Skip to main content
Racconti di Dominazione

Storia di Barbara ( secondo capitolo)

By 5 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Entrai con mio marito in casa della vicina per la prima volta, era una casa ordinata, ma la pulizia sembrava forzata, ogni cosa, era troppo perfettamente al suo posto, pensai’ questa, o &egrave maniaca della pulizia di casa, o ha esagerato per fare una buona impressione’: quel pensiero fu distratto – dall’arrivo della padrona di casa.
Mi strinse la mano presentandosi;
– Ciao, sono Paola, &egrave un vero piacere avervi qui!
La odiai per lo sguardo che diede a mio marito.
Vista da vicino, dovetti ammettere a me stessa, che rea una bella donna, fisicamente dirompente e con quello sguardo che piace tanto a gli uomini;
– Ecco finalmente la famosa Barbara.
Girai lo sguardo e vidi un uomo sulla quarantina, capelli crespi, neri, con un innevamento di bianco ai bordi, che lo rendeva intellettuale, cercai di sorridere compiaciuta a quella vista;
– E lei sarebbe il bel marito della mia vicina’
Spostai gli occhi sulla scala sentendo dei passi, il cuore mi fece un balzo quando lo vidi; Matteo era veramente bello con quei suoi jeans rovinati di colore nero, una maglietta bianca a t- shirth con la scritta’ Meglio essere leoni per un giorno, che pecore per una vita’, leggiadro nei suoi diciotto anni, mi guardava sfrontato, ancora una volta mi voltai per l’imbarazzo.
Paola, ci invitò al tavolo preparato fuori nel giardino.
Subito mi sentii a disagio vedendo l’ordine dei posti: quella stronza, aveva fatto in modo che io fossi con a fianco i suoi uomini, mentre lei, inevitabilmente, era a fianco del mio.
Per l’occasione, aveva assunto una cameriera.
Cominciammo a discutere del più e del meno, ero gelosa di Paola, la quale, continuava a fare la gatta morta con mio marito, stavo per obbiettare con durezza al suo comportamento, quando, una mano calda si appoggiò sulla mia coscia a sinistra del tavolo; era Matteo!!
L’oliva che stavo assaggiando, mi si bloccò in gola, cominciai a dimenticare completamente le mie gelosie e mi concentrai sul movimento di quelle dita.
Inizialmente si erano solo appoggiate sulla pelle, ma, al mio far finta di niente, Matteo, aveva preso coraggio, cominciò a fare pressione e infine a salire delicatamente.
Ero completamente inebriata da quel tocco giovanile, l’eccitazione era arrivata tra le mie cosce molto prima delle dita di Matteo, le quali, trovarono l’orlo dello slip bagnato e, si soffermarono sopra il rialzo del mio monte di Venere.
Stavo deglutendo vistosamente, mentre cercavo di rimanere indifferente, provai ai dialogare con sua madre: guardai in viso mio marito e immaginai che stesse ricevendo lo stesso trattamento a parti invertite, vista la faccia tesa e imbarazzata che aveva.
In quel momento, rimasi schoccata nel sentire una seconda mano appoggiarsi alla mia coscia destra:
anche il marito aveva iniziato a toccarmi, ero completamente fusa dal piacere che stavo provando da parte di Matteo, ebbi solo il tempo di rendermi conto del rischio che correvo se le due mani si fossero incontrate, allargai le cosce e lasciai che succedesse l’inevitabile.
Fortunatamente, il padre si soffermò al palpeggio della coscia, mentre Matteo, molto più sfacciatamente, continuava a sfiorarmi la vulva, facendomi letteralmente impazzire di piacere: la situazione divenne ben presto insostenibile, così, all’arrivo del secondo piatto, mi alzai e chiesi della toiletteper interrompere quel gioco troppo rischioso;
– L’accompagno io
Matteo, non voleva perdere il suo trofeo e io non sapevo cosa dire, sorrisi;
– Grazie,molto gentile.
– Le faccio strada,
Guardai i suoi occhi e capii subito che se avessi fatto quelle scale, sarei stata perduta, ma in fondo, era quello che volevo inconsciamente.
Trenta secondi dopo, ero in un piccolo bagno per gli ospiti, Matteo aprì la porta e nello stesso tempo aprì la cerniera dei jeans tirando fuori il suo cazzo teso.
Non disse niente, mi guardò e basta e io, capii il suo desiderio: piegandomi in ginocchio aprii le labbra e per la prima volta in vita mia, assaggia l’odore di un altro maschio oltre quello di mio marito, il tempo di assaporare la sua dura verga tra le labbra, che il padre lo richiamò di sotto; Matteo contrariato, si ricompose e bruciandomi con lo sguardo, scese di sotto.
Aspettai qualche minuto chiusa in bagno, avevo il cuore che batteva all’impazzata, ero terribilmente eccitata per quella nuova sensazione provata e nello stesso turbata per come stavano evolvendosi le cose..
Presi dei fazzoletti di carta appoggiati al lavabo e asciugai le mie voglie, aspettai che il cuore si calmasse e aprii la porta per tornare al tavolo.
Il tempo di sedermi che avevo di nuovo le mani dei due uomini addosso, fermai il padre con una mano senza togliergliela e lascia che Matteo sfogasse i suoi desideri sulla mia carne pulsante..
Mio marito, mangiava e dialogava con tutti, io, cercai di trovare un modo per fermare Matteo;
– Se non vi spiace, andrei a sedermi in sala, non mi sento molto bene.
Paola intervenne;
– Mi spiace molto, Matteo accompagna Barbara in sala e tienile compagnia fino a che non si sente bene
Non potevo declinare quella gentilezza, così, seguii Matteo in sala.
Appena fuori dalla visuale dei genitori, Matteo mi mise una mano sul sedere;
– Non vedo l’ora di finire quello che avevamo iniziato’
Non dissi niente, sentivo ancora il suo acre sapore in bocca.
Mi misi a sedere sulla poltrona.
Matteo aveva già il sesso in mano, si mise davanti a me e si spinse verso le mie labbra.
Con le mani sui suoi fianchi, cominciai a scivolare su quella carne rosea, calda, guardavo le vene impazzite e mi stupivo delle sue notevoli dimensioni, era sicuramente più grosso e lungo di quello di mio marito: dimenticando tutti i pericoli, lascia che il suo piacere crescesse dentro la mia bocca, con dolcezza, accarezzandogli le palle , aspettai di sentirlo venire.
A un certo punto arrivò la voce del padre dal giardino;
– Matteo, sta meglio Barbara?
Matteo mi guardò mentre rispondeva;
– Si babbo, molto meglio’tra un pò vengo’.
Finì la frase e guardandomi, mi riempì la mia bocca del suo nettare bianco, spingendomi sulla nuca, fece in modo che neanche una goccia uscisse dalla mia bocca: lo guardai ne gli occhi, soddisfatta di quello che avevo fatto, lui si abbassò mettendosi a posto; si avvicino al mio orecchio e mi sussurrò;
– Gran bel pompino, sono convinto che il resto sia anche meglio.
Mi diede una stretta decisa sul seno facendomi ansimare per il dolore e il piacere, poi, scese veloce tra le mie cosce;
– Sarà un piacere mettertelo dentro!
Senza dire altro, si voltò e torno dai suoi genitori, lasciandomi nell’angoscia di quella frase; sapevo cosa voleva e, soprattutto, adesso sapevo cosa volevo io!
Lo volevo dentro di me, volevo quel giovane maschio, volevo sentirmi sua, diventare una geisha tra le sue mani, diventare una troia per lui, come non ero mai stata, come mai avrei pensato: andai in cucina a bere un poco d’acqua, per fare sparire l’odore di sperma che sentivo nel palato, poi, camminando sicura, tornai a sedermi al tavolo, sorrisi a tutti i commensali;
Adesso che sto molto meglio, faccio in tempo a prendermi un dolce’

Continua

Leave a Reply