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Racconti di Dominazione

SEMPRE PIU’ SUA

By 9 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

La telefonata di Alex arriva inaspettata ‘Ciao tesoro, stacca presto oggi, ci vediamo tra 1 ora da te’ chiude subito e non mi lascia nemmeno il tempo di rispondere.
Riordino in fretta le mie cose e mando una mail per fingere un malore col mio capo.
Ti ti ti’.arriva un sms che dice esattamente questo ‘preparati all’uso, niente intimo sotto quel tubino nero, e vedi di non arrivare bagnata’
Percorro i km che mi separano dal mio appartamento, sono le 17 di un venerdì di dicembre, in strada è già buio e noto, mentre parcheggio, le luci trapelare dalle tende delle mie finestre.
Entro nel portone, facendo in fretta tolgo l’intimo e le calze mettendoli in borsa e il cappotto tenendolo sul braccio.
Salgo
Rileggo l’sms e mi soffermo sul ‘bagnata’. Penso che non posso esserlo ma per rispetto tuo controllo infilando un dito tra le labbra fino al buchino della figa.
Sono bagnata, pronta per una penetrazione. Stupita estraggo un fazzoletto e mi asciugo per poi rimetterlo in borsa ed entrare a casa.
Lui è sul divano, con un bicchiere di vino rosso e una sigaretta. Mi sorridi ed io mi sento avvampare.
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Mi vieni incontro, mi aiuti a liberarmi le mani e senza dire niente mi sfili il tubino lasciandomi completamente nuda. ‘avrai modo di riscaldarti, te lo assicuro’ cerco un bacio che mi dai dolcemente aggiungendo ‘ora è così, ma sai che sarò spietato tra un attimo vero? Devo esserlo, lo faccio per te’
Ti guardo ti sorrido e ti dico che lo so. Lo sguardo mi va alle tue spalle, al tavolo della sala da pranzo sgombro e alla tua valigia adagiata sulla sedia’
‘iniziamo!’
Mi prendi per un braccio e mi trascini in bagno, mi fai poggiare i gomiti sul bordo della vasca e con un piede mi divarichi le gambe ‘resta immobile’ dici e ti allontani. Sento frugare nella tua borsa e ti scorgo rientrare.
Apri l’acqua del lavandino’.CAPISCO’.me ne avevi parlato, e quindi attendo!
Chiudi l’acqua e colleghi un tubo al rubinetto. L’altra estremità finisce con un beccuccio che sta per farsi largo nelle mie viscere.
Lo punti sul mio ano e lo spingi dentro’
Sussulto un attimo e poi mi abituo’ma il relax dura poco’sento che apri di nuovo l’acqua e un lieve rivolo di acqua bollente mi inonda il culo’non dai segni di voler finire lo strazio e lasci che l’acqua mi arrivi all’intestino’piego le ginocchia e le lacrime scendono.
Chiudi l’acqua’.
Mi intimi di non far uscire nulla e sfili la cannula. Mi fai alzare e mi obblighi ha fare dei piegamenti ripetuti sulle ginocchia. Ti imploro di lasciarmi scaricare, ti dico che sento dolori atroci.
Ti chiedo di lasciarmi un attimo, arrivo a dirti che dopo sarò pronta a sopportare di più’.
‘bene, allora siediti, ma aspetta che ti dia il via per scaricarti!’ non accenni ad uscire dal bagno e resti a guardarmi mentre mi siedo sul water. Avvampo di vergogna ma sento troppe fitte, quindi eseguo’mi siedo ed aspetto’sento l’intestino irrigidirsi’poi mi consenti di scaricarmi e mi obblighi a fare un bidet di fronte a te.
Mi riposizioni nello stesso modo di prima ma, prima di inserire la cannula la cambi con una più grande e la sposti dal lavandino alla vasca ‘così il getto sarà più forte’.
Apri tutto il dosatore e questa volta vengo travolta da un’ondata di acqua fredda che entrando a quella velocità sembra mi voglia squarciare’
Il supplizio dura qualche secondo.
Con lo stesso procedimento estrai la cannula e mi fai piegare più volte’
Piango copiosamente per i dolori, ma tu non ne sei infastidito, anzi, ti diverte’
Questa volta mi fai sedere dicendo ‘ti rivoglio pulita’ ed esci
Ci vuole qualche minuto prima che riesca a tornare in piedi e in sala da pranzo.
Quando varco la soglia ti vedo armeggiare nella tua valigia.
Mi fai stendere sul tavolo e leghi i miei polsi alle zampe. Poi fai lo stesso trattamento alle caviglie.
Sono come al solito esposta vergognosamente, priva di libertà, in balia del tuo sadismo e del mio dolore’
Come ogni volta sono i miei capezzoli a subire la prima tortura:
li stringi tra le dita fino a farli irrigidire, li tiri un po’, ma non mi provochi dolore, anzi mi ecciti e, per quello che posso, assecondo i tuoi movimenti. Poi prendi delle tettarelle tiralatte e me le applichi: evidentemente non è proprio quello il loro scopo perché quando le azioni la potenza di tiro è fortissima e mi strappa un urlo. Dalla mia posizione, alzando leggermente la testa, riesco a vedere i miei capezzoli allungarsi e vibrare verso l’alto. Si gonfiano e tu spegni l’arnese infernale.
Sospiro, pensando sia finita. Ma un getto di cera bollente li copre completamente e si fredda lentamente tra i miei lamenti e i miei tentativi di soffiarci sopra. Divertito finisci l’opera facendo colare il resto della cera sulle mie grosse tette dicendo ‘ecco qui la vacca munta e poi ripulita’.
Ti siedi sulla sedia, alla fine del tavolo dove la tua vista è la mia figa aperta e pronta.
Ti sento applicare delle pinzette sulle grandi labbra, poi su quelle interne.
Odio non riuscire a vedere nulla di quello che fai, non riesco a prepararmi, non so cosa mi devo aspettare’
Poi inserisci nella mia figa un qualcosa che non faccio fatica ad avvolgere, non capisco cosa sia ma non può essere questa la tua tortura.
Vieni verso il mio viso, e mi lecchi la bocca’poi mi imbavagli e mi inizi a spiegare cosa stai per farmi’ ‘quello che ti ho infilato nella figa è un divaricatore, è alimentato a corrente e spingendo questo tasto sul telecomando si gonfierà fino a diventare grande come un pallone da rugby. Invece le mollette attaccate servono a dare una scossa elettrica che può essere di diverse intensità, vediamo cosa ne esce’ e ridi incrociando i miei occhi terrorizzati e ascoltando i miei mugugni.
Ma non ti fermi ed inizi a giocare col tuo telecomandino.
I primi minuti non sono affatto spiacevoli’il divaricatore mi da quasi piacere e le scossette provocano solo un leggero tremolio.
Poi tutto si placa’ed arriva una scossa che mi fa alzare il culo dal tavolo. Mi sembra di avere la figa più grande del mondo, mi sembra pesante e gonfia’forse a causa del dolore’trattengo il fiato pronta a riceverne altre’e così è stato’hai aumentato l’intensità finche per il dolore non ho perso conoscenza.
Quando ho riaperto gli occhi l’ho fatto perché mi hai dato un sonoro schiaffo in viso.
Sento le viscere spaccarsi’mi fai vedere delle foto scattate con la digitale’in un primo momento non capisco cosa sto osservando poi riesco a mettere a fuoco’quello che vedo è la mia fica oscenamente dilatata con un pallone da rugby letteralmente piantato dentro fino a metà!
Mi sleghi e mi fai alzare in piedi’mi togli il bavaglio e mi fai camminare per la stanza’non riesco a chiudere le gambe e tengo un’andatura ridicola che ti fa scoppiare in una risata.
Poi mi porti verso il divano e mi fai sedere poggiando i talloni ai lati delle chiappe, in modo da poter fare un’altra foto immagino. Invece posizioni la fotocamera su un cavalletto e accendi il video. Ti siedi accanto a me e cominci a massaggiarmi il basso ventre, poi trastulli il mio clitoride, lo prendi tra le dita, lo tiri lo massaggi’infine lo prendi in bocca fino a farmi godere. Mi provochi svariati orgasmi che seppur bellissimi non fanno che procurarmi altro dolore data la dilatazione delle pareti della mia passera.
Poi mi prendi per i capelli e mi pianti il cazzo in bocca e te lo fai succhiare fino ad inondarmi la gola con la tua sborra calda che io ubbidiente assaporo e ingoio.
Nella stessa posizione di prima poi ti siedi accanto a me e mi ordini di spingere fuori il divaricatore, senza usare le mani, solo con la spinta.
Con molta fatica e con un dolore incredibile dopo circa dieci minuti di tortura riesco a spingere fuori l’aguzzino’
Non mi fai cambiare posizione e inserisci tre dita dentro di me con violenza, ma la condizione della figa non mi fa provare dolore, con una mano mi prendi per i capelli e mi sputi in faccia, il tuo sguardo è crudele e mi mette paura. Mi sputi di nuovo negli occhi, che mi intimi di tenere aperti e dici ‘sei una sporca puttana, senti quanto sei fradicia, hai goduto con la fregna spalancata vero? Vuoi che ti faccio male’tu vuoi che ti tratto da puttana perche sei una schifosissima zoccola, e allora prendi questo’ ‘ sento la tua mano chiudersi a pugno ed entrare con forza dentro di me’.mi stai scopando la figa con tutto il braccio, provocandomi fortissimi dolori, insultandomi e prendendomi a schiaffi.
Piango ma non ho il coraggio di chiederti di smettere.
Il passo successivo è una cosa che ancora non riesco a perdonarti: hai scaricato il video, caricato su internet e inserito nel profilo il mio numero di cellulare.
‘ogni volta che il telefono squillerà asseconderai chi ti chiama, prenderai il suo numero e lo darai a me, saprò io che farci’.

Poi mi riporti in bagno, mi fai inginocchiare nella vasca, mi pisci in faccia e te ne vai, lasciandomi li con la voglia di fare l’amore con te e col desiderio di ucciderti’.

Sono graditi commenti’ ;-)

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