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L’impresario

By 16 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Simona e Giulio erano una bella e dolcissima coppia, sposati da pochi mesi erano finalmente riusciti a sbloccare il mutuo per l’acquisto della loro casa.
Simona lavorava in un call center, mentre Giulio faceva il ragioniere in una piccola ditta, avevano poche possibilità economiche ed avevano aspettato per sposarsi e comprare casa ben dieci anni di lungo, tranquillo e bel fidanzamento.
Simona era molto graziosa, capelli lunghi fino a metà schiena, neri, snella e slanciata, altezza media, un piccolo seno bilanciato da un sedere tondo e sporgente. Un viso molto dolce e dai lineamenti delicati. Giulio era alto come la moglie, circa un metro e settanta, fisico definito dalla palestra, moro e con gli occhiali che la moglie dicevano lo facevano sembrare Clark Kant.
Il matrimonio era costato loro più del solito e il mutuo aveva tardato ad essere sbloccato, Giulio e Simona si erano trovati quindi rivoluzionati nella gestione economica per via di mobili già acquistati e un affitto che speravano di dover eliminare il prima possibile.
Ormai era praticamente tutto fatto, mancava solo il passaggio dal notaio e chiudere gli accordi con la ditta che avrebbe fatto la ristrutturazione della cucina e del soggiorno nella casa nuova. Il padre di Simona aveva consigliato la ditta di un suo concittadino che poi seguiva sempre anche i lavori in casa sua e che Simona ricorda da sempre, l’impresario Mocci, un tipo corpulento, burbero ma a detta del padre molto bravo ed economico.
Giulio e Simona si incontrarono con il Mocci nella casa che stavano comprando, Mocci si presentò insieme a quello che era il suo capocantiere, Silvio, un muratore molto alto e robusto che stava in disparte a pochi metri da Mocci senza mai intervenire, era l’impresario che quaderno e penna segnava tutte le esigenze. La coppia di sposini avevano contato nella richiesta del mutuo una quota di circa ottomila euro per la ristrutturazione, Mocci segnò tutto, fece due calcoli e quando disse loro che gli avrebbe mandato un preventivo ma che probabilmente sarebbero rimasti abbondantemente sotto quanto preventivato da loro i due sposini fecero un sospiro di sollievo e si guardarono felici.
Nei giorni seguenti Giulio fisso tutti gli appuntamenti tra banca e notaio per definire l’acquisto, parlò con Mocci per l’inizio dei lavori e si mise d’accordo con l’attuale padrone di casa per lasciare l’appartamento organizzando il trasloco. Dopo mesi di fatica erano riusciti a far collimare tutto e tutte le loro paure e ansie di non riuscire stavano finalmente sfumando.
Simona una sera stava tornando dal suo turno serale al call center quando vide nella via principale del paese, scendere da una vecchia punto, una sua vecchia compagna di classe, Martina che non vedeva da qualche mese, sapeva che era sposata da diversi anni con Claudio, un altro loro compagno di classe con cui Simona aveva avuto da ragazzina una simpatia, accostò la macchina per chiamarla e salutarla ma vide che la sua vecchia compagna si era diretta trafelata verso un fuoristrada parcheggiato lì vicino, riconobbe subito dentro la macchina il signor Mocci, si avvicinò ansimante e salì guardandosi intorno nel fuoristrada del signor Mocci, dopo poco partirono insieme sparendo alla vista di Simona che incuriosita si chiedeva come mai si conoscessero.
Il giorno dopo Simona chiamò Martina con la scusa di salutarla e invitarla a bere un caff&egrave insieme, l’amica si mostrò felice ed entusiasta per quella chiamata ma quando Simona le disse di averla vista la sera prima Martina la liquidò dicendole di essersi probabilmente confusa e dopo poco la salutò.
Simona raccontò al marito l’episodio e lui la esortò ad essere meno pettegola e che probabilmente si era confusa.
Il pomeriggio Giulio e Simona avevano appuntamento con il signor Mocci che gli doveva portare il preventivo definitivo e insieme avrebbero definito l’inizio dei lavori. Giulio era bloccato in ufficio quandi andò solo Simona, si mise dei leggins scuri e una felpa e scarpe da tennis, avrebbe approfittato per iniziare a sistemare qualche scatola. Simona arrivò qualche minuto in ritardo e trovò Mocci e Silvio il suo capocantiere ad aspettarli fuori dalla casa
– Buongiorno Signor Mocci
– Sei in ritardò ‘ la riprese severo l’impresario, con Silvio che sorrideva di nascosto
– Ha ragione. Mi deve scusare ma ho trovato traffico
Entrarono insieme in casa e si sedettero per guardare il preventivo, era duecento euro sotto il badget di spesa preventivato e Simona rimase un po’ delusa, ma Mocci le spiegò bruscamente che lui avrebbe usato materiali di qualità.
Simona prese il preventivo e poi incuriosita chiese a Mocci se il giorno prima si era incontrata con Martina una sua vecchia compagna di classe, Mocci sollevò bruscamente la testa e dopo aver fulminato Simona con lo sguardo gli rispose acidamente
– Questi non sono affari tuoi!
Simona divenne rossa e non riuscì a replicare, si alzò e iniziò a sistemare le scatole mentre Mocci e il suo capocantiere prendevano le misure nel soggiorno. Simona sentì Mocci Mandare Silvio nel camion a prendere qualcosa, lei nel mentre era piegata a quattro zampe per terra che toglieva della polvere da sotto un armadio, dopo qualche minuto ebbe la sensazione di essere osservata e d’istinto si voltò e vide il signor Mocci che la fissava, lei era in una posizione che metteva il suo sedere in esposizione, si sollevò velocemente e guardando indispettita l’impresario gli disse
– Le serve qualcosa?
Mocci sorrise, non rispose neanche e si allontanò. Anche quella sera quando Simona raccontò a Giulio quanto successe il marito sminuì le ansie.
Dopo una settimana era tutto pronto, Mocci avrebbe finito i lavori in dieci giorni, Giulio era impelagato con la chiusura contabile e toccò a Simona seguire tutti i lavori, Simona prese un po’ di ferie e praticamente rimase mattine e sere intere a seguire lavori, chiudere il trasloco e seguire anche il montaggio dei mobili nuovi. Due volte in mattinata vide Mocci allontanarsi per essere raggiunto da Martina e poi insieme allontanarsi nella macchina di lui, avevano un atteggiamento molto sospetto, ma Simona non poteva pensare che fossero amanti, anche perché Martina era una bellissima ragazza mentre lui era vecchio, brutto e particolarmente viscido.
Quando mancava solo una settimana alla fine del mese dove Simona e Giulio avrebbero dovuto lasciare il loro appartamento e trasferirsi Simona chiamò Giulio, era disperata. Giulio chiese un permesso e la raggiunse, trovo Simona con le lacrime agli occhi, Mocci e Silvio in piedi impassibili vicino a lei
– Ti ricordi quando hai preso le misure per la cucina, &egrave arrivata e sono tutte sbagliate. Ci &egrave costata un sacco di soldi e non possiamo portarla indietro e i lavori per spostare i tubi ci costano oltre duemila ero
– Duemilatrecento euro per essere precisi ‘ sottolineò Mocci
– Tesoro stai serena che in qualche modo risolveremo, lei può dare priorità a questi lavori in modo da farci entrare subito in questa casa
– Certo, ho fiducia in voi e conosco i genitori di Simona. Poi per il pagamento troveremo un accordo
Giulio abbracciò Simona cercando di rasserenarla, probabilmente pagava tutto lo stress di quel periodo.
Mocci fu di parola e sistemò subito la cucina permettendo a Giulio e Simona di trasferirsi nella casa nuova, era ancora un cantiere aperto ed erano costretti a vivere in casa con i muratori che ogni mattina entravano per sistemare ancora il soggiorno, quella che soprattutto doveva vivere questa situazione era Simona che quando aveva il turno di sera si ritrovava a dover stare in casa in mezzo al rumore e il chiasso dei dipendenti di Mocci.
Una mattina Mocci si affacciò nello studio mentre Simona stava sistemando, entrò quasi senza bussare
– Sta arrivando una mia cliente e purtroppo per finire velocemente i lavori devo riceverla qui. Cortesemente può lasciarmi solo per poco tempo in questo studio
– Certo signor Mocci
Simona uscì e vide entrare in casa la sua amica Martina che la salutò leggermente vergognandosi, entrarono nello studio e Mocci chiuse a chiave. Lo studio era confinante con la camera da letto, Simona si precipitò, si chiuse anche lei e poggiò nella parete un bicchiere dove poggiò poi l’orecchio cercando di ascoltare, udiva dei rumori strani arrivare dallo studio, inizialmente non riusciva a distinguerli poi capì che si trattava di un forte ansimare, voleva correre nello studio per rimproverare con veemenza sia l’impresario che la sua amica ma la curiosità era troppo forte e rimase in ascolto. L’ansimare di Martina era sempre più energico, Mocci sicuramente la stava scopando con vigore e forza, Simona si sentiva un po’ guardona e un po’ eccitata per quanto stava sentendo, non disse nulla e continuò ad ascoltare. Dopo un po’ sentii anche Mocci gemere, probabilmente per l’orgasmo e poi dire a voce alta a Martina.
– Brava la mia troia, altri cento euro che togliamo dal debito. Ora vattene
Simona fece in tempo ad uscire dalla stanza per vedere Martina che velocemente lasciava la sua casa senza neanche salutare, era molto più spettinata e i vestiti scomposti, vide i muratori ghignare sotto i baffi poi uscì dallo studio anche Mocci che si sistemava la patta mentre guardava divertito Simona.
Simona quella sera non disse nulla al marito e si tenne per sé il suo turbamento.
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Finalmente e nella tempistica dovuta il signor Mocci finì i lavori e i coniugi avevano la loro tanto sognata casa ristrutturata a nuovo. Il giorno della chiusura dei lavori prima di andar via l’impresario insieme a Silvio si chiusero nello studio con Giulio per definire i pagamenti.
– Allora Giulio. I lavori sono finiti e rispetto a quanto mi hai bonificato mancano i 2.300 ‘ del lavoro in cucina. Se li hai subito bene se non li hai me li restituisci come prestito
– No signor Mocci non li ho come sapeva. Abbiamo dato fondo a tutti i risparmi e siamo indebitati anche con i nostri genitori, se potessi renderglieli ratealmente
– Ma io non sono una banca ragazzino. Possiamo fare così. Hai tempo un giorno per trovare i soldi altrimenti me li porti a fine mese e con gli interessi diventano 3.500 ‘
Giulio saltò in piedi rabbioso
– Ma questa &egrave usura, lei &egrave pazzo
– Senti ragazzino faccio finta di non aver sentito, se lo ripeti sarà Silvio e farti pentire. Ci vediamo a fine mese
Silvio fissò negli occhi Giulio con un sorriso arrogante, Giulio rabbrividì, quell’uomo gli metteva paura. L’impresario e il suo scagnozzo uscirono da casa, Simona raggiunse dopo poco il marito e quando lo vide con il viso spaventato gli andò incontro ma Giulio non voleva farla preoccupare e non le disse nulla.
Passarono i giorno e Giulio era sempre più preoccupato, Simona alla fine riuscì a farsi dire dal marito i termini dell’accordo e piombò anche lei nella disperazione
– Perché non andiamo a denunciarlo alla polizia?
– Con quali prove? E poi ho paura che siano persone pericolose. Perché non chiedi alla tua amica, penso che anche lei sia finita nella sua rete
Simona ripensò alla scena in cui aveva origliato e rabbrividì all’idea di diventare anche lei una merce sessuale nelle mani di quel viscido, il giorno dopo raggiunse Martina per un caff&egrave, parlarono del più e del meno e Simona si accorgeva del palese imbarazzo dell’amica, fu lei a rompere il ghiaccio
– Ascolta, devo chiederti una cosa importante. Dobbiamo dei soldi a Mocci, quello che conosci anche tu. Si sta dimostrando una persona poco carina, tu cosa mi puoi dire?
Martina divenne rossa in viso e abbassò lo sguardo, rimase in silenzio per qualche minuto poi alla fine le disse
– Io non ti ho detto nulla, ti prego altrimenti aumentano i miei guai. Sono persone pericolosissime, lui ha amicizie dappertutto. Noi l’abbiamo denunciato e Claudio ha avuto in cambio una costola rotta, un braccio fratturato e due denti in meno.
Quasi pentita di quello che aveva detto Martina si alzò dal tavolo inventando una scusa e poi si allontanò velocemente. Simona tornò a casa molto preoccupata. Raccontò tutto al marito e pensarono a mille modi per poter racimolare qualche solo ma non avevano nessuno spiraglio.
L’ultimo giorno del mese Simona e Giulio avevano appena cenato, stavano seduti nel divano guardando la Tv ma entrambi erano pensierosi, concentrati sul problema del debito, non avevano avuto neanche un soldo, il giorno dopo Giulio avrebbe chiesto una ulteriore dilazione a Mocci sperando che questa non fosse ancora più esosa negli interessi nel mentre stava cercando un secondo lavoro. Suonò il campanello, i coniugi si guardarono incuriositi dato che non aspettavano nessuno, fu Simona ad andare ad aprire. Era Mocci con Silvio, entrarono in soggiorno senza che fossero invitati, si sedettero con molta invadenza e arroganza. Simona per cercare di rendere più calmo l’ambiente chiese agli ospiti se gradissero qualcosa, fu Mocci a rispondere
– A me prepara un caff&egrave, a Silvio nulla che deve lavorare!
Giulio si armò di coraggio e disse
– Signor Mocci, non ho i soldi ma sto cercando un secondo lavoro, mi dia del tempo e le restituirò tutto
– Non parliamo di queste cose davanti alla tua signora, Silvio vai nello studio con Giulio e spiegagli il piano interessi
Nel mentre Mocci guardava Simona che preparava il caff&egrave, aveva dei leggins aderenti e una maglia larga sopra, delle pantofole comode ai piedi e i capelli raccolti in una coda, era molto invitante. Simona aveva sentito tutto e stava tremando dalla paura, preparò il caff&egrave e lo portò a signor Mocci, nella stanza vicina si sentivano rumori come di una discussione concitata
– Cosa gli sta facendo? – Chiese Simona con una lacrima che le scendeva nel viso
– Non ti preoccupare tu, vieni siediti vicino a me
Mocci prese Simona per un fianco e la fece sedere vicino, poi le prese una mano nella sua mano
– I debiti vanno saldati signorina, soprattutto quando si hanno con gente cattiva come me. So che hai chiesto alla tua amica Martina
Simona rabbrividì, stava tremando vicino a quel signore che gli teneva la mano ma la minacciava pesantemente, nel mentre nella stanza si sentivano ancora dei rumori per niente rassicuranti.
– Vieni con me non voglio che questi rumori ti spaventino
Mocci che conosceva la casa prese per mano Simona e la portò nella loro stanza da letto, sempre tenendola per mano si sedette nel loro letto facendola sedere vicino
– Non scherzate con me perché finite molto male!
Simona era zitta, tremava e piangeva, non si opponeva a Mocci chele aveva preso la mano e l’aveva poggiata sopra i suoi pantaloni, Simona sentì il forte rigonfiamento dell’impresario, era eccitato e aveva anche sicuramente un grosso arnese. Mocci si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il cazzo, era molto grosso, anche più lungo della media ma quello che colpiva Simona era la grossezza e le vene in esposizione, era veramente imponente. Mocci prese la mano di Simona e la mise intorno al suo cazzo, lei non riusciva a chiuderlo tutto da quanto era grosso, poi Mocci vedendo Simona in preda al panico immobile la prese per il polso e iniziò a muoverla obbligandola a fargli una sega
Simona seguì il movimento obbligato da Mocci, guardava quel cazzo enorme e tremava pensando alla situazione che stava vivendo, non stava più pensando al marito che invece era in preda alla furia di quell’energumento. Mocci aumentò il movimento del polso di Simona iniziando a gemere, fino a quando non lo prese lui in mano si spostò leggermente e poi puntando il cazzo verso la ragazza venne, il primo schizzo di sperma colpì la maglia di Simona, lei reagì con un urlo, poi il secondo nei leggins poi il resto colò lungo il cazzo di signor Mocci, lui allora avvicinò Simona tirandola per la spalla, prese i bordi della maglia di lei e si pulì.
– Martina &egrave riuscita tamponare la situazione mostrandosi collaborativa con me, lo sarai anche tu nel mentre che quel cretino di tuo marito cerca un secondo lavoro
Mocci uscì lasciando Simona sconvolta e con i vestiti sporchi del suo sperma, prima di raggiungere il marito si cambiò mettendosi il pigiama poi andò da lui, era seduto nel divanetto dello studio, aveva le mani sul volto quasi vergognandosi, quando sollevò il viso Simona si spaventò, aveva le guance completamente rosse, paonazze e gli usciva sangue dal naso
– Amore, cosa ti ha fatto?
– Mi ha dato schiaffi, tantissimi e fortissimi, ho provato a difendermi ma &egrave troppo forte per me. Mi ha detto che oggi per avvertimento mi avrebbe dato solo schiaffi per non lasciarmi segni. Ma di muovermi a trovare i soldi. &egrave stato un incubo, mi ha picchiato fino a quando Mocci non l’ha chiamato per andar via. A te cosa ti ha detto
– Niente tesoro, mi ha detto di muoverci a trovare i soldi e che sono persone cattive. E lo sono davvero
Simona non voleva aumentare i pensieri del marito ed evitò di raccontargli della sega che Mocci lo aveva obbligato a fargli, portò il marito in bagno e gli lavò la faccia con un panno ghiacciato, poi entrambi andarono a letto e si abbracciarono dolcemente. Simona ripensava quanto vissuto e gli tornava in mente quel cazzo enorme, era preoccupata dagli sviluppi che avrebbe potuto avere quella situazione.

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Due mattine dopo il brutto incontro con l’impresario Simona decise di fare una corsetta la mattina per scarica lo stress, adorava correre per le strade della sua città, si raccolse i capelli in una coda, pantaloncini aderenti e corti e una maglia tecnica. Iniziò a correre per la città, fece diversi chilometri scaricando tensione e stress, quando girò però nella sua via rientrando a casa ripiombò nel suo incubo. Mocci e Silvio la stavano aspettando davanti all’ingresso.
– Sali in macchina che dobbiamo parlare
Martina ubbidì e Sali dietro il fuoristrada del signor Mocci, era ancora sudata dalla corsa ma quella situazione le stava gelando il corpo. Fecero pochi isolati fino a quando non arrivarono davanti alla villa del signor Mocci. Scese solo l’impresario che diede le chiavi al suo capocantiere invitandolo ad andare in cantiere di tornare a riprenderlo dopo un’ora, poi disse a Simona di seguirlo.
Simona entrò in casa del signor Mocci e vide che dentro la casa era ancora più bella che fuori, parquet in tutte le stanze, arredamento di estremo lusso, circondati da mobili belli e tecnologia all’avanguardia, Mocci doveva essere molto ricco.
Simona su invito di Mocci salì al piano superiore dove trovarono una ragazza di origini africane che trafficava in bagno, era vestita come una cameriera e appena vide il signor Mocci lo salutò ossequiosamente dicendo che aveva preparato il bagno.
Mocci indicò a Simona il bagno dicendo di infilarsi nella vasca da bagno dato che era tutta sudata e che si sarebbe rilassata, dopo avrebbero parlato di affari. Simona non provò nemmeno a ribattere, quell’uomo la metteva in soggezione e la impauriva. Entrò nel bagno, chiuse la porta ma non aveva chiave, vide subito la bellissima e grande vasca da bagno piena di schiuma, si spogliò e si infilò dentro. Era appena entrata dentro quando entro nel bagno anche la cameriera che raccolse i vestiti di Simona e li portò via sistemandole un accappatoio bianco sulla sedia vicino.
Simona si immerse nell’acqua cercando di rilassarsi e di capire bene in quale incubo era finita, si stava comunque iniziando a godere quel bagno bollente, accese anche l’idromassaggio, chiuse gli occhi e smise di pensare.
Fu bruscamente risvegliata dalla voce di Mocci, era in piedi vicino alla vasca
– Vedo che ti stai rilassando
Simona fece un balzo e lanciò un urlo, si era spaventata venendo risvegliata dal suo tepore da quella voce che tanto temeva. Mocci era in piedi davanti a lei, completamente nudo, con una pancia prominente, peluria abbondante nel petto e nel ventre ma spiccava soprattutto il suo cazzo in erezione, era grande e grosso e Simona lo guardava terrorizzata, era seduta nella vasca con una mano si copriva i seni e nell’altra la figa. Mocci infilo una mano nella vasca e tolse il tappo per svuotarla quindi aprì la doccia e getto l’acqua gelida addosso a Simona che si copriva e strillava
– Stai zitta cretina. Ti sto togliendo la schiuma
Simona tremava dal freddo, nuda davanti a quell’uomo, lui le porse l’accappatoio che Simona indossò e poi la invitò a seguirlo, andarono nella camera da letto di lui, era una camera matrimoniale con un letto molto grande e specchi in quasi tutte le pareti, Mocci si distese nel letto al centro, il cazzo svettava come un grosso palo, Simona era vicino alla porta che aveva paura di entrare
– Togliti l’accappatoio e vieni qui
Simona riluttante ma impaurita ubbidì, quando fu nuda Mocci la studio bene
– Vedo che hai un piccolo rettangolino di peli nella figa, oggi la depilerai perché a me piace senza peli, e voglio che ti metti il percing all’ombelico. L’ho scoperto con Martina ed &egrave una cosa che mi eccita moltissimo. ora sali sopra
Simona si avvicinò a Mocci, gli venne in mente di prendergli il cazzo in mano e rifargli una sega, sperava magari di riuscire nuovamente a cavarsela in quel modo, ma Mocci la prese di peso e la mise sopra di lui puntando il suo cazzo sulla sua figa, Simona non era bagnata e quindi non entrava facilmente considerate le misure di lui. Mocci aprì un cassetto e prese un olio con cui unse il suo cazzo, poi ripuntò nuovamente la figa di lei, questa volta penetrandola. Simona lanciò un fortissimo urlo per il dolore, quel cazzo gigantesco le aveva fatto malissimo, la riempiva in un modo che non le sembrava possibile, era abituata al cazzo del marito che era la metà di quello. Mocci la prese di peso per le chiappe e la muoveva sopra di lui. Simona non riusciva a seguire il ritmo che lui le dava, era troppo presa dal bruciore nella figa per quel cazzo gigantesco. Iniziò a bagnarsi lentamente dopo molto tempo che lui la scopava, la mise a quattro zampe e lui dietro riprese a scoparla con vigore, nonostante il dolore e la paura Simona iniziava a provare piacere. Mocci le ordinò di toccarsi mentre lui la scopava, e così Simona iniziò a godere anche lei di quel trattamento, le spinte di lui erano sempre più decise e Simona trattenne il fiato e il respiro e venne silenziosamente si vergognava di aver goduto. Mocci diede altre due spinte e poi urlando le venne dentro riempiendola di sperma. Si accasciò vicino a Simona
– Prendi la pillola?
– Si la prendo
– Brava, mi piace venirti dentro. Ora vestiti che Silvio sta per arrivare.
Sulla sedia vicino al letto c’erano i vestiti di Simona lavati, asciugati e stirati. Simona si rimise pantaloncini e maglia da corsa e seguì Mocci, davanti all’ingresso c’era Silvio che li aspettava. Salirono in macchina e arrivarono davanti a casa sua, quando scese dalla macchina vide che parcheggiata c’era la macchina di suo marito che stranamente non era a lavoro. Scese anche Mocci insieme a lei ed entrarono insieme in casa, Silvio li aspettò in macchina
– Ho detto io a Giulio di venire, dobbiamo parlare di interessi
Simona seguì Mocci ormai completamente succube di quell’uomo
Giulio si stupì di vedere la moglie entrare in casa insieme a Mocci
– Amore come mai sei con lui? Dove eravate
– L’ho incontrata correndo e le ho dato un passaggio ‘ rispose Mocci
Mocci entrò in soggiorno e si sedette nel divano, Giulio nella poltrona davanti, fu lui a parlare
– Allora forse ho trovato il modo per farti sistemare la cosa senza doverci perdere le ossa e questa casa. Ti ho trovato un secondo lavoro, ho un ristorante e la sera dei weekend andrai ad aiutare in cucina, venerdì, sabato e domenica
– Grazie signor Mocci ‘ rispose intimorito Giulio. Poi Mocci si rivolse a Simona
– preparaci due caff&egrave!
Giulio fu colpito dal tono con cui Mocci si rivolgeva alla moglie, dandole degli ordini e si stupì anche di come la moglie ubbidiva silenziosamente, ma rimase ancora più basito quando Simona prese i caff&egrave e su invito di Mocci si sedette vicino a lui
– in cambio di questo lavoro io ti blocco gli interessi e tu piano piano ti ripaghi il debito, in 4 mesi di lavoro dovresti essere sistemato e potrete godervi la vostra casa. Ora vi lascio, immagino che con una mogliettina così bella abbiate cose più interessanti da fare che parlare con me
Alzandosi dal divano Mocci accarezzò la coscia di Simona, particolare che non sfuggì al marito, quando accompagnò Mocci all’ingresso vide nel giardino Silvio, solo la vista di quell’energumeno fece tremare Giulio al pensiero dei colpi che gli aveva dato. Richiuse la porta e raggiunse Simona
– perché siete venuti insieme? Ma ti sta minacciando? Come mai ubbidisci ai suoi ordini?
Simona era tentata dal sfogarsi con il marito, d’altronde era colpa anche sua se erano finiti in quel guaio, stava per mettersi a piangere e raccontare tutto quando le venne paura che il marito non avrebbe capito e magari l’avrebbe lasciata e allora non disse nulla.
– Mi fa paura quell’uomo e non vedo l’ora che questa storia finisca se portandogli il caffe e facendogli toccare una coscia lo faccio star buono, preferisco ubbidire. O devo farmi picchiare come &egrave successo a te? Mi difenderesti tu nel caso?
Giulio abbracciò la moglie e la tranquillizzò, quell’incubo stava per finire grazie a questo secondo lavoro, doveva tornare a lavoro ma volle prima fare l’amore con la moglie, Simona non aveva voglia era ancora dolorante alla figa dopo il sesso con Mocci, ma per non insospettirlo acconsentì, la differenza era abissale, praticamente non sentiva il cazzo del marito e fece finta di avere l’orgasmo per farlo finire in fretta. Poi entrambi si prepararono per andare a lavoro.
Quando Simona uscì le arrivò un messaggio di Martina
– Mi ha detto che ti devo accompagnare a fare il percing, sei libera domani pomeriggio?
Simona si ricordò di quanto gli aveva detto Mocci prima di scoparla, la sera avrebbe depilato la figa pensò in quel momento, poi rispose a Martina confermandogli l’appuntamento.

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riservatoca@gmail.com Adesso che anche Simona era un’amante di Mocci fece rilassare Martina nei suoi confronti e il pomeriggio insieme per il percing di lei si liberò finalmente del peso che portava dentro da mesi
– Per me &egrave un incubo Simo, ormai sono completamente nelle sue mani. Con Claudio non riusciamo a saldare il debito e inoltre Claudio &egrave totalmente in soggezione. Ha il terrore di essere picchiato ancora, ha scoperto di quello che mi fa Mocci e non mi sfiora più. Non capisco se per schifo e rabbia nei miei confronti o timore nei suoi
Simona abbracciò Martina cercando di consolarla
– Giulio non sa nulla e non voglio dirgli nulla, ma in qualche modo dobbiamo uscire da questa situazione. Ne usciremo insieme, andremo dalla polizia
– E con i video cosa faremo? Tempo un giorno e saremo sputtanate su internet
Martina trasalì, non sapeva nulla dei video, allora Simona le disse che Mocci in camera sua filmava tutto e che aveva una collezione di tutte le donne che aveva ricattato, una copia era custodita in un server che avrebbe messo online in caso di denuncia. Martina a quella informazione perse ogni speranza di togliersi Mocci dalla sua vita, probabilmente anche lei era stata filmata il giorno prima.
Andarono in un centro specializzato e si fece fare il percing all’ombelico, pensava fosse più doloroso, invece le trovava bello ed esteticamente sensuale. Quando uscirono dal centro Martina informò Simona che Mocci le aveva detto di andare in ufficio da lui che voleva vedere il percing. Riluttante Simona andò con Martina nell’ufficio dell’impresario, si accomodarono in sala d’attesa aspettando che si aprisse la porta, l’impresario era probabilmente impegnato con due clienti, infatti uscirono dopo pochi minuti una giovane coppia, dovevano avere poco più di venti anni, Simona ricordava la ragazza, era probabilmente una cameriera in qualche bar, molto minuta ma carina, uscirono tenuti per mano, sorridenti e felice, loro erano probabilmente dei semplici clienti e non erano finiti nelle mani di Mocci in versione usuraio depravato.
Entrarono entrambe intimidite, Mocci le fece accomodare
– Martina chiudi la porta e vieni vicino a me, tu Simona mettiti qui davanti e togliti maglietta e jeans
Entrambe ubbidirono, Martina si avvicinò a Mocci che subito le mise una mano sotto la gonna toccandole il culo, mentre Simona si tolse la maglia e i jeans rimanendo in perizoma e reggiseno davanti a Mocci e Martina. Mocci guardava Simona eccitato, vedere che aveva ubbidito ai suoi ordini gli aveva procurato una poderosa erezione, prese la testa di Martina e le disse di inginocchiarsi, lei ubbidì, gli sbottonò i pantaloni e tolse fuori quel cazzo che ormai conosceva a memoria e iniziò a succhiarlo.
– Tu spogliati tutta, voglio vedere se hai anche depilato la figa
Martina tolse tutto e rimase completamente nuda davanti a Mocci. Poi lui la fece avvicinare, le palpò il culo con forza, il tutto mentre Martina succhiava con avidità il suo cazzo. Poi fece mettere Simona a novanta sulla scrivania e iniziò bagnandosi il dito con la saliva a inumidirle l’ano, penetrandolo poi con il dito.
Mocci scopava con uno e poi con due dita il culo di Simona mentre Martina gli succhiava il cazzo.
Si fermò quando sentii sopraggiungere l’orgasmo e bloccò la testa di Martina riempiendole la bocca di sperma
– Non ingoiare tutto, voglio che lo dividi con la tua amica
Martina ubbidì e bacio nella bocca Simona, che con il culetto indolenzito e schifata per quanto stava subendo accolse lo sperma di Mocci dalla bocca dell’amica.
– Ora tu vestiti e poi sedetevi che devo dirvi una cosa. Quella coppia appena uscita, devono ristrutturare casa, hanno i soldi contati ma voglio tanto mettere il parquet sul soggiorno. Voglio che diventiate amiche di lei, lavora nel bar all’ingresso del paese, poi una volta amiche dovete parlargli di come io permetto delle convenienti dilazioni e di come vi siate trovate bene con me.
Simona e Martina uscirono avvilite dall’ufficio di Mocci, non solo erano completamente succubi delle perversioni di quell’uomo ma ora dovevano anche fare da adescatrici
– Sai una cosa che mi fa rabbia ‘ disse Martina a Simona una volta fuori dall’ufficio
– Dimmi
– Che nonostante mi faccia schifo e ribrezzo quell’uomo, sessualmente riesce a farmi godere quasi sempre, contro la mia volontà, non vorrei almeno dargli questa soddisfazione ma sembra sapere benissimo come far godere una donna
– &egrave successo anche a me e dopo con mio marito non ho provato nulla
Simona e Martina arrivarono al bar e videro dietro al bancone la ragazza che era uscita dallo studio di Mocci, fu Simona a prendere l’iniziativa
– Hai un viso conosciuto ma non mi ricordo dove ci siamo visti
Chiara, la cameriera del bar sorrise dicendo che non aveva idea, fu Martina ad intervenire
– Ma si certo oggi nello studio dell’impresario Mocci tu sei uscita quando noi stavamo entrando
Da quel momento iniziarono a chiacchierare, Chiara si presentò e mentre preparava dei caff&egrave alle due ragazze espresse i propri timori, come le aveva informato Mocci Chiara voleva fare dei lavori nella casa nuova ma era limitata con i soldi
– Anche io ero così ma Mocci &egrave stato straordinario e mi ha dilazionato tutto in piccole quote e anche quando non potevo pagare la rata del mese non ha mai fatto storie
Anche Martina supportò la tesi di Simona, chiacchierarono ancora un pochino poi andarono via dal bar e si salutarono.
Simona rientrò la sera a casa, preparò la cena e poi mangiò con Giulio, fu molto silenziosa con il marito, quella situazione la affliggeva ma non voleva coinvolgere troppo il marito, non voleva rovinare il suo matrimonio come aveva fatto Martina, sperava solo che le cose si sarebbero risolte presto. Dopo cena squillò il cellulare di Giulio, era Mocci che gli annunciava che sarebbe passato per portargli il contratto per lavorare nel suo ristorante.
Dopo pochi minuti entrarono in casa e si accomodarono in soggiorno, Silvio aveva una cartella con diversi documenti da firmare e insieme a Giulio andarono nello studio, Mocci chiese ad alta voce di poter usare il bagno e fece il gesto a Simona di accompagnarlo, appena entrati in bagno Mocci si abbassò i pantaloni mostrando a Simona il suo cazzo in erezione, la voltò velocemente piegandola a novanta, le abbassò pantaloni e perizoma e dopo essersi sputato nelle mani e bagnato il cazzo, la penetrò.
– Da ieri che voglio scoparti con tuo marito nella stessa casa, ti conviene non fare molto rumore però
Mocci la scopò furiosamente, Simona trattenne il fiato dopo i primi colpi che le avevano fatto malissimo in quanto non era lubrificata, poi iniziò a bagnarsi e come era successo a casa di Mocci iniziò anche a godere, Mocci la scopò con tale foga che Simona raggiunse subito un forte orgasmo, fu seguita subito da Mocci che si scaricò completamente dentro di lei.
Mocci uscì dal bagno frettolosamente per raggiungere Silvio e Giulio, loro avevano finito e li trovò seduti nel soggiorno, il marito si incupì quando vide arrivare la moglie poco dopo Mocci, con i capelli in disordine.
Una volta usciti Giulio chiese subito alla moglie cosa era successo
– Nulla amore, mi ha messo una mano sulla coscia, poi ha provato a toccarmi il sedere ma l’ho tenuto a bada dicendo che l’avrei denunciato. &egrave un coglione ma so gestirlo. Tu pensa a saldare in fretta il debito
Mentre Simona raccontava l’ennesima bugia al marito sentiva nella sua figa colarle i suoi umori uniti allo sperma di Mocci, quell’uomo odioso e arrogante la faceva impazzire sessualmente.
Prima di andare a lavoro il giorno seguente Simona passeggiando in paese incontrò Chiara, si fermarono a salutarsi e la ragazzina le confermò che aveva deciso di chiedere una dilazione a Mocci per permetterle di fare i lavori nella sua casa, Simona era tentata dal dissuaderla e dirle la verità ma aveva troppa paura.
Una settimana dopo Mocci aveva iniziato i lavori a casa di Chiara, e il venerdì sera per festeggiare la sua prossima preda aveva invitato a cena sia Simona che Martina con Claudio. Giulio era invece a lavoro nel ristorante di Mocci.
Simona fu allibita del vedere come Claudio era totalmente assoggettato a Mocci, talmente succube che Mocci gli disse in malo modo che non voleva averlo tra i piedi durante la cena e lo invitò ad andare a mangiare in cucina, Simona e Martina si sedettero nel tavolo con Mocci che gli raccontò nei minimi particolari il disegno criminoso nei confronti di Chiara e del fidanzato, gli avevano fatto firmare delle cambiali e assegni a garanzia e il giorno dopo gli avrebbe spiegato bene come avrebbero dovuto saldare il debito, se tutto fosse andato secondo i suoi piani domenica Chiara sarebbe stata sua, disse a Simona e Martina che dato che loro avevano aiutato avrebbe assistito da una stanza con vista privilegiata e accompagnò la frase con una sonora risata.
Dopo cena porto le ragazze nella sua camera da letto dove si spogliarono, Mocci le scopò con la solita vemenza e forza facendole godere come solo lui riusciva, erano i suoi giocattoli sessuali, prima di venire Mocci fece mettere Martina a quattro zampe e aiutato da del lubrificante la penetrò nel culo. Simona assisteva eccitata all’inculata dell’amica, le stava completamente spaccando il culo con il suo enorme cazzo
– Martina &egrave già da un po’ che la prende nel culo, vero tesoro?
– Si signor Mocci, &egrave da oltre due mesi che mi incula
– A breve anche il tuo culetto verrà aperto
Disse Mocci prima di venire riempiendo l’intestino di Martina del suo sperma, quando tolse il cazzo il buco di Martina era completamente divaricato, Simona lo guardava toccandosi

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Sabato mattina, Simona era libera dal lavoro, Giulio era rientrato presto da una corsa in bici, la chiamava ma il telefono squillava a vuoto. Simona era nello studio di Mocci, era messa a novanta con pantaloni e perizoma abbassati alle caviglie e Mocci con il suo enorme cazzo era tutto dentro il suo culo.
Simona inizialmente aveva provato un dolore fortissimo ma adesso stava godendo come forse mai le era capitato, non riusciva a trattenere le urla e venne morsicandosi una mano, Mocci continuava ad incularla con foga, si immaginava il buco del culo largo come quello che aveva visto all’amica la sera prima. Mocci continuò a scoparla fino a quando non diede dei colpi forti e venne anche lui completamente dentro di lei.
– Spogliati e vattene e ricordati domani mattina alle 8 a casa mia con la tua amica, non vorrete perdervi lo spettacolo
Il giorno dopo Mocci avrebbe avuto a casa Chiara con il fidanzato, doveva ricattarli come aveva fatto con loro e con Martina e Claudio.
Quando Simona rientrò a casa inventò una scusa per non aver risposto al telefono, e faceva malissimo il culo ma era ancora eccitata per il sesso appena fatto, bacio Giulio e insieme andarono in camera da letto, Simona aveva ancora voglia, si spogliarono velocemente, lei salì sopra di lui e lo scopò con veemenza, ma non riusciva a godere, dovette ancora fingere l’orgasmo, ormai sembrava che i suoi orgasmi fossero una prerogativa di Mocci, si detestava per il modo in cui desiderava carnalmente quel viscido ricattatore.
La sera si mandarono dei messaggi con Martina per mettersi d’accordo e arrivarono alle 8 puntuali a casa di Mocci, lui le fece accomodare in una stanza con due sedie diversi schermi, gli schermi erano collegati a tutte le videocamere installate nella casa, sembrava di essere al grande fratello, ogni stanza era collegata con diverse videocamere e Simona e Martina potevano vedere benissimo tutto quello che sarebbe successo.
Chiara e il fidanzato, molto timidi entrarono in casa di Mocci e si accomodarono in una poltrona davanti a loro, Chiara aveva indossato dei leggins molto aderenti, grigio chiaro che le mettevano in mostra il corpo minuto ma con delle belle curve e un culetto che Mocci quando vide pensò fosse delizioso, aveva un a felpa con cappuccio larga che nascondeva il resto del corpo. Mocci fu da subito molto drastico con loro
– Ho avuto dei problemi ed ho bisogno di incassare subito i miei soldi
– Ma ora non li abbiamo ‘ rispose preoccupato il fidanzato
Mocci allora si rivolse a Silvio per dirgli di spiegargli come recuperavano loro i crediti, Silvio lo prese di peso e lo portò via, fu facile date le dimensioni ridotte del ragazzo trascinarlo via. Chiara era paralizzata dal terrore, provò a dire basta e di lasciarlo stare ma fu zittita da una sberla di Mocci. Ora era sola in ufficio con lui e tremava di terrore.
Mocci si abbassò i pantaloni e le mutande mostrando a Chiara il suo cazzo di proporzioni enormi, lei era stata solo con il ragazzo ed era angosciata adesso vedendosi davanti quel gigantesco cazzo.
Mocci si avvicinò e lei, le prese la mano e se la portò nel cazzo e iniziò a farsi masturbare.
Simona vedendo quella scena si ricordò quando anche lei ebbe quel primo approcciò da Mocci che le venne poi nella maglia.
Chiara come un automa masturbava quell’uomo, le scendevano delle lacrime ed era bloccata guardando quel cazzo di dimensioni come non pensava esistessero.
Lui prese la mano di Chiara e iniziò a muoverla più velocemente, fino a quando un primo abbondante schizzo di sperma la colpì nel viso, sulla fronte. Chiara mollò un urlo spaventata dall’orgasmo di Mocci ma un secondo schizzo le prese ancora il viso vicino alle labbra e poi un altro sulla felpa.
Martina e Simona guardavano sia la scena di Mocci che scopava Chiara e buttavano uno sguardo anche a Silvio che picchiava brutalmente il ragazzo, rispetto ai loro mariti aveva provato in diversi modi a reagire e Silvio lo stava picchiando con molta più violenza.
Nel mentre Mocci con il cazzo ancora in erezione prese Chiara di peso e la portò nella sua scrivania, con una mossa fulminea le abbassò leggins e perizoma, in un secondo fu dietro di lei e poi dentro, le diede un colpo forte affondandole il cazzo dentro, Chiara urlò dal dolore, aveva la figa stretta e pensava che con quel colpo quel cazzo l’avesse completamente slabbrata. Mocci iniziò a scoparla con forza, come sapeva fare lui, Chiara iniziava a godere, non voleva ma quegli affondi le provava un piacere fisico enorme.
Simona si era infilata la mano nel perizoma e guardando quella scena aveva iniziato a toccarsi la figa, Martina la guardava prima rise, poi la imitò e anche lei iniziò a masturbarsi, Martina poi smise di guardare il video si toccava guardando l’amica
– Posso darti un bacio? ‘ le chiese Martina
Simona rispose sfilandosi una gamba del leggins e il perizoma, allargò le gambe e le disse che prima doveva baciarla lì. Martina era inginocchiata che leccava la figa di Simona, nel mentre lei guardava il video dove si vedeva Mocci che scopava ancora Chiara a novanta nel mentre le bagnava il buco del culo con della vasellina.
Furono interrotti da Silvio che entrò agitato nella loro camera
– Mi scusi signore ma forse ho esagerato, il ragazzo non riprende conoscenza
– Portalo al pronto soccorso e mollalo lì. Non rompermi le palle adesso
Chiara non riuscì nemmeno a voltarsi per preoccuparsi del fidanzato, era sotto la furia di Mocci che la scopava con forza mentre con un dito le stuzzicava l’ano, si stava odiando ma aveva avuto un orgasmo e adesso continuava a gemere e godere.
Appena Silvio mise il ragazzo nella sua macchina, mentre stava facendo il giro per entrare nella sua portiera, quel ragazzo fulmineo usci e corse nella propria macchina, fece in tempo a chiudersi dentro, Silvio si precipitò da lui ma riuscì solo ad ammaccargli il vetro che poi velocemente aveva messo in moto ed era partito. Silvio inizialmente pensò di inseguirlo, poi gli venne in mente che tanto sarebbe dovuto tornare per riprendersi la fidanzata e decise di coricarsi un pochino.
Simona intanto era vicina all’orgasmo con la lingua di Martina che le stuzzicava il clitoride, nel mentre Mocci nonostante le urla di Chiara che gli chiedeva di non farlo aveva tolto il suo cazzo dalla figa di lei e le stava puntando l’ano, era molto stretto nonostante l’avesse ben lubrificato. Mocci stava forzando il suo culo, Chiara urlava dal dolore quando poi Simona vide lui dopo tanti sforzi affondare nel culo della ragazza venne fortemente schiacciando la faccia di Martina sulla sua figa.
Chiara piangeva moltissimo e urlava dal dolore, quel signore gli aveva rotto anche il culo, e la stava scopando con forza anche nel culo, lei era impotente sotto la furia di quell’uomo.
Furono interrotti da un calcio forte della porta e da delle persone che entrarono con decisione e urlando nella loro stanza, era la polizia che urlava di alzare le mani, seguiti dal fidanzato di Chiara che nonostante lividi e sangue per il pestaggio aveva trovato la forza di avvisare la polizia.
Conclusione
L’intervento della polizia aveva permesso di liberare Simona, Martina e Chiara dall’incubo i cui erano state trascinate da Mocci, tutti i filmati trovati nella casa dell’imprenditore avevano permesso di incastrarlo con le accuse di ricatto e violenze.
Mocci era da diversi mesi in carcere, riceveva frequenti visite del suo avvocato in carcere che lo aggiornava sul procedimento in corso e sulla strategia difensiva, fu però colpito quel giorno di visite quando invece dell’avvocato si trovo davanti, con dei leggins aderenti grigi che lo facevano impazzire, un top corto che metteva in mostra l’ombelico. I capelli raccolti e lo sguardo basso. Davanti a lui c’era Simona che era andata a trovarlo.
– Signor Mocci, son venuta a trovarla perché le sembrerà strano ma mi mancano i nostri incontri
Il signor Mocci la guardava ridendo, era ancora in mano sua.

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