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Racconti di Dominazione

Lezioni Private

By 6 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Andavo ormai da anni da Lorella per lezioni o meglio, ripetizioni di matematica. Ci davamo spesso del tu e facevamo quasi ogni volta delle grandi discussioni anche non-inerenti alla materia per cui prendevo studio. Lei era una ragazza sui 30 anni e io poco più che un diciassettenne. Era meridionale e si sentiva spesso l’accento. La nostra amicizia , che si consolidò sempre più spesso le permetteva di scherzare con me e usare toni fortemente informali. Non dimenticherò mai il giorno in cui, volontariamente o no, mostro in modo decisamente estremo la sua informalità con me. Erano circa le 3 del pomeriggio di un giorno nuvoloso. A volte si vedeva che aveva meno voglia di darmi lezioni perchè era stanca dopo un giorno di scuola con classi difficoltose. La cosa che non cambiava mai invece era il suo abbigliamento, quello di quel quel giorno mai lo dimenticherò. Appena arrivai e mi aprì la porta sentì subito un tremare in petto e poi eccitazione pura. Aveva un vestito di un pezzo solo nero abbastanza corto, una scollatura tremenda – considerando che era professoressa – che faceva risaltare le sue enormi tette; un paio di calze in collant autoreggenti da panico. Si riusciva a intravedere dal vestito malauguratamente corto. Comunque a parte il vestiario, casualmente erotico ed eccitante, quel pomeriggio aveva poche buone maniere. Mi dava spesso dei compiti da fare a casa e io ovviamente non li facevo perchè le lezioni già mi stancavano. Senza rendermi conto , ebbi un’erezione tremenda già dopo essermi seduto al tavolo dove studiavamo. Si comportava come se nulla fosse. Attraverso la scollatura immaginavo le sue tette enormi e mi eccitavo sempre più a vedere come accavallava quelle gambe rivestite da calze. Ero abbastanza calmo all’inizio poi non so perchè il gesto che mi fece perdere la testa arrivo subito. Il suo vestirsi provocatorio senza saperlo mi faceva impazzire. Poco dopo che eravamo seduti si alzò per prendere il caffè e si tolse gli stivali lì davanti con me che facevo finta di fare degli esercizi. Potevo vedere le gambe con le sue calze bene, con anche i piedi scoperti. Avrei voluto leccare quelle gambe e baciato quei piedi per sempre. Poco dopo si sedette e le diedi il quaderno. Esclamò subito in tutta la sua merdionalità burlesca dicendomi che ero uno scempio a fare errori così grossolani. Ci mettemmo a ridere ma lei disse che mi avrebbe punito volentieri. Al sentire di quelle leste parole mi sentivo super eccitato. Avrei fatto qualunque cosa. Sarei stato suo schiavo. Per punirmi lesse fino alla fine tutti i miei esercizi e sobbalzò di nuovo a vedere un errore grave. Per mostrarmi simpaticamente il suo disdegno mi diede un calcetto sulle gambe da sotto il tavolo con quei piedi avvolti dal collant che avrei leccato fino a disidratarmi. Stavo davvero male dopo questo e così per ridere dissi che meritavo davvero dei calci in faccia. Lei mi assecondò subito e dopo mi chinai giù dal tavolo facendo finta di prendere qualcosa dallo zaino. Lei scherzò di nuovo e mi diede un calcio per finta in faccia , facendone mimica. Io mi avvicinai a posta facendo finta di essere maldestro e arrivai a toccare le marroni-trasparenti calze con la bocca. Stavo malissimo. Ci fu un secondo di imbarazzo , lei ritrasse il piede e poi subito disse qualcosa per cancellare i’imbarazzo del silenzio. Da quel momento sembrò incuriosita dopo essere stata imbarazzata e se stette sulle sue. Voleva vedere se avevo fatto quel gesto volontariamente. Io ero al culmine dell’eccitazione e sapevo che se mi fossi chinato ancora con qualche scusa, lei altrettanto mi avrebbe allungato di nuovo quei piedi magnifici. Mi chinai subito dopo , dicendole che dovevo prendere la calcolatrice e lei quasi meccanicamente disse che avevo sbagliato di nuovo qualcosa nei conti dell’esercizio. Mi appoggiò il piede in faccia a pianta sulla bocca. Il tempo si fermò. Avevamo superato il tempo ed eravamo entrati in un’altra dimensione. Non pensavo che sarebbe mai arrivata a quel punto così esplicitamente. Tirai fuori la lingua mentre sentivo il suo piede sulla mia bocca e ci volle un attimo. Appena lei sentì la mia umida lingua attorno alle sue dite rise e poi disse che me lo meritavo. Iniziai come un ossesso a leccarle le gambe , mi infilai violentemente il suo piede sinistro in bocca quasi come auto-punizione. Continuai in modo tremendo mentre lei diceva che me lo meritavo e lo ripeteva in modo arrapante, lo diceva gemendo mentre leccavo da vero schiavo. Ormai io ero fuori di me, in qualche minuto aveva le calze fradicie della mia saliva e si divertiva a spingermi i suoi piedi nella mia bocca. Io ,totalmente sottomesso, la aiutavo. Ad un certo punto si alzò e si mise sul divano senza dire nulla. Si alzò il corto vestito , spostò le mutandine e aprì le gambe, guardandomi e invitandomi con lo sguardo. Mi avventai come un drogato in astinenza in cerca della sua dose a leccarle le gambe per poi arrivare alla sua vagina. Spingevo forte con la lingua tra le sue labbra, sentendo che era già bagnata e che le piaceva. Dopo un po’ sentii che aveva le labbra dilatate e che era bagnatissima. Le stimolai il clitoride con lingua e labbra sentendo i suoi umori sulla mia lingua. Ero eccitato da morire, non ero nemmeno più me stesso e sentivo una pulsione fortissima che mi aveva ormai pervaso ed impossessato. Quando la sua figa era ormai fradicia e dilatata per bene le infilai tutta la bocca, fino alle labbra, nella vagina con l’ossessivo gesto di prenderle una mano e mettermela sulla testa quasi come volessi che mi usasse sempre più. Sentivo che era fradicia lì dentro, mentre succhiavo tutti gli umori e la stimolavo. Continuai così mentre lei gemeva molto forte. Mi faceva impazzire il fatto che ormai tutta la mia bocca era un tutt’uno tra umori e liquidi suoi e del suo godere. Mi accorsi che stavo per venire così mi spinsi al limite, con quasi le labbra interamente nella sua figa, potendo così , con la lingua, sentire le calde pareti vaginali all’interno. Volevo che mi venisse in bocca, volevo sentire tutto il suo orgasmo nella mia bocca intriso di liquidi più e meno densi. Spinsi ancora di più mentre la scopavo con la lingua e finalmente si lasciò andare in un orgasmo enorme vendendomi in bocca. Ai lati della bocca sentì sgocciolare in modo deciso e sentì la lingua ricoperta di liquido denso e dolciastro. Ingoia tutto mentre mi stavo masturbando e rimasi la bocca ficcata nella sua figa finchè non le asciugai le pareti interne con la lingua e la labbra esterne. Leccai avidamente tutto, come fosse nettare sacro degli dei e lo facevo in modo animale, non ero io. Ero impossessato da quella voglia. Mentre le leccavo tutto e la ripulivo con la lingua lei con voce debole a seguito di un orgasmo forte mi diceva che ero bravo e che il mio posto era lì sotto, a leccare per bene tutto quello che aveva dentro e fuori la sua figa, incluso il denso liquido della sua eiaculazione. Ero dominato ,ero suo schiavo ed ero fuori di me.

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