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Racconti di Dominazione

Sonia e Roxana

By 24 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Durante il pomeriggio e la serata di quel giorno Roxana si mosse per casa con la solita disinvoltura ma il suo sguardo e la sua voce rivelavano in alcuni momenti un certo turbamento interiore, specialmente quando parlava con la sua signora, Sonia.
Sonia si manteneva molto riservata e di poche parole, si comportava come se nulla fosse accaduto fra lei e Roxana, e in qualche circostanza fu anche un po’ dura nel precisare delle richieste alla sua collaboratrice. Sonia era comunque decisa e ferma mentre notava degli atteggiamenti di incertezza o di timore nel modo di fare di Roxana, che pure aveva un carattere molto forte. Era come se la bella donna rumena si fosse di colpo indebolita e fosse diventata più fragile di fronte alla sua signora. Era, difatti, interiormente combattuta fra l’essere pentita di aver interrotto quelle dolci e piacevoli intimità con la sua signora e il non voler dispiacere ancora, in qualche modo, a Sonia.
Roxana si arrovellava in questo intimo tormento.
Il giorno dopo, terminato il pranzo, Sonia si ritirò nella propria camera a riposare. Aveva mangiato da sola, perché suo marito Marco lavorava in ospedale e sarebbe tornato la sera. Roxana l’aveva servita silenziosamente con molte attenzioni poi era rimasta ad occuparsi della tavola, dei piatti e della cucina. Sonia era malinconica e inquieta. Si distese sul letto dopo aver accostato i grandi tendaggi verdi per creare una distensiva penombra nella quale lasciarsi avvolgere e rilassarsi.
Si tolse tutti gli indumenti e nuda indossò un’ampia e morbida vestaglia colorata, con la quale si distese sul soffice copriletto. Guardando il soffitto della sua stanza lasciò vagare i pensieri, i sentimenti, la sua fantasia.. Al centro di quel flusso interiore, vario e stimolante, tornava costantemente ad apparire l’immagine prepotente di Roxana, il suo corpo forte ed attraente, il bacio prolungato e la tenerezza piacevole dei suoi seni.. e la fuga precipitosa, ed ora quel suo modo di fare nuovo, diverso, silenzioso, dimesso, quasi da ‘cagnolina bastonata’. Tutto questo toccava e stimolava Sonia, sviluppando in lei una tensione ed una eccitazione del tutto nuove e sconosciute.
Di colpo ebbe un’intuizione: decise di chiamare Roxana e di parlarle per affrontare direttamente quello che era accaduto fra loro, chiarendo così una volta per tutte quell’episodio che stava creando un fastidioso muro di separazione e un grande disagio fra di loro. Usando un citofono di collegamento fra le numerose stanze e i diversi piani della villa, Sonia invitò Roxana a salire da lei per alcune cose che doveva dirle personalmente. Roxana stava completando il suo lavoro: lasciò tutto e salì subito dalla sua signora.Mentre saliva le scale il cuore cominciò a batterle forte nel petto.
Dentro di sé si domandava: ‘Cosa mi dovrà dire? Cosa succederà adesso? Cosa vorrà la mia signora?’ Con questo tumulto nella mente e nel cuore Roxana si fermò davanti alla porta aperta della camera di Sonia e chiese: ‘Posso entrare, signora?’ Subito la voce di Sonia si fece sentire: ‘Certo, Roxana, vieni, entra pure.’ Roxana entrò timorosa e con le guance un po’ arrossate. Era tanto bella ! Aveva lo sguardo sottomesso di una docile cerbiatta, si teneva le mani strette all’altezza dello stomaco e in questa posizione le sue braccia sollevavano ancor più i suoi grandi seni attraenti, che dalla camiciola tesa mostravano i capezzoli turgidi. Sonia, al vederla, sentì un rimescolamento intimo e un improvviso calore nel petto. Lei stava seduta su una delle due sedie della camera da letto e si era chiusa la vestaglia intorno alla vita. Fece sedere la sua collaboratrice e iniziò a dirle: ‘Roxana, ti ho chiamato per parlare di quanto &egrave accaduto fra noi ieri.’ A queste parole Roxana arrossì notevolmente ed abbassò lo sguardo. ‘Vedi, ciò che &egrave avvenuto &egrave stato un mio errore perché ho sbagliato a forzarti al secondo bacio. Il primo bacio era capitato così, come per sbaglio.’
Poi aggiunse: ‘Puoi accogliere le mie scuse, Roxana?’ Sonia parlò così, senza spiegare i motivi che l’avevano spinta ad agire in quel modo. La donna rumena disse subito: ‘No, signora, lei non deve scusarsi di nulla; lei non mi ha fatto nulla di male.’ E aggiunse con un tono convinto:’Sono io che devo chiederle scusa, signora, sono io che l’ho offesa e l’ho fatta dispiacere, quando sono corsa via per andare nella mia stanza. Sono io che adesso le chiedo scusa: mi dispiace tanto quello che le ho fatto.’ E mentre pronunciava queste parole delle lacrime le scesero lungo le guance. Sonia rimase sorpresa, incantata da quella stupenda risposta che capovolgeva tutta la situazione. Immediatamente si avvicinò a Roxana per abbracciarla e per asciugarle teneramente le lacrime che scendevano copiose. Roxana si abbandonò all’abbraccio chiedendo ancora: ‘Scusi, signora.. mi scusi, signora; mi dispiace tanto..’ Sonia la strinse forte a sé, accarezzandola, rassicurandola, dicendole parole dolci. Allora Roxana, rinfrancata e riconoscente, alzò il suo volto, aperto e sorridente, verso Sonia ed offrì desiderosa le sue labbra alle labbra della sua signora, che con passione la baciò lungamente, sentendo con gioia la corrispondenza nuova e viva della sua donna rumena. Si baciarono ancora, più volte, con tanta eccitazione, stringendosi, accarezzandosi, liberando finalmente tutte le loro tensioni e i loro timori. La vestaglia di Sonia si aprì e gli indumenti di Roxana furono presto per terra. Nude e calde si avvinghiarono sul letto sentendo tutto il piacere di quel nuovo delizioso contatto dei loro corpi, che si cercarono con tanto desiderio e con tanta attrazione reciproca, e si amarono si amarono appassionatamente lungamente, in tanti modi meravigliosi, per tutto quel primo stupendo pomeriggio.

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