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Racconti di Dominazione

Schiava e … fiera (4° parte)

By 26 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Schiava e ‘ fiera! (4’ parte)

Di Master E.
e-mail: master_master_40@yahoo.it

La gioia e la fierezza di superare altre prove, di piegarti per Lui ‘ felice
Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e critiche

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Ti senti coccolata dallo sguardo fiero di E., protetta quasi,
imbarazzo ed eccitazione crescono all’unisono, mentre accoccolata su quei cuscini, in quell’elegante ristorante giapponese, senti salire dal tuo ventre il tuo afrore di donna, ti senti sporca con quegli slip zuppi di te, dei tuoi umori di femmina eccitata, quegli slip con cui Lui ha pulito il tuo volto dal Suo seme, quegli slip che Lui ti ha “chiesto” di continuare ad indossare, senza permetterti di lavarti, senza permetterti di togliere dalla tua pelle l’odore del sesso, chiedendoti di coprirli solo con una corta gonna, quegli slip attraverso i quali ti sei oscenamente masturbata davanti ad uno specchio, non per un ordine questa volta, ma per scelta tua, donando a Lui l’ulteriore negazione del piacere.
Ti senti sporca manuela e scopri l’eccitazione perversa di sentirti così, di esserlo mentre, ignaro, Paolo, il tuo ragazzo &egrave seduto di fronte a te, al fianco di Gloria, la “cara amica” di E., non riesci a reprimere una punta di gelosia ogni volta che ripensi a come Lui l’ha presentata, ‘ “cara amica” dice tutto e nulla.
Ma ecco che Lui, seduto accanto a te, ‘ “inavvertitamente” ‘ ti sfiora ancora la caviglia, le Sue dita calde, si muovono per un attimo su te, e la tua mente si vuota, Sua.
Nella nebbia del desiderio riacceso senti Paolo scusarsi ed alzarsi per andare a lavarsi le mani, Gloria lo segue immediatamente,
&egrave la tua fantasia o realmente hai colto un cenno deciso di E. che la invitava a seguirlo? A lasciarvi soli forse?
Il cuore in gola, la bocca secca, il respiro affannoso, mentre ‘ attendi senza osare guardarlo
La Sua voce, dolce, carezzevole, “brava piccolina, brava dolce manuela, continua a stringere la mia mano, a seguirmi, &egrave questo che vuoi vero? &egrave questo che accende il tuo corpo vero? Che fa pulsare violentemente il tuo sesso, inzuppando ancora quegli slip, vero?”
Sussurri un “si”, senza alcun tentennamento, anche se l’accenno ai tuoi slip copre il tuo viso di imbarazzato rossore
Lui prende lentamente le tue bacchette, nessuna posata in quella saletta “tradizionale” come E. l’ha chiamata, le sfila dal contenitore, le osserva, cogli un sorriso strano sul Suo volto, un sorriso che ti dà un brivido, di ansia ‘ di desiderio.
Ti porge le bacchette, la Sua voce si fa severa mentre chiama il tuo nome porgendoti quelle bacchette: “MANUELA”
Sollevi appena il capo, afferri con dita tremanti quelle bacchette,

Lui fa un cenno deciso, verso il tuo ventre,
ti sembra che il cuore si fermi, non vorrà ‘ non oserà chiedere’
Ancora la Sua voce, ancora dolcemente decisa
“rivestile del tuo odore manuela, del tuo sapore, ORA”
Ti guardi attorno, ansiosa, un tavolino non troppo vicino al vostro, con una coppia che sta chiacchierando, per fortuna Lui ti ha fatta accomodare con le spalle al muro,
fortuna? No, lo sapeva, lo aveva già deciso, stronzo, porco
Lentamente fingendo di accomodarti meglio su quel cuscino, pieghi le gambe verso il muro, le dischiudi appena, restando accoccolata; la tua mano, stringendo le bacchette scende verso l’orlo della tua gonna, con un gesto furtivo le fai scivolare sotto la stoffa, le senti graffiarti leggermente la pelle, cerchi di muoverti con naturalezza, fingendo una indifferenza che sei ben lontana dal provare, accompagnando con lenti movimenti del bacino la spinta della tua mano, sussulti al contatto delle bacchette con la stoffa dello slip, resti immobile, respirando a fatica, spiando con lo sguardo la sala, terrorizzata dal ritorno di Paolo, eccitata da ciò che stai facendo, dal Suo sguardo che non ti abbandona.
La Sua stretta severa alla tua caviglia, ti fa sussultare e fremere,
cosa sei diventata manuela se basta così poco a farti arrendere a Lui? A farti desiderare che vada oltre ‘ ancora oltre ‘
Ancora la Sua voce “ti ho chiesto di rivestirle di te manuela, non di sfiorarti, IN te manuela, le VOGLIO in te”
Ora non esisti più, sei un automa che Lui guida con la Sua voce, e ami tutto ciò
Imbarazzata, tesa, muovi le bacchette scostando il tuo slip, le senti graffiare le grandi labbra, gonfie di desiderio perverso, premerle, scivolare sui tuoi umori, il tuo sesso sembra schiudersi, invitandole, non esiti, non più, con un gesto deciso le spingi in te, le accogli nel tuo calore, le senti riempirti, avanzare in te, senti gli spasmi violenti del tuo ventre stringerle, trattenerle, chiamarle; mordi le labbra per trattenere un gemito, le ruoti lentamente, arcuando un poco il busto, vuoi che Lui sia fiero di te, vuoi dimostrargli quanto sai seguirlo;
Lui posa con noncuranza una mano sul tuo fianco, preme, ti spinge, ti guida a prenderti ancor più su quel simulacro di fallo, sceglie il tuo ritmo, e tu, incurante di tutto lo assecondi, felice
Le Sue parole improvvise, severe seppur sussurrate, rimbombano nelle tue orecchie come una esplosione, ti piegano e ti feriscono come un colpo di frusta “cosa stai facendo cagnetta? La tua voglia &egrave tale che non sai trattenerti dal masturbarti qui, davanti a tutti? Non sai trattenerti dal mostrare a tutti cosa sei? BASTA manuela”
Senti lacrime spuntarti negli occhi, perché deve umiliarti così, perché farti sentire ciò che non sei? Perché non apprezza ciò che fai per Lui?
Sfili lentamente quelle bacchette, rossa in volto, mordendoti le labbra per trattenere le lacrime, non vuoi dargli la soddisfazione di vederti piangere.
Lui prende la tua mano, osserva quei bastoncini, anche tu li osservi, lucidi della tua voglia, il tuo odore di femmina ancor più violento sale alle tue narici.
Sorride ora, ti accarezza furtivamente una guancia, “brava cucciolina, brava manuela”,
e subito guarda altrove, ignorandoti ostentatamente, finché Paolo prima e Gloria poco dopo non tornano, ma non importa, quel Suo sguardo ti ha ripagata di tutto, sai che Lui capisce, sa quanta fatica sia il seguirlo, ti apprezza, &egrave fiero di te.
Paolo ti parla, ride, scherza, ma non osi guardarlo negli occhi, i rimorsi ti bruciano in petto, ma non puoi più tornare indietro, non vuoi più tornare indietro manuela.
Finalmente, a rompere la tensione, arrivano i piatti, decorati con eleganza, colori vivaci, cibi strani, accattivanti; le solite battute scherzose sull’uso delle bacchette, e ad ogni accenno a quegli innocenti bastoncini senti una stretta al petto, mangi in silenzio manuela, sentendo il tuo sapore, da quei legnetti, vincere su ogni pietanza;

forse impressione, forse realtà, ma ami questo fondersi di sogno e reale
le voci degli altri solo un sottofondo, chiusa in te, persa nelle tue emozioni contrastanti; una voce più forte, insistente, dolce, il tuo nome chiamato, da Paolo, “manu, che succede? Non rispondi”? ti riscuoti dai tuoi pensieri mentre tutti ti guardano, ti scusi, Paolo sorride dolce “E. ti chiedeva se ti piace quel piatto”, rispondi affermativamente, in un sussurro, cerchi di risvegliarti, di non far capire ciò che stai vivendo, la voce di E. ti accarezza, il suo sguardo complice ti abbraccia, per la prima volta Gloria si rivolge direttamente a te, guardandoti fissa, quasi potesse leggerti dentro, quasi sapesse “me ne faresti assaggiare un pezzetto manuela? Se vuoi ti faccio assaggiare un po’ del mio” e dicendo così allunga verso di te le sue bacchette che stringono un pezzetto di carne, lo afferri tra le labbra, lo inghiotti senza neppure sentire il sapore, un pensiero violento ora ti fa tremare, impaurita, imbarazzata, devi restituire il favore, non puoi evitarlo, con mano tremante afferri un pezzetto di pesce dal tuo piatto, ti sporgi sopra il tavolino, porgendolo a Gloria tenendolo stretto tra i bastoncini; lei lo afferra tra le labbra, lo gusta, indugia un pò troppo sulle bacchette, quasi a ” , ma no manuela, smettila, &egrave solo la tua immaginazione che ti fa vedere cose che non esistono, non reali, l’unica cosa reale &egrave lo sguardo di E. che non ti abbandona, che sorride a questa prova, che &egrave fiero del tuo imbarazzo.
Le parole innocenti di Gloria ti gelano “ottimo manuela, molto buono veramente, ha un ‘. Sapore ‘ delizioso, non saprei di cosa, non saprei definirlo, un sapore che mi sembra di riconoscere senza capire cosa, un sapore che vince sul resto, dando un aroma ‘. Unico, dolce ed acre insieme'”
Senti il cuore fermarsi, il respiro si arresta, senti il volto in fiamme mentre abbassi gli occhi senza neppure riuscire a sopportare lo sguardo di Gloria, sentendoti quasi nuda davanti a lei, la tua anima, il tuo essere, mostrato, esposto, perché?
Senti le lacrime salirti agli occhi, senti rabbia, dolore, frustrazione, senti, una volta ancora, il desiderio di alzarti, andartene, uscire, confessare tutto a Paolo implorando il suo perdono, dimenticare E.
Ma proprio questo ultimo pensiero ti blocca ‘ dimenticare E. , come potresti?
Chiedi scusa, alzandoti lentamente, dici che non ti senti bene, che devi andare un attimo in bagno; lo sguardo preoccupato di Paolo ti fa stare ancora peggio, mentre rifiuti il suo aiuto e lentamente ti dirigi verso il bagno, le gambe malferme, la testa confusa da mille sensazioni, e, assurda, inattesa, l’eccitazione che pulsa tra le tue cosce, che ancora inzuppa quello slip, al pensiero delle labbra di Gloria che succhiavano quelle bacchette odorose di te, che assaggiavano il tuo sapore.
Entri in bagno, guardandoti allo specchio, il viso stravolto, non sarà difficile credere che tu non stia bene, ma solo E. sa quali sono le emozioni che segnano il tuo viso, e ‘ le ami, non puoi e non vuoi rinunciarci.
Ti chiudi in un piccolo bagno, seduta sulla tazza, la gonna che sale, scoprendo le tue cosce, l’orlo delle autoreggenti, la pelle nuda.
Appoggi la schiena alla parete, gli occhi chiusi, ripensando,
ripensando al tocco severo di E. sulla tua caviglia,
a quelle bacchette che graffiavano la tua pelle, che ti schiudevano, entrando in te,
ripensi a quell’imbarazzo eccitante, alla mano di E. che spingeva il tuo bacino, ritmicamente, mentre spudoratamente ti masturbavi, lì, in quella sala di ristorante,
ripensi alle Sue parole dure, umilianti, al Suo trattarti come una cagna infoiata alla ricerca costante del piacere,
ripensi manuela, ripensi alla tua bocca che afferrava pezzetti di cibo da quelle bacchette,
ripensi alla bocca di gloria, che, perversamente le stringeva, fissandoti ‘.
Ripensi manuela, e senza quasi rendertene conto la tua mano si muove sulle tue cosce, sulla seta delle calze, le tue gambe si schiudono spudoratamente, chiusa in quel piccolo bagno, cercano la pelle, liscia, morbida, sensibile, trovano lo slip, umido e fragrante, lo scostano con decisione accarezzando i tuoi peli umidi, le labbra gonfie di desiderio inappagato, troppo a lungo inappagato, scivolano nel solco, aprendolo, muovendosi rapide sul clitoride, mentre il tuo respiro si fa rapido, mentre stringi con forza le cosce imprigionando la tua mano, stringendola a te, mentre un velo di sudore copre il tuo volto,

tu manuela, ancora una volta tu, a fare ciò che mai neppure avresti osato pensare, tu a masturbarti chiusa in quel bagno, ansimando in silenzio, tu eccitata dall’essere stata piegata, umiliata ”
La voce di gloria oltre quella porta, ansiosa, preoccupata, chiama il tuo nome “manuela?”, ancora una volta, un po’ più forte “manuela?”
Allontani di colpo la tua mano da te, ti alzi cercando di sistemarti, non vuoi darle la soddisfazione di capire ‘
Esci, il tuo volto riflesso all’improvviso dallo specchio, gli occhi lucidi, le guance accese, sollevi la mani al volto, scoprendole un poco tremanti
Basta manuela, calmati, controllati, non dare a gloria questa soddisfazione.
Ignorandola ti fissi a lungo, in silenzio, cercando di rallentare i battiti del tuo cuore, di ritrovare il respiro, acqua fredda sul volto, tamponandolo piano, vedi i tuoi occhi luccicare, una luce nuova, sei TU manuela.
Vedi Gloria riflessa nello specchio, il tuo volto si scurisce, le labbra prendono una piega cattiva, perché? Perché &egrave qui?
Un’altra prova di E.? ancora? Umiliarti di nuovo davanti a lei? Mostrarle il tuo orgoglio piegato? Capire che nonostante le Sue umiliazioni non riesci a controllare la tua voglia? Il tuo desiderio?
Cosa sei manuela? Ha ragione Lui a definirti cagnetta eccitata? Pronta a tutto per il piacere?
La guardi attraverso lo specchio
ora ne sei certa, Gloria sà,
ma perché lei? perché anche lei? Perché lei tra voi?
Si avvicina piano, dietro te, sorride, un sorriso dolce, mentre ti sfiora i capelli
Ti scosti con un gesto brusco
La sua voce &egrave quasi carezzevole ora, “va tutto bene manuela, so che &egrave difficile, so che a volte la tentazione di chiudere tutto &egrave forte, ma, credimi, tutto ciò viene ampiamente ripagato dalle emozioni che E. sa dare, da ciò che puoi scoprire in te, e credo che tu lo sappia bene. Non vedermi come una rivale manuela, siete tu e Lui ora, non pensare a me, seguilo, donati a Lui”.
Parole dolci, banali forse, ma che ti fanno scoppiare in lacrime, senza ritegno, davanti a lei, ti lasci abbracciare singhiozzando, ti lasci consolare da lei, mentre accarezza piano i tuoi capelli, riesci a sorriderle, e comprendi quanto ti pesava, quanto hai temuto che lei fosse tra voi, quanto le sei grata di averti detto quelle parole:
“siete tu e Lui ora”
ti rinfreschi alla meglio, e tornate insieme al tavolo, ora non provi più imbarazzo al sederti su quei cuscini, ora sei fiera del tuo odore di femmina che sale da te, che ti avvolge, ora sei felice di essere accanto ad E. di lasciarti guidare, ora anche gli ultimi rimorsi verso paolo svaniscono, come vorresti che svanisse lui, il ristorante Gloria.
Voi due soli, e tu Sua.
La cena scorre lenta, senti lo sguardo attento e preoccupato di paolo che non ti abbandona, spiando un eventuale malessere, pronto ad aiutarti ma ora sai ingoiare con facilità, con perfidia quasi i tuoi rimorsi. Senti lo sguardo di E., dolce e deciso, complice; a tratti la Sua mano, innocentemente, sfiora la tua caviglia, ora giochi con Lui, ora sai che te lo permette, ora, ogni volta che porti il cibo alla bocca, ogni volta che le tue labbra stringono quelle bacchette lo guardi, ti doni a Lui.
Non importa chi ci sia ora con voi, siete tu e Lui, le vostre menti unite.
La cena termina, ancora una volta il viso di E. si avvicina al tuo, ancora una volta le sue labbra sfiorano la tua guancia, dio come vorresti girarti, porgergli le tue, sentire la Sua lingua frugarti, annodarsi alla tua, baciarti.
Un pensiero improvviso, ora, solo ora realizzi che sei stata Sua più che di chiunque altro e ‘ non ti ha mai baciata, ed ora più che mai vorresti le Sue labbra.
Lo vedi allontanarsi, un vuoto incolmabile in te, ti senti sola, inutile, incompleta.
Ancora in auto, ancora accanto a paolo, in silenzio, la mente che vola a Lui, a ‘ gloria, ora lei &egrave con Lui, lei e non tu. Ora paolo &egrave con te, paolo e non E.
Sai che tra poco paolo ti bacerà, sai che si aspetta di salire da te, di averti, di fare l’amore, ma no, non potresti, non riusciresti a sentire le sue mani su di te, le sue labbra sulle tue, non ora, non stasera.
Vergognandoti di ciò che fai gli chiedi di fermarti, fingi di stare male, di avere nausea, scendi dall’auto, qualche passo, risali dicendo che va meglio, che hai solo bisogno di riposare, tranquillizzandolo, e finalmente davanti a casa tua, non puoi negargli un bacio, cerchi di essere meno affrettata possibile, ma non vedi l’ora di scendere da quell’auto, di chiuderti in casa tua, tu, con le tue emozioni, tu con ciò che E. sa darti, che vuoi, sempre più.

Chiudi a chiave la porta, il rimorso per ciò che fai a paolo &egrave sempre più lieve, resti a lungo appoggiata alla porta chiusa, al buio, in silenzio. Hai vissuto più emozioni e gioie in poche ore che in tutta la tua giovane vita.
Lentamente torni alla tua realtà, ti chiudi in bagno preparandoti per la notte, togli quegli abiti che Lui ha scelto per te,
un attimo di panico, lo slip, che fare? Non ti ha detto nulla, puoi toglierlo ora? Puoi lavare da te i Suoi odori? I tuoi odori? E se sbagli?
Non vuoi sbagliare manuela, non puoi.
Resti immobile, guardandoti allo specchio, solo quello slip addosso, una decisione improvvisa, non lo toglierai, aspetterai il Suo si.
Osservi a lungo il tuo sguardo riflesso, luminoso, vivo, bello, sei felice manuela, finalmente te stessa.
Le tue mani, innocentemente, sfiorano il tuo seno, le dita si muovono leggere intorno all’areola dei capezzoli, li bagni appena con la tua saliva, fissandoti
Ti piace questa nuova manuela, spudorata, senza tabù, se stessa, che non ha paura di cercare e vivere emozioni e piacere, e ‘ di negarselo, in attesa del Suo SI.

Il trillo del citofono ti ruba alle tue fantasie, il respiro si blocca, il cuore batte forte nelle tempie ‘
Lui, lo sai, ne sei certa, non puoi sbagliare, non ora, non ora che il tuo corpo ha riconosciuto quel trillo, non ora che al quel semplice suono il tuo ventre &egrave scosso da spasimi di desiderio, non ora che la tua gola si &egrave seccata, nell’attesa.
Strappi quasi il ricevitore nell’ansia di rispondere, il tuo “si?” &egrave un sussurro, una implorazione quasi
un lungo silenzio, poi ‘ la Sua voce, che esplode nella mente, che ti fa stringere con forza il citofono, la Sua voce severa ora, decisa
“salgo manuela, aspettami”
freneticamente premi il pulsante del portoncino, la mente in subbuglio, le mani sudate dalla tensione, cosa fare ora?, dove aspettarlo? Cosa indossare?
Si aspetta di trovarti ancora vestita come a cena?
O vuole averti nuda, offerta a Lui?, o ‘.
Mille pensieri, ansia, timori, gioia al sapere che stai per vederlo, che &egrave venuto da te, per te.
Una decisione improvvisa, Lo aspetterai così, come sei, mostrandogli senza pudore ne vergogna ciò che il tuo corpo vuole.
Il campanello della porta, fai un passo avanti, la chiave gira, schiudi appena l’uscio e ti ritrai, immobile, a capo chino, le braccia abbandonate lungo i fianchi, mostrando il tuo corpo appena velato da quel minuscolo slip, ormai indecente, mostrandogli come il tuo corpo, oltre alla tua mente, lo aspettano, lo desiderano.
La porta si apre, il rumore dei Suoi passi, resti immobile, senza respirare;
lunghi istanti, poi la porta si chiude, lo scrocchio della serratura, un sospiro profondo, istintivo, gioia, felicità, un peso allo stomaco che di colpo ti abbandona, avevi temuto che con Lui ci fosse anche gloria, che ancora dovessi superare prove, vincere il tuo orgoglio,
ma no, Lui &egrave li, solo, solo per te, “tu e Lui ora”. Ripensi alle parole di gloria, si, tu e Lui, sempre più Sua.
”..

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