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Racconti di Dominazione

Tanto dolce Tanto letale

By 4 Ottobre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci vediamo, come sempre i nostri incontri sono sempre anticipati da battute, risate, racconti, come stai? ma queste sono cose nostre a chi importa?
Salterò volontariamente tutta quella parte apparentemente innocente eppure tanto intima da non volerla condividere e andrò direttamente al punto…..
Tu conoscevi bene le mie paure, paura di essere bendata, paura di essere legata, paura di essere ripresa, ma ti ho sempre detto di avere in te la totale fiducia una fiducia che non ho mai dato davvero a nessuno.
Sono nuda al centro della stanza, in attesa, occhi bassi, non so cosa vuoi farmi so solo che senza neanche un tocco sto già vibrando.
Cerchi qualcosa tra gli attrezzi, la trovi, la benda che sai che temo, non oso ribellarmi, non oso fare nulla se non arrendermi ai tuoi desideri che diventano miei.
Me la metti ed è buio, allora inizi a sfiorarmi, prima con dolcezza, poi con prepotenza, mi fai sentire il tuo tocco che in qualche modo, unico e quasi magico, mi calma.
Mi lasci andare e il terrore mi assale in un secondo tu te ne accorgi e sento la tua voce “sono qui” , ritorni e mi accorgo che nelle tue mani c’è qualcosa, sembra corda ma non può essere, non tutte e due le cose insieme, non riuscirei a sopportarlo, mi rilasso godendomi ancora il tuo tocco che passa da carezze a schiaffi, sul culo, sulla figa, sul seno e continui cosi per non so quanti minuti, forse troppi o forse troppo pochi neanche lo so ma ad un certo punto mi prendi i polsi e li porti dietro la schiena, penso subito non può essere, poi di nuovo la sensazione della corda sulla mia pelle e comprendo ciò che accadrà la mia testa gira veloce la mia bocca non osa aprirsi non osa obbiettare il mio cervello grida aiuto, ma aiuto cosa? aiuto liberatemi? aiuto toglietemi questa paura da dosso? non saprei e poi il più inaspettato dei gesti, i baci.
Hai iniziato a baciarmi la bocca, non lo avevi mai fatto se non per un fugace saluto, eppure io lo ricordo bene, uno due tre quattro cinque sei volte, si Signore li ho contati e li ho adorati come adoro i tuoi colpi di frusta, come adoro i tuoi colpi di cane, forse perchè in fondo anche quello è stato un colpo anche se non fisico, o semplicemente perchè ti adoro.
Improvvisamente sento un rumore di catenella e so perfettamente cosa hai in mano, sento un dolore acuto al capezzolo sinistro, so che ci hai appena attaccato le pinze che finiscono con l’altro capezzolo e la catenella nella mia bocca, ora non posso muovermi, ne vedere, ne parlare, posso sentire solo il tuo profumo e le tue parole che arrivano alle mie orecchie come tuoni bellissimi e letali “non ti lascio da sola sono qui” io annuisco e accolgo i tuoi nuovi colpi dati con quello che credo fosse un flogger, arrivavano ovunque e io li accolgo tutti finchè non hai iniziato a colpirmi i capezzoli già martoriati e ancora intrappolati nelle pinze allora ho gridato e mi è scappata la catenella dalla bocca.
2 schiaffi dritti al viso e ” in ginocchio! ” ho eseguito senza esitare ripetendo mille scuse che non ricordo nemmeno se ho detto o solo pensato.
Il tuo cazzo dritto vicino la mia faccia, ho aperto di nuovo la bocca e di nuovo non potevo parlare, ma non ti bastava allora mi hai tappata il naso e spinto più in fondo possibile non potevo più respirare, avrei dovuto scalciare forse eppure in un modo completamente osceno io ne ero entusiasta, ti stavo donando la mia aria che per ogni essere umano aria equivale a vita, ho avuto sensazioni di vomito e in alcuni attimi ho avuto davvero paura di vomitare ma neanche per un istante ho pensato di negarti questa parte di me.
Siamo andati avanti cosi per minuti interi anche essi volati come il vento durante i quali mi hai sfilato la benda, poi ti sei fermato mi hai fatta alzare mi hai sciolto i polsi e ti sei seduto sul divano a mi sono inginocchiata tra le tue gambe, non ricordo, me lo hai chiesto o ho fatto da me?
Ho continuato a tenere in bocca il tuo cazzo come la migliore delle prelibatezze, e nel frattempo a tratti mi coccolavi, a tratti facevi telefonate di lavoro, a tratti riprendevi a soffocarmi e io ho accettato tutto con gioia.
Poi mi hai chiesto “sei pronta?” non sapevo se desideravo o meno quel momento, avevo paura, avevo troppa paura sai quanto temo gli obbiettivi su di me,eppure ecco una tua nuova pretesa “apri bene le gambe e toccati fino a venire mentre io filmo il tutto” ho eseguito chiudendo gli occhi, a tratti sentivo salire l’eccitazione ma il secondo dopo crollava nel momento in cui mi ricordavo che mi stavi riprendendo, ero in alto mare e tu con saggezza hai deciso di togliere il cellulare di mezzo ma io volevo renderti fiero di me e sopratutto non volevo far vincere la mia paura allora ho detto una parola ” ancora ” e tu hai capito subito quello che desideravo, quello di cui avevo bisogno, allora hai ripreso il cellulare e hai ripreso a filmarmi, ho continuato a non avere il coraggio di aprire gli occhi ma anche con estremissima difficoltà alla fine sono venuta e ho pianto, liberatorio, disperato, di dolore e di gioia, di chi non ha ancora vinto ma sa che ci sta provando con tutta se stessa.
Ecco, a tanti di voi lettori sembrerà una sessione soft, quasi romantica, qualcuno di voi mi chiamerà famolostranista, bhe purtroppo per voi non potrete mai capire, perchè nessuno mi conosce, nessuno mi conosce davvero!

per commenti suggerimenti ecc abbategiovannielisa@gmail.com

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