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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 41

By 10 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

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Mia sorella Giuseppina 41 martedì pomeriggio

In bagno Giuseppina cerca di calmarsi un po’. è seduta sul gabinetto, non tanto per il bisogno di liberare la vescica, in quanto la minzione risulta minima, quanto per trovare una pausa di serenità e tranquillità, sia pure piccolissima, in quella giornata tanto incredibile. Al passaggio della carta igienica sulle calde labbra della vulva, freme per il piacere che ne deriva. Al tocco successivo, la scossa è tanto violenta da farle chiudere le cosce che si serrano attorno alla mano. La libera con uno strappo brusco, osserva come sia bagnata e, controllandosi, nota che anche l’interno delle cosce appare umido: ma non dall’orina, bensì dai propri succhi. Il pensiero corre alla sua amica che probabilmente ha visto tutto ciò che è accaduto in macchina e si sente avvampare le guance di vergogna. Il viso viene rigato dalle lacrime; oramai è dominata dallo sconforto più totale, sino a sentirsi davvero disperata. Uscita dal cubicolo, si accinge a lavarsi la faccia; quando si piega in avanti le torna il senso di disgusto allo stomaco. Sputa un grumo di saliva e beve una lunga sorsata d’acqua per togliere dalla bocca il gusto di sperma che le sembra, ormai, di non poter più eliminare.

Con coraggio torna dai suoi compagni di avventura ed, assieme, i tre si avviano camminando lungo le gallerie. Tonino e Sara, ma soprattutto quest’ultima, si soffermano spesso, molto interessati, ad osservare la serie continua di vetrine ricolme di ogni ben di Dio. Quando stanno per arrivare al negozio, Giuseppina si ferma e stringe fortemente la mano di Sara che, incuriosita, osserva cos’abbia attratto la sua attenzione. Si accorge, così, di una gigantografia della sua amica appesa in vetrina. E’ raffigurata di profilo, posta di tre quarti. Il sedere, adornato da un perizoma assai carino, ne risulta esaltato, mentre sul dorso si può ammirare un corpetto aderente semi trasparente, di pizzo bianco che, di profilo, lascia intravedere parte del seno, dell’aureola e del capezzolo prominente.

Mentre si avvicinano ancora, vedono che al posto di uno dei manichini girevoli, è stato piazzato un monitor in cui si alternano varie foto in cui la modella è sempre lei, Giuseppina, in pose plastiche e con indosso molti completi, uno più bello ed eccitante dell’altro.
Entrambe, anche se per diversi motivi, deglutiscono pesantemente.

Sara, cercando di guardare l’interno del negozio attraverso la vetrina, ricorda che, in passato, spesso si era soffermata ad osservare i vari modelli. Ma, vuoi per il prezzo, vuoi perché le sembrava che la merce esposta fosse destinata solo a persone adulte, non aveva mai comprato nulla.

Sapeva che vendevano lingerie ed anche abiti sexy, ed ogni volta che sostava là davanti, pensava che si trattasse di capi di abbigliamento ricercati, per coppie oramai spente alla ricerca di qualcosa che servisse a riaccendere la loro passione. Non si ricordava proprio, che sua madre avesse mai indossato nulla di simile. Ed ora, era proprio lei, così giovane, che stava lì, aspettando di parlare con il Titolare: se gli fosse piaciuta sarebbe diventata una modella destinata ad indossare quegli stessi indumenti.

Segue Giuseppina all’interno del negozio e si sente in soggezione. Molti modelli sono appesi in vari espositori e ovunque guardi, le sembrano uno più bello dell’altro. Pensando da ragazza e non come la modella che avrebbe dovuto indossarli, li classifica in una gamma che va da ‘per troia’ a ‘sufficientemente piccolo’, ma tutti decisamente belli, e sexi, e molto trasparenti. Alcuni addirittura, sono talmente soffici e leggeri che, sfiorandoli, Sara freme al loro contatto con i polpastrelli per poi proseguire in una lunga, sensuale carezza.
Non può fare a meno di pensare che lei o sua madre non avrebbero mai comprato questi tipi di vestiti. Sorride pensando alla possibile reazione che potrebbe avere la mamma, se venisse a sapere che lei possa anche solo pensare di posare come indossatrice di capi di abbigliamento del genere.

Un po’ smarrita, si guarda attorno e vede Giuseppina che ammira un modello appeso in un espositore vicino. Nota come abbia le tette praticamente del tutto in vista, le confronta con le sue e non può fare a meno di pensare, fra sé e sé, quanto il modo di vestirsi dell’amica sia inadatto ad una ragazza della sua età. Sicuramente, se anche lei avesse provato ad andare a scuola vestita in quel modo avrebbe attirato su di sé più di uno sguardo, e le chiacchiere si sarebbero sprecate anche sul suo conto. Le voci che già circolavano sul conto dell’amica la facevano tremare, se le pensava riferite a se stessa. Quali sarebbero stati, i commenti, se anche lei avesse indossato quei capi, per quanto bellissimi, per il servizio da modella? Non è più tanto sicura di voler svolgere ancora quel lavoro.

Da come si comportano Tonino e Giuseppina, non le sembra che condividano le sue riserve, anche se è evidente il disagio di Giusy nel camminare fra i clienti del negozio, che la fissano attratti. Eppure l’amica non fa nulla per contrastare l’attenzione di vari signori che le dimostrano grande interesse fermandola e salutandola a più riprese. In un movimento in cui Giuseppina si è chinata per osservare un completo, Sara ha potuto notare come le si vedessero le parti inferiori del sedere e fors’anche, dalla scollatura molto abbassata, almeno un capezzolo. è rimasta interdetta ed ha cercato di guardare meglio, ma l’attimo dopo l’amica si è rialzata come se nulla fosse accaduto.

Tonino è tornato contento e felice. Ha preso per mano Giuseppina e si è avvicinato a Sara. ‘Abbiamo il contratto e i soldi. Possiamo prendere qualsiasi cosa che ci serve. Vuole delle tue foto come provini, Sara. Non le mostrerà fino a che non firmerai il contratto e il consenso. Ora è impegnato con dei fornitori ma appena è libero, verrà ad incontrarci.’ E’ euforico; chiaramente non sta più nella pelle, per la soddisfazione.
‘Hai visto quanta gente Giusy? Tutto questo per opera tua. Pensa che ci pagherà il doppio di quanto avevamo stabilito la prima volta. Ed in più, avremo i campioni e i modelli in regalo.’

Apatica, come se non le importasse nulla, Giuseppina sta continuando a guardarsi attorno. Dall’ultima volta che è entrata nel negozio ora ci sono decisamente molti più clienti. La commessa che conosceva sta dietro alla cassa, indaffarata, mentre fra gli espositori vede un’altra ragazza, una nuova commessa. Ma non si sente a suo agio: quello che le hanno detto alcune signore ed i loro doppi sensi le fanno provare un forte senso di vergogna.

Si distoglie dai propri pensieri quando Tonino le mette in mano alcuni bikini. A prima vista non sembrano molto diversi da quello che già possiede. O meglio da quello che usa solo in teoria: perché poi, al mare, praticamente sta sempre nuda.

Sara aveva osservato anche lei, attenta, le cose scelte da Tonino, rimanendo quasi senza fiato. Con le guance rosse, si dice fra sé che non indosserebbe mai un costume da bagno di quel genere. Non solo le sembra eccessivamente piccolo ma per giunta le dà l’impressione che sia fatto di carta, da quanto è leggero.
‘Tonino’ pensa, ‘ha scelto della roba che proprio non mi si addice.’ E tuttavia ha l’impressione che lui sia fosse soddisfatto per le scelte che ha fatto. E’ un po’ agitata, spera di non trovarsi coinvolta in una situazione senza vie d’uscita. D’altra parte, se pensa a se stessa con quei costumi addosso, non può fare a meno di sentirsi eccitata, e le sembra che un lieve umidore bagni le sue mutandine.

Seguendolo, giungono alla Sezione Notte. La prima cosa che nota, Sara, è che non ci sono dei pigiama veri e propri, in tutto lo spazio. Vede solo qualcosa di simile, che rassomiglia vagamente a dei pigiami, ma sexi e semitrasparenti. Ce ne è uno, in due pezzi, quello superiore dal taglio moderno, molto morbido. Evidentemente è stato pensato per creare un effetto ‘vedi-non vedi’ quanto mai arrapante. Un altro, invece, non ha calzoncini, e nemmeno slip aderenti, sostituiti da una sorta di culotte di pizzo morbidissimo, che sembra fatto apposta per invitare una mano ad infilarsi al suo interno passando dalla sgambatura. Si dice fra se: ‘Il genere di cosa, che una donna può indossare solo per il proprio fidanzato o marito. O per il proprio amante.’ Le viene in mente il membro maschile in erezione, e le sue guance avvampano improvvisamente

Tonino si volta e si guarda attorno, studiando e scegliendo vari modelli. Con apparente disinteresse anche Giuseppina osserva i completi che lui esamina, ma che ogni volta tornano appesi negli espositori.
‘Nulla di interessante. Banali e poco appropriati per chi come voi, deve attirare l’attenzione e far crescere il desiderio di uomini, od anche di ragazzi, di comprare dei regali alle loro donne.’

Egli ha selezionato diversi tipi di baby-doll per entrambe e vedendo Sara con le mani libere gliene ha passato alcuni da tenere. Ha sorriso vedendo come lei ha sgranato gli occhi, in evidente imbarazzo solo nel tenere in mano quegli indumenti così leggeri e semitrasparenti.

Egli ha anche scelto una vestaglia di merletto e pizzo in diversi colori per ognuna delle due ragazze. Tutto era piccolissimo e trasparente. Sara è rimasta muta e attonita in attesa che Giuseppina dicesse qualcosa. Non poteva credere che l’amica non fosse contraria ad indossare indumenti del genere. Era certa che se fossero venute meno di due settimane prima ad acquistare – anzi no, solo a provare – uno di quei indumenti, li avrebbe rifiutati. Seccamente, senza la minima esitazione..

Giuseppina è rimasta sulle sue. Ha paura di aver capito cosa pensa la sua amica. Un rapido e sfuggevole sguardo le dice che Sara avrebbe voluto parlarle ed allora non ha più alzato gli occhi: li ha tenuti costantemente fissi in avanti o in basso per non incrociarli con quelli dell’amica o di chiunque fosse nel negozio.

Anche Sara, continua a domandarsi a cosa stia pensando la sua amica, cosa stia accadendo. Si chiede se avrebbe mai il coraggio di indossare quei completi davanti a Tonino e sfilare per tutte queste persone.
‘E che cavolo, no,’ riflette ‘non sono mica una spogliarellista. Non ho alcuna intenzione di camminare mezza nuda per il loro divertimento.’

Con in mano il baby-doll che nelle intenzioni di Tonino dovrebbe indossare da li a pochi minuti, l’osserva studiandolo. E’ decisamente trasparente come ogni pigiamino di quel tipo. Merlettato, molto grazioso, ma decisamente mini e trasparente.

Con il cuore in gola decide finalmente di dire la sua:
‘Ummhh, Tonino, non credo che io possa indossare questi pigiamini. Non sono abituata a portarli. Ci si può vedere, attraverso a questa roba.’

Lui accenna appena ad un sorriso, mentre le risponde:
‘Sara, questo non è un locale per conservatori e bigotti. Sono certo che una volta indossato sarai magnifica.’

Smarrita, Sara guarda Giuseppina che continuava a tenere la testa china mentre osservava distrattamente alcuni indumenti appesi.

Tonino aggiunge:
‘Siamo qui solo per fare delle prove, in modo da farti conoscere dal proprietario. Una volta finito torniamo a casa.’

Entrambe hanno seguito Tonino verso la parete dove sono appesi alcuni abiti. Dopo aver guardato con attenzione e scelto con cura, Tonino ha passato un appendino a ciascuna di loro, con appesi dei vestiti che a prima vista sembrano fatti per delle bambine.

Sara ha osservato con timore il lavoro di cernita che lui ha effettuato mentre allungava l’indumento a Giuseppina per poi consegnarne uno anche a lei. Sentiva che le sarebbe stato impossibile indossarlo, ma non aveva il coraggio di dirlo.

Una volta arrivati nella sezione intimo, Tonino sceglie una manciata di sexi slip e perizomi per ciascuna di loro. Sara guarda quelli ancora nell’espositore, e constata che sono tutti ad effetto mini e oltre tutto nudo. Le mutandine che il ragazzo ha preso, sono del tipo ‘puttana’, come li definisce sua madre. Non ne ha mai avuto uno in vita sua. Nulla del genere. Piccolo com’era, sarebbe stato del tutto nascosto dai vestiti, lasciando che un eventuale osservatore si chiedesse se portasse davvero uno slip od un perizoma. Gran bel dubbio, ma non certo per lei.

Mentre guarda con vivo interesse un settore nel quale sono esposti dei reggiseno, si sente guardata da Tonino che la osserva con uno sguardo nel quale brilla una scintilla di curiosità divertita. Ha lo sguardo puntato sul suo petto e dice:
‘Tu non hai bisogno di un reggiseno Sara. Con quelle zizze che ti ritrovi, fai morire di invidia molte donne.’

La sua mandibola cade per terra, per la sorpresa. Lo sguardo del ragazzo ha continuato ad andare da una all’altra. Sara si aspettava una reazione da parte di Giuseppina ma nulla è accaduto. Si è un poco risentita per la descrizione di Tonino, ma più che altro per l’eccesso dell’osservazione. In effetti era orgogliosa del proprio seno. Stava indossando il miglior reggiseno che aveva ed era fiera di quanto apparissero grandi, le sue tette. Era più di qualche mese che poteva esibire una terza, e se ne vantava.. Avrebbe solo voluto che fossero state ancora un poco più grandi, come quelle di molte delle sue compagne di scuola. Sapeva che aveva ragione lui, molte amiche la invidiavano per la perfetta forma che avevano acquistato ultimamente. Anche se aveva preso l’abitudine di prendere il sole in topless, si era accorta di non aver bisogno di indossare alcun reggiseno, dato che le tette le restavano bene in alto e non dondolavano eccessivamente, neppure senza costume indosso.

‘Non le importava,’ si disse, ‘quanto a Tonino piacessero le sue ‘zizze’: non aveva alcuna voglia di andare in giro con quelle due splendide montagnole libere e in piena vista. Mai aveva camminato in strada senza un reggiseno, da quando le era stato comprato per la prima volta, anche se a letto o in spiaggia si sdraiava senza.

Sara non trova la forza di girare le spalle ed andarsene, lasciando che gli altri due facciano e si comportino come più gli piace. Li segue, quindi, mentre si dirigono verso le cabine spogliatoio, vicino alle quali parcheggiano due uomini in piedi che si guardano attorno in evidente attesa. Come il gruppetto si avvicina, degnano di uno sguardo le due ragazze ma poi tornano entrambi, rapidamente, a guardare verso due donne che giusto in quel momento escono dalle cabine per mostrare cosa avessero indosso. Sorride Sara nel pensare a quelle loro mogli, o fidanzate, o qualsiasi altra cosa fossero, mentre i due uomini, nervosissimi, apparivano impegnati in una difficile scelta, perfino imbarazzante, dato il luogo ove si trovano. Chissà cosa avrebbero pensato, le loro compagne, se quei poveretti avessero sbagliato taglia od anche scelto un colore che non le soddisfaceva.
‘La scelta che abbiamo fatto pare appropriata.’ Dice uno degli uomini dando una gomitata al compagno, entrambi divertiti dalle forme e dalle movesse delle loro donne.

Ma l’attenzione dei due torna rapidamente su di loro, appena riconoscono Giuseppina. Lei ha camminato verso i cubicoli sforzandosi di ostentare calma ed indifferenza,. Che si tratti solo di un misero tentativo lo denunciano però le guance, rosse accese. Se le sente bruciare e si vergogna per l’evidente bramosia di quegli uomini, ai cui sguardi non può sottrarsi. Anche Sara, passando fra di loro, ha perso il ghigno sarcastico e ha arrossito nel vedere come quegli occhi indagatori fossero fissi sul suo decoltè.

‘Entrate entrambe lì e cambiatevi. Non chiudere la tenda Sara. Io comincio a registrare e a scattare foto.’

Terrorizzata guarda la sua amica. Si sente il cuore in gola e le guance di fuoco. Nota che anche Giusy è nelle sue stesse condizioni. Non è abituata a comportamenti del genere e se ne vergogna. Si sente debole e non è per niente sicura di voler fare quel lavoro. E tuttavia, si lascia guidare dall’amica nella cabina: ma ogni passo che fa le pesa tantissimo.

‘Incominciamo con gli abiti che vi ho scelto. Cambiatevi lentamente.’

Sara si sente mancare. Quando ha sentito l’ordine di Tonino le mani hanno cominciato a tremarle. Il suo stato di agitazione è aggravato dal fatto che sarebbe dovuta essere anche filmata e fotografata.

Giuseppina non riesce a reagire, si sente presa ancora una volta in una trappola infernale. E così, senza protestare sbottona il vestito, piano, come si è abituata a fare. Mentre procede, si accorge che i due uomini di poco prima si avvicinano e guardano interessati, attirati anche da ciò che sta facendo Tonino. Anche Sara vede il vestito della sua amica aprirsi sempre di più e le tette spuntare in piena vista. Si sente le guance di fuoco perché comprende che indossando lo stesso vestito, Giuseppina, a scuola, non portava il reggiseno.

Non è che si sentisse scandalizzata per quella esibizione, tra l’altro molto piacevole, stranamente, anche per lei. Chiaro che aveva già visto, in precedenza, i seni della sua compagna: li aveva visti nudi e uniformemente abbronzati e poteva constatare come i capezzoli bruni spiccassero eretti. Senza volerlo, li confronta con i suoi, e decide che il suo petto è migliore, il suo seno più sviluppato e procace rispetto a quello dell’amica.
Distoglie i propri pensieri, guarda Giusy in volto ed, incrociato il proprio sguardo con quello dell’altra, deduce che è completamente apatica. Si muove come se non le importasse nulla di quello che le circonda.

Giuseppina ha appeso il suo vestito al gancio e si è spogliata. Ora è consapevole di essere completamente nuda, a parte le scarpe con il tacco alto. Si sente agitata ed il suo cuore batte a mille, come impazzito. Non ha il coraggio di guardare verso l’esterno per vedere cosa stiano facendo i due uomini e Tonino. Senza un motivo apparente una lacrima le scende sul viso.

Per la prima volta, che si ricordi, Sara stava osservando un’amica con interesse sessuale. Non la stava valutando, in quel momento, per la persona che era e che lei aveva conosciuta fino ad allora, ma solo per il calore che le stava accendendo dentro. Era agitata, nel vedere il suo corpo nudo a pochi centimetri dal suo, nel percepire un odore di femmina simile a quello emanato dal suo corpo, ma pure diverso e molto piacevole. Le osserva le gambe dritte, il sedere che sporge impedendole di vedere, come le piacerebbe, il suo pube. Per lei, Giusy è stata sempre e solo una cara amica ed ora si sente sempre più agitata e turbata fin nelle viscere, nel vederla sotto quella nuova luce, sexy e calda. Si accorge di starla guardando come può farlo un uomo. Come quegli uomini che stanno lì, nel negozio, vicini a loro. Si sente agitata e confusa: una ragazza non può guardare in quel modo un’amica.

Giuseppina non ha fatto nulla per nascondere la propria nudità. Sapeva cosa volesse Tonino e ha cercato di soddisfarlo. Una volta sbottonato l’abito che suo fratello aveva scelto per lei, quel giorno, lo ha fatto scorrere lentamente lungo le braccia per poi appenderlo sul pomolo che sporge dalla parete, in attesa di provare, senza protestare, l’abito che lui le aveva scelto.

Non poteva fare a meno di notare come l’indumento fosse semi trasparente. Una volta indossato, si attilla perfettamente al corpo evidenziando le curve e la linea del seno, con i capezzoli perfettamente in vista. Non può vedere come stesse sul pube perché era posta di fronte a Tonino; ma percepisce chiaramente il tocco del tessuto, laddove esso termina sui fianchi.

‘Fai alcuni passi verso di me, che ti filmo. Brava così, lentamente.’ Mentre lei gli si avvicina lui indietreggia per filmare dall’alto al basso il vestito.
Come una vera modella professionista, effettuati alcuni passi, Giusy si volta mostrando il lato posteriore del vestito e come le si modella addosso.

Sara non poteva credere ai suoi occhi. L’abito non nascondeva nulla della pelle della sua amica e lei stessa avrebbe dovuto indossarne uno simile. Mentre Giuseppina si avvia verso la macchina da presa, Sara può osservare come si possa guardare attraverso la stoffa di cui è fatto il vestito e il taglio scuro fra le natiche e giù, giù, fin dove le gambe si dividono. Una volta che l’amica si gira, può anche notare il contorno delle aureole e il piccolo, turgido capezzolo.
Si chiede come Giusy possa tollerare una tale umiliazione davanti ad estranei in un locale pubblico.

Sara era arrabbiata per la situazione che si stava creando. Era fermamente convinta che non avrebbe mai indossato un abito del genere; men che meno avrebbe potuto dare spettacolo come pocanzi aveva fatto la sua amica.

Giuseppina è andata ancheggiando verso di lei per poi voltarsi nuovamente e tornare verso Tonino e i fortunati osservatori all’interno del locale. Lui stava scattando le foto a getto continuo, facendole assumere forme plastiche al limite della pornografia.

Una volta soddisfatto del lavoro svolto, il ragazzo volge lo sguardo verso Sara e le si avvicina. Impaurita, lei indietreggia. Non si è accorta di essere uscita dalla cabina prova, per guardare meglio quello che stava facendo la sua amica.
‘C’è qualcosa che non va?’ Le chiede.

Tremando e balbettando sillabe inconsulte, si ferma a respirare per cercare di calmarsi.
‘N.. Non… Non voglio indossare quel vestito.’ Respira pesantemente come se avesse fatto una maratona.

‘Sei sicura?’ Il viso di Tonino è diventato improvvisamente serio ed aggrottato. ‘Questa è solo una prova, per farti vedere e valutare dal titolare. Se ti rifiuti anche Giuseppina non otterrà questo lavoro.’

Sara sente la fredda lastra dello specchio premere la sua schiena. Respira affannosamente e osserva come Giuseppina si comporti con apparente naturalezza conversando con una signora.
Guarda nervosamente Tonino e nota che il suo volto è calmo e tranquillo, come se non gli importasse assolutamente del suo comportamento, del suo turbamento.

Nel frattempo Giuseppina si è avvicinata, intuendo che sia sorto un problema. Entra nell’angusta cabina prendendo il posto di Tonino che le fa spazio prontamente, dopo che i loro sguardi si sono incrociati, trasmettendosi un messaggio tacito ma esplicito.
‘Devi stare tranquilla Sara. Va tutto bene. Vedrai che poi ti diverti.’ Vedendola impietrita contro la parete, le si avvicina sussurrandole dolcemente. ‘Per favore, aiutami a fare questo lavoro. Ti spiegherò tutto più tardi. Per favore.’

Con il cuore che le batte all’impazzata e il respiro corto, la guarda cercando di trattenere le lacrime. ‘N’ Non mi sono mai spogliata in pubblico.’ Effettua un respiro profondo e prosegue. ‘Non è che non ne abbia l’intenzione. Solo, non ci riesco. Sono bloccata.’

A sua volta Giuseppina sospira e le chiede morbidamente. ‘Mi permetti di aiutarti? Posso spogliarti io?’
Senza attendere la risposta, inizia ad operare sul suo corpo. Gli sguardi di ambedue le ragazze sono scesi verso le mani che operano sui bottoni liberando lentamente le asole della camicetta.

Immobile, Sara assiste all’opera minuziosa della sua amica. Non è più in grado di parlare. Le pare che il cuore le sia salito fino in gola. Con la coda dell’occhio nota come i due spettatori la stiano guardando attenti mentre la camicia viene sbottonata completamente, mentre Tonino continua a filmare. Pur non osservandolo direttamente, può accorgersi del suo sguardo furbo e malizioso. Sapeva che fra pochi istanti l’avrebbe vista con indosso il suo intimo e poi…
Cerca di ingoiare della saliva ma la bocca è arsa e secca.

Avrebbe voluto con tutta se stessa fermare le mani della sua amica che stavano facendo scorrere dalle spalle la camicia. Ma, incredibilmente, non si è mossa e l’ha lasciata fare. Ha chiuso gli occhi e ha lasciato che l’indumento uscisse dai suoi polsi. Si sentiva terribilmente a disagio ed avrebbe voluto scappare: ma per qualche oscura ragione era immobile e subiva con passività.

Non protesta, mentre la camicetta viene sbottonata. Non dice nulla, pur sapendo che estranei la stanno guardando. Si sta comportando esattamente come Giuseppina e questo non serve a calmarla. E’ sempre più agitata e il cuore le batte sempre più forte, quasi inducendo i seni pieni e saldi a scuotersi, a vibrare.

Tiene gli occhi chiusi perché non ha più il coraggio di incrociare lo sguardo dei due sconosciuti. Sente la sua amica lavorare nervosamente lungo la cerniera della gonna.
Una volta sbottonata, Giuseppina ha provato a far scorrere la cerniera, che in una sorta di ultima difesa, si era bloccata. Di colpo la lampo si apre e la gonna può cadere a terra fra le caviglie sotto lo sguardo attento di tutti.

‘Sara, alza un piede per favore.’

Si appoggia contro lo specchio, la fredda superficie la scuote. Alza un piede e lo posa lateralmente. Alza l’altro, ed effettua lo stesso movimento. è cosciente di avere indosso solo gli slip e il reggiseno, davanti a tre uomini.

Ha sentito Giuseppina spostarsi al suo fianco per spingerla gentilmente in avanti. Nella ristrettezza del cubicolo ha potuto sentire le mani di lei che si muovono sui ganci del reggiseno.
Il respiro di Sara si sta facendo sempre più accelerato e lei vorrebbe fermare l’amica. Non si sente ancora pronta, ma inaspettatamente, in un attimo il reggipetto è scivolato via lungo le braccia. Sa di essere ormai nuda, con il seno completamente scoperto alla merce dello sguardo lascivo dei tre uomini.

Ansima senza fiato per l’orrore di essere esposta in quel modo. Non ha parlato. Non si è mossa. Si sente come paralizzata. Non si è mai sentita così in imbarazzo in vita sua. Pensa a Tonino che la sta filmando e fotografando, ed è certa che lui non sia poi del tutto normale, se è capace di indurre lei, ed anche la sua ragazza, a fare e subire questa cosa terribile.

Serra fortemente gli occhi, per escludere il mondo esterno, ma sente, terrorizzata, le mani di Giuseppina scorrere lungo in fianchi e incuneare i pollici nell’elastico degli slip. La sta spogliando completamente e questo ben prima che abbia indossato l’abito.
Per una qualche ragione, Tonino ferma Giuseppina che prende il vestito e glielo infila, calandolo dalla testa. Sara ancora immobile e impietrita, lascia che il leggero tessuto si posi sulle spalle e scivoli lungo le braccia. Ha fretta di sentirsi vestita e quindi protetta, per cui, senza attendere oltre, apre gli occhi per aiutare l’opera dell’amica ma resta di sasso: davanti a lei c’è un quarto uomo, oltre le due donne che aveva precedentemente visto. Si stanno divertendo molto, a giudicare da come stiano sorridendo, osservandola attentamente.

Presa dal panico abbottona freneticamente il piccolo abito, se lo aggiusta e si accorge che l’indumento termina solo pochi centimetri oltre l’incavo del cavallo. Cerca di ignorare l’evidenza dei capezzoli puntuti, irrigiditi, proprio dalle sue emozioni. Tuttavia, le piace avere finalmente qualcosa indosso: anche se piccolo, l’abito è pur sempre il benvenuto.

‘Vieni avanti.’ Le dice Tonino. ‘Fai alcuni passi e lascia che ti fotografi.’

Ha la gola secca, cerca di deglutire, ma non ci riesce. Cerca di fare alcuni passi, ma i suoi piedi sembrano diventati di piombo. Le sembra di camminare come una papera, pur essendo abituata a portare tacchi ben più alti di quelli che sta indossando.
Tonino le fa assumere alcune pose mentre i lampi della fotocamera attirano ancora più sguardi facendola arrossire ancora di più.

Un signore alto e distinto si avvicina e si ferma a fianco di Tonino che, imperturbabile, continua a fotografare la ragazza. Quando l’uomo si accorge della presenza di Giuseppina, le si avvicina, la bacia sulle guance e poi ferma Tonino. Ad un cenno di quest’ultimo anche Sara si avvicina al trio.

‘Sara, ti presento Paolo, il titolare del negozio.’

La prende per una mano e mentre la stringe l’avvicina a sé per baciarla sulle guance:
‘Signorina sono incantato da cotanta bellezza.’
Sara si accorge che la sua, non è facile ironia. Si volta poi verso Tonino:
‘Al telefono ti avevo chiesto se mi potevi procurare alcune modelle, riesci a trovarne ancora una?’

Allunga un braccio sopra le spalle di Giuseppina:
‘Vedi tutto questo?’ Le dice, indicando la sala con un gesto circolare. ‘Tutta questa gente è qui grazie a te. Ho disposto un premio doppio per le foto che mi porterete. E poi, sto studiando una formula che ti farà diventare la testimonial del negozio.’

Giuseppina rimane ammutolita. Non può credere al vortice di fortuna, anche se piccolo, che la sta investendo. La sua mente giovane, corre istintivamente alle immagini di personaggi famosi come Megan Gale, a Totti ed alla moglie Ilary, splendidi testimoni della Vodafone.

‘Ora vi devo lasciare. Venite a firmare i contratti prima di andare via.’ Si volta verso Tonino:
‘Una terza, una terza…’ Ripete sorridendo, mentre si allontana.

Con un sorriso che gli illumina il volto, Tonino, abbraccia fortemente Sara, la solleva e le fa fare una mezza piroetta. ‘Bravissima!’ Esclama, mentre le ruba un bacio sulle labbra. Si volta, abbraccia a sua volta Giuseppina e la bacia con passione.
‘Seguitemi.’ Dice, eccitatissimo, alle due ragazze.

Sara e Giuseppina si incamminano aggiustandosi il vestito, che si era sollevato mostrando la parte inferiore delle natiche. Vicino alla porta che portava all’ufficio, trovano dei moduli sopra un tavolo. Le ragazze danno una rapida occhiata e firmano il contratto per diventare modelle. Tonino prende da terra due enormi sacchetti che mette in mano alle ragazze e poi, presi anche gli abiti con cui erano arrivate in precedenza, si avvia alla cassa.

Sara è grata che le sia stato risparmiata l’ennesima umiliazione di doversi spogliare e cambiarsi nuovamente.

Arrivati alla cassa, Giuseppina riconosce la commessa che non accenna neppure ad un saluto od anche ad un semplice cenno. Nei sacchetti scompaiono i vestiti con cui erano arrivate e tutti quelli che hanno scelto in negozio.
Tonino si avvicina a Giusy con un paio di forbici e dall’etichetta posteriore toglie la targhetta magnetica antifurto, per poi effettuare la stessa operazione anche sull’abito di Sara.

‘Sono contendo della scelta che ho fatto. Te che ne pensi?’ Dice alla commessa, che osserva velocemente entrambe le ragazze per poi tornare a piegare gli indumenti che giacciono sul suo banco: ‘Ne ho uno uguale anche io.’ Risponde, ma sembra seccata dalla presenza di quelle che percepisce come due possibili, privilegiate concorrenti, per un posto di modella che evidentemente avrebbe desiderato.
Entrambe restano in silenzio, in attesa di ricevere un ordine da parte di Tonino.

‘Brava. Hai gusti eccellenti. Noi andiamo, va bene?’

Messi sul banco i sacchetti, le saluta entrambe con un sorriso solo apparentemente amichevole. ‘Io non sarei capace di fare il tipo di lavoro che fate voi.’ La risposta è chiaramente acida; decisamente si capisce che la ragazza è anche un po’ invidiosa

Tonino le sorride a sua volta. ‘Sì, lo so, Katia. Ho avuto altri rapporti d’affari con Paolo in precedenza. è certamente un vero peccato, che tu non ti senta in grado di fare la modella. Me ne sono accorto già da un po’. E’ per questo, che non ti ho coinvolto’.’

Escono dal negozio, ma Giuseppina deve tornare indietro a prendere per la mano la sua amica che era rimasta immobile alla cassa. Può solo immaginare il suo stato d’animo. Esattamente identico al suo, solo qualche settimana addietro. D’altra parte, anche per lei camminare con quel vestito addosso non è per niente facile: troppo attillato ed elasticizzato. Ad ogni passo le sembra che si sollevi di qualche centimetro. Vorrebbe abbassarlo ma ha i sacchetti in una mano e l’altra occupata a tirare la sua amica.

Tonino si ferma e le filma. Sara cerca di sistemarsi ma Giuseppina la ferma trattenendole la mano.
La ragazza, incredula, sgrana gli occhi e guarda l’amica interrogandosi su cosa stia accadendo.

Soddisfatto, Tonino le guida verso l’esterno dove continua a filmare alternando la ripresa con qualche scatto della macchina digitale. Alla luce del sole, i due vestiti diventano quasi completamente trasparenti. Si distinguono chiaramente le forme del seno e delle aureole oltre che dei capezzoli, tenuti costantemente in erezione a causa del libero movimento delle tette e dello sfregamento, anche se contenuto, contro il leggero tessuto. Sul corpo di Giuseppina, che non ha lingerie, si possono intravedere addirittura le labbra vaginali attraverso il leggero tessuto, mentre in Sara si distingue il bianco delle mutandine spuntare da sotto l’orlo inferiore del vestito. In prossimità della macchina, le ferma per poi filmarle mentre camminano con passo terribilmente sexy verso di lui. Effettua alcuni scatti con l’insegna del grande centro commerciale alle spalle mentre le due ragazze si posizionano nelle posizioni che lui vuole.

Messi i pacchi nel bagagliaio, finalmente possono ripartire. Solo a questo punto, Sara respira e sente come tutta la tensione accumulata durante quella ‘sessione’ tanto imbarazzante quanto eccitante, stia svanendo svuotandola di ogni energia. Gli ultimi scatti che hanno fatto nel parcheggio, le sono sembrati i più duri. Molti, troppi ragazzi si erano fermati ad osservare cosa stessero facendo e questo l’aveva fatta vergognare a dismisura, ma la consapevolezza di avere le parti più intime del corpo esposto alla loro vista ed all’evidente ammirazione lasciva, le procurava una frenesia quasi intollerabile. Si rendeva conto, in qualche modo, che in quel momento il suo desiderio più grande era solo quello di sentire le sue tette e la sua figa brancicate da più mani maschili, accarezzata da molte lingue vogliose…

‘Sara.’ La chiama Tonino.

Ella alza la testa mentre si sta aggiustando l”abito. Come si era seduta, quei pochi centimetri di tessuto si erano sollevati lasciando vedere distintamente le mutandine. La voce del giovane attira la sua attenzione, ed incrocia lo sguardo con il suo attraverso lo specchietto retrovisore.

‘Questa sera, cerca di restare per casa con gli indumenti che ti ho messo nel sacchetto. Prova ad abituarti ad averli indosso. Così in questo modo, domani sarai più naturale, sulla spiaggia.’

Lei pensa ai capi che ha visto prendere dal negozio e arrossisce nuovamente.

Maxtaxi
Un grazie particolare a Gianfranco per i suoi suggerimenti.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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