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Durante il tragitto per il pronto soccorso, riflettei su quanto accaduto e sul potere del siero: non solo rendeva disinibiti uomo e donna, consentiva durature erezioni per l’uomo e ottimi orgasmi per entrambi i sessi, ma a quanto pare donava resistenza e sopportazione del dolore.
Era incredibile! Poteva addirittura avere un utilizzo medico/chirurgico e militare.
Mi confermarono ciò anche i medici che accolsero mia sorella Anna una volta arrivati.
Non credevano ai loro occhi! Con una ferita del genere, non avrebbe neppure potuto parlare, mentre Anna aveva ripreso le funzioni vocali, anche se ancora rauche.
Inoltre, risultò una cicatrizzazione precoce rispetto alla norma: il buco si stava richiudendo a velocità incredibile.
E tutto ciò mi fece pensare non solo ad applicazioni militari e mediche, non solo ad azioni filantropiche, ma anche sessuali.
Ormai avevo il tarlo, ed ogni cosa, suoni, odori, ecc. mi portava a pensare al sesso e a come applicare tali nuove informazioni al sesso.
Ecco, nuove perverse idee si aggiunsero nella mia ormai bacata mente!

Dopo un paio di ore, tornammo a casa.
Mia sorella Anna si era del tutto ripresa.
Era in calore, non riusciva a star ferma con le mani, sempre a ridosso della sua micia fradicia.
Addirittura mentre veniva medicata in reggiseno e perizoma sul lettino, ebbe l’ardire di toccarsi e di flirtare spudoratamente con dottore ed assistente, fino ad osare una leccata al pacco del dottore quando da sdraiata se lo trovò di fronte e alla giusta altezza.
Il dottore si scostò lanciandole un’occhiata di rimprovero, ma lei non desistette.
Così, quando si ritrovò dottore e assistente ognuno a un lato del lettino, allungò le sue manine per tastare entrambi i pacchi e, passandosi la lingua sulle labbra, disse: “Dottore, ho un forte calore qui sotto! Per favore, potete alleviarmelo?”
E prese a sditalinarsi spudoratamente.
Al che, notando il loro sguardo contrariato, li tranquillizzai: “Dovete sapere che è una Ninfomane e soffrirebbe molto nel non raggiungere l’orgasmo quando è in queste condizioni…”
“Vi prego! Ho bisogno di cazzi! Sbattetemi qui sul lettino!” aggiunse ansimando mia sorella.
Il dottore guardò l’assistente, ormai con una vistosa erezione, e si decise: “Chiudi a chiave la porta e dì all’accettazione di non disturbare fino a nuovo avviso! Diamo a questa troia una ripassata!” disse all’assistente ammiccando.
L’assistente eseguì prontamente quanto richiesto e, una volta tornato al suo lato del lettino, tirò fuori il cazzo assieme al dottore e lo sbatterono sulla fronte di Anna.
Lei sorrise loro con fare troiesco e li imboccò uno per lato, riuscendo ad accoglierli assieme.
Io salii sul lettino e cominciai a scoparla da supina.
Poi ci demmo il cambio.
Mi posi sopra la sua faccia, strusciandole palle e cazzo per tutta la sua lunghezza, mente lei ci sbavava sopra.
Il dottore la scopò e l’assistente si segò con l’ausilio delle tettone di Anna.
Poi la presi per i capelli per farla scendere per terra e la facemmo mettere a pecorina, per accogliere una doppia da dottore e assistente, uno in culo e l’altro nella figa.
Io, invece, davanti a farmi praticare un profondo e bagnato pompino.
Fu proprio nell’acme della surreale situazione che fummo interrotti da un’emergenza che richiedeva la presenza del dottore.
A malincuore ci segammo in fretta e furia venendo chi sulle chiappone della vacca e chi in faccia.
Purtroppo per Anna, lei non ne ebbe il tempo e rimase, perciò, oltremodo in calore.
“Non ti preoccupare, puttanella, una volta a casa ti farò recuperare con gli interessi!” le promisi dopo l’ennesimo rifiuto ai suoi continui assalti durante la guida.
Preferivo arrivare a casa sano e salvo e dedicarmi alla lussuria per anni avvenire, piuttosto che soddisfare una fugace e pericolosa (durante la guida) voglia.
Ed eccoci, così, a casa incolumi e con tanta voglia di soddisfare le nostre brame sessuali.

Appena varcato il cancello, incredibile ma vero, erano ancora tutti impegnati a scopare in una grande ammucchiata nel prato della proprietà.
Appena mia madre e la gemella di Anna ci scorsero, mollarono i cazzoni neri che stavano spompinando e corsero entusiaste verso di noi gettandosi sul collo di Anna per abbracciarla con forza.
“Come stai, tesoro mio? Ci sei mancata tanto, sai? Ci son mancate la tua bocca, le tue tette, la tua figa, il tuo culo il tuo odore e il tuo sapore…” disse mamma chioccia protettiva ed eccitata, tanto da passarsi la lingua lungo le labbra al pensiero della lista appena sciorinata.
“Sto bene, mami! Guarda, è tutto passato! Sono Wonder Woman, sono indistruttibile, eheheh!” rispose la figlia mostrando l’assenza di tracce della ex profonda ferita e vantandosene.
“Sorellina, dobbiamo festeggiare! Sono così eccitata…” disse la gemella Sara guaendo e cominciando a leccarle il viso come una cagnetta.
Anna non fu indifferente e rispose allo stesso modo: fu così che le 2 troiette si leccarono vicendevolmente il viso sputandosi più volte l’una sulla faccia dell’altra.
La mamma, infoiata dal bello spettacolo, le prese per i capelli e le fece inginocchiare una accanto all’altra.
Poi si girò col culone rivolto verso i volti delle gemelle e cominciò a strusciarglielo in faccia.
“Aprite la bocca, figlie di puttanaccia quale sono” ordinò loro, al che spalancarono le loro boccucce.
“Ho conservato la sborra di una dozzina di negri! Mi son fatta inculare per tutto il tempo della vostra assenza, anche 3 alla volta nel mio stesso lurido buco di culo sfondato. Tenete, bevete! Nutritevi! Attaccate le vostre boccucce al mio buco di culo!” aggiunse mia madre cominciando a rilasciare dallo sfintere l’abbondante sperma in precedenza versato sulle bocche fameliche delle figlie.
Nel farlo, emetteva continui rumori dovuti all’aria che usciva che gonfiava bolle di sperma che scoppiettavano: in pratica stava scorreggiando sperma, e non solo.
Ad un certo punto cominciò a palesarsi una sagoma marrone; un bello stronzone odoroso che rimase appeso in attesa che la gravità facesse il suo corso.
“Mami, ti penzola uno stronzo dal culo! Che puzza!” disse Sara ad un certo punto accorgendosene.
“E allora staccalo da lì, puttanella!” impose.
“Mmm, ok!” e con fare troiesco lo staccò con le sue manine e lo avvicinò al naso per annusarlo a fondo e a lungo.
Sì unì anche la sorella che prese anche a leccarlo come fosse un cazzo, e infatti disse: “Mmm, mami! Sembra il cazzone di un negro, tanto è lungo e largo…e scuro.
Mi farei scopare se non fosse così molle…”
“Io avrei un’idea…aspettate un attimo, arrivo subito!” dissi folgorato da un’illuminazione.
Tornai dopo 1 minuto, il tempo di prendere uno dei miei preservativi speciali, per via della misura extra large e resistenza del materiale.
Così glielo porsi.
“Tenete, infilatelo dentro, come fosse carne dentro al budello per fare un salame.”
Le troie furono entusiaste nel vedere che avevano a disposizione un nuovo giocattolo con cui sollazzarsi.
“Proviamolo subito, sorellina!” disse Sara.
Si sdraiarono e inserirono un vertice ognuno nella fica dell’altra, essendo l’una di fronte all’altra. Poi cominciarono a muoversi per meglio accogliere il preservativo farcito di merda materna e nel mentre presero a ciucciare ognuna il piede dell’altra.
Io e la mamma ci masturbammo sopra di loro, eiaculandole abbondantemente su tutto il corpo.
“Uffi, lo voglio più duro!” disse ad un certo punto Anna.
“La mia è sempre bella dura e larga, dato che mangio molte fibre…siccome ho lo stimolo, mi risparmio anche di andare in bagno, hihihi” disse la sorella Sara.
“Dai, cagami direttamente nel mio buco del culo! Tanto è già bello dilatato” propose Anna infoiata, piegando poi il bacino in alto con le ginocchia ai lati del volto, offrendo il suo bel culo in aria alla sorella che le si accovacciò facendo combaciare anche il suo di buco.
Incredibilmente, l’enorme cilindro che ne uscì scivolò pari pari nell’altro buco speculare.
E così presero ad incularsi vicendevolmente col frutto dell’intestino di Sara.
“Oh, sì! Che meraviglia! Guardaci mami, ci stiamo inculando con la merda!” disse Anna con la bava alla bocca.
Dal fondo arrivò papà che arrapato più che mai dallo spettacolo, si fiondò sulla bocca di Sara che saliva e scendeva semi accovacciata sul culo della sorella.
“Prendi il mio cazzone in bocca, sporcacciona! Ti faccio fare indigestione di sborra!” e le cacciò con violenza il cazzone violaceo e pulsante in fondo alla gola, facendo gorgogliare la figlia.
Mia madre, invece, si accovacciò sulla faccia di Anna, sdraiata per metà col resto sollevato per porgere il culo alla sorella.
“Bevi il piscio della puttana di tua madre, figlia degenere!” e la inondò direttamente in gola.
Io, invece, mi accovacciai leggermente per farmi fare una spagnola dalla vacca tettona di mia madre.
“Oh, sì, figliolo, scopami le tette! Aspetto che le lubrifico un pò” disse mia madre sputando più volte nel solco delle sue tette e sulla mia cappella.
“Oh, sì, così, sputaci sopra e lecca la mia cappella! Dai che sborro!” dissi estasiato.
Nel frattempo, tutt’attorno a noi si era formato un capannello di gente: tutti i presenti fra parenti e amici si masturbavano gustandoci la perversa ed oscena scena incestuosa.
La mia famiglia era ora al centro dell’attenzione, e questo ci eccitò ancora di più!
“Sara, aspetta! Anch’io devo cagare! Scommetto che è più grossa e dura della tua!” disse Anna.
“Dai, vediamo! Cagami dritta in bocca” e così dicendo, Sara si sdraiò a bocca spalancata sotto Anna.
Il cilindro era effettivamente più spesso e duro, e le 2 troiette inginocchiate una di fronte all’altra, presero a spompinarlo e a farlo arrivare fino in gola unendo le loro 2 bocche in un languido bacio saffico e vomitandosi addosso per l’enorme sforzo.
Poi si sfilarono, mostrando il cilindro ben lubrificato dalla loro bava e vomito e, mettendosi a pecorina culo contro culo, se lo infilarono nelle reciproche vagine prendendo il ritmo per una scopata lesbica.
“Che figlie troie che abbiamo allevato!” disse mia madre al marito mentre si masturbavano a vicenda.
“Tutto merito della regina delle troie, amore mio!” rispose il marito dandole il merito maggiore.
Io presi l’altro stronzo di Sara e glielo ficcai in culo, facendo aderire l’altra estremità anche nel culo di Anna.
“Avanti, troie! Fatevi una bella doppia con le vostre merde! Scopatevi e inculatevi con le vostre merde puzzolenti!” le schernii.
“Oh, sì, godiamo nell’essere così porche davanti a tutti!” risposero insieme.
“Ah, sì? Allora vi manca un altro buco da riempire” disse mia madre spaccando in 2 il preservativo con la sua merda all’interno e porgendoglielo alle figlie.
“Tappatevi quei cessi di bocca! Così imparate a trascurare la mia merda!”
“Esatto, tappatevi quelle fogne di bocche!” la seguì a ruota il marito strappando a tutti noi risate di scherno per i giochi di parole.
“Avete sentito? Date a me, che vi facilito la cosa!” dissi io prendendo i 2 mezzi preservativi farciti e sbattendoglieli con forza in faccia alle 2 troiette.
Poi mia madre ne svuotò il contenuto nelle rispettive bocche.
“Masticate e ingoiate! Dai, fateci vedere quante siete porche! Fateci venire con le vostre porcate!” disse mia madre.
Anna e Sara obbedirono masticando di gusto e spalancando la bocca per far vedere che il tutto era finito nei loro stomaci!
Io e mio padre, alla visione, non resistemmo ed infilammo i nostri cazzoni uno nella bocca dell’altra riempiendo ulteriormente i loro stomaci con la nostra sborra.
“Sborrrrooooo!!!!” urlammo all’unisono facendo accorrere mia madre ora a pulire il mio cazzo lercio di sperma e merda, ora quello del marito.
Anche le mie sorelle vennero squirtando e facendo volare in aria i 2 cilindri di feci, tanto fu potente il getto.
Fu in quel momento che vi fu una scarica di sperma maschile e femminile da parte di tutti gli astanti arrapati sui nostri corpi, che prendemmo a leccare voluttuosamente.
Non contenti, ci presero a forza buttandoci nella piscinetta vuota e, sporgendo tutti i loro culi, cominciarono a cagarci sopra chili e chili di merda, dalla più dura alla diarrea di qualche anziano e anziana.
Noi non capimmo più niente, ed impazzimmo dal piacere mentre ci contorcevamo e strusciavamo l’uno sull’altro in preda a convulsioni e orgasmi a ripetizione, tanto potenti da lacerare le pareti dell’uretra maschile e della vagina delle donne, facendoci eiaculare anche sangue.
Ad un certo punto il buio. Perdemmo i sensi sfiniti e soddisfatti.
Quando ogni rumore si placò, l’ermafrodita Andrea si affacciò per vedere il nostro pietoso stato ed esclamò con ilarità: “Che famiglia di Merda!” strappando a tutti l’ennesima volgare e sguaiata risata e ponendo fine alla perversa serata!

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