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Racconti di Dominazione

Storia di Barbara ( quarto capitolo )

By 31 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Muovi il culo!
Quella frase mi esplodeva in testa, mentre senza nessun tipo di dolcezza, Matteo mi stava riempendo la vagina.
Non potevo pretendere amore da quel ragazzo e il mio comportamento non dava alibi: era venuto per scoparsi una quarantenne e lo stava facendo senza tanti preamboli, ero un buco dove sfogare i propri istinti e lui lo stava adoperando a suo piacimento; era entrato con una violenza inaudita, pur essendo più dotato di mio marito, il suo sesso era scivolato facilmente in me, solo io avevo percepito il dolore inerente alle pareti forzate, il mio urlo di dolore per la penetrazione decisa, era durato il tempo di un lamento, poi, lui mi aveva preso per i fianchi e aveva detto quella frase.
Sentivo il seno strisciare sulla pelle del divano ad ogni sua spinta: bendata amplificavo gli altri sensi e percepivo ogni sua variazione di respiro;
– Fai piano, ti prego’
Uno schiaffo sul sedere, poi mi prese i capelli tirandoli forte all’indietro obbligandomi a unirmi al massimo al suo sesso;
– Muovi il culo o smetto di scoparti e me ne vado!
La sua decisione mi lasciava allibita, sembrava un uomo adulto e sicuro di se.
Cominciai a muovere il sedere ancheggiando, non l’avevo mai fatto prima di quella volta, era fuori dai miei schemi sessuali, ma ormai il mio modo di pensare e agire, era tutto diverso dalla Barbara che conoscevo: strinsi forte i muscoli vaginali avvinghiando con le mie pareti quel sesso duro, cercando di vendicarmi della sua aggressività, ma l’effetto che ne ottenni fu esplosivo per tutti e due;
– Ecco’così’.brava, datti da fare!
In quel momento , a quella frase, venni indecentemente, cominciai a dire frasi per lui, frasi volgari che non avrei mai pensato di potere dire;
– Si, scopami, sono la tua troia’voglio morire sotto il tuo cazzo’ dai, continua’
– Brava la mia troietta, vedrai che non potrai più fare a meno di me!
Continuava a devastarmi la vagina con dei colpi decisi e profondi e non dava segno di cedimenti;
– Se vuoi puoi venirmi dentro, sono protetta’
– Se anche non lo eri, ti avrei sborrato dentro lo stesso! Sono io che decido cosa fare, capito?
– Si’
Non dissi più niente, mi concentrai sui miei movimenti e sul suo sesso;
– Alza la schiena!
Il tempo di farlo, che le sue mani stringevano i miei capezzoli, mi sentivo tutt’una con lui, il suo corpo aderiva perfettamente al mio, urlai mentre mi stringeva forte i capezzoli e i seni;
– Brava la mia troia, più urli, più mi piace!
Poi, improvvisamente la sua voce divenne più gutturale e confusa, si stava avvicinando il suo momento;
– Sei proprio una gran troia’una gran troia e hai un sedere bellissimo, sarà un piacere incularti’
Con quella frase volgare e minacciosa, venne per la prima volta dentro di me, sentivo i fiotti scaldarmi l’utero, mentre terrorizzata pensavo a quello che mi aveva detto; non avevo mai fatto sesso anale e non m’interessava farlo, ma sapevo che inevitabilmente, se non avessi smesso, il passo successivo sarebbe stato la deflorazione del mio sedere, pensai a come mi aveva scopata e ebbi un brivido, se avesse usato la stessa violenza sarebbe stato dolorosissimo: l’uscita improvvisa del suo sesso dal mio corpo, mi riportò al momento reale lasciandomi un senso di vuoto tra le cosce;
– Girati e levati la benda!
Obbedii e lo vidi per la prima volta: nudo con i calzoni stesi per terra, il membro semi gonfio, un sorriso di soddisfazione sul viso, uno sguardo tronfio e sadico.
Matteo aveva capito che mi aveva in pugno e si comportava di conseguenza, la sua giovane età faceva il resto;
– Prendimelo in bocca e fammi un pompino da favola, voglio raccontare ai miei amici che sei una gran bocchinara e che non ti tiri mai indietro!
Attonita, come drogata, ascoltai quelle parole e avvicinandomi al suo trofeo, cominciai a dare il meglio di me stesso, lo presi dolcemente tra le labbra, mentre le mani accarezzavano le palle sentendone la solidità, poi, cominciai a stringere le labbra e lo leccai come il gelato più gustoso, andai avanti e indietro sentendolo irrigidirsi e, fiera di me stessa, lo portai ad una nuova eccitazione dimenticando le sue minacce precedenti, fu lui a riportarmi alla realtà;
– Brava la mia mammina, preparalo bene che poi ti sfondo il culo!!
Mi fermai interdetta, rimasi una frazione di tempo ferma con quel sesso in gola;
– Non ti ho detto di fermarti!
Matteo mi prese per i capelli e mi obbligò a prenderlo fino in fondo alla gola, sentivo il vomito salire e cercai di fermarlo poggiando le mie mani sui suoi fianchi, ma lui scambiò il gesto in un tentativo di coito e, per mia fortuna, mi venne in bocca;
– Che troia che sei, mi hai fatto venire senza che lo volessi!
Continuò a scoparmi la bocca fino a farlo ammosciare tra le mie labbra, mentre io ingurgitavo il suo piacere.
Improvvisamente tornò un ragazzino normale, cominciò ad accarezzarmi dolcemente e a dire frasi dolci;
– Sei unica, sono un ragazzo fortunato, tutti vorrebbero essere al mio posto: le sue mani scivolavano dolcemente sul mio corpo, i seni, ancora arrossati dal suo possesso, venivano accarezzati lascivamente, poi, la mano scese tra le cosce e giocò con il clitoride, infine, si portò con le dita sul mio stretto orifizio e solleticandolo, mi ricordò la sua promessa;
– Non vedo l’ora di farti il culo, chissà quante volte lo hai preso qui!
Così dicendo, spinse un dito dentro il mio piccolo pertugio facendomi gemere;
– Non l’ho mai fatto con nessuno, &egrave una cosa che non mi piace’
– Che bello! Sara veramente gustoso essere il primo, mi verrebbe voglia di farlo subito, ma adesso devo andare, i miei stanno tornando!
Mi diede una pacca sul sedere;
– Si, sarà veramente stupendo farti il culo’
Si rivestì guardandomi con occhi ludici e uscendo, mi disse;
– Ti chiamo io quando sarà il momento, tu intanto tieniti calda e pronta! Ciao bella, a presto!
E uscì.
Stravolta e sfinita, stavo stesa per terra, la vagina mi bruciava, andai in bagno a rinfrescarmi, guardai tra le mie cosce e vidi le labbra gonfie, toccai il mio corpo dolente per l’assalto furente di Matteo e tremando ancora per il piacere subito, accarezzai il mio sedere e, rabbrividii al pensiero del prossimo incontro’.

continua

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