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Racconti di Dominazione

Legame

By 30 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo Primo
Non sai mai quando e quanto, qualcuno o qualcosa, possa cambiarti la vita ma spesso capita in una di quelle giornate dove vorresti scappare dalla routine e andare in un’isola deserta, invece l’isola a cui aspiri è proprio li davanti a te e tu non te ne accorgi subito.
Questa in breve è la storia di Sonia, la sua vita infatti viene stravolta dall’incontro con un uomo da cui ora non riesce più a staccarsi.
Tutto ebbe inizio in una piacevole e calda giornata primaverile di metà maggio, era stata una settimana abbastanza pesante per lei e finalmente si avvicinava il week end.
24enne, non molto alta, capelli castano scuro che le arrivano alle spalle, occhi marrone scuro risaltati da quel filo di trucco che non può mancare sul luogo di lavoro, fisicamente è abbastanza in carne infatti ha quella taglia in più di seno che le invidiano tutte le amiche ma che a lei da fastidio perché è molto timida nonostante non lo dia a vedere, di carattere dolce e sensibile, con la testa sulle spalle, dedita al lavoro le piace passare i momenti liberi in compagnia del suo ragazzo e dei suoi amici.
Da tre anni lavora come segretaria della titolare di una ditta di import-export, si trova molto bene sia per il tipo di lavoro sia i rapporti umani che ha instaurato, sia con la titolare, di nome Luisa, che con gli altri dipendenti. In quel periodo c’era moltissimo lavoro da sbrigare, la sua scrivania era ricoperta di pratiche da evadere, cosa che avrebbe fatto anche lei volentieri.
Verso le 15:00 di quel martedì Sonia ricevette disposizioni dalla sua responsabile in merito al programma del pomeriggio, in particolare alle ore 16:00 aveva un appuntamento nel suo studio con un certo Sig. Rossi e durante tutto il colloquio non doveva essere in alcun modo disturbata.
Era la prima volta che sentiva nominare questo Sig. Rossi, non ci fece caso, spesso venivano persone che non conosceva e qualche volta le diceva di non voler essere disturbata.
Quando mancavano 10 minuti alle 16:00 suona il citofono:
‘Chi è?’ rispose Sonia.
‘Mi chiamo Filippo Rossi, ho un appuntamento con la signora Berletti.’
‘Si, prego, secondo piano.’
Dopo aver aperto il portone Sonia aprì la porta dell’ufficio e aspettò che l’uomo arrivasse.
Quando lo vide sull’uscio rimase colpita, alto circa 190 cm, capelli brizzolati castani, tra i 40 ‘ 45 anni, con un fisico asciutto, indossava un paio di pantaloni color cachi, una camicia ed un giubottino smanicato, indossava un paio di occhiali da sole.
Più che l’aspetto fisico quello ciò che colpì Sonia, una volta tolti gli occhiali furono i suoi occhi scuri, il suo sguardo, si sentì nuda di fronte a lui, era la prima volta che provava questa sensazione.
Ripresasi dal momento di sbandamento assunse il suo solito tono professionale: ‘Buon pomeriggio signor Rossi, prego si accomodi’ si spostò di lato facendo entrare l’uomo nell’ufficio.
Chiuse la porta e disse all’uomo: ‘La signora Berletti al momento è occupata con un altro cliente, nel frattempo se vuole accomodarsi su quelle poltrone e, se lo gradisce, le posso preparare del caffè.’
‘Si grazie un buon caffè ci vuole proprio’ rispose l’uomo accomodandosi su una delle due poltrone che si trovavano di fronte la scrivania di Sonia, la quale si allontanò andando in una stanza vicina dove c’era la macchinetta per il caffè.
Mentre aspettava che uscisse la bevanda sbirciava per vedere cosa facesse quell’uomo, si era seduto e stava leggendo una delle riviste che erano poste sul tavolino di fronte la poltrona.
‘Ecco il caffè, quanto zucchero vuole?’
‘Una bustina grazie, rispose l’uomo guardandola dritta negli occhi.’
Sonia gli passò una bustina ma gli caddero le altre che aveva in mano, si piegò a raccoglierle e tornò nella stanza dov’era la macchinetta del caffè per riporle.
‘Ma che mi sta succedendo?’ si chiese tra se.
‘Possibile che un uomo possa farmi quest’effetto?’
Fece un bel respiro e torno alla sua scrivania, passarono dieci minuti prima che la porta dell’ufficio della sua responsabile si aprisse, ne uscì lei con il cliente.
‘Allora rimaniamo d’accordo cosi, ci sentiamo la prossima settimana e decidiamo il da farsi.’
‘Va bene signora Berletti. La saluto.’
‘Arrivederci dott. Bianchi. Per favore Sonia accompagna il dottore.’
Sonia fece come le aveva detto Luisa e quando tornò alla scrivania il signor Rossi non c’era più e la porta dell’ufficio della titolare era chiusa.
Si sedette e ricominciò a lavorare.
Passarono circa 20 minuti quando improvvisamente sentì un rumore provenire dall’ufficio che la fece sobbalzare, come qualcosa che era caduta a terra, passato lo spavento riprese a lavorare. Dopo 5 minuti sentì di nuovo dei rumori provenire da dietro la porta questa volta erano più sommessi, non riusciva a capire cosa potessero essere.
Rimase in silenzio assoluto per due minuti finché non sentì di nuovo qualcosa erano dei lamenti soffocati, si spaventò che cosa stava succedendo?
Ancora in silenzio cercò di capire meglio, si avvicinò alla porta e dopo qualche secondo rimase senza parole.
Erano si dei lamenti ma di piacere!
Non poteva credere a quello che sentiva”.Il signor Rossi stava scopando la sua principale nel suo ufficio!
Ricollegò il rumore che l’aveva fatta sobbalzare forse era caduto qualcosa dalla scrivania mentre facevano l’amore.
Ritornata alla sua scrivania, si sedette cercando di realizzare quello che stava succedendo: la signora Berletti, Luisa, era sposata da 18 anni, aveva una figlia, era una donna che teneva alla sua persona al suo fisico ma senza esagerazioni; nonostante avesse oltre 40 anni ne dimostrava molti di meno, era una donna affascinante ed orgogliosa delle sue, poche, rughe, diceva sempre: ‘Voglio essere al naturale, con le mie rughe e la mia età’ era chiusa nel suo ufficio e stava facendo l’amore con un uomo, che non era suo marito che Sonia conosceva, con il rischio, concreto, che la sua segretaria capisse tutto.
‘Perché faceva questo? Non era meglio per loro incontrarsi in un hotel?’ pensava tra se.
Mentre cercava di rispondere a queste domande si aprì la porta dell’ufficio e ne uscì prima Luisa seguita da Filippo.
‘Arrivederci sig. Rossi, le auguro una buona serata.’
‘Anche a lei sig.ra Berletti’ disse l’uomo dirigendosi verso l’uscita.
Sonia non sapeva come comportarsi, la sua titolare rientrò nell’ufficio mentre lei era in piedi dietro la scrivania, alla fine seguì Filippo accompagnandolo alla porta.
‘Arrivederci signor Rossi’ gli disse lei.
‘Arrivederci Sonia’ rispose lui.
Sonia rimase sorpresa dal fatto che lui conoscesse il suo nome, chi glielo aveva detto?
Chiusa la porta ritornò al suo posto, era ancora sconvolta, scioccata, sorpresa da tutto quello che era accaduto nell’ultima ora.
‘Sonia puoi venire per favore’ fu destata dai suoi pensieri dalla voce della sua responsabile che la richiedeva in ufficio.
Si affrettò ad entrare lasciandosi la porta aperta alle sue spalle, con gli occhi scrutò la scrivania cercando qualcosa di diverso dal solito ma non trovò nulla fuori posto.
‘Accomodati Sonia.’
La ragazza si sedette in attesa che Luisa parlasse, sentiva che nell’aria c’era qualcosa di strano, cosi come c’era qualcosa di diverso nella sua titolare, i suoi capelli: prima d’incontrare il signor Rossi li aveva legati ora erano sciolti!
‘Allora per oggi abbiamo finito, domani mattina ricordati che arriverò per le 10, spero di essere qui prima dell’appuntamento con l’ing. Rossetti, in caso contrario fallo attendere.’
‘Si va bene.’
‘Io tra cinque minuti vado via, se non hai nulla da finire di là puoi andare, chiudo io qui.’
‘Ho ancora delle cose da fare, tu vai pure ci penso io a chiudere’ rispose Sonia.
Terminato il colloquio Sonia tornò alla sua scrivania, Luisa dopo 10 minuti lasciò l’ufficio salutandola.
Sonia rimasta sola stava ripensando a quanto accaduto quel pomeriggio, la scossa e le emozioni che le avevano trasmesso il misterioso sig. Rossi e il fatto che lo stesso avesse scopato la sua principale nel suo studio, mentre pensava a questo fissava la porta dell’ufficio chiusa a chiave ma lei ne aveva una copia, era incuriosita voleva entrare e cercare qualche segno di quanto avvenuto li dentro, l’eccitava l’idea di scopare nel proprio ufficio sapendo che fuori c’è una segretaria che poteva capire sentire e capire tutto.
Non avrebbe mai detto che Luisa sarebbe stata capace di queste trasgressioni, per quello che la conosceva la giudicava una persona molto attenta alle sue cose private, molto attenta a non far trasparire all’esterno le sue emozioni, sposata con due figli, da fuori dava l’impressione di una donna dedita al lavoro ed alla famiglia, forse era un’impressione sbagliata?
Cosa le era successo? Questo signor Rossi le aveva fatto perdere la testa? Certo che se a lei che lo aveva visto una sola volta per pochi minuti aveva provocato quelle reazioni immaginarsi a lei che sicuramente lo conosceva da più tempo.
Alla fine prese le sue cose e tornò a casa.

Capitolo secondo
A casa si fece una doccia, si preparò poiché doveva uscire con il suo ragazzo di nome Roberto per andare in un locale a festeggiare il compleanno di un amico.
Quella sera non fu la solita Sonia, era più silenziosa del solito, continuava a pensare a quell’uomo, ai suoi occhi, al suo fascino e, anche se non voleva ammetterlo, invidiava la sua titolare.
Durante i successivi due mesi Filippo Rossi fece visita più volte alla signora Berletti, la maggior parte delle quali finì con del sesso, ormai Luisa gemeva sempre più forte non nascondeva più la cosa a lei anche se non le disse mai nulla in merito in maniera diretta.
Un pomeriggio intorno alle 17 suonarono al citofono: ‘Chi è?’
‘Sono il signor Rossi.’
Sonia rimase sorpresa, Luisa non l’aveva avvertita che doveva venire quel pomeriggio. Aprì e lo fece accomodare sulla poltrona dell’altra volta e gli disse: ‘La signora Berletti non mi aveva detto che l’attendeva.’
‘Infatti è una sorpresa.’
‘Ah ok. Al momento però è impegnata con due clienti, non so per quanto tempo ne abbia ancora, se vuole le dico che è qui.’
‘No no, non ti preoccupare, aspetto che finisca tanto non ho fretta.’
‘Come vuole disse Sonia’ sempre a disagio sotto il suo sguardo insistente.
Riprese il lavoro ma non riusciva a combinare nulla, sentiva i suoi occhi su di lei, la scrutavano, osservavano.
Poi improvvisamente lui le rivolse la parola dicendole: ‘Luisa fa affidamento sulla tua discrezione, credo che tu l’abbia capito.’
Sonia imbarazzata rispose: ‘Di cosa sta parlando signor Rossi, non capisco.’
‘Dai finiscila di darmi del lei, sai bene che mi chiamo Filippo, per quanto riguarda quello che ti ho detto sai benissimo a cosa mi riferisco.’
‘Veramente no, non capisco.’
‘Ok, allora sarò chiaro: io mi scopo la tua responsabile, me la scopo nel suo ufficio. Ti ho detto che lei si fida di te, della tua discrezione perché negli ultimi tempi non vuole che la imbavagli o che le tappi la bocca mentre la scopo, immagino quindi che i suoi gemiti ed urla di piacere arrivino chiari e distinti anche qui.’
In effetti Filippo aveva ragione, negli ultimi due/tre incontri i gemiti di piacere di Luisa erano chiari e forti, tanto che Sonia si era eccitata inconsapevolmente.
A questo, Sonia, non sapeva come rispondere mentre Filippo continuava a guardarla.
‘Sig. Rossi’.’
‘Filippo’ ribattè lui.
”..Filippo a me non interessa cosa fa la signora Berletti nella vita privata, di certo non sarò io a raccontare al marito quello che succede qui dentro.’
‘Bene mi fa piacere che la pensi così. Per quanto riguarda la signora Berletti, puoi chiamarla Luisa come fai sempre, basta con questi formalismi con me, io, te e lei ora abbiamo un segreto in comune.’
Mentre parlava si era avvicinato alla scrivania di Sonia ed ora si trovava davanti a lei che non riusciva a sostenere il suo sguardo, dopo un po’ abbassava la testa e provava a lavorare ma senza riuscirci.
‘Oggi non riesco a combinare niente’ disse sottovoce guardando la scrivania.
‘Capitano queste giornate’ le rispose lui mentre la scrutava. Aveva soffermato il suo sguardo sul seno prosperoso di lei, quel giorno indossava una camicetta che metteva ancora in maggiore risalto le sue forme.
Sonia sapeva che lui le stava guardando le tette, non riuscì a dirgli nulla, anzi non volle dirgli nulla, le piaceva essere guardata da lui.
Più passava il tempo più l’imbarazzo di lei aumentava, improvvisamente la porta dell’ufficio si aprì e come sempre Luisa precedeva le persone che erano con lei in questo caso due clienti, appena vide Filippo rimase sorpresa, congedò i due uomini che furono accompagnati, come sempre, alla porta da Sonia.
Tornata indietro sentì le voci di Luisa e Filippo da dentro l’ufficio, la porta non era stata chiusa ma lasciata socchiusa, strano non era mai capitato, che l’avesse fatto apposta lui?
Si sedette alla sua scrivania ma non poté fare a meno di sentire ciò che si dicevano: ”’.non ti piacciono le sorprese?’ chiese lui.
‘Certo che mi piacciono, infatti sono contenta di vederti ma non ho tempo, tra poco devo andare ho un appuntamento a cui non posso mancare.’
‘Bene, allora facciamo una cosa veloce’ ribatté lui.
‘Ti ho detto di no Filippo, veramente non posso.’
Seguirono alcuni secondi di silenzio, poi senti lei che diceva: ‘Ma che stai facendo? Dai smettila ‘.. falla finita, ti ho detto che non posso ‘..’ lo diceva con tono poco convinto.
Silenzio”’…
Interrotto, poco dopo, da un rumore a Sonia molto familiare, quello di un pompino, lei amava molto il sesso orale, non resistette alla curiosità e avvicinatasi alla porta socchiusa vide Filippo in piedi di profilo rispetto a lei, coperto dalla scrivania e s’intravedeva la testa di Luisa che faceva avanti ed indietro.
Tornò alla sua scrivania e senza volerlo era eccitata.
Passarono alcuni minuti finché non senti Filippo venire e dopo poco uscì dall’ufficio, passando davanti la scrivania di Sonia la salutò, vedendo che si stava alzando le disse:’Non ti preoccupare conosco la strada, grazie.’
Sonia si risedette, dopo qualche minuti uscì Luisa che evidentemente si era sciacquata la bocca e data un risistemata: ‘Allora sei pronta?’ le chiese, visto che doveva accompagnarla.
‘Due minuti chiudo il computer e sono pronta.’
Avendo l’auto in riparazione, Luisa aveva chiesto a Sonia il favore di accompagnarla presso un’agenzia immobiliare dove aveva appuntamento, insieme al marito, con un consulente per vedere un casale al quale erano interessati.
Mentre a bordo dell’auto si stavano dirigendo all’appuntamento Luisa riepilogò a Sonia il programma della giornata successiva, terminato il quale le chiese: ‘Che te ne pare del sig. Rossi?’
Sonia sorpresa dalla domanda le chiese: ‘In che senso?’
‘Nel senso come uomo, che te ne pare?’
‘Beh, molto affascinante direi.’
‘Già’ rispose Luisa pensierosa.
Sonia avrebbe voluto chiedere mille cose ma si trattenne dal farlo, non voleva essere coinvolta più di quanto già non lo fosse.
Arrivati sul luogo dell’appuntamento trovarono il marito di Luisa ed il consulente che li attendevano, salutati tutti Sonia se ne tornò a casa, durante il tragitto non fece altro che pensare a questa situazione.

Capitolo terzo
Il tempo passò e durante fine luglio inizio agosto, gli incontri tra il sig. Rossi e la sig.ra Berletti si fecero più radi, questo da una parte fece piacere a Sonia ma dall’altra le dispiacque un po’, ormai aveva fatto l’abitudine alla cosa e non le creava più tanto imbarazzo anzi l’eccitava sentire i rumori provenienti dalla stanza.
Mancavano due giorni all’inizio delle sue ferie, con la testa era già in vacanza e stava studiando i posti da visitare con il suo ragazzo quando il suono del citofono la fece sussultare, non erano previsti appuntamenti, chi poteva essere?
‘Chi e’?’
‘Sono Filippo.’
Ebbe un colpo al cuore, dopo qualche secondo di silenzio disse: ‘Filippo chi?’
‘Sonia, sono Filippo Rossi.’
Dopo aver aperto, si avvicinò alla porta e mentre l’apriva si chiese il perché di quella visita visto che Luisa era partita con il marito per una gita di piacere.
Lo fece accomodare e richiuse la porta, aveva in mano due bicchierini con del caffè, uno glielo porse e si sedette di fronte a lei.
‘Scusami se ti disturbo, ma mi trovavo in zona e mi sono permesso di portarti un caffè.’
Sonia, imbarazzata, non sapeva cosa dire: ‘Grazie’ molto gentile’. ma Luisa non c’e”’
‘Come non c’e’?’ rispose lui fingendo sorpresa. ‘Peccato’.. vorrà dire che sarò ‘costretto’ a chiacchierare con te”. In fondo abbiamo un piccolo segreto in comune e non ci conosciamo molto.’
Sonia abbassò lo sguardo e arrossì.
‘Dai parlami un po’ di te.’
Sonia sempre imbarazzata, raccontò delle cose sulla sua vita, poi Filippo le chiese se era fidanzata.
‘Ehm..si’ rispose lei.
‘Lo ami?’
‘Si certo’ rispose lei alzando il tono della voce senza rendersene conto.
Filippo si alzò dalla sedia e si avvicinò alla scrivania portandosi vicino a Sonia, si abbassò e circondandola con un braccio prese e buttò il bicchiere del caffè nel cestino sotto la scrivania.
Lei sentì il suo profumo ed il calore che emanava il suo corpo, sentì che si stava eccitando ma non aveva la forza di alzare lo sguardo e incrociare il suo.
Filippo le sussurrò all’orecchio: ‘Mi piaci Sonia, ti desidero da quando ti ho vista, sei cosi dolce, sensuale, cosi innocente e timida, non sai quante volte ti ho immaginata sotto di me al posto di Luisa mentre la scopavo, ti voglio, ti desiderio, devi essere solo mia!’
Sonia al sentire quelle parole ebbe un tuffo al cuore e, nonostante il rossore visibile, intimò a Filippo di andare via e di non tornare più.
Filippo ubbidì, appena ebbe chiuso la porta, Sonia tornò alla scrivania sedendosi e rilassandosi, a quel punto si accorse di essere bagnata e vogliosa.
Chi era quest’uomo? Perché aveva tutto questo potere su di lei?
Quella sera fece sesso con il suo ragazzo con più foga del solito, con le parole di Filippo che le rimbombavano nella testa.
Il giorno successivo, ultimo giorno di lavoro per Sonia, si recò al lavoro come sempre e arrivata davanti al portone d’ingresso trovò Filippo ad attenderla.
‘Buongiorno Sonia.’
‘Buongiorno Filippo, come mai qui?’ chiese lei.
‘Volevo scusarmi per ieri, per come mi sono comportato. Se non ti dispiacer vorrei fare due chiacchiere con te, non prima però di averti offerto un buon caffè.’
‘Ora non posso, devo salire’ disse lei.
‘Dai che non c’e’ nessuno in ufficio.’
‘No no, preferisco salire.’
‘Non c’e’ problema te lo porto come ieri.’
Dopo qualche secondo di silenzio ed indecisione Sonia rispose: ‘Va bene.’
Lei aprì il portone mentre lui si recava al bar di fronte e dopo qualche minuto era seduto nella solita poltrona mentre lei dietro la sua scrivania e insieme bevevano il caffe’.
Sonia aveva voglia di saltargli addosso, di essere presa, di essere posseduta da lui, si stava rendendo conto che sarebbe bastato un suo gesto e lei sarebbe stata sua, ma non voleva ammettere questa cosa.
Chiacchierarono per circa un’ora fino a quando Filippo disse di avere un appuntamento e se ne andò non prima di averla invitata quella sera a mangiare una pizza, istintivamente lei stava per dire un si lunghissimo ma, per non fargli capire quanto lo desiderava, gli disse che non sapeva in quanto aveva preso un altro impegno, comunque gli avrebbe fatto sapere entro il pomeriggio”’.
Durante la chiacchierata Sonia era venuta a sapere che lui è un architetto d’interni, che ha un suo studio, sposato con due figli che vivevano a Mantova, amante della lettura e dello sport, ama fare jogging, surf d’estate e giocare a calcetto con gli amici.
Rimasta sola Sonia si rese definitivamente conto di essere stata conquistata da lui, dal suo fascino, dalla sua personalità, essendo una ragazza che ama gli uomini ‘forti’ si rendeva conto che Filippo era uno di questi, l’aveva conquistata senza fare nulla, solo con lo sguardo con il suo modo di fare, le aveva preso l’anima, era sua ‘prigioniera’.

Capitolo quarto
Quella sera Sonia, si preparò con molta cura, mise un abito elegante ma non troppo sexy, con il solito filo di trucco, qualche minuto delle 20:00 le fece uno squillo sul telefonino era sotto casa ad attenderla.
Scese le scale molto emozionata, uscì dal portone e vide un’auto parcheggiata davanti al cancello, quando uscì il vetro si abbassò e senti la sua voce che le disse: ‘Buonasera Sonia’, lei si diresse verso l’auto aprì lo sportello ed una volta richiuso rispose: ‘Buonasera Filippo.’
‘Sei stupenda stasera’ disse lui.
‘Grazie sei molto gentile.’
‘Hai fame?’
‘Si.’
‘Ti porto in un ristorante che conosco, non è grande ma cucinano benissimo.’
‘Mi fido di te.’
La serata trascorse velocissima per quanto Sonia si trovò bene con lui, alla fine della quale si baciarono dopo di che lui le propose di andare a casa sua, Sonia accettò subito.
Non appena chiusa la porta dell’appartamento alle loro spalle iniziarono a baciarsi appassionatamente, si spogliarono reciprocamente, fino a rimanere lui completamente nudo lei con indosso solo il perizoma che Filippo non le volle togliere subito.
Mentre continuavano a baciarsi e toccarsi reciprocamente, Filippo la guidò verso la camera da letto dove, con grande sorpresa di Sonia, erano pronte legate alla spalliera del letto due corde.
‘Che vuol dire questo?’ le chiese lei.
‘E’ una piccola sorpresa che ho preparato per te, ho sbagliato?’
Sonia era rimasta sorpresa da tutto ciò, ma Filippo non si era sbagliato, a lei piaceva essere sottomessa, sentirsi dominata, essere usata e quelle corde non fecero altro che aumentare in lei l’eccitazione.
‘Allora, ho sbagliato a prepararti questa sorpresa?’ le chiese ancora lui.
Con una voce sommessa lei rispose: ‘No, non hai sbagliato.’
Senza dire altro la fece sdraiare sul letto le legò i polsi alle corde ed iniziò ad accarezzarla lungo tutto il corpo, questo le provocò dei fortissimi brividi di piacere; poi le passò la lingua su tutto il corpo partendo dalle gambe per arrivare alle orecchie, lei sempre più in preda al piacere cercava di muovere le mani ma le corde facevano il loro dovere e questo la faceva eccitare ancora di più.
Amava essere legata, le piaceva sentire il freddo delle manette o il ruvido della corda sulla pelle, scoprì questo piacere anni prima grazie ad un suo ex ragazzo il quale, amante di questo genere di cose le propose di provare, lei, ancora giovanissima, accettò incuriosita e apprezzò molto scoprendo al tempo stesso una parte del suo carattere che aveva fino a quel momento tenuto nascosto.
Chiuse gli occhi mentre lui iniziò a giocare con le sue tette, prima accarezzandole nella loro completezza, poi passo a prendersi cura dei capezzoli che ormai erano diventati durissimi, li accarezzò, li leccò e all’improvviso li tirò, questa cosa fece trasalire dal piacere Sonia che emise un gemito di piacere forte ed improvviso.
Più lui li tirava più lei gemeva.
‘Ti piace questo, vero puttanella?’ le chiese mentre continuava a tirarli.
‘Si rispose lei con voce fioca.’
‘Non ho capito!’ le disse lui con voce ferma. ‘Parla più forte e smettila di mugolare come una cagna.’
Questo modo di parlare la fece eccitare ancora di più, era bagnatissima: ‘Si, si, mi piace’ gli disse con voce alta e ferma, facendo un grande sforzo per non gemere dal piacere.
‘Brava visto che quando vuoi tiri fuori la voce.’
Lasciati i capezzoli, Filippo dedicò la sua attenzione alla figa, le tolse il perizoma ed iniziò a stimolarla con un dito giocando tra il clitoride e le labbra.
‘Siamo già bagnatissime’ disse con un sorriso.
‘Si’ rispose lei.
Continuò a giocare con la sua figa introducendo prima, uno poi due ed infine tre dita dentro, ormai lei era sull’orlo di un orgasmo, lui se ne accorse e tolse le dita.
‘Non è ancora il momento di venire’ le disse lui.
Si alzò in piedi sopra al letto, lei da sotto poteva vedere il suo pene dritto e duro, aveva una gran voglia di prenderlo in bocca, di assaggiarlo, lui si piegò in modo tale che il cazzo le sfiorò il viso, lei cercò di prenderlo ma non ci riuscì a causa delle corde.
Filippo fece scorrere il suo pene sul viso di lei, lo poggiò sulle labbra, poi scese sulle e tra le tette, sulla pancia, tra le cosce, Sonia era ormai sull’orlo dell’orgasmo, avrebbe voluto urlare scopami ma non fece in tempo perché lui iniziò a penetrarla.
Sonia chiuse gli occhi ed iniziò a gemere sempre più forte tanto più forte quanto lui spingeva il suo cazzo dentro di lei.
‘Ti piace essere scopata così, vero puttanella?’
‘Si, si, si, si, mi piace’
‘Lo sapevo che dietro quel visetto d’angelo si nascondeva una troia affamata di cazzo’
‘Si sono una troia’ iniziò a dire lei
‘Non ho capito bene!’
‘Sono una troia e mi piace il cazzo!’
‘Non ho capito!’
‘Sono una troia!! Mi piace il cazzo!!!’
‘Non ho capito!!!’
‘Sono una tro”.’ Non riuscì a finire la frase perché venne urlando di piacere.
Dopo qualche secondo Filippo sfilò il cazzo e venne copiosamente sulle tette di Sonia.
Da quella sera ebbe inizio una storia di passione e sesso, ma anche di dolcezza e spensieratezza.
Iniziarono a frequentarsi ogni volta che potevano, Sonia terminò la sua storia con il suo, ormai ex, ragazzo, e Filippo smise di scopare Luisa, almeno in ufficio.
Filippo si dimostrava sempre gentile e pieno di attenzioni verso Sonia, spesso facevano delle passeggiate in un parco, si sdraiavano a terra sull’erba all’ombra di qualche albero e si scambiavano effusioni.
A tutt’oggi, seppur tra alti e bassi, la loro storia continua””.

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