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Racconti di Dominazione

Liquore

By 5 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

“Ferma stai.” Dice la voce alle sue spalle.
Lori deglutisce. È freddo, strafreddo.
Odore di liquore proviene dalla cantina, è scesa per prendere una bottiglia di Martin Remis Luis III da portare al compleanno di suo padre.
È tardi, stra- tardi. (ah lo so non si dice stratardi..)

Lo conosce.
Da un gruppo di Whatsapp si è appropriato del suo numero e le aveva scritto.
“Mi sembri dolce e simpatica, ti va di sentirci?”
Lo aveva ignorato, è già fidanzata e poco interessata al progetto della professoressa che ha aperto il gruppo per mettere in contatto gli studenti prescelti.
Il corso inizia… Lo incontra…
Non particolarmente bello ma alto e scuro di carne ed i suoi capelli folti, lucenti. Sicuramente morbidi. Era un cavallo.
“Mi sembri bella Lori, vogliamo uscire?”
Le aveva chiesto.
Lo aveva scansato stizzita.
Aveva insistito.
“Sono fidanzata micio bello.” Lo aveva sfottuto.
“D’accordo ma accetti o no?”
Lei l’aveva piantato lì.

___
“Come hai osato non darmi nemmeno una risposta?”
Lori lascia cadere la chiave, il metallo non produce rumori. Pare che resti a fluttuare a mezz’aria.
È bello ora.
Forse questo era il modo in cui voleva essere invitata.
Lui non parla oltre. Si avvicina, la pressa al muro, torce una tetta nel palmo della mano calda.
“Ora piccola troia raccoglierai la chiave, andremo qua dentro e ti farò vedere quanto male hai fatto a non rispondermi.”
È un collega del corso o un ricercatore del dottorato già specializzando?
Non sa… Lo ha ignorato tanto da non ricordar nulla di lui.
Si china e prende su la chiave, la camicetta mostra la scollatura. Le palpa le natiche, apre la cerniera della gonna e scorre col dito il solco del suo culo.
Lori vacilla. La gonna cade nella polvere.
“Devo andare al compleanno di mio padre, ero scesa a prendergli il regalo.”
La sua gola è secca.
“Più tardi, ora il mio regalo. Forza apri la porta.”
Alcol e salumi inebriano dei loro odori il vano.
“In ginocchio.”
Lori davanti a lui piegando le ginocchia tocca il pavimento gelido della cantina.
Che ne vuol fare di lei ora? La….
Ode’ nel buio la zip dei suoi pantaloni scendere.
“Bacialo.”
Lori schiude le labbra, sfiora la cappella.
“Lecca.”
Lascia saettare la lingua lungo l’asta, è piccante. Sa di sale. Odore di bagnoschiuma misto a orina.
“Mettici impegno vacca.”
La ragazza prende a pompare sublussandosi la mascella ma lui non accenna ad eiaculare.
Le labbra della figa si stanno allagando, lui respira il suo odore acuto di puttana.
“Non sai manco fare un bocchino, alzati e girati. Ora micio bello ti farà il culo.”
Ricorda la sua presa per il culo e pensa che stia per restituirgliela.
I capelli lunghissimi le cadono mollemente a lato quando gira il collo.
“Mettiti in ginocchio qua sopra.”
La paura la prende per quel collo.
Si sistema sullo sgabello secondo l’indicazione.
Le sfila il tanga e glielo ficca in bocca sbavandole il rossetto fucsia acceso.
Le scende di poco le autoreggenti.
Lega i suoi polsi insieme, alti sulla testa, ad un gancio che serviva per appendere prosciutti.
La prima frustata non le fa molto effetto, la seconda invece brucia.
Lo segue fare quel balletto intorno a lei nella penombra con la cintura in mano e poco a poco si ritrova le chiappe in fiamme.
Avverte spesse dita frugarle negli orifizi, violare l’ano, saggiare la clitoride.
Inizia a venire copiosamente sotto il vigoroso massaggio che ora si è spostato a maltrattare le sue chiappe.
La rosa anale oppone resistenza alla pressione del cazzo più duro e largo di un dito medio.
La pacca sulla cute già lavorata e rossa le strappa un grido.
“Fallo entrare battona o ricominciamo daccapo.”
Lori si sforza, i colpi si fanno man mano più profondi. Si augura che la stretta del suo sfintere lo faccia venir presto ma non succede.
Afferra i suoi seni costretti ancora nelle coppe di tessuto e va avanti fino a far crollare la bottiglia del prezioso liquore.

La tira giù, si riveste
Le bacia le labbra, beve il suo liquido.
“Lo vedi Miss me la tiro? Avessi accettato l’invito a suo tempo, Micio Bello ti avrebbe saputo fare l’amore.”

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