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sottomissione di una coppia

By 14 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Sottomissione di una coppia

Sono Fabio un bel ragazzo moro 178 cm di altezza non molto fisicato ho gli occhi azzurri, sono di carattere abbastanza calmo e succube non riesco a controbbattere le offese, sono sposato con Valeria una bella femmina di 170 cm capelli biondi occhi neri come il carbone, anche lei molto sottomessa, stiamo insieme da quasi otto anni, e le nostre prestazioni di sesso sono molto frequenti anche perché viviamo da soli, non abbiamo figli ancora, ma stiamo pensando di metterlo in cantiere. Non sono molto dotato solo 13 cm, ma lei non ci bada anche perché nella sua vita ha conosciuto solo me e si adatta a quello che le offro, molte volte non riesco a soddisfarla e quindi per farle avere un orgasmo la devo leccare e aiutarmi con le dita.
Una mattina come tutte le mattine ci svegliamo, ci guardiamo e sorridendo ci diamo il buon giorno con un bacio, ci prepariamo per il lavoro e salutandoci siamo andati al solito lavoro di tutti i giorni, lavoro in ufficio ho una scrivania tutta mia e faccio un lavoro monotono, senza emozioni, anche lei lavora in ufficio, ma quella mattina mi sentivo dentro qualcosa che non andava, mi sentivo un po’ agitato non so avevo una sensazione che dovesse accadere qualcosa di strano.
Verso le dieci chiamo Valeria chiedendo se era tutto tranquillo, mi rispose ‘come mai hai chiamato? Non lo avevi mai fatto, lo sai che sono chiusa in ufficio che mi può accadere?’ non so risposi, ‘a ora di pranzo ci vediamo? Mangiamo insieme ti va?’ lei acconsentì e cosi ci saremmo visti nella pausa a pranzo al solito posto di sempre.
Alle tredici ci incontrammo al ristoro, era uno di quei locali dove ci vai per uno spuntino in fretta, il tempo di pausa non &egrave mai tanto, quindi un panino e via, ma quel giorno volevo di più, mi guardavo intorno impaurito, sembrava che qualcuno ci guardasse, anche Valeria mi guardò strano dicendo ‘ ma che hai mi sembri strano oggi’ non so risposi, ho l’impressione che ci debba succedere qualcosa ma non so ancora cosa, ci accomodammo al tavolino di sempre e al buffet prendemmo il solito panino e una birra, e mentre eravamo intenti a mangiare mi accorsi che un signore ci guardava, anche se non sembrava che guardasse noi ma l’impressione era quella, guardandolo mi accorsi che guardava Valeria intensamente e ogni tanto mi scrutava anche a me.
Si avvicinò al tavolo e chiese gentilmente posso’..io e lei ci guardammo e facemmo segno di si, era un bell’uomo doveva essere alto almeno 180 cm non aveva capelli ma un paio di baffi bianchi, si sedette e mi disse con fare autoritario, vai a prendere un panino anche a me e una birra, lo guardai volevo dire qualcosa ma’.mi alzai e andai al banco gli presi quello che aveva chiesto, glielo diedi lo prese e senza neanche ringraziare cominciò a mangiare, guardò Valeria le sorrise poi disse, che lavoro fai, lei mi guardava sperando in un mio intervento ma non ne ero capace, lui ripeté la domanda e Valeria rispose, lavoro nell’ufficio dell’avvocato XXXXXX faccio la segretaria. Lui annuì e rivolgendosi a me e tu disse, anch’io lavoro in ufficio e faccio il ragioniere, e per la prima volta fui sfrontato e dissi ‘ e tu!’, mi guardò minaccioso si rabbuiò in viso e disse ‘come ti permetti di darmi del tu, cosa ti fa pensare che siamo uguali? ‘ abbassai lo sguardo, non riuscivo neanche più a mangiare, a che ora uscite dall’ufficio? Chiese, dissi alle 18 come lei ci incontriamo e torniamo insieme a casa, tu’.disse a Valeria sotto che hai, la sua faccia bianca diventò rossa come un peperone, si nascose la faccia e mi guardava, ma io non dissi niente, ‘allora’ insistette il signore, ho delle mutandine bianche disse lei, ok toglile e dammele, lei lo guardò e mi guardò, io ero inerme non mi ero mai permesso di contrastare le decisioni degli altri.
Lei disse qui? Dove vuoi l’importante che le togli e me le dai, Valeria si alzò andò in bagno e dopo poco ritornò aveva gli occhi lucidi di vergogna? Oppure di eccitazione? Stretta nella mano destra aveva le mutandine e le diede al signore che le aprì sul tavolo guardò al centro e le mise in tasca, poi mi guardò e disse e tu che hai? Anche tu porti mutande schifosa come queste? Non riuscii a rispondere mi alzai e anche io tornai dopo un po’ portandogli i miei boxer variopinti, quando glieli diedi li aprì sul tavolo e scoppiò in una risata che si girarono tutti a guardare, porti questo schifo, disse, li attorcigliò e infilò anche questi in tasca, si alzò e disse, ‘ci vediamo questa sera alle 18 qui non tardate e non fatemi aspettare invano’, si alzò e senza salutare andò via.
Ci sentivamo umiliati ancora tutti ci guardavano dopo quello che era successo, ritornammo al lavoro ma che cosa stava accadendo?
Alle 18 eravamo già nel ristoro al solito tavolo, ma non c’era che facciamo disse Valeria aspettiamo? Oppure andiamo via? Io senza le mutandine mi sento nuda, risposi anche io non &egrave che stia meglio si strofina sul pantalone e mi sta irritando tutto, aspettammo ancora un quarto d’ora ci guardammo e decidemmo di andarcene, ci alzammo e cominciammo ad avviarci all’uscita quando lo incrociammo sulla porta, si fermò davanti a noi, e disse ‘come’ andate via? E chi ve lo ha ordinato avevo detto di aspettarmi’ cercai di rispondere ma le parole non mi uscivano abbassai gli occhi anche Valeria fece lo stesso, dentro disse un po’ alterato risedetevi subito, ritornammo al tavolino dove eravamo prima e ci risedemmo senza dire una parola, si sedette tra di noi, incrociò le dita e disse ‘ allora a me servono due persone come voi, maschio e femmina, devono solo ubbidire senza rispondere a nessuno se non volete lasciare il lavoro dovete richiedere un contratto part time, alle 14 dovete stare a casa mia precisi come degli orologi vi darò vitto e alloggio, i soldi non servono, farete acquisti e vestirete come voglio, farete quello che dico e con chi dico senza rispondere mai, ogni volta che sbagliate o disobbedite vi punirò come lo decido io al momento ‘ va bene?
Ci guardammo in faccia nessuno di noi due riusciva a dire o pensare quello che volevamo dire, zitti con gli occhi al pavimento annuimmo con la testa, ‘ bene ‘ disse, ‘oggi &egrave venerdì, vi lascio liberi ancora nel we, ma lunedì vi voglio a casa mia alle 14 senza ritardare, vi manderò una mail di come dovete venire vestiti, se non lo avete lo comprate e ricordate ogni errore e ogni disubbidienza sarete puniti’ si alzò prese delle banconote e le mise sul tavolo, aggiungendo per i vestiti nel caso vi mancano, e andò via senza salutare ma….pensai non ci ha dato l’indirizzo come ci andiamo?
Passammo il sabato in attesa che succedesse qualcosa ma, quel signore non aveva ne telefono ne mail ne niente come ci avrebbe contattato? Tutta la mattina in attesa poi’..squillò il cellulare di Valeria, numero sconosciuto, rispose ‘pronto’ sono io, rispose mi aspettavate? Si disse, ok volevo darvi l’indirizzo di casa mia, ma’.non vi serve vi viene a prendere il mio autista, dovete vestirvi per uscire tu, solo ed esclusivamente un vestitino svasato senza niente altro, un paio di sandali con tacco 10 con attacco alla schiava, lui deve vestire con pantaloni corti al ginocchio sotto metterà un tuo perizoma e uno dei tuoi reggiseni con una camicia sbottonata fino al reggiseno, Valeria rispose ma fa ancora freddo geleremo, il signore non rispose e riattaccò la faccia di Valeria si colorò di rosso fuoco mi guardò e disse ‘ha riattaccato adesso che succede’ la rassicurai, poi squillò nuovamente il telefono e quando disse pronto, ‘la prossima volta che dici qualcosa ti farò uscire nuda per strada, quando verrai alla villa sarai tu la prima ad essere punita’ ‘alle tredici e trenta verrà il mio autista lunedì aspettatelo come vi ho detto’
Arrivò il lunedì e alle tredici e trenta puntuale arrivò una macchina era un suv nero tutto oscurato salvo il parabrezza, Fabio aprì la portiera laterale all’autista ma questi con molto sgarbo gli disse che non si doveva permettere di sedere al posto del passeggero, ‘va indietro stronzo’, Fabio si mise seduto dietro e improvvisamente si sentì un sibilo ssssssssssssssssssss loro si spaventarono e si abbassò il vetro che li divideva dall’autista, che disse loro ‘ tu spogliati nuda il vestito lo metti nella borsa al tuo lato, e tu sbottona ancora un po’ la camicetta’ Valeria eseguì l’ordine e anche Fabio, si risentì il sibilo e il vetro si richiuse, rimasero come isolati da tutto non vedevano fuori ne quelli di fuori vedevano dentro, non si sentiva neanche il fruscio della macchina.
Non so quanto tempo abbiamo viaggiato so solo che quasi ci stavamo addormentando senza ne sentire ne vedere niente, poi il solito ssssssssssssssssssssss, apparve la faccia dell’autista, ‘scendete e presentatevi alla signora che vi accoglie con i vostri nome’, scendemmo dall’auto che ripartì in fretta, ci venne incontro una signora ben vestita che chiese ‘siete?’ Fabio e Valeria, dicemmo noi ‘ a si mi ha detto qualcosa riguardo a voi seguitemi’, ci portò in un salone Valeria era nuda e si copriva le tette anche se non enormi e aveva una mano sui peli del pube, io mi facevo schifo da solo, non riuscivo a disubbidire, la signora si voltò vide Valeria che si copriva e disse ‘ via, via quelle mani dobbiamo vedere’ così con imbarazzo si tolse le mani e le mise sui fianchi, il salone era freddo e Valeria si indurirono i capezzoli e cominciò a tremare, io avevo i piedi freddi e mi vergognavo di camminare vestito in quel modo, entrammo in un’altra sala dove c’erano almeno venti persone tra maschi e femmine, ci guardarono e commentavano ma nessuno ci toccò o disse qualcosa di umiliante, ci portò in una saletta piccola e spoglia c’erano delle sedie di ferro, disse restate qui sedete e non vi muovete vengo tra poco, mi sedetti le sedie erano gelide Valeria preferì restare in piedi, aspettammo tanto non succedeva mai niente, sentimmo che qualcuno chiuse a chiave la porta, poi’..più niente.
Ci aprirono non so dopo quando tempo Valeria tremava dal freddo e anche io ma almeno ero un po’ vestito, ci divisero io fui portato in una specie di cantina, al muro c’erano degli anelli, mi legarono le mani dietro la schiena mi fu fissato un collare di ferro e con una catena legato ad un anello che era nel muro, come si legano i cavalli, mi lasciarono solo e andarono via.
Di Valeria non avevo notizie, non sapevo dove stava e cosa le stavano facendo, così mi accucciai per terra aspettando cosa?? Non sapevo neanche come ci trovavamo in quella situazione.
Intanto Valeria fu portata nel salone dove era passata poco prima, tutti erano seduti in circolo su delle sedie di velluto lei fu portata al centro, li rivide quel signore che avevano incontrato al ristoro, lei lo guardò stava per dire qualcosa ma lui accigliò le sopracciglia e la zittì subito, Valeria abbassò gli occhi e non guardò più in giro solo per terra.
In ginocchio gridò il signore di nome Carlo, lei si inginocchiò sedendo sui talloni ma lui disse ‘ho detto in ginocchio non seduta sui talloni’ Valeria era nuda si sollevò e restò in ginocchio, ‘le braccia dietro la schiena ‘ gridò, lei le mise e qualcuno le serrò con delle manette, era su una pedana circolare che improvvisamente cominciò a girare su se stessa così che tutti potevano ammirare il suo corpo nudo, i capezzoli si indurirono in maniera impressionante e tra le gambe si intravedeva una sorta di goccia che scivolava giù molto lentamente, una signora si alzò alle sue spalle e mise una mano tra le gambe, ‘&egrave tutta bagnata’ disse ‘ancora dobbiamo cominciare che già gode’, in effetti Valeria anche senza toccarsi o essere toccata ebbe un orgasmo, e lei per non darlo a vedere trattenne tutto in gola.
Carlo disse ‘adesso devi avere la punizione per avermi risposto male al telefono’ Valeria alzò la testa come per dire qualcosa ma stette zitta subito riabbassando lo sguardo.
Appoggia la testa per terra disse Carlo, il culo in aria, così con le mani legate abbassò la testa per terra rimanendo con il culo sollevato, chi si fa avanti disse Carlo, si alzò una ragazza non poteva avere più di venti anni si avvicinò al culo di Valeria lo accarezzò passò la mano nel solco tra le chiappe e infilò un dito nella figa, Valeria ebbe un sussulto, sembrava che aveva nuovamente goduto, la ragazza sorrise e disse ha avuto un orgasmo, e rise di gusto, tutti risero, poi andò su uno scaffale e cerco tra fruste e frustini quello che più gli piaceva lo prese lo provo in aria e swisss, swiss, lo fece vibrare due volte in aria guardò Carlo che gli fece segno di si con la testa e colpì il culo bianco di Valeria che sobbalzò, lasciò un segno rosso sulla pelle, poi swiss, swiss, swiss, swiss, la colpì cinque volte e tutte con la stessa potenza il bianco culo si riempì di strisce rosse, Valeria cominciò a piangere, Carlo disse ‘per oggi basta se fai la cattiva questo &egrave il trattamento che avrai.
La fecero alzare le misero al collo un collare di ferro e con una catena, dopo aver tolto le manette, la fecero mettere a quattro zampe e portata cosi nella cantina dove era rimasto fabio, legarono anche a lei ad un anello e andarono via.
Dopo un po’ entrò un omone grande mi prese per la catena e disse vieni con me, ma non ti devi alzare a quattro zampe come i cani, mio malgrado dovetti seguirlo carponi, piano senza tirare lo seguii fino ad una stanza, lì trovai il signor Carlo che mi disse ‘in ginocchio’ così anche io come lei mi misi seduto sui talloni e lui ‘possibile che siete uguali in ginocchio non sui talloni’ mi alzai sulle gambe e rimasi in ginocchio, mi guardava con un sorrisetto maligno e diceva ‘ non ho mai sottomesso un maschio adesso che gli faccio fare a questo?’ così ordinò in piedi, mi alzai e rimasi sull’attenti davanti a lei dal terrore il mi cazzo si era ancora più rimpicciolito, tanto che il signor Carlo, guardava e rideva e disse ‘ che sai fare, con quel coso che ti ritrovi sicuramente sarai anche un po’ gay’ risposi ‘ no signore non sono gay ma obbligato accetterei anche quello senza obbiettare e lei che mi comanda ‘ ok disse il signor Carlo, quando vieni il pomeriggio alla villa sarai assegnato al garage oppure a giardiniere, oppure a quello che in quel momento ho voglia di farti fare, capito? Dissi si signore farò quello che mi obbligate a fare.
Il signor Carlo di alzò dalla poltrona e chiamo l’omone di prima gli disse mandali via oggi non li voglio più vedere, l’omone annuì mi prese per un braccio e mi riportò nella stanza buia dove Valeria mi stava aspettando, alzati puttana che ti slego, dovete andare, dove disse lei, sono nuda come vado via.
L’omone ci guardò e senza parlare ci accompagnò fuori ci aveva preso per le braccia e ci accompagnava alla porta, li trovammo l’auto che ci aveva portato li, salimmo dietro, e il solito zzssssssssssssssss, si riaprì il vetro e riapparve la faccia antipatica dell’autista, ‘ il tuo vestito &egrave dove lo avevi messo mettilo a te che dire.. niente ‘ il solito zzsssssssssssss, e ripartì dopo un po’ ci fece scendere eravamo nuovamente a casa.
Prima di andar via ci diede un biglietto dicendo questo &egrave l’indirizzo domani non tardate, capito?
Annuimmo e risalimmo a casa, Valeria si fece una doccia, aveva ancora i segni rossi sul culo, io mi spogliai e pensavo, ma come ci troviamo in questa situazione? Il giorno dopo ritornando dal lavoro ci cambiammo, ma questa volta non sapevamo come vestirci, dovevamo affidarci alla sorte se andava bene quello che mettevamo, lei si mise un vestitino molto largo senza niente sotto, io un pantalone di stoffa e una maglietta bianca, uscimmo prendemmo la macchina e ci avviammo all’indirizzo che avevamo.
Appena giunti ci venne incontro una fantesca, domandando siete i nuovi cagnolini del signor Carlo? Noi annuimmo, allora ci venne vicino ci prese per mano e ci portò all’ingresso, disse spogliatevi dovete essere nudi, così facemmo e ci portò all’interno, mise Valeria su un piedistallo in un angolo dicendo, ‘non muoverti ferma’ io continuai con lei, entrai in una stanza dove c’era una vasca enorme, mi guardò e disse fermo, ti chiamo io quando servi e andò via.
Rimasi fermo come Valeria, entrò nella mia stanza da bagno un signore che non avevo mai visto, si spogliò si immerse nella vasca, mi chiamò e disse ‘dai vieni fa il tuo lavoro lavami e spompinami’, diventai rosso come un peperone, non avevo mai fatto un pompino a nessuno come si faceva? Così con calma entrai nella vasca, presi una spugna la riempii di sapone e cominciai a lavare quel signore, che gradiva molto, mi accorsi che il suo cazzo al mio passaggio con la spugna si era indurito era anche molto grande, lungo e aveva un diametro di almeno sei cm. E non riuscivo a calcolare la lunghezza sembrava di almeno 25 cm.
Nel frattempo che continuavo a lavarlo mi accarezzava e con molto garbo mi prese per le spalle e piano mi fece abbassare davanti a lui, mi ritrovai in ginocchio avevo davanti il suo cazzo, non sapevo che fare, il cuore rimbalzava nel petto, lo strusciò piano sulle mie labbra, lo guardavo come per dire ‘che devo fare?’
Con calma cominciò a spingerlo sulle labbra mi disse piano aprile al resto penso io, così mi ritrovai con la bocca aperta e quel cazzo che voleva entrare ma era troppo largo per poterlo imboccare bene ma lui spingeva e riuscì a infilarlo, mi sussurrò ‘attento ai denti altrimenti dopo ti faccio punire’, la paura delle frustate mi fece spalancare la bocca al massimo, lui rise mi guardava come se non ero un essere umano, intanto spingeva sempre di più, riusci ad infilarlo quasi tutto, arrivò fino in gola, e cominciò a scoparmi come se fosse una figa, dopo molti colpi e tanti sforzi di vomito, si irrigidì tutto e cominciò a sborrarmi in gola, ‘che schifo ‘ pensai cercavo di non vomitare altrimenti avrei subito la punizione, rimase inserito dentro fino a che non ingoiai tutto, e ancora non usciva, il cazzo non si era ammosciato neanche un po’, e riprese a chiavare la gola, non ne potevo più mi facevano male le mascelle e anche la gola dove colpiva, si fermò nuovamente e sborrò di nuovo, pensai ‘ma come adesso a sborrato sborra di nuovo’, e comunque non usciva dalla gola, improvvisamente mi sentii inondare la gola di un liquido bollente, sbiancai, ”’mi’.mi stava pisciando in gola, dovetti ingoiare senza poter reagire, quando finì tolse il cazzo e mi invitò a lavarlo ancora, deve odorare di buono, lava bene, e continuai a lavarlo, uscì dalla vasca lo asciugai e mi rimisi in piedi vicino alla vasca.
Sapevo che non dovevo parlare e così feci, il signore si fece mettere l’accappatoio e andò via senza neanche guardami.
Intanto Valeria era rimasta ferma in quell’angolo per molto tempo fino a quando una signora la chiamò e la fece entrare in una sala, sembrava attrezzata per una palestra, adesso mi aiuterai devo fare ginnastica, devo sudare molto per dimagrire poi mi farai un bagno rilassante e mi massaggerai,
Valeria annuiva soltanto, ricordandosi di non dover rispondere, aiutò quella signora a posizionarsi sugli attrezzi, le asciugava il sudore la cambiava quando era molto sudata, poi smise e disse ‘seguimi’, la porto in un’altra stanza più piccola anche in questa al centro c’era una vasca, la signora si spogliò e le ordinò, massaggiami i piedi, Valeria era molto titubante, perché erano molto sudati e’.puzzavano molto, così di malavoglia pensando le sferzate che aveva avuto si mise sulle ginocchia e si mise un piede in grembo e cominciò a massaggiare, ma la cosa cominciò a piacergli così senza che la signora glielo dicesse lo baciò e cominciò a leccarlo, la signora la guardava compiaciuta, e disse ‘adesso basta, voglio fare il bagno’ si fece spogliare e si immerse nella vasca, era molto grande stavano bene tutte e due insieme, la chiamò e l’ordinò di entrare e lavarla, Valeria entrò nella vasca prese una spugna la insaponò e cominciò a lavare dal sudore quella signora ma evitava di passare sulla sua figa visto che lei non era gay, e la cosa non gli piaceva, ma la signora con un ghigno le urlò ‘ LAVA TUTTO DEVI LAVARMI ANCHE LA FIGA STRONZA’, e malgrado non gli facesse piacere passò la mano anche tra le gambe della signora che emise un gemito di piacere, era soddisfatta di umiliare quella ragazza che cominciò a lacrimare gli scendevano le gocce sulle guance e evitava di guardare in faccia quella signora che cominciò a godere del trattamento, quando si sentì pronta si avvicinò ancora un po’, la prese per le spalle e la corico nella vasca e lei senza dirle niente si sedette sulla sua faccia dicendo ‘adesso lecca forte e bene’ Valeria cominciò a leccare piangendo adesso molto forte, ma non smetteva di far ruotare la sua lingua sulla figa della signora che si inarcava sempre più, fino a quando con un urlo liberatorio ebbe un orgasmo violento, spingeva sempre più forte sulla sua bocca tanto da farla male, poi si sollevò e disse di finirla di lavare e asciugare. Valeria eseguì le mise un accappatoio, e la signora uscì ma non le disse di andare con lei, quindi lei non si mosse da vicino alla vasca, dopo un po’ di tempo entrò la fantesca che li aveva accolti, senza parlare la prese per mano e la portò nel salone principale, dove trovò anche suo marito, era in piedi e sull’attenti al centro, la fantesca fece avvicinare anche lei e le disse come lui, si mise sull’attenti anche lei.
Il salone piano piano si cominciò a riempire, di donne e uomini, tutti guardavo quei due che spalla contro spalla erano al centro senza muoversi, venne il signor Carlo gli invitati presero posto intorno alla grande tavola di legno, la fantesca prese per le braccia i due e li infilò sotto la tavola, ‘a quattro zampe’ disse e fate contenti i commensali, i due si guardarono in faccia senza capire, allora la fantesca li tirò per le orecchie e sibilò ‘significa che tu maschio farai godere i maschi e tu le femmine’ tutte chiese Valeria e ebbe uno schiaffone sulla faccia facendola spostare, subito capì e si zittì, a quattro piedi entrarono sotto il tavolo e cominciarono a girarsi intorno, si guardarono in faccia, e senza parlare lui cominciò a aprire i pantaloni degli ospiti e lei ad alzare gonne e togliere mutande, Fabio aprì il primo pantalone abbassò la cerniera e estrasse un cazzo corto ma enorme di diametro, non sapeva cosa fare, anche perché nella vasca era stato lui a fare, così pensando a quello cominciò con il leccarlo sulla punta poi scese sul filetto e arrivò alle palle, si accorse che quello che faceva piaceva all’ospite, cercò di prenderlo in bocca, ma era largo allora aprì al massimo e quando riuscì a farlo entrare esplose tutta la sua sborra nella sua bocca, Fabio cominciò a tossire ma non sputo, anche perché quando tossiva ebbe un calcio nelle palle del signore che stava sbocchinando come disappunto, Valeria tolse un tanga ad una ospite, che si espose più fuori sulla sedia in modo che lei riuscisse ad arrivare alla figa, immerse la testa e cominciò a leccare, con una faccia di disgusto ma lo fece leccò piano prima fuori tutto intorno poi passò la lingua sulle labbra e infine arrivò al clitoride che succhiò letteralmente, lo prese delicatamente tra i denti e lo strizzava l’ospite gridò forte quando ebbe l’orgasmo, e dalla sua figa uscì un getto di umori che Valeria ingoiò senza parlare, così andò avanti fino alla fine della cena, qualcuno ebbe un orgasmo due volte, Fabio e Valeria ormai stanchi si accucciarono per terra, quando tutti si alzarono la fantesca, li chiamò, li fece uscire e li portò in una stanza dicendo ‘lavatevi e profumatevi che ancora non &egrave finita la serata.
Loro due si guardarono e si abbracciarono piangendo senza parlare, così si lavarono e si cosparsero di profumo, ma”.aveva un odore strano, tirarono una cordicella che gli aveva indicato la fantesca e lei apparve, sorrise, gli diede delle cose da mettere, a lei gli mise un morso in bocca da tenerle dilatate, una mutanda ascellare che arrivava fin sotto le mammelle , sui capezzoli delle ventose con un pendolo e delle scarpe a forma di rana non molto larghe, la guardò e scoppiò in una risata, disse bene adesso vieni tu, gli infilò in bocca un imbuto con la base molto larga da entrare quasi fino in gola, ai lati cerano dei laccetti che annodò dietro la nuca, lego il cazzo con un pendente pesante non più di una paio di cento grammi, a anche a lui gli infilò delle scarpe, ma queste erano a forma di gallina, si allontanò li guardò e cominciò una risata grandiosa non riusciva a smettere guardando quei due come erano conciati, poi disse seguitemi, e si incamminò.
Entrarono in un salone li fece mettere in ginocchio spalle contro spalle, dicendo di non muoversi, ridendo andò via, rimasero cosi per molto tempo, poi mano a mano cominciarono ad entrare gli ospiti di quella serata, la cosa strana era che il signor Carlo non si era mai visto neanche alla cena.
Tutti cominciarono a girare intorno a loro le signore ridevano come anche gli uomini, poi una signora alzò il vestito (non portava le mutande) si avvicinò a Fabio si accucciò sulla bocca e pisciò gliela fece direttamente in gola visto come era stato posizionato l’imbuto, non potendo reagire dovette ingoiare tutto, untando visto quello che stava facendo lei un uomo si avvicinò a Valeria e infilò il cazzo nella sua bocca e pisciò anche lui, Valeria si voleva spostare perché gli faceva schifo quello che stava subendo ma rimase ferma e bevve anche lei l’urina del signore e così fu un alternarsi di pisciate che preferiva sia uno che l’altro, poi si allontanarono e andarono al buffet dove c’era del liquore, lo bevvero chiacchierando e poi si denudarono tutti, e cominciò un orgia tutti chiavavano tutti ma al momento dell’orgasmo sia maschi che femmine andarono da Fabio e Valeria riversando nelle loro bocche tutto il loro godere, quando tutto fini e tutti andarono via, rimasero soli sporchi e piangenti, al che entrò il signor Carlo, ‘bravi’ disse ‘vi siete comportati proprio come avevo previsto’ loro non lo guardavano in faccia anche perché avevano anche gli occhi impastricciati di sborra e di piscio, ‘siete stati bravi’ continuò ‘dopo che vi siete lavati vi darò una busta, all’interno ci sono delle domande da rispondere, domani non dovete venire ma venite venerdì con le risposte, anzi’ continuò ‘ me le farete capitare qui domani così organizzo per venerdì, sabato e domenica andate a lavarvi che fate schifo’.
Si alzarono si girarono e videro la fantesca che li riaccompagnò nella stanza da bagno dove loro si lavarono, poi li prese per le orecchie e li sbatté fuori dalla porta.
Si rimisero gli abiti che erano rimasti per terra fuori, arano anche bagnati perché era piovuto si misero in macchina e senza dire una sola parola si diressero a casa, entrarono e si coricarono addormentandosi subito.
Si risvegliarono infreddoliti, era ancora buio, si abbracciarono e lui gli chiese ‘dimmi ma a te &egrave piaciuto quello che hai fatto?’ rispose ‘ veramente sono stata costretta lo sai che ci avrebbe punito se non lo facevamo’ ebbi un po’ di pietà per lei mi sembrava debole in quel momento, ma io non ero da meno.
Ci alzammo dal letto, ci facemmo una doccia e andammo come sempre al lavoro sapendo che si saremmo incontrati al ristoro per pranzo, arrivò la pausa entrammo e ci sedemmo al ns tavolo di sempre, presi dei panini una birra e una coca, e cominciammo a mangiare, alzai lo sguardo e’..lo vidi c’era il signor Carlo che ci guardava e ci salutò con un cenno, Valeria fece finta di non averlo visto perché era di spalle, ma lui senza garbo venne al tavolo e diede uno scapaccione a Valeria dicendo che fai non saluti, lei lo guardò e cerco la scusa che era di spalle, ma non fu creduta ovviamente.
Questa sera quando verrete alla villa, dovete vestire come due cagnolini, comprate orecchie plug con coda e vi bardate quando uscite di casa, lo guardammo e senza dire una parola annuimmo con la testa, ‘ dimenticavo’ disse ‘comprate collare con medaglietta e guinzaglio scegliete voi quello che vi piace’, si alzò e andò via, come sempre senza salutare, Valeria aveva le lagrime agli occhi posò il panino e mi chiese di andar via, così la seguii anche io.
All’uscita dal lavoro ci recammo in un magazzino che vendeva accessori per carnevale e acquistammo quello che ci era stato ordinato, passammo anche per un negozio di animali e scegliemmo due collari, uno era argentato con delle borchiette tutte intorno , come piaceva a lei, l’altro lo presi nero un po’ più doppio sempre con borchiette intorno, chiedemmo se avevano medagliette, e acquistammo anche dei guinzagli in catenelle leggere ma resistenti, pagammo e andammo a casa appena dentro ci spogliammo e cominciammo a vestirci da cagnolini ma”’avevamo dimenticato le code, adesso saremmo arrivati tardi alla villa ci rivestimmo in fretta e andammo a comprare le code la mia era come quella di un pastore tedesco lunga e pelosa la sua come un barboncino sembrava un puff, le dovevamo anche mettere, la mia entrò con molto sforzo, anche se lubrificata dalla saliva la sua con meno, dopo averle messe e messe anche le orecchie io appuntite e lei abbassate ci guardammo in faccia e cominciammo a ridere, non smettevamo più, ‘ma ti sei guardata’ dissi io e lei ‘ e tu?’ disse lei e giù risate, poi guardai l’ora era tardi, non saremmo arrivati in tempo.
Correndo cercando di non farci vedere, entrammo in macchina, ci sedemmo e il plug entrò ancora di più Valeria emise un gridolino, e anche io rimasi un po’ scosso, non riuscivo a guidare, quella coda mi dava fastidio ma lo dovetti fare, arrivammo alla villa con una buona mezz’ora di ritardo, la fantesca era li che ci aspettava ma questa volta aveva un frustino tra le mani che batteva sul palmo della mano sinistra, quando lo vedemmo l’istinto fu di scappare ma ci mancava il coraggio, ‘siete i ritardo ‘ disse, nudi in ginocchio, così facemmo ci spogliammo e ci mettemmo a quattro zampe, ci venne vicino prese dalla busta i guinzagli li applicò e ci tirò dicendo camminate, e ci dette una frustata sul culo un colpo a uno e un altro a lei, subito ci incamminammo, senza protestare.
Quella era una giornata uggiosa, improvvisamente cominciò a scendere una pioggerellina con goccioline piccole, ci tirò e ci portò nel canile.
Valeria cominciò a piangere, li c’erano tre cani, non erano feroci ma sempre entravamo nel loro territorio, era un alano, un rottweiler e un pittbull, guarda caso tutti maschi il dominante era il pittbull.
Aprì il cancello i cani erano calmi, vennero vicino e cominciarono ad annusare più Valeria che me, ci tolse il guinzaglio e ci lasciò dicendo ‘quando sarà il momento vi vengo a prendere’ chiuse il cancello con un catenaccio e andò via.
Avevamo paura ci muovevamo piano cercando di non farli innervosire, l’alano ci sovrastava di un bel po’, annusava Valeria con insistenza gli diede qualche linguata, ma era il pittbull che decideva quello che doveva succedere, andò vicino all’alano e ringhiò, subito si scostò lasciando il posto a lui, ci giravano intorno, diede una leccata a Valeria che la fece sussultare, ebbe paura mi guardò, be io avevo la coda che impediva che mi potessero violentare lei no, aveva la coda ma la figa era libera, così il pitt cominciò a leccare, lei piano si allontanava ma lui la seguiva, perché &egrave così che fanno i cani lei cammina e lui la segue Valeria continuava e si girò venendo verso di me che avevo le attenzioni dell’alano, mi leccò il cazzo piano, sembrava che il sapore non gli piacesse, si allontanava e si avvicinava cercando di capire il rott, era in disparte non partecipava al momento quando improvvisamente il pitt si alzò sulle zampe di dietro appoggiando quelle di avanti sulle sue spalle, cominciò a chiavare ma non trovava il buco lei quasi si alzò, ma il cane la tenne giù, provando a trovare il buco senza riuscirci, ingrossò il cazzo e cercava il buco ma lei si allontanava, l’alano mi venne vicino eccitato dal momento ma non trovava il mio buco, perché avevo il plug con la coda, ma Valeria se la passava male, il suo cane voleva a tutti i costi chiavarla e ogni tanto ci provava, alzai gli occhi e mi accorsi che c’erano delle telecamere che inquadravano il canile, il pittbull era salito nuovamente su Valeria che provava a difendersi ma lui insisteva, il suo cazzo colpiva la gamba la coda ma non riusciva fino a quanto”.lo trovò’.. infilò il cazzo e partì con una frenesia incontrollata, Valeria urlò, ma il cane continuava, fece entrare la punta e la penetrò con un sol colpo, e mano a mano il nodo si ingrossava Valeria continuava a gridare, che faccio pensai l’aiuto e mi prendo una punizione o lascio correre? Nel frattempo il cane ormai era dentro, e venne rimanendo attaccato a lei, e come faceva con le cagne alzò una zampa posteriore passando su di lei girandosi rimanendo culo contro culo, Valeria piangeva ma’.aveva goduto come non mai di questo me ne ero accorto, ma adesso le faceva male, poi piano piano il nodo si rimpicciolì e il cane uscì da lei con un flooopppp, insieme uscì molto sperma che cadeva lungo le gambe il rottweiler si alzò senza fretta e cominciò a leccare Valeria sulla figa perché ancora usciva del liquido io mi accucciai per terra per non farmi coinvolgere, sentimmo una voce che disse ‘cuccia fermi’ tutti i cani si fermarono abbassarono le orecchie era un atto di sottomissione al padrone, e si allontanarono, ci mise i guinzagli e ci strattonò fuori Valeria non c’&egrave la faceva a camminare ma quello insisteva uscimmo dal canile, ci disse alzatevi e andiamo dentro.
Ci alzammo e al guinzaglio seguimmo quell’uomo, eravamo un po’ bagnati, sporchi del fango del canile e a Valeria, scendevano ancora gocce si sperma dalle gambe, camminava un po’ con le gambe aperte per quello che aveva subito dal cane.
Ci portò nella stanza da bagno dicendo ‘ lavatevi e profumatevi quando uscite ancora con la coda e le orecchie’ annuimmo con la testa, ci infilammo nella doccia e ci lavammo reciprocamente, e passare il sapone tra le gambe di Valeria mi venne duro come il marmo, così usciti la coricai per terra su un asciugamano e la chiavai, improvvisamente entrò l’uomo che ci aveva portato la cominciò a gridare, non si capiva niente di quello che diceva, noi diventammo piccoli piccoli ci abbracciavamo in un angolo, lui fece alzare Valeria, le mise il collare cha aveva anche il guinzaglio attaccato , la fece girare in malo modo, e le infilò la coda tutto d’un colpo, gli rimise le cuffiette con le orecchie e la trascinò fuori sbattendo la porta e lasciandomi solo.
Nel silenzio la sentii gridare e anche il rumore di uno schiaffo, poi’.tutto tacque, non si sentiva più niente, cercai di rimettermi il plug con la coda, ma non ci riuscivo mi tremavano le mani, alla fine lo inserii e mi mise anche le orecchie da cane, mi accucciai e aspettai, dopo non so quando apparve la fantesca mi agganciò il guinzaglio e mi tirò, stavo per alzarmi ma ebbi una scudisciata sul culo che mi fece rimbalzare ‘ chi ti ha detto che ti puoi alzare? Ti ho autorizzato?’ non risposi guardando per terra, mi strattonò e camminai a quattro zampe, mi portò in un’altra stanza c’era un gancio alla parete e uno all’altra, in tiro tra loro una fune d’acciaio, mi tolse il guinzaglio e mi mise una catena non troppo pesante che con un anello era collegata alla fune in modo che poteva scorrere, sembravo un cane da pollaio, quello che può correre ma non scappare, poi disse ‘adesso devi fare almeno cento volte tra un anello all’altro, e ogni volta sempre più veloce, questa per te &egrave la punizione per essere arrivato tardi’ mi colpì almeno dieci volte sul culo con lo scudiscio e andò via, ‘non dimenticare che ti guardiamo ci sono le videocamere’.
Così appena chiuse la porta comincia ad andare avanti e indietro, non mi ero accorto però che per terra c’erano delle pietrine che facevano male quando ci passavi sopra, rendendo la cosa ancora più difficile.
Valeria fu portata in un salone dove c’erano tre coppie, appena la videro entrare gli andarono vicino e la accarezzavano come si fa con i cani, qualcuno le accarezzava la coda e la fica, le signore si divertirono a pizzicargli i capezzoli facendola urlare ogni tanto, poi la lasciarono e si misero seduti, lei non sapeva se muoversi o no, una bionda la chiamo con un fischio, lei si avvicinò e si mise ai suoi piedi, questa prese un osso e glielò passò sotto il naso poi lo lanciò lontano, dicendo ‘vallo a prendere’ Valeria si incamminò e prese l’osso ma commise un errore, lo prese con le mani e lo mise in bocca riportandolo a lei, la bionda stizzita prese un frustino e colpì Valeria con forza questa gridò non sapendo dove aver sbagliato, la bionda la guardò e disse ‘ hai mai visto un cane che usa le zampe per prendere qualcosa da terra?’ Valeria capì e si accucciò per terra, allora lei riprese l’osso e lo lanciò di nuovo Valeria sconfortata corse verso l’osso e cercò di prenderlo con la bocca ma era difficile, finalmente ci riuscì e con l’osso in bocca tornò dalla signora che ridendo disse visto che ci riesci.
Dopo altre volte che la mandarono a recuperare oggetti Valeria era sfinita voleva bere e si sarebbe massaggiata volentieri le ginocchia, la cosa peggiore era che doveva fare pipì, e come? Gli invitati si avvicinarono ad un buffet spiluccando, lei cominciò a strusciare vicino alle gambe delle signore, una gli diede un biscottino che lei gradì ma cercava di fare capire quel suo bisogno fisiologico, la bionda disse ‘ aaaH adesso ho capito, devi fare i tuoi bisogni’ Valeria tutta contenta la guardava cercando di scodinzolare agitando il culo a destra e a sinistra, la signora prese il guinzaglio e lo legò al collare, tirandola, insieme agli altri la portò fuori, usciti sulla porta la slegò dicendo vai va a fare quello che vuoi e rise, fuori pioveva Valeria era nuda ma aveva il bisogno urgente, usci sotto la pioggia camminò per un po’, la signora la chiamò, ‘non andare lontano ti dobbiamo vedere’, lei si umiliò ancora bagnata fradicia di accosciò e cominciò a pisciare, non ne poteva proprio più, gli ospiti la guardavano ridendo, ‘ dai vieni che ti riportiamo dentro’ disse.
Le rimise il guinzaglio e la fece entrare disse ‘ su togliti l’acqua da dosso’ Valeria cercò di ricordare come fanno i cani e cominciò ad agitarsi tutta, ovviamente senza raggiungere lo scopo, la riportarono nel salone e la fecero accucciare vicino al camino, ‘ non vogliamo che ti ammali vero?’.
Io nel frattempo ero andato avanti e indietro non so quante volte ‘stupido’ mi dissi non le hai neanche contate, ero sfinito mi sanguinavano le ginocchia, e i palmi delle mani, e avevo anche io il bisogno di pisciare, improvvisamente si aprì la porta entrò un uomo ‘ basta’ disse smettila di camminare, mi distese su un tavolo mi pulì le ginocchia con del liquido che bruciava, me lo passò anche sulle mani, ‘ in piedi ‘ mi ordinò, mi alzai e lo seguii, gli volevo dire che avevo urgenza di pisciare, ma lui mi anticipò, ‘ va in quel giardino dovrai pisciare’ mi fece indossare delle ginocchiere e dei guanti, mi fece rimettere a quattro zampe mi sciolse il guinzaglio e mi fece uscire nel giardino, provai ad alzarmi ma subito fui ripreso in ginocchio disse come fanno i cani, e così feci mi avvicinai ad un albero e alzai la gamba e pisciai non ne potevo proprio più, mi sentii meglio ma ero bagnato e di corsa ritornai dentro, lui prese uno straccio e mi asciugò alla meglio mi fece rialzare e ci incamminammo lungo un corridoio che non avevo ancora visto.
Arrivarono in una stanza al momento non c’era nessuno, solo una pedana posta al centro e sedie e poltrone tutte intorno alle pareti, un grande tappeto tipo arazzo alla parete una finestra con delle sbarre e una tenda di velluto rosso che la copriva, lo mise al centro della pedana inginocchiato, gli legò le mani dietro alla schiena e gli disse ‘aspetta qui senza muoverti’.
Rimase nella stanza era scesa la notte, ma non succedeva niente si era stancato di stare sulle ginocchia, ma aveva paura di muoversi, improvvisamente dal buio diventò giorno si accesero delle luci forti, dei faretti che lo illuminavano a giorno, stentava ad aprire gli occhi, poi si abituò alla luce e si guardò in giro la stanza era piena di signore vestite come quelle dell’ottocento, erano tutte intorno che lo guardavano poi entrò la fantesca, aveva un cestino con dei foglietti arrotolati, lo posò per terra davanti a lui, poi si girò e andò via, si alzò una delle signore gli andò vicino e disse, lo sai che sei qui solo per sollazzarci? Ma non rispose come da regola, si sentì colpire da uno schiaffone che gli fece spostare la testa e lacrimare un occhio, sul lato destro, la signora chiamò la fantesca e gli disse che lo doveva autorizzare a parlare quando gli rivolgevano la parola, la fantesca annuì e glielo disse, poi prese una benda e la mise sui suoi occhi e fu buio, non vedeva più poteva solo intuire che gli succedeva intorno.
Sentì una voce che gli spiegò quello che sarebbe successo da li in poi, ‘ nel cestino ci sono delle richieste che tu devi eseguire, e se non lo fai bene c’&egrave anche la punizione che devi avere, capito’, risposi ‘si signora’.
Allora disse chi vuole venire a estrarre il primo biglietto? Si alzò una corpulenta madame che si avvicinava con calma, mise la mano nel cestino e estrasse il pizzino.
Lesse ad alta voce’ quando mi sarò seduta dovrai venire in ginocchio verso di noi abbassarti e leccare i piedi di tutte, se non lo farai bene o qualcuna &egrave insoddisfatta riceverai da quella insoddisfatta venti schiaffi, capito! ‘ risposi ‘ si capito’.
Si allontanò e si mise seduta al suo posto, gli dissero che poteva cominciare, si mosse sulle ginocchia con calma non sapeva neanche dove erano le signore, piano cerco la direzione, ci mise molto tempo finalmente trovò la prima cercò di curvarsi, ma le ginocchia non lo sostenevano più, allora cerco di distendersi, trovò i piedi e con molto schifo cominciò a leccare e baciare, ma subito fu ripreso, ‘lo fai con schifo e senza dedizione’ cosi lo scalciò e passò alla vicina, i piedi erano stato chiusi in degli stivali alti senza traspirazione, ebbe subito un odore forte nelle narici che gli fecero venire un conato di vomito, anche questa lo cacciò via dicendo lo stesso dell’altra.
La prima signore fece uno scampanellio, e entrò subito la fantesca, gli dissero, rimettilo a centro e sbendalo che non lo sa fare così subito ci dedichiamo alla punizione, la fantesca lo riportò al centro della pedana, lo sbendo, i suoi occhi non si volevano aprire per la luce forte, così lo lascò li e andò via, le signore si guardavano dovevano solo decidere chi cominciava e chi finiva, Fabio le guardava con una faccia di commiserazione cercando solo col viso di farle avere un po’ di pietà.
Fabio le guardava ma non riusciva a contarle perché un faretto lo colpiva direttamente in faccia, improvvisamente si alzò la più corpulenta che aveva iniziato, gli andò vicino si mise avanti a lui, prese uno sgabello che era stato posizionato apposta, si sedette aveva Fabio proprio davanti a lei alla stessa altezza, e”’.senza parlare gli diede uno schiaffo tremendo, lo fece quasi barcollare, si fermò un attimo e improvvisamente lo colpi sull’altra guancia con la stessa forza di prima, a Fabio cominciarono a lacrimare gli occhi, lo guardava in faccia e lo colpì con ancora più forza di prima questa volta lo fece cadere sulla sinistra, quando si riposizionò senza aspettare oltre lo colpì nuovamente, erano solo quattro e doveva arrivare a venti.
Fabio voleva dire qualcosa ma pensò che era meglio tacere, e subire, così andò avanti per una buona mezz’ora, l’ultima si sedette sullo sgabello, lo guardò ormai la faccia di Fabio era rosso fuoco qualche rivolo si sangue scendeva dai due lati delle labbra, lei accarezzò le due guance con amore, ma appena alzò la mano per riaccarezzarlo lo colpì con una violenza tale da farlo cadere ormai era sfinito, non si sentiva più le guance, allora ne ebbe pietà e non continuò, si alzò e ci fu lo scampanellio, entrò la fantesca che lo fece alzare e preso per un braccio lo sostenne fino ad una camera dove c’era un letto, lo slego dalle manette, lo mise disteso e gli passò sulle guance della crema rinfrescante, ne ebbe subito sollievo, poi lo lasciò, dicendo che sarebbe meglio che riposasse sarebbe venuta più tardi, nel silenzio e nel buio la sua mente vagava nel nulla si sentiva la testa ruotare per i forti schiaffi presi, poi’..improvvisamente ci pensò’. Valeria, che le staranno facendo, ma non ebbe il tempo di riflettere cadde in un sonno profondo senza incubi e senza sogni.
Intanto Valeria era pressappoco come lui era in ginocchio su una pedana girevole, lei al centro con le braccia legate dietro, una benda sugli occhi e un divaricatore che la obbligava a mantenere la bocca aperta, intorno una ventina di uomini nudi con i loro cazzi in tiro, c’erano grandi, piccoli grossi snelli insomma di tutte le misure, cominciò a girare intorno la fermarono e cominciarono, il primo lo mise nella sua bocca e mantenendola dietro la nuca la faceva andare avanti e indietro e ogni colpo entrava sempre di più, Valeria tossiva ma non si fermavano mica, ogni colpo di tosse andava un po’ più dentro fino ad arrivare in gola, durò un po’ si irrigidì e le riverso in gola tutto lo sperma che aveva, quando tutto fini e Valeria aveva ingoiato tutto si fermò e’piscio nella gola, Valeria sbarrò gli occhi incredula di quello che stavano facendo, appena finito e senza la possibilità di chiudere la bocca girarono la pedana e passò a quello vicino, questo aveva il cazzo più largo di quello di prima ma più corto lo infilò nella bocca e con molta cattiveria la prese per le orecchie e la tirava verso il cazzo facendolo entrare fin dove poteva cominciò anche lui a chiavarla, e anche lui dopo aver sborrato e lei ingoiato la piscio in gola, Valeria tossiva e si accucciò sulle ginocchia per riprendere fiato, subito chiamarono un inserviente che entrò e posizionò dietro alla schiena di Valeria una sbarra che la sosteneva e la manteneva sempre diritta, senza la possibilità di piegarsi oppure spostare la testa, fu nuovamente girata e questa volta il cazzo era enorme largo e lungo, lei non lo vedeva ma lo sentì subito si infilò nella bocca e piano piano si fece strada entrando sempre un poco più dentro fino a quanto anche lui arrivò in gola e fu come gli altri due sborrò e piscio, tutti si servirono della bocca e la gola di Valeria che era spossata stanca e quasi imbambolata, si lasciava fare quello che volevano ormai come resistere, ci fu qualcuno che lo fece due volte e lei subiva ormai da quasi due ore.
Quando tutti furono soddisfatti, venne l’inserviente la slegò gli tolse il divaricatore dalla bocca la fece alzare a la portò in una stanza da sola dove anche lì c’era un letto, gli disse ‘lavati e profumati riposa che servi ancora’, e così fece aveva lo stomaco sotto sopra con quello che le avevano riversato dentro, si fece una doccia e si coricò stanca non riuscì a dormire, pensando che cosa avevano organizzato per lei o loro.
Passò un po’ di tempo da Valeria ritornò l’inserviente che la fece alzare dal letto gli diede degli indumenti da serva era un grembiulino molto triminzito che non le copriva le tette e gli lasciava libero il culo e la figa, una cuffietta ridicola e un collare nuovo, pieno di punte tutte intorno, la lasciò così davanti alla porta dicendo aspetta qui, nel frattempo a Fabio gli furono portati anche a lui degli abiti era un pinocchietto che copriva le gambe ma lasciava libero gli inquini e il culo, sopra un toppino che arrivava giusto all’altezza dei capezzoli, e anche a lui una cuffia ridicola in testa e un collare con le punte.
Gli agganciò il guinzaglio e lo strattonò facendolo camminare, passarono davanti alla porta di Valeria e con una catenella corta agganciò i due collari, cosi aveva un solo guinzaglio, li portò in un salone era immenso al centro un tavolo di legno di faggio, ricoperto da una tovaglia che arrivava fino a terra, intorno molte sedie si aspettava solo gli ospiti.
Furono portati uno a destra della tavola e un altro a sinistra, al loro fianco c’era una tavola con delle portate fredde che loro dovevano servire, furono agganciati a delle catene molto lunghe e lasciati li ad aspettare.
Piano piano il salone prese vita i commensali cominciarono a occupare i posti tutti intorno al tavolo, poi’.entrò il signor Carlo, si avvicino a Fabio e gli disse, ‘oggi non sei stato all’altezza e vedo che ancora porti i segni della punizione, servirai solo gli uomini, e se avranno bisogno di qualcosa tendi la catena e esegui’ Fabio annuì con la testa, il signor Carlo si fece una risata e si diresse verso Valeria, si avvicinò le accarezzò la testa e gli disse ‘ neanche tu sei stata tanto brava, tu servirai solo le donne e se vogliono qualcosa esegui senza discutere’ la lasciò e si mise a capo tavolo.
Ad uno scampanellio cominciarono a servire, ma avevano difficoltà perch&egrave sia i maschi che le femmine erano tutti intorno al tavolo e quindi loro dovevano girare per servirli ma le catene gli impicciavano i movimenti, ma riuscirono a servire, arrivati alla terza portata un signore grosso e alto chiamo Fabio con un fischio come si chiama un cane, gli disse che si sentiva il cazzo in tiro e voleva che lo facesse venire per sollievo Fabio deglutì si guardò attorno fissò Valeria negli occhi e con gli occhi lucidi si mise tra le gambe del signore e lo spompinò facendosi sborrare in bocca, il signore lo trattenne e anche a lui fu riservata la pisciata finale in bocca, Valeria cominciò a piangere singhiozzando, non riusciva a trattenersi, Fabio si alzò da sotto la tavola la guardò e cerco di fargli capire che doveva smettere, lei cosi fece smise di piangere si asciugò gli occhi e continuò a servire come anche Fabio.
La serata passò senza altri inconvenienti, dopo aver servito il dolce e l’amaro per chi lo voleva, gli ospiti si alzarono andando via fuori c’era il parco con il giardino, loro dovettero sparecchiare, il signor Carlo li chiamò e li fece mettere vicini dicendo loro ‘bravi questa sera siete stati molto bravi’, gli sciolse le catene e li rimise insieme, andatevi a riposare sono solo le venti tra un po’ vi richiamerò per continuare la festa.
Venne la fantesca e gli ordinò prima di andare di sparecchiare e lavare le stoviglie e i piatti sporchi, e così fecero sparecchiarono la tavola, misero tutto a posto andarono in cucina e lavarono tutto
Era tutto in ordine la fantesca li accompagnò nella stanza gli disse di fare una doccia e di riposare un po’ gli diede un pacco per uno, dicendo ‘questi sono gli abiti che metterete quando quella luce rossa si accenderà, verrò io a prendervi’ li lasciò chiuse la porta a chiave e andò via.
Rimasero soli si abbracciarono, ma subito si allontanarono pensando che eravo visti dalle telecamere, si fecero la doccia insieme e si distesero sul letto uno accanto all’altro in attesa di ordini.
salone principale, dove li attendevano gli ospiti, non disse come si dovevano vestire e loro non parlarono, poi andò via dicendo ‘fra massimo mezz’ora nel salone vi aspettano’, chiuse la porta, Fabio e Valeria si guardarono e quasi risero, Fabio sottovoce per non farsi sentire ‘ non ci ha detto come vestirci e non ci accompagna come usciamo??’ Valeria rise ma anche lei era titubante pensando che avrebbe potuto sbagliare in qualcosa, ma stette zitta, sembravano due scolaretti che avevano rubato la marmellata e li avevano scoperti però non li avevano puniti.
Così di comune accordo decisero di uscire nudi, aprirono la porta che poco prima era chiusa a chiave e adesso era libera, uscirono nel corridoio, c’era tepore non era gelido come avevano pensato e si incamminarono verso il salone, tenendosi per mano.
Arrivati alla porta sbirciarono dentro, c’erano tutti erano in piedi e si accalcavano vicino ad un tavolo dove c’era molto ben di Dio, in quel momento si ricordarono che loro erano digiuni, non mangiavano dalla sera prima, vero che gli avevano fornito calorie con tutte la sborra che gli avevano riversato nelle viscere, ma comunque gli serviva altro, entrarono piano in silenzio, tutti si voltarono c’era anche il signor Carlo che gli fece segno di entrare, ‘vedo che anche se non l’ho ordinato siete venuti come volevamo’ e rise tutti risero, ‘mangiate qualcosa che vi dovete sostenere altrimenti vi deperite’, così si avvicinarono al tavolo e mangiarono tutto quello che volevano, si guardarono negli occhi e quella situazione gli piaceva era come loro avevano sognato da sempre non avendo il coraggio di chiederlo a nessuno.
Dopo che si furono rifocillati, il signor Carlo li prese per mano e li porto al centro del salone, c’era un grande letto tondo, il materasso era ad acqua e ad ogni oscillazione ondulava, li fece sedere sul bordo del materasso e chiese ‘Fabio, con il tuo pisellino non credo che riusciresti a soddisfare una di queste splendide femmine che ci sono ora nel salone, ti piacerebbe anche per il nostro piacere prenderlo in culo?’ puoi parlare, Fabio anche se molto titubante chiese ma tutti? E io? Il signor Carlo rispose ‘godrai anche tu stanne certo’ cosi a malincuore assennò con la testa, a Valeria non lo chiese neanche, la spinse per le spalle e la fece coricare sul letto che ondeggiò, ci salì anche lui e tirandola per le braccia la portò al centro del letto, si distese vicino a lei e cominciò a dare morsettini sui capezzoli, che subito di drizzarono in alto, si spogliò e si distese arrivando al monte di venere, nessuno si muoveva aspettavano che lui li invitasse, ‘Fabio che fai aspetti? prendimi il cazzo in bocca su fa presto’ e così anche se controvoglia cominciò a leccare e succhiare il cazzo del signor Carlo che da piccolo diventò abbastanza grande da non contenerlo in bocca, allora il signor Carlo si alzò scostandosi da Fabio e infilò il cazzo in bocca a Valeria fino all’inizio della gola, lei non era ancora pratica ma lui insistette e riuscì a infilarlo fino in gola, Fabio nel frattempo si era coricato e leccava il culo e le palle, poi il signor Carlo alzò la testa e invitò tutti che in un momento si spogliarono rimanendo nudi, le signore anche e si misero tutti sul letto, una signora scostò Fabio lo distese e ci si sedette sopra, Fabio ebbe un conato di vomito perché la figa della signora puzzava non doveva averla lavata da molto tempo, ma lei non si preoccupò minimamente di lui disse solo una parola autoritaria, lecca e lui lo fece, nel frattempo ci fu uno che voleva essere il primo a sverginarlo, tutti si spintonavano per chi doveva farlo, lui era tra le gambe della signora e non si poteva muovere , fino a quanto uno vinse la contesa , si posizionò tra le sue gambe e gliele alzò la signora le tratteneva in alto e aperte, il signore aveva un cazzo di tutto rispetto Fabio non lo vedeva ma appena lo poggiò al buco se ne accorse subito, si agitò un po’ cercando di divincolarsi ma la signora era troppo pesante, cosi il signore gli passò un gel sul buco, spalmandolo tutto intorno, poi piano gli infilò un dito entrando e uscendo lo faceva roteare, poi ne mise un altro, Fabio a questo punto voleva gridare ma la figa della signora lo tamponava così il signore lo appoggiò e cominciò a spingere piano, poi fatta entrare la cappella diede un sol colpo e lo fece entrare fino alle palle senza fermarsi, Fabio con la figa in bocca urlò’.. ma nella figa, cercando di scappare ma inutilmente così si rassegnò e subì il cazzo di quel signore che gli allargava senza ritegno il culo ormai non più vergine.
Le signore si alternarono sulla sua bocca ormai aperta e già con la lingua fuori qualche altro maschio si era inserito tra le sue gambe e mantenendo la posizione lo aveva messo nel suo culo, Valeria era ancora con Carlo che la chiavava piano lei a occhi chiusi si lasciava fare un altro era nella sua bocca che la chiavava sempre con calma entrava e usciva e rientrando arrivava sempre più giù fino ad arrivare in gola, lei tossì ma rimase ferma non si mosse fino a quando le riversò nella gola tutta la sua sborra anche il signor Carlo sborrò nella sua figa, domando nell’orecchio sei feconda hai figli, lei scossa la testa dicendo che non ne aveva figli, allora lui disse che gli sarebbe piaciuto averne uno con lei, lei sorrise, e lo guardò, il signor Carlo si tolse dalle sue gambe e la lasciò in pasto agli altri, fu sollevata e fatta discendere su un cazzo di belle proporzioni, lo sentì tutto fino all’utero ma ne resto affascinata era enorme e sapeva chiavare bene, la strinse al suo petto forte continuando il su e giù un altro le puntò il culo e la penetrò senza riguardo lei urlò ma le piaceva restò ferma mentre i due la chiavavano con forza aumentando sempre i colpi e il ritmo, non capiva più niente scuoteva la testa e destra e sinistra facendo ondeggiare i sui capelli lunghi, allora intervenne il signor Carlo nuovamente in tiro che le forzò la bocca entrando con prepotenza, Fabio ormai anche lui era alla merce di tutti, una signora si infilò sull’inguine uno strapon era enorme, le fasce che lo mantenevano avevano inserito due peni abbastanza simili che erano infilati nel culo e nella figa della signora cosi che ogni colpo che dava ne riceveva anche lei benessere, lo infilò nel suo culo con cattiveria senza fermarsi entrò fino all’attaccatura delle fasce, Fabio non poteva gridare perché la bocca piena di qualche figa che era seduta su di lui.
Improvvisamente si sentì uno scricchiolio erano tutti sul letto ad acqua, il signor Carlo disse di scendere in fretta senza agitarsi tanto , il materasso poteva rompersi, cosi tutti uno alla volta scesero dal letto rimasero solo Fabio e Valeria che ormai erano in un oblio di sensi, non avevano neanche sentito che dovevano scendere, quando tutto si placò il signor Carlo tirò Valeria per un piede facendola cadere sul pavimento e un altro tirò Fabio facendo cadere anche lui, rimasero li senza muoversi, si sentì uno scampanellio entrarono due omoni enormi e con molta difficoltà portarono via il materasso.
Ma non era finita continuarono a possedere sia Fabio che Valeria senza sosta sembrava che non riuscivano a placarsi, i due ragazzi subivano e subivano senza sosta ormai il culo vergine di Fabio era diventato una caverna da esplorare, mentre Valeria aveva sia la figa che il culo aperti e slabbrati all’inverosimile, loro erano come drogati prendevano cazzi in culo in bocca in figa senza mai finire passarono quattro ore erano sfiniti, finalmente si placarono e ci fu il solito scampanellio, ritornarono i due omoni, che presero in braccio sia Fabio che Valeria e li portarono nella stanza, poi si girarono si guardarono attorno, e si spogliarono veloci, avevano dei cazzi enormi uno inculò Fabio e l’altro Valeria, dopo che sborrarono si aggiustarono veloci e andarono via, lasciandoli sul letto inermi.
Si svegliarono che era giorno, si guardarono non ricordarono neanche che giorno era, spossati si alzarono avevano capelli bocca culo pelle tutta impastricciata di sborra ormai secca, andarono nel bagno si fecero una doccia calda poi la intiepidirono e infine aprirono fredda che li destò finalmente da quella stanchezza che li attanagliava, adesso non sapevano che fare uscire oppure aspettare che qualcuno gli dicesse qualcosa, Valeria come al solito era la più coraggiosa si avvicinò alla maniglia la girò e’.la porta era aperta, uscirono insieme tenendosi per mano e si incamminarono nel corridoio, li incontrò la fantesca ma non li guardò neanche in faccia, Fabio disse ‘ ma che &egrave’ci siamo oppure &egrave un sogno, non ci ha neanche guardato’ Valeria abbozzò un sorriso continuando a camminare, entrarono nelle cucine dove la porta era aperta c’era una serva che si girò li vide e dissi ‘sedetevi’ loro nudi si sedettero sulle sedie, gli portò del latte e dei biscotti, che mangiarono molto volentieri, si guardavano intorno senza capire che dovevano fare o cosa sarebbe successo, la serva lo capì e senza smettere di fare quello che stava facendo, disse ‘ &egrave ancora presto il signor Carlo vuole che stiate bene, oggi vi vuole riposati e in forma’.
Dopo aver mangiato si alzarono e uscirono senza aver nessun saluto dalla serva che girandosi li guardava e scosse la testa, lei sapeva cosa sarebbe capitato più tardi a quei due giovani cagnolini, appena usciti incontrarono nuovamente la fantesca che adesso si parò davanti a loro, aveva i collari tra le mani, e senza profferir parola con la mano destra e con la sinistra diede uno schiaffo insieme a tutti e due facendoli urtare testa e testa, perché non li avete indossati? Esclamò, sempre dovete indossarli, dico io quando li dovete togliere chiaro???
Cosi si misero a vicenda i collari, ma si accorsero che non erano quelli che avevano comprato loro ma diversi più metallo che cuoio avevano le medagline una diceva proprietà signor Carlo XXXXX cell 33XXX nome VAL l’altra diceva uguale nome FAB, appena chiusi la fantesca mise tra loro una catenina che li faceva distanziare solo di una trentina di cm, applicò un solo guinzaglio sulla catenina e li tirò gridando SEGUITEMI.
Li condusse in un grande giardino, c’era un recinto molto grande, il sole era a picco, li fece entrare nel recito tolse il guinzaglio e la catenina, lasciandoli liberi, poi, ‘da questo momento dovete stare sempre a quattro zampe, non dovete parlare e se dovete fare qualche vostro bisogno laggiù c’&egrave un albero, se qualcuno vi chiama cercate di imitare il più possibile l’abbaiare dei cani’.
Li lasciò e andò via, Fabio e Valeria si guardarono la cosa li divertiva, risero anche se di nascosto, Valeria disse ‘ dobbiamo abbaiare e come si fa?’ non so rispose serio Fabio, parlavano sottovoce tra i denti per non farsi scoprire.
Dopo molto tempo Valeria doveva fare pipi e guardò Fabio e rise di nuovo, con lo sguardo cercava di farglielo capire, lui capì e guardò verso l’albero, Valeria si incamminò andò vicino e si accucciò per farla, ma sentì un voce ‘ devi alzare la gamba non accucciarti’, si spaventò, corse all’albero alzò la gamba e fece pipì che uscì colpendo la corteccia, Valeria aveva una faccia soddisfatta ormai che aveva evacuato ma il sorriso non si era tolto dalla faccia, sembrava una cosa surreale quello che stavano facendo, poi anche Fabio andò all’albero e urinò come aveva fatto lei anche lui sorrise, ma subito si rifece serio per paura di qualche punizione.
Era questo che sognavano da sempre avere qualcuno che li trattasse da animali come cani o altro, sembravano felici della loro posizione, da quando erano alla villa avevano detto si ho no quattro parole, per il resto muti sempre in silenzio.
Si stavano arrostendo al sole e decisero di rifugiarsi nella cuccia, non era molto grande dovevano stare appiccicati uno vicino all’altro, ma trovarono la posizione e rimasero tranquilli, non sapevano l’ora ne tantomeno cosa succedeva, sentirono dei passi uscì Valeria, era la fantesca portava delle ciotole, entrò nel recinto si diresse in un angolo dove gia c’erano delle ciotole con l’acqua e mise accanto a loro anche quella del cibo, uscì e andò via richiudendo il recinto, uscirono dalla cuccia a si diressero alle ciotole avevano fame, arrivati guardarono dentro e’..c’erano veramente le crocchette dei cani, Valeria si mise a ridere, si sentiva veramente una cagna così appoggiò la bocca nella ciotola e cominciò a mangiare lo stesso fece Fabio ma con molta riluttanza, quando si furono saziati leccarono un po’ d’acqua e ritornarono alla cuccia, faceva molto caldo e il sole picchiava forte.
Quando improvvisamente sentirono molti passi nel prato Valeria piano cacciò la testa fuori e”’
C’era molte persone che camminavano verso il recinto, maschi e femmine, parlottavano fra di loro ridevano, indicando il recinto, ovviamente sembrava vuoto perch&egrave eravamo nella cuccia, poi si sentirono in lontananza dei cani che abbaiavano e mano a mano si sentivano più vicini, Fabio ebbe paura dicendo speriamo che non li fanno entrare qui, ho paura, Valeria rimase impassibile, tanto già aveva provato il cazzo di un cane.
Improvvisamente si materializzarono fuori dal recinto almeno una quindicina di cani tutti di grossa taglia, ma non li facevano entrare, il signor Carlo si avvicinò e ci chiamò fischiando, noi facemmo uscire le teste, lui sorrise e ci invitò a uscire sbattendo la mano sulla coscia dicendo ‘qui belli venite qui’, con riluttanza uscimmo e andammo vicini alla rete che ci divideva da loro, mise un dito nella rete accarezzò il naso di Valeria, che capendo lecco il dito, proprio come faceva un cane, allora tutti risero guardando quello che faceva Valeria, chiamò la fantesca gli sussurrò qualcosa all’orecchio e si allontanò, lei aprì il catenaccio aprì il cancello e entrò prese delle catene che erano appesa, le mise al collare di Fabio e Valeria e le fece uscire dalla maglia della rete, il signor Carlo le prese e le mantenne mentre la fantesca usciva richiudendo il cancello.
Il signor Carlo manteneva le catene e cominciò a tirarle piano verso di lui facendo avvicinare le due teste alla rete, quando furono vicini le fissò su un anello che era conficcato nel terreno facendo in modo che non si potessero più allontanare dalla rete, con delle altre catene serrò i polsi alla rete, quindi potevano solo agitare il culo, per il resto erano bloccati, nel frattempo i cani si cominciarono ad innervosire abbaiando e cercando di sfuggire al guinzaglio, c’&egrave n’era uno nero peloso enorme che sembrava il capo del branco, non si muoveva guardava fisso il recinto e quei due che erano all’interno, ne guardava uno fisso non gli distoglieva gli occhi di dosso, mentre gli altri si agitavano il nero era fermo immobile seduto non muoveva un muscolo.
Molte signore ebbero un po’ paura di quel branco che abbaiava le tonalità erano forti i cani erano grandi, ad un cenno del signor Carlo gli omoni che mantenevano i cani aprirono il cancello del recinto Fabio voleva divincolarsi dalla stretta delle catene che lo bloccavano Valeria rimase immobile, anche lei aveva paura ma non lo dimostrava, anzi cercò di sedersi riparando le sue zone intime, ma non ci riusciva tanto bene, faceva dei movimenti goffi, li sciolsero e li fecero entrare il grosso nero corse immediatamente da Fabio lo aveva già puntato da fuori, lo annusava molto probabilmente lo credeva un rivale, tanto era grosso che lo sovrastava di molto, gli altri andarono da Valeria e qualcuno si avvicinava con molta circospezione a Fabio temendo le ire del grosso maschio, il molosso si girava e rigirava intorno a Fabio lo annusava gli dava qualche leccatina, lo leccò nel culo poi sul cazzo, Fabio contro la sua volontà ebbe un erezione anche se minuscola, il molosso continuò a leccare il cazzo si uni un altro cha gli leccavano alternativamente il cazzo e il culo, e così ebbe un orgasmo fece uscire il suo sperma (poco) che i cani leccarono, ma ormai era in estasi aspettando gli eventi futuri, gli spettatori guardavano e ridevano qualcuno azzardò ad una scommessa a chi per primo riusciva a inculare Fabio e chi Valeria, tutti cominciarono a scommettere il signor Carlo se la rideva dicendo ‘questa coppia di cagnolini &egrave proprio all’altezza della situazione’ e rise.
Passarono pochi minuti che il molosso posò le zampe anteriori senza sforzo sulle schiena di Fabio e cominciò ad agitarsi per cercare il buco dove entrare, Fabio cercava di resistere ma il cane era pesante e molto più grande di lui poi”.videro che Fabio strabuzzò gli occhi tutti risero, qualcuno disse lo ha trovato e giù ancora risate, il molosso cominciò ad agitarsi, facendo un avanti e indietro indemoniato Fabio sentiva che il cazzo nel suo culo prendeva sempre più consistenza diventando sempre più grande, e più tosto continuando il nodo cominciò ad ingrossarsi e Fabio cominciò a gridare e senza accorgersi sborrò ancora senza toccarsi ne essere toccato, il molosso venne nel suo culo ma rimase legato dal nodo e come tutti i cani si girò rimando legato a lui culo contro culo in attesa che si sgonfiasse il nodo.
Anche Valeria era stata montata da un cane anche questo si agitava veloce e come l’altro quando venne rimase legato culo contro culo, tutti gli altri giravano intorno aspettando il loro turno qualcuno si azzuffava per prendere un posto, e così andò avanti per almeno un’ora, quasi tutti i cani usarono Fabio e Valeria che immobili e legata al recinto non si potevano alzare e reagire all’assalto anche a Valeria non fu risparmiato il culo, poi i cani si placarono, i due omoni entrarono e li legarono portandoli via, i due erano stremati ancora legati, gli tremavano le braccia perché in tensione per troppo tempo, così il signor Carlo chiamo la fantesca che li liberò dalle catene, i due stramazzarono al suolo rimanendo inermi per un po’, tutti andarono via lasciandoli soli maleodoranti e con le sborra dei cani che ancora usciva dai loro buchi ormai dilatati, anche la fantesca era andata via, dopo un po’ Valeria guardò Fabio e ridendo gli disse che era stato fantastico quello che aveva provato, anche Fabio cominciò a ridere dicendo &egrave vero quello che mi hanno fatto veramente mi &egrave piaciuto e lo rifarei volentieri.
Dopo un po’ ritornò la fantesca gli legò i guinzagli e strattonandoli e senza parlare li fece alzare portandoli nella cascina, li legò con le braccia alzate in due angoli differenti andò vicino ad una manichetta e aprì l’acqua direzionandoli verso di loro, era gelida ma li sveglio dal torpore, la puntò principalmente sul cazzo e sulla figa lavandoli alla meglio, richiuse l’acqua li sciolse e bagnati li tirò nella casa, facendoli entrare in un bagno poi finalmente disse ‘fatevi una doccia li c’&egrave tutto l’occorrente, ci sono anche dei profumi, metteteli e quando vi siete riposati e vi sentite pronti ritornate nel salone principale’.
Si infilarono sotto la doccia ridendo e scherzando si toccavano lei infilò un dito nel culo di Fabio e lo trovò allargato, ‘ma ti senti entrare l’aria?’ chiese per scherzo Fabio sorrise e anche lui nel contatto infilò un dito nella sua figa, la trovò slabbrata e continuando a giocare gli infilò un altro dito poi un altro e infine riusci ad infilare la mano lei ebbe due orgasmi nel frattempo, si contorceva con la sua mano infilata nella figa e diceva si dai vai avanti e indietro, non ti fermare, ebbe un altro orgasmo e si placò lui tolse la mano e continuarono a lavarsi era pieni di schiuma, lei continuava a sorridere e gli disse ‘lo sai’.questo ero quello che volevo essere dominata da qualcuno che faccia e mi faccia fare tutto quello che lui desidera, sai se mi ordinasse di andare con un cavallo farei anche quello’ Fabio rideva anche a me fa piacere non sapevo che farmi comandare fosse così bello.
Si asciugarono e si profumarono come aveva avuto ordine dalla fantesca, Valeria disse ‘come andiamo ci vestiamo? Oppure usciamo nudi?’ Fabio la guardò e apri un armadio e c’erano dei vestiti, ma non erano proprio vestiti erano una sorta di completo ne da cameriera ne da sguatteri ma era come se vestendosi si vestivano da un animale ma non riuscivano a capire quale, comunque Fabio lo prese e se lo infilò si guardò allo specchio e sorrise, ‘guarda non riesco a capire che cosa &egrave’ era fatto di uno strato di peli che lo copriva per tutta la schiena e arrivava fino alle natiche le maniche e le gambe venivano fasciati da quei peli, se si metteva in ginocchio e camminava a quattro zampe, be sembrava una specie di cane ma non proprio, comunque ridendo disse io lo indosso, tanto anche se sbaglio”. Valeria rimase nuda e prendendosi per mano si avviarono nel corridoio, passarono tre porte chiuse, non le aprirono non gli era concesso, infine arrivarono alla porta del salone, si udivano le voci degli ospiti che chiacchieravano e ridevano, bussarono e spingendo la porta entrarono, tutti si voltarono, il signor Carlo non c’era, ma gli andò incontro un signore che appena arrivato vicino a Fabio gli mollò uno schiaffone da farlo cadere, ‘mi hai fatto perdere la scommessa stronzo ‘ disse ‘ il signor Carlo &egrave dovuto andare via vi ha affidato a me per il resto della serata , poi vi lasceremo andare domani &egrave lunedì e dovete andare al lavoro giusto?’ lo guardammo senza rispondere e lui indignato diede lo stesso schiaffone a Valeria con la mano sinistra facendola cadere anche a lei, ‘giusto?’ ripete, cosi rispondemmo ‘si signore domani lavoriamo’.
Si allontanò e si riporto vicino al tavolo, ci guardò e disse in ginocchio e sotto se qualcuno ha bisogno di qualcosa provvedete, così ci inginocchiammo e a quattro zampe andammo sotto la tavola ci fu una signora che subito, ‘vieni qui cagnolina che sento un bisogno’ così Valeria si avvicino e con la bocca (non poteva usare le mani) con molti sacrifici gli sfilò le mutande, infilando la sua testa fra le sue cosce, Fabio guardava nessuno lo chiamava e non doveva muoversi, la signora che Valeria slinguava ebbe un orgasmo e poi si mise a pisciare nella sua bocca Valeria non si scostò anzi gli andò più sotto per non perderne neanche una goccia, un’altra signora fischiò e disse su vieni voglio il maschietto, così Fabio gattonò verso la signora che aspettava che gli togliesse anche a lei le mutande e Fabio cominciò a leccare, la figa di quella signora puzzava come una fogna lui ebbe dei conati di vomito ma non si allontanò dal suo dovere ma ogni slinguata sentiva il sapore sempre più amaro e schifoso, quando la signora ebbe l’orgasmo lo prese tra le mani e lo tenne fermo immobile finche alla fine dell’orgasmo pisciò in bocca anche a lui.
Il loro nuovo padrone si alzò e li chiamò facendoli uscire loro gattonarono fuori dalla tavola avvicinandosi al padrone che con un calcio scacciò lui e con un guinzaglio lo agganciò al collare di Valeria e la portò fuori, Valeria camminava con calma non poteva correre ma lui la tirava ‘dai fai in fretta ‘ diceva che altrimenti facciamo tardi, la portò in una stanza nuda c’era solo un legno appeso al soffitto, entrarono i due omoni cha la sollevarono e la legarono con le braccia al legno sospeso, gli sollevarono le gambe e fissarono anche quelle, aperte quindi aveva tutto disponibile, il signore si tolse i pantaloni si accarezzò un po’ il cazzo che già era in tiro gli andò vicino e senza dire altro la chiavò con una forza tremenda, Valeria non poteva opporsi ma godeva di quella violenza, lui lo capì e dava colpi sempre più forti, al che ne entrò un altro ‘ ma la vuoi tutta per te’ si spogliò e gli andò alle spalle, aveva un cazzo di buone proporzioni e senza pensarci due volte glielo infilò nel culo, la stavano montando insieme, e insieme sborrarono, quando uscirono Valeria aveva i due buchi aperti e colanti di sborra, loro andarono via, il signore chiamò i due omoni e disse altri dieci minuti poi devono andare fatevela voi, loro annuirono e entrarono nella stanza, si spogliarono, Valeria già conosceva il loro cazzo e sapeva che erano enormi, mi guardò con compassione, ma loro non si preoccuparono minimamente di quello sguardo bastonato uno avanti e l’altro indietro lo appoggiarono ai suoi buchi e quasi contemporaneamente lo infilarono Valeria ebbe un sussulto ma godeva e si sentì mentre diceva presa dalla goduria ‘ più forte più forte’ loro risero e colpivano sempre più con vigore fino a quando sborrarono uscirono, uno dei due prese con le mani quello che colava e fatto il palmo a cucchiaio lo riempi e lo portò alla bocca di Valeria che ingoiò e lecco tutta la mano dell’omone, la sciolsero la adagiarono per terra, la presero in braccio e si incamminarono nel corridoio a metà videro Fabio lo alzarono anche a lui e li portarono fuori, il sole brillante gli fece chiudere gli occhi, i due li poggiarono per terra rientrarono e chiusero il portone lasciandoli li sul selciato.
Fabio si avvicinò a Valeria la abbracciò e facendola alzare la portò con calma fino alla macchina, lei lo guardava con un’aria da libidine non capiva che cosa stava succedendo, ancora aveva orgasmi, poi si svegliò dal torpore nel frattempo che la macchina sfilava per le strade deserte della domenica, arrivati a casa lei si accorse in quel momento che era nuda e lui vestito”..da cane? Così corsero nel palazzo fino al loro piano si infilarono in casa, lei scoppiò in una risata quasi isterica, dicendo ‘mi piace’.mi piace quello che sto e stiamo facendo &egrave da pazzi ma &egrave favoloso’, anche Fabio annuì ‘&egrave vero non avevo mai pensato di fare quello che sto facendo’, si fecero una doccia cenarono e dopo si distesero sul letto, si addormentarono subito, avevano un viso soddisfatto e appagato.
Il giorno dopo uscirono come al solito e andarono al lavoro, in attesa che qualcuno comunicasse quello che dovevano fare, l’attesa durò poco stesso nella giornata alla stessa ora di pranzo rividero il signor Carlo che si diresse al loro tavolo e come sempre senza salutare ordinò a Fabio di andargli a prendere da mangiare, Fabio scattò all’istante, quando tornò il signor Carlo disse’ tra un paio di giorni mi faccio sentire e fino a venerdì siete liberi poi vi dico cosa fare, si alzò e andò via.
Erano passati due giorni e del signor Carlo nessuna notizia, noi volevamo che ci chiamasse ma non c’era nessun messaggio mail ne altro, cosi riprendemmo la nostra vita di sempre, lavoro e casa, e visto che eravamo ancora in part time tutti i pomeriggi eravamo a casa dalle tredici e non sapevamo come ammazzare il tempo, cosi il terzo giorno decidemmo di giocare da soli, appena arrivati a casa ci fiondammo sotto la doccia, cominciammo ad accarezzarci e facemmo sesso, con nostro pieno piacere, Valeria ridendo disse ‘vogliamo uscire come se andassimo dal signor Carlo?’ la guardai e chiesi ‘come tu nuda e io vestito da cane?’ no disse ci mettiamo i plug con la coda e usciamo per strada, cosi decidemmo e cosi facemmo, ci infilammo i plug ci vestimmo e guardando lei di dietro cominciai una risata si vedeva il bozzo della coda e voltandomi anche a me si vedeva la stessa cosa, però decidemmo di uscire ugualmente.
Lungo la strada molte persone che ci passavano vicini avendo visto il bozzo dietro ci guardavano con aria di derisione non sapendo cosa avevamo, cosi passeggiammo tutto il pomeriggio alla sera trovammo un localino molto lontano da casa nostra era piccolo con pochi tavoli c’erano delle porte che chiudevano altre stanza che ci era vietato guardare, così ci sedemmo con molta circospezione perché a lungo andare il plug cominciava a fare male e ordinammo da mangiare, alla nostra sinistra c’era un tavolo con tre persone sedute che ogni tanto davano uno sguardo a noi sorridevano fra loro e ci riguardavano avevano assistito a come ci eravamo seduti con molta calma e che ogni tanto dovevamo spostare il sedere per stare comodi.
Quei signori che ci guardavano erano sempre con gli occhi addosso a Valeria sembrava che la volessero spogliare per vedere perché si agitava, poi dopo il primo lei doveva andare al bagno cosi si alzò e mi disse nell’orecchio ‘vado alla bagno e se posso mi tolgo la coda non resisto piu’ asserii con la testa e lei si allontanò, uno di quei signori dopo poco che Valeria si era allontanata si alzò anche lui e si avviò al bagno cercando di non dare sospetti, sembrava che non mi volesse far sapere che la stava seguendo, io lo seguii con la coda dell’occhio aprì la porta e sparì all’interno.
Entrò nel bagno dove c’era Valeria senza far rumore guardò in giro e si accorse che erano soli, guardò da sotto le porte e vide dove stava Valeria, sentiva dei sospiri perché con molto dolore si stava togliendo il plug dal culo e gli faceva male, cosi con forza entrò nel gabinetto e la trovò con il vestito alzato e il plug in mano non aveva fatto in tempo a nasconderlo, la guardò in faccia e rise senza dire una parola mise le sue mani sulle sue spalle e la forzò a scendere in ginocchio davanti a lui estrasse il cazzo dai pantaloni e glielo infilò in bocca Valeria senza parlare cominciò a fargli un pompino, ma quel signore non voleva che lei si muovesse, cosi fermo la sua testa e cominciò a chiavarla in bocca e ogni colpo era sempre piu dentro fino a infilarglielo in gola, lei tossi ma lui non gli dava il tempo di riprendersi lo infilava sempre piu dentro fino a quando fermò la testa di Valeria con forza infilò ancora più dentro il suo cazzo e sborrò direttamente in gola a lei che cominciò a tossire non riuscendo neanche a respirare.
Dopo si ricompose la alzò per un braccio e la portò fuori insieme a lui, la accompagnò al tavolo e rivolgendosi a Fabio disse ‘ho visto come siete combinati quando usciamo venite con noi senza dire una parola, paghiamo noi il conto’ Fabio guardò Valeria che aveva le lacrime agli occhi per il trattamento che aveva avuto, ma non disse niente, stettero ancora un po’ poi i tre si alzarono e andando vicino al loro tavolo li presero sotto le braccia e li portarono fuori, entrarono in un furgone nero alto con i vetri oscurati i due si guardarono in faccia impauriti pensando ‘adesso che succederà appena il signor Carlo si accorge di questo ?’ ma non ebbero il tempo di pensare ad altro che il furgone si fermò li presero e li fecero scendere, entrarono in un portone vecchio e fatiscente, salirono al terzo piano e aprirono una porta mezza sgangherata buttandoli dentro.
All’interno c’era una stanza vuota non c’era neanche un mobile solo delle corde che scendevano dal soffitto e dei materassi sul pavimento, Fabio e Valeria si guardarono intorno, volevano dire qualcosa ma le parole non uscivano, uno di quelli prese Fabio e lo fece mettere in un angolo della stanza, a Valeria la fecero inginocchiare al centro e tutti si misero intorno facendole delle domande ‘ ti piace essere comandata? ‘ ‘si’ ‘e ti piace che tutti possano approfittare di te senza che tu decida? ‘ ‘si’ rispondeva sempre a monosillabe non aggiungeva niente altro, uno dei tre la prese per i capelli e la strattonò alzandole la testa, ‘ti piace anche essere torturata e violentata e ubbidirai sempre vero?’ lei lo guardò negli occhi e gli cominciò a scendere una lacrima rispondendo ‘si ‘.
Uno dei tre le mise una mano tra le gambe e la trovo bagnata all’inverosimile, la tolse e alzando la voce disse ‘guardate come sta combinata questa, stiamo solo parlando ed &egrave già fradicia’, cosi la tirò per i capelli facendola alzare in piedi, la guardò negli occhi e disse ridendo,’ esci trovi un’altra stanza c’&egrave un tavolo su cui sono posati degli oggetti, scegli quelli che ti intricano di più, e portali ne devi scegliere almeno cinque, che ci mostrerai e ci pregherai di usarli’ , Valeria si allontanò entrò nella stanza vedi il tavolo si avvicinò e sopra c’erano oggetti di tutti i tipi frustini, fruste lunghe, canne di bambù, un paio di collari uno di cuoio l’altro di catena delle polsiere e delle cavigliere, insomma un po’ di tutto, prese il collare di catena, un frustino da cavallerizzo una frusta lunga e due canne di bambu, entrando nuovamente nella stanza vide Fabio che era stato denudato e appeso per le braccia, ‘ abbiamo chiesto anche a lui se gli piaceva e ci ha detto che ne sarebbe stato onorato,’ entrò ma non si manteneva in piedi dall’eccitazione, la sua linfa le colava tra le gambe formando delle goccioline che scendevano la guardarono e risero tutti, ‘facci vedere che cosa hai portato’ disse uno lei lo mostro e come gli avevano insegnato disse ‘vorrei che provaste queste cose su di me’ quello la guardò e gli mollò uno schiaffo tremendo dicendogli ‘su di me e’.’, lei capì subito e Fabio si apprestò a dire.
Guardò nella direzione di Fabio che era sollevato da terra di un paio di centimetri, gli avevano lasciato la coda, aveva le braccia a v e la guardava con un sorrisetto sulle labbra, uno di loro disse, ‘adesso userai quello che hai preso dal tavolo su di lui, scegli un collare per te e uno per lui, poi dopo se vuole Fabio ti restituirà quello che gli hai dato nel modo che vuole’, Valeria prese il collare di catena e se lo girò intorno al collo, sorrise guardando Fabio e poggiò gli altri oggetti per terra, tanto era eccitata che quasi non si reggeva in piedi, prese la frusta lunga, si mise ad una distanza ottimale e anche se non era pratica fece schioccare la frusta colpendo inesorabilmente Fabio sul culo, che emise un urlo, agitandosi senza possibilità di evitare le altre tre frustate che Valeria gli diede, appoggiò la frusta e prese una canna di bambù, lo colpì forte lasciando dei segni molto profondi sul suo culo, quasi svenne dal dolore, un signore che rideva guardando quello che la moglie faceva al marito, lo sciolse e lui si accasciò a terra, guardava Valeria piangendo sperando che poteva restituire il piacere, ma non fu cosi, lo presero e lo distesero sul materasso, lo misero a quattro zampe, e con violenza gli estrassero il plug dal culo, uno già aveva il cazzo duro come il marmo passò davanti e glielo infilò in bocca lui lo ingoiò senza poter dire niente, guardava nella direzione di Valeria che era rimasta un po’ defilata da loro, un altro si mise dietro di lui e lo inculò, il cazzo entrò senza sforzo anche aiutato dal plug che aveva avuto tutto il giorno inserito, quello in bocca gli riversò tutto la sborra nella gola come anche l’altro nel culo, quando uscì entrò l’altro e anche questo gli sborrò nel culo, che gli colava tra le gambe venne anche lui senza toccarsi, uno dei tre fece una telefonata e dopo un po’ si sentì bussare alla porta, dissero a Valeria di aprire, quando si spalancò la porta lei rimase inebedita c’erano quattro uomini enormi almeno alti due metri due neri e due bianchi, che la guardarono e le misero le mani addosso infilando le dita in tutti i buchi, poi la scostarono e si avvicinarono a quello che aveva telefonato confabulando con lui, lui sorrise e annuì con la testa ridendo.
Si avvicinarono e presero Valeria in braccio la portarono fuori Fabio non capiva che stava succedendo, Valeria era sparita insieme a quei quattro omoni, uno gli disse di non preoccuparsi che si volevano solo divertire un po’ con lei, nel frattempo si erano riposati e avevano ricominciato a inculare Fabio, che anche se eccitato nuovamente anche lui non poteva non sentire le urla che si sentivano da lontano di Valeria, così cominciò a piangere continuando a essere inculato e chiavato in bocca, Valeria urlava sempre piu forte ma non riuscendo a sentire bene sembrava che gli piacesse ma non ne era certo.
Valeria era stata portata in una altra stanza che aveva un letto di ottone con spalliere , l’avevano adagiata sul materasso e legata con le mani alla spalliera le gambe erano state rialzate e legate anche loro alla spalliera quindi era tutta aperta alla merce di quelle persone, che si spogliarono mostrando dei cazzi enormi Valeria li guardava e godeva senza essere toccata da nessuno, scendevano le gocce sul culo vista la posizione bagnando il materasso, i quattro si guardavano in faccia e ridevano, uno si fece avanti, salì sul letto e senza tanti complimenti lo infilò nella figa di Valeria che gridò forte visto le proporzioni del cazzo che la chiavava, diede una dieci di colpi assestandoli sempre più in fondo, poi si alzò e si scostò lasciando il posto ad un altro che entrò senza neanche appoggiarlo lo infilò tutto di un botto facendo come il primo, poi venne il terzo stessa storia infine ci fu l’ultimo che ancora doveva togliersi il boxer, salì sul letto in ginocchio si avvicinò alla figa di Valeria la leccò un poco infine si tolse il boxer Valeria sbiancò aveva un mostro tra le gambe guardandola sorrise e disse ‘fino ad adesso nessuna femmina mi ha mia accolto nella sua figa ma con te mi hanno detto che posso fare quello che voglio’ Valeria voleva gridare ma questo senza tanti scrupoli appoggiò la cappella alla figa e cominciò a spingere allargava la figa a dismisura anche se era già stata allargata dagli altri, arrivò quasi alla lacerazione dei tessuti, Valeria gridava , ma lui continuava a spingere senza tanti complimenti, arrivò neanche a metà Valeria cercava di scostarsi cercando di farlo uscire ma legata come era non poteva fare piu di tanto, si fermò la guardava era sudata e piangeva lamentandosi allora riprese a spingere Valeria sussultò poteva solo subire spinse ancora ed entrò un altro centimetro sempre piu forte fino a quando riuscì a farne entrare più della metà, Valeria gridava si agitava ma inesorabilmente continuava a spingere fino a quando”lo infilò tutto fino alla radice dello scroto, lei restò ferma immobile si sentiva trafitta non riusciva a muovere il bacino, questo dopo poco piu di un minuto cominciò ad andare avanti e indietro, quando usciva a Valeria sembrava che si fosse svuotata di qualcosa e quando rientrava la riempiva enormemente, lei gridava ma adesso gridava di godimento ebbe un orgasmo dopo l’altro non riusciva più a fermarsi mentre quello continuava il suo andarivieni fino a quando smise, usci da lei e tutti andarono a guardare il buco era enorme non riusciva a richiudersi tanto era stato dilatato, Valeria continuava ad avere orgasmi multipli, agitava la testa da destra a sinistra il sudore colava sugli occhi i capelli erano bagnati, quando riusci a connettere si guardò intorno vide quei quattro che la fissavano rise e svenne.
Intanto a Fabio continuavano a incularlo a turno girando intorno a lui mentre uno lo metteva nella bocca un altro glielo metteva nel culo senza fermarsi Fabio venne altre volte senza doversi neanche toccare tanto era manipolata la prostata, nel frattempo i quattro aspettavano che Valeria si riprendessi nel frattempo l’avevano slegata e distesa sul letto aveva ancora le gambe larghe non riusciva ancora a richiudersi il buco, quando si riprese mise una mano tra le gambe e si accorse che ci sarebbe entrata la sua mano senza sforzo, si guardò intorno vide la facce dei quattro uomini che la guardavano li sorrise dicendo ‘ non mi farete altro vero?? Sono stanza’ tutti risero anzi uno rimase fermo e serio facendole capire che non era finita che doveva dare ancora, lei cercò piano piano di scendere dal letto cosi che poteva scappare, ma fu presa posizionata a pecorina e il primo come prima si mise dietro, aveva un tubetto in mano e lo premette sul culo e sulla figa Valeria cominciò a gridare dicendo che non voleva piu farlo le faceva male ma più gridava e più arrapava quei quattro, cosi dopo aver spalmato il gel senza avvisare lo puntò sulla figa ed entrò ridendo disse ‘mamma mia che le hai combinato non sento le pareti della vagina’ continuò per un tempo infinito poi uscì si portò davanti a lei e gli infilò in bocca il cazzo sborrando nella gola mentre sborrava un altro era entrato dentro senza avvisare ma questa volta era il culo che accolse quel pezzo di carne enorme lei ormai senza forza non opponeva resistenza, fino a quando anche lui prossimo allo sborrare usci sporco anche di qualche residuo e lo infilò fino in gola sborrando copiosamente il terzo fece lo stesso, poi’..arrivò il momento del quarto, Valeria se ne accorse cerco di fuggire urlando ma gli altri la tennero ferma l’uomo si ise dietro lo punto al culo e”entrò con tutta la forza che aveva senza fermarsi mai fino ai coglioni Valeria urlava tutta la sua disperazione, ma quello incurante delle grida cominciò a chiavare, con colpi potenti e feroci, erano anni che non riusciva a chiavare nel culo una femmina cosi dopo quasi una mezzora le sborro nell’intestino tanta ma tanta sborra che le scivolò fuori scorrendo per le gambe lei si accasciò sul letto e non si mosse per un po’ avendo orgasmi multipli.
Quando tutti si furono placati la fecero alzare mandata da Fabio lei non riusciva a camminare dovendo stare con le gambe aperte, anche Fabio non era messo meglio, gli diedero i vestiti facendoli rivestire, poi tutti andarono via rimasero solo loro poi bussarono alla porta loro si guardarono chiedendosi chi fosse Fabio aprì ed ebbe davanti il signor Carlo che ridendo disse ‘ vi ho visti uscire conciati in quel modo cosi ho trovato dei vecchi amici e vi ho affidato per questa giornata a loro, per adesso avete finito tronate a casa ma”.fra due giorni vi voglio a casa mia rimessi e perfetti perché c’&egrave una festa e sarete la sorpresa finale.
baffone52@live.it Anche se malconci si incamminarono piano verso la loro strada, dopo un po’ si fecero una doccia e si distesero sul letto addormentandosi per la stanchezza.
Si risvegliarono a mattina inoltrata non si andava al lavoro, riuscirono ad alzarsi con un po’ di difficoltà, prepararono una buona colazione, cercando di recuperare le forze, dovevano aspettare una telefonata dal sig, Carlo. Passarono ancora dei giorni ma non succedeva niente era quasi il fine settimana e del sig. Carlo nessuna notizia, anche il w.e. passò e loro sempre chiusi in casa in attesa, ma niente.
Cosi andò avanti per un bel po’ loro lavoro e casa, non uscivano perché aspettavano sempre qualche ordine, ma”..nessuno chiamava, una sera presi dalla disperazione Valeria cominciò a piangere dicendo che ormai il sig. Carlo non li voleva piu e aveva altri due schiavetti a sua disposizione anche piu bravi di loro Fabio cercava di consolarla dicendo che forse aveva impegni e non li poteva chiamare per quello, cosi da quella bravata che avevano fatto passò quasi un mese senza avere piu notizie del sig. Carlo.
Un venerdi mattina arrivò un sms, Valeria lo aprì senza emozioni, ormai non si aspettava piu che il sig. Carlo la chiamasse, ma era proprio lui, Valeria si agitò chiamando Fabio e così lessero il messaggio ‘ stasera da me vestiti come sapete, senza sbagliare l’ora ‘ , uscirono dal lavoro e si prepararono per bene si fecero una doccia interna ed esterna si depilarono si profumarono e cominciarono a vestirsi, Fabio insalivò il plug anale con la coda di Valeria invitandola a fare lo stesso della sua, e a vicenda si infilarono il plug, lei nuda con il vestito trasparente e lui vestito da cane con le orecchie, cosi di corsa scesero in garage senza farsi vedere entrarono in macchina e sgommarono via verso la villa.
Arrivarono dopo un’ora di viaggio, fermarono e scesero si incamminarono nel vialetto, li accolse la fantesca con un frustino nelle mani, ‘bene non si ti sei accorto che stai camminando sul selciato in piedi e non a quattro zampe?? Sei o no un cane??’ Fabio si arrossì in viso e immediatamente di mise a quattro zampe sul selciato le pietre bianche cominciarono subito a fargli male ginocchia e mani, Valeria aveva delle scarpe basse, le guardò e se le tolse subito mettendo i piedi sulle pietre e si lamentò perché facevano male, la fantesca rise e si incamminò verso la porta Fabio cercava di provare il meno possibile dolore che aveva camminando su quelle pietre aguzze e anche Valeria faceva la stessa cosa.
La fantesca li fece entrare legando con una catena Fabio presso una gabbia incitandolo ad entrare, lui entrò e lei chiuse la gabbia lasciandolo sul ferro, non c’era neanche una copertina si sedette cercando di mettersi il piu comodo possibile, Valeria la portò piu avanti, la fece salire su un podio, come quello delle statue gli tirò via quel vestitino trasparente, dicendole ‘ adesso allarga un braccio in avanti e uno lateralmente, e rimani immobile, stasera e fino a quando non ti chiamo farai da appendiabito’ rise e andò via, Valeria prese posizione e rimase cosi, chiuse gli occhi cercando di non fare nessun movimento.
Passava il tempo ma non succedeva niente Valeria cominciava a stancarsi e cominciò a tremare con le braccia, la posizione non era delle migliori, poi si sentì da lontano un vociare, si presentarono delle persone che togliendosi i soprabiti cominciarono ad appenderli sulle braccia di Valeria, vennero delle signore con le pellicce e le appesero su Valeria ma la stanchezza il peso eccessivo abbassò le braccia facendo cadere tutti gli indumenti per terra, a quel punto le signore si irritarono cominciando a insultarla, lei cominciò a piangere chiedendo scusa, improvvisamente apparve la fantesca che con uno schiaffo talmente forte gli disse ‘mai visto un appendiabito che parla’ e con il frustino gli assestò dieci scudisciate sul culo facendogli subito dei lividi, la prese per un braccio e la portò con lei dentro ad una stanza buia, la lasciò e gli disse ‘tra poco vengo non ti muovere e non parlare stasera sarai la preda di tutte quelle padrone e non sarà facile’ la lasciò sola e andò via chiudendo la porta alle sue spalle.
Valeria non vedeva niente era buio ma sembrava che ci fosse una presenza non riusciva a capire se era una sua sensazione oppure era veramente presente qualcuno , cosi pensò, ‘ma al buio chi vuoi che ci sia non vede niente e sembra che la stanza sia insonorizzata’ così rimase nel dubbio rimanendo in piedi come gli aveva consigliato la fantesca.
Intanto Fabio era ancora chiuso nella gabbia, cominciando a gelare visto che era sera e non avendo neanche un tappetino sotto, ormai si era atrofizzato a restare sempre nella stessa posizione non avendo possibilità di movimento, improvvisamente si accese un faretto che lo illuminò facendogli mettere una mano sugli occhi per abituarsi al chiarore improvviso, si aprì la gabbia e una mano forte lo prese per un braccio facendolo uscire non riusciva a stare in piedi da solo si doveva appoggiare per non cadere, la mano lo lasciò e lui si accasciò sul selciato, ma un calcio lo fece rimettere subito in piedi, non voleva far subito arrabbiare quello che lo aveva tirato fuori, fu portato in casa, anzi fu trascinato visto che le gambe non gli davano appoggio, lo portarono in una grande sala che non aveva mai visto e”.comparve il signor Carlo, ciao gli disse lo sai che stasera sei una star? E devi subire ”anzi devi essere punito tu e lei per essere usciti quel giorno senza chiedere il permesso e in che modo.
Fabio lo guardava cercando di distogliere gli occhi ma non rispondeva, ‘rispondi’ disse, cosi Fabio alzò gli occhi e rispose, ‘ siamo stati indisciplinati fate di noi quello che ritenete piu opportuno’ il signor Carlo rise molto forte e disse all’uomo che lo sosteneva di legarlo come avevano stabilito, cosi lo portò al centro della sala legandolo con le braccia in alto al soffitto issandolo fino a farlo stare in punta di piedi, lo lasciarono li e andarono via, a Fabio cominciarono a scendere delle lacrime dagli occhi pensando a cosa gli facessero dopo.
Nel frattempo nella stanza dove Valeria ancora al buio aspettava, improvvisamente si accesero delle luci non troppo forti anzi erano deboli cosi che lei subito si abituò alla luce e si accorse che intorno a lei (dai rumori che aveva sentito) c’erano le signore che prima gli avevano messo gli abiti addosso che lei aveva fatto cadere, la guardavano con disprezzo qualcuna era pensierosa sembrava che gia vedeva come la doveva torturare, si parò davanti il signor Carlo e ridendo disse ‘ buona sera, prima non ti sei comportata bene e neanche quel giorno che senza miei ordini siete usciti da soli, Fabio gia sta cominciando a subire la punizione, tu”’.vuoi la stessa di lui oppure vuoi che ti lasci nelle mani delle signore?’ Valeria abbassò lo sguardo senza rispondere come era previsto ma il signor Carlo disse puoi parlare dimmi allora? Lei rispose ‘fate di me quello che volete’ il signor Carlo allora con violenza inaudita le infilò due dita nella figa senza neanche farsi accorgere che lo faceva trovandola un lago, Valeria sussultò all’introduzione ma non disse una parola, con un gesto chiamò un uomo che le prese le braccia e alzandole le legò ad un anello che scendeva dal soffitto issandola almeno a trenta centimetri dal suolo Valeria gemette ma subito la raggiunse una schiaffone sulla faccia facendola piangere, ‘zitta non puoi ne urlare ne emettere nessun genere di suono se solo ti permetti quello che ti capita adesso succederà almeno tre volte in più va bene?’ Valeria con un gesto della testa fece segno di aver capito, poi le legò le caviglie tirandole una a destra e una a sinistra mettendola praticamente come una ics, sollevata dal pavimento, le signore cominciarono a ridere e qualcuno toltasi gli stivali gli diede un calcio dritto sulla figa con un rumore sordo di acqua, Valeria gridò ma ricordandosi di non parlare si morse le labbra, il signor Carlo prese un bavaglio da un cassetto era a forma di pene che introdusse nella bocca di Valeria poi strinse la cinta alla nuca cosi che non poteva emettere nessun suono.
Le signore tutte intorno a lei si misero in cerchio levandosi tutte gli stivali meno una che invece di toglierli applicò sopra una striscia aderente con delle puntine da disegno rivolte verso l’alto, cosi una alla volta girando in tondo la colpivano tra le gambe una avanti e l’altra indietro , Vanessa con quel bavaglio non riusciva a far uscire nessun suono ma piangeva dal dolore, poi tutte si fermarono e si avvicinò quella che aveva le puntine, si preparò, prese la misura ogni tanto alzava il piede e lo avvicinava alla figa gia martoriata dai calci precedenti, poi senza neanche farsi accorgere, assestò un tremendo calcio sulla figa di Vanessa che anche se impossibilitata a gridare e muoversi si dimenò, ma la signora senza pietà gliene assestò un altro con piu forza del primo, cosi che dalle sue labbra cominciarono a uscire rivoli di sangue piano che percorrevano le gambe, asciugandosi lungo il tragitto lasciando dei lunghi segni rossi, era una cosa bellissima da vedere, la signore non ebbe nessuna pietà e colpi ancora due volte fino a quando Vanesse svenne dal dolore rimanendo appesa.
Stessa sorte toccò a Fabio, i maschi furono piu cattivi lo colpirono a ripetizione sui coglioni lasciandolo senza fiato, poi uno visto che Fabio non si agitava piu fece calare un po la corde che gli teneva le mani in alto facendolo scendere fino alla sua altezza e lo inculò senza nessun tipo di preparazione, a quella vista tutti gli altri fecero la stessa cosa facendogli diventare il buco del culo largo come una caverna, non contento uno cominciò ad infilargli una mano, prima due dita poi tre e infine non passando per le altre fece entrare la mano tutta intera nel suo culo, Fabio gridò dal dolore cercando di spostarsi per evitare che sentisse piu dolore, ma senza pietà continuò nella penetrazione arrivando fino a mezzo braccio, cosi rimase impalato, continuarono a farlo scendere portandolo all’altezza dei loro cazzi, uno gli infilò una sorta di divaricatore nella bocca lasciandolo con la bocca aperta allo estremo e uno alla volta si alternarono nella sua bocca quello che aveva infilato la mano, partecipò anche lui a infilarlo nella bocca mentre un altro gli infilò la mano nel culo e cosi fecero girando ognuno aveva usufruito della sua bocca e gli aveva infilato una mano nel culo, durò forse tre ore Fabio era sfinito e il suo culo era aperto all’inverosimile, lo finirono di scendere lasciandolo coricato per terra lo girarono sulle schiena e rimanendo con le man legate e la bocca aperta tutti gli pisciarono addosso puntando senza pieta la sua bocca che ricevendo tanta urina tossiva e ingoiava tutta la piscia che gli davano, lo lasciarono cosi bagnato di piscia con la bocca aperta e le mani legate andando via.
Intanto Vanessa subiva ancora le torture delle signore, la slegarono dalle corde portando una panca al centro della sala, la legarono a pancia in giu su di essa e indossando tutte degli strapon esagerati cominciarono a turno ad incularla, solo nel culo nessuna glielo mise nella figa, e mano a mano che andavano avanti Vanessa perse la cognizione del tempo girava la testa da destra a sinistra senza sapere che cosa succedeva, fino a quando si stufarono e rivoltandola sulla schiene ognuna di loro a turno saliva sulla panca accovacciandosi sulla sua faccia facendosi leccare e dopo essere venute la pisciarono in bocca, la lasciarono anche a lei cosi e andarono via. Sia Vanessa che Fabio rimasero in quelle stanze senza possibilità di movimento per molto tempo non sentivano nessun rumore il buco di entrambi cominciava a riprendere la forma originale richiudendosi, ma i loro pensieri furono riportati al reale quando sia da Fabio che da Vanessa entrarono due neri enormi muscolosi avevano dei tanga che li copriva solo il lato di avanti lasciando il loro culo muscoloso esposto agli sguardi, li slegarono e li portarono in una stanza dove c’erano delle docce, Fabio e Vanessa si ritrovarono in quella stanza di nuovo insieme da quando li avevano divisi sulla porta d’ingresso, si lavarono a vicenda e si asciugarono con delle enormi asciugamani che li coprivano dalla testa ai piedi, i neri li guardavano senza parlare, si profumarono e vennero accompagnati in un grande salone era immenso, furono portati al centro e messi di spalle uno vicino all’altro, poi i neri si allontanarono.
Si sentì la voce del signor Carlo che disse ‘bravi siete stati bravi prima con i miei ospiti ma ancora non avete finito di essere puniti la vs punizione sarà lunga tutta la notte e non avrete modo di scappare’ continuando con una risata satanica.
Anche se malconci si incamminarono piano verso la loro strada, dopo un po’ si fecero una doccia e si distesero sul letto addormentandosi per la stanchezza.
Si risvegliarono a mattina inoltrata non si andava al lavoro, riuscirono ad alzarsi con un po’ di difficoltà, prepararono una buona colazione, cercando di recuperare le forze, dovevano aspettare una telefonata dal sig, Carlo. Passarono ancora dei giorni ma non succedeva niente era quasi il fine settimana e del sig. Carlo nessuna notizia, anche il w.e. passò e loro sempre chiusi in casa in attesa, ma niente.
Cosi andò avanti per un bel po’ loro lavoro e casa, non uscivano perché aspettavano sempre qualche ordine, ma”..nessuno chiamava, una sera presi dalla disperazione Valeria cominciò a piangere dicendo che ormai il sig. Carlo non li voleva piu e aveva altri due schiavetti a sua disposizione anche piu bravi di loro Fabio cercava di consolarla dicendo che forse aveva impegni e non li poteva chiamare per quello, cosi da quella bravata che avevano fatto passò quasi un mese senza avere piu notizie del sig. Carlo.
Un venerdi mattina arrivò un sms, Valeria lo aprì senza emozioni, ormai non si aspettava piu che il sig. Carlo la chiamasse, ma era proprio lui, Valeria si agitò chiamando Fabio e così lessero il messaggio ‘ stasera da me vestiti come sapete, senza sbagliare l’ora ‘ , uscirono dal lavoro e si prepararono per bene si fecero una doccia interna ed esterna si depilarono si profumarono e cominciarono a vestirsi, Fabio insalivò il plug anale con la coda di Valeria invitandola a fare lo stesso della sua, e a vicenda si infilarono il plug, lei nuda con il vestito trasparente e lui vestito da cane con le orecchie, cosi di corsa scesero in garage senza farsi vedere entrarono in macchina e sgommarono via verso la villa.
Arrivarono dopo un’ora di viaggio, fermarono e scesero si incamminarono nel vialetto, li accolse la fantesca con un frustino nelle mani, ‘bene non si ti sei accorto che stai camminando sul selciato in piedi e non a quattro zampe?? Sei o no un cane??’ Fabio si arrossì in viso e immediatamente di mise a quattro zampe sul selciato le pietre bianche cominciarono subito a fargli male ginocchia e mani, Valeria aveva delle scarpe basse, le guardò e se le tolse subito mettendo i piedi sulle pietre e si lamentò perché facevano male, la fantesca rise e si incamminò verso la porta Fabio cercava di provare il meno possibile dolore che aveva camminando su quelle pietre aguzze e anche Valeria faceva la stessa cosa.
La fantesca li fece entrare legando con una catena Fabio presso una gabbia incitandolo ad entrare, lui entrò e lei chiuse la gabbia lasciandolo sul ferro, non c’era neanche una copertina si sedette cercando di mettersi il piu comodo possibile, Valeria la portò piu avanti, la fece salire su un podio, come quello delle statue gli tirò via quel vestitino trasparente, dicendole ‘ adesso allarga un braccio in avanti e uno lateralmente, e rimani immobile, stasera e fino a quando non ti chiamo farai da appendiabito’ rise e andò via, Valeria prese posizione e rimase cosi, chiuse gli occhi cercando di non fare nessun movimento.
Passava il tempo ma non succedeva niente Valeria cominciava a stancarsi e cominciò a tremare con le braccia, la posizione non era delle migliori, poi si sentì da lontano un vociare, si presentarono delle persone che togliendosi i soprabiti cominciarono ad appenderli sulle braccia di Valeria, vennero delle signore con le pellicce e le appesero su Valeria ma la stanchezza il peso eccessivo abbassò le braccia facendo cadere tutti gli indumenti per terra, a quel punto le signore si irritarono cominciando a insultarla, lei cominciò a piangere chiedendo scusa, improvvisamente apparve la fantesca che con uno schiaffo talmente forte gli disse ‘mai visto un appendiabito che parla’ e con il frustino gli assestò dieci scudisciate sul culo facendogli subito dei lividi, la prese per un braccio e la portò con lei dentro ad una stanza buia, la lasciò e gli disse ‘tra poco vengo non ti muovere e non parlare stasera sarai la preda di tutte quelle padrone e non sarà facile’ la lasciò sola e andò via chiudendo la porta alle sue spalle.
Valeria non vedeva niente era buio ma sembrava che ci fosse una presenza non riusciva a capire se era una sua sensazione oppure era veramente presente qualcuno , cosi pensò, ‘ma al buio chi vuoi che ci sia non vede niente e sembra che la stanza sia insonorizzata’ così rimase nel dubbio rimanendo in piedi come gli aveva consigliato la fantesca.
Intanto Fabio era ancora chiuso nella gabbia, cominciando a gelare visto che era sera e non avendo neanche un tappetino sotto, ormai si era atrofizzato a restare sempre nella stessa posizione non avendo possibilità di movimento, improvvisamente si accese un faretto che lo illuminò facendogli mettere una mano sugli occhi per abituarsi al chiarore improvviso, si aprì la gabbia e una mano forte lo prese per un braccio facendolo uscire non riusciva a stare in piedi da solo si doveva appoggiare per non cadere, la mano lo lasciò e lui si accasciò sul selciato, ma un calcio lo fece rimettere subito in piedi, non voleva far subito arrabbiare quello che lo aveva tirato fuori, fu portato in casa, anzi fu trascinato visto che le gambe non gli davano appoggio, lo portarono in una grande sala che non aveva mai visto e”.comparve il signor Carlo, ciao gli disse lo sai che stasera sei una star? E devi subire ”anzi devi essere punito tu e lei per essere usciti quel giorno senza chiedere il permesso e in che modo.
Fabio lo guardava cercando di distogliere gli occhi ma non rispondeva, ‘rispondi’ disse, cosi Fabio alzò gli occhi e rispose, ‘ siamo stati indisciplinati fate di noi quello che ritenete piu opportuno’ il signor Carlo rise molto forte e disse all’uomo che lo sosteneva di legarlo come avevano stabilito, cosi lo portò al centro della sala legandolo con le braccia in alto al soffitto issandolo fino a farlo stare in punta di piedi, lo lasciarono li e andarono via, a Fabio cominciarono a scendere delle lacrime dagli occhi pensando a cosa gli facessero dopo.
Nel frattempo nella stanza dove Valeria ancora al buio aspettava, improvvisamente si accesero delle luci non troppo forti anzi erano deboli cosi che lei subito si abituò alla luce e si accorse che intorno a lei (dai rumori che aveva sentito) c’erano le signore che prima gli avevano messo gli abiti addosso che lei aveva fatto cadere, la guardavano con disprezzo qualcuna era pensierosa sembrava che gia vedeva come la doveva torturare, si parò davanti il signor Carlo e ridendo disse ‘ buona sera, prima non ti sei comportata bene e neanche quel giorno che senza miei ordini siete usciti da soli, Fabio gia sta cominciando a subire la punizione, tu”’.vuoi la stessa di lui oppure vuoi che ti lasci nelle mani delle signore?’ Valeria abbassò lo sguardo senza rispondere come era previsto ma il signor Carlo disse puoi parlare dimmi allora? Lei rispose ‘fate di me quello che volete’ il signor Carlo allora con violenza inaudita le infilò due dita nella figa senza neanche farsi accorgere che lo faceva trovandola un lago, Valeria sussultò all’introduzione ma non disse una parola, con un gesto chiamò un uomo che le prese le braccia e alzandole le legò ad un anello che scendeva dal soffitto issandola almeno a trenta centimetri dal suolo Valeria gemette ma subito la raggiunse una schiaffone sulla faccia facendola piangere, ‘zitta non puoi ne urlare ne emettere nessun genere di suono se solo ti permetti quello che ti capita adesso succederà almeno tre volte in più va bene?’ Valeria con un gesto della testa fece segno di aver capito, poi le legò le caviglie tirandole una a destra e una a sinistra mettendola praticamente come una ics, sollevata dal pavimento, le signore cominciarono a ridere e qualcuno toltasi gli stivali gli diede un calcio dritto sulla figa con un rumore sordo di acqua, Valeria gridò ma ricordandosi di non parlare si morse le labbra, il signor Carlo prese un bavaglio da un cassetto era a forma di pene che introdusse nella bocca di Valeria poi strinse la cinta alla nuca cosi che non poteva emettere nessun suono.
Le signore tutte intorno a lei si misero in cerchio levandosi tutte gli stivali meno una che invece di toglierli applicò sopra una striscia aderente con delle puntine da disegno rivolte verso l’alto, cosi una alla volta girando in tondo la colpivano tra le gambe una avanti e l’altra indietro , Vanessa con quel bavaglio non riusciva a far uscire nessun suono ma piangeva dal dolore, poi tutte si fermarono e si avvicinò quella che aveva le puntine, si preparò, prese la misura ogni tanto alzava il piede e lo avvicinava alla figa gia martoriata dai calci precedenti, poi senza neanche farsi accorgere, assestò un tremendo calcio sulla figa di Vanessa che anche se impossibilitata a gridare e muoversi si dimenò, ma la signora senza pietà gliene assestò un altro con piu forza del primo, cosi che dalle sue labbra cominciarono a uscire rivoli di sangue piano che percorrevano le gambe, asciugandosi lungo il tragitto lasciando dei lunghi segni rossi, era una cosa bellissima da vedere, la signore non ebbe nessuna pietà e colpi ancora due volte fino a quando Vanesse svenne dal dolore rimanendo appesa.
Stessa sorte toccò a Fabio, i maschi furono piu cattivi lo colpirono a ripetizione sui coglioni lasciandolo senza fiato, poi uno visto che Fabio non si agitava piu fece calare un po la corde che gli teneva le mani in alto facendolo scendere fino alla sua altezza e lo inculò senza nessun tipo di preparazione, a quella vista tutti gli altri fecero la stessa cosa facendogli diventare il buco del culo largo come una caverna, non contento uno cominciò ad infilargli una mano, prima due dita poi tre e infine non passando per le altre fece entrare la mano tutta intera nel suo culo, Fabio gridò dal dolore cercando di spostarsi per evitare che sentisse piu dolore, ma senza pietà continuò nella penetrazione arrivando fino a mezzo braccio, cosi rimase impalato, continuarono a farlo scendere portandolo all’altezza dei loro cazzi, uno gli infilò una sorta di divaricatore nella bocca lasciandolo con la bocca aperta allo estremo e uno alla volta si alternarono nella sua bocca quello che aveva infilato la mano, partecipò anche lui a infilarlo nella bocca mentre un altro gli infilò la mano nel culo e cosi fecero girando ognuno aveva usufruito della sua bocca e gli aveva infilato una mano nel culo, durò forse tre ore Fabio era sfinito e il suo culo era aperto all’inverosimile, lo finirono di scendere lasciandolo coricato per terra lo girarono sulle schiena e rimanendo con le man legate e la bocca aperta tutti gli pisciarono addosso puntando senza pieta la sua bocca che ricevendo tanta urina tossiva e ingoiava tutta la piscia che gli davano, lo lasciarono cosi bagnato di piscia con la bocca aperta e le mani legate andando via.
Intanto Vanessa subiva ancora le torture delle signore, la slegarono dalle corde portando una panca al centro della sala, la legarono a pancia in giu su di essa e indossando tutte degli strapon esagerati cominciarono a turno ad incularla, solo nel culo nessuna glielo mise nella figa, e mano a mano che andavano avanti Vanessa perse la cognizione del tempo girava la testa da destra a sinistra senza sapere che cosa succedeva, fino a quando si stufarono e rivoltandola sulla schiene ognuna di loro a turno saliva sulla panca accovacciandosi sulla sua faccia facendosi leccare e dopo essere venute la pisciarono in bocca, la lasciarono anche a lei cosi e andarono via. Sia Vanessa che Fabio rimasero in quelle stanze senza possibilità di movimento per molto tempo non sentivano nessun rumore il buco di entrambi cominciava a riprendere la forma originale richiudendosi, ma i loro pensieri furono riportati al reale quando sia da Fabio che da Vanessa entrarono due neri enormi muscolosi avevano dei tanga che li copriva solo il lato di avanti lasciando il loro culo muscoloso esposto agli sguardi, li slegarono e li portarono in una stanza dove c’erano delle docce, Fabio e Vanessa si ritrovarono in quella stanza di nuovo insieme da quando li avevano divisi sulla porta d’ingresso, si lavarono a vicenda e si asciugarono con delle enormi asciugamani che li coprivano dalla testa ai piedi, i neri li guardavano senza parlare, si profumarono e vennero accompagnati in un grande salone era immenso, furono portati al centro e messi di spalle uno vicino all’altro, poi i neri si allontanarono.
Si sentì la voce del signor Carlo che disse ‘bravi siete stati bravi prima con i miei ospiti ma ancora non avete finito di essere puniti la vs punizione sarà lunga tutta la notte e non avrete modo di scappare’ continuando con una risata satanica.
arrivati a casa

furono lasciati in quel modo per un tempo che non riuscirono a determinare, forse tutta la notte, si sentivano deboli, avevano sete , fame e ormai non sentivano piu le braccia e le gambe, la stanza era buia e non sapevano se fosse ancora notte oppure se l’alba avesse illuminato il giorno.
Improvvisamente entrò qualcuno loro non riuscirono a vederlo perche avevano ancora gli occhi intorbiditi dal buio ed era ancora buio ma’.improvvisamente si accesero delle luci accecanti, loro gridarono dallo stupore, tanto era forte la luce, e si sentì una risata, ahahahahhaha, come state? Vi sentite bene?
Era il signor Carlo che ancora una volta li maltrattava, non fisicamente ma cerebralmente, rimasero silenziosi e cominciarono ad assuefarsi alla luce, guardando intorno si accorsero che c’erano almeno un centinaio di persone maschi e femmine, erano tutti vestiti da sera molto eleganti, qualcuno fumava una pipa impestando l’aria come qualcuno che fumava il sigaro, dopo aver fatto un giro con gli occhi e constatato quante persone, guardarono in direzione del signor Carlo che non parlava ma li guardava solo, poi suonò un campanello e entrarono i due neri che avvicinandosi a loro li sciolsero facendoli subito alzare ma’.caddero sulle ginocchia non riuscirono a stare in piedi subito, furono sorretti a appoggiati ad un’asta che era al centro della stanza in alto c’era un anello da tutti e due i lati li legarono con le braccia in alto, poi gli infilarono delle semiscarpe allacciate sulle caviglie dove collegarono delle corde legandole dove erano legati i polsi nell’anello, cosi erano con le gambe divaricate e sospesi in aria senza nessuna possibilità di muoversi, erano all’altezza giusta dei bacini cosi che chiunque avesse voluto poteva benissimo chiavare oppure inculare senza nessuno sforzo.
Il signor Carlo li guardò e rise, e disse, sapete ormai mi sono scocciato di voi troppo servili e non avete mai opposto resistenza a nessuno dei miei ordini avete sempre ubbidito, e non ho mai avuto il piacere di potervi infliggere una punizione come volevo, non c’era modo di farvi disubbidire, cosi ho deciso che vi venderò al miglior offerente, in coppia o singolarmente, non mi importa piu di tanto, questi signori e signore che sono qui stasera vi useranno come meglio credono e poi se qualcuno vi vuole alle sue voglie vi acquista, altrimenti”.ci fu una pausa spettrale”..vi butterò in qualche bordello dell’est e cosi vedrò di racimolare qualche soldo.
I due cercarono di guardarsi ma non ci riuscivano, cosi cominciarono a piangere in silenzio altrimenti sarebbe stato peggio, tutte le persone intorno cominciarono ad avvicinarsi a loro, qualcuno aveva anche una frusta e qualche signora si era messa uno strapon mostruoso di almeno 40cm di lunghezza e di 15 diametro, il maschio e la femmina che si erano armati di frusta fecero cenno agli altri di non avvicinarsi, perché da persone esperte faceva schioccare la punta della frusta sul pavimento, il signor Carlo li guardò e si accorse che erano terrorizzati da quella situazione e rise di gusto, poi”potete anche farne quello che volete’.disse’solo lasciateli in un modo che ancora si possono usare’.continuando a ridere.
Il maschio si posizionò dalla parte di Valeria e la femmina da quella di Fabio, si posizionarono ad una certa distanza e si sentì un sibilo nell’aria e uno schiocco la punta della frusta colpì le palle di Fabio facendolo urlare con quanto fiato aveva in corpo, nello stesso momento un altro sibilo colpi la figa di Valeria facendola urlare anche a lei, impossibilitati a muoversi dovevano subire senza poter opporre resistenza, si sentirono altri sibili e altre grida disumane la punta delle fruste colpivano ritmicamente le parti intime dei due lasciando dei segni blu con rivoletti di sangue che scendeva per terra, poi smisero, dopo qualche minuto per farli riprendere, cominciò l’orgia tutti i maschi si avventarono su Valeria inculandola e chiavandola senza sosta il bruciore delle frustate non gli dava piacere anzi solo dolore su dolore anche Fabio era ormai alla merce delle femmine che lo inculavano con dei dildi enormi lasciandogli il culo aperto come una galleria.
Dopo quasi due ore di questo trattamento e ormai i due quasi svenuti si fermarono , si ricomposero e si sedettero, passo un nero che portava una guantiera con pasticcini e un altro con delle coppe di champagne tutti si servirono alla fine il signor Carlo prese la parola e disse ‘ eccoci giunti alla fine, ormai avete visto come sono i miei due schiavetti, vogliamo aprire l’asta oppure li cedo a qualche bordello?? Facciamo una votazione per alzata di mano chi vuole l’asta alzi la mano’ un buon 50% alzò la mano ma il signor Carlo non era soddisfatto ma anche sentendo qualche altro cominciò l’asta partendo da Valeria, ‘cominciamo la partenza &egrave 5000 euro’ ci fu un mormorio qualcuno disse che non li valeva visto come era ridotta ma altri ne erano contenti ci fu una femmina che propose 15000 euro, nessuno la superò e cosi il signor Carlo la aggiudicò a lei, i neri la sciolsero dalle corde e Valeria cadde sulle ginocchia sorretta dai neri che la condussero in una stanza dove poteva riposare e prepararsi per la partenza, poi toccò a Fabio anche con lui partì con 5000 euro ma quasi nessuno offriva di più, fino a quando il signor Carlo disse ‘ok Fabio andrà in un bordello per gay cosi potranno farne quello che vogliono e darmi una percentuale ‘ Fabio sentendo quelle parole e con l’idea di non vedere piu Valeria cominciò a piangere pregando il signor Carlo di non farlo che lui sarebbe stato uno schiavo sempre disponibile, ma il signor Carlo non voleva sentirne piu di lui e cosi disse ‘domani telefono ad un mio amico e ti mando da lui’ si commiatò da quelle persone salutandole prendendo i soldi per Valeria e andò via seguito da tutti, Fabio fu anche lui sciolto dalle corde a portato in un’altra stanza dove si poté riposare in attesa che dopo qualche giorno lo venissero a prendere.
Dopo circa un paio di ore quando Valeria fu pronta lavata e profumata gli furono applicate delle polsiere e cavigliere legandole insieme sia i polsi che le caviglie, fu bendata e gli fu applicato un bavaglio a forma di cazzo che le arrivava fino in gola e legato sulla nuca, cosi non poteva fare nessun verso, poi la presero e la posizionarono in una specie di baule piegata con le ginocchia che le arrivavano alla gola e chiusa, dentro il baule ci fu buio quasi totale, si sentiva sollevata e spostata ma non riusciva a vedere ne sapeva dove andava, cominciò a piangere pensando a Fabio era sicura di non vederlo mai piu.
Dopo molte ore di viaggio ormai non riusciva a memorizzare il tempo si addormentò, fu svegliata all’improvviso da un rumore e la cassa si muoveva fino a quando ebbe un sussulto ebbe l’impressione che fu adagiata su qualcosa, sentì armeggiare con martelli e infine’..la luce’ il coperchio fu sollevato e lei ebbe un fremito di freddo siccome era bendata non riusciva a capire se ormai il suo viaggio era terminato oppure era solo una sosta per vedere se lei stava bene, la cassa era sporca delle sue cose che aveva dovuto fare li senza possibilità di una doccia.
La fecero alzare sostenendola perche da sola non riusciva a muoversi, si sentiva tutta anchilosata, fu portata in una stanza e li la sbendarono gli tolsero le cavigliere e le polsiere e il bavaglio lei tossi forte e prese un respito, un maschio le disse, ‘sta qua fa le cose tue lavati e distenditi, insomma riposa ti verremo a prendere noi’ la lasciò cosi chiuse la porta a chiave e andò via.
Valeria si guardava intorno, la stanza era nuda solo un letto e un armadio, c’era la doccia aperta senza possibilità di chiudere la porta il wc un lavabo e nessuno specchio, cosa che fece ancora di piu rattristarla, avrebbe voluto vedersi in che stato stava, ma poi fece le sue cose si fiondò sotto la doccia e facendosi correre l’acqua addosso molto calda, si asciugò e nuda si distese sul letto e provata dalla stanchezza si addormentò subito.
Non sapeva quando tempo era passato ma quando apri gli occhi vide due neri enormi che la stavano guardando e sorridevano, uno disse in un italiano molto stentato ‘ su alzati che devi vestirti’ , lei si sollevo dal letto e gli diedero un vestito molto corto che riusciva solo a coprire mezzo culo, era nero con tante stelline che risaltavano sul petto, gli fecero indossare delle scarpe con un tacco 15 uno dei due la pettinò facendole una treccia rigirandola sulla testa fissandola con dei fermagli, la fece sedere sul letto e prese una valigetta, dentro c’era tutto il necessario per il trucco, tutti i colori erano scuri niente di chiaro, si avvicinò e con pennellini e altro le fece un trucco molto marcato, sulla bocca aveva messo del rossetto di colore nero, come anche sugli occhi le unghie le colorò di blu cobalto come anche quelle dei piedi, poi la presero sotto braccio e l’accompagnarono in un salone dove fu fatta sedere ad un tavolo li trovò dei cornetti freschi e del latte e caffe c’era anche della cioccolata e dei biscotti, Valeria si fiondò su quelle leccornie,( ormai era quasi troppo tempo che non toccava cibo) e mangiò tutto.
Nel frattempo nella sala entrò la mistress che l’aveva comprata ormai era di sua proprietà , si sedette e disse ‘tutto bene il viaggio &egrave stato faticoso lo so ma non potevo portarti in auto con me era impossibile ma non credo che ti sei molto affaticata’ Valeria la guardò e mentre cominciò a parlare le arrivò uno schiaffo molto forte sulla guancia destra, tanto da farle girare la testa, ‘mica ti avevo autorizzata a parlare e dare un tuo parere oppure sbaglio?’ Valeria abbassò la testa senza rispondere e questa volta le arrivò un altro schiaffone sulla guancia sinistra, subito cominciarono a scendere delle lacrime dagli occhi, non sapeva più che fare e la padrona non lo diceva neanche, poi ‘ adesso andiamo giù ti devo fare una cosa per definirti solo mia ‘.
I due neri la presero per le braccia e la condussero in un corridoio illuminato solo da torce, scesero molte scale e Valeria con quei tacchi ogni tanto cadeva ma era sorretta dai neri, alla fine stanca e con i polpacci indolenzita fu letteralmente sollevata e portata di peso, entrarono in una specie di cantina ma molto illuminata e spaziosa c’erano quasi tutti gli strumenti di tortura, la croce, un cavalletto ganci nel soffitto e per terra ganci alle pareti, su una parete molte fruste frustini e corde, per terra c’era la moquette.
La lasciarono al centro della sala e andarono via, rimase da sola non sapeva se sedersi camminare o che?
Dopo un po’ entrarono la padrona i due neri e un’altra giovane femmina, che gli andò vicino e cominciò a toglierle quello che non aveva, tolse quello striminzito di vestito e le scarpe, la lasciò nuda, i due neri si avvicinarono ad un cavallo lo sollevarono e lo portarono al centro, un faro si illuminò sul cavallo presero Valeria e la misero di pancia sul cavallo, le legarono i polso e le braccia con delle corde alle gambe del cavallo una cintura la passarono nella vita e un’altra sulle spalle, tirandole forte poi legarono le cosce, i polpacci e le caviglie non poteva muovere un muscolo ne tantomeno si poteva agitare in quel modo doveva solo subire quello che succedeva.
Cosi la padrona sorridendo andò dietro un paravento che prima Valeria non aveva visto, si alzava del fuoco poi ritornò e aveva dei guanti molto spessi e tra le dita un ferro incandescente con delle sigle che la configuravano, gli andò alle spalle l’accarezzò il culo e ridendo ‘adesso ti faccio la mia sigla diciamo che &egrave un marchio che non potrai più togliere, anche quando ormai stanca di te potrei darti a qualcuno per farlo divertire un po, sarai sempre mia con questo marchio’ e cosi avvicinò la punta del ferro al culo e lo appoggiò sulla pelle, Valeria emise un grido tremendo svenendo subito dopo, nell’aria si sentiva puzza di carne bruciata, fu lasciata sul cavallo per un ora abbondante poi la femmina che era li passò sul marchio della crema per lenire qualche eventuale gonfiore, la sciolse e con l’aiuto dei neri la distese su un tavolo, sempre con la pancia sotto, per non far appoggiare il marchio, e cominciò a massaggiarla su tutto il corpo con degli oli profumati, le cinture avevano lasciato dei segni molto distinguibili sulla pelle bianca di Valeria.
Quando si riprese, pianse molto forte, la ragazze gli era seduta vicina e continuava ad accarezzarla, la padrona non c’era e neanche i neri, Valeria la guardo e le sorrise ma l’altra non si degnò neanche di rispondere allo sguardo.
Tornarono i neri la presero e la sollevarono portandola nella stanza di prima la misero sul letto e chiudendo la porta la lasciarono nuovamente sola, Valeria ricominciò a piangere, rimpiangeva il Signor Carlo, lui magari non li usava cosi male anzi li faceva vivere la loro vita, e non erano condizionati da nessuno, pensava a Fabio che cosa gli stavano facendo ormai non lo avrebbe mai piu rivisto erano in due mondi diversi.
Ormai il tempo non veniva piu scandito da nessun orologio e Valeria non sapeva se fosse giorno notte o che?
Senti la chiave girare nella toppa alzò la testa entrò la femmina che era con lei nel salone, la fece alzare, non diceva una parola ma la manovrava a gesti e toccandola, la portò sotto la doccia la lavò e l’asciugò poi la portò seduta sul letto gli infilò delle autoreggenti nere, un perizoma molto ma molto striminzito, prese la borsa e uscirono nuovamente quei colori fu truccata come la piu perfida delle persone, occhi allungati, ciglia finte, poi la fece girare e prendendo una forbice con un solo colpo e senza farglielo capire gli tagliò la treccia che gli avevano fatto, Valeria con un gesto di stizza portò le mani in testa ma fu subito presa a schiaffi dalla ragazza e per la prima volta la senti parlare, ‘ non piangere se guasti il trucco ti frusto a sangue’, aveva una voce stridula fine e arrogante, cosi Valeria si placò e si fermò, la ragazza posò le forbici e prese un rasoio elettrico e cominciò a raparla a zero, quando fini insaponò la testa ormai priva di capelli e passò un rasoio lasciandogli il cranio levigato e liscio, ripassò il rasoio sulla figa, ma questa volta senza sapone raschiandola quasi lasciandola arrossata, disse ‘tanto tra poco’.’ Valeria non capi quella frase ma continuò a farsi fare le cose da quella, infine la fece alzare gli passò un vestito lungo da sera rosso fuoco e delle scarpe con tacco 15 di colore nero lucido, gli mise un collare con delle borchie e all’anello attaccò una catena dorata sottile, poi si allontanò la guardò e rise ‘ cosi sei come ti vuole’ non aggiunse altro, ‘rimani in piedi e aspetta che ti vengono a prendere’.
Rimase in quella posizione ma il tempo correva e nessuno si presentava tanto che cominciò a stancarsi su quei tacchi, poi si apri la porta e entrarono i neri sorridendo la presero sotto le braccia e la portarono fuori, passarono dei lunghi corridoi fino ad arrivare in una sala molto grande c’era una tenda rossa molto spessa tirata ai lati dove si scorgeva una finestra grande fatta di quadrati, al centro della sala una pedana, su quasi tutte le pareti dei divani e poltrone sul lato sinistro molte ma molte fruste, paddle, cani di tutte le dimensioni e alla fine della sfilata un attrezzo che sembrava un remo da barca ma la pala era diritta non concava.
Valeria era atterrita, che mi vogliono fare pensò, ma al momento non c’era nessuno solo lei, nell’aria una musica sensuale dolce quasi un sussurro che aleggiava tutto intorno a lei.
Ormai la sua testa era levigata non aveva un capello e quasi rifletteva la luce che si posava su di lei, entrò la femmina che l’aveva vestita la guardò Valeria era bellissima, con quel vestito lungo rosso e le scarpe nere che davano uno schiaffo all’abbinamento dei colori, si avvicinò prese la catena che era attaccata al collare e l’agganciò ad un anello in alto che scendeva sulla pedana, Valeria sussurrò ‘ sai che cosa mi vogliono fare?’ la ragazza per tutta risposta la schiaffeggiò e sibilando tra i denti ‘ e non ti permettere di piangere e disfare il trucco ‘, Valeria assorbì gli schiaffi e restò muta, aspettandosi qualcosa di molto doloroso.
Accese dei fari che l’accecarono non riusciva ad aprire gli occhi, quando poi si abituò alla luce si accorse che erano entrate molte persone, e erano seduti sui divani e le poltrone, si avvicinò uno dei neri e con fare molto sgarbato le legò le mani dietro alla schiena, tirò il gancio che manteneva il guinzaglio facendole alzare la testa in alto, poi si allontanò.
La padrona gli andò vicino e disse ‘ questa che vedete &egrave la mia nuova schiava che ho comprato ad un asta, lei &egrave abituata solo ad obbedire, non rifiuta mai nessun ordine ma solo sessuale, non ha mai avuto punizioni corporali per quanto ne so io, quindi diciamo che in quel settore &egrave ancora vergine’ e fece una risata accompagnata da tutti gli spettatori, ‘questa &egrave l’occasione per impartirle qualche punizione, cosa che piace molto a voi e a me, il suo vestito lo vogliamo togliere adesso oppure lo togliamo a colpi di frusta?’ tutti risposero che era meglio a colpi di frusta sarebbe stato una cosa molto piacevole per loro ma molto doloroso per Valeria.
Nel frattempo nella villa dove c’era ancora Fabio, si aspettava che arrivasse un furgone per venirlo a prendere, Fabio ormai era spaventato e vestito e profumato aspettava in un angolo della stanza dove era stato messo ad aspettare, entrarono nella stanza due maschi molto grossi che senza dire una parola presero Fabio sotto le ascelle e lo portarono fuori dove c’era un furgone nero, aprirono la portiera posteriore e lo fecero sedere, misero in moto e partirono, non sapeva dove stessero andando, si preoccupava e ogni tanto invece di pensare a cosa gli potesse capitare aveva un pensiero felice per la sua bella Valeria, pensò ‘ chissà che cosa la staranno facendo e speriamo che un giorno di potremo rincontrare’ mentre stava assorto in quei pensieri vedeva le strade che sfrecciavano sotto i suoi occhi senza sapere la meta.
Viaggiarono per tutta la notte, lui si assopì e quando il furgone si fermò riapri gli occhi e si guardò in giro, era un posto che non aveva mai visto prima non sapeva neanche se stava ancora nella sua città, i due maschi lo fecero scendere e lo portarono in una grossa casa, c’era un portone enorme, bussarono e un ‘clack’ fece scattare la serratura facendoli entrare salirono una gradinata di almeno ottanta scalini molto grandi e alti, poi entrarono in un corridoio dove durante il tragitto a destra e sinistra si vedevano porte chiuse, il corridoio era semibuio, camminarono per un po’ fino a quando entrarono in una stanza molto spoglia, c’era un letto di una piazza e mezza un comodino al fianco, a destra un armadio senza finestre una lampadina che dava poca luce e sul letto solo una coperta senza neanche un cuscino, lo lasciarono e gli posarono la sua borsa vicino, si girarono e andarono via.
Fabio non sapeva se piangere oppure se scappare, non aveva più la compagnia di Valeria che come sempre dividevano tutte le idee, si aprì la porta e entro un maschio bassino con un vassoio, che appoggiò su letto, unico posto dove si poteva appoggiare, Fabio cercò di dire qualcosa ma questi si girò e andò via senza neanche guardarlo in faccia.
Passava il tempo e ogni giorno entrava quel maschio e portava il pranzo e la cena, quanto tempo era passato?? Che giorno era? Non sapeva neanche se era giorno oppure notte, ma improvvisamente entra il nano accompagnato da un altro, questa volta non gli aveva portato il pranzo ma portò una sedia, fecero sedere Fabio, questo apri la borsa e prese un rasoio elettrico, e raso Fabio in testa e sulla faccia ormai aveva la barba lunga, insomma gli fece la testa e la faccia liscia senza un pelo, poi come erano entrati uscirono portandosi dietro la sedia, lo lasciarono nuovamente solo, si gettò sotto la doccia e cominciò a piangere, non sapeva che destino si presentava per il futuro e ogni tanto pensava a Valeria il suo amore.
Il tempo passava e lui ormai non sapeva piu quanto ne era passato e che cosa ne avrebbero fatto di lui, vegetava in quelle quattro mura, ritornò anche il barbiere e pensò che era passato molto tempo, si sentiva impazzire non poter parlare con nessuno e non poter uscire ne camminare solo stare sul letto neanche una sedia, qualche volta si sedeva per terra per poter almeno avere qualcosa di duro sotto il culo.
Poi non sapeva se giorno o notte vennero due enormi maschi muscolosi e neri avevano anche una mascherina sugli occhi li guardò e pensò ‘ neanche riuscirei a riconoscerli che si sono anche mascherati), lo portarono fuori finalmente alla luce, lo misero in un furgone con i finestrini e partirono, camminarono per molto tempo passarono molte campagne senza case solo alberi e distese di verde, fino a quanto in lontananza si vide una villa molto grande, si fermarono davanti ad un cancello era alto molto lavorato aveva delle rose al centro, era impenetrabile in alto delle punte interne ed esterne a una al centro, bussarono ad un citofono e il cancello si apri lasciando passare il furgone, fecero almeno un altro chilometro per raggiungere il fabbricato, poi si fermò aprirono la porta posteriore e lo fecero scendere, entrarono in un portone e camminarono per un corridoio molto grande e come sempre semibuio, lo misero in una stanza due metri per due solo una specie di letto, Fabio di guardò in giro e cominciò a piangere non riusciva a fermarsi passo del tempo gli portarono da mangiare, poi un giorno lo presero e lo portarono in una stanza da bagno molto grande, c’era una vasca idromassaggio una doccia un lavabo molto grande una tazza e come sempre senza specchi, entrò anche il barbiere e lo raso tutto testa , faccia pube insomma non aveva un pelo addosso, poi venne un nero che lo posizionò nella doccia e gli preparò un clistere di almeno due litri di acqua e camomilla tiepida, lo fece curvare a novanta e gli infilo la cannula nel culo apri il rubinetto e disse, deve finire il sacchetto tienila tutta, per la prima volta dopo tanto tempo risentiva la voce di qualcuno, stava per rispondere ma quello gli fece segno di tacere.
Quando fini il clistere e finalmente si scaricò, si mise nella vasca e accese l’idromassaggio e si rilassò del tutto chiuse gli occhi e rivide la sua amata e le cose che aveva passato poi mentre era nella vasca entrò il nero e gli disse ‘ stasera farai il tuo debutto e se sarai accettato la cosa si rifà ogni due settimane , ma se non piaci allora tutti i giorni’.
Fabio non rispose e si allontanò insieme al nero, fu portato in una stanza con al centro una tavola fortunatamente con una specie di materasso, ai due lati della tavola c’erano due aste, lo fecero coricare di schiena la sua testa fu messa in una specie di gogna dove usciva dall’altra parte e veniva girata in giu legata senta possibilità di alzare la testa, gli fu infilato tra i denti un anello legato dietro la nuca che gli manteneva la bocca aperta, le mani furono legate con delle polsiere alla gogna le gambe gli furono alzate e legate alle sbarre che andavano in alto e fu lasciato li, la sua testa turbinava non sapeva cosa gli potesse succedere di li a poco ma ormai che fare?? Poi cominciò a sentire delle voci, maschili e femminili, non riusciva a vedere ma sentiva e piano piano erano sempre di piu, infatti stavano arrivando degli avventori maschi e femmine molte mistress e molti master, anche gente comune che voleva sapere che cosa succedeva in quel castello, su un lato era stato allestito un tavolo pieno di leccornie, e bicchieri di champagne, tutti si ristoravano Fabio non riusciva a stabilire quanti ma sicuramente molti, infatti c’erano almeno una cinquantina di persone, molte mistress calzavano strapon enormi lunghi, grossi, con punte e senza insomma erano tutti calzati per quello che sarebbe successo di li a poco.
Fabio sentiva solo non poteva vedere quello che c’era intorno a lui”a quella festa stava partecipando anche la padrona della sua femmina Valeria, che stava raccontando a qualcuno quello che gli avevano fatto, diceva &egrave uno spettacolo fare qualcosa a questi due, accettano, subiscono, e non si tirano indietro a niente anche perche non possono farlo sono legati””e scoppiarono in una risata fragorosa che senti anche Fabio e gli si rizzarono i peli sulle braccia e le gambe.
Poi sembrò che tutti erano spariti, non si sentiva nessun mormorio, ma erano li lui li sentiva anche se non parlavano, e cosi fu proprio la padrona di Valeria che avvicinandosi al centro delle gambe di Fabio prese un liquido scivoloso e lo bagnò su tutto il culo e infine puntò il suo strapon sul buchino e spinse senza fermarsi fino in fondo, Fabio anche se era impossibilitato emise un grido straziante, mentre un maschio gli infilava il suo cazzo in bocca, ovviamente senza sentire resistenza visto che la bocca era aperta a forza, lo fece scivolare fino alle tonsille, cominciando ad andare avanti e indietro, scopando la bocca e la gola di Fabio facendogli avere ogni tanto dei conati di vomito che uscendo dalla bocca gli riempivano il naso facendolo restare senza aria, nel frattempo la mistress continuava sempre piu forte fino a quando stanca si spostò facendo entrare un’altro strapon enorme e mentre Fabio gridava il maschio che lo stava scopando sborrò nella sua gola facendoglielo arrivare direttamente allo stomaco facendolo tossire ma senza pietà un altro prese il suo posto, questo era piu largo, forse piu corto ma largo e anche questo dopo pochi colpi riempi la gola di Fabio di sborra, mentre l’altra continuava a pomparlo nel culo facendo entrare e uscire uno strapon di almeno 35 cm facendolo arrivare fino alla fine, cosi andò avanti per almeno due ore Fabio ormai era allo stremo non gli davano tregua, lo usavano come volevano, poi ci fu uno scampanellio e tutti smisero di infierire si scostarono e ritornarono alla tavolata.
Tra un dolcetto e un bicchiere di champagne un master avvicinò la padrona di Valeria e si presentò, ‘ salve sono Mastergrande, volevo complimentarmi con te, hai detto che hai acquistato la compagna di quello li, &egrave vero? E che festa le avete fatto, non ho sentito dell’evento altrimenti ci sarei venuto anche solo come pubblico’ la mistress lo guardò e rise ‘ si mi sono aggiudicata la femmina di quello, &egrave una vera femmina passiva e sottomessa, l’evento era solo per pochi amici di vecchia data, dovevamo introdurre la schiava a partecipare anche a sessioni di torture e non solo di sesso, a lei piace molto il sesso estremo, ma non aveva mai avuto una sessione di bullwhipping estrema e cosi l’abbiamo iniziata e gli &egrave piaciuto molto, vuoi sapere? Mettiamoci comodi che ti racconto’.
Arrivata alla mia villa lo fatta lavare profumare e lasciata in attesa che venisse il giorno dell’introduzione, cosi ha passato un po di tempo da sola nei suoi pensieri e con la certezza di non rivedere piu il suo Fabio, quindi era gia in stato di passività, gli ho dato poco da mangiare un solo pasto al giorno cosi da mantenerla in forma, arrivata la sera dell’incontro gli feci portare un vestito molto leggero, gli misero delle polsiere e delle cavigliere e una sorta di benda che gli coprisse gli occhi, poteva vedere ma solo avanti non lateralmente, la portarono nel salone dove di solito faccio le mie sessioni e legata al centro con le braccia in alto, non ancora in tensione.
Tutto intorno c’erano i miei amici diciamo una ventina tra maschi e femmine tutti bravi nella frusta e nelle pratiche di tortura, cosi quattro di loro due maschi e due femmine si posizionarono intorno a Valeria e cominciarono e far vibrare le loro fruste, sono capaci di colpire una mela e tagliarla a meta con la punta della frusta, cosi si cominciò, un colpo per uno facendo in modo che il vestito si rompesse ogni volta che era colpito, cominciarono dalle gambe e con cinque frustate per uno riuscirono a farlo a brandelli, Valeria non aveva neanche un segno sulla pelle, solo il vestito veniva colpito alla fine quando finalmente fu nuda tutti applaudirono guardando che bel lavoro avevano fatto.
Cosi entrarono i miei assistenti e tesero le corde mettendo in trazione le braccia e sollevandola di almeno venti cm da terra, poi alle caviglie legarono delle corde che salivano dal pavimento collegate a degli occhielli e tesero ancora le braccia facendo in modo che rimanesse in trazione mani e piedi, in questo modo non aveva nessuna possibilità di movimento e quindi non poteva evitare le frustate.
La faccia di Valeria non mostrava nessun segno di debolezza ne tanto meno piangeva dal dolore e tantomeno da quello che gli sarebbe potuto accadere dopo, era impassibile senza espressione e questo rendeva la cosa piu eccitante dovevamo vedere chi riusciva a farla gridare e piangere.
Cosi tutti ci armammo di quell’attrezzo che ci piaceva, c’era tutto, frusta lunga, frusta corta, quella da fantino scudisci, paddle, insomma ognuno sceglieva quello che piu gli piaceva, ci mettemmo intorno al corpo e si cominciò, ognuno faceva del suo meglio scoccando colpi piu o meno forti facendo in modo che si colpisse sempre in posti dove ancora non c’erano segni, Valeria aveva gli occhi chiuso e stoicamente non si lamentava ne si contorceva per evitare i colpi, alla fine non c’era divertimento se non si sentivano urla di dolore cosi ho colpito cosi forte al solco del culo che Valeria dette un urlo disumano tutti ci guardammo e ridemmo qualcuno disse (finalmente mi sembrava di colpire un manichino) e da quel momento ogni colpo che gli veniva inferto gridava a piu non posso, il suo corpo ormai era solo segnato di rosso dalle braccia alle gambe non era risparmiato nessun cm della sua pelle, qualcuno con molto cattiveria l’aveva colpita anche in faccia sperando nel grido liberatorio ma subito gli dissi che non avrebbero dovuta colpirla in faccia e cosi fu, alla fine dopo quasi due ore ormai del corpo di Valeria si vedeva solo un gran rosso , dopo la sciolsero la distesero su un letto con delle ruote (perche lei non riusciva a stare in piedi) e la portarono via lasciando noi alle nostre chiacchiere a chi era stato il piu bravo.
Andai da lei quasi tre ore dopo quando ormai erano andati via tutti c’erano le mie ancelle che la medicavano passando sulla pelle delle creme rinfrescanti e medicamentose, Valeria quando la chiamai, apri gli occhi mi guardò e mi sorrise dicendo che la cosa anche se doloroso e senza sesso gli era molto piaciuta poi svenne cosi la lascia alle cure dei miei assistenti e uscii soddisfatta dell’acquisto, e questo &egrave quanto, il Master la guardò e si complimentò con lei, poi andarono via tutti.
Fabio fu slegato e portato di peso nella sua stanza disteso sul letto chiusero e andarono via lasciandolo solo, non riusciva a camminare ne a ingoiare, cosi preso dalla stanchezza si addormentò, non sapeva quando tempo era passato riapri gli occhi si guardò intorno sperando che fosse stato un incubo ma non era cosi anzi fu preso dalla disperazione e cominciò a piangere.
Due sere dopo rifece quell’esperienza insomma lo stavano distruggendo nel copro e nell’anima ormai sembrava uno zombi non avevano neanche piu il motivo per legarlo quando lo portavano in quella stanza si preparava da solo aspettando la moltitudine di cazzi che avrebbe preso, la sua vita era diventata inutile era dimagrito, qualche volta non voleva mangiare ma lo nutrivano con la forza, passò tanto tempo non sapeva neanche in che mese e anno erano tanto del tempo che era passato, quando un giorno lo vennero a prendere gli portarono dei vestiti (ormai viveva nudo) lo lavarono lo vestirono, non ricordava neanche come si faceva piu e lo portarono fuori, fu accecato dalla luce del sole, non lo vedeva da molto era caldo quindi era estate, fu fatto sedere su una macchina che parti di gran volata lasciando quel posto che stava diventando per lui la sua tomba.
Viaggiarono per un giorno e una notte ogni tanto si fermavano per fargli fare le sue cose fargli mangiare qualcosa, fu tentato di domandare dove fossero diretti ma uno schiaffo in piena faccia gli fece passare la voglia, arrivarono di pomeriggio inoltrato davanti a un cancello di una villa bussarono e un clack elettronico fece aprire il cancello la macchina entrò e raggiunse il portone fu fatto scendere fu bendato e condotto in una stanza che sentiva profumata, dopo tanto tempo risentiva l’odore di un profumo, si guardò intorno questa stanza era ben arredata c’era anche uno scrittoio una sedia e finalmente uno specchio dove con molta paura si guardò.
Vide la sua faccia, rimase sconvolto era magrissima con dei solchi sulle guance, i suoi occhi emanavano dolore, e ricominciò a piangere si distese sul letto e si addormentò.
Fu svegliato da una ragazza che lo chiamava dolcemente senza brutalità, gli poggiò sul tavolo il pranzo e andò via lasciandolo nuovamente da solo con i suoi pensieri, ogni tanto pensava a Valeria e che fine avesse fatto, fu lasciato in quel posto senza vedere nessuno se non la ragazza che gli portava da mangiare molto tempo, cosi ebbe modo di rimettersi in carne e far guarire il suo buco del culo che ormai anche se non aveva avuto rapporti per tanto tempo rimaneva aperto di qualche cm.
Una mattina entrò una signora, alta vestita di pelle con degli stivali e un tacco almeno 15 aveva i capelli raccolti a coda di cavallo un paio di tette tenute strette da un corpetto di pelle, quando si avvicinò gli intimò di mettersi in ginocchio e baciarle i piedi per averlo portato via da quel luogo, Fabio non se lo fece ripetere due volte si mise in ginocchio e gli baciava con delicatezza i piedi poi lo allontanò e gli fece un discorso dove lui non doveva chiedere mai nessuna informazione e che siccome a lei piaceva molto frustare i suoi sudditi lo avrebbe iniziato alla fustigazione e che quando sarebbe stato il giorno per l’iniziazione lo avrebbe saputo almeno un giorno prima cosi che si sarebbe preparato a quello che gli sarebbe successo, Fabio annui, poi la signora si alzò e andò via non prima di essersi fatta baciare nuovamente i piedi.
Passò ancora del tempo Fabio ormai annullato nelle mente aveva anche perso il gusto di parlare, non parlava neanche più da solo, aspettava e come ogni giorno veniva qualcuno a portargli da mangiare e da bere ma solo una volta al giorno e lui aveva imparato a conservare le cose per quando avesse avuto un po di fame nel corso della giornata.
Poi una sera entrò quella signora della prima volta e lui come gli aveva detto di fare si inginocchiò e le baciò i piedi (anche se a lui la cosa non piaceva), la signora si mise seduta e Fabio continuava a baciare i piedi, poi lei lo allontanò dicendo sei un po trascurato, domani viene il barbiere e ti depilerà tutto da capo a piedi, ti farai una bella doccia e ti profumerai non voglio che i miei ospiti sentano il tuo odore cosi sarai per la prima volta iniziato a subire torture senza fare sesso di nessun genere, poi ci ripensò e disse anche se”’alla fine andò via dicendo ci vediamo domani Fabio gli baciò nuovamente i piedi e lei uscì.
Passò ancora una giornata, entrarono nella sua stanza due femmine, una portava una specie di gabbietta che gli applicò al cazzo mettendolo in fase di restrizione e molto stretto chiuse il catenaccio e si mise la chiave al collo, poi insieme lo profumarono gli misero un bavaglio a forma di cazzo e lo chiusero sulla nuda e una mascherina che gli oscurò definitivamente la vista.
Poi una da un braccio e l’altra dall’altro lo condussero fuori, era da tanto che non camminava e sentiva l’aria fresca che gli sfiorava la pelle facendolo sentire fresco bene cosa che da tempo non sentiva.
Lo portarono in una stanza enorme, lo posizionarono al centro, gli applicarono delle polsiere e gli tirarono su le mani allungando le braccia ma senza tensione, alle caviglie delle cavigliere e lo lasciarono li in quella posizione, Fabio aveva la netta sensazione che non fosse solo gli sembrava che qualcuno lo osservava, ma non sapeva se era vero, non si sentiva nessun rumore neanche di respiri, rimase cosi immobile aveva paura anche a fare qualche movimento, poi si senti un rumore e senti finalmente la voce di quella signora che gli disse ‘sai dove sei? Sei in una stanza enorme e tutto intorno ci sono degli estimatori della frusta ma”.dopo che qualcuno ti vuole far provare le sue abilità ti farò un regalo che forse gradirai ma potrebbe anche non piacerti’.
Cosi nel mentre Fabio faceva mente locale di quello che gli sarebbe successo, senti una fitta sul culo che lo fece urlare e dimenare, dopo la prima frustata le due ragazze si avvicinarono e lo accarezzarono su tutto il corpo poi gli serrarono le caviglie a degli anelli sul pavimento e tirarono la corda che gli tendeva le mani mettendolo in tensione cosi che non si sarebbe piu potuto ne girare ne difendersi in alcun modo e mentre ancora la mano di una delle ragazze lo accarezzava sul culo’..ebbe un’altra frustata che lo fece mugolare, non vedendo non poteva sapere da che parte sarebbero arrivate, cosi appena il dolore si fece meno acuto ebbe una frustata sulla pancia e questo lo sconcertò definitivamente, poi ci furono colpi da tutte le parti senza sosta lo colpirono su tutto il corpo facendolo diventare pieno di strisce e qualcuna anche gocciolante di sangue, Fabio ormai non capiva piu cosa stesse succedendo sentiva solo dolore, poi tuto si fermò e lui rimase come lo avevano lasciato, sentiva un calore che si propagava su tutto il corpo e dolore da tutte le parti.
Sentiva delle voci qualcuno brindava altri si scambiavamo commenti, una signora si avvicinò a lui e lo accarezzò sulle parti sanguinanti e dopo leccò le dita, altri si insinuarono tra le sue chiappe infilandogli un dito nel culo senza chiedere con forza, insomma era solo carne per far divertire la gente perversa che gli era capitata, improvvisamente ci fu una campanella che fece girare tutti gli ospiti, la padrona di casa fece entrare una ragazza bellissima aveva il viso coperto da una maschera veneziana, bianca con delle forme degli occhi bellissima, era vestita di bianco con una tunica che la copriva dal collo alle caviglie, la fece entrare e la posizionò nei pressi di Fabio che ancora aveva gli occhi coperti dalla benda, ci fu un silenzio glaciale tutti si misero seduti aspettando cosa succedesse, cosi la padrona prese una bullwhipping molto doppio e lo mise nelle mani della ragazza, dicendogli nell’orecchio ‘questo lo hai provato personalmente quindi sai il dolore che puoi avere infierendo su quello, devi decidere solo tu se dargli forza oppure farlo con calma e aumentando il dolore fisico mano a mano che vai avanti’.
La ragazza la guardava avrebbe voluto dire qualcosa ma sapeva che non doveva parlare, lei non aveva mai usato una frusta e non sapeva neanche se riusciva a colpirlo, la padrona si allontanò dicendo ‘se non inizi a colpire passerai al suo posto e le frustate le ricevi tu’
Subito lei alzò la mano e fece schioccare la frusta ma non sapendo come fare se la fece tornare su di lei facendogli dare un urlo perche si era colpita da sola, senza esitare oltre ci riprovò e questa volta colpi Fabio che emise un grugnito visto che aveva ancora il bavaglio in bocca, la ragazza dopo le prime tre/quattro frustate date con una certa riluttanza, cominciò a capire come colpire e la forza da imprimere per far meno o piu male alla persona destinata, e suo malgrado sentiva un certo pizzicore tra le gambe ma che mi succede pensò mi sto eccitando a colpire un poveretto indifeso ma non riusciva a smettere e le frustate diventarono sempre piu forti e sempre piu cattive, si guardò intorno la padrone sorrideva e la incitava, la ragazza si guardò intorno e vide che su di un tavolo erano appoggiate delle altre fruste e cani molto robusti e molto grossi erano almeno cinque cm di diametro e almeno un metro di lunghezza, guardò la padrona che sorrise fece cadere la frusta per terra si avvicinò al tavolo e prese il cane più doppio che c’era, poi ritornò dalla vittima si avvicinò e cominciò ad accarezzarlo con la punta del cane glielo passava per tutto il corpo poi si allontanò e SWHISSS si senti un sibilo che andò a colpire Fabio che cercava in tutti i modi di agitarsi ma la ragazza continuò ne diede almeno dieci colpi con violenza, sembrava che voleva togliersi di dosso tuto quello che aveva ricevuto in quei giorni, le persone che stavano intorno si eccitarono molto a guardare quello che stava succedendo qualcuno cominciò a masturbarsi aiutato dalle femmine che c’erano, ci fu un master che era seduto vicino alla padrona e disse ‘sei sempre un passo avanti agli altri ottimo spettacolo stasera, fino a dove vuoi arrivare? Quando la fai smettere? Sai &egrave ancora non pronta e potrebbe fargli molto male’ la padrona lo guardò e rispose ‘ mi meraviglio di te sei sempre stato un sadico violento facendo molto ma molto male alle tue vittime e adesso ti preoccupi di quello che può succedere ahahahha facciamola fare tanto già si sta stancando e tra poco la smette e poi il maschio doveva essere iniziato e meglio di cosi non si poteva’.
La ragazza infatti si era fermata e senza colpire sempre con la punta lo sfiorava accarezzandolo ma poi improvvisamente lo colpiva con tutta la sua forza e ogni tanto si passava la mano tra le gambe e si accorgeva che piu lo colpiva piu si bagnava e piu gli piaceva, gli sarebbe anche piaciuto stare al suo posto ma poi lo colpiva il corpo di Fabio ormai era tutto martoriato, forse era anche svenuto dal dolore perche non emetteva nessun suono ne si muoveva, a quel punto la padrona si alzò e visto che la ragazza continuava come presa da un raptus gli fermò la mano che ancora una volta stava cadendo su Fabio e la svegliò dal torpore, lei la guardò e cominciò a piangere non sapeva perché ma piangeva.
La padrona l’abbracciò e la consolò invitandola e sedersi vicino a lei e a quel master, appena seduta fu subito preda del master che cominciò a far salire le mani sotto il vestito fino ad arrivare alla figa che sorridendo disse ‘ma &egrave tutta fradicia ahahahah’ quindi gli &egrave piaciuto disse la padrona, ormai a Fabio nessuno lo considerava più era rimasto legato al centro della sala pieno di striature rosse e ematomi dovuti dalle percosse che gli avevano dato.
La padrone distese la ragazza su di un materassino che avevano ormai tutti a disposizione, la fece mettere carponi e mentre il master gli infilava il suo cazzo in bocca lei accarezzava la figa entrando e uscendo mano mano nella sua figa con due dita poi tre e infine con un urlo della ragazza strozzato dal cazzo che aveva in gola gli infilò tutta la mano girandola e rigirandola, il cazzo del master era super e riempiva tutta la bocca senza possibilità di respirare, ogni tanto lo toglieva e gli faceva riprendere fiato e poi tutto in un colpo lo rinfilava nella gola, la ragazza tossiva ma il master implacabile lo infilava sempre piu dentro fino a toccare le tonsille, nel frattempo la padrona restando con la mano nella figa cominciò a giocare con il culetto e piano un po’ alla volta cominciando con un dito e finendo che aveva anche la mano sinistra infilata nel culo della ragazza che quasi scoppiava dal dolore e non potendo respirare si sentiva piena allargava sempre piu le gambe cercando di fare piu spazio per evitare il peggio, ma la padrona roteava le mani facendola sempre piu male alla fine il master sborrò nella gola della ragazza e lei con ancora le mani nel culo e nella figa dovette ingoiare senza poter fare altro.
Ma il master non era appagato voleva anche lui partecipare al fisting e cosi andò dietro e con del lubrificante che si cosparse sulle mani si avvicinò alla mano della padrone e piano piano entrando e uscendo cominciò a far entrare un dito alla volta nel culo della ragazza, questa cominciò a urlare capendo cosa le volevano fare cercando di andare avanti e allontanandosi da quelle mani, ma la padrona fece cenno a un inserviente che era li dicendogli di mantenerla ferma senza dargli il tempo di muoversi e cosi fece il master ormai era entrato nel culo con tre dita e si accingeva a far entrare il quarto, alla fine con molta resistenza da parte del culo infilò la mano sopra a quella della padrona, cosi le mani nel culo erano due, poi soddisfatto con la mano destra andò sulla figa e facendo lo stesso percorso di prima infilò la mano anche lui, la ragazza aveva quattro mani dentro di lei due nella figa e due nel culo, e cosi svenne dal dolore, i due soddisfatti gliele tolsero lasciandola con i buchi aperti e distesa svenuta sul lettino.
Si alzarono e andare al buffet a bere e mangiare qualcosa, passò quasi un’oretta quando la ragazza si risvegliò, si guardò intorno non ricordava neanche che era successo, tutti avevano ripreso il loro posto, la padrona prese la ragazza per un braccio l’aiutò ad alzarsi e gli disse che doveva ricominciare a frustare il giovane legato, questa si alzò con molta sofferenza e camminando con le gambe aperte si riavvicinò a Fabio che ancora bendato e imbavagliato non si aspettava che ricominciasse tutto daccapo, la ragazza si armo di un cane con in punta una corda doppia almeno tre cm, e con la forza come se si volesse vendicare di quello che gli avevano fatto colpi Fabio che emise un grido strozzato dal cazzo gonfiabile che aveva in bocca lei colpiva e colpiva lasciando la carne ancora piu sanguinante, ma ad un tratto la padrona la chiamò dicendogli ‘ sai adesso devo sbendare e togliere il bavaglio al giovane cosi che lo voglio sentire gridare, la ragazza si avvicinò e gli tolse per primo il bavaglio sgonfiando il cazzo e sciogliendolo dalla nuca, poi si alzò sulle punta dei piedi e lo sbendò”’rimase a guardarlo e cominciò a piangere Fabio non riusciva neanche ad aprire gli occhi quindi non vedeva chi era, questa lo chiamò Fabio Fabio sono Vanessa mi riconosci? Fabio a quelle parole si svegliò del tutto e guardandola si illuminò in volta dicendo ‘ non credevo di vederti ancora’ ma forse per l’emozione svenne, Vanessa lo voleva slegare ma la padrona la guardò accigliata ‘fallo svegliare che ancora non abbiamo finito con lui’ cosi Vanessa lo fece riprendere e quando fu svegliò guardò la padrone che gli disse continua lo voglio sentire gridare.
Lei lo guardò e allontanandosi di qualche passo alzò la mano e colpì con forza, Fabio questa volta gridò fortissimo e la guardava ma lei inesorabile disse ‘ perché hai fatto in modo che ci allontanassimo’ e colpì ancora più forte di prima al terzo colpo Fabio svenne ancora una volta e la padrone disse a Vanessa di smettere, lei cadde sulle ginocchia e singhiozzando si mise le mani in faccia, due inservienti fecero scendere la braccia di Fabio e sganciandolo ormai a peso morto lo portarono in una stanza adibita a infermeria Vanessa si alzò e voleva seguirlo ma la padrona la fermò devi aspettare gli disse, e la fece rientrare nella sua stanza.
Ormai era quasi una settimana che Fabio era nell’infermeria e piano piano si stava rimettendo dalle percosse avute, la sua mente vaneggiava era ancora confuso non riusciva a credere a quello che gli era successo, ogni tanto veniva una infermiera che lo ungeva con delle creme e degli oli per far risanare le ferite, ma lui non riusciva e rimettersi ormai era diventato magro non riusciva a mangiare pensava sempre alla sua adorata che non vedeva da tempo.
All’improvviso si aprì la porta e entrò la padrona, era su dei tacchi altissimi con le gambe inguainate di un pantalone in pelle lucida rosso aveva un corpetto sempre rosso che le stringeva la vita esaltando le sue tette, si avvicinò e gli disse in tono autoritario ‘ che cosa stai diventando, lo vedi che stai dimagrendo troppo? Poi noi come ti usiamo se non puoi sopportare qualche frustata’ rise sguaiatamente da sola ‘ perché non vuoi mangiare? Rispondi altrimenti ti riduco a strisce con la mia frusta’ e Fabio non si &egrave era accorto che aveva legata al fianco una frusta di quelle doppie con alla punta una striscia sottile e piena di nodi, quando mise a fuoco cosa era sbiancò alzò lo sguardo e disse ‘ vorrei la mia bella non la vedo da tanto tempo, non ricordo neanche quando tempo &egrave passato che non siamo insieme, vorrei ritornare a vivere con lei anche se siamo suoi schiavi’ la padrona lo scrutò per qualche minuto poi ‘ ok ti farò allestire una camera doppia per voi due vivrete insieme qui con me ma guai il giorno che vengo a sapere che vi siete amati, sarebbe la fine per te, lei ancora mi serve’ Fabio acconsentì con gioia.
Passò ancora molto tempo non riuscivano a rimarginarsi le ferite che gli erano state inferte, poi un giorno si svegliò dal torpore che viveva aprendo gli occhi vide Vanessa seduta su una sedia vicino a lui che gli teneva la mano teneramente, la guardò gli sorrise non riusci neanche ad abbracciarla tanto era diventato debole, Vanessa gli sorrise e gli disse ‘ se ti aiuto riesci ad alzarti andiamo nella nostra stanza e ti curo con amore li solo noi tu e io’ Fabio rinfrancato da quelle parole raccolse tutte le sue forze e si sollevò mise i piedi fuori dal letto e abbracciandola appoggiò i piedi per terra, era da tanto che non si metteva in piedi, appena fu ritto cominciò a sentire che la testa gli girava e sostenendosi su di lei e con molta calma un passo alla volta si incamminarono verso quella che sarebbe diventata la loro casa.
Salirono al piano di sopra Vanessa aprì una porta e entrarono in una specie di anticamera con dei quadretti che raffiguravano scene di schiavi nella camera antistante c’era un divano un angolo cottura (anche se non ne avevano bisogno) una tv (ma proiettava solo video di torture) sulla sinistra c’era la camera con un letto matrimoniale dove Vanessa sempre camminando piano un passo alla volta fece distendere Fabio, lo copri con una copertina poi si procurò delle creme e cominciò a massaggiarlo piano su tutte le piaghe, lo lasciò e andò a prendere il pranzo, Fabio quando Vanessa gli offriva da mangiare cominciò con molto sforzo a mangiare contento che stava nuovamente con la sua Vanessa.
Dopo aver mangiato anche Vanessa si distese vicino a Fabio e nel silenzio totale si sentì un bzzzzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzzz Vanessa alzò la testa e rispose era un interfono che chiamava, ‘ si, va bene sto venendo’ diede un bacio a Fabio e gli sussurrò ‘ devo andare’ si alzò si mise una vestaglia trasparente e uscì lasciandolo solo nella penombra’Fabio finalmente sazio e contento si addormentò.
Intanto Vanessa era scesa al sotto piano entrò in una specie di stalla e si mise in ginocchio con la testa appoggiata a terra e il culo in aria, entrò la padrona accompagnata da altre due padrone che videro Vanessa e compiaciute per come le aveva aspettate fecero i complimenti alla padrona di casa dicendo che l’aveva addestrata molto bene, poi le ordinarono ‘ in piedi subito e togli quella vestaglia’ lei si alzò facendo scorrere la vestaglia per terra rimanendo nuda, si compiacquero e cominciarono un certo discorso.
‘ lo sai perché siamo qui? Siamo qui perché ti dobbiamo addestrare a diventare un pony, cio&egrave dobbiamo farti imparare come si porta un calesse da corsa bardata come una cavalla, tra un mese ci saranno delle gare e noi partecipiamo, e cosi devi imparare in fretta, se perdiamo e il tuo uomo sta bene ti faremo frustare da lui come hai fatto tu con lui va bene?’ Vanessa sapeva di non dover rispondere e cosi fece ma’una delle due che aveva in mano un frustino da cavallerizzo le diede una tremenda frustata sulle tette facendola sobbalzare e gridare , poi la guardò e disse ‘ CAPITO????’ al che Vanessa capì e rispose si padrone.
Chiamarono con un campanello un’altra ancella che venne con molte cose da cavallo e cominciò a farli indossare a Vanessa aiutandola nel mettere due paraocchi che venivano allacciai dietro la nuca, un morso con delle redini sempre legato dietro, un pennacchio sulla testa al fianco misero una cintura di cuoio che le passava tra le gambe e attraversava la figa inserendosi tra il solco del culo ai due lati c’erano dei gancetti che collegarono ai polsi, quindi poteva con le mani libere mantenere il calesse, con le redini una delle padrone la portò fuori a facendola camminare alzando molto le ginocchia la fece entrare in un recinto dove al centro c’era una sbarra, mise le redini sulla schiena e prese una corda lunga e la legò al morso , praticamente doveva girare in tondo attorno al palo trottando o galoppando, una delle due padrone prese una frusta molto lunga da addestramento si portò al centro vicino al palo e con una frustata sul culo di Vanessa la incitò a cominciare a girare alzando le gambe come i cavalli e cosi Vanessa cominciò a girare prima a piccoli passi poi incitata dalla padrone con varie frustate cominciò ad andare piu veloce, poi frustata dopo frustata cominciò a correre, ai capezzoli gli avevano applicato dei morsetti con delle campanelline che ogni volta che correva suonavano, la sua pelle era sudata ed era stanca da un’ora la facevano sgobbare a correre, fino a quanto la padrona la fermò andò vicina e sciogliendola dal palo la portò in una cascina che sembrava una stalla, la posizionò in un box poi scomparve, Vanessa aveva sete era stanca e si voleva togliere quelle bardature da dosso, venne l’ancella che le tolse da dosso tutte le bardature la lasciò nuda nel box, gli lasciò solo il morso e la legò come i cavalli prese due corde e le applicò al morso una a destra e una a sinistra le mani sempre legate ai fianchi, poi si accorse che l’ancella non era andata via ma’.aveva preso una manichetta dell’acqua e aprendola cominciò a spruzzarla addosso a Vanessa che gridò cosi forte che sembrava un nitrito, dopo pochi minuti che la bagnata smise e la lasciò cosi andando via lasciandola nuda e bagnata.
Dopo molto tempo ormai asciugata e sempre con la voglia di sete e di fame rivide la padrona che l’aveva addestrata per la prima volta, la sciolse e la portò in un altro box dove l’aspettava l’ancella che finalmente le tolse tutte le bardature poi andò via, la padrona la fece mettere carponi e in un angolo sopraelevato gli mise una ciotola con dell’acqua e in un’altra ciotola della poltiglia che sembrava fieno Vanessa bevve con avidità poi guardando nell’altra ciotola e vedendo che sembrava fieno gli vennero dei conati di vomito, ma fu lasciata li e la padrone disse, ‘questo devi mangiare se non la mangi rimani digiuna e stasera non rientri alla tua casa da Fabio quindi non mangerà neanche tu’ poi si girò e andò via, Vanessa subito andò alla ciotola e cominciò a mangiare, in effetti non era fieno sembrava era petto di pollo tagliato cosi fine che dava l’impressione del fieno, dopo aver mangiato tutto si preparò per andare da Fabio, cosi venne l’ancella gli aprì la porta e l’accompagnò nella sua casa.
Appena entrata trovò Fabio seduto sul divano si era un po ripreso, aveva dormito e si era rifocillato, gli andò vicino e gli raccontò quello che aveva fatto con le tre padrone, lui la ascoltava ma non riusciva a capire perché di quella cosa anormale ma ormai erano abituati a tutto o quasi, gli portarono la cena e Fabio finalmente riuscì a mangiare e riposare tutta notte.
Al mattino successivo quando già il sole era alto si sentì nuovamente quel sibilo bzzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzzzzzzz Vanessa rispose e disse scendo, tornò nella stessa sala della sera prima e ritrovò le stesse padrone, gli fecero segno di seguirle e ritornò nella stalla insomma fece quello della sera prima solo che la variante era che adesso aveva un calesse dietro di lei l’avevano agganciato alla cintura che aveva ai fianchi e le aste le manteneva con le mani, la rimisero nuovamente al palo e con il solito frustino la fecero girare prima piano poi sempre piu veloce aveva un pennacchio questa volta piu alto e piu bello i campanelli ai capezzoli e questa volta aveva anche delle cavigliere con campanelle, insomma quando camminava si sentivano tanti scampanellii, la frustarono e la fecero girare per due ore senza mai farla fermare, qualche volta di corsa e qualche volta al trotto, e correndo doveva fare come i cavalli anche agitare la testa facendo roteare il pennacchio, quando ormai sfinita anche se veniva frustata si fermava, la padrona la sciolse gli tolsero il calesse e la portarono nel box legandola come una cavalla, la rifocillarono con dell’acqua e le solite striscioline che sembrava fieno.
La fecero riposare forse un paio di ore, poi l’ancella la riprese e la lego nuovamente al calesse, ma questa volta si sedette una delle padrone che l’addestrava e non la legarono al palo ma usando le redini la fece uscire su una radura, Vanessa non riusciva a capire come funzionavano le redini ma la padrona con il frustino glielo faceva capire , gli fece il culo rosso era pieno di strisce e a colpi la fece entrare in una pista era intorno a un km, facendola camminare piano la portò fino ad una striscia che sarebbe stato la partenza e l’arrivo quando sarebbe finito il giro, poi con una frustata piu forte delle altre gli gridò ‘ corri’ Vanessa partì come una furia mentre l’altra padrona accese il cronometro per sapere quando tempo ci avrebbe messo, Vanessa dette il meglio di se, quando correva le sue tette ballavano e sbattevano tra il mento e il dorso senza sosta, non poteva mantenerle perche aveva le mani legate e manteneva il calesse, fini il giro in 5 minuti e 40 secondi, quando si fermò la padrona che cronometrava gli andò vicino e fece vedere il tempo a quella che era seduta sul calesse poi gli andò davanti e gli mollò due schiaffoni facendogli girare la testa una volta a destra e una a sinistra facendola sanguinare il labbro, se al prossimo giro fai ancora questo tempo ti appendiamo nella stalla e te ne daremo tante da farti capire chi comanda e come devi correre, venne anche l’altra padrona andò dietro a Vanessa e gli infilò un plug con una coda abbastanza lunga dicendo ‘non sembrava neanche una cavalla senza coda adesso si che mi piace, ricorda devi fare solo 1 minuto per il giro del campo’ Vanessa ancora non si era ripresa dalla corsa e il suo petto si alzava e si abbassava in continuazione molto veloce, poi con una frustata sulle gambe capì che doveva ripartire e ‘ corri’ e partì cercando di correre il piu forte possibile ma dopo la seconda curva quando mancava solo 300 metri dal traguardo inciampò rovinando a terra e portando con lei anche la padrone che era seduta sul calesse, fecero almeno quattro ruzzoloni insieme fino a quando si fermarono Vanessa impossibilitata a ripararsi rimase a terra senza muoversi (anche perché non poteva) mentre la padrona si alzò zoppicando, le altre due la raggiunsero chiedendo se si era fatta male, nessuno si preoccupò di Vanessa poi si avvicinarono a lei e dandogli dei calci chiedevano ‘ alzati cavalla che fai ancora a terra’ ma lei non poteva ne rispondere ne poteva alzarsi e cosi chiamarono una ancella che correndo si avvicinò aiutandola ad alzarsi ancora con il calesse attaccato dietro, sanguinava sulle ginocchia e sulle braccia, la cosa buona era che non si era rotta nessun osso e cosi dopo aver tolto il calesse l’ancella l’aiutò a raggiungere la stalla mettendola in un box e legandola senza neanche un po’ di disinfettazione anzi prese la pompa e la bagnò tutta pulendo la polvere che aveva addosso poi andò via.
Per la prima volta da quando stava alla villa Vanessa scoppiò a piangere, singhiozzava senza sosta tremando dal freddo perché bagnata e dolorante dopo un bel po’ di tempo l’ancella la venne a prendere la sciolse e l’accompagnò nella casa dove stava ad aspettarla Fabio che giorno per giorno si rimetteva in forza, aiutandola a farla sedere sul divano distendendola e massaggiandola sulle parti che avevano urtato lo sterrato. Vanessa aveva le ginocchia sbucciate come i gomiti, Fabio l’aiutò a farsi una doccia e la mise a letto per farla riposare, il mattino dopo venne una ancella prese Vanessa per un braccio e andò via con lei senza dire niente, la portò nella stalla le mise delle polsiere e tirando una corda da una carrucola lego i polsi a questa tirandole le braccia in alto, lasciandola sulle punte dei piedi, Vanessa si guardava intorno ma l’ancella le mise una benda sugli occhi e poi sempre senza parlare le dette una scudisciata con una pala sul culo facendola gridare, era il segnale che era stata preparata.
Subito le tre padrone si materializzarono attorno a lei e quella che era caduta parlò dicendo ‘ allora cavalla metterai piu impegno la prossima volta? Sappi che tra trenta giorni dobbiamo partecipare alle corse e non voglio ne cadere ne perdere rispondi’ Vanessa disse ‘vinceremo’, ma subito sentì sulle gambe una stilettata che le fece mancare il fiato e ancora un’altra sul culo e un’altra sulle spalle, si sentiva bruciare tutto il corpo, poi come se non ci fosse futuro le tre padrone cominciarono a colpire tutte insieme senza badare dove e come, Vanessa si contorceva sotto i colpi e loro ad ogni suo movimento la colpivano sempre piu forte le stavano facendo il corpo a strisce rosse sul culo si intravvedeva un po’ di sangue dovuto ai colpi dati molto forti, poi smisero venne l’ancella che sciolse Vanessa e cominciò a bardarla come una cavalla lei ancora dolorante dovette subire, quando poi gli applicò i morsetti ai capezzoli emise un grido che fu subito soffocato dal morso, la fece abbassare e gli infilò la coda la pettinò e infine gli mise alle spalle il calesse presa per il morso proprio come una cavalla la accompagnò fuori sulla pista la mise in posizione e aspettò che la padrona montasse sul calesse quindi gli diede le redini, l’altra preparò il cronometro e lo fece vedere a Vanessa dicendo ‘ ricorda’, poi una frustata e lei partì corse come il vento cercando di non inciampare ne tanto meno fare un tempo non buono, quando arrivò al traguardo scattò il cronometro 2 minuti e trenta secondi, si parò davanti a lei e gli mollò due schiaffi cosi forti che quasi perdeva l’equilibrio, ‘ devi migliorare’, ma per oggi va bene cosi, la lasciò all’ancella che la condusse da Fabio.
I giorni passavano Fabio sempre meglio e cominciava anche a mettere su peso, lei sempre in addestramento il suo tempo migliorava giorno per giorno ma, tornava sempre in casa piena di frustate ormai non ci faceva neanche piu caso poi venne il gran giorno, Vanessa fu lavata e profumata e Sali su un camioncino proprio come quello che si trasportano i cavalli viaggiarono per almeno tre ore, entrarono in una tenuta immensa e fu portata alle stalle li la addobbarono e dopo aver messo la coda e il calesse fu fatta sgambare sul selciato tanto per fargli prendere confidenza del tragitto e come era alla fine in attesa di tutte le ponygirls la legarono con le briglie su un palo appositamente messo restò almeno un’ora come le altre sotto un sole cocente, poi le padrone salirono e lo spiker le chiamò per mettersi in riga dietro alla macchina che le avrebbe portate sulla partenza.
La padrona prima di partire andò davanti a Vanessa le accarezzò i capelli come se fosse una criniera e le sussurrò all’orecchio ‘ non deludermi sai cosa ti capita’ lei abbassò la testa e nitrì.
Erano in sei e furono accompagnate con le briglie alla linea di partenza e messe ad una distanza di un paio di metri tra di loro, a destra c’erano degli spalti dove numerose persone erano sedute a vedere la gara, poi si sentì la voce dello spiker che diceva’..’ sta quasi per iniziare la gara e volevo ricordare a tutti quello che succede a secondo dell’arrivo, dunque la gara si articola in tre manche mano a mano che si valuta l’arrivo vengono eliminate sempre quelle che arrivano ultime alla fine del giro, il primo verrà onorato di tutto e per una sola sera potrà scegliere se vuole con chi accoppiarsi oppure solo stare finalmente a tavola a cenare con tutte le padrone, il secondo classificato potrà solo scegliere con chi accoppiarsi sia maschio che femmina e decidere cosa fare insomma padrona per una sera, e cosi via fino ad arrivare alla sesta classificata, la sesta potrà solo subire, verrà legata in un box con un pony eccitato al massimo e sarà chiavata da questo sia avanti che dietro poi tutte e sei le padrone potranno abusare di lei frustandola e fare qualsiasi atto di libidine su di lei che sarà legata senza possibilità di fuga”’.avete tutti capito le regole?’ ci fu un nitrito generale e tutte si guardavano intorno cercando di prevedere come sarebbe stata quella vicina, più forte? Più veloce? Ma poi si dovettero concentrare per la partenza, Vanessa guardava la pista raccogliendo tutte le forze che poteva cercava di stare calma per poter vincere non voleva essere la sesta.
Poi la macchina mise in moto e piano cominciò a camminare e tutte le cavalle gli andarono dietro piano fece tutto il giro del campo poi quando stava quasi per arrivare alla linea di partenza cominciò ad accelerare cosi anche le cavalle la macchina si staccò e si tolse dalla vista tutte le cavalle cominciarono a correre frustate dalle padrone che erano sedute sul calesse, le frustavano sulle gambe sulle spalle, non gli importava dove colpivano volevano solo che le cavalle corressero il più forte possibile per non farle perdere ( a loro andava un premio in denaro) vennero cronometrate e Vanessa correva come una matta qualche volta tanto che correva forte, perdeva il controllo delle gambe cosi dopo il primo giro lei arrivò seconda l’ultima fu eliminata, ma l’ultima diventava quella che dopo la fine delle gare aveva fatto piu tempo delle altre, cosi rimasero in cinque, solo qualche minuto per farle riprendere q ripartirono Vanessa correva correva senza guardare ne al suo fianco ne niente altro guardava solo avanti senza distogliere lo sguardo alla fine del secondo giro Vanessa arrivò terza poi al quarto giro ritornò seconda fino all’ultimo giro erano rimaste Vanessa e una cavalla molto piu giovane di lei, si guardarono negli occhi poi dopo un po di tempo ripartirono Vanessa correva sempre piu forte ma l’altra era al suo fianco e non mollava mai fino a quando poco prima della linea di traguardo Vanessa inciampò e cadde rovinosamente portando con lei la sua padrona il calesse, ruzzolò per un paio di metri rimanendo a terra impossibilitata a muoversi, cosi la sua padrona appena fu in piedi prese la frusta e cominciò a colpirla con forza da tutte le parti senza che lei riuscisse a difendersi almeno a parare qualche colpo, alla fine fu aiutata ad alzarsi e portata in infermeria aveva le ginocchia e i gomiti sbucciati e escoriazioni per tutto il corpo.
Alla fine i giudici cominciarono a conteggiare i risultati e siccome era caduta aveva perso almeno cinque punti sulle ultime arrivate, a Vanessa gli vennero le lagrime agli occhi, aveva fatto tanto per non perdere ma la sfortuna l’aveva fatta cadere e cosi aveva perso tutti i punti degli arrivi precedenti, e siccome la sua padrona era caduta e si era appena ferita un po’ la gara era stata sospesa e cosi si facevano i conti, vinse la sua rivale dell’ultima corsa, poi mano a mano le altre e lei”..era diventata l’ultima per colpa della caduta, Vanessa era molto preoccupata di quello che gli sarebbe successo di li a qualche ora, cosi ancora inbrigliata la portarono in un box e la lasciarono legata alla staccionata con le redini non aveva possibilità di muovere neanche le mani perché erano legate alle briglie, passò molto tempo e alla fine vide entrare la sua rivale della finale prima che cadesse, gli andò vicino e gli sussurrò nell’orecchio, eheheheheheh ‘ ho chiesto alla mia padrona di poter fare qualcosa con te, ti voglio vedere chiedere perdono a me e non ti puoi neanche difendere devi solo subire, all’idea già mi sto sciogliendo, posso fare di te quello che voglio e non me la lascio scappare l’occasione’ e cosi dicendo gli diede molti schiaffi sul culo facendo sobbalzare Vanessa che in quel momento non se lo aspettava, poi la sciolse dalla staccionata e tirandola con violenza la fece indietreggiare fino alla fine del box, si mise davanti alla sua faccia e cominciò a toglierle i paraventi da dosso, fino a quando la lasciò nuda e senza nessun’altra cosa addosso, gli mise delle polsiere e la legò ad un parancolo che scendeva da sopra, cominciò a tirare e le braccia di Vanessa cominciarono ad alzarsi fino a quando rimase in estensione in alto rimanendo solo con le punta dei piedi che toccavano il pavimento, si allontanò e guardandola disse ‘ sei perfetta cosi adesso mi diverto un po’ dopo verranno le padrone a finire’ si allontanò e andò via lasciandola appesa alla trave, dopo qualche tempo le braccia di Vanessa cominciarono ad intorpidirsi fino a quando rientrò e rientrò che aveva la mani piene di fruste paddle canne di bambù insomma era piena di oggetti per frustarla, li mise tutti in ordine su una mensola che stava alla sua sinistra lei rimase in possesso di un frustino da cavallerizza, aveva il manico molto lungo una frusta sottile e alla fine un pezzo di cuoio pieno di nodi che fece sibilare nell’aria swisssss swisssss swissss faceva paura solo il rumore che produceva, la guardò e sorridendo gli fece scorrere la corda sulla pelle poi gli si avvicinò e gli mise con forza un bavaglio e la bendò dicendo ‘ non devi vedere ne gridare puoi solo sentire i colpi che ti raggiungono da chissà quale parte’ Vanessa rimase cosi nel silenzio senza vedere ne poter parlare cercava solo di poter intuire se arrivavano colpi e da dove.
Quando improvvisamente fu colpita con violenza da una frustata che le lacerò la pelle facendola inarcare su se stessa, poi risentì quel swissss e lo senti sulle natiche lei cercava di muoversi ma non poteva questo fu solo l’inizio perché i colpi si ripeterono in continuazione qualche volta lasciandola senza fiato si contorceva senza possibilità di evitarli non sapendo da dove venissero, fu colpita per tanto tempo che ne aveva perso il conto ormai il suo corpo era striato come una zebra, poi dopo un colpo fortissimo tutto smise e lei si poté riposare un po’ ma non per molto, sentì le voci delle padrone che entravano nel box ridendo e raccontando quello che gli avrebbero fatto, la sua padrona disse che gli avrebbe scorticato la pelle visto che l’aveva fatta perdere e che l’aveva fatta cadere dal calesse, i pensieri di Vanessa ormai era alle stelle cercando di immaginare quello che le avrebbe fatto la sua padrona, le altre non voleva neanche saperlo cosa pensavano.
Ognuna di loro si armò di un oggetto che stata in mostra e si misero in circolo intorno a Vanessa, la padrona disse che lei doveva essere la prima e concordarono quanti colpi dovevano dare a turno, decidendo per dieci mentre solo la sua padrona ne poté dare venti e cominciò proprio lei, aveva tra le mani un bullwhipping e dopo averle passato una mano sul culo e accarezzata sulla faccia senza neanche farle capire che lo faceva gli sferrò una frustata cosi forte che anche se imbavagliata la fece urlare per qualche secondo, poi gli infierì altri colpi sempre e solo con una forza tremenda, arrivata a venti affannata e sudata si fermò gettò la frusta per terra e disse &egrave tutta vostra, le altre padrone cominciarono e a dieci colpi ognuna si prese altri cinquanta colpi sempre tremendi sulle natiche e sulle spalle, qualcuna piu cattiva la colpi alle tette e anche tra le gambe sulla figa la lasciarono appesa semisvenuta con rivoli di sangue che le scendevano dal culo e scivolavano sulle gambe, venne una ancella e gli getto un secchio di acqua gelata sul corpo facendola sussultare, poi la slegò Vanessa non si manteneva sulle gambe e cosi cadde ma fu sostenuta dall’ancella che la adagiò su un tappeto spalmando sul suo corpo della crema rigenerante per i segni che aveva, poi dopo aver finito la lasciò cosi e andò via chiudendo il box alle sue spalle.
Vanessa rimase li con i suoi pensieri e i dolori che gli procuravano quelle frustate pensando a che cosa ancora doveva subire, la collera della sua padrona era incolmabile e le altre non si risparmiavano, neanche l’altra cavalla si era risparmiata e pensava perché ce la con me, neanche ci conosciamo, mentre pensava si addormentò stanca e dolorante.
Quando apri gli occhi si accorse che fuori era buio, doveva essere notte e lei non aveva mangiato ne bevuto da due giorni, e si sentiva che ne aveva bisogno di rifocillarsi un po’, nel mentre pensava a quelle cose si apri la porta del box che fece entrare una forte luce tanto che lei dovette chiudere gli occhi perche era accecata , quando li riapri vide davanti a lei la cavalla che l’aveva frustata per prima, appena si accorse chi era si allontanò da lei cercando riparo in fondo al box, ma questa si avvicinò e si sedette accanto a lei cominciando ad accarezzarla piano passando leggermente le mani sulle striature che aveva facendole venire la pelle d’oca ogni volta che la sfiorava, poi la baciò sulla bocca insinuando la sua lingua e Vanessa a questo punto aveva bisogno di essere coccolata e partecipò volentieri a quell’amplesso saffico si misero una tra le sue gambe e l’altra tra le sue cominciando a succhiare e leccare la figa fino a quando esplosero quasi insieme ad un orgasmo liberatorio, poi questa si avvicinò all’orecchio di Vanessa e dopo averlo un po mordicchiato le sussurrò, ‘ oggi sarà una giornata molto impegnativa per te, devi subire ancora la violenza delle padrone, ti devo fare un clistere di tre litri di acqua con un peperoncino piccante messicano sciolto dentro, hanno detto che devi soffrire dentro e fuori,’ Vanessa si alzò e cerco di scappare dal box ma la porta era chiusa e l’altra gli chiese se lo faceva senza fare resistenza oppure voleva che la legasse stretta senza che lei potesse reagire, Vanessa era sconvolta non riusciva a parlare voleva solo scappare era confusa il panico la stava prendendo e piangendo non voleva essere toccata ma l’altra cercando di prenderla per legarla si accorse che Vanessa faceva molta resistenza e lei da sola non riusciva neanche a calmarla cosi usci dal box ritornando dopo poco con due possenti maschi che presero Vanessa e con la forza (visto che lei opponeva molta resistenza) la adagiarono su un tavolo dove al centro era vuoto per metterci la pancia la legarono stretta che non aveva nessuna possibilità di fare nessun movimento, poi furono congedati dalla cavalla dicendo che se ne aveva bisogno li chiamava lei, cosi restò sola con Vanessa, si mise davanti alla sua faccia e accarezzandole una guancia gli disse ‘ anche se opponi resistenza ti faranno fare per forza tutto quello che vogliono accettalo come hai fatto sempre’ Vanessa singhiozzava pregandole di non fargli quello che aveva detto, ‘ sarà terribile ti prego non farmi questo anche tu sei una schiava perché ti accanisci su di me? Che cosa ti ho fatto?’ era la prima volta da quando stava la che parlava con qualcuno, questa gli si mise nuovamente davanti e con fare cattivo gli disse ‘ sono più giovane di te sono schiava da più tempo di te ma vogliono tutti te sei anche più bella di me sei più vecchia ma più bella e io ti odio, se potessi ti farei a fettine’ cosi dicendo ritornò dietro e infilò la cannula del clistere nel culo di Vanessa senza nessun riguardo facendola gridare dal dolore poi ritorna davanti alla sua faccia ‘ adesso ti apro il rubinetto e resterò qui a guardarti mentre entra l’acqua che ti irrita le viscere con il peperoncino piccante’, ma prima mise una web cam che inquadrava la faccia di Vanessa, anche le padrone vogliono vedere.
Andò al clistere e apri un poco il rubinetto cominciando a far defluire l’acqua, che vedendola dalla sacca era di colore verde, aveva assorbito tutto il colore del peperoncino, lo guardò e sorrise dopo pochi secondi già il liquido nell’intestino cominciò a dare i suoi frutti e Vanessa diventò di un colore rossastro gonfiando le guance cercando di non dar soddisfazione a nessuno ma poi’..quando apri quasi del tutto il rubinetto e l’acqua entrava senza sforzo alcuno emise un grido da far accapponare la pelle a chiunque, lei la guardava e se la rideva, sotto il tavolo la pancia di Vanessa cominciò a gonfiarsi per l’acqua che entrava, erano tre litri e non sapeva se riusciva a contenerli tutti, gridava e si sgolava, ma l’altra con cattiveria gli chiuse la bocca infilandoci una sua calza che aveva tolto dai piedi e avvolgendola con un nastro adesivo, Vanessa poteva solo respirare con il naso ma le lacrimavano gli occhi e dal naso usciva del liquido che gli impediva di respirare la guardava e rideva poi prese la cam e la spostava facendo vedere alle padrone che la pancia di Vanessa era diventata enorme sembrava incinta di quattro mesi e rideva, Vanessa ormai era al massimo della sopportazione e la sacca non era neanche a meta, anche se non poteva cercava di fare qualche movimento cercava magari di alleviare le pene ma era impossibile perché era stata legata cosi bene da non permetterle nessun movimento dopo quasi una mezz’ora la sacca fini , la pancia di Vanessa era diventata enorme e lei sudava cercava di respirare, l’altra chiuse il rubinetto tolse la cannula e infilò lesta un plug che sigillo tutto perche gonfiato nel culo, si sentiva scoppiare con l’acqua che la tormentava e la bruciava dall’interno la fece rimanere in quella posizione per una mezz’ora Vanessa non ragionava piu sembrava uno zombie roteava gli occhi senza capire neanche piu quello che stava succedendo, poi sgonfiò il plug e dette via libera all’acqua di uscire, che aveva devastato l’intestino, all’uscita dell’acqua Vanessa quasi svenne ma magari riusci a riprendere conoscenza.
Le padrone avevano assistito a tutto si erano divertite sedute a mangiare qualche biscottino e bere del liquore, una disse, ‘ rimandiamo a domani l’inculata con il pony? Oppure visto che adesso gli brucia da morire anche l’interno lo facciamo adesso?’
La padrona disse ‘ si meglio domani oggi ci siamo divertite abbastanza la facciamo riposare e poi domani la facciamo prendere avanti e indietro da due pony eheheheheeh’ e cosi fu fatto tutte andarono via e Vanessa fu lasciata legata al tavolo senza ne mangiare ne bere legata e con ancora l’acqua che usciva dal culo che era diventato gonfio e enorme per colpa del bruciore, era ancora imbavagliata e quell’altra era seduta su uno sgabello vicino a sorvegliarla nel caso avesse problemi.
Passò una notte d’inferno aveva l’intestino che gli bruciava e sentiva che il buco del culo era enorme e gli faceva un male dannato era anchilosata dalle braccia alle gambe e per giunta non poteva neanche chiedere aiuto a quella che era con lei perch&egrave non poteva parlare, ebbe una grande paura che ormai era venuta la sua fine, sarebbe morta legata in quella posizione senza poter riabbracciare Fabio, ormai era una settimana che non lo vedeva ne sapeva come stava, ma doveva solo aspettare che tutto finisse.
Il chiarore del giorno entrò da una finestra posta in alto del box, quella che stava con lei si svegliò e si assicurò che era ancora viva, gli tirò i capelli alzandole la testa, vedendo che respirava gli chiese se aveva voglia di bere qualcosa, Vanessa con un mugolio gli fece capire che ne aveva bisogno, cosi gli tagliò il nastro che ancora l’avvolgeva la testa e gli tolse la calza da bocca ormai inzuppata di saliva, prese un tubo abbastanza lungo dove alla fine terminava con una specie di imbuto lo inserì nella bocca di Vanessa fissandolo bene sempre con il nastro cosi che lei con la lingua non potesse spingerlo fuori, poi si mise in piedi sullo sgabello appoggiò il largo del tubo alla sua figa e cominciò a pisciare in bocca a Vanessa che non potendo neanche sputare il tubo doveva solo ingoiare e cosi faceva, la piscia dell’altra schiava era lunga, (non la faceva dalla sera prima) e cosi dovette avere anche quest’altra umiliazione essere pisciata in bocca da un’altra schiava come lei, quando fini tolse il nastro e il tubo e tirandola su con i capelli gli disse ‘ ti &egrave piaciuto era calda al punto giusto?’ E rise sguaiatamente, poi ‘ non ti va di mangiare qualcosa prima che vengono le padrone e ti fanno la festa con i pony?’ Vanessa scosse la testa dicendo no sapeva che era cattiva e aveva paura di cosa gli avrebbe fatto mangiare, ma l’altra usci rientrando con un piatto pieno un cucchiaio e passandogli vicino ‘ sei sicura che non vuoi mangiare? Guarda che dopo non ti daranno mica da mangiare le padrone vorranno solo torturarti e farti chiavare dai pony lo sai vero???’ Vanessa non si mosse cercando di vedere cosa conteneva il piatto senza riuscirci, ma la fame era troppa e la sua bocca ancora sapeva del piscio di prima cosi disse ‘ cos’&egrave &egrave buono? Dammi qualcosa da mangiare’ l’altra ragazza ridendo disse ‘ sei sicura di volerlo? Dopo non mi dire che sono cattiva’ ma Vanessa annui cosi gli andò davanti alla faccia le mise una benda sugli occhi e disse ‘ apri la bocca cosi ti do da mangiare’ Vanessa apri la bocca e”.gli infilò in bocca il cucchiaio pieno di quello che c’era nel piatto ma”..era quello che la ragazza aveva defecato prima Vanessa cominciò a tossire gli vennero dei conati di vomito ma gli fu chiusa la bocca cosi che non poteva sputare, fu costretta suo malgrado a ingoiare quella poltiglia nauseabonda, la ragazza con meticolosità spezzettava tutto lo prendeva con il cucchiaio e lo portava vicino alla bocca di Vanessa ma questa ormai aveva capito e la chiuse serrò i denti cercando di non aprirla, ma fu presa per i capelli e gli tirava la testa in alto ma lei non apriva la bocca cercava di tenerla chiusa quanto piu possibile ma era impossibile cosi si dovette sorbire un altro cucchiaio di quella roba, senza possibilità di sputare, nel frattempo alle spalle della ragazza si materializzarono tre padrone che vedendo quello che stava facendo a Vanessa la bloccarono dandogli degli schiaffi sulla faccia e sul culo, il piatto cadde e rimase ferma aspettando l’ira delle padrone.
La sbatterono con le spalle al muro dove c’era un anello in alto, gli alzarono le braccia e la legarono li ‘ come ti sei permessa di prendere iniziative non ti avevamo dato nessun permesso di fare quello che ti pareva con Vanessa, e adesso subirai la nostra collera e non sarà leggera ma molto molto severa, anzi estrema’ le guardava con aria da paura ,mentre Vanessa finalmente riusciva a sputare quello che gli aveva messo in bocca, una delle padrone prese un tubo che era collegato ad un rubinetto lo apri e cominciò a lavarla gli passava l’acqua addosso e ogni tanto gli infilava il tubo in bocca dicendo sciacqua ma non la slegavano e lei non riusciva a capire perché.
Dopo averla lavata e preso a schiaffoni l’altra facendole girare la testa a destra e a sinistra facendogli anche uscire un rivolo di sangue dalla bocca uscirono richiudendo il box, la ragazza a denti stretti disse a Vanessa, tranquilla che appena posso ti scortico viva ‘ TI ODIO!! TI ODIO!!’ non riusciva a capire tanto astio verso di lei, perché l’odiava tanto? Non si capacitava ma comunque era ancora legata non sentiva piu le mani ne i piedi e la schiena cominciava a farle molto male, passò un bel po di tempo quando sentirono girare la chiave nella toppa e apparve la padrona dicendole ‘ ciao come stai, ho saputo che ti hanno fatto bere e mangiare sostanzioso stamattina,’ e rivolgendosi all’altra schiava gli sferrò uno schiaffo che la fece urtare con la faccia la parete del muro, Vanessa non poteva alzare tanto la testa cercava di guardare, poi la padrona gli andò dietro e gli diede dei calci sul culo con una forza che la fece gridare, ‘ oggi &egrave il tuo giorno lo sai vero?’ e cosi facendo mosse il tavolo dove lei era legata ma ci voleva qualcosa per farlo camminare senza sforzarsi cosi chiamò due energumeni che lo sollevarono e lo portarono in un altro box poco distante da quello, guardò l’altra schiava e usci chiudendo la porta a chiave lasciandola li legata al muro.
Il box dove fu portata Vanessa era più grande dell’altro il tavolo fu messo al centro e sui lati a destra e sinistra applicarono delle tavole inclinate a un po’ piu basso di dove stava lei, fu nuovamente bendata e gli infilarono in bocca un plug gonfiabile che gli riempi tutta la bocca, il cuore di Vanessa batteva a mille aveva paura di quello che gli sarebbe successo non ricordava che cosa gli doveva succedere, ruotava gli occhi cercando di vedere intorno ma non vedeva niente poteva solo sentire e cercare di capire che succedeva, quando all’improvviso”””..
Sentiva intorno dei rumori sordi attutiti sentiva che le passavano vicino facendo vento, senti anche il cigolio della porta del box che veniva aperta, ma non senti il rumore di qualcosa che veniva portato dentro,”..era un pony, aveva gli zoccoli fasciati e quindi non faceva rumore aveva il cazzo in tiro era enorme anche se pony, lo avvicinarono al culo di Vanessa e lo fecero alzare facendogli appoggiare le zampe anteriori sulle pedane che avevano installato prima, poi qualcuno prese il cazzo del pony e lo diresse verso la figa di Vanessa che cominciò a piangere, ma appena il pony senti il calore della figa dette una spinta cosi imperiosa da far spostare il tavolo piu avanti e la figa di Vanessa si apri e lo accolse quasi tutto, lei strabuzzò gli occhi dal dolore, mentre il pony cominciò ad andare avanti e indietro entrando sempre di piu sembrava che la volesse sfondare tanto dava colpi potenti, poi venne inondando la figa di sperma che quando usci le colò su tutte le gambe fino a riempire un catino che aveva predisposto sotto di lei, poi il pony scese da dosso a lei e fu riportato fuori, ma ancora non era finita, ne portarono un altro un po’ piu grandicello, ma questa volta Vanessa lo senti entrare non aveva gli zoccoli fasciati anzi, lei atterrita cercava di dire qualcosa ma era impossibilitata, pensava che lo avrebbero fatto nuovamente infilare nella figa che ormai era allargata al massimo con l’introduzione dell’altro ma quando il pony fu fatto salire sulle pedane prese il suo cazzo e”.lo puntarono all’ingresso del suo culo Vanessa mugolava cercando di far capire che non era possibile che entrasse un cazzo cosi largo nel suo culo che anche se molto usato era piccolino, ma le padrone senza pietà l’avvicinarono e il pony dette una spinta e entrò”..non tutto ma almeno dieci cm e il suo cazzo era enorme, siccome dava colpi sempre piu forti e le padrone lo indirizzavano bene entrò quasi tutto facendo gridare Vanessa anche se imbavagliata il suo urlo attutito dal bavaglio sembrava ancora più sinistro, intanto il pony cercava di entrare sempre piu dentro e la fortuna di Vanessa fu che gli avevano messo un limite altrimenti l’avrebbe sfondata anche dentro le viscere, ma ne poteva infilare solo una parte, Vanessa non riusci a sopportare quel dolore e svenne, quando si riprese si ritrovò su un letto distesa dolorante al culo gli sembrava come se avesse un ano enorme non riusciva a chiuderlo e non riusciva neanche a mettersi seduta gli faceva molto male.
Si guardò intorno era sempre in un box, ma non era legata ne imbavagliata solo distesa girando gli occhi vide l’altra schiava che era ancora legata alla parete ormai esausta, aveva le ginocchia piegate e semisvenuta, dopo un po’ entrò una ancella che staccò l’altra dalle polsiere che la mantenevano legata al muro e con l’aiuto di un maschio enorme che la sorresse la portarono via e senza dire una parola richiusero il box lasciando Vanessa ai suoi pensieri e ai suoi dolori che non accennavano a placarsi, passò una intera giornata e una notte agitata, aveva fame ormai erano giorni che non mangiava e ancora non riusciva a sedersi per poter alzarsi, il mattino dopo entrò la stessa ancella che avvicinandosi a lei l’aiutò a girarsi a pancia sotto, le apri le natiche e la massaggiò con della crema che aveva portato tutto intorno al buco del culo e sulla figa facendogli provare un senso di freschezza, poi l’aiutò ad alzarsi e anche con l’aiuto dell’ancella non riusciva a sorreggersi sulle ginocchia e le sembrava che non potesse chiudere bene le gambe era ancora dolorante, l’ancella provò a farla un po camminare nel box ma era limitato lo spazio ma ci provò e cosi riusci a stare in piedi e cerco anche di sedersi ma il culo le faceva molto male sembrava che aveva un cerchio che gli faceva rimanere il buco aperto, poi l’ancella andò via e rimase nuovamente da sola, aveva sete , fame ma dovette aspettare ancora molto che ritornò l’ancella con un vassoio c’era del latte e dei cornetti ancora caldi, Vanessa si avventò su quella roba e la divorò in un istante sotto lo sguardo ridente dell’ancella.
Rimase nel box ancora molto tempo, poi entrò la sua padrona e la portò fuori e sempre accompagnandola e senza mai dire una parola la riportò nella sua stanza dove c’era Fabio che appena la vide gli venne la voglia di abbracciarla ma la padrona alzando una mano gli fece capire che non poteva subito, la girò verso di lei la guardò negli occhi ‘ allora dimmi, sarai sempre ubbidiente la prossima volta senza farmi rotolare per terra? Hai visto cosa ti &egrave successo?’ Vanessa annui senza parlare solo muovendo la testa, cosi la padrona si girò e andò via lasciandoli da soli, Fabio appena la porta si chiuse corse incontro a lei e la strinse forte tra le braccia, ‘ che cosa ti &egrave successo &egrave una settimana che non ti vedo’ cosi Vanessa gli raccontò tutto quello che era capitato e lui girandola e aprendogli le natiche vide lo scempio che aveva fatto il cavallo alla sua amata, ‘ vogliamo smettere? Ci stanno facendo cose che non avrei mai immaginato, a me e a te, ti hanno sfondato definitivamente il culo e la figa, nessuno ti vorrà più perché troppo larga, riesci a trattenere la cacca, da come sta dovrebbe uscire da sola senza che te ne accorgi’ ma Vanessa lo rassicurò che ancora riusciva a stringere e ancora aveva sensazioni dello stimolo, poi cominciò a singhiozzare cosa che voleva fare da tempo ma che non aveva possibilità di farlo, Fabio la strinse al petto cercando di calmarla e cosi Vanessa si distese sul letto e si addormentò mentre Fabio la guardava seduto accanto a lei.
Passavano i giorni avevano da mangiare tre volte al giorno e sia Fabio che Vanessa si rimettevano giorno dopo giorno a Vanessa i suoi buchi si restrinsero per quello che potevano e non sentiva più molto dolore come prima, mentre Fabio cominciò a prendere peso e rimettersi del tutto, ma una mattina”’.invece di portargli la colazione entrò la padrona, sia Fabio che Vanessa quando la videro ebbero un colpo si inginocchiarono come lei voleva e si prostrarono ai suoi piedi, ‘ vedo che vi state riprendendo, bene’.bene’.ancora un po’ di tempo e poi ho dei giochi particolari per voi’ Fabio alzò la mano come per poter avere la possibilità di parlare, la padrona si accorse e gli diede il permesso cosi Fabio disse ‘ padrone volevo poter dire che quasi non abbiamo più la voglia di stare qui, vogliamo cercare di riprendere la nostra vita normale, sempre se a lei faccia piacere e ci possa liberare,’ la padrona non rispose si girò e andò via richiudendo la porta alle sue spalle, da quel giorno non la videro più e non ebbero più tre pasti al giorno ma solo quello centrale diciamo solo il pranzo e anche scarso, Vanessa gli riproverò quello che aveva detto alla padrone ormai dipendevano solo da lei ma ‘ guarda Vanessa noi siamo ancora giovani ancora non abbiamo compiuto quaranta anni, cosa pensi che succederà il giorno che diventiamo più vecchi e non riusciamo più a recuperare a quello che ci fanno? Ci metterà in mezzo ad una strada e come facciamo a riprendere ormai vecchi e acciaccati?’
Vanessa ci pensò sopra hai ragione disse e se invece di lasciarci liberi ci fa ammazzare? Ormai ha avuto tutto da noi che altro potrebbe inventarsi per farci subire ancora dolore, non fini neanche la frase che senti sibilare il citofono interno, si guadarono negli occhi e nessuno dei due andava a rispondere, il citofono suono ancora ma questa volta più a lungo, finalmente Vanessa rispose ‘ pronto’ poi stette zitta ascoltava senza dire una parola poi si girò e guardava Fabio che cominciò a sudare dalla paura che qualcuno li avesse potuto sentire o addirittura la padrona si voleva vendicare di quello che lui gli aveva detto, ma aspettava Vanessa che cosa gli diceva, posò il ricevitore e lo guardava con le lacrime che gli scendevano sulle guance, ‘ che ha detto?’ chiese Fabio, ‘ di tenerci pronti per domani tra poco verranno degli inserviente che ci puliranno internamente e ci laveranno e oggi senza pranzo ne cena non ci daranno neanche dell’acqua, che cosa stanno architettando per domani?’ Fabio si maledisse che aveva detto quelle cose alla sua padrona, ma come gli era saltato nella mente dire quelle cose ma perché si era permesso, Vanessa gli andò vicino lo abbracciò e ‘non fa niente dai, sarebbe potuto succedere anche se non dicevi niente.’
Passò poco tempo entrarono due maschi muscolosi e minacciosi, presero sotto le braccia Fabio e lo portarono fuori, lo trascinarono senza nessun riguardo lo portarono in una stanza lo misero in ginocchio in una specie di doccia e gli infilarono nel culo senza nessun riguardo e senza neanche avvisarlo una cannula da clistere e gli scaricarono negli intestini ben 3 litri di acqua e sapone, Fabio stava morendo di quella violenza e non riusciva a trattenere l’acqua che ormai era quasi finita, lo lasciarono li e chiusero la porta Fabio scarico in quel posto anche l’anima, riaprirono la porta lo trovarono che ancora era accovacciato facendo uscire le ultime gocce, lo ripresero dalle braccia e lo immersero in una piscina di acqua fredda presero degli spazzoloni e lo sfregarono su tutto il corpo e Fabio quella violenza la subiva e gli facevano anche male, poi lo asciugarono e lo riportarono nella stanza, e come avevano fatto con lui presero Vanessa e la trascinarono nell’altra stanza e fecero le stesse cose anche a lei, nel frattempo nella stanza dove c’era Fabio entrarono due ancelle che lo fecero mettere disteso sul letto e cominciarono a depilarlo con delle strisce di plastica imbevute di qualcosa gliele appiccicavano sulla pelle e la tiravano facendo urlare Fabio dal dolore, lo rasarono e anche sulla testa ebbe lo stesso trattamento del corpo, ma li fu ancora più doloroso quando finirono il suo corpo era tutto rosso e loro con fare cattivo gli spalmarono della crema che era si rinfrescante ma appena messa lo fecero gridare dal bruciore questa volta, i due maschi portarono Vanessa che fu gettata di peso sul letto e poi andarono via lasciandola nelle mani delle femmine che subito senza neanche dirle cosa accadeva gli azzeccarono tutte le strisce sul corpo e tirarono facendola addirittura svenire dal dolore, Fabio in un angolo che ancora si passava le mani sul corpo sentiva ancora che tutto bruciava e guardava Vanessa che veniva trattata come lui, quando finalmente Vanessa riprese i sensi si trovò seduta su una sedia legata con le braccia a quelle della sedia e le gambe anche alle gambe della sedia, le due ancelle avevano tra le mani un rasoio elettrico e la guardavano con un risolino che non prometteva niente di buono Fabio sempre in una angolo che non riusciva neanche a muoversi per non sentire dolore, aspettava, poi entrò la padrona che guardò Fabio con disprezzo e si avvicinò a Vanessa, ‘ sai ho pensato bene a quello che voglio, forse mando via Fabio che vuole la libertà, ma a te no forse qualche altro giorno quando ormai non mi puoi dare nient’altro ‘ avvicinandosi le accarezzò i capelli che erano di un colore biondo oro lunghi alle spalle e gli continuò a dire ‘ questi capelli saranno rasati a zero, ‘ facendo sussultare Vanessa anche se legata ‘ ti farò rapare eheehehh e se non farai la brava non te li farò mai più ricrescere se invece accetti ricresceranno come adesso, che dici?’ Vanessa fece cenno di assenso con la testa e chiuse gli occhi non voleva vedere i suoi splendidi capelli cadere per terra ormai distrutti.
Cosi fece cenno all’ancella di proseguire e questa con un ghigno accese il rasoio e cominciò lo scempio sulla testa di Vanessa, Fabio da lontano vedeva i capelli che a ciocche cadevano sul pavimento e la testa di Vanessa che veniva messa alla luce senza la protezione dei suoi bellissimi capelli quando arrivarono quasi alla fine, la padrona che aveva assistito a tutto, questa volta non era riuscita a resistere l’eccitazione che gli era venuta vedendo la testa che appariva mano a mano che i capelli cadevano si era masturbata davanti a tutti, si girò e andò via dicendo di finire tutto, l’ancella come con Fabio prese delle strisce di depilazione e le appiccicò su tutto il cranio di Vanessa, non fece una alla volta ma tutte insieme cosi appena furono pronte e visto che non poteva reagire, presero insieme un lembo e tirarono con tutta la forza facendo gridare Vanessa fino a che svenne.
Subito dopo sul cranio cominciarono a uscire delle goccioline di sangue dove era stato tirato il pelo le ancelle gli misero un asciugamano bagnato con qualcosa di rinfrescante che la fece rinvenire si guadava intorno come svanita, gli occhi giravano intorno non sapeva se quello che gli era capitato era vero oppure aveva fatto un sogno, ma poi dovette credere alla dura realtà.
Le due ancelle la slegarono rimandola seduta sulla sedia, si voltarono e andarono via lasciando per terra i bei capelli biondi di Vanessa, Fabio raccolse le sue forze e si avvicinò, lei piangeva a singhiozzo guardava Fabio come se gli voleva chiedere che cosa era successo? Perché gli avevano tagliati tutti i suoi capelli cosi belli, ma non aveva risposta dal suo amato, e se poi veramente la padrona lo avesse cacciato? Lei come avrebbe fatto da sola senza ogni tanto abbracciarlo e stare con lui, rimasero cosi soli, digiuni, e senza sapere il loro futuro, cosi si distesero sul letto e dopo tutte quello che avevano subito si addormentarono abbracciati.
Dopo due giorni finalmente entrò un inserviente e gli portò delle cose da mangiare le lasciò sulla sedia e andò via senza dire nessuna parola, mangiarono con una avidità che quasi si volevano togliere il cibo da bocca lui a lei e lei a lui finirono e si guardarono intorno la stanza era pulita, mentre dormivano era venuto qualcuno a pulire, poi’..quel dannato sibilo del citofono, Vanessa alzò il ricevitore e”’.’ va bene glielo dico e veniamo’
‘La nostra padrona ci vuole tutti e due nella sala, non so cosa abbia in mente, ma ha detto che ci dobbiamo sbrigare e scendere subito’ cosi Fabio si alzò e senza neanche dire una parola prese per mano Vanessa e si incamminarono verso la sala, dopo l’ultimo corridoio Fabio guardò Vanessa come se avesse paura che lo avrebbero cacciato e lui voleva memorizzare la sua amata, l’abbracciò e la strinse forte, anche lei ricambiò l’abbraccio e cominciò a piangere, sperando che li lasciasse ancora insieme.
Entrarono insieme mano nella mano nella grande sala, al centro c’era una tenda molto grande legata al soffitto da delle catene molto robuste, due maschi muscolosi li divisero sgarbatamente tirando lei e lui da una parte all’altra, Fabio fu portato nella tenda, e Vanessa fu portata ai piedi della padrona che era seduta ad un tavolo con bicchieri e dolcetti, Vanessa si accucciò ai suoi piedi e rimase ferma aspettando cosa succedeva.
Ma per un po’ non successe niente, Vanessa era preoccupata di quello che stava succedendo a Fabio, ma non aveva il coraggio di domandarlo alla padrona, per paura di una sua reazione negativa.
Poi dopo quasi un’ora che erano tutti in attesa la tenda volò in alto tirata dalle corde lasciando vedere internamente cosa c’era, si vide Fabio legato a croce con catene, bendato e imbavagliato con un plug gonfiabile che gli riempiva la bocca, si vedeva anche da lontano che non poteva parlare, Vanessa apri la bocca per lo stupore guardandolo, la padrona rideva e tutti erano incuriositi per quello che sarebbe successo, ma nessuno fiatava aspettavano.
Cosi la padrona fece un gesto ad un inserviente che stava li vicino, lui sorrise e girò una specie di interruttore, e”’.Fabio cominciò a oscillare e agitarsi, ma che succedeva? Era corrente lo stava torturando con la corrente, vedevano Fabio che si dibatteva, ( anche se limitato) per la forte corrente che gli passava attraverso, poi rigirò l’interruttore e Fabio si placò, ma senza scrupoli questa volta lo girò di qualche tacca di più Fabio sussultò anche se legato e dalla sua bocca usciva solo un UUUUUUUUUUGGGGGGGGGGGG, niente di più poi rigirò l’interruttore facendolo placare, rimase cosi per un po’, ad un cenno questa volta l’interruttore lo girò al massimo della potenza e si vedeva che Fabio oscillava con tutto il corpo facendo sempre quel UUUUUUUUUUUGGGGGGGGGGGGGG senza possibilità di dire o fare altro, lo tennero cosi per un poco di tempo senza smettere mai, poi’rigirò e si placò però questa volta sembrava che fosse svenuto, cosi la padrona rifece il cenno e l’interruttore fu girato nuovamente al massimo si vedeva che il corpo di Fabio rispondeva alle scariche ma lui non emetteva nessun suono, smisero lasciandolo cosi penzoloni nella palla di ferro.
‘ ti piace quello che stai vedendo?’ disse la padrona a Vanessa, ‘ mi puoi rispondere se vuoi e bada bene a quello che dici potresti prendere benissimo il suo posto’ Vanessa fece un cenno con la testa indefinito non si sapeva se era un si oppure un no, ‘ no..no..no..devi rispondere non fare cenni indefiniti come quello devi dire SI’..oppure NO”’ Vanessa con gli occhi pieni di lacrime la guardava senza rispondere, non aveva il coraggio di dire qualcosa, cosi la padrona si alzò di scatto dalla poltrona e disse all’inserviente ‘ prendila e mettila insieme a lui’ Vanessa gridò ‘ SI MI PIACE MOLTISSIMO VI PREGO’ ma l’inserviente anche se lei scalciava e gridava pietà alla padrona la portò nella palla di ferro legandola faccia a faccia con Fabio che si era ripreso e sentendo il corpo caldo e nudo di Vanessa su di lui si rese conto che anche lei doveva subire quello che aveva subito lui, e cosi fu, quando l’inserviente usci la padrona fece un cenno co la testa e fu girato l’interruttore alla massima potenza Vanessa AAAAAAAAAAAAAAGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGAAAAAAAAAAAAAAA mentre Fabio non poteva che emettere qualche sibilo ormai svuotato da tutto, dopo circa dieci secondi riposizionarono l’interruttore in off e Vanessa si accasciò su di lui che anche se senza forze cercava di sostenerla, ma era impossibile.
Li slegarono e li distesero per terra uno sopra l’altro, legarono poi i polsi di Fabio alle caviglie di Vanessa e quelle di Vanessa a quelle di Fabio, li legarono alla carrucola e li issarono sempre nella palla di ferro posta al centro della sala, quindi rimasero li appesi ancora privi di sensi, tutte le persone che erano intorno si avvicinarono alla palla ognuno aveva nelle mani delle aste con la punta acuminata, le infilarono nelle feritoie delle sbarre e cominciarono a punzecchiare i due che appena cominciarono a sentire dolore si ridestarono, e cominciarono a gridare, ma Fabio gridava nella fica di Vanessa e lei sul cazzo di Fabio, tutti ridevano e continuavano, poi la padrone li fece smettere, li fece slegare e li lasciò li nella gabbia, ‘ allora ‘ disse ‘ come volete che sia la vostra vita futura, avevo quasi deciso di lasciarvi andare ma poi Fabio ha detto qualcosa e cosi ci ho ripensato, sarete messi all’asta, domani sera, andiamo in un villaggio dove hanno bisogno di persone come voi che ubbidiscono senza mai ribellarsi, gli servono per lavorare, fare dei lavori pesanti, molto pesanti, e le femmine per sollazzarsi, ogni momento buono, e quando sono nervosi gli servono per potersi sfogare, che ne dite?’ Vanessa cominciò a piangere e anche Fabio ma cercava di essere umile e ubbidiente, chiedendo che non lo facesse, che loro volevano restare con lei e che si sarebbero sempre comportati bene, la padrona li guardava sorridendo senza far trasparire nessuna emozione dalla sua espressione, qualche commensale cercò di intercedere per loro ma era irremovibile.
Li fece riaccompagnare nella loro stanza e al mattino seguente li legò al guinzaglio e dopo averli fatti mettere a carponi li portò fuori nel giardino, ‘avete fatto la doccia?? E i vostri bisogni? ‘ loro fecero un cenno di assenso con la testa, ‘ ok allora la doccia ve la rifarò adesso e se avete ancora voglia di fare qualcosa la farete qui all’aperto,’ erano tutti alle finestre che guardavano ridendo e scherzando, cominciarono a scommettere chi dei due prima facesse qualcosa e chi scappava dalla doccia della padrona.
Dopo parecchi giri del giardino, Vanessa si accuccio e fece pipi ne aveva bisogno la tensione era alta e cosi la fece Fabio invece no, la padrona lo portava vicino agli alberi sperando che alzasse la gamba ma lui non lo faceva ne tanto meno faceva pipi, cosi li riportò indietro, li legò a delle aste che erano conficcate nel terreno, si allontanò di qualche passo prese la pompa dell’acqua e l’apri investendo i due di acqua gelida, Vanessa urlò mentre Fabio scappò cercando di girare intorno e non farsi colpire, la padrona spazientita chiamo a gran voce ‘ venite qui ad aiutarmi’ si precipitarono due omoni che presero Fabio e lo legarono fermo che non poteva scappare, la padrone riapri l’acqua e siccome poteva selezione il modo di fuoriuscita dell’acqua dalla pompa mise un getto fine e potente indirizzandolo sulla pelle martoriata di Fabio, era tanto forte il getto che a qualche parte lo feri facendogli delle ferite abbastanza importanti, poi smise e li fece rinchiudere nel canile, i cani erano fuori in giro e loro rimasero li chiusi al sole, la padrone li lasciò e andò via.
Erano allo stremo faceva molto caldo e loro nel canile sotto il sole senza acqua, ma improvvisamente usci la padrona e gli gettò addosso un carico di acqua ghiacciata, che li fece quasi svenire, loro erano caldissimi e l’acqua conteneva anche del ghiaccio intero, Fabio e Vanessa rimasero fermi senza fiato, alla fine arrivarono anche i cani erano due grossi rottweiler maschi una specie di alano arlecchino sempre maschio e un doberman, li voleva tutti maschi cosi che non dovevano competere per una femmina quando era in calore, li fecero entrare nel canile, Fabio e Vanessa rimasero fermi non si muovevano mentre i cani li annusavano in tutto il corpo, sentivano l’odore dell’adrenalina che percorreva il corpo dei due, e la paura che ti attanagliava, Fabio guardò Vanessa e ‘ ci risiamo siamo nuovamente in un canile, ti ricordi?’ (vedi episodi precedenti) a cosi mentre i cani li annusavano e ogni tanto gli davano qualche leccata, loro erano immobili per paura di qualche reazione e li lasciavano fare, l’alano si era intestardito di Fabio e lo circuiva ogni tanto di attenzione, non lo mollava se qualcuno si avvicinava digrignava i denti per non farli avvicinare.
Gli ospiti della padrona, erano divertiti e atterriti dalla situazione dei due, uno si rivolse alei dicendo ‘ ma veramente li lasci nel canile? E se li chiavano veramente? Oppure li mordono per difesa della loro situazione? Cosa succederà?’ la padrone non gli rispose anzi accese un televisore dove si vedeva il canile e tutto quello che succedeva dentro, ridendo rispose ‘ sai loro già hanno provato i cani con il signor Carlo quindi sanno cosa gli può succedere e poi non mi importa tra poco li vendo a qualcuno che li vuole, tra una settimana c’&egrave un’asta in America precisamente non so dove mi devono ancora far sapere, quindi li porterò li e me li tolgo dai piedi, saranno trattati peggio da quelle parti, e se vogliono solo lui lo vendo cosi si dividono definitivamente, la coppia non deve più esistere.’
Rimasero tutti in silenzio quei due erano di sua proprietà e nessuno aveva il diritto di dire niente, e cosi fu tutti si misero seduti a guardare il televisore che trasmetteva quello che succedeva nel canile.
Si videro due cani che si attaccavano forse per avere il predominio su di loro, Vanessa questa volta era atterrita, non voleva sottostare ai cani come quella volta, voleva uscire, ne aveva paura li vedeva quando litigavano che mostravano dei denti aguzzi e aveva paura di avere qualche morso mentre si azzuffavano, perché’..era lei che volevano più che Fabio, l’alano ormai aveva il potere su Fabio e non faceva avvicinare nessuno, cominciò a leccarlo sul culo e infilava la sua lingua rugosa anche nel buco, Fabio lo lasciava fare, ( che poteva fare?) poi si alzò sulle zampe posteriori a Sali sulla schiena di Fabio ancorandosi con le zampe anteriori all’inguine, cercando di entrare nel buco, Fabio per paura di morsi non si muoveva, rimanendo immobile sperava che il grosso alano desisteva visto che non era facile centrare il buco, ma riprovava sempre mimando il gesto della chiavata, gli invitati della padrona cominciarono a spazientirsi, non si vedeva niente di che un cane che stava sulla schiena di uno, e mimava la chiavata, ma se veramente lo centrava neanche si sarebbe visto, la padrone dette ragione a tutti e suonò una campana, sapete quelle che si tira la corda? Vennero di corsa due maschi che l’ascoltarono lei disse ‘ armatevi di videocamera e andate nel canile riprendete il meglio che potete e se vi va aiutate il”..cane, ‘ tutti risero a quella affermazione.
I due maschi uscirono e andarono nel canile con delle videocamere, riprendendo meglio che potevano quello che accadeva, l’alano scese dalla schiena per paura di essere colpito da quei due ( forse li conoscevano che erano violenti) cosi uno lo accarezzò ‘ va non ti preoccupare va’, tutti nella sala vedendo cosa succedeva ridevano di gusto, l’alano riprese la posizione, rimontò sulla schiena di Fabio e provò nuovamente a trovare il buco, cosa che gli successe subito, facendo urlare Fabio, nella sala tutti applaudirono a vedere quella scena, nel frattempo l’alano fece uscire un cazzo enorme facendolo entrare tutto nel suo culo, la ripresa era da vicino, e si vedeva il cazzo che si cominciava a gonfiare ancorandosi nel culo, Fabio gridava attirando l’attenzione degli altri cani, la padrone parlò in silenzio da un citofono, e uno dei due maschi prese con brutale violenza Vanessa tirandola fuori dal canile lasciando solo Fabio, la chiavata continuava il cazzo dell’alano era diventato enorme, alla fine quando si vuotò voleva uscire ma era rimasto intrappolato nel suo culo, e come fanno tutti i cani si girò mettendosi culo a culo con Fabio, quando cominciò a rimpicciolirsi ne usci nel frattempo anche gli altri si stavano preparando alla monta digrignando i denti e litigando alla fine tutti i cani si erano inculato Fabio che ormai stremato si era accasciato nel canile a faccia in giù e culo in aria, allora uno dei due prese una pala che era li vicino, aveva un manico enorme e senza complimenti la infilò nel culo ancora aperto di Fabio che non ebbe nessuna reazione, solo si distese, rimanendo con quella pala infilata nel culo, uscirono i due maschi lasciandolo li disteso insieme ai cani che ancora lo odoravano e qualcuno, gli pisciò addosso in segno di possesso.
Nella sala era un ridere a non finire, guardavano quello che succedeva nel canile e bevevano liquori, la padrona parlò a un citofono e quello che aveva tirato fuori Vanessa la riprese sotto il braccio e la trascinò brutalmente verso la sala dove tutti erano attorno alla televisione che guardavano, quando entrò la gettò sul pavimento al centro, cosi tutti si misero intorno, qualcuno già eccitato di quello che aveva visto aveva calato i pantaloni e le mutante, chiedendo a Vanessa di venire a sollazzarlo, farlo sborrare, e alla fine dopo aver ingoiato tutto ripulirlo senza lasciare tracce, Vanessa camminando carponi si avvicinò a quella persona, ma la padrone appena Vanessa si mise in ginocchio per aprire la lampo prese veloce una frusta e la colpi sulla schiena facendola urlare dal dolore ‘ chi ti ha autorizzato a fare qualcosa con qualcuno? Hai ricevuto un mio ordine?’ Vanessa piangendo scosse la testa in cenno di no, ‘ e allora perché lo stavi facendo?’ Vanessa si accucciò ai suoi piedi aspettando ancora qualche frustata’che non venne.
‘ sai?? Ho pensato di vendere Fabio a qualche asta, ormai &egrave pronto a soddisfare chiunque, si fa inculare dai cani’ e rise forte, Vanessa sbarrò gli occhi, e senza aspettare che gli desse il permesso ‘ noooooooooooo”.perch&egrave’..non voglio dividermi da lui &egrave il mio amore’, ‘ come ti permetti di parlare senza il mio permesso’ e giù frustate sulle spalle e sulle gambe, ormai presa dalla collera la colpiva su tutto il corpo senza badare dove voleva farle male, Vanessa urlava e cercava di ripararsi come poteva, a lei si aggregarono altre due padrone, che munitesi di frustini aiutavano la padrona a colpire, senza pietà qualche colpo fu sferrato anche sulla faccia lasciando un segno, poi si fermarono, la padrona riprese il controllo e ‘ sai volevo vendere solo lui, ma ormai non so più che farmene ne di te ne di lui, appena possibile vi vendo a qualcuno che fa di voi quello che vuole, vi ho trattato bene, anche se miei schiavi ma ci sono padroni che non si fanno scrupoli a farvi del male e lasciarvi segni permanenti’ detto questo la lasciò li tutti andarono via.
Vanessa rimase a terra dolorante, non voleva che si dividesse da Fabio ma non voleva neanche lasciare la padrona, a lei piaceva stare li, essere trattata come lo era, ‘ e se davvero ci vende? E se ci dividono dopo comprati? E se riescono a comprare me e non Fabio?’ erano tutti pensieri che non riusciva a non pensare.
Dopo poco portarono Fabio nella loro stanza e due maschi enormi la prese di peso portando anche lei nella stanza la gettarono per terra e andarono via, Vanessa abbracciò Fabio che fece lo stesso, poi ‘ e se scappiamo? Abbiamo abbastanza libertà da poterci provare e muoverci, magari si accorgono che non ci siamo dopo molto tempo’.ricordi’l’ultima volta ci hanno lasciato qui tre giorni senza mai venire a vedere se eravamo vivi o morti”..’ ma come facciamo’.non abbiamo vestiti e nudi credo che ci arrestano subito e la padrona ci verrebbe a riprendere, io sono d’accordo se riusciamo a metterci qualcosa addosso, e poi”’.dove andiamo’.non sappiamo neanche in che città siamo, senza una casa ne soldi, anche se sono d’accordo penso che &egrave una cattiva idea’.
Ma Fabio ormai era deciso a scappare, si girava e rigirava nella stanza, apriva porte , mobili ma non c’era niente da nessuna parte, cosi si illuminò una idea”.’ E se”prendiamo le lenzuola, cerchiamo di tagliarle sulla testa, con qualche striscia facciamo una specie di cintura la leghiamo alla vita e andiamo via, corriamo più lontano possibile da qui e poi vediamo come va’ Vanessa era contenta della decisione di Fabio e cosi con solerzia prese le lenzuola le piegò e con i denti fece uno squarcio, infilò le dita dentro e apri lo squarcio fino a mettere la testa dentro, strappò una striscia dal suo e da quello di Fabio, si infilarono le lenzuola stringendole alla vita con le strisce che aveva fatto, sembrava buono come vestito ma’.con i piedi nudi come si faceva? Strappò altre strisce dal lenzuolo e lo attorcigliò ai piedi suoi e di Fabio, cosi bardati aprirono la porta e sgattaiolarono fuori, in silenzio camminarono per il corridoio, sembrava che non finisse mai, ne girarono e rigirarono almeno tre sempre lunghi e quasi bui, poi raggiunsero una porta sembrava quella di uscita ma”Vanessa girò la maniglia piano piano, cercando di far meno rumore possibile dentro allo spiraglio che aveva aperto filtrava una luce, ‘ forse c’&egrave il sole ed &egrave giorno’ disse a Fabio ma poi sbirciando bene si accorse che era una stanza dove qualcuno si lamentava, aprendo di più vide che c’era una ragazza appesa al soffitto e ogni tanto qualcosa la colpiva una volta sulla schiena e un’altra sul culo, era una macchina che si muoveva autonomamente salendo e scendendo con un ritmo di almeno due scudisciate alla volta, mentre saliva colpiva il culo e appena su colpiva la schiena e la ragazza colpita si lamentava anche perché i colpi erano forti e sicuri’.era una macchina’.Vanessa chiuse in fretta e camminando continuò il corridoio, mentre camminavano in silenzio accucciati cercando di fare sempre meno rumore possibile, riuscirono a trovare la porta d’ingresso, era enorme e’.era chiusa a chiave’.Vanessa non riuscendo più a sopportare la tensione cominciò a piangere, ma Fabio l’abbracciò cercando di calmarla, poi si avvicinò alla porta e girò piano piano la chiave nella toppa, alla fine riusci ad aprirla e fuori era buio, pioveva e faceva anche molto freddo”’ ecco perché non abbiamo trovato nessuno nei corridoi’ disse a Vanessa ‘ dormono tutti’.. bene cosi’ uscirono e richiusero la porta senza sbattere alle loro spalle, fortuna che quella sera i cani erano nel canile per colpa della pioggia.
Cercavano di farsi gli occhi al buio, in lontananza c’era un lampioncino che emanava una luce tenue e fioca, ma quello sarebbe bastato guardando in torno videro che erano in una specie di bosco, si alzarono e si misero a correre quando più potevano, cercavano di mettere quando più spazio tra loro e la casa, arrivarono stanchi, inzuppati e tremanti alla fine dove c’era una recinzione, non sapevano se era elettrificata oppure no, dovevano rischiare, ma come fare? Fabio pensò che Se lo toccava e aveva l’elettricità dentro ci sarebbe rimasto, anche perché era fradicio, ma si doveva rischiare cosi si avvicinò con un piede e muovendolo con molta paura toccò la recinzione ma”’..non successe niente, ci riprovò toccandolo con tutta la pianta e’non era elettrificato cosi disse a Vanessa’ dobbiamo trovare il cancello , percorriamo la recinzione fino a quando non lo troviamo’ e cosi fecero cominciarono a camminare vicino alla recinzione fino a quando trovarono il cancello ma era chiuso con una catene e un catenaccio, adesso anche Fabio cominciò a maledire il momento che erano scappati, non si aspettava tutti quegli ostacoli, ma non si perse d’animo alzò gli occhi e vide che poi non era molto alto, pensando di salire e passare dall’altra parte, ma Vanessa prese due pietre e disse ‘ proviamo a batterle sul catenaccio e vediamo se riusciamo ad aprirlo se non lo apriamo scavalchiamo.
E cosi fecero dopo molti colpi e qualche ferita alle dita il catenaccio si apri, cosi in fretta lo tolsero e tolsero anche la catena e aprirono il cancello uscendo richiudendolo alle loro spalle con la catena ma’senza catenaccio ovviamente, poi si girarono e cominciarono a correre quando piu velocemente potevano, quando ormai erano stremati si fermarono per riprendere fiato, si abbracciarono per mantenersi caldi e cosi si addormentarono anche se erano sotto la pioggia.

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