Skip to main content
Racconti di Dominazione

Schiava e … fiera! (1° parte)

By 30 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Schiava e…fiera! (1′ parte)

Di Master E. e-mail: master_master_40@yahoo.it

A volte immagini inattese possono..liberare ciò che siamo, portandoci a…

_________________________________

Serata di un giorno banale, una cena tra amici, poi un cinema. All’ingresso della sala una locandina da cui occhieggia una bella ragazza, che posa una tazza su una scrivania reggendo una busta tra le labbra, uno sguardo strano….. una luce torbida negli occhi…

‘Secretary’ strano titolo, un film che non hai mai sentito, alcune occhiate maliziose tra gli amici che entrano con te, poi..ti lasci rapire dal buio della sala. Paolo accanto a te, il tuo compagno da ormai 5 anni la pubblicità scivola sullo schermo, i tuoi pensieri scivolano incontrollati Paolo, … non ti capisce, certo &egrave gentile, premuroso, sa esserti vicino, eppure.. ti senti una stronza, insoddisfatta e non sai perch&egrave, sei invidiata dalle amiche, tutte ti dicono che lui &egrave un ragazzo meraviglioso ma… allora.. perch&egrave fai di tutto per litigare? il film finalmente inizia, sei annoiata, non certo dell’umore giusto, sopporti aspettando che la proiezione finisca, sapendo che, al ritorno, Paolo vorrà salire da te, il far l’amore con lui, ormai routine, balle, menti a te stessa, &egrave quasi sempre stato routine, certo piacere, ma…… perch&egrave senti la mancanza di qualcosa? perch&egrave quell’insoddisfazione sempre latente in te? Lo schermo ti rapisce qualcosa attrae la tua attenzione, ti cattura inaspettatamente Lei, la protagonista, lei che si piega, che si umilia, lei che cerca, inconsciamente, punizioni severe, che offre se stessa come mai avresti immaginato possibile, oltre ogni rispetto per la propria persona, annullandosi.

Lei schiava, eppure fiera e felice, viva. le tue mani strette ai braccioli della poltroncina, lo sguardo fisso allo schermo ma che ti succede Manuela, accidenti, cerchi di razionalizzare, di vincere l’istinto. Dovresti sentire disgusto, rabbia, per come una donna si puo abbassare, degradando la propria personalità per un uomo dovresti sentire l’impulso di alzarti, uscire, furiosa con quegli idioti che ti hanno portata a vedere questo film, immaginando chissà quali trasgressioni… ma… ma … perch&egrave invece il tuo corpo urla altro? perch&egrave la tua mente non &egrave furiosa? perch&egrave ti ritrovi a respirare con affanno? perch&egrave quasi senti sulla tua pelle, nella tua anima quelle umiliazioni? perch&egrave il tuo sesso pulsa violentemente tra le tue cosce? perch&egrave senti il tuo slip inumidirsi ed il seno tendersi eccitato? perch&egrave questa sensazione di… mancanza d’aria? titoli di coda vi alzate ti senti scossa, come avvolta dalla nebbia, senti distrattamente battute sciocche degli amici, senti falsi commenti scandalizzati dalle amiche, che ridacchiano, che si soffermano su aspetti esteriori del film, ma che, evidentemente, non &egrave entrato in loro come in te. vorresti che tutto e tutti sparissero, vorresti restare sola con te stessa, con i tuoi pensieri, no, non &egrave vero, non &egrave proprio così vorresti tenerti stretta quelle emozioni inattese che hai provato vedendo scorrere quelle immagini, vedendoti in lei. Paolo al tuo fianco, ti prende la mano ti parla ‘manu che succede? non stai bene?’ lo guardi distratta, per un attimo ti vedi riflessa in uno specchio nell’atrio del cinema, lo sguardo acceso, le gote leggermente arrossate, ti vedi diversa, un altra te, più bella, più donna. Rispondi in fretta ‘scusami Paolo, &egrave da oggi che non mi sento bene, credo di avere quelche linea di febbre, ma un buon sonno mi rimetterà a posto’ ti odi, ti odi perch&egrave sai che hai cercato quella scusa per .. preparare il terreno, per essere pronta a dirgli no quando ti chiederà di salire da te saluti gli amici, scusandoti con loro, in auto solo qualche battuta con Paolo, l’auto si ferma sotto casa, un bacio frettoloso, lui chiede di più, la sua lingua cerca la tua, frugano la tua bocca, le sue mani stringono il tuo seno, ti divincoli cercando di non ferire i suoi sentimenti, ribadisci la scusa della febbre e con un bacio frettoloso scendi in fretta. stronza, ti senti stronza per come lo tratti, per ciò che non sei in grado di dargli, ….tutta te stessa Casa tua, finalmente sola, nel tuo bagno mentre ti prepari per la notte, mentre cerchi in quello specchio quell’immagine di te che hai rubato all’uscita di quel cinema. Non c’&egrave più, sei tornata la manuela che conosci da sempre. Ti lasci abbracciare dal tuo letto, scaldare dalle tue coperte, cerchi il sonno. Improvvise, inaspettate forse .. desiderate forse… tornano quelle immagini, quella lei sullo schermo, quella lei che aspetta e brama un ordine, una umiliazione, che desidera sentirsi piegata, schiacciata quasi, che accende di goia e fierezza il suo viso nel seguire il suo padrone. … schiava

ti esplode dentro quella parola, mentre senti una contrazione violenta nel tuo ventre, mentre senti viscida voglia colarti tra le cosce. senza pensare, annullando la tua razionalità, la tua mano si muove sul tuo corpo, solleva la corta camicia da notte muovendosi sulle tue gambe, senti il rumore del tuo respiro ansante, senti brividi scivolare sulla pelle mentre le tue dita si bagnano di te, mentre insegui quell’immagine di lei, mentre diventi lei lei che aspetta ansiosa un ‘si’ dal suo Padrone, lei che si nega ogni cosa senza il permesso di lui lei che ora sei tu le tue dita ti schiudono con decisione, scivolano in te mentre il tuo bacino si solleva ansioso, spingono in te mentre quasi senti sulla pelle uno sguardo deciso e severo, gemi soffocando ansimi nel cuscino, mentre annulli te stessa trasformandoti in lei, il trillo improvviso del tuo cellulare annuncia un sms … Paolo, sarò Paolo che dolce e tenero ti augura la buonanotte, torni in te d’improvviso, vergognandoti di ciò che stai vivendo, sentendoti sporca, traditrice quasi. Senti il viso rosso di vergogna, come se paolo ti avesse potuta vedere, lentamente afferri il cellulare per rispondere, cerchi il messaggio un numero che non conosci… … una frase ‘ti ho vista manuela, ho visto nei tuoi occhi lucidi ciò che sei, ho letto nel tuo corpo ciò che hai sentiro, scoperto, amato…che ora desideri’ il cuore in gola, quasi un pugno allo stomaco chi? cosa, che significa? uno scherzo? battute idiote? un maniaco? no, sarebbe facile se fosse una cosa qualunque di queste, ma sai che non &egrave così sai che, chiunque sia colui che ti scrive, … sà…, … ti ha vista, … ha capito un brivido di paura scorre sulla tua schiena gelo nell’anima dunque &egrave così, non puoi più negare dunque ciò che hai sentito era vero, traspariva da te, si coglieva…. le dita sulla tastiera del cellulare, a pensare una frase, a cercare una risposta, poi ancora la razionalità che vince menù cancella messaggio ok, conferma basta, basta con sciocche fantasie idiote, ti guardi ancora allo specchio, mentre componi il numero di paolo, la sua voce, le tue parole, le tue scuse, la sua dolcezza, le coccole telefoniche un appuntamento per la sera successiva, cena da te.. voi due soli, solo voi, senza fantasie, senza altre immagini nella mente chiudi la conversazione e… d’improvviso, quasi arrogante… un altro sms ancora quel numero sconosciuto lo leggi distrattamente, quasi scocciata, tentata di eliminarlo senza leggere, ma la curiosità….. ancora quel vuoto allo stomaco leggendo ‘Manuela, non puoi negare ciò che sei, puoi celarlo, nasconderlo anche a te stessa, ma ora sai, sai il desiderio di sentire uno sguardo severo sulla pelle, sai l’ansia di attendere un ordine, sai l’eccitazione di sentire mani decise stringere i tuoi polsi dietro la tua schiena, pretendendo….’ cancelli febbrilmente quel messaggio cerchi di allontanarlo dalla mente, non ora, non adesso che senti ancora bruciare la vergogna di ciò a cui ti sei abbandonata poco prima, non ora dopo esserti scusata con paolo, ora che vuoi dedicare a lui la tua mente; ma non basta cancellare quel messaggio dal cellulare ormai, ormai la tua anima ha bevuto quelle parole, le ha riconosciute tue, ormai il tuo corpo ha reagito, improvvisamente, inaspettatamente a poche frasi. lo senti urlare scacciando la tua razionalità. resti immobile, il cellulare tra le mani, il respiro che si fa corto, ansante, quasi in attesa ed eccolo un nuovo messaggio ecco quel numero che stai imparando a conoscere leggi febbrilmente ‘sò manuela, sò cosa urla il tuo corpo, ora, so il fremito che lo percorre mentre ti vedi, immobile davanti ad un uomo, a colui che senti come guida, il tuo capo chino, mentre si avvicina a te, sò manuela, quanto vorresti ora sentire uno sguardo deciso scorrere sulla tua pelle, frugandoti l’anima’ senti il cuore impazzire, pulsare nella gola e .. nel ventre… chi? chi può sapere? capirti così bene? meglio di quanto tu stessa ti capisca un nuovo sms ‘sono li davanti a te manuela, ora, ti sto osservando, sò, vedo, vedo il tuo desiderio urlare, vedo il tuo corpo tremare, timore ed attesa.. vedo le tue gambe stringersi.. a proteggerti o… cercare piacere rubato, contraendo le cosce e rilassandole piano, davanti a me manuela’ ti accorgi d’improvviso che, inconsciamente &egrave proprio ciò che stai facendo, sentendo il desiderio crescere violento, il respiro farsi affannoso, mentre ti abbandoni sul letto, la mente vuota, mille sensazioni sulla pelle. Si manuela, si &egrave vero, senti quello sguardo su te, provi imbarazzo e vergogna mostrandoti così, liberando fino in fondo il tuo essere femmina, eppure, eppure &egrave proprio questo che accende il tuo corpo. guardi lo schermo del cellulare, quasi agognando un nuovo sms, quasi aspettando altre parole, che ti liberino, che ti liberino facendoti sentire ….schiava…. il lampeggiare verdastro della schermo l’icona del messaggio lo apri febbrilmente ‘lo sò manuela, so che mi vedi, di fronte a te, sò che senti il mio sguardo severo, che aspetti la mia guida, come quella donna sullo schermo, in cui ti sei inaspettatamente identificata. Sò che le tue dita vorrebbero scivolare sulla tua pelle, sfiorare i tuoi seni, offrendomeli, stringere i tuoi capezzoli tesi ed eccitati, imparando dolore e piacere, so, che vorresti, davanti a me, sentire le tue dita scivolare piano all’interno delle tue cosce, risalendo, le unghie che leggere graffiano la pelle, mentre il tuo odore di donna e femmina si spande eccitante attorno a te, so che vorresti sentire i tuoi umori bagnare le tue dita ansiose di darti piacere, ma….. qualcosa ti frena manuela, qualcosa ti dice no, aspetti manuela, aspetti il mio si, e questa attesa ti apre un mondo nuovo……chiedilo manuela, chiedimi di……’

arrossisci violentemente, senti il volto caldo, quasi febbricitante, rabbia e timore per chi dimostra di conoscerti così bene, per chi sa scavare in te, liberando pensieri e sensazioni che forse neppure tu sapevi di avere rabbia per quest’attesa, che razionalmente rifiuti, muovendo piano le dita sulla camicia da notte, accarezzando attraverso il tessuto il tuo seno, contraendo le cosce mentre ondeggi il bacino. Non ti serve nulla e nessuno manuela, questo dice la tua parte razionale, ma…. no, non &egrave così, non &egrave una vuota masturbazione che vuoi, che cerchi, non così, non sola, non senza una guida… la tua mano abbandona il tuo seno, le dita, appena tremanti, compongono una breve frase sul cellulare ‘ti prego, dimmi come, dimmi che posso, dimmi che tu lo vuoi’ lo invii, febbrilmente, quasi timorosa di cambiare idea, restando con il fiato sospeso ad attendere una risposta lunghi minuti, senso di vuoto, di vergogna per ciò che hai scritto, ad uno sconosciuto paura dandoti della sciocca non sapendo nelle mani di chi &egrave giunto quel sms poi… la risposta leggi, aspettando, sperando… ‘le tue mani ora sono le mie manuela, mani che ora scivolano sulla tua pelle, che ne colgono i brividi, mani che, umide della tua saliva, bagnano i tuoi capezzoli, sentendoli fremere, davanti ai miei occhi manuela le tue mani sono le mie, mentre leggere scendono sul tuo ventre, ansiose, d’improvviso sulle tue cosce, schiudendole con fermezza, mostrandoti; mostrati a me manuela, mostrami il tuo sesso pulsante, mostrami l’umido desiderio che imperla i tuoi peli, mostrami il sollevarsi rapido del tuo seno mentre le tue dita, le mie dita, scivolano lente risalendo all’interno delle tue cosce. mostrami come il tuo bacino si solleva, offrendosi, cercandomi, implorandomi quasi, questo &egrave ciò che sei manuela, lo sò, ed ora lo sai anche tu, vero?’ avvolta dalla nebbia del desiderio leggi quelle parole, le assimili, le fai tue, quasi le senti pronunciate da una voce severa e decisa, mentre muovi le tue mani su di te, seguendo quelle parole, sentendo il desiderio farsi soffocante, violento mentre, gli occhi dilatati dalla voglia, digiti semplicemente un ‘si’ di risposta ancora parole, che giungono improvvise, ancora parole che ti guidano, ecco ciò che volevi, ecco ciò che ti mancava, la guida, il farlo per qualcuno, per chi sa chiedere ‘si manuela,le mie dita, le tue dita, che salgono ancora, ormai vicine, vicine al tuo sesso pulsante, vicine, ma che ancora non lo toccano, puoi sentire il calore delle mie dita, delle tue dita, il respiro ti muore in gola dall’ansia di quel contatto, trattenuto per mio volere, i muscoli che tremano dallo sforzo di rsistere, di aspettare. e… ORA manuela ora le tue dita, le mie dita, ora a schiudere le labbra che grondano voglia, ora a sentire il clitoride turgido sotto i polpastrelli, ora a premerlo con fermezza, come io farei, a farlo scorrere, scivolare tra i polpastreli, muovendo rapidamente le dita, più in fretta manuela, scivolando tra le grandi labbra a bagnarti in te, per tornare a torturare dolcemente il clitoride sensibile come non mai, a schiaffeggiarlo, ad accarezzarlo con furia, davanti a me, il corpo coperto da un velo di sudore, oscenamente aperta davanti a me, oltre ogni pudore, un pò mia manuela. Mentre la tua bocca si apre, le labbra si schiudono quasi a chiedere, ma le parole muoiono in gola in un gemito di desiderio. ORA MANUELA, ora chiedi, ora devi chiedere’ fatichi a riemergere dalla nebbia del desiderio, gli occhi chiusi sentendo quelle parole rimbombare nella mente, sentendo le tue dita, le sue dita su di te, muoversi come lui sa che si muovono, muovendole come lui vuole che tu le muova, chiedi….. tu che non hai mai chiesto, tu che non ti sei mai abbandonata così, le dita non smettono di muoversi, il tuo ventre &egrave scosso da spasimi, sempre più ravvicinati, i tuoi umori colano tra le tue cosce, bagnando le tue dita chiedi…. le dita, umide ed odorose di te, sulla tastiera del cellulare, quasi faticando nel metterla a fuoco, digitando….ingoiando orgoglio… ‘ti prego, ho bisogno ora, ne ho bisogno’ resti a fissare quel cellulare, tremando quasi, dall’attesa, dall’eccitazione che pulsa nelle tue tempie e tra le tue gambe aspetti, ma la risposta non arriva, sai, lo sapevi, chiede di più, vuole di più vuole che tu ti pieghi, ti umilii ancora le tue dita a scrivere un messaggio, più esplicito, come sai che lui vuole ‘ti prego, ho bisogno di godere, il mio corpo lo vuole, la mia mente lo vuole, ma… solo se tu me lo permetti, solo quando tu me lo permetti’ questa volta la risposta arriva rapidamente ma… non quela che speravi non quella che volevi ‘si manuela, quando io vorrò, quando io te lo permetterò…..non ora, non stanotte manuela….buonanotte’ senti lacrime di rabbia rigarti il viso, scivolare sulle guance stronzo, maledetto stronzo, ha voluto che ti umiliassi a chiedere, ad implorare un orgasmo solitario per poi negartelo stronzo butti il cellulare sul letto, chiudi gli occhi ingoiando lacrime salate cretina, cretina tu a farti prendere da questo gioco con rabbia muovi le tue mani sul tuo seno, lo stringi cretina tu e stronzo lui, non hai bisogno di lui, il piacere te lo prendi da sola le tue dita che scivolano sul tuo sesso, lo aprono, che unite scivolano in te, muovendosi meccanicamente, cercando il tuo ritmo, cercando il piacere inseguito ed abbandonato, cercandolo, ma….. ma…. allontani le mani dal tuo corpo, coprendoti il viso, lasciando che le lacrime si mescolino ai tuoi umori tra le dita non così, ora non puoi, ora che hai capito non avrebbe senso, non &egrave ciò che vuoi ora sai ciò che ti mancava, ora sai ciò che cercavi ora… aspetterai lui il sonno non arriva, solo brevi momenti di incoscienza, intervallati da lunghi istanti di coscienza, in cui brucia l’assenza di lui, della sua guida, in cui la tua razionalità &egrave scomparsa, prepotentemente sovrastata da cio che hai compreso di essere… fino al mattino il mattino che ti coglie, in quel letto odoroso di te, riportandoti le sensazioni, i desideri, le frustrazioni della notte. Poi lentamente tutto torna reale, d’improvviso la razionalità riprende il sopravvento, la vergogna e l’imbarazzo per ciò che hai pensato, desiderato ti sconvolge, ti odi ora, per ciò che per un attimo sei stata i timori per quello sconosciuto entrato nella tua vita in modo così sconvolgente si fanno vividi riempi di acqua bollente la tua vasca, ti immergi lasciandoti scaldare,

cercando di lavare anche dall’anima, gli odori della notte, quell’inizio di appartenenza di cui ora di vergogni ti prepari con furia, il piglio deciso che fa corrugare un poco la tua fronte, guardandoti con sfrontatezza allo specchio, vedendo la solita manuela, dicendo ecco, io sono questa. ma….. ma perch&egrave quel buco nello stomaco? quell’insoddisfazione in te? Il solito bar, il solito cappuccino di fretta, prima di andare al lavoro.

una voce alle tue spalle ti ruba ai tuoi pensieri, una voce nota ‘ciao manuela, come stai? dormito bene?’ ti volti, E. davanti a te, sorridente, per un attimo hai temuto che quella frase avesse un doppio senso, ti rilassi, sorridi di un sorriso forzato, ‘ciao, insomma, sai che ieri sera non stavo molto bene, ed ho dormito poco’ una bugia accettabile per il tuo viso tirato dalla mancanza di sonno anche E. sorride, ‘capita manuela, a proposito, quasi dimenticavo…’ ti passa un biglietto da visita, numeri scritti a penna… ‘questo &egrave il mio NUOVO numero di cellulare… credo ti servirà’ il tuo cuore si ferma, quel numero, quelle cifre che sembrano stringerti la gola, LUI abbassi gli occhi davanti a lui, senti quello sguardo ora, non piu i suoi occhi ridenti da amico, ma QUELLO sguardo, che hai sognato e desiderato quella voce che immaginavi guidarti non &egrave vergogna ciò che provi, quasi gioia per sapere che lui esiste, &egrave li, davanti a te per ciò che le sue parole mormorano mentre la sua mano sfiora dolcemente i tuoi capelli e la sua bocca si avvicina al tuo orecchio sussurrando decisa…

‘mi prenderà io cura di te manuela, ti guiderò, perch&egrave &egrave questo che vuoi, vero?’ il tuo ‘si’ esce in un soffio, dichiarandoti sua, inaspettatamente fiera di esserlo, pronta a seguirlo mentre il desiderio inappagato della notte riaccende il tuo corpo un solo ‘si’ non servono altre parole

Leave a Reply