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Racconti 69Racconti di DominazioneTrio

Scandalo nel paesino (13 – Oggi comanda Angelica, forse)

By 18 Ottobre 2024No Comments

La scopata sottomessa di Angelica era stata divertente. Per una volta, non ero stato io a subire! Rita però decise che avevamo raggiunto il limite, che poteva andar bene ripetere l’esperienza ma che non saremmo andati oltre – niente insulti più pesanti, niente esibizioni in pubblico e, aveva tenuto a sottolinearlo, niente sesso anale con Angelica!

Avevo accettato le regole. E pensato tantissimo a Barbara. Proprio non me la toglievo dalla testa. Rita era quasi disgustata da questi miei pensieri, che non le avevo affatto nascosto. “Puoi scoparti tutti i giorni due belle fighe come me e Angelica, ma neanche questo ti toglie quella vecchia porca di Barbara dalla testa… ma ognuno ha le sue manie, pazienza”.

Gironzolavo per il paese con queste idee in testa quando Rita mi chiamò al telefono. Era con Angelica, non ero andato via da molto, stavano studiando, che cosa poteva volere?

“Ehi ciao – fece Rita – oggi Angelica ha superato se stessa! Ha fatto tutto, e senza il minimo errore! Riesci a essere qui tra 15 minuti?” Certamente! Volai verso casa. Potevamo avere due ore piene insieme!

Quando arrivai trovai le due coi capelli un po’ umidi, dovevano essersi fatte una doccia. Rita era in accappatoio. Angelica…

Angelica era bellissima, molto più del solito. Rita l’aveva truccata, sembrava più grande. Mani e piedi, in infradito, con unghie smaltate di un colore brillante. Indossava una canottiera lunga o un vestito molto corto, fatto sta che al minimo movimento lasciava intravedere la sua dolce figa liscia e vellutata e i capezzoli duri a contatto col tessuto… insomma, sotto non portava niente.

“Wow” dissi guardandole.
“Visto che splendore? – fece Rita – trucco, mani, e pedicure in premio per la migliore studentessa dell’anno”.

Continuò Angelica, sorridendo orgogliosa e soddisfatta: “Ci siamo date una rinfrescata e ci siamo fatte belle. Ma tu come fai a fare la doccia con Rita? Non mi ha lasciata in pace un attimo! C’è di buono che mi ha proprio lavata a fondo… proprio in tutti i punti.”

Angelica ammiccava e quasi saltava per la stanza dall’eccitazione. Sapeva che di lì a poco avremmo fatto del gran sesso e probabilmente provato cose per lei del tutto nuove. Aprì la porta-finestra e uscì in balcone.

“Angelica no! – le urlai – sei mezza nuda, e se ti vedono??”
Lei per tutta risposta si tirò su il vestito, per un istante, mettendo tutto in mostra.
“Speriamo di no! Ma allora perché non andiamo in camera, se qui non si può stare?” disse Angelica.

Rita, molto soddisfatta, le prese la mano, fece quasi di corsa il corridoio, si liberò di tutto quello che aveva addosso, e la buttò sul letto, si buttò su di lei e prese a baciarla, con gioia. Io mi sentivo un po’ escluso, e mi misi ai piedi del letto a guardarle, godendo il risveglio del cazzo che stava diventando di pietra.

Angelica a quel punto disse a Rita: “Ma è vera la cosa che mi hai detto? Io non ci credo Rita, davvero”.
E Rita: “Ti giuro! Prova adesso, se vuoi”.
Angelica si limitò a sorridermi e… a mettermi uno dei suoi splendidi piedi in faccia.
Rimasi paralizzato e invaso dal piacere. Il mio punto debole… Non reagendo, Angelica fece una leggera pressione con la pianta sul mio viso. Io la baciai. E prima che potesse cambiare idea, tirai fuori la lingua, provando all’istante una sensazione di morbidezza, freschezza, eccitazione… Avevo anche le mani tese per prenderlo in mano… ma Angelica lo ritrasse quasi di scatto.

“No…” dissi deluso, con un filo di voce, in un tono che doveva sembrare davvero patetico perché Angelica scoppiò a ridere.

“Oddio Rita, ma non ci credo! Me l’ha leccato! E voleva continuare! Ahahah ma non è possibile, avevi ragione, gli piace leccare i piedi!” Angelica era molto divertita.
“Te l’avevo detto! E guarda” fece Rita, mettendomi i piedi in faccia.

Dopo la prima delusione, decisi che con Rita non avrei rischiato. Glieli presi in mano, me li premetti sul viso, assaprai il profumo di pulito dopo la doccia, e la consistenza carnosa delle piante di Rita. Rispetto ad Angelica aveva le piante più larghe, curate ma più vissute, ma entrambe avevano dita bellissime, affusolate, armoniose. Ed iniziai a leccare carico di eccitazione.

“Gli piace davvero… – disse Angelica quasi sottovoce – ma è bello farsi leccare i piedi, Rita?”
“Dimmelo tu… dai, riprova – fece Rita rivolta ad Angelica, e poi si rivolse a me – tu, leccaglieli”.

E io, che già andavo in estasi a ricevere ordini da Rita, mi sentii in aria quando potei finalmente godermi a pieno i piedini di Angelica. Tornai a darle dei baci, più che altro per farla abituare, proprio sotto le dita. Lei sorrideva, di gusto, mentre Rita le accarezzava la gambe. Angelica stava esplorando una posizione dominante. Muoveva i piedi sul mio viso, li faceva roteare da seduttrice, me li strusciava in faccia e direi che le piaceva.

Ma anche Rita ne voleva. Ero ai piedi di due donne, avevo le loro piante ovunque. Godevo. Chiusi gli occhi per concentrarmi solo sulle sensazioni del tatto, per non vedere chi mi metteva in faccia cosa… o sul resto del corpo. Sentivo piante, dita, talloni muoversi su di me. Poi però gli occhi li aprii per vedere quello spettacolo. Vidi le piante di Angelica chiudersi intorno al mio cazzo eretto.

“Con questo dovresti impazzire allora” disse Angelica.
Feci per rispondere di sì, ma Rita mi infilò a tradimento un piede in bocca. Ovviamente non protestai. Per Angelica doveva essere una scena esilarante, alternava risate e gemiti di godimento.

“Hai visto Angelica, come gode ai nostri piedi?”
“Glielo sento durissimo – mi diede qualche calcetto che anziché scoraggiarmi mi eccitò ancora di più – ma vorrei tornare a farmeli leccare… ci scambiamo, Rita?”

Tornai ad avere in faccia i piedini di Angelica e me li godevo, eccome se me li godevo. Rita giocava intanto col mio cazzo.
Quando le succhiai le dita, Angelica si lasciò scappare un gemito di piacere.

“Ah….”
“Ti piace eh? Ma – disse Rita, con un po’ di esitazione – se ti piace così… ti piacerà di più se…”
Rita non finì la frase. Si mise vicino a me. Prese uno dei piedi di Angelica, l’altro me lo lasciò in faccia, e iniziò a leccare.

Questa era la scena. Angelica, a cosce larghe, aveva due persone ai suoi piedi. Io a leccarle la pianta di un piede e Rita a succhiare le dita dell’altro.
“Ma voi siete matti… tutti e due” fece Angelica che non riusciva a trattenere quando fosse eccitata.
“Non sono brava? Non ti piaccio? – rispose Rita – è la prima volta per me… questo non lo avevo mai fatto”.
“Rita, tu con quella lingua puoi farmi quello che vuoi – continuò Angelica che nel frattempo aveva iniziato a toccarsi – quindi vai avanti… io mi tocco e voi mi leccate i piedi… sono bagnatissima… oddio sì, leccami Rita”.

In qualunque momento avrei potuto staccarmi da lì e puntare a uno dei buchi che avevo a disposizione. Ma non avrei interrotto quel momento per nulla al mondo. Angelica dominante e bellissima. Rita sottomessa, insieme a me. Il mio orgasmo poteva anche aspettare.

“Ti piace, Rita?” le chiesi.
“Dio sì… io questa ragazza la adoro” rispose Rita con l’estasi sul viso, mentre dava lunghe e liquide leccate al piedino di Angelica.
Ma sapevo che non poteva accontentarsi.
Baciando e leccando stava risalendo il dorso del piede, poi la caviglia, poi le cosce… puntava più su.
Io feci lo stesso. Poteva essere l’occasione per assaggiare il culo di Angelica, il frutto proibito?

“Ehi che idee avete? – fece Angelica sdraiandosi su un fianco, per metterci i suoi buchi a disposizione – Ah, uno davanti a uno dietro? Che maiali che siete… no, Rita, davvero vuoi… – non finì la frase perché nel frattempo Rita le si era gettata sul buchetto del culo e io la stavo infilzando con la lingua in figa – Ah… oddio Rita, ma che fai… mi stai… oddio…”

Angelica sembrava in preda a un godimento infinito, lo capivo da come sospirava e gemeva. Si era allargata le chiappe con una mano, teneva le gambe ben aperte, per esporre a me la sua dolce figa e il suo culetto a Rita. Poi aveva iniziato a muoversi, per strusciare i suoi buchi contro le nostre lingue. Io le avevo preso il clito tra le dita, glielo succhiavo, lo strizzavo, volevo farla godere. Poi ogni tanto incontravo la lingua di Rita e ci baciavamo là, sotto Angelica, che era un godimento unico.

Tra i gemiti di piacere disse: “Ma non state scomodi là sotto? Se mi metto così?”
Si mise a 90, inarcando la schiena per buttare il culo tutto in fuori. Rita ed io ci mettemmo a guardare, che meraviglia! Il culetto vergine di Angelica, sopra le due grandi labbra lucide e rosee, in tutto il suo splendore, socchiuso, come se volesse aprirsi… feci per avvicinare un dito, volevo infilarlo lì dentro, ma Rita mi tirò una sberla. “Guardare ma non toccare! Il culo di Angelica è mio!”

In quel mentre Angelica disse: “Meno litigare e più leccare, invece!… tu, sdraiati sotto. Scordati il mio culo. Rita, tu riprendi quella cosa meravigliosa che stavi facendo prima. Sono vostra. No! Anzi! Voi siete miei”.

Angelica ed io eravamo a 69. Rita dietro. Le leccate di Rita si mescolavano agli umori di godimento di Angelica, e mi colavano in faccia. Là sotto Angelica era talmente umida che sembrava si stesse sciogliendo.

Come Rita potesse resistere senza provare a darsi piacere, resta un mistero per me. Io avevo la bocca di Angelica a farmi godere. Come il giorno prima, ma senza volersi umiliare, succhiava cercando di prenderne il più possibile al limite della gola. Io ne approfittavo e mi muovevo per darle colpi. Ne sopportò un paio, poi si staccò.

Disse: “E basta! Vuoi scopare? Ho un’idea”. Si alzò a sedere sulla mia faccia. In quel momento si accorse della situazione che, evidentemente, non aveva mai provato prima. Si rivolse a me: “Ehi, sono praticamente seduta sulla tua faccia. Ti piace anche questo?”
Per tutta risposta, la leccai con più foga.

“Certo che gli piace – disse Rita – ma che cos’hai in mente?”
Angelica sobbalzava su e giù, sopra la mia faccia. Evitava accuratamente di darmi il culetto.
“Voglio vedervi scopare. Rita, sali sopra, dall’altra parte”
“Arrivo!” e Rita si mise a cavalcarmi. La sentivo oscenamente bagnata, doveva proprio essere fuori di testa dalla eccitazione.

E con la testa affondata nella figa di Angelica, capivo… Rita considerava Angelica una sua creatura e vederla così sicura di sé, sia nella sottomissione che nella dominazione, le restituiva orgoglio ed eccitazione. Per questo sarebbe stata disposta a fare tutto quello che le chiedeva.

Rita, dopo essersi trattenuta, ora mi schiacciava sotto il suo peso – e io godevo – muovendo i fianchi come un un’ossessa, per prendersi tutto il mio cazzo, per riempirsi. Si era sporta in avanti. Anche Angelica. Sentivo che si baciavano. Stavamo godendo. Tutti e tre. Sicuramente Angelica, che aveva orgasmi lunghissimi. Gemeva con la lingua di Rita in bocca.

E poi Rita, staccandosi da Angelica iniziò a venire: “Cazzo quanto godo!! Sì sì sì!”
“Brava! – disse Angelica, sempre muovendosi e ansimando sopra di me – godi come… ah… godi come una…”
“Troia – completò Rita – non farti problemi, Angelica, a darmi della troia… è così che mi sento adesso”.
“Io mi sento stronza invece” disse Angelica mentre ansimava e gemeva, sicuramente in preda a un altro orgasmo. E iniziò a sbattermi letteralmente la figa in faccia, con schizzi umidi ovunque, facendo dei saltelli e sgrillettandosi col mio naso – e fortunatamente non mi aveva tappato la bocca, potevo respirare.

“Ma perché – continuò Angelica – lo dici sempre quando vieni? Tieni il conto? Io ho iniziato a venire appena avete iniziato a leccarmi…è un orgasmo infinito”.
Rita non rispose ma disse: “L’unico che non è ancora venuto è lui… ed è ancora duro qua sotto”.
Angelica rimase ancora un attimo a pensare. Infine disse: “Rita… voglio vedere il sesso anale.”
“Vuoi che me lo metta nel culo?!”
“Sì. Voglio guardarvi.”
“Io… – Rita sembrava pensierosa – non ne ho molta voglia, Angelica, ma se tu lo desideri… se godi a vedere che mi rompono il culo…”

Ormai conoscevo Rita. Stava recitando. Se doveva sottomettersi, allora si sarebbe sottomessa fino in fondo, avrebbe fatto la parte della vittima sacrificale. E poi voleva mettere Angelica alla prova. Sarebbe stata così dominante da costringerla ad atti sessuali che non voleva fare?

Angelica si rivolse a Rita: “Inizia  a metterti a 90, come ero io prima. No, non tenerti su con le mani, usale per allargarti bene. Brava così. Tu – disse a me – vieni qua. Fammi sentire…cazzo, ce l’hai durissimo. E tu Rita hai una voragine, non un buco. Non vi sto chiedendo la fine del mondo… non mi sento pronta a fare sesso anale, ma quando mi ricapita di vederlo dal vivo? Avanti, leccale il culo. Ti piacerebbe leccare il mio, vero? – e Angelica mi mise quasi il culetto in faccia – e invece no, sono le regole!”

Pazienza, pensai. Tuffarmi di faccia tra le chiappe burrose di Rita mi piaceva eccome, soprattutto con Angelica a schiacciarmi la testa contro e a segarmi. Intanto chiedeva a Rita: “Ti farà male?” E Rita: “Sì, ma poi…si gode – ansimava – però lui è uno stronzo… se ne frega di me… vuole solo rompermi il culo…”
“Ma non è vero!” protestai.
“Zitto!” mi fermò Rita. E allora capii, era parte della recita.
Intanto buco e cazzo erano lubrificati di saliva e crema.

Spostai delicatamente Angelica in fianco a me. Volevo abbracciarla mentre penetravo Rita. Feci per baciarla, ma poi mi fermai. Avevo appena passato la lingua in lungo e in largo sull’ano dilatato di Rita, poteva darle fastidio. Ma no, mi baciò e non si tirò indietro.

“Prendimelo in mano Angelica… aiutami a inculare Rita”. La ragazza, che quasi tremava per l’eccitazione, appoggiò la mia cappella gonfia al buco allargato della sua insegnante e premette con le dita per spingerlo dentro meglio. Con l’altra mano, appoggiata sul mio culo, mi invitava ad entrare di più.

“Glielo metti dentro tutto?” mi chiese.
“Fino alle palle” risposi e, nel dirlo, diedi un colpo secco, affondando il cazzo, che fece urlare Rita.

“CAZZO! Ahiaaa che male! Stronzo, così mi apri in due! Me lo sfond!!” Per tutta risposta tornai a baciare Angelica.

“Hai un culo enorme Rita – disse Angelica tirandole forte uno schiaffo sopra – e da quello che mi raccontavi… questa è una cosa normalissima per te, non fare tante storie.”
“No…mi sta facendo un male cane!”
“Toccati un po’, se ti aiuta”
“No… – fece Rita ansimando – mi aiuta … ahia! Piano! … preferisco toccare te! Me la fai … mmm… leccare… ancora… ti prego!”

Angelica scoppiò a ridere.
“Ma che ha la mia figa di così speciale? Siete sempre a leccarmela!”. Comunque non si sottrasse e la spalancò in faccia a Rita che, mentre oramai gemeva di piacere, si buttò di lingua senza sdegnare grandi leccate anche al buchetto.
Io vedevo tutto e impazzivo di godimento

“Ma quanto cazzo siete porche?? – e nel dirlo affondavo botte su botte dentro Rita – quanto-cazzo-siete-porcheee!” urlai.
“Fa un po’ di silenzio! – disse Angelica – tu, lecca qua invece… tieni quella lingua occupata”

Angelica mise le gambe sopra le spalle di Rita, cercando di mettermi i piedi in faccia. Non era comodissimo ma comunque riuscii a ficcarmi in bocca le sue dita che ovviamente succhiai col massimo piacere. Cercai di durare il più possibile ma era veramente impossibile.

“Cazzo no ma io così vengo…non resisto…”.
“In faccia! – urlò Rita – vienimi in faccia!”
“Anche a me!” si unì Angelica.
“Sì così lo facciamo sborrare a fiumi!”

Angelica e Rita si misero vicine. Angelica sorrideva. Rita aveva aperto gli occhi più che poteva e tirato fuori la lingua, con l’intenzione di provocare una sborrata immediata.
E ci riuscì.
Inondai letteralmete di sperma tutte e due, che presero a baciarsi e a scambiarsi sborra tra le lingue. Era troppo, mi accasciai.

Rita chiese ad Angelica: “Finito? Ti è piaciuto vedermi col culo rotto?”
“Sì Rita grazie, è stato bellissimo”
“Bene, ora vado di là. Telefono ai tuoi, gli dico che rimani per cena così per una volta non dobbiamo correre. E intanto preparo qualcosa. Dai, sistematevi e venite a darmi una mano.”

Andai in bagno con Angelica per darmi lavata là sotto. Mi misi sul bidet, lei si pulì veloce dalla sborra e mi venne vicina. “Posso?” mi chiese e iniziò a insaponarmi il cazzo.
“Allora – proseguì Angelica – ti sono piaciuta di più ieri o oggi?”
“Mi piaci sempre Angelica, in ogni momento.”
“Sono stati due momenti molto diversi.”
Ci pensai. Beh, tra dominare e essere dominato, oramai tendevo per la seconda.
“Oggi Angelica. Vederti così dominante sia con me che con Rita… i tuoi piedi poi… le cose che mi hai fatto fare…”
Angelica sembrava delusa: “A me è piaciuto di più ieri. Oggi mi sono divertita. Tanto divertita. Ma ieri ho goduto il doppio.”

Mentre parlavamo, aveva iniziato una vera e propria sega, il cazzo stava tornando durissimo. “Ieri – proseguiva Angelica – ero in estasi… fuori di me… Mi è piaciuto anche oggi, sono stata bene ma ieri – e nel dirlo mi strinse fortissimo il cazzo, ormai di pietra – ieri di più. Allora io mi chiedevo… mi scopi come ieri? Ti è tornato duro… mi scopi come… una troia?”

A quelle parole sobbalzai. “Ma Angelica, che…”
“Ne ho bisogno. Te lo sto chiedendo… anzi, visto che ti piace, te lo sto ordinando.”

La fissai. Se era quello che voleva… Ma io avrei preferito altro. Come quel giorno con Barbara e Rita insieme. Barbara… la vecchia porca… di nuovo lei nei miei pensieri. Davanti avevo però Angelica. Una Angelica sicurissima di sé, che mi ordinava di prenderla con durezza. Se sono ordini, devo obbedire… ma a modo mio.
Senza dire una parola, la presi per i capelli. Lei si lasciò andare a un piccolo urlo. Rita, dal soggiorno, la sentì e disse: “Tutto bene? Venite ad aiutarmi allora?”.

Noi la ignorammo. Tenendola, nuda, per i capelli, riportai Angelica sul letto, ce la buttai sopra e mi misi a cavalcioni su di lei, per darle schiaffi in faccia a colpi di cazzo.

“È questo che volevi?” le dissi con finto disprezzo, mentre la colpivo. Lei cercava di prenderlo in bocca, pensando volessi un pompino. Si sbagliava, volevo solo darle il cazzo in faccia. Feci per sputare, ma poi mi ricordai le regole. Allora le chiesi: “Rispondi, troia, ti sta piacendo?” “Ahia!” fu la sua unica risposta. “Lo prendo come un sì.”

Ero stanco di quella cosa. Cosi la spostai, la misi a 90 e le feci allargare le chiappe. Guardare ma non toccare, cazzo, che dolore dover resistere… Il culo di Angelica e lo stesso buco del culo erano troppo invitanti. La presi a schiaffi sul culo solo per la rabbia. Tra un “ahia” e l’altro, Angelica prese a toccarsi con forza…a violentarsi da sola, quasi. “Dio, sì!” diceva, coi lunghi capelli che le scendevano sul viso. In quella posizione avevo una bellissima vista delle sue piante dei piedi. Le desideravo. Il cazzo stava per esplodere. Basta.

Feci girare di nuovo Angelica. Le spalancai le gambe. Senza darle il tempo di pensare ad altro, le tirai di nuovo i capelli e ficcai il cazzo in figa, tutto, di colpo.

Angelica urlò. Rita la sentì di nuovo: “Ma state scopando voi due?? Ancora???”

Me ne fregai di Rita. Guardai Angelica. Le chiesi: “Ti piace?”
“Lo adoro” rispose.

Mentre la pompavo lei non gemeva più. Urlava, finalmente. La mia resistenza stava già superando il limite. Le tenevo le gambe ben spalancate afferrandola dalle caviglie. Ripensavo ai suoi piedini di fata. Li volevo. E allora li presi, me li misi in faccia. Oh sì!

Lei non voleva. “No, dai…” ma tanto non riusciva a pensare, stava solo godendo. Io leccavo e mi piaceva, eccome se mi piaceva. Mi permisi di darle un piccolo schiaffo in faccia, leggero, senza farle male. Ma per farle capire chi comandava. Lei fece resistenza, usava i piedi in faccia per allontanarmi. Quella cosa, manco a dirlo, mi eccitava, mi stava dando il colpo di grazia.

“Cazzo Angelica, io non resisto più…”
“Io sto venendo – disse Angelica – cazzo sto venendo… Rita! Rita vieni a vedere come godo!!!”

Sentì una sensazione molto liquida e schizzi dalla figa di Angelica… non era proprio squirt ma ci andò molto vicina. Si stava anche tormentando il clito mentre le davo gli ultimi colpi. Era bellissima mentre godeva. Le diedi qualche secondo per gustarsi l’orgasmo, poi mi staccai e mi sedetti sul letto e, con la solita finta violenza, la tirai per i capelli sul mio cazzo, buttandoglielo in bocca senza troppi complimenti. “Ingoia tutto” le dissi, mentre stavo già sborrando. E lei, sottomessa, ingoiò con dei suoni osceni e grande soddisfazione.

In quel momento entrò in camera Rita, su tutte le furie. Ci vide, entrambi con l’aria ebete di chi è appena venuto. Angelica, poi, aveva ancora il mio cazzo in bocca.

“Ma per chi cazzo mi avete preso – urlò Rita – per vostra madre? Che prepara e cucina mentre voi fate i vostri porci comodi??”.

Angelica la guardava ma stava ancora deglutendo i miei ultimi schizzi di sborra. Io non ero in grado di rispondere.

“Sono senza parole – continuò Rita – non riuscite a stare mezzora senza scopare? Avanti, rimettevi a posto e venite di là!”

Con molta riluttanza, facemmo come chiesto. Ci ritrovammo a tavola. Rita aveva messo su un’ottima cena. Quasi mi sentivo in colpa.

Angelica si sedette che era ancora nuda. Rita la guardò male. Angelica per tutta risposta disse: “Non vado bene? Ho pensato che se resto nuda e vi viene voglia di farmi qualcosa… non dovete neanche chiedere… ve lo dico adesso, potete farmi di tutto. Voi perché vi siete vestiti?”
Eravamo sia Rita che io ammutoliti. Io ero distrutto, stavo dando cazzo da ore, una bella cena era tutto quello che chiedevo. Rita, idem.

Angelica continuò: “No? Troppo stanchi? Uffa. Preferivo quando vi comandavo allora. Passerò un’altra notte a studiare e ammazzarmi di ditalini.”

Con una risata generale, Angelica si rivestì e tornò la calma.

Ma avevo in testa la frase di Rita. “Non sono vostra madre…” c’era qualcosa di incestuoso in quello che aveva detto. La mia normalità era diventata scopare una donna più grande e tutte le altre donne che mi metteva intorno.

Continua

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