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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 53.2

By 17 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia sorella Giuseppina 53.2 domenica mattina

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

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il capitolo precedente
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Domenica mattina.

Il cammino verso la parrocchia è stato un breve, freddo e confuso viaggio. La mente era concentrata e ossessionata dalla confessione che avrebbe dovuto fare e oltre a tutto, la lieve vibrazione all’interno della figa non cessava di smettere. Guarda il portone che la sovrasta ed è incapace di muovere il passo successivo.
‘Dio… Sarà terribile. Dio… Sarà imbarazzante… Dio… Ho una voglia di godere che potrei gridare…’

Durante il breve e lungo cammino che la condotta alla chiesa di San Giuseppe, voleva spasmodicamente toccarsi e godere. C’erano troppe persone nel parco. Faceva fatica a restare concentrata sul ciottolato per via dello stato in cui era. Era certa che non era dovuto solo all’alcool. L’ultima volta che si era ridotta ad uno straccio, aveva bevuto molto di più. Era preoccupata in’oltre, che la potessero riconoscere e dire ai suoi genitori che era ubriaca.

Quando è arrivata nei pressi della chiesa, la sua preoccupazione si è trasformata in panico. Vi erano molte persone che la conoscevano e sicuramente avrebbero notato il suo modo di comportarsi stranamente. Non sapeva come fare. Era certa che il modo migliore era di evitare tutti e dire il meno possibile. Anche se avrebbero detto che si comportava in modo scostante, era sempre meglio che farsi additare per una ubriacona.

Fortunatamente, la gente si stava accingendo ad entrare e lei, con non curanza e tenendo la testa china, si è avviata verso il portone. Non ha potuto fare a meno di vedere i duri capezzoli deformare il vestito e si è fermata per qualche attimo alzando la testa al cielo e bisbigliando fra se..
‘Dio… Sarà terribile. Dio… Sarà imbarazzante… Dio… Ho una voglia di godere che potrei gridare…’
Si è sentita urtare, e con la guance a fuoco per la vergogna, si è avviata nuovamente seguendo la folla.

La chiesa era già mezza occupata e in molti hanno potuto osservarla camminare con i capezzoli duri che tiravano il tessuto in corrispondenza delle tette. Fra la folla, vi era già Tonino che ha potuto filmarla semi defilato sotto una navata, ansioso di farle sperimentare nuovamente le vibrazioni. Nessuno poteva immaginare che Giuseppina era estremamente attenta a comportarsi normalmente e a camminare nel modo più naturale che potesse.

Sapeva bene dove andare, da sempre si era seduta allo stesso banco e invece di scoprire dove fosse Tonino, si è seduta vicino alla Sig.ra Tumbulani e alle sue due figlie disobbedienti. Questa come l’ha vista, si è spostata un poco per farle posto e ha accennato un sorriso, in segno di sollevata soddisfazione. ‘Anna siediti vicino a Giuseppina e stai brava o niente parco quando la messa sarà finita.’ Ha detto e poco dopo, la funzione è iniziata con tutti i fedeli che si sono alzati in piedi.

Come si è levata in piedi, Giuseppina ha sentito nuovamente le vibrazioni riprendere e ha stretto fortemente le gambe e si è morsicata un labbro per non urlare. Con il cuore che le batte fortemente, ha iniziato a cantare con la voce tremante dall’emozione. Ha cercato di seguire il ritmo, ma ha appena bisbigliato il canto pur conoscendolo. Voleva comportarsi normalmente e apparire come fosse tutto normale, ma le vibrazioni erano intense e la stavano portando all’orgasmo.

A parte l’uovo interno che costantemente le vibrava senza mai smettere, quelle più intense iniziavano quando mai se le aspettava. A volte, avevano appena smesso, che riprendevano più violenti di prima. Chissà perché, la mente di Giuseppina pensava che l’uovo interno le si fosse piazzato proprio fra le ovaie e le vibrazioni interne la stavano facendo letteralmente impazzire quando quelle al clitoride si fermavano. Di tanto in tanto osservava la Sig.ra Tumbulani. Aveva paura che seduta, lei potesse accorgersene e sentire le vibrazioni, ma non ha mai dato segni di fastidio se non sguardi severi rivolti alle figlie per intimidirle.

Giuseppina cercava di concentrarsi sulla voce e sulle parole che padre De Grazia diceva, ma ogni minuto che passava, le era sempre più difficile raccogliersi in preghiera. Messasi in ginocchio, quasi boccheggia per l’effetto delle vibrazioni, sente distintamente come sia bagnata fra le gambe. Il pensiero vaga in una domanda ricorrente. ‘Avrò bagnato il vestito? Si vedrà la macchia?’

Il cuore batteva sempre più forte, il respiro sempre più corto, le guance le bruciano e non aveva il coraggio di guardare nessuno. Sapeva che stava per godere e poteva sentire le emozioni turbinarle lo stomaco come poteva percepire chiaramente la figa palpitare contro l’uovo inserito nell’utero.

In suo aiuto è venuta Anna, la piccola bambina ha iniziato a fare storie perché non voleva mettersi in ginocchio e la distrazione è stato un sollievo inaspettato per Giuseppina. Con la voce rotta dall’emozione, si è chinata in avanti e tremando tutta le ha detto: ‘Anna… Puh… Per favore… è solo una questione ancora di qualche minuto.’

La ragazzina l’ha ignorata ostinatamente e ha incrociato le braccia sul petto in spregio delle regole e delle rimostranze della madre. Sapeva bene Giuseppina che se l’avesse obbligata, ella avrebbe pianto e ha deciso di lasciarla stare. In quel momento aveva problemi ben maggiori. Nel muoversi ha potuto sentire i capezzoli sfregare contro il leggero tessuto del vestito e abbassato lo sguardo, ha potuto constatare che erano rigidi e ben in vista. Ha stretto le braccia al petto, ma l’unico risultato è stato di ricevere nuove e più intense sensazioni. Ha chiuso gli occhi e si è concentrata, cercando di non sentire le emozioni e i segnali che le giungevano dalla figa.

La funzione è terminata e come sempre, tutti i bambini sono stati radunati nella sala della canonica. Giuseppina pensava che non era poi passato molto tempo da quando aveva smesso di frequentare i locali della chiesa. Non era più dell’età delle due bambine e le invidiava che fossero ancora così innocenti. Si mette seduta e salutata la Sig.ra Tumbulani, cerca di trovare il coraggio e la forza di fare il passo successivo. La prova che l’aspettava era senza ombra di dubbio la più dura che fino ad ora avesse affrontato. Solo stare dritta in piedi le era difficile. Le gambe le tremavano e sentiva chiaramente l’umido colarle all’interno delle cosce.

Mentre l’organo eseguiva alcune melodie, la Sig.ra Tumbulani si ferma ad osservarla. ‘C’è qualcosa che non va Giuseppina?’

‘N… No!’ Ha risposto quasi in un sussurro. Giuseppina sapeva bene che era tutto sbagliato. La figa continuava a tremare e lei era nel disperato bisogno di un orgasmo e peggio, avrebbe dovuto fare una confessione umiliante e falsa al sacerdote. Non poteva certamente dire tutto alla signora e invece le ha detto tranquillamente: ‘Sono… Un poco stanca… Ma sto bene.’

Le ha dato uno sguardo preoccupato. ‘A guardarti…- Le ha risposto amorevolmente.- Sembra che hai la febbre!’

A sua volta, le ha risposto con un accenno del sorriso. Si è messa seduta e ha aperto l’opuscolo cercando di concentrarsi nella lettura. Le vibrazioni non la lasciavano ed aveva difficoltà a restare seduta. La mente vagava in pensieri e immagini sempre più esplicitamente pornografiche. Alzando la testa, si è ricordata che aveva un compito da assolvere.

Alzandosi in piedi dopo aver respirato profondamente si è avviata lungo la navata laterale. I passi erano incerti e si sentiva sempre più nervosa e con tutti nervi tesi. Si sentiva così debole che aveva paura che potrebbe svenire da un momento all’altro. Fortunatamente le vibrazioni fra le gambe sembravano diminuite e fattasi forza, è riuscita a camminare lungo il tragitto senza incidenti per poi inginocchiarsi su una panca vicina, in attesa che si liberasse il posto. La Sig.ra Tumbulani le si avvicina e chiede nuovamente. ‘Sei sicura che vada tutto bene?’

La guarda per rispondere quando le vibrazioni riprendono con vigore. Ha boccheggiato la risposta e sentiva il piacere montare in lei. Ha cercato con tutte le forze di riprendere il controllo della situazione, ma non è riuscita a risponderle. Sapeva bene che se fosse stata sola e in un altro posto, si sarebbe lasciata andare e avrebbe goduto magnificamente invece di lottare contro la tentazione di lasciarsi andare.

La Sig.ra Tumbulani le ha posato la mano sulla fronte. Giuseppina ha tremato al contatto e l’ha guardata preoccupata. ‘Sei molto calda. Sarà meglio che vai a casa presto.’

‘N… Non…- Respira profondamente per cercare di trovare il coraggio.- Uhm… Più tardi mio papà mi porterà… Uhm… Dal medico. Uhm… Ora sento la necessità di fare una confessione.’

La guarda accigliata, come se soppesasse le parole in una valutazione se fosse una menzogna o meno quello che le aveva detto. Dopo averla ringraziata per l’aiuto con la figlia, l’abbraccia con passione e Giuseppina si irrigidisce nel sentire la scossa che si dipana per tutto il corpo. Senza volerlo ha sentito il seno della donna premere contro di lei e si è morsa il labbro in cerca di fermare il piacere.

Quando la chiesa era praticamente vuota, Giuseppina ha notato infine Tonino. Egli era seduto poche file dietro a lei che le sorrideva. Alla vista di lui, lei ha arrossito nuovamente. Sapeva bene cosa si aspettasse che facesse e non poteva dimenticare che lui aveva il controllo del piccolo giocattolo dentro di lei. Infine, si è alzata e si è diretta verso il confessionale.

Poco lontano, ha visto le sue amiche Paola e Melissa e ha sorriso a loro, mentre si è recata nel confessionale. Ogni passo che faceva era sempre più nervosa e quando si è inginocchiata, era in iperventilazione e bruciava per l’alta tensione sessuale raggiunta.

In ginocchio all’interno del confessionale, non riusciva a cancellare le immagini dalla mente. Vedeva sempre il cazzo di Tonino in erezione e ne sentiva ancora il sapore in bocca del suo sperma. Con le vibrazioni che percepiva all’interno della figa, sapeva che era prossima a godere, quando la piccola finestrella si è aperta.

‘P… Mi perdoni Padre, perché ho peccato.- Ha detto tutto d’un fiato e cercando di controllare la voce ha proseguito.- è passato molto tempo da quando mi sono confessata l’ultima volta.’

Conosceva padre DeGrazia da sempre. Si vergognava di dover mentire. Il giocattolo all’interno dell’utero vibrava e il piccolo cazzo di gomma vibrava ancor di più, facendola impazzire.

‘Io… Io…- Ha cercato di concentrarsi inghiottendo un poco di saliva e di inumidirsi le labbra secche. Sapeva che doveva assolvere alla sua punizione, anche se questa le costava molto o fosse umiliante.- Io… Padre, ho avuto imp… Pensieri impuri sul mio uhm… Fratello… Fratello, Michele.’

‘E in cosa consiste la natura di questi pensieri impuri, bambina?’

La figa ha incominciato a pulsare tutta. Poteva sentire le contrazioni attorno all’ovulo all’interno di lei e, anche se avesse voluto, non poteva più controllare il suo comportamento. Ha stretto più forte che ha potuto la figa e le vibrazioni si sono fatte più accentuate. Ha iniziato ad ondulare, mentre le ondate di piacere si facevano più intense. ‘Io, uhm… Lunedì, ho scoperto lui… Uhm… In bagno… Che, uhm, si masturbava… P… Padre… E uhm… Non posso smettere di pensare.’

‘Calmati, bambina.- Ha detto con voce afona padre DeGrazia.- Non devi vergognarti di fronte al Signore. Puoi confessare qualsiasi peccato per lui e ancora godere il suo amore nell’assoluzione. Fai un respiro profondo e dimmi cosa è accaduto.’

Ha compreso che volesse aiutarla a confessare i suoi peccati al Signore. Infine ha continuato con l’umiliante bugia. ‘Non posso smettere di pensare… Alla sua… Cosa… Al suo p… Pene… A come era duro e come muoveva la mano… P… Padre… Ogni volta che vedo lui… Fantastico e, non passa notte che lo penso.’

Giuseppina si sentiva bruciare la faccia, rossa di vergogna nell’attesa di sentire la risposta. Ed egli ha detto: ‘Avete ceduto alla tentazione, figliola? Ti sei toccata impudicamente durante queste fantasie?’

‘Nn no!’ Quasi urlando ad alta voce. Ogni ondata di piacere provenienti dalle gambe, ha iniziato ad essere sempre più forte e sempre più intenso rispetto a quello precedente. Sapeva che stava per avere un orgasmo e non riusciva più a controllarsi.

‘Beh, che è la Santa Madre a darti la forza, bambina.- Le dice rassicurandola.- Impuri pensieri come questo, alla vostra età, sono del tutto normali. Il fatto che siano rivolti a vostro fratello, è il Diavolo tentatore che cerca di colmarti con tale vergogna.’

Giuseppina non riusciva più a sentire ogni parola che le veniva detto. Con i pugni serrati e i denti stretti, cercava di trovare un poco di lucidità mentale. Tutti i muscoli del corpo erano in tensione e sapeva quel che stava per accadere. Voleva disperatamente evitare che accadesse o che per lo meno, di non urlare quando l’orgasmo sarebbe scoppiato.

Poi è accaduto. Le ondate di intenso piacere sono esplose facendola ansimare pesantemente nonostante tutti gli sforzi per evitare che questo accadesse. Ha voltato la testa di lato per cercare di mordersi una mano, ma un altro mugolio le è uscito dalla bocca quando una nuova ondata di piacere la travolta. Trema, singhiozza e lacrime le solcano il viso. Piange per l’imbarazzo della situazione, per i suoni che incontrollatamente le escono dalla bocca. Tutto il corpo vorrebbe urlare per l’orgasmo che sta vivendo, ma non poteva comportarsi in una tal maniera all’interno del confessionale.

‘Non è niente, bambina.- Le ha detto il Padre confessore dopo averla lasciata singhiozzare a lungo.- Non è il caso che ti turbi poi così tanto. Che il Signore sia con te. Io ti assolvo nel Suo nome dai tuoi peccati. Da ora in poi, ogni volta che il diavolo tentatore ti porterà a tali pensieri, voglio che dirai cinque Ave Maria e riflettere sulla Madre e la gloria dell’Immacolata concezione.’
‘Grr… La ringrazio, p Padre.’ Ha detto dopo che ha tirato su con il naso. Si è asciugata le lacrime con il bordo della mano e si è alzata in piedi. Le girava la testa e le gambe non la sorreggevano. Ha dovuto aggrapparsi per uscire e lasciare il posto a qualcun altro. Fatti i primi passi incerti, l’aria fresca la piacevolmente colpita. Voleva fermare le lacrime, ma queste le scendevano dagli occhi rossi e gonfi per solcarle le guance. L’unico pensiero che aveva, era di uscire rapidamente da quel luogo.

Camminando nel parco, si sentiva una ubriaca con gli effetti dell’orgasmo che ancora non si erano placati. Aveva la testa intorpidita e le pareva di camminare come uno zombie. Odiava Tonino per averla obbligata a farle fare un atto tanto spregevole. Voleva godere ancora e lo desiderava tantissimo. Le vibrazioni non erano ancora cessate e si sentiva insoddisfatta. Era in imbarazzo a pensare a quello che aveva detto al parroco e peggio, per aver ceduto alle pulsioni e al richiamo della carne. ‘Come poteva essere così debole.’ Si chiede fra se con rabbia. Quel Padre l’aveva battezzata e vista crescere. ‘Come poteva aver goduto in chiesa.’ Poco lontano ha visto la macchina di Tonino e vi si è diretta.

Aperta la porta, si è lasciata cadere sulla poltroncina del lato passeggeri e le vibrazioni erano più intense che mai. Il piccolo cazzo di gomma è schiacciato contro il clitoride. L’osserva con mal celata rabbia e lascia che la riprende con la video camera, mentre resta a boccheggiare con la bocca aperta.

‘è come guardare un piccolo diavoletto, non è vero Giuseppina?’

Non ha risposto. Ha stretto le gambe e si è lasciata prendere dall’orgasmo. Urla e si dimena vibrando e sussultando tutta. Le mani incontrollatamente vagano per tutto il corpo palpandosi e accarezzandosi tutta. Il tempo scorre inesorabile, ma per Giuseppina, le ondate di piacere si susseguono una dopo l’altra.

Maxtaxi

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Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.

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