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Dopo un primo approccio sessuale, più petting che altro, la mia famiglia vuole conoscere ognuno le perverse esperienze di ciascun componente.
Eravamo in camera mia e di mia sorella Silvia con i nostri genitori ancora tutti nudi e sudati.
Io e mia sorella eravamo adagiati su un lato per guardare, ognuno dal proprio lato, mamma e papà seduti su 2 sgabelli al nostro centro.
Avevo il figone peloso, bagnato e sudato di mia madre praticamente di fronte, ad altezza viso, e potei inspirare il suo forte odore di sesso e umori femminili.
“Ho notato dall’abbronzatura che usi micro bikini! Quando lo fai? Non ti abbiamo mai vista?” volli innanzitutto sapere da mia madre.
“Devi sapere che ho una vita molto intensa mentre voi siete a scuola e Dario a lavoro”
rispose rimarcando le parole “molto intensa”.
Poi, dopo una breve pausa, aggiunse:
“Per quanto riguarda il micro bikini…sì, hai indovinato; d’estate, appunto quando siete chi a scuola e chi al lavoro, frequento una spiaggetta per nudisti…e dato che un feticcio di vostro padre è proprio l’impronta bianca che lascia il micro bikini su un corpo abbronzato, lo accontento volentieri”
“Quindi papà sai tutto della vita segreta di mamma!” chiese mia sorella.
“Ɓè, del micro bikini sì…ma pensavo lo facesse in giardino…come mai in una spiaggia per nudisti?” chiese confuso Dario alla moglie.
“Eheheh, son tante le cose che non sai di me! E data l’occasione e la situazione, non vorrei ci fossero più segreti…mi farebbe sentire più leggera, anche se non disdegno che avere una seconda vita è davvero eccitante! Spero solo tu non ci rimanga male, tesoro!” rispose Carla.
“Ok, comincia pure a raccontare la tua fottuta seconda vita!” rispose un po’ stizzito papà.
“Dai, babbo, ancora non ha raccontato nulla, è già te la prendi?” intermediò la figlia.
“Hai ragione, piccola! Avanti, racconta pure! Magari mi ecciteranno anche i tuoi racconti! E poi, non credere che sia uno stinco di santo! Anch’io ho i miei scheletri nell’armadio, eheheh!” disse mio padre calmandosi.
“Mami, puoi essere volgare quando racconti? Non avendoti mai sentita, mi fa strano…mi eccita, soprattutto in questa situazione in cui siamo tutti nudi e sudati…” chiese mia sorella.
“Certo, troietta di mamma!” le rispose mamma entrata già nella parte.
“Sì, così ti vogliamo! Se Silvia è una troietta, tu sei una Troiona!” mi aggiunsi io apostrofando volgarmente mia madre.
“Molto bene! Da oggi sarà consentito tutto: linguaggio volgare e azioni perverse! Dio, quanto sono eccitata! Sto scolando!” disse mia madre toccandosi la figa piena di umori e mostrandoci la mano bagnata.
Poi la porse alla figlia, che non esitò a leccare avidamente.
“Mmm, gnammi! Come sei buona!” si complimentò la figlia.
“Credo che d’ora in poi ne assaggerai tanta…” rispose mamma maliziosa.
Silvia, in risposta, si passò la lingua sulle labbra golosa.
“Avete finito di flirtare come due lesbiche in calore? Carla, comincia a raccontare la tua cazzo di storia!” interruppe il momento di complicità madre-figlia Dario.
“Ok, scusami! Ebbene, son stata molto precoce sia nei primi bollori, a circa 11 anni, sia nel primo rapporto completo, a 14 anni.
Considerate che la mia famiglia era molto più bigotta e restrittiva rispetto a ciò che siamo stati noi nei vostri confronti! Se solo avessi scoperto prima che avete preso da me, vi avrei lasciato più libertà molto prima! Son mortificata! Ma recupereremo!” fece l’occhiolino a noi figli.
“Allora non avevo accesso ad internet, la TV era vietata, o meglio, non c’era proprio in casa e non mi era consentito uscire, se non per motivi religiosi e di evangelizzazione.
Per cui, come immagino anche voi, ho viaggiato molto con l’immaginazione, una perversa immaginazione.
Iniziai a sditalinarmi ogni qualvolta si presentava l’occasione, fino a superare la decina di volte al giorno.
Poi, un bel giorno, mi lasciarono uscire ad evangelizzare insieme al fratello in fede Gennaro, lo stesso che ci ha regalato il limoncello! Eravamo in una zona di campagna isolata in cerca di case a cui bussare, ma dopo oltre 1 ora di camminata, ci siamo accorti che era desolata. Era molto caldo, ed io, ormai già sviluppata nei punti giusti, cominciai a mostrare le mie rotondità inavvertitamente.
Eravamo seduti su dei massi l’uno di fronte all’altro per riposare e bere un po’, quando io arrotolai la gonna fino a metà coscia per sventolarmi un po’ là sotto. Mi accorsi che Gennaro buttava l’occhio in continuazione sulle mie gambe. Effettivamente, avevo la mia fighetta pelosa esposta, dato che per il caldo, ad insaputa dei miei genitori, avevo preferito evitare di indossare i mutandoni adatti ad una casta religiosa.
Cominciando ad eccitarmi, decisi di provocarlo. Così gli chiesi la bottiglietta d’acqua dal quale aveva bevuto.
Quando me la porse, la feci cadere per terra.
Ops, me la raccoglieresti, per favore? gli chiesi. Quando si chinò per raccoglierla, allargai le gambe per mostrargli in primo piano la mia fighetta eccitata.
Ormai gli prese un colpo, ma si ricompose in fretta.
Così, sempre a gambe larghe e la gonna alzata per finta sbadataggine, cominciai a bere in modo sensuale, leccando il beccuccio sul quale aveva posato le labbra Gennaro e simulando poi un pompino con la bottiglietta; poi mi feci scolare abbondante acqua sulla camicetta ad altezza seno. Trascurai di indossare anche il reggiseno per via del caldo, sempre ad insaputa dei miei.
Per cui, potete immaginare l’effetto della camicetta bagnata.
Ops, che sbadataggine! È meglio stenderla ad asciugare da qualche parte, prima di tornare a casa.
Così mi alzai, e mi tolsi con nonchalance la camicetta, esponendo integralmente il mio seno già sviluppato.
Altro rischio d’infarto per Gennaro.
Gli chiesi se poteva prendermi sulle spalle per appendere la camicetta su un ramo troppo alto per arrivarci.
Lui, titubante e con una grossa erezione, acconsentì.
Si abbassò ed io, alzatami la gonna per comodità, salii sulle sue spalle al contrario, con la figa ormai fradicia ed odorosa in faccia di Gennaro.
Pfff, puuu, non così…al contrario! mi apostrofò rosso in volto sputacchiando un paio di miei peli pubici finiti in bocca.
Dai, è lo stesso! Devi solo alzarti, così ci arrivo! Gli risposi con voce da finta innocente.
Così fece. E così approfittai per strofinarmi addosso alla sua faccia barbuta.
La situazione surreale e la barba dura che sfregava dritta sul mio clitoride, ebbero l’effetto di un potente orgasmo da parte mia, che gli bagnò tutto il viso.
Rovinammo per terra ed io finii con le tette sulla sua faccia. Almeno hanno ammortizzato il colpo. Gennaro, ormai ipereccitato, non riuscì più a trattenersi e cominciò a pastrugnarmi manescamente e leccarmi le tette.
Io non persi tempo, e cominciai ad accarezzargli la patta.
Ad un certo punto si alzò, buttandomi per terra, e si denudò con frenesia.
Mi prese per i lunghi capelli biondi e mi schiaffò il cazzone eretto dritto in gola.
Piccola puttanella insolente! Ti faccio passare io la voglia di provocare gli uomini! mi urlò assatanato Gennaro.
Quasi vomitai, non essendo abituata ad una pratica del genere. Ma presi presto il ritmo e mi piacque molto.
Sbavavo copiosamente sulle mie tette, e nel veder ciò, Gennaro perse la testa.
Mi infilò il cazzo tra le tette spingendomi a forza la testa in basso affinché leccassi nello stesso tempo la sua cappella che vi fuoriusciva.
Poi mi buttò di nuovo a terra, mi allargò le gambe e mi penetrò con violenza, togliendomi per sempre la verginità.
All’inizio urlai di dolore, ma dopo una ventina di minuti di continuo martellamento, cominciai ad urlare volgarmente come un’ossessa di goduria:
Siiiì, cazzooooo! continua a pistonarmi! Più forte! Sbattimi come una puttana! Sono la tua puttanella! Godooooo! E proruppi in un secondo devastante orgasmo, squirtando abbondantemente e bagnando gambe e torace di Gennaro.
Guardati come sei in calore! Vieni come una fontanella! Voglio vedere se godi anche col culo! mi apostrofò Gennaro.
Noooo, nel culo no! Ho paura! gli urlai.
Adesso fai la difficile? Ormai è troppo tardi! Devi pagare per la tua troiaggine! e prese a schiaffeggiarmi.
Mi hai lordato tutto il cazzo! Guarda qui! mi urlò ancora quando si accorse una volta tolto dalla figa che era sporco del sangue della mia verginità.
Se lo strofinò sul mio viso.
Poi mi mise a forza a pecorina e mi violentò il culo.
Meno male che era abbondantemente unto sia cazzo che culo dei miei umori, altrimenti, con la mazza che si ritrovava, mi avrebbe fatto molto più male!
Persi per qualche minuto i sensi, e quando rinvenni, mi accorsi che Gennaro non se ne era minimamente curato, anzi, lo eccitò ulteriormente.
Bentornata, troietta! Muovi quelle chiappete ormai sfondate, così ti allago l’intestino! mi ordinò.
Io, come se la perdita dei sensi avesse funto da anestetico, mi accorsi che ero estremamente eccitata, e così lo assecondai.
Girai la testa verso di lui passandomi più volte la lingua sulle labbra come a fargli capire che gradivo il suo rude trattamento.
Così va bene? Ti piace il mio culetto? Dai, ancora, più forte! Schiaffeggia anche le mie chiappe! ansimai nei suoi confronti.
Brava la mia troietta! Vedo che hai capito la tua posizione! Adesso ti faccio una bella lavanda gastrica! Vengoooo! urlò il suo orgasmo Gennaro.
Anch’io venni per la terza volta nel sentire lo sperma di Gennaro sparato nelle mie viscere.
Poi si tolse con un flop e mi strofinò nuovamente il cazzo lordo in faccia, ma questa volta partecipai attivamente roteando la lingua e accompagnandolo con le mie manine per tutto il viso, passandomelo più volte sotto al naso, per l’eccitante odore di sperma e di maschio.
Lui, non contento, mi ordinò di tirare fuori la lingua e guardarlo dritto negli occhi.
Aaaaa, feci il verso spalancando la bocca con la lingua in fuori in attesa.
Una volta presa tale posa, mi pisciò dritto in bocca e in faccia. Io, eccitata com’ero, cercai di intercettare tutto il piscio per ingoiarne il più possibile! Anche questa novità mi faceva impazzire, tanto che ebbi un quarto estemporaneo orgasmo.
Puuuu! Questo è ciò che ti meriti, lurida troia! Puuu! mi urlò in faccia Gennaro sputandomi poi in faccia per umiliarmi ulteriormente. Ma io, invece di risentirmi per tale affronto, spalancai di nuovo la bocca per riceverne un’altro.
Gennaro mi accontentò, centrando in pieno il buco.
Io ingoiai avidamente e mi passai la lingua sulla labbra come apprezzamento della prelibatezza.
Poi il buio.
Quando mi risvegliai frastornata, mi accorsi che Gennaro mi aveva colpita con un forte pugno in testa, facendomi perdere i sensi.
Al posto dei miei vestiti, trovai un bigliettino.
Le cagne non indossano vestiti.
Tornatene a casa come natura ti ha creato.
E guai se racconti qualcosa a qualcuno! Intesi? era scritto.
Io, tumefatta, lurida di sperma, piscio, sudore e chiazze di sangue dovuto allo sverginamento, invece di disperarmi mi infilai tre dita in figa e mi sgrillettai col pollice furiosamente il grilletto fino al quinto sconquassante orgasmo.
Poi mi incamminai nella calura verso casa, menefreghista di incontrare qualcuno.
Caso volle, non incrociai nessuno nella stradina verso la casa di campagna di famiglia.
Però non potei sfuggire all’inquisizione di mio padre e mia madre quando si accorsero dell’occhio nero e del viso tumefatto.
Cedetti al loro interrogatorio e rivelai tutto.
Mi mandarono a letto senza doccia e cena e nuda come un verme.
L’indomani mattina, mio padre aprì improvvisamente la porta della mia camera ed entrò infuriato.
Mi prese per i capelli e mi fece gattonare nuda fino allo scantinato.
Quando entrammo, vidi Gennaro nudo e con un ghigno malvagio e al suo fianco mia madre vestita in minigonna e top rossi latex ed un frustino.
Bene, bene, bene! Ecco la troietta del villaggio! Vediamo se ti passa la voglia! E detto ciò, mia madre prese a frustarmi su chiappe e schiena. Poi mi padre mi girò e mi frustarono tette e figa fino al sanguinamento. Io, invece di disperarmi e piangere, squirtai più volte e li invitai a farmi le peggiori cose.
Così subii la mia prima doppia, con mio padre che mi sfondò il culo e Gennaro la figa, mentre mia madre mi soffocava col suo figone peloso chiudendomi le gambe attorno con forza, non lasciandomi scampo.
Poi, una volta riempita nei buchi di sborra, tutti e tre mi fecero una doccia pisciandomi su tutto il corpo.
Da allora, finchè i miei genitori erano vivi, scopai selvaggiamente con loro e Gennaro quasi ogni giorno, ad insaputa della famiglia di Gennaro.
Tutt’ora scopo con Gennaro.
“Ahahah! Papà, sei un cornutone!” risi io.
“A quanto vedo, la cosa non gli dispiace!” disse mia madre indicandolo mentre si segava il cazzone pulsante.
In realtà, tutti eravamo impegnati nel masturbarci. Difficile non farlo durante un racconto del genere, raccontato da un componente di famiglia nudo di fronte a tutti.
Mio padre ad un certo punto scoppiò a ridere.
Tutti lo guardammo perplessi.
Lui si spiegò: la vita è curiosa! Tu mi hai fatto cornuto con Gennaro, mentre io ti ho fatta cornuta con la moglie di Gennaro, Maria e con la figlia Gaia. Ahahahah!”
“No vabbè, adesso ci devi raccontare tutto!” dissi io.
“Che gran figlio di puttana! Sei proprio un ipocrita! Ma non vedo l’ora di sentire le porcate che hai combinato. Sono già un lago!” disse a sua volta mia madre allargandosi le labbra della figa per mostrare quanto scolasse e tirando la figlia per le trecce per ficcarle e strofinarle la faccia sul figone peloso.
Silvià gradì molto, iniziando a leccarlgliela come una cagnolina assetata.
“Oh, siii, tesoro, inizia a raccontare mentre la troietta di nostra figlia mi raspa con la lingua la figa.” invitò il marito.
Lui, sempre segandosi, cominciò.

“La prima volta fu 2 anni fa quando ci riunimmo con tutti i componenti della parrocchia al mare per una giornata di svago.
Come sapete, sia Maria che Gaia hanno i tipici tratti mediterranei che mi arrapano da impazzire, un po’ robuste, ma con tettone e culone pazzeschi.”

“Tesoro, a te tutto ti arrapa, anche una nonnina baffuta”! lo interruppe mia madre ridendo.
“Bè, effettivamente, hai ragione! Sono u pervertito, eheheh! E infatti in quell’occasione dovetti più volte spararmi un segone dietro i cespugli per non mostrare la mia erezione dovuta alle abbondanti forme di madre e figlia.
Ad un certo punto, dai cespugli sbucò proprio Maria, che vedendomi col cazzone in mano intento a darmi piacere, mi fece segno col dito di far silenzio, si avvicinò sorridendomi, e si mise in ginocchio davanti al mio cazzone. Poi si abbassò la parte superiore del casto costume intero, facendo fuoriuscire la sua incredibile 8° di seno. Sputò nel solco dei mammelloni e prese a farmi una spagnola magistrale.
“Così, Dario! Sfogati sulle mie tette! Ti ho sempre desiderato. D’ora in poi ci possiamo dare piacere a vicenda! Resterà il nostro segreto”. mi sussurrò Maria.
“Uuu uuum” sentii che qualcuno si schiarì la voce.
“Intendi dire il vostro e il mio segreto” si fece avanti la figlia 17 enne Gaia.
Io e Maria impallidimmo e ci coprimmo impanicati, ma lei mi prese il cazzo in mano, si abbassò e lo imboccò dimostrando doti eccezionali nel pompaggio. La troietta non era la prima volta che lo faceva.
“Cosa stiamo facendo, tesoro mio? Fermiamoci, prima che degeneri ulteriormente la cosa” disse in una moto di lucidità e pentimento la madre Maria.
“Mamma, papà non ti merita e ti trascura, io sono sempre in calore e mi son stufata delle vostre stupide regole morali! Già da un anno mi scopo lo scopabile, dai miei professori e compagni di scuola ad alcuni amici di famiglia. E adesso voglio scopare anche Dario. Anch’io l’ho sempre desiderato! Anzi, perché non ti unisci a noi? Sai, ogni tanto faccio sesso lesbico con alcune mie compagne e la Preside della scuola…” non fece in tempo a finire, che la madre si calò il resto del costume, esponendo il suo figone dal folto pelo nero, e si recò dalla figlia.
“Hai ragione, tesoro! Siamo entrambe due troie in costante calore! Dai, cornifichiamo quel fallito di tuo padre! Leccami la lingua, che dopo facciamo un bel 69!” E detto ciò si misero a slinguarsi e poi, una volta posizionatesi a 69, a leccarsi avidamente figha e culo.
Io, da spettatore privilegiato, mi segai sopra di loro, venendo sui loro corpi.
Loro si spalmarono il mio abbondandante sperma sui loro corpi, come fosse una crema solare e si reinfilarono il costume in fretta e furia per via della voce di Gennaro che aveva cominciato a chiamarle.
Occasione persa per scopare madre e figlia.
Ma mi rifeci la settimana successiva, quando uscimmo ad evangelizzare proprio io con Maria e Gaia.
Ci rifugiammo in una stalla dietro delle balle di fieno e scopammo come 3 indemoniati per oltre 2 ore.
Mi diedero anche il culo, cosa che la troietta di Gaia aveva già sperimentato con un muratore marocchino.
Da lì in poi, ogni occasione era buona per scopare o per qualche sveltina sia separati che insieme.
Adesso capisco perché Gennaro trascurava Maria. Si trombava a sazietà già la troia di mia moglie! Questo è Karma, ragazzi, eheheh!” concluse filosoficamente mio padre.
“Chissà se lo sapessero?! Per me si potrebbe combinare una bella orgia, includendo anche i nostri ragazzi! Dopotutto, hanno già dimostrato la loro apertura mentale…” pensò ad alta voce mia madre.
“Sììi, sarebbe meraviglioso!” esclamò Silvia staccandosi dal figone materno.
“Ok, vedrò di parlare chiaro con Gennaro e avanzare la proposta che non potrà rifiutare.” acconsentì mio padre.
“E adesso tocca a voi, ragazzi!” aggiunse rivolgendosi a me e Silvia.

“Io, purtroppo, fino ad ora non ho ancora mai combinato nulla, se non infinite seghe mentre fantasticavo con la mente…” cominciai a spiegare.
“E che fantasie hai?” chiese con voce sensuale e con malizia mia madre.
“Ehm…sono un po’ troppo spinte…non so se è il caso…” risposi titubante.
“Ma dai, di cosa ti vergogni? Siamo tutti nudi, abbiamo già raccontato cose indicibili e abbiamo fatto petting fra di noi! Credimi, ormai nulla ci scandalizza…” mi tranquillizzò mia madre.
“Ok…ho fantasticato su vari amici di famiglia e parenti, di orge spinte fra di noi, di sesso violento bdsm, pissing, scat, vomit e sesso con animali.. vi basta?” dissi tutto d’un fiato.
“Wow, fratellone! Sei proprio un pervertito! Ma mai quanto me!” disse la troietta di mia sorella mentre si sditalinava.
Poi aggiunse: “Anch’io ho lavorato molto di fantasia, e non ho combinato nulla con altri esseri umani…” fece una pausa ad effetto.
“Cosa vorresti dire, che l’hai fatto con un extraterrestre?” chiesi io sfottendola.
“Ma no, sciocchino! Ho messo parzialmente in atto una delle tue fantasie! Vi ricordate il pastore tedesco del nonno? Ebbene, una volta ero talmente infoiata che, durante la vacanza di 3 anni fa alla casa al mare dei nonni, approfittai della vostra assenza (eravate tutti in spiaggia) per conoscere da vicino un cazzo, anche se animale.
Prima lo tastai ed accarezzai mentre con l’altra mano mi sditalinavo.
Il cane, sentendo il mio odore, prese a leccarmi la fighetta ancora acerba e rossa per il continuo sfregamento.
Io venni come un fiume, cosa che intensificò le leccate del cane (a quanto pare, gli piacevano i miei succhi).
Presa dalla frenesia sessuale, mi misi a 69 sdraiata sulla schiena e mi strofinai l’odoroso cazzo violaceo del cane su tutto il viso e l’imboccai malamente, facendogli male coi denti.
Così mi morse la fighetta, facendomela sanguinare.
Lui scappò dolorante, io mi infilai l’intera mano nel culo mentre con l’altra mi pastrugnavo la fighetta spalmandomi la bava del cane, i miei succhi e il sangue della ferita su tutto il corpo.
Venni come non mai quando concentrai le dita sulla carne viva della ferita.
Sì, sono una fottuta masochista…vengooo”
concluse mia sorella urlando e squirtando addosso a noi una volta posizionatasi accovacciata come su una turca ma con la vulva sporta verso di noi.
“Mmm, come sei perversa e…buona” ansimò mia madre madre leccandosi la tetta su cui era depositato parte del liquido spruzzato dalla figlia.
“Porca puttana che puttana! esclamai.
Poi chiesi: “ma come hai fatto ad infilarti la mano nel culo tutto in una volta?”
“Eh, fratellino! È da quando avevo 12 anni che mi infilo di ogni! Per lasciare intatta la mia verginità, ho sfruttato l’altro canale.
Ho iniziato con le matite e le spazzole, per finire con zucchine e cetrioli, quelli enormi che compra mamma. Ovviamente, dopo che vi vedevo assaporarli durante i pasti, di nascosto mi sditalinavo per l’eccitante situazione.” rispose Silvia.
“Bene, maschietti!” Noi siamo venute, voi è meglio vi scarichiate se volete riuscire a dormire.” disse mia madre prendendo la figlia per mano e mettendosi in ginocchio davanti a me e mio padre, che nel frattempo ci eravamo messi in piedi.
Vedendo mia madre e mia sorella che si slinguazzavano, esplosi sui loro visi e sulle loro tette. Lo stesso fece mio padre.
“Sì, così! Ciucciatevi le lingue, baldracche che non siete altro! Sborrooooo!” urlò mio padre facendo eco ai miei versi di goduria.
Mia madre e mia sorella, da buone golose di sperma, se lo leccarono tutto vicendevolmente.
“E adesso a nanna! Domani sarà una giornata parecchio intensa e…perversa!” ammiccò mia madre dando una pacca sul sedere a me e mia sorella per mandarci a letto.
Sprofondai in un sonno profondo e pieno di perversi sogni che si sarebbero poi rivelati realtà!
Enjoy!

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