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Racconti di Dominazione

L’inizio di tutto

By 27 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Laura era oramai da dieci minuti in ginocchio di fronte a lui.
I capelli stretti in una strettissima coda di cavallo, addosso una tunica bianca, i piedi nudi con il dorso perfettamente aderente al pavimento, le mani a formare una croce sul petto.
Il capo chino in attesa del segno che per lei significava diventare ciò che desiderava da tanto, troppo tempo, una schiava.
Non una schiava qualunque, una di quelle che per un fugace momento di trasgressione, si fanno frustare o legare, ma una donna che aveva donato la sua anima alla persona che troneggiava su di lei in quel momento.
In quel momento, a Laura, passavano per la mente piccoli frammenti della propria vita, il matrimonio con Claudio, il figlio tanto desiderato, l’iniziale sorriso ebete nel leggere di quelle pratiche così folli, e il desiderio di essere essa stessa parte di quel mondo.
Laura è una bella donna di 35 anni, alta 170cm, fisico snello, una seconda di seno ancora tonico, un bel visino contornato da capelli castano chiari alle spalle, lisci e folti.
Basta, si disse Claudia, concentrati, è quello che desideri, non puoi mollare adesso, dopo tutto quello che hai fatto per essere qui ora.
Inutile, la mente vagava senza sosta, le mail con quella strana persona, il desiderio sempre più pressante di conoscerlo, la gioia di abbandonarsi a lui, di descriversi, di raccontargli i propri desideri, le cose più intime, che mai aveva confessato ad anima viva.
Infine l’incontro con lui, le prime volte a casa sua, la paura di essere scoperta da suo marito, i cambiamenti che lui le aveva chiesto e lei eseguito.
Non era stato per nulla facile, ne immediato.
Eliminare l’intimo era stato addirittura divertente anche se causa di qualche imbarazzo e di qualche scopata imprevista con il marito, stupito e illuso da quell’improvviso cambiamento.
Eh già, non voleva, non doveva più avere rapporti con lui, su questo il maestro era stato chiarissimo, ma caspita, in fondo era sposata oramai da cinque anni e quel poveretto non la trattava male in fondo.
E poi, non era stato amore, era solo sesso, gli aveva imprestato un buchino dove infilarci il suo membro e nulla di più, nessuna partecipazione, niente amore, giusto un po’ di affetto.
Erano passati oramai 30 minuti buoni ed il maestro la guardava con aria soddisfatta, senza proferire parola, senza dire nulla. Improvvisamente, il Maestro, il suo nome era Luca, ma nessuno lo chiamava mai così, si tolse la camicia, rimanendo a petto nudo.
‘ Alza lo sguardo Laura, ciò che desideri oggi si avvererà’. ‘Proclama ciò che vuoi diventare e io te lo donerò’.
Laura alzò lo sguardo al cielo e le parole uscirono dalla sua bocca chiare e limpide, quasi non aspettassero altro che diffondersi nell’aria:
‘Io Laura, da questo momento, ti appartengo mio signore.
Tuo è il mio corpo, tua la mia mente, tua la mia anima. Giuro di obbedirti, di amarti, onorarti e servirti finchè non morirò.
Disconosco il mio matrimonio, per me cessa di essere valido, nonostante io continui a vivere con lui, mi impegno a non avere più rapporti sessuali con mio marito, ne con nessun altro che non mi sia stato proposto da te, maestro.
Tutto di me da questo momento è tuo, nulla più mi appartiene.
Prenditi la mia vita Maestro, te ne faccio dono, e ti prego di accettarlo come mio pegno di schiavitù.
Laura, pronunciate queste parole, pianse, di gioia. Un pianto lungo, liberatorio, che portò via con se le ultime resistenze, le ultime indecisioni, gli ultimi dubbi.
Il maestro la trasse a se. Dalla tasca destra dei pantaloni tirò fuori un collare di cuoio di circa due centimetri di altezza, rosso. Lentamente lo legò al collo della schiava, sorridendo di soddisfazione
Accarezzandole i capelli la fece alzare, conducendola nella stanza della iniziazione, l’ultima stanza della casa del maestro, quella di cui Laura conosceva l’esistenza ma che non aveva mai visto.
La stanza era completamente spoglia, fatto salvo un tatami posto al centro e una cassapanca posta di fronte alla porta. L’illuminazione era assicurata unicamente da una piccola lampadina posta sul soffitto.
Il maestro, tenendo la mano di Laura la fece accomodare al centro della stanza. Lentamente le levò la tunica, lasciandola completamente nuda. Verificò la completa ed accurata depilazione di ogni parte del suo corpo, e soddisfatto la fece distendere a pancia in giù.
Dopo averla bendata, estrasse dalla cassapanca quattro robuste corde, che assicurò alle mani ed alle caviglie della schiava per poi fissarle a quattro anelli posti sul pavimento a lato del tatami .
Pose un cuscino sotto la pancia di Laura, e delicatamente le inumidì la vagina con la lingua. Poi, senza preliminari, la penetrò con forza. Il maestro la scopo’ a lungo, mentre Laura, memore degli insegnamenti ricevuti, soffocava il proprio orgasmo, cosa che una schiava non può mai provare.
Dopo un tempo che a Laura parve non finire mai, il Maestro venne dentro di lei, inondandole il ventre con il proprio sperma caldo.
Il maestro si levò da lei, chiuse la luce e uscì, lasciandola legata a terra, piena del suo seme.
Laura pianse di gioia per la seconda volta, erano due mesi che non prendeva più la pillola, lui aveva ordinato così.

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