Skip to main content
Racconti di Dominazione

orgasmo fantasma

By 9 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando &egrave stato l’inizio, me lo chiedo rimando a mente il primo fotogramma di quella che avevi deciso essere una sessione o gioco, come ti pare.
Il primo gesto mi piace, mi eccita mentre nudo accanto a me mi giri di scatto e mi pieghi sulla scrivania distendo il busto e allargo le gambe, veloce mi alzi al gonna e sposti il fIlo del tanga un leggero piegamento delle ginocchia e sei dentro.
Nn una parola nessun suono di godimento solo un :-continua a scrivere- mi eccita e ti eccita che scriva di quel preciso momento mentre sei duro e affondi ad un’altra e nn &egrave cosa facile sotto i tuoi colpi.
Poi cambi registro, un’altra musica, piegata davanti a te ti succhio mentre stai appoggiato braccia larghe sul bordo del tavolo, il mio corpo &egrave una danza la mia bocca una giostra.
Nn mi inginocchio le gambe sono tese alto il culo che segue il ritmo di sottofondo. Poi mi fermi mi fai abbassare e sono ai tuoi piedi.
Ti volti e cominci a scrivere al pc, solo un movimento la tua gamba che si alza e il piede che si appoggia alla seduta della sedia, un gesto ad indicare un ordine nn detto.
Ilprimo l’hai scelto umiliante nn una prova di dolore.
Vuoi vedere se mi piego, se cedo già da quel momento.
Ed &egrave così, nn indugio , so cosa si aspetta e nn sono li x contraddirlo, nn sono lì x avere grilli per la testa, e allora lo so cosa devo essere. Chiudo gli occhi e la mia lingua ti tocca ti massaggia senza esitazione.
Il tempo si dilata e da lì inizia una notte che dura a lungo.
Una cintura ad avvolgermi i polsi una fibbia a tenerli uniti metallo che fa solco nella carne, e poi le caviglie, ho ancora la vista mentre fai questo ma &egrave come se fossi già bendata, lo sguardo &egrave basso e i capelli mi coprono il viso.
Ti alzi, una presa x i capelli e mi trascini in mezzo alla stanza, mi bendi ‘ e da li il buio, il naturale acutizzarsi dell’udito, il seguire quella che credevo la tua presenza ma nn sempre sono stata attenta e quel calcio al fianco nn me l’aspettavo, e si, mi ha fatto perdere l’equilibrio e ora nn oso rialzarmi il tuo piede &egrave già su di me e troneggia sul mio torace, lo premi e mi fai sentire il peso. cosa o chi stai cercando di calpestare, nn mi ribello.
Mai in tutta la sera mi hai sentito dire di no.
Ti ha fatto inchazzare questo?
Nessuna ribellione perché in fondo nn sei riuscito veramente a toccarmi, nn mi hai dominato.
Hai avuto una umiliazione donata.
E x questo allungo le braccia alte sopra la testa , pancia sotto e il tuo piede &egrave tra le scapole, vorrei vederti in viso chissà se ne godi realmente dall’umiliarmi.
Alcuni momenti sono confusi.
Immagini, attimi e sensazioni che nn trovano un percorso temporale. Ma nn ha importanza, l’unica cosa importante &egrave il tuo cazzo nella bocca che mi scopa, ti stupisco di come nn mi venga da vomitare, ma caro quante risorse devi ancora scoprire di me.
E poi cosa ancora prima del gran finale, ma certo la cinghia’
due colpi solo due, il primo per farmi sentire lo spessore e il secondo solo per farmela desiderare’
infatti era un desiderio quel lungo sospiro, era alito caldo che usciva dal mio corpo, ma hai deciso che nemmeno quel calore era per me.
E invece continuavi, domande su domande, che tanto nn potevano avere una risposta perché risposta nn c’era.
Ti sento muovere, cerchi e trovi qualcosa, infili alle mani guanti di lattice, me li vedo distintamente a proteggerti dalla mia pelle, dai miei umori, dal mio dentro.
E poi come se fossi corpo da ispezionare mi allarghi mi apri e pieghi in ginocchio, la cinghia ai polsi fa male e la fibbia crea un solco che oramai brucia.
Nn mi importa mi piego e affondi con le mani, un dito in bocca dove prima sia stato nn so, nn ha importanza.
Lo so che nn avrei potuto baciarti stanotte, forse nemmeno domani ma il sentirtelo dire con quel tono schifato mi fa male più dei piedi in faccia.
Mi umilia di più di quel tanga da me accuratamente scelto e da te rudemente ficcatomi in bocca.
Fa più male del tuo cazzo nel culo.
Solo a quel punto, dopo la prima spinta mi sono mossa, un guizzo in avanti ad allontanare il dolore. Ma mi hai ripresa per i fianchi e hai affondato, devo dirlo, devo ammetterlo, ogni dolore &egrave passato subito. E la tua mano a strusciare il clitoride, a stringerlo tra le dita &egrave la mano di chi vuole dare piacere.
La tua voce così vicina al mio orecchio mi chiede di godere.
E come fosse un ordine da eseguire io vengo di un orgasmo fantasma e tu altrettanto sopra il mio corpo, tra le natiche a colare fino a terra.
Respiro il tempo di riprendermi, mi sleghi i polsi, le caviglie nn so come sono libere.
Mi togli la benda e mi dici di alzarmi, &egrave tutto confuso ancora nn ci sono che sento la tua presa sul braccio mi porti in bagno ed &egrave istantanea l’apertura dell’acqua e il tuo mettermi sotto.
Rimango li a sentire l’acqua che cambia di temperatura, mi lavo, lasci per me un asciugamano. &egrave morbido, grande. Mi abbraccio a quel asciugamano arabeschi gialli e blu.
La tua figura sulla porta.
Mi guardi, ho già pulito per terra e ora mentre mi asciugo i capelli nn ti vorrei lì, a fissarmi senza dire nulla le braccia incrociate sul petto appoggiato allo stipite della porta cosa cazzo mi guardi, lasciami sola adesso, lo sono stata da che sono entrata da quella porta.
Se ti fossi avvicinato, se mi avessi abbracciato davanti a quello specchio, le nostre immagini riflesse, avrei lasciato lì dentro come imprigionato il senso di smarrimento, il freddo’
Ma così nn &egrave stato, così nn lo sarà mai.

Leave a Reply