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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 13.01

By 27 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

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Capitolo 13

Insieme e sempre a braccetto, sono andati al nuovo cinema multisala. Guardando fra i film in programma Tonino ha scelto quello che era in programmazione da più tempo. Quasi 3 settimane.
C’erano delle prime visioni che avevano attirato l’attenzione di tutti, ma per il suo scopo il film andava benissimo. Sapeva e sperava che non ci fossero molte persone a guardarlo.

Lei era tutta eccitata perché sapeva che c’erano due nuovi film e uno in particolare che attendeva da tempo, ma quando, comprati i biglietti e si sono diretti verso l’ingresso della sala 6, la delusione non si è fatta attendere. Era un vecchio film che aveva già visto con le sue amiche non molto tempo prima.

Come sono entrati Tonino si è soffermato un attimo per abituare gli occhi alla semi oscurità e ha potuto notare che c’erano pochi spettatori sparsi un po’ ovunque. Non aveva mai perso per mano la sua Giuseppina e insieme, l’ha guidata nell’angolo opposto dell’ultima fila.

Si sono seduti come persone normali che aspettano l’inizio del film e osservando la sala, le persone più vicine erano 5 file più avanti e leggermente in basso rispetto a loro due.
Come si sono abbassate le luci le ha bisbigliato all’orecchio di alzarsi in piedi.
Preso il bordo inferiore della minigonna ha poi tirato la cerniera aprendola completamente fino al bordo superiore per poi consentirle di sedersi nuovamente.

Ora stava seduta con tutto il culo nudo sulla poltroncina mentre la stoffa posta davanti a lei la copriva del tutto, come se nulla fosse.

L’idea che lei fosse lì col culo nudo lo eccitava.

Dopo 5 minuti di trailer la sala è caduta nella più completa oscurità e il film, è finalmente incominciato. Allora, inevitabilmente per lei, le è arrivato il fatidico ordine.
‘Metti gli occhiali scuri.’

Lei l’ho guarda perplessa e si chiede:
‘Ma per quale stupido motivo dovrei mettermeli?’

Imperterrito lui non dice una parola e aspetta fiducioso che una affranta Giuseppina esegua il suo ordine.

Come li ha indossati, le prende il bordo superiore della minigonna e sgancia le clips laterali. Gliela toglie con estrema facilità e l’appoggia sulla poltroncina vicina. Ora aveva indosso solamente le scarpe col tacco alto e il top. Questi era legato anteriormente e molto stretto fra i suoi piccoli seni lasciando scoperto buona parte del taglio fra i seni stessi.

Tonino come la moda estiva stava dettando, portava un paio di pantaloni da spiaggia lunghi sotto al ginocchio -alla pinocchietto- e una ampia camicia. Ha abbassato rapidamente i pantaloni e ha liberato una caviglia in modo da potersi muovere liberamente.

Tutti questi movimenti non sono scappati all’attenzione di Giuseppina che aveva il cuore che batteva sempre più forte. Non sapeva cosa aspettarsi.

Come ha raggiunto le ginocchia, le ha divaricate.
‘Sposta in avanti il culo.’ Le sussurra nell’orecchio.

Messo un dito in bocca per inumidirlo di saliva, lo infila poi lungo il taglio della figa.
Incomincia un lento movimento circolare sul clitoride che in breve diventa durissimo e poco tempo dopo i suoi umori la stavano bagnando. Ora incomincia ad alternare la masturbazione fra il clitoride e l’interno delle labbra vaginali. Più copiosamente si bagnava e più all’interno cercava di spingere il dito.

Il respiro di Giuseppina diventa sempre più veloce e più profondo. Oramai la conosceva bene e sapeva come stimolarla per farle crescere velocemente il suo piacere.

Ora era tempo per un altro gioco.
‘Alzati per un secondo.’ Le sussurra nuovamente senza mai togliere il dito dalla sua fighetta e senza mai fermarsi dal lavorio che le stava facendo.

Si aiuta aggrappandosi alla spalliera del sedile davanti ed ai braccioli della poltroncina. Anche lui l’aiuta guidandola con una mano su un fianco. Si sente girare e tirare all’indietro, movimenti che lei esegue lentamente per paura di cadere a terra.

Messa in quel modo ora dava le spalle a Tonino e questi lasciando momentaneamente il lavoro di masturbazione ha incominciato ad accarezzare con entrambe le mani le natiche. Poteva quasi baciarle il sedere se si abbassava, ma non era nelle sue intenzioni.

Lei aveva il cuore in tumulto. Non si ricordava quanto alte erano le poltrone davanti a lei e aveva paura che qualcuno la vedesse in piedi e soprattutto nuda.

Passandole una mano fra le natiche, ha raggiunto il buco fra le labbra della figa e ha incominciato nuovamente a masturbarla in profondità. Sempre più velocemente e sempre più profondamente. Con la mano posta sul fianco l’ha fatta chinare leggermente all’indietro, ma senza che si appoggiasse a lui.
Ora erano due le dita che la stavano masturbando con foga imprimendo anche un movimento semi circolare con il polso mentre le dita si muovevano dentro e fuori la figa.

Il gioco stava andando avanti da molto tempo e lei si era chinata molto, quasi accucciata sopra le sue gambe visto che queste non la stavano più reggendo.
Sapendo dove era il suo forellino bagnato, ha preso il cazzo rigido e duro in una mano e l’ha diretto in avanti. Sapeva bene che fra il suo cazzo e lei si frapponevano solamente le dita che la stavano masturbando profondamente.

Spostata la mano l’ha messa su un fianco e ha tirato Giuseppina in basso e di colpo il cazzo è sparito completamente in lei.

Lei si è lasciata cadere sperando finalmente di sedersi, ma è stata scossa dall’orrore e dalla consapevolezza che ora era seduta con il suo cazzo piantato in lei. Fino a quel momento, a parte i due vibratori. Era la prima volta che un cazzo la sondava nelle profondità. O perlomeno questo è quello che pensava e presa dal panico ha incominciato a dire:
‘No, no, fermo. Non uso la pillola. Non puoi farlo.’

Velocemente le ha messo un dito sulle labbra:
‘Ascolta. In primo luogo, ho messo un preservativo, quindi nulla di brutto ti può accadere. In secondo luogo, non ho progettato di goderti dentro anche se ho il gondone. Terzo e per concludere, non ti devi sentire obbligata a fare nulla: puoi restare seduta e lasciami fare quel che desidero o puoi decidere di alzarti e andartene. Ma se questo accadesse sai quali sarebbero le conseguenze… La tua vita sarebbe rovinata per sempre.’

Per alcuni secondi che a Giuseppina sembravano ore, non si sono mossi ne detto una parola. Lei ha rotto il silenzio con voce tremante chiedendo più come una supplica.
‘Mi prometti che non godrai dentro di me? Dovrei avere il mio periodo a giorni, me lo prometti?’

Lui le risponde bisbigliando al suo orecchio:
‘Sì, promesso. Fai quello che ti chiedo e se sto per godere estraggo il cazzo e tutto sarà finito. Poi potremmo andare a casa.’

‘Me lo devi promettere.’ Ha detto con un filo di voce.

‘Promesso, ma ora stai zitta!’

Per nulla felice della piega che hanno preso gli eventi annuisce, chiedendosi se sarebbe più uscita da questo incubo.

‘Con entrambe le mani prendi la spalliera della poltrona davanti a te.’

Con le mani poste ora ai suoi fianchi ha incominciato a sollevarla e abbassarla sul cazzo.
Naturalmente la storia del preservativo era solo una scusa per tenerla buona. L’aveva guardata tutto il giorno fare sesso e non aveva goduto una sola volta. Ora era arrivato il suo turno, si sentiva il cazzo duro come la roccia e caldo come il fuoco.

Dopo alcune volte che è salita e scesa sul cazzo l’ha tenuta ferma piantata sull’uccello ed ha bisbigliato al suo orecchio:
‘Vedi? Voglio solo giocare. Non voglio godere e tu non sei obbligata a godere.’

L’ha lasciata seduta per più di un minuto in quel modo per poi sollevarla e quindi nuovamente l’ha fatta ricadere.
Ora ha spostato le mani verso il seno ed ha accarezzato entrambe le sue piccole tette attraverso la stoffa del top. Dopo un minuto e più, presa per i fianchi, la solleva nuovamente e la fatta ricadere ancora sul cazzo.

Atteso un altro paio di minuti in cui non ha smesso di accarezzarle le gambe e il pube depilato, le ha fatto ripetere il saltino.

Non le piaceva questo gioco, ma ha incominciato a convincersi che realmente non volesse godere visto che si arrestava ogni volta.

Tonino ha rivolto lo sguardo verso le file davanti, apparentemente nessuno aveva notato quel che stavano facendo. Avrebbero dovuto girare la testa per notarli.

Allora, ha preso una decisione, ha spostato le mani dalle sue anche verso i seni. Ha trovato il nodo che tratteneva il top e rapidamente ha tirato entrambi i lembi del laccio. Questi si è aperto completamente come un libro liberando anche i piccoli seni.

Per istinto lei si è coperta il seno con le mani, adagiandosi con tutto il suo peso sul cazzo.

Preso con una mano il piccolo indumento lo getta sopra alla minigonna e tornato ad accarezzarle il corpo, risalendo, trova le sue mani che lo bloccano e gli impediscono di accarezzarle le tette.

‘Se vuoi tornare a casa basta che ti alzi e ti rivesti.’

In attesa di una qualche tipo di decisione, pone le mani sulle sue anche, ma poco dopo è lei stessa che le prende e se le porta al seno.

‘Se non vuoi tornare a casa rimetti le mani sulla poltrona davanti.’

Ora, soddisfatto per la decisione che ha preso, può accarezzare le tette liberamente e titillarle i capezzoli duri.

A parte le scarpe, è completamente nuda e può accarezzarla ovunque liberamente come vuole.
Presa nuovamente per le anche la solleva e la fatta sedere ancora sul cazzo.

‘Tutte le volte che ti dirò Ora! Tu ti sollevi e scendi sul cazzo come ho fatto io fino adesso.’
‘ORA.’

Lei ubbidiente si è alza e si risiede velocemente.

Lui incomincia ad accarezzarle il seno, lo massaggia e con estremo piacere prende i capezzoli fra le dita e li titilla dolcemente.

‘ORA’

Lei si alza e si risiede.

‘Non ti fermare più finché non te lo dico.’

Giuseppina incomincia a muoversi sollevandosi e risedendosi lentamente con le mani calde di lui sulle tette. Sentiva distintamente il cazzo entrarle dentro e quando si sollevava poteva percepire come questi fosse vicino ad uscirle e si fermava risedendosi su di lui. Un calore intenso si spandeva in lei. Le piaceva dopo tutto le sensazioni che le stava facendo provare.

Tonino percepisce chiaramente il massaggio e la stretta pressione dei muscoli della vagina attorno al cazzo e si gode questa stupenda sensazione inebriante. Sapendola completamente nuda, con le sue mani che le palpano il seno mentre si fa scopare, ha capito che non poteva resistere ancora per molto. Da quanto erano piene le palle gli facevano male e poi c’era quel formicolio, segno tangibile che era prossimo ad esplodere.

Ha continuato ad accarezzarle il seno finché non ha sentito lo sperma salirgli lungo il cazzo e ha creduto quasi di sentire lo schizzo urtare contro l’utero. Il suo sperma si stava riversando in lei, inondando quella vagina calda e vorace. Allora l’ha presa per i fianchi e la trattenuta giù sul cazzo.

Giuseppina aveva cominciato veramente a provare piacere e aveva cominciato ad aumentare il ritmo. Sapeva che era prossima a godere. Le ondate di caldo che provenivano da dentro di lei e gli spasmi erano i sintomi di godimento e non può fare a meno di rimanere contrariata quando viene fermata. Allo stesso tempo si sente sollevata al pensiero che Tonino avesse mantenuto la promessa.. Si augurava che volesse fermarla come prima per poi ricominciare il gioco. Si sentiva che era prossima a godere.

Il suo sperma caldo stava sgorgando inarrestabile in lei. Schizzo dopo schizzo stava sparando nella sua profonda vagina tutto il carico delle palle. Tutta l’eccitazione e l’attesa della giornata, stava finalmente venendo premiata. Lui era lì, fermo, con il cazzo che esplodeva in quella figa famelica e stretta quando tutti i suoi muscoli volevano urlare.
Incomincia a masturbarle velocemente il clitoride con una mano, per nascondere il fatto che le stavo sparando tutto il suo sperma in lei.

A quel contatto ovviamente Giuseppina non poteva restare insensibile, infatti ha incominciato a gemere per poi ricordarsi immediatamente di dove si trovava. Il rischio di essere scoperti ora la eccitava e terrorizzava allo stesso tempo. Sentiva chiaramente le pulsazioni del cazzo e quelle dita esperte la stavano portando all’orgasmo anche se non voleva.

Dopo un paio di minuti, Tonino ha percepito chiaramente che il cazzo incominciava a rimpicciolirsi e uscire da quella vorace e calda figa. Sentiva anche che qualcosa gli stava colando sulle palle.
Presa nuovamente per i fianchi l’ha fatta alzare e sedere al suo posto. Sperma misto ai succhi di Giuseppina sono colati sul cazzo e la sua gamba mentre lei si sedeva. Con le sole luci dello schermo si è ripulito alla meglio per poi infilarsi i pantaloni.

Allargate nuovamente le ginocchia di Giuseppina, ha incominciato il gioco della masturbazione di prima. Ora era così fradicia di umori e sperma che le dita le scorrevano in lei senza difficoltà.
Sentiva che si stava nuovamente scaldando all’inverosimile, con due dita che cercavano di entrare sempre più profondamente. Le ha fatto togliere gli occhiali mentre lui continuava a masturbarla lentamente in quel modo.

Erano seduti oramai da molto tempo e le ha permesso di mettersi il top mentre lui continuava ha giocherellare col suo clitoride. Più il tempo passava e più il fiato le si faceva più corto e più si sentiva bagnata. Il cuore le batteva sempre fortissimo nel petto.

Le ha fatto indossare la minigonna, l’ha fatta alzare prima che godesse e sono usciti dal cinema.
Era decisamente contrariata per lo stato d’animo in cui la lasciata. Si sentiva al limite e con una gran voglia di godere come non le era mai successo prima. Era sollevata di andare via prima che si accendessero le luci, ma il suo corpo reclamava una ricompensa. Le gambe non la reggevano molto bene e camminare nel buio con quelle scarpe era un vero dramma. In soccorso è arrivato lui che prendendola per un braccio l’ha sorretta per scendere le scale del cinema.

L’aria fresca della sera li colpisce aiutandola a raffreddare il calore delle guance. Si sentiva tutta un fuoco.. Si aggiusta il top e guardandosi in basso nota che i lacci sono troppo molli e i capezzoli duri spingono il tessuto risaltando ancora di più.

Lui la prende per un braccio mentre la guida lungo il marciapiede non permettendole di allacciarsi le stringhe del top. Non vuole che si accorga che la minigonna è rimasta troppo aperta.

Non si sente per niente tranquilla. Ha paura che le caschi il top e sente che le si muove troppo sul seno. Lo strofinio del tessuto sui capezzoli non li aiuta certo a ritornare piccoli e poi si sente bagnata, eccessivamente bagnata. Sente qualcosa colarle lungo l’interno coscia, come se si fosse fatta la pipì addosso. A disagio continua ad aggiustarsi il top sollevandolo quel tanto che basta con l’unica mano libera.
‘Fortuna che c’è poca gente in giro a quest’ora per le strade.’ Pensava.

Tonino era veramente soddisfatto della sua accompagnatrice. Ogni tanto osserva che fa capolino mezza aureola fra i lacci del top. Non che il tessuto leggero e bianco nasconda molto all’immaginazione, ma in quel modo attira ancora di più gli sguardi della gente che incrociano. L’unica pecca della sera era il non aver potuto registrare la serata. Sia quello che era accaduto nel cinema sia ora che stavano camminando sotto ai portici del centro. Ha visto un amico e si è allontanato per salutarlo.

Ha usato questa banale scusa per allontanarsi da lei e osservarla di spalle mentre cammina lentamente davanti alle vetrine. La luce diffusa accentua l’impressione che lo spacco posteriore sia troppo aperto. Si può notare bene parte di una natica e il taglio del sedere. Lo spacco non era perfettamente centrato, ma si poteva capire che non portava nulla sotto. Le tracce di umido luccicavano come perle di rugiada attirando ancora di più l’attenzione dei pochi passanti.

In macchina l’ha fatta cambiare e prima di rimettersi gli abiti con cui era arrivata da casa si è pulita con un fazzoletto l’interno coscia. Si è stupita per come i suoi umori le erano colati fino alle ginocchia.
Passarsi il fazzoletto lunga la vulva è stata un’impresa. L’eccitazione era tale che si sentiva tutto un fremito.

La serata era andata alla grande. Giuseppina gli aveva permesso di scoparle la figa. Sapeva che era solo l’inizio perché poteva spingerla ancora più avanti e con la sua accondiscendenza questa volta.
‘Domani, controlla la posta elettronica.’ Le dice senza neppure guardarla mentre continua a guidare la macchina.

Lei è sprofondata sul sedile e ha incominciato a piangere senza controllo.
Aveva appena scopato per la sua prima volta in un cinema. Aveva perso la sua verginità con un vibratore e questo doveva seguirla per il resto della sua vita. Ha continuato a piangere per oltre 20 minuti prima che potesse chiamare e farsi venire a prendere.
‘Oggi è solamente sabato e domani dovrò ancora passare tutta la gionata con lui.- Riflette contrita e preoccupata.- L’unica cosa buona, domani si era giunti alla metà. Erano passate due settimane oramai. Inoltre il suo periodo doveva giusto incominciare l’indomani e per tutta la settimana non l’avrebbe più rivisto.’

Si era calmata un poco, prima che arrivasse suo padre a prenderla. Sentiva le pulsazioni della vagina continuare a tenerla costantemente eccitata. L’umidore nelle mutande era intenso e il camminare senza reggiseno in cui i capezzoli duri sfregano contro la stoffa, le dava delle scosse di eccitamento continuo. Anche il restare seduta in macchina, con l’umido nelle mutande che si è accentuato si vergognava a dismisura. Si sentiva con le guance di fuoco e si augurava che suo padre non notasse il suo stato d’animo e che non realizzasse che era senza reggiseno.

Si sentiva stanca e demoralizzata. Si è infilata a letto senza neppure farsi una doccia. Anche se le pulsazioni e le secrezioni vaginali erano copiose, ha scelto di cercare di addormentarsi. Mentre si assopiva, ha continuato a pregare perché le venissero le mestruazioni. Durante la notte ha avuto un sonno agitato e non si è svegliata fino alle 10 dell’indomani.

Era domenica mattina e la prima cosa che ha fatto è stato di controllarsi le mutande. L’assorbente che aveva messo era ancora pulito. Il suo periodo non era ancora incominciato.
Abbattuta e demoralizzata, ha compreso che doveva andare a controllare la posta elettronica, ma non desiderava farlo…
Infine ha aperto la sua casella e il messaggio di Tony le diceva che dovevano incontrarsi all’una presso la biblioteca.

‘..Dovrai dire hai tuoi genitori che hai da fare alcune ricerche per la scuola e che passerai la maggior parte del tempo a studiare con le tue amiche..’

Naturalmente sarebbe stata con Tonino per tutto il tempo, ma probabilmente tranquillizzerebbe i suoi genitori, sapendola fuori casa per tutto il giorno.

Prese alcune cose che gli avrebbero servito per Giuseppina durante il pomeriggio e messe nella macchina, si è avviato verso l’appuntamento.
Sapeva che oggi ci sarebbe stato anche il suo amico Michele e insieme avrebbero fatto delle riprese fantastiche.
Era sempre così eccitato all’idea di doverla incontrare che guidava come un pazzo. Quando è arrivato lei lo stava aspettando seduta sui gradini.
Era in jeans, con camicia chiara e scarpe da ginnastica.
Non avendole detto nulla lei si era vestita così. Non si è comunque preoccupato visto che in macchina aveva il cambio da farle indossare.

Com’è salita in macchina ha notato immediatamente la sua abbronzatura. Si era dimenticato che avevano passato oltre due ore al mare il giorno prima.
Stava girando in cerca di un parcheggio per i suoi progetti pomeridiani.
Non si è mai preoccupato che lei gli desse un rifiuto. Ora aveva tanto di quella pellicola che se provasse a dire di no una sola volta, avrebbe da guardare ugualmente molte ore di film e poi non era neppure pensabile che lei si rifiutasse di soddisfare le sue richieste.
Particolarmente se le avesse mostrato LA COSA MIGLIORE del film che stava montando.

Le immagine erano perfette, come i suoni e con l’accompagnamento di musica di sottofondo.
Tutti i giorni o meglio, tutte le notti, le ha dedicate a tagliare e montare pezzi di film registrato come se fosse un vero regista.
Nello zaino aveva messo un DVD con le immagini migliori fino ad ora ottenuti, come se fosse stato un promo del film.

Quando Giuseppina ha visto l’ospite seduto nella parte posteriore ha sorriso, si è rincuorata e ha pensato che oggi sarebbe un giorno meno impegnativo.

Era l’amico migliore di Tonino, il suo nome era Blek ed era un pastore tedesco di 4 anni. Se avesse anche solo sospettato i progetti che aveva in testa per lei, probabilmente non sarebbe salita in macchina..

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it anche msg nelle poche volte che sono collegato.

Un grazie particolare a Lisa, che ha corretto alcune parti rendendo più fluido il racconto.

Ultima correzione 22-09-2009

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