accentua troppo i tuoi fianchi – quando mi diverto
– Oh si? Dice? – in evidente imbarazzo
– Ma certo Luisa cara, per te ci vuole qualcosa di più largo… ecco guarda prova questo – prendo un abito a caso e glielo porgo
– Dice?… Va bene – lo prende senza convinzione, più per cortesia e rientra nel camerino, io la seguo e quando si gira per chiudere la tenda mi trova dentro con lei
– Dai vediamo come ti sta, sicuramente sarà perfetto – il suo imbarazzo si trasforma in confusione e cerca non sapendo che fare cerca di togliersi l’abito precedente senza sbottonarlo
– Ma no Luisa cosa fai, attenzione, rischi di romperlo poi lo devi pagare – la giro e le apro la cerniera mettendo a nudo la sua schiena e gli sfilo il vestito facendolo scendere sulle gambe – Ecco ora alza la gamba destra… ora la sinistra… visto non era complicato, ora metti questo – e le passo l’altro vestito, lei inizia a infilarlo dalle gambe continuando a mostrarmi la schiena, era una S per puro caso e si blocca sui fianchi, più di li non sale, fingo di aiutarla a tirare, la prendo per i fianchi e la giro verso di me per guardarla in faccia – Mi sa che questo è troppo corto, che taglia porti? 50 – infiliamo il coltello nella piega, infatti ancora più confusa di prima ripete
– No… no… io… non lo so… forse… – la stavo mandando in crisi
– Luisa stai tranquilla che ora lo troviamo qualcosa che ti vada bene, sfilati questo, vado a prenderti un altro modello – apro la tenda ed esco lasciandola li alla pubblica vista con il vestito ai fianchi e il reggiseno, ci metto un po’ più del dovuto per trovare un altro abito e quando rientro è ancora li bloccata e tutta rossa in faccia, chiudo la tenda e la apostrofo
– Luisa ma ancora non lo hai tolto? Su ti aiuto io – e passandole le mani sulla pelle e sulle gambe le tolgo il vestito, sento che reagisce e la pelle si increspa, continuo a trattarla come una imbranata e le infilo il nuovo abito passando sempre dalle gambe, faccio in modo che le mie mani entrino in contatto con il suo interno coscia, lei sempre immobile non reagisce, la giro e tiro su la cerniera
– Ecco questo è molto bello, ti sta veramente bene e non ti risalta i fianchi – con le mani le stringo i fianchi
– Bene puoi toglierlo, ti serve qualche altro capo qui?
– No… io… no… no…
– Toglilo e andiamo a pagare allora – esegue velocemente l’ordine e usciamo dal negozio e iniziamo a passeggiare per il centro commerciale, Luisa è in completo silenzio, quindi parlo io
– Certo con questo vestito quella specie di intimo che porti non va affatto bene, entriamo qui così ne prendiamo uno adeguato – e la spingo dentro un negozio di intimo, inizio a guardare qualche capo interessante e ne scelgo tre di colori diversi, la porto di nuovo nel camerino
– Dai prova questi – le passo i capi, lei esita un po’ troppo – Dai Luisa forza
– Mi… scusi… signora maestra ma… ma… non mi sono… mai… spogliata… davanti ad… una donna
– Si vede che non fai molta palestra infatti – evito di rispondere al suo dubbio e continuo – Ma non ti preoccupare non mi vergogno, su prova prima il rosso – la giro, le tiro giù il vestito, slaccio il reggiseno e le calo le mutante, la troia ha un culo procace ma sodo… mmm… mi sto eccitando, voglio vedere il davanti, la giro di nuovo, le tette mi si piazzano davanti una quarta discreta e una fichetta poco depilata, inizio a provare i vari modelli di reggiseno poggiandoglieli sul petto e palpandola, gustandomi l’evidente imbarazzo ed eccitazione, sentendo e vedendo quei capezzoli farsi turgidi e prominenti.

Rincaro la dose – Siamo sensibili… ma allatti ancora con questi… ti assomigliano belli in carne – non proferisce parola ma il suo respiro accelerato tradisce il suo stato.
– Si con questo enorme seno il rosso e il bianco ti stanno bene, li prendiamo, ora vediamo gli slip – mi siedo sulla sgabello ad altezza fica e le poggio i vari slip – Mmm con tutti questi peli è difficile capire se vanno bene, allarga un po’ le gambe – tentennando prova a protestare – Ma… signora maestra…
– Luisa finiscila di fare la bambina, allarga questi coscioni – gli piazzo uno schiaffetto e esegue lentamente, le metto le mutande a contatto e la incalzo
– Reggi qui, sui fianchi così vediamo se ci entri – con le mani si tiene le mutande tirate ai fianchi e io, con la mano tiro verso il basso il punto centrale mentre l’altra si insinua nelle sue cosce… sento del liquido che mi bagna le dita… si sta eccitando la troia… senza dire altro lascio le mutande e le infilo due dita nella fica, di soppiatto, senza delicatezza, il fremito del suo corpo e un gemito uscire dalle sue labbra mi fanno capire che è rimasta sbalordita
– Sig…nora… maes…tra…che…faaaaaa
– Stai zitta e ferma – le entro completamente dentro con tutte e due le dita e inizio a masturbarla, lei è rigida ma inizia a fare un mugolio sommesso dalla bocca, vado più in fondo, la voglio sventrare la troia deve godere con le mie dita dentro un camerino e capire che non è altro che la mia puttana, le dita scivolano sempre più velocemente nella sua fica, ormai è un lago, la penetro senza ritegno, aggiungo un altro dito e il pollice inizia a massaggiare il clitoride gonfio.
– Allarga di più le cosce Luisa – le ordino e questa volta obbedisce senza fiatare, la sto scopando con tre dita, ma quanto è troia, intanto ho preso il cellulare e sto riprendendo, le dita la penetrano e lei ad occhi chiusi sta lentamente impazzendo dal godimento, gliele infilo tutte dentro fino in fondo e le muovo dopo un po’ la sento finalmente godere e lasciarsi scivolare lentamente sulla parete, riesce solo a dire “Grazie”
– Grazie? Apri la bocca e puliscimi le dita invece di ringraziare che sono piene del tuo liquido – estraggo le dita dalla fica aperta della troia e le infilo nella sua bocca, lei inizia a leccarle e succhiare via tutto, mi alzo e finisco di pulirmi sul suo vestito.
– Rivestiti e andiamo via, prendi tutto che ti servirà – apro la tenda ed esco, la aspetto fuori dal negozio, arriva poco dopo tutta rossa in faccia e tremendamente imbarazzata
– Signora maestra io… – prova a dire qualcosa ma la blocco subito
– Luisa non dire niente, sei solo una troietta in calore, ho ripreso tutta la scena con il cellulare, ora andiamo a casa mia e parliamo, seguimi – e me ne vado lasciandola li ma con la coda dell’occhio controllo che mi segua.

Arriviamo a casa mia e la faccio entrare nello salone dove ho schiavizzato il marito
– Entra e chiudi la porta – le ordino e lei esegue diligentemente
– Signora maestra… – cerca ancora di parlare, mi giro e le assesto uno schiaffo dritto in faccia
– D’ora in poi mi chiamerai solamente Signora Sara o Padrona e parlerai quando te ne sarà data facoltà, è chiaro? – le grido – Se vorrai avere ancora una vita tranquilla, riavere quella vita che ti lagni di aver perso, dovrai obbedire ai miei ordini quando e come vorrò, non accetto alcun rifiuto, io ora sono la tua Padrona e disporrò di te a mio piacimento, E’ CHIARO PUTTANELLA? – quest’ultima affermazione la vince completamente e abbassando la testa risponde un timido “Si”
– Si?? Si?? Come devi rispondere? – e via un altro schiaffo
– Si Signora Sara
– Impari velocemente, con te non ho ancora finito, ti ho permesso di godere sulle mie dita al centro commerciale come una puttana da strada, ma le prossime volte dovrai guadagnartelo
– Signora Sara, io sono sposata… io non posso fare come voglio… io… deve capire che – la fulmino con gli occhi
– Non hai capito che puoi parlare solo se richiesto? Non mi preoccupo di come farai ad obbedirmi perché sono certa che lo farai, lo sai che è l’unica possibilità per rimetterti in carreggiata, sei senza spina dorsale, fai ribrezzo, ovvio che tuo marito non ti usa…. ora spogliati e farmi vedere quel tuo corpo da troia trasandata in sovrappeso, perché non ho ancora finito di divertirmi con te!

Mi siedo sul divano mentre lei si spoglia, via le scarpe, via il vestitino, via le mutande, via il reggiseno… nuda davanti a me la osservo, il seno è prosperoso, almeno dieci centimetri più alta di me, le gambe snelle e i fianchi… si i fianchi sono leggermente abbondanti ma quell’abbondante che piace indubbiamente agli uomini, è una bella donna, potrebbe avere schiere di amanti disposti a soddisfare le sue voglie… e invece è nelle mie mani… una sensazione di possesso mi pervade, voglio plagiarla, umiliarla, più questi desideri prendono corpo più un moto di perversità prende il sopravvento
– Fai veramente schifo… tutti quei rotoli di grasso intorno ai fianchi, girati vediamo il resto di questo scempio – si volta, una bella schiena, le spalle sono perfette, il culo è un po’ flaccido ma niente che la palestra non potrebbe riportare agli antichi splendori.
– Vieni qui accanto a me – battendo la mano sul ginocchio, lei si avvicina e si accovaccia ai miei piedi poggiando la testa sul ginocchio, la accarezzo come un cagnolino – Una donna come te non può essere altro che sottomessa, sei nata per essere guidata ed educata all’obbedienza per riprendere sicurezza in te, per riprendere un po’ fi forma fisica decente.
– Si padrona, ha ragione – mi prende la mano e la bacia, portandola alle guance in segno di rispetto.

E’ in stato confusionale, ha accusato il colpo dei commenti sul suo stato fisico e su quello che serve per migliorare, quella sua indole di dover essere pungolata per fare, per raggiungere gli obbiettivi la voglio usare per annientare ogni sua resistenza, portarla a fare e subire qualsiasi oscenità, perversità mi passi per la testa.
– Devo trovarti un nuovo nome, un nome che ti identifichi per quello che sei, una troietta sottomessa… fammi pensare… Barbie potrebbe essere un nome adatto… ma no che dico, non assomigli per niente ad una barbie con quei rotoli di grasso sembri una palla… ah si ecco Budino… oppure meglio ancora Giumenta, oppure semplicemente Cosa. Bene quale ti piace di più tra questi tre nomi?
– Sono tutti e tre degni di me Padrona
– Vedo che impari alla svelta, sono indecisa… vorrà dire che li userò tutti e tre a seconda del momento così da ricordarti quando ti chiamo quanto fai ribrezzo con il tuo corpo flaccido e obeso.
– Grazie Padrona
– Iniziamo a dettare alcune regole che dovrai rispettare sempre.
Ogni volta che entri in casa mia dovrai spogliarti e aspettare in ginocchio i miei ordini
Ti è fatto divieto assoluto di avere alcun rapporto con tuo marito o chicchessia senza il mio permesso
Ti è fatto divieto di darti piacere senza il mio permesso
Ogni giorno mi dovrai elencare cosa fai e la sera mi dovrai fare un resoconto su chi hai visto e fatto
Sei a mia disposizione sempre
E’ tutto chiaro?
– Si Padrona
– Brava Giumenta, ora fammi vedere come sai leccare la tua padrona – apro le gambe restando seduta sul divano
– datti da fare – Budino rimane ferma ma mi guarda negli occhi con un’espressione inebetita
– Beh che cosa c’è?
– Padrona io non ho mai fatto una cosa del genere
– Hai usato la tua schifosa bocca per ciucciare cazzi? Si? Allora sai come di lecca, datti da fare con quella lingua – Budino si sposta e si posiziona tra le mie gambe aperte, con le mani mi toglie gli slip e cerca di infilare la faccia dentro la mia gonna ma non riesce a raggiungere la mia fica, mi diverto a vedere i suoi sforzi mentre la testa solleva la gonna cercando di arrivare alla fica, tengo appositamente le gambe aperte il minimo indispensabile per non permetterle di arrivare a leccarmi… non mi sono mai fatta leccare da una donna, ma questa situazione inizia ad intrigarmi, la lascio fare ancora per qualche istante, poi prendo la testa e la spingo fuori.
– Sei proprio una cicciona incapace Budino, schiena a terra subito – si mette supina per terra, io mi alzo e mi siedo sulla sua faccia
– Lecca – appoggia le mani sui miei fianchi per sorreggersi mentre porta la bocca alla mia fica e finalmente sento la sua lingua aggirarsi nei meandri del mio sesso… mmm… ci mette impegno… molto più di Bobby… apre la lingua per avere più contatto con la fica e la lecca, dalle grandi labbra entra all’interno e si dedica al mio buchetto cercando di penetrarlo con la punta e poi allargandola di nuovo tutta e leccando come una cagna in calore, mi sta eccitando mmm… aumenta il ritmo della leccata e quindi lo rallenta cercando ancora di penetrarmi con la lingua, la muove su e giù nel mio buchino con un movimento ritmico, poi riprende a leccare, il mio clitoride si sta indurendo, Budino deve averlo sentito perché ora lo ha preso in bocca e lo sta ciucciando come un cazzo, lo lecca intorno e quindi lo prende in bocca e lo spompina muovendo la testa su e giù per ingoiarlo poi riprende a leccare… mmm devo smettere altrimenti gli vengo in bocca… mi alzo.
– Vedi che impari presto come si usa la lingua troietta, da quanto non vieni usata?
Con uno sguardo tra essere orgogliosa di aver dato piacere ad una donna e l’essere umiliata per la domanda mi risponde
– Da 21 giorni, nemmeno mi sfiora… Signora
– Come dargli torto… voglio essere magnanima con te e toglierti questo fardello con qualche gadget che ho preso apposta, mettimi a quattro zampe a aspettami – vado verso la camera a prendere lo strap-on mentre noto che si alza da terra e si mette a quattro zampe con la testa tra le braccia.

Indossato lo strap-on torno da lei, dio che bellissimo oggetto mi sento un dio con questo affare tra le gambe.
Mi vengono in mente le tipiche frasi fatte degli uomini… “Ti riempio, ti apro, ti sfondo…”

E’ ancora ferma come l’ho lasciata… le metto una mano nella fica e inizio a infilarvi dentro due dita per sentire se è bagnata, la troietta è eccitata e la sua fica è bella bagnata, ma non voglio perdere il gusto di vedere come ciuccia questo cazzo.
– Cosa, girati e prendilo in bocca prima che sventro quella fica flaccida che hai, vediamo cosa sai fare con questa bocca – Budino si gira e come vede il membro tra le mie cosce ha un misto di eccitazione e sgomento, io resto in piedi, si mette in ginocchio e aggrappandosi ai miei glutei inizia a risucchiare il cazzo finto in bocca, il suo seno sbatte sulle mie gambe invece… lo sento bello sodo e caldo… questa donna mi sta inebriando.

Succhia avida e vorace, giacche sono almeno 2 settimane che non permetto a Bobby di scoparla, è assetata di cazzo, lo lecca, lo ingoia fino in fondo alla gola pompandolo come fosse un calippo.
La sensazione di potere assoluto su di lei mi fa eccitare, le prendo la testa, la tengo ferma e inizio a muovere il bacino spingendole la spranga di cazzo finto nella bocca, scopandola come una troia, lei lo trova gustoso e sbava su quel cazzo finto che le arriva in gola come fosse una puttana da strada.
Una meravigliosa sensazione di potere mi pervade.

Le spingo via la testa – A quattro zampe troia – obbedisce come una cagnetta in calore, si allarga la fica con le mani per prepararsi a ricevere la sua dose di cazzo e io da dietro lo infilo tutto dentro, entra come burro, la cagna ha la fica bagnata, e inizio a scoparla con lo strap-on, lo infilo fino in fondo e lo faccio uscire tutto per poi penetrarla ancora, è talmente fradicia che non sente dolore solo piacere infatti la sento gemere e mugolare.
Mi lascio prendere la mano, inveendo e ricoprendola di appellativi umilianti, facendogli ripetere frasi oscene, sculacciandola ogni tanto come a volerle dare il ritmo.
– Ohhh si Padrona… siiiii…. sento che mi sfonda la fica Padrona… ohhh Padrona come scopa la sua schiava… sii sono un Budino la sua obbediente giumenta Padrona! – i suoi gemiti e la sua sudditanza mi stanno facendo eccitare da impazzire, avrei bisogno anche io di un bel cazzo nella mia fichetta… sento che sto per venire però… la troia continua a gemere finche non viene ancora urlando di godimento, a quel punto mi libero anche io e vengo, in silenzio per non darle la soddisfazione di avermi fatto godere… è la prima volta che ho un orgasmo senza essere penetrata… wow… una sensazione nuova e bellissima anche per me, mi sfilo lo strap-on lasciandolo ben piantato dentro la fica di Budino e vado davanti a lei con le gambe larghe.
Budino capisce al volo e inizia a ripulirmi la fica di tutto il mio liquido, mi fa un bidè completo con la bocca, la sua lingua larga lecca come quella di un cane, velocemente, finche non la spingo via con un piede e mi rialzo, lei resta ancora a quattro zampe.

Realizzo che stavo per spingermi troppo oltre, rischiavo di rovinare tutto, lei era venuta due volte era ancora persa dagli strascichi del piacere, volevo dargli le ultime umiliazioni e poi cacciarla fuori con i suoi “compiti per casa”.
– Giumenta, vedi che ho pensato a te, ora la frustrazione di non essere usata te l’ho tolta, ora ripeti le tue regole…
Ansimante mi ripete quanto gli avevo ordinato mentre gli accarezzo con la mano il viso e con l’altra gioco con lo strap-on sino a sfilarglielo velocemente e ripulirlo sul suo vestito.
Una idea mi passa per la testa.
– Mandami per messaggio la tua email, cosi ti mando gli esercizi fisici che devi fare tutti i giorni, inoltre ti depili completamente davanti e dietro, le scimmie non piacciono a nessuno, mi mandi le foto di prima e dopo entro domani… non dimenticarti la lista dei tuoi appuntamenti hai capito?
Non resisto e gli prendo i capezzoli strizzandoli sino a sentirla dire “Si Padrona”, allento la presa e li stuzzico con gentilezza.
– Vattene ora, ti chiamerò io …
Con fare sommesso, ancora incredula di quanto successo si riveste, mi sembra di vedere quella testolina che si affolla di pensieri, di dubbi.
Ancor un po’ provata fisicamente si incammina verso la porta di casa, la apre, non volevo lasciarla andare cosi volevo darle un qualcosa che la lasciasse frastornata, mi avvicino la giro e la bacio con passione, tenendole la testa, si scioglie tra le mie labbra, tra le mie mani, in quel momento avevo compreso che non sarebbe più sfuggita e l’avrei fatta scivolare sempre più in basso, smontando pezzo per pezzo ogni suo preconcetto, ogni suo tabu, ogni sua resistenza.

Mi butto nel letto stanca mi serve un po’ di riposo per riflettere, per tenere a bada queste nuove sensazioni questo mio lato sconosciuto che sta prendendo sempre più forza e mi spinge ad andare oltre, spingermi volere di più far subire di più.

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